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8 Marzo 2025 / / Casa Poetica

Decluttering e Cultura - Casa Poetica

Decluttering e Cultura sono due concetti che il cinema sa intrecciare in modo magistrale. Dai film che ci parlano di rinascita a quelli che mostrano come il caos, fisico o emotivo, possa essere trasformato in equilibrio, i protagonisti ci offrono spunti preziosi. Ecco alcune pellicole iconiche che ci insegnano l’arte di fare spazio – nella nostra casa, nella nostra mente e nella nostra vita.



Decluttering e Cultura: lezioni di ordine dai film

Attraverso storie universali e personaggi memorabili, il cinema ci regala riflessioni profonde sull’importanza di vivere circondati solo da ciò che conta davvero. Ecco cinque film che ti faranno guardare il decluttering con nuovi occhi.

1. Mangia, Prega, Ama: lascia andare ciò che ti appesantisce

Elizabeth Gilbert, interpretata da Julia Roberts, abbandona una vita perfetta all’apparenza ma vuota nella sostanza. Durante il suo viaggio, scopre che liberarsi da ciò che non la rappresenta più è il primo passo verso una nuova consapevolezza.

La lezione: Fare decluttering non riguarda solo gli oggetti: è un atto di coraggio per abbracciare ciò che ti rende davvero felice.

2. Fight Club: liberarsi delle cose che ci possiedono

“Le cose che possiedi finiscono per possederti.” In questo cult degli anni ’90, il protagonista, interpretato da Edward Norton, si ritrova intrappolato in una vita fatta di consumismo e accumulo, fino a quando un evento traumatico lo spinge a liberarsi di tutto ciò che non conta davvero.

La lezione: L’essenza del decluttering è smettere di identificarti con gli oggetti e concentrarti su chi sei.

3. La ricerca della felicità: trova la gioia nell’essenziale

Chris Gardner (Will Smith) affronta una vita piena di difficoltà, con pochi oggetti ma con la forza di volontà che lo porta a superare ogni ostacolo. Questo film ci insegna che, a volte, è proprio nei momenti più difficili che impariamo a valorizzare ciò che è veramente importante.

La lezione: L’ordine non è solo nei tuoi spazi, ma anche nelle tue priorità: concentrati su ciò che davvero conta.

4. The Great Gatsby: quando il lusso diventa un vuoto

L’opulenza e il lusso sfrenato di Jay Gatsby sono una metafora di un accumulo privo di significato. Nonostante la ricchezza materiale, Gatsby rimane prigioniero del passato e delle sue insicurezze.

La lezione: Non è quanto possiedi a definire la tua felicità, ma ciò che scegli di tenere davvero vicino.

La lezione: Non avere paura di sperimentare. Anche se il tuo approccio all’organizzazione non è perfetto, puoi trovare modi che funzionano per te e il tuo ambiente.

5. I diari della motocicletta: fai spazio per le esperienze

Il viaggio del giovane Ernesto Guevara attraverso il Sud America lo porta a scoprire nuove prospettive di vita. Qui il decluttering non riguarda oggetti materiali, ma l’importanza di lasciare spazio per esperienze e cambiamenti interiori.

La lezione: Liberare spazio non è solo un gesto fisico, ma un modo per accogliere nuove opportunità.



Un esercizio creativo per te: il “gioco del film”

Invece di concentrarti solo sugli oggetti, prova a vedere la tua vita come una sceneggiatura cinematografica.

1. Il tuo film:

Se la tua casa fosse il set di un film, che storia racconterebbe? Guarda ogni stanza e chiediti: “Questa scena parla davvero di me?”

2. Protagonisti e comparse:

Fai una lista mentale di ciò che è davvero “protagonista” nella tua vita quotidiana (oggetti che usi spesso o che ti fanno sentire bene) e di ciò che invece è solo “comparsa” (oggetti trascurati, inutilizzati o senza valore).

3. Riscrivi la sceneggiatura:

Trasforma le comparse in qualcosa di utile: dona, ricicla o elimina tutto ciò che non contribuisce alla “storia” della tua casa.

4. Il lieto fine:

Una volta liberato lo spazio, decoralo o organizzalo in modo che rappresenti chi sei oggi. Guarda il “prima e dopo” e celebra il tuo nuovo set!



Decluttering e Cultura: la tua storia inizia ora

Ogni grande storia inizia con una scelta: lasciar andare ciò che non serve per fare spazio al nuovo. Come i personaggi dei film, Decluttering e Cultura possono aiutarti a trasformare il caos in equilibrio e a scrivere il tuo finale felice. Se hai bisogno di un piccolo aiuto per iniziare, sono qui per lavorare insieme a te. Contattami e creiamo un set perfetto per la tua vita!





Cover Photo on I-Stock.





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L’articolo Decluttering e Cultura: i film sull’arte di fare ordine proviene da Casa Poetica.

8 Marzo 2025 / / La Gatta Sul Tetto

Torna come tutti gli anni il più importante evento dedicato all’arredamento e al design. Il Salone del Mobile 2025 apre le sue porte tra un mese, a Milano.

Salone del Mobile 2025
Campaign 2025 “Thought for Humans.” Salone del Mobile.Milano. Concept :Dentsu Creative Italy ©Bill Durgin

Dall’8 al 13 aprile 2025 Milano torna ad essere il centro del mondo per il settore dell’arredo e del design, con la fiera nei padiglioni di Rho, accompagnata dagli eventi del Fuorisalone.

Se il secondo format ha perso un po’ di smalto negli ultimi 2-3 anni, il cuore della kermesse milanese, ovvero il Salone, si conferma punto di rifermento a livello mondiale. Lo confermano i numeri: oltre 2.000 espositori provenienti da 37 Paesi ( di cui il 38% dall’estero), distribuiti su una superficie espositiva di oltre 169.000 mq. La 63a edizione vede il ritorno di Euroluce, con oltre 300 marchi provenienti da 25 Paesi.

La campagna e il tema del Salone del Mobile 2025

La campagna è stata affidata all’artista e fotografo newyorkese Bill Durgin, con la collaborazione di Dentsu Creative Italy. La fotografia è il mezzo scelto per veicolare il messaggio, ovvero la “fusione armoniosa tra forme umane e materiale e la profonda connessione tra il design e l’esperienza umana”. 

“Thought for Humans.” è il titolo della campagna, che celebra il ritorno al tatto, attraverso le materie che rappresentano i valori del Salone del Mobile: legno, metallo, tessuto e bioplastica. Spiega Durgin:

“Come esseri umani, ci confrontiamo con il design ogni giorno. Tutto ciò che ci circonda è progettato da qualcuno per qualcuno. Il grande design non è solo esteticamente piacevole, ma porta gioia nell’interazione quotidiana, nel muoverci attraverso gli spazi, nel preparare la colazione, lavorare o sederci attorno a un tavolo con la famiglia. Disegnando mobili, ho imparato come i designer studiano il corpo umano, i nostri movimenti, le nostre capacità, le nostre posture, tutto per rendere la vita più semplice. Il design è radicato nell’anatomia umana e si nutre della continua interazione con essa”.

Euroluce 2025: nasce “The Euroluce International Lighting Forum”

Il Salone del Mobile 2025 vede il ritorno della biennale Euroluce, che per l’occasione si trasforma in una piattaforma di business innovativa. Il nome scelto “The Euroluce International Lighting Forum”, a sottolineare che si tratta di coinvolgere la community, attraverso un forum e programmi formativi. Confermate le presenze di Robert Wilson, artista visivo di fama internazionale, DRIFT, scultore e performer, A.J. Weissbard, lighting designer, Marjan van Aubel, leader nella progettazione solare, e Sou Fujimoto, celebre architetto giapponese.

Salone del Mobile 2025
Sou Fujimoto. The Forest of Space. Original Concept Sketch. Salone del Mobile.Milano 2025 ©Sou Fujimoto Architect

Quest’ultimo realizzerà l’arena The Forest of Space, nella quale si svolgeranno le tavole rotonde e i laboratori del forum.Lo spazio evoca il design biofilico dell’architettura modulare, in una struttura mobile che gli utenti possono assemblare e smontare a piacere prima e dopo gli eventi.

Il Salone del Mobile 2025 celebra i 25 anni del Salone Satellite

In occasione del venticinquesimo anniversario del Salone Satellite, creato e curato da Marva Griffin Wilshire, esce il volume “Universo Satellite. 25 anni di / years of SaloneSatellite”, edizioni Corraini, a cura di Beppe Finessi. Attraverso 1200 immagini, testimonianze e documenti inediti, la pubblicazione ripercorre la storia di un format dedicato ai designer in erba.

Marva Griffin Wilshire ©Gerardo Jaconelli

Design Kiosk: spazio al design in città

Torna il Design Kiosk, già visto nel 2024. Per tutta la durata del Salone, sarà aperto il Design Kiosk, uno spazio temporaneo collocato in Piazza della Scala, di fronte all’iconico Teatro settecentesco.

Il progetto, a firma di Frederik De Wachter e Alberto Artesani, fondatori di DWA Design Studio, e sviluppato da Interbrand, si pone l’obiettivo di promuovere il design attraverso una ricca selezione di libri e riviste, programmazione di eventi culturali e merchandising curata da Corraini Edizioni.

Un programma culturale di alto livello

Il programma culturale che accompagnerà il Salone del Mobile 2025 ruota attorno a tre installazioni, di cui una collocata in centro città.

In fiera:

padiglioni 13-15

L’architetto francese Pierre-Yves Rochon presenta il progetto “Villa Héritage”, un percorso multisensoriale che si dipana attraverso stanze a tema. Il tema generale, dal titolo “A Luxury Way”, esplora il concetto del lusso, mentre la villa, con i suoi arredi retrò e le statue classiche, si pone come ponte tra memoria e innovazione.

Salone del Mobile 2025
Pierre-Yves Rochon. Villa Héritage. Salone del Mobile.Milano 2025 ©PYR

padiglioni 22-24

Il regista Paolo Sorrentino presenta l’installazione “La dolce attesa”, che indaga il tema dell’attesa e del viaggio, in uno spazio senza tempo che si pone come metafora dell’esistenza. 

Paolo Sorrentino. La dolce attesa. Schizzo. Salone del Mobile.Milano 2025. ©Margherita Palli

Milano:

Museo Pietà Rondanini – Castello Sforzesco 

Il grande artista delle luci Robert Wilson presenta l’opera “MOTHER”, che si pone l’obiettivo di dialogare con il capolavoro di Michelangelo, la Pietà Rondanini. I giochi di luce di Wilson saranno accompagnati dalla musica di Arvo Pärt.

Salone del Mobile 2025
Robert Wilson. Mother. Museo Pietà Rondanini, Castello Sforzesco. Novembre 2024, sopralluogo preliminare. ©Archivio Change Performing Arts

Per info: guida al Salone

Leggi tutti gli articoli sulla Milano Design Week

8 Marzo 2025 / / Dettagli Home Decor

Nel cuore della Calabria, l’architettura rurale è protagonista di un processo di riscoperta e valorizzazione, grazie all’intervento dell’architetto Domenico De Rito. Il suo progetto di recupero di un antico Casale a Cirella, nel territorio comunale di Diamante, rappresenta un esempio concreto di come il rispetto per la memoria storica possa incontrarsi con le sfide della sostenibilità e del recupero del paesaggio.

architetto Domenico De Rito

In questo articolo, De Rito ci guida attraverso le tappe di un intervento che, partendo dai ruderi, mira a restituire al territorio non solo una nuova vita, ma anche un’identità rinnovata, capace di unire tradizione e innovazione. Il recupero del Casale è, infatti, un’opportunità per riscoprire la storia della Calabria, dalle tracce lasciate dalle civiltà antiche fino agli interventi moderni che hanno trasformato il paesaggio. Ma, soprattutto, è un invito a riflettere sul valore della sostenibilità e sull’importanza di preservare il nostro patrimonio rurale. In un’epoca segnata dalla cementificazione e dal degrado, il progetto di De Rito si configura come una sfida che guarda al futuro, con un forte legame con il passato e un profondo rispetto per l’ambiente.

progetto di recupero e sostenibilita’ firmato dall'architetto Domenico De Rito

Il rudere in Calabria: progetto di recupero e sostenibilita’ raccontato dall’architetto Domenico De Rito

Nel 2022 ho iniziato la fase progettuale della ristrutturazione di un antico Casale a Cirella.  Il borgo di Cirella si trova nel territorio comunale di Diamante, sulla Riviera dei Cedri, sul litorale cosentino. L’area di intervento prevedeva il riuso di un Casale composto da più corpi; quelli più antichi con la muratura in “opus mixtum” (la memoria), costituito da frammenti di cotto, pietrame e malta, poi ripulito e fissato con prodotti sostenibili, protettivi.

paesaggio calabrese

Riflessioni sulla trasformazione del paesaggio Calabrese

La recente esperienza del recupero del Casale, è stata fra me e la committente, newyorkese di nascita ma ormai calabrese di adozione, l’occasione per condividere pensieri, idee, considerazioni sul nostro territorio, su come lo ricordiamo e sulle trasformazioni che ha subito in un recente passato. Come fotogrammi indelebili sfilano nella memoria immagini del paesaggio calabro: vegetazione folta, macchie di colore violento delle bouganville, agavi, fichi d’india, profumo delle zagare degli agrumi, carrubi, olivi e poi ancora: visioni di affascinanti tracce lasciate dalle innumerevoli civiltà che si sono susseguite in questi territori: greci, romani, bizantini, svevi, normanni, angioini, architetture dai colori caldi, con i pigmenti della terra, materiali primordiali.

Poi purtroppo l’avvento degli anni ‘70/80. Interventi brutali: villaggi turistici abominevoli, costruzioni anonime, che hanno violentato il paesaggio costiero e, sulle colline, solo ruderi in abbandono. Tutto ciò ci ha spinto ad una riflessione più profonda che ha coinvolto il nostro pensiero, la nostra filosofia. E’ necessario che ora più che mai l’architetto rivolga la propria creatività, il proprio talento, all’architettura della memoria, quella memoria che deve essere salvata, riproposta, oserei dire “rigenerata”.

recupero del patrimonio rurale

Il recupero del patrimonio rurale: un progetto ambizioso

E quindi é nato un progetto ambizioso: io e la mia committente, confrontandoci sui temi della Tutela del paesaggio, sul Recupero del territorio e sulla Sostenibilità, ci siamo prefissi di impegnarci a recuperare il Patrimonio Rurale e quindi a mettere in salvo dal degrado e dal completo abbandono, ruderi presenti nel territorio collinare, prospiciente il mare, anche di piccole dimensioni, restaurandoli nel pieno rispetto delle loro dimensioni, delle loro forme, dei materiali della memoria.

Il rudere quindi, diventa strumento di sostenibilità, di valorizzazione dell’esistente, di ripristino dell’equilibrio, fra natura ed antropizzazione, parliamo perciò di riassetto del paesaggio. Il rudere diventa una risorsa che può avere ricaduta sul territorio, può divenire una nuova proposta di turismo sostenibile, una forma di investimento che intende contrapporsi alla cementificazione delle coste e dell’utilizzo selvaggio del suolo.

logo PAESAGGI architetto Domenico De Rito

La sfida, concludo, sarà restituire al territorio calabrese le peculiarità dei suoi paesaggi rurali, paesaggi di luce, paesaggi contaminati da architetture che sono la nostra memoria. Perché i nostri paesaggi sono identitari, raccontano la storia di tutte le civiltà che ci hanno preceduto, sono accadimenti straordinari. Alla luce di ciò il LOGOPAESAGGI” sintetizza il nostro pensiero.

recupero e sostenibilità dell'architettura rurale

Recupero e sostenibilità: il turismo come risorsa

Al momento stiamo lavorando per il recupero di una architettura, dove, utilizzando la conformazione del terreno abbiamo ricavato spazi ipogei destinati a cantina e altri usi: il rudere si trova nel Comune di Maierà, in c/da Lauro con vista sull’isola di Cirella, straordinario paesaggio a poco più di un km rispetto alla SS 18 tirrenica.

La volontà del progetto è il riuso del rudere, come struttura ricettiva con finalità enogastronomiche, avvalorata dalla vocazionalità di questi luoghi che non e’ unicamente quella balneare ma, come la tradizione vuole, su queste colline si coltivano ancora vitigni autoctoni e frutti tipici come il cedro e tutti gli agrumi, fichi, mandorli… Contrada Lauro diverrà una sorta di location didattica, con lo scopo, attraverso “laboratori del gusto”,  di presentare ed esporre quanto di meglio l’imprenditoria calabrese produce nel settore delle Aziende Vitivinicole ed Agroalimentari. La coltivazione della vite, la ricerca e la sperimentazione con successo dei vitigni autoctoni vanno a ricomporre la storia primordiale dell’antica Enotria e quindi la cultura del vino in Calabria. Un altro obiettivo è quello di utilizzare anche alcuni spazi atti a presentare e a far conoscere la storia e la cultura della Regione Calabria: la sua Arte e il suo Artigianato.

storia e cultura della Calabria
Mausoleo Romano in c/da Tredoliche di Cirella

Storia e cultura della Calabria: un territorio da scoprire

Terra ricca e colta la Calabria Citeriore infatti a poco più di un paio di Km troviamo il Mausoleo Romano in c/da Tredoliche di Cirella, spingendosi più in alto verso le pendici del Pollino, troviamo a Papasidero la grotta del Romito, esempio di paleolitico superiore. Tutto questo ed altro sono occasione di visite guidate, arricchendo così l’interesse culturale del territorio circostante.

Dettagli del progetto e delle strutture

Il rudere di c/da Lauro é composto da tre corpi di fabbrica, per una superficie totale di circa 80 mq dove il progetto di recupero, molto fedele all’originale, é stato il minimo necessario ampliato per ricavare servizi più consoni alle esigenze di oggi, raggiungendo ora i 100 mq circa.

Dettagli del progetto firmato architetto Domenico De Rito
Render Contrada Lauro – Arch. Domenico De Rito studio ddra+d

La conformazione del terreno ci ha permesso di ricavare spazi ipogei consoni alla cura del vino ma anche utili a organizzare conferenze sul tema dei prodotti tipici. Una delle tre falde é stata destinata a terrazza panoramica che guarda l’isola di Cirella dove, quando il tempo lo permette é possibile godere del paesaggio e degustare; il rudere risulta ora composto da: spazi ipogei, piano terra, quota giardino e solarium panoramico.

rende progetto di recupero firmato architetto Domenico De Rito
Render Contrada Lauro – Arch. Domenico De Rito studio ddra+d

Filosofia del recupero: rispettare la tradizione e le funzioni moderne

Recupero significa dare un’altra possibilità di vita… rispettando forme, cromie e natura. Il restauro va concepito non fine a se stesso ma tenendo in considerazione un riuso con funzioni diverse da quelle originarie ma con nuove destinazioni più consone alle necessità dei nostri tempi ma anche allo scopo di ottenere spazi destinati al sociale. Il nostro sogno, che sta diventando realtà, é quello di coinvolgere committenze private, nazionali e internazionali, ponendoci come obiettivo il recupero del territorio e del paesaggio al fine di contribuire al riequilibrio territoriale e ambientale, contrastando in questo modo l’abbandono dei terreni ed il conseguente declino demografico.

render progetto Architetto Domenico De Rito
Render Contrada Lauro – Arch. Domenico De Rito studio ddra+d

Alla luce di tutto ciò sarà opportuno coinvolgere anche il settore pubblico ad unirsi alla nostra sfida che riteniamo possa essere un viatico verso una nuova via.

Recupero dell’architettura rurale: un contributo prezioso dell’Architetto Domenico De Rito

Il recupero dell’architettura rurale rappresenta oggi una delle sfide più importanti per la preservazione del nostro patrimonio culturale e paesaggistico. Restituire vita ai vecchi casali e ai ruderi abbandonati non è solo un atto di conservazione. Infatti, è anche un’opportunità per valorizzare il territorio, promuovere la sostenibilità e restituire dignità alle tradizioni locali. Siamo grati all’architetto De Rito per aver condiviso con noi la sua visione e la filosofia che anima il suo lavoro. Il suo approccio ci invita a guardare al futuro con occhi consapevoli, pronti a rigenerare ciò che è stato lasciato nel tempo, rispettandone l’autenticità. Un ringraziamