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6 Marzo 2020 / / diotti.com

Cosa sono i divani modulabili? Si tratta di una speciale categoria di imbottiti che, come dice il nome, sono composti da moduli indipendenti da abbinare tra loro in totale libertà.

Conosciuti anche con il nome di componibili, divani e divanetti di questo tipo stanno letteralmente conquistando i salotti moderni, al punto che le maggiori marche italiane e internazionali hanno almeno un divano componibile nella loro collezione.

Ma andiamo al sodo: cosa rende questi divani così speciali? E perché preferirli ai sofà fissi? Te lo spiego elencando 9 buone ragioni (e tante ottime idee) per scegliere un divano da comporre tu stesso.

Divano componibile = divano su misura

È impossibile parlare di divani componibili senza parlare del concetto di misura. Non mi riferisco però ai divani fatti su misura (per quelli ti consiglio un divano realizzato al centimetro), bensì a quelli che si adattano alla perfezione alle misure del salotto. E in questo i modulari non hanno eguali.

La composizione del divano segue uno schema modulare, per cui basta affiancare elementi uguali o diversi per ottenere il sofà della lunghezza, della profondità e della configurazione desiderate (compresa quella angolare).

Divano componibile di dimensioni ridotte Prisma
Divano componibile lungo Prisma

Questione di schienale: divani modulabili con e senza spalliera

Divano con spalliera oppure no? Alzi la mano chi non si è mai trovato davanti all’eterno dilemma. Ebbene, una buona notizia: con i divani componibili non si è più costretti a scegliere.

Alcuni dei modulabili più famosi sono costituiti unicamente da cubi e isole, non hanno schienale né poggioli. Per intenderci, il principio compositivo è simile a quello dei divani da terra, con la differenza che molti sofà componibili comprendono, tra i vari accessori, cuscini zavorrati multiuso utili come poggiaschiena o poggiabraccio.

Divano modulabile con schienale spostabile Prisma Air
Cuscinetto per divano modulabile Prisma Air

I cuscinetti sono dotati di un contrappeso interno che aiuta a mantenere la posizione scelta. Basterà semplicemente spostarli da un lato all’altro dell’imbottito, più o meno in profondità, per adattare il divano alle occasioni, al numero di posti necessari o al tuo personalissimo ideale di comfort.


Un divano da comporre, scomporre, smontare e rimontare

Tra tutti i pro dei divani modulari, la semplicità di montaggio è uno dei principali. Cambi casa? Ti trasferisci in un’altra città? Nessun problema: il divano può venire con te.

Nella maggior parte dei casi, i moduli imbottiti si fissano l’uno all’altro con baionette, calamite o ganci a forchetta. Un sistema di assemblaggio piuttosto rapido ed intuitivo, che non richiede particolare sforzo e risulta essere alla portata di tutti.

Divano modulare Panorama: esempi di configurazione


Se il montaggio dei divani componibili è facile e veloce, lo smontaggio non è da meno. Anzi, scoprirai un vantaggio in più: con tutta probabilità, durante il trasloco i componenti del divano passeranno dalla porta o dalle scale senza problemi né intoppi. (E se ancora te lo stai chiedendo, sì, questa è la prova che i divani smontabili esistono!)

Divano componibile smontabile XXL
Dettaglio delle calamite del divano XXL

Aggiungi un posto… sul divano: moduli indipendenti per sedute in più

I parenti lontani, gli amici storici, i compagni di calcio di tuo figlio. Per la serie: un divano grande può fare la differenza.

Quando si parla di posti a sedere, i modulabili dimostrano una certa trasversalità. Diversamente dai lineari standard, per cui il numero di sedute è stabilito in partenza, i sofà da comporre sono divani in divenire, e come tali possono essere modificati in un secondo momento.

Divano componibile modulare su misura Onice


Aumentare il numero di posti di un divano componibile è un gioco da ragazzi: è sufficiente aggiungere al sofà preesistente tanti moduli quante sono le sedute mancanti. Ma esiste un’alternativa: i moduli indipendenti. Con piccole isole quadrate, pouf bassi e chaise longue, potrai sia garantire sedute in più per gli ospiti imprevisti che arredare piccoli angoli relax moderni e funzionali ad uso esclusivo (tuo, si intende).

Modulo indipendente per divano modulare Prisma Air


Divani modulabili comodi comodi

A dispetto di un design poco convenzionale, il comfort dei divani modulabili è davvero notevole. Vuoi per le sedute imbottite, vuoi per l’ergonomia personalizzabile, i componibili centrano l’obiettivo: sono divani belli e comodi, accoglienti e invitanti.

La comodità è garantita da dettagli e da materiali di primissima qualità, che oltre a rendere il divano durevole e solido offrono un’esperienza di comfort davvero piacevole. Gli ingredienti del successo? Le imbottiture in memory, piuma e poliuretano indeformabile, ad alta densità o con zone a portanza differenziata, oltre a braccioli larghi e schienali ergonomici.


Divani bifronte: con un modulabile si può (ma attenzione alla profondità)

I divani bifrontali sono una piccola ma nutrita schiera di divani componibili che, come dice il nome, sono costituiti da due lati frontali. Detti anche bifacciali, questi sofà dalla doppia seduta sono rifiniti su 4 lati (benché un vero retro non esista) e sono spesso utilizzati per arredare il centro stanza di grandi saloni, sale o salotti.

I modelli più amati? I divani a doppio lato e i sofà con schienali riposizionabili, che si differenziano proprio per l’assenza di spalliere fisse. I primi sono divani con uno schienale centrale, da cui dipartono due sedute (una davanti e una dietro alla spalliera). I secondi sono divanetti modulari composti da isole in cui lo schienale vero e proprio è sostituito da cuscini a peso posizionabili liberamente lungo il sofà.

Dove posizionare un divano bifacciale componibile? Ovunque ci sia abbastanza spazio in profondità e si voglia creare un’atmosfera conviviale e informale. Non per nulla, i bifrontali sono comunemente considerati come divani da loft, da open space o da hall.


Divani modulari colorati: spazio alla fantasia!

Divani bicolore? Ottima idea… ma perché ridurre la scelta a due sole sfumature?

Divani bianchi con cuscini colorati? Bellissimi… ma non abbastanza creativi.

Divani multicolore? Finalmente si ragiona.

E la buona notizia è che i divani modulabili non pongono limiti alla scelta dei colori. Anzi, permettono di dare vita a composizioni coloratissime e perfettamente adattabili al contesto in cui saranno inseriti.

A voler seguire mode, anche quest’anno sono i colori pimpanti ad avere la meglio. Rosso cremisi, blu oceano, arancione acceso, verde lime e giallo senape sono le sfumature perfette per enfatizzare un divano componibile multicolor che, di per sé, lascerà a bocca aperta.

Oltre ai colori, i componibili permettono di puntare su abbinamenti di materiali per creare un ottimo effetto mix and match. Cerca di trarre vantaggio dalla modularità per creare divani bi-materia rivestiti in tessuto e pelle, stoffa e velluto, ecopelle e microfibra. E vale la pena dirlo: i moduli dei divani componibili sono rivestiti singolarmente, possono essere sfoderati e il rivestimento può essere lavato in lavatrice.

IL CONSIGLIO: se ami osare, dovresti azzardare con un bell’abbinamento giallo-blu. Non aggiungere altri colori, o rischierai di saturare l’ambiente: limitati ad invertire l’ordine dei cuscini del divano, per dare un ulteriore tocco di originalità.


Divani componibili moderni, strani, particolari

Chi dice colorato, potrebbe anche dire particolare. Perché, ammettiamo, il design dei divani componibili è tutto fuorché ordinario. Di per sé, i singoli moduli sfoggiano forme geometriche regolari (i cuscini sono cubi e parallelepipedi), ma quello che possono creare ha dell'incredibile. Basta spostare e riassettare le sedute per trasformare un componibile lineare in un divano quadrato, molto profondo e comodissimo, o addirittura in un divano letto matrimoniale senza meccanismo.

Divano componibile Nimes: esempio di configurazione


Se da una parte la dinamicità delle composizioni è l’asso nella manica dei divani modulabili più classici, dall’altra il design moderno stupisce con modelli che fanno della forma strana la loro carta vincente. Un esempio? I divani componibili curvi. Di norma composti da due elementi e un pouf ovale, questi divanetti curvilinei sono meno versatili nella componibilità, ma altrettanto accattivanti nell’aspetto.

Ravel: Divano modulare arrotondato rosso
Ravel: divano componibile curvo in versione bicolor

Divani componibili per spazi piccoli e grandi

Ultimo vantaggio, ma non meno importante: la versatilità. Dritti e lunghi, ad angolo, con poggiapiedi, terminale o isola… l’estrema libertà compositiva rende gli imbottiti modulabili dei veri campioni di trasformismo, capaci di conferire al salotto un aspetto sempre nuovo.

Versatili nella configurazione, i divani modulari lo sono anche nelle dimensioni. Camerette, monolocali, spazi piccoli e ridotti: non c’è ambiente che non possa essere valorizzato con uno o più elementi da comporre tra loro.

Pouf extra large, chaise longue e sedute lunghe offrono idee per arredare anche locali grandi, che a dispetto di una superficie generosa hanno bisogno di soluzioni pratiche per sfruttare al meglio lo spazio a disposizione. È il caso dei soggiorni con pilastro centrale o colonne strutturali posizionate in mezzo alla zona giorno.

Divano componibile per salotto con pilastro Onice


L'IDEA IN PIÙ: dai un’occhiata a questo progetto sviluppato per un soggiorno con colonna a centro stanza. Il divano componibile è stata la scelta vincente per trasformare un pilastro problematico in un complemento perfettamente integrato nell’arredo.

Riassumendo:

Un divano componibile modulare è la scelta giusta per te se

  • cerchi una soluzione d’arredo quasi su misura, adattabile allo spazio disponibile in salotto
  • non vuoi dover scegliere tra un divano senza schienale o un divano che lo schienale ce l’ha
  • vuoi un divano pratico da montare e da smontare, e magari anche semplice da trasportare durante un trasloco
  • non sai ancora con precisione quanti posti dovrebbe avere il divano perfetto per te (ma meglio abbondare)
  • hai sentito parlare di divani con doppia seduta, e l’idea potrebbe fare al caso tuo
  • un divano, prima che bello, deve essere comodo
  • sei in cerca di un divano coloratissimo
  • sei in cerca di un divano particolarissimo
  • vorresti un divano da comporre con le tue mani, che si adatti allo spazio e a piccoli vincoli strutturali

3 Marzo 2020 / / Architettura

Progetto padiglione italia expo 2020

‘Beauty connects people’, tema del padiglione Italia ad Expo Dubai 2020, viene qui interpretato come espressione del genio creativo e della ricchezza culturale del nostro paese. Forti dello storico rapporto fra estetica e tecnica, la proposta progettuale riprende il tema dell’impianto tipologico a corte, ora scrigno di un simbolico albero centrale, metafora della centralità e della bellezza propri della natura. Attorno alla corte si sviluppa il percorso espositivo, leggibile dall’esterno tramite il gioco di bucature che disegna i prospetti. L’involucro riprende i temi della tradizione portandoli ad un livello estetico e tecnico fatto di contrasti espressivi e materici, all’interno del quale la luce e trasparenza giocano un ruolo cardine nel dare ordine allo spazio.

Scopri il progetto completo sul sito ATIproject >>> 

Progetto padiglione italia expo 2020

Progetto padiglione italia expo 2020

Progetto padiglione italia expo 2020

Progetto padiglione italia expo 2020

Progetto padiglione italia expo 2020

Progetto padiglione italia expo 2020

Progetto padiglione italia expo 2020

Progetto padiglione italia expo 2020

Progetto padiglione italia expo 2020

PROGETTO: Padiglione Italia _ Expo 2020
LUOGO: Dubai (Emirati Arabi)
TIPOLOGIA: Culturale
ANNO: 2019
STATO: Progetto Preliminare
DIMENSIONI: 5.150 mq
DISCIPLINE: AR

3 Marzo 2020 / / Blogger Ospiti

Il Nobu Restaurant di Doha è una vera e propria perla del design, con dettagli preziosi al suo interno e un’architettura studiata per stupire. Progettato dal designer David Rockwell del Rockwell Group, (ormai gruppo di fiducia dello chef Nobu Matsuhisa che gli ha affidato la progettazione di tutti i suoi ristoranti sparsi per il mondo), il Nobu si adagia sul litorale del Four Seasons Hotel, conquistando una vista privilegiata sul porto e sullo strabiliante skyline di Westbay.balizroom-interiorblog-nobu-restaurant-doha-view.jpgL’esperienza al Nobu comincia già dal percorso che porta al ristorante: un flessuoso ponte si snoda nell’acqua, facendone intravedere in lontananza l’architettura. Fatta di nastri di pietra ellittici, da cui fanno capolino le sfumature bronzate della copertura, l’immagine che balena alla mente è quella di una sinuosa conchiglia, che al suo interno richiamerà reminiscenze del mondo marino.balizroom-interiorblog-nobu-restaurant-westbay-doha.jpgAttraversato il ponte, l’ingresso a questo piccolo gioiello è sormontato da uno sbalzo impressionante, che accentua in maniera ancora più drammatica la circolarità della struttura, mentre una lenta cascata lungo una lastra di pietra contribuisce a innescare il mood giapponese.

Varcata la soglia, ad accompagnare il visitatore verso la scala di ingresso ai piani, c’è la poetica installazione del designer canadese Ken Gangbar progettata in esclusiva per il Nobu.balizroom-interiorblog-restaurant-nobu-doha-ken-gangbar.jpg

balizroom-interiorblog-restaurant-nobu-doha-ken-gangbar-porcelain.PNGComposta da centinaia di pezzi di porcellana iridescente, è la prima suggestione legata al mare, con la sua somiglianza a un banco di luminosi e brillanti pesci bianchi.

Al primo piano si raggiunge la sala principale a doppia altezza. Qui le influenze orientali si adocchiano subito dai pannelli che avvolgono lo spazio, personalizzati per il ristorante dal designer Kenneth Cobonpue, che utilizza la fibra di abaca, tipica delle Filippine, per produrre questi scenografici pannelli intrecciati.balizroom-interiorblog-nobu-restaurant-sushi-doha.jpgbalizroom-interiorblog-restaurant-nobu-doha-lighting-detail.PNGIl soffitto della sala è costellato da una serie di splendide luci a soffitto, create appositamente per il ristorante: una pioggia di sfere di vetro di diverse dimensioni e colori che incantano di giorno, ma ancora di più di sera, conferendo una piacevole illuminazione soffusa all’ambiente.

Allo stesso piano gli ospiti possono godersi un drink al White Pearl Bar. La sua elegante struttura in alabastro, impreziosito da inserti in bronzo, ben contrasta con il pavimento in granito e i divanetti a zigzag. Il risultato è un ambiente casual ma sofisticato.balizroom-interiorblog-nobu-restaurant-doha-white pearl- bar-02.jpgIl compito di concludere il percorso esperenziale al Nobu è affidato alla magnifica lounge esterna, il cui spazio è stato progettato su vari livelli per poter godere di una vista a 360° su Westbay, sul porto e sulla Corniche. Nell’arredo ritornano echi dello stile orientale, con coperture scultoree in resina che contribuiscono a creare intimità tra le varie aree di seduta della lounge.balizroom-interiorblog-nobu-restaurant-westbay-doha-lounge-roof.jpgbalizroom-interiorblog-nobu-restaurant-doha.jpgIl Nobu Restaurant si afferma a Doha come un importante riferimento nell’ambito del restaurant design, con un’architettura iconica impreziosita da elementi custom e spazi studiati nei minimi dettagli, tutto con lo sfondo di una vista che non ci si stanca mai di contemplare, a qualsiasi ora del giorno.

 

 

Images source: Credits to Four Seasons Hotel, Architizer, Rockwell Group, Ken Gangbar

29 Febbraio 2020 / / Blogger Ospiti

Cosa fare quando si mescolano vintage e new? Può essere un’impresa difficile riuscire a mantenere fresco qualcosa di vecchio, per non parlare del baldacchino in mogano di nonna Maria che vorresti nella cameretta di tuo figlio. Credo che questo sia uno temi di decorazione più attuale e interessante: mescolare arte e mobili di tutte le epoche per creare un look curato piacerebbe a tutti, ma non è facile. Il rischio è quello di creare stanze dai mix pericolosi, che finiscono per risultare “un pugno in occhio”. Ci vuole buon gusto e, soprattutto, qualche accorgimento utile.

1. Mobili vintage in legno scuro: come bilanciare il design mantenendolo aggiornato e leggero?

In questo caso il rischio che i mobili rendano la stanza vecchia e datata è reale. Per contrastare questo effetto meglio puntare su un ambiente chiaro e luminoso, eliminando certe idee come applicare la carta da parati {che pur ci piace tantissimo}. La parola d’ordine è alleggerire. Cambia, quindi, eventuali tende pesanti e sostituiscile con tendaggi ultra sottili – di lino per esempio – senza fronzoli. Inserisci nell’ambiente oggetti di design d’autore, che non tramonta mai, scegliendo materiali moderni come l’acrilico o la ceramica dalle forme pulite e attuali. In tal modo il vintage sarà felicemente accostato alle cose nuove e il risultato sarà una mescolanza armonica.

Immagine One Kings Lane

Immagine Sf Girl

2. Come aggiungere dipinti ad olio, Art Deco e tessuti roccocò mantenedo lo spazio pulito e                moderno?
  Nell’immagine qui sotto puoi notare la sovrapposizione, ben riuscita, tra un dipinto fiammingo con due sculture in  stile Calder di fronte a fotografia di Bert Stern scattata nel 1962. Tre stili artistici, tutti di epoche diverse, si uniscono per formare un mix pulito e avvincente. Lo styling è di Mariette Himes Gomez.
Il suo segreto è semplice: usa il bianco. Spesso le stanze perdono la loro lucentezza moderna, quando troppe opere d’arte sono appese a un muro saturo di colore. Le pareti bianche forniscono l’ossigeno necessario alle opere vintage per respirare. Vale anche la pena notare l’uso di libri da tavolino impilati per creare un’ancora visiva con un fascino grafico. Il risultato? Un angolo che sembra attuale e raccolto.

Immagine 1 e 2

3. Un tavolo da pranzo con sedie abbinate: le sedie sono troppo datate ma non vuoi sostituirle? Ecco l’idea in più.

Unisci il tuo cimelio di famiglia a una serie di sedie in stile Luigi lungo ogni lato e poi aggiungi due sedie moderne, geometriche e di un materiale meno tradizionale del legno: pensa al metallo oppure alla plastica trasparente delle Ghost di Philip Stark prodotte da Kartell. Se questo è troppo eclettico per i tuoi gusti, considera un rapporto 50/50 di sedie imbottite rispetto a quelle moderne per un perfetto equilibrio tra trama e materiali. La cosa più importante è scegliere ciò che ami.
Immagine One Kings Lane

Immagine AD

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29 Febbraio 2020 / / diotti.com

In questo articolo vediamo insieme come arredare una camera da letto piccola sfruttando al meglio tutti gli spazi a disposizione, quali mobili scegliere e in particolare le caratteristiche che devono avere. Le immagini si riveleranno utili per trarre spunti d'arredo interessanti e trasformare una camera mignon in un ambiente confortevole.

Partiamo subito elencando alcuni arredi di cui hai assolutamente bisogno se la tua camera ha una superficie limitata:

  • LETTO CONTENITORE
    L'alleato salvaspazio per eccellenza in camera da letto. Lo spazio extra del box diventa fondamentale per riporre lenzuola, piumoni e scatole con il cambio di stagione. Nella cameretta di bambini e ragazzi questo spazio in più può essere usato anche per giocattoli o attrezzature sportive.
    Il classico modello di letto con box contenitore a cui siamo abituati è quello con rete alzabile ma, se ben ci pensiamo, può essere definito "contenitore" anche un letto con cassetti e cestoni estraibili. In questo caso al posto di sollevare la rete è sufficiente estrarre i contenitori posti sotto la rete.

  • LETTO A SCOMPARSA
    Lo dice il nome stesso, il letto quando non è utilizzato scompare... dentro un "mobile contenitore". I letti a scomparsa sono sempre pronti all'uso e comodi: le doghe sono intere e il materasso è unico; non vengono piegati ma solo ribaltati e nascosti.

  • COMO' E SETTIMANALI ALTI
    La prima regola per arredare ambienti piccoli è sfruttare l'altezza e un comò settimanale è perfetto per questo compito. Quando in camera non c'è spazio per una grande cassettiera la soluzione è un mobile alto e stretto con tanti cassetti capienti, un settimino insomma.

  • COMODINI CUBO E CONTENITORI SOSPESI
    A volte per il poco spazio a disposizione si è costretti a rinunciare ai comodini ma buona cosa sarebbe scegliere dei comodini piccoli e capienti cioè comodini alti e stretti con tre o più cassetti. Per camere davvero mini esistono comodini di larghezza 30/39 cm, per camere piccole si può optare per comodini da 40/49 cm di larghezza, per camere piccole ma non troppo dei comodini larghi da 50 a 59 cm.

  • ARMADIO CON PROFONDITA' RIDOTTA
    Per quanto piccola sia la camera almeno un mini guardaroba ci deve essere e allora via libera ad armadi poco profondi e compatti. L'armadio Tilt ad esempio può essere scelto nella versione extra small di 35 cm di profondità, altri modelli sono invece disponibili con profondità 43,8 cm o 47,8 cm, più capienti ma altrettando compatti.
    Il segreto di un armadio piccolo sta nell'organizzazione interna: usa ripiani aggiuntivi, ganci appendiabito, porta cravatte e portascarpe e prevedi anche uno specchio.

  • ARMADIO A PONTE
    Se la camera è lunga e stretta puoi posizionare su un'unica parete il letto e l'armadio scegliendo per quest'ultimo un modello a ponte. Lo spazio contenitore si ricava così dalle colonne armadio di fianco al letto e dai pensili sospesi sopra il letto. Attenzione ad organizzali al meglio: nei vani più facili da raggiungere vanno messi gli oggetti di uso quotidiano, gli scomparti più in alto sono perfetti per il cambio di stagione e per tutti quegli oggetti che si usano occasionalmente.

Vediamo ora alcune immagini di mobili perfetti per arredare una camera piccola matrimoniale, una cameretta piccola per ragazzi e un ambiente piccolo da destinare agli ospiti. Foto ispirazione con tante idee alle quali forse non avevi ancora mai pensato.

Camera matrimoniale piccola

Arredare una camera da letto matrimoniale piccola richiede un doppio sforzo: scegliere gli arredi migliori e mettere d'accordo entrambi. Se lo spazio è davvero ristretto, nella scelta la funzionalità deve avere la meglio.

 

 

 

Camera ragazzi piccola

Non parliamo di camerette per neonati, piuttosto della stanzetta piccola di un ragazzo o di una ragazza. Gli adolescenti crescono in fretta e hanno bisogno di tanto spazio per riporre vestiti, scarpe, borse, zaini, libri e altrettanto spazio per studiare e rilassarsi.

 

 

 

Camera ospiti piccola

Arredare una camera piccola è già di per sè un'impresa ma lo è ancora di più se la stanzetta oltre ad essere usata come camera per dormire è anche studio o ambiente di servizio per stendere e stirare. In questo caso ci vogliono arredi salvaspazio e multifunzione che si trasformano in poco tempo e facilmente.

 

 

 

 

 

La tua camera da letto è piccola e non hai idee su come arredarla? Contattaci! Sceglieremo insieme gli arredi giusti per i tuoi spazi e studieremo come disporli per sfruttare ogni centimetro al meglio.

 

 

DEVI SAPERE CHE...
Un decreto ministeriale del 1975 impone che ogni ambiente di casa rispetti delle precise dimensioni. In particolare per camere e camerette l'altezza minima è di 2,70 mt, la superficie minima per una camera matrimoniale è di 14 mq, la superficie minima per una camera singola è di 9 mq.
28 Febbraio 2020 / / Architettura

Progetto centro direzionale Umberto Forti

La nuova sede della “Forti Holding SpA” è l’archetipo della filosofia progettuale di ATIproject, sintesi perfetta delle idee di un piccolo team di progettisti, fondatore della grande realtà che lo studio oggi rappresenta. In essa si rileggono gli enzimi della trasversale creatività che ne caratterizzano i progetti. Il Centro Direzionale è un contenitore tecnologico in termini di efficienza energetica. L’uso dei pannelli fotovoltaici diventa parte integrante dell’immagine architettonica che, unitamente ai sistemi schermanti, differenziano il disegno dei prospetti all’interno della strategia bioclimatica di impatto sulle prestazioni dell’edificio. Il progetto, completato nel 2016, ha ottenuto la certificazione LEED GOLD nel 2018, primo nella regione Toscana.
Il nuovo quartier generale della Forti S.p.a., situato tra Pisa e Livorno, ospita gli uffici e il centro direzionale del gruppo aziendale. Il Centro rappresenta un chiaro esempio di architettura sostenibile. Le performance energetiche dell’edificio sono diretta conseguenza di una progettazione attenta agli aspetti bioclimatici; lo studio delle superfici opache e trasparenti è studiato in base al loro specifico orientamento.

Dalla strada principale, una grande hall accoglie i visitatori; il suo triplo volume si apre in una grande facciata ventilata. La facciata sud-est è invece caratterizzata da grandi vetrate continue opportunamente schermate da frangisole lineari a passo variabile. Queste scelte si riflettono all’interno in ambienti di lavoro con vista aperta sul verde e i monti. Il verde è presente anche all’interno dell’edificio con giardini pensili e terrazze rivestite in materiali naturali, contribuendo alla regolazione del microclima. Infine, la facciata sud è stata interamente rivestita con pannelli fotovoltaici. La produzione fotovoltaica copre gran parte dei consumi (>80%) per quanto riguarda il condizionamento invernale ed estivo e l’illuminazione. Grazie allo sviluppo di apposite soluzioni architettoniche, l’involucro diventa il primo impianto tecnologico dell’edificio. Parallelamente all’involucro è stato sviluppato un apparato impiantistico all’avanguardia, che impiega fra le altre cose impianti di illuminazione LED, un sistema geotermico per la climatizzazione degli spazi interni e ricuperatori di calore. Il mix di fonti rinnovabili e strategie di contenimento dei consumi fanno di questo complesso un punto di riferimento per l’edilizia sostenibile di tutta la Regione Toscana.

Scopri il progetto completo sul sito ATIProject

Progetto centro direzionale Umberto Forti

Progetto centro direzionale Umberto Forti

Progetto centro direzionale Umberto Forti

Progetto centro direzionale Umberto Forti

Progetto centro direzionale Umberto Forti

Progetto centro direzionale Umberto Forti

Progetto centro direzionale Umberto Forti

Progetto centro direzionale Umberto Forti

Progetto centro direzionale Umberto Forti

Progetto centro direzionale Umberto Forti

Progetto centro direzionale Umberto Forti

PROGETTO: Centro Direzionale “Umberto Forti”
LUOGO: Pisa, Italia
TIPOLOGIA: Uffici
ANNO: 2013 – 2016
COMMITTENTE: Forti Holding S.p.a
IMPORTO LAVORI: 6.690.000,00€
STATO: Completato
DIMENSIONI: 4.750 mq
PREMI: Certificazione LEED Gold
CREDITS: Photo by – Irene Taddei / Daniele Domenicali
MEDIA:

27 Febbraio 2020 / / Blogger Ospiti

Decidere di ristrutturare la propria casa comporta la necessità di rinnovare completamente l’ambiente domestico, inserendo non solo nuovi complementi d’arredo, ma intervenendo sulla struttura stessa dell’abitazione con aggiunte, variazioni e via dicendo.

La ristrutturazione, d’altronde, a volte può rivelarsi una scelta obbligata per ammodernare una casa e metterla in regola anche dal punto di vista della Legge (basti pensare agli impianti elettrici che devono seguire determinate regole); e sia che il bene da ringiovanire sia una casa di proprietà, sia che si tratti di un appartamento da affittare, le opere di ristrutturazione più importanti devono essere eseguite dal proprietario dell’immobile e non dagli affittuari.

Ristrutturare casa

Ristrutturare da soli o con i professionisti?

È possibile farlo da soli o è meglio affidarsi a degli esperti del settore? Optare per l’una o l’altra soluzione, non è puramente una scelta economica, ma anche valutare se si sa bene dove mettere le mani e si è in grado di fare determinati lavori. Ecco cosa può rientrare nell’orbita del fai-da-te e cosa deve richiedere l’aiuto di professionisti.

Occhio agli obiettivi

Il primo aspetto da considerare quando si vuole ristrutturare una casa è pensare allo scopo finale: un immobile ristrutturato è sicuramente più bello, pulito, sicuro e funzionale; tutte cose che verranno apprezzate anche nel caso in cui si voglia vendere o affittare la casa.

Detto questo, occorre progettare la ristrutturazione e scegliere i materiali che serviranno: vernici per tinteggiare le pareti, piastrelle nel caso si vogliano cambiare i pavimenti, un nuovo tipo di arredamento, porte e finestre, accessori protettivi come guanti, tute, occhiali, scarpe e così via.

Fissare il budget di spesa

Prima d’iniziare qualsiasi tipo di ristrutturazione, va considerato il budget massimo che si è disposti a spendere. In taluni casi, ad esempio, e in base al risultato che si vuole ottenere, possono servire anche attrezzi particolari quali un taglia-piastrelle assolutamente necessario per i rivestimenti, o arnesi per abbattere e ricostruire pareti e così via. Oggetti che possono andare al di fuori del campo del fai-da-te e che, per l’utilizzo, richiedono mani esperte.

Ristrutturazione totale o parziale?

Sono essenzialmente 2 le tipologie di ristrutturazione: parziale o totale. La distinzione è molto importante non solo per il tipo di lavoro che si intende svolgere, ma anche per gli aspetti normativi che riguardano il settore, che cambiano in base ai progetti: alcuni richiedono determinate autorizzazioni rilasciate dal Comune nel quale si trova l’immobile da ristrutturare, il pagamento di eventuali tasse, l’adozione di pianificazioni specifiche.

Quando si parla di ristrutturazione totale, si intendono tutti quei lavori che cambiano in modo evidente l’interno della casa e anche l’aspetto esterno; fattore che, in quest’ultimo caso, può causare un maggiore impatto estetico sul tessuto urbano circostante. Ecco degli esempi di ristrutturazioni totali, che richiedono necessariamente i permessi del Comune:

  • demolizioni o costruzioni che mirino a ridefinire lo spazio della casa, compresa la realizzazione di fabbricati esterni quali cottage in legno di una determinata grandezza, caminetti o box auto;
  • ri-tinteggiatura delle mura esterne dell’abitazione;
  • costruzione di un ulteriore piano;
  • ri-pavimentazione di una strada privata che conduce all’ingresso della casa.

Nel caso, invece, di ristrutturazione parziale, si intendono tutti quei lavori che non incidono sulle facciate esterne dell’abitazione e che non stravolgono eccessivamente neanche i loro interni in termini di grandezza, struttura e così via. Esempi di ristrutturazione parziale di una casa, per i quali non è obbligatorio nessun permesso comunale, sono:

  • procedere alla ri-tinteggiatura delle pareti e di eventuali grate e/cancelli;
  • ri-ammodernare gli ambienti domestici con un nuovo tipo di arredamento;
  • non intervenire sulle pareti portanti dell’abitazione, ma limitarsi all’abbattimento di alcune pareti divisorie all’interno della casa o alla costruzione di nuove, al fine di avere uno o più ambienti in più (ma sempre rispettando la metratura originaria dell’abitazione);
  • sostituire gli infissi, l’impianto elettrico e quello idraulico;
  • montare condizionatori.

Il fai-da-te nella ristrutturazione

Fatta la distinzione tra ristrutturazione totale e parziale di una casa, occorre decidere se optare per il fai-da-te o per l’affido dei lavori a dei professionisti. Se si sceglie il fai-da-te, è opportuno, prima d’iniziare i lavori, preparare nei minimi dettagli un piano progettuale. Così facendo, si avrà una prima stima del budget di spesa, una panoramica sul tipo di arnesi necessari (una cui panoramica completa è presente sul ferramenta online casadellaferramenta.it) e si riuscirà a comprendere la fattibilità del progetto e, orientativamente, quanto tempo potrebbe richiedere la sua realizzazione.

Attenzione alle detrazioni

Vanno, poi, considerate le detrazioni fiscali: in questo modo, si possono risparmiare parecchi soldi, dal momento che molti lavori di ristrutturazione rientrano nelle agevolazioni statali; per visionare nel dettaglio tutte le detrazioni previste, si suggerisce di consultare il sito Internet dell’Agenzia delle Entrate.

In linea di massima, comunque, le agevolazioni fiscali previste per la ristrutturazione di una casa sono le seguenti:

  • per spese che non superino i 48 mila euro, c’è una detrazione dall’IRPEF pari al 36%;
  • nel caso di spese superiori e fino a 96 mila euro, la detrazione è del 50%.

Inoltre, a godere delle agevolazioni statali può anche non essere esclusivamente il proprietario dell’immobile, ma altri soggetti quali locatari, parenti che vivono col proprietario e così via.

Il requisito imprescindibile per ottenere i bonus è dimostrare, per mezzo di un bonifico bancario denominato “parlante” (una specie di bonifico col quale l’Agenzia delle Entrate è in grado di sapere se effettivamente il denaro è stato speso per ristrutturare l’abitazione), di aver veramente sostenuto le spese dichiarate.

Non tutto può essere alla portata di tutti

Al termine dello studio del progetto di ristrutturazione, è consigliabile cominciare i lavori solamente se si capisce di poter effettivamente svolgere in maniera soddisfacente l’opera, anche considerando obiettivamente la propria capacità manuale e tecnica.

È da tenere sempre presente che se, ad esempio, tinteggiare una parete può essere un lavoro alla portata di tutti, il discorso può mutare considerevolmente se si tratta di cambiare i tubi del gas, effettuare dei lavori sull’impianto elettrico o sostituire il vecchio impianto idraulico, anche perché, in genere, occorrono degli attrezzi che non tutti gli appassionati del fai-da-te hanno in casa.

27 Febbraio 2020 / / Architettura

Sostenibilità e sviluppo sono davvero conciliabili? La ricerca di soluzioni che traducano le ambizioni in scelte concrete è divenuta necessità per garantire una prospettiva comune.
La nostra filosofia progettuale trae origine proprio da questa consapevolezza; il tessuto edilizio e la sua scarsa efficienza energetica sono tra i maggiori contribuenti delle emissioni di CO2. Edifici a basso impatto o emissioni zero necessitano di una progettazione integrata che tenga conto delle correlazioni dei vari ambiti coinvolti.
Da qui l’ispirazione che, fin dall’acronimo del nome ATIproject, Architecture Technology Integrated, mette al centro la sostenibilità. L’involucro, la luce, gli apporti termici solari, gli impianti di riscaldamento e raffrescamento, i sistemi di smaltimento e recupero sono solo alcune delle variabili che diventano si concretizzano nelle nostre realizzazioni. Perché non c’è architettura senza contesto.

Plan your tree

Celebre è la frase del filosofo Immanuel Kant “ll cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me”; se l’architettura è un linguaggio, questo linguaggio è fatto di scelte che comunicano un contenuto insito dentro di noi.
Messaggio, contenuto e contesto si fondono in un’iniziativa che ha come orizzonte Dicembre 2020: “Plant your Tree”. Un albero per ogni collaboratore, che sia lo stimolo per una ritrovata sensibilità globale. Come per un edificio si posa la prima pietra, l’iniziativa è un contributo, un esempio di come la volontà possa essere l’inizio di iniziative diffuse, sostenute da amministrazioni pubbliche e private, che rendano l’intervento dell’uomo un valore aggiunto per il nostro pianeta.
Noi non ci fermeremo, 200 è solo l’inizio, contribuisci anche tu.

26 Febbraio 2020 / / Blogger Ospiti

Le pile a stilo sono un oggetto molto comune perché si prestano ad una vasta gamma di utilizzi. In ambito domestico, ad esempio, si usano per i telecomandi (di tv, condizionatori e simili), i giocattoli a batterie, le casse bluetooth ed altri dispositivi che hanno bisogno di una fonte di alimentazione compatta. In commercio è possibile trovarne di vari tipi, diversi per caratteristiche e dimensioni, poiché non tutti i dispositivi utilizzano pile della stessa grandezza.

Come funziona una pila

I dispositivi che vengono comunemente indicati come “pila” sono in realtà batterie. In realtà andrebbero, per correttezza, definiti accumulatori; essi sfruttano il meccanismo dell’ossidoriduzione. In sintesi, una pila contiene due sostanze: una si ossida (cioè perde elettroni) e l’altra si riduce (ossia acquista elettroni). Questa reazione genera un flusso di elettroni che, a sua volta, crea una corrente elettrica continua; la pila si scarica quando queste due reazioni chimiche raggiungono uno stadio di equilibrio.

Pile a stilo

I vari tipi di pila

Come già accennato, esistono vari tipi di batteria in formato compatto (sono esclusi, quindi, gli accumulatori più ingombranti, come ad esempio quelle delle auto). Vediamo di seguito quali sono le più diffuse:

  • La pila zinco-carbone è un tipo di batteria priva di liquidi; essa è costituita da un piccolo tubo di zinco all’interno del quale si trova un’anima formata da una pasta di cloruro di ammonio e biossido di manganese (grafite); i due elementi fungono, rispettivamente, da anodo e catodo;
  • La pila alcalina nasce come evoluzione della batteria a secco zinco-carbone: le sostanze sono le stesse, ma la differenza sostanziale sta nel fatto che entrambe sono immerse in una soluzione alcalina;
  • La pila zinco-aria sono molto compatte, hanno la forma di un piccolo cilindro metallico e vengono utilizzate principalmente per apparecchi acustici e strumenti per la telemetria cardiaca;
  • La pila all’argento è una batteria che contiene polvere d’argento; generalmente molto piccola, viene utilizzata per calcolatrici, orologi e dispositivi di piccole dimensioni.

Come scegliere il tipo di pila migliore

Quando bisogna acquistare una pila, nella maggior parte dei casi si tratta di una stilo. Quelle che si trovano più comunemente in commercio hanno una forma cilindrica e una lunghezza costante, compresa tra i 2.5 ed i 5 cm. A variare, oltre alla lunghezza, è il diametro a seconda dell’alloggiamento del dispositivo all’interno del quale la pila deve essere collocata.

Il primo parametro da tenere in considerazione è il voltaggio; le pile si differenziano tra loro anche da questo punto di vista: pertanto è necessario acquistare solo quelle con un parametro compatibile.

In generale, tra i vari tipi di pile elencati in precedenza, quelle meno consigliabili sono le zinco-carbone. Il principale svantaggio di questo genere di dispositivo è lo scarso tempo di vita, poiché queste pile tendono a scaricarsi anche quando non sono in funzione. Le pile alcaline, invece, non presentano questo problema, tant’è che hanno progressivamente rimpiazzato e reso obsolete le zinco-carbone. Il rendimento migliore è offerto dalle pile al litio che, di contro, risultano particolarmente costose e altamente infiammabili. Gli altri tipi di pila – del tipo diverso da quelle a stilo, le cosiddette “pile a bottone” – non presentano specifici vantaggi poiché hanno una destinazione d’uso molto specifica.

Un’ulteriore informazione da tener presente quando si vuole acquistare una pila stilo è che quest’ultima fa parte delle batterie di serie A (da ‘A’ a ‘AAA’), alle quali si aggiungono quelle di tipo C, D e PP3. Siano esse monouso o ricaricabili, possono essere acquistati in vari esercizi commerciali oppure tramite store online specializzati, come quello di ziotester.it, dove è possibile controllare le specifiche del prodotto in maniera dettagliata per poter procedere serenamente all’acquisto.

25 Febbraio 2020 / / Blogger Ospiti

Si parla sempre più spesso di domotica, ovvero quella branca della tecnologia che consente, oggi, di gestire in modo centralizzato molteplici diversi tipi di device domestici.

La domotica è davvero un grande progresso ed è in grado non solo di amplificare in modo importante il comfort, ma anche di favorire l’efficienza riducendo i consumi e, di conseguenza, anche i costi legati alle utenze.

Non ci sono davvero dubbi sul fatto che la domotica assicuri all’abitazione un prezioso “quid” in più, ma quali tecnologie possono rientrare in un impianto gestibile direttamente da smartphone, tablet o altri dispositivi connessi ad Internet?

Non sarebbe sbagliato rispondere “tutto“: in effetti la gamma di elementi tecnologici gestibili secondo i principi della domotica sta crescendo in modo esponenziale, cerchiamo tuttavia di capire quali sono gli elementi più diffusi.

Casa domotica

L’ingresso in casa: porte e cancelli

Partiamo dal momento in cui si entra in casa: in modo domotico è possibile aprire la porta blindata d’ingresso e, laddove presente, anche il cancello.

I modelli delle migliori marche, si pensi ad esempio ai cancelli Came trattati dall’e-commerce EmmeBiStore, possono assolutamente essere gestiti in questo modo innovativo.

L’ingresso in casa implica anche la necessità di accendere le luci: tutte le luci domestiche possono essere accese, spente o semplicemente regolate attraverso un’unica App, senza trascurare la possibilità di programmarne l’accensione in relazione alle proprie esigenze.

Illuminazione e sicurezza

Non può che essere positivo il fatto che un’abitazione sia protetta da un impianto antifurto, e anche tali sistemi possono essere inglobati in un sistema domotico: in questo modo, quindi, l’impianto antifurto può essere disattivato all’occorrenza, oppure può essere monitorato e gestito da remoto nel momento in cui non si è in casa.

Analogo discorso vale per eventuali impianti di videosorveglianza: quanto viene ripreso dalle telecamere può essere visionato direttamente sul proprio smartphone e, in caso di allarme, può essere tempestivamente avvisato l’istituto di vigilanza di riferimento.

Videocitofoni e climatizzazione

La domotica può riguardare anche gli elementi tecnologici più semplici, quindi citofoni e videocitofoni, e anche la climatizzazione.

Per azionare condizionatori o impianti di riscaldamento, infatti, con un impianto domotico si può far a meno di dover azionare manualmente i condizionatori, e questa è una prerogativa molto utile.

Non solo: anche in questo caso si può procedere con delle regolazioni, e ciò ricopre un’importanza massima per quel che riguarda questo genere di dispositivi, dal momento che si può scegliere una temperatura “ideale” mantenendola costante in tutti gli interni, a prescindere da quali siano le condizioni climatiche esterne.

Ciò, ovviamente, si presta alle più disparate personalizzazioni: si possono tenere spenti gli impianti di climatizzazione nelle stanze in cui non c’è nessuno, si può non usufruire della climatizzazione in determinati periodi dell’anno, si può optare per una temperatura più calda (o più fredda) in determinate circostanze e via discorrendo.

Altoparlanti e dispositivi audio

Se si dispone di altoparlanti nelle varie stanze, inoltre, si può scegliere di azionarli con un semplice click sul proprio smartphone: con altrettanta semplicità si può scegliere la canzone desiderata, si può impostare il volume, si può scegliere in quali stanze attivare l’audio e molto altro ancora.

Domotica: un concetto enorme e variegato

Il concetto di domotica, dunque, è estremamente ampio, e oggi bastano davvero pochi click sul proprio smartphone per poter gestire ogni elemento tecnologico presente nell’abitazione.

Va peraltro sottolineato che non è più necessario far ricorso alle App dei vari produttori per poter gestire tutto in maniera centralizzata: la direzione verso cui si sta andando, infatti, è quella di utilizzare applicazioni univoche anche per elementi tecnologici del tutto diversi e prodotti da brand differenti.

Il mondo della domotica ti affascina? Clicca e leggi altri nostri articoli dedicati alla domotica.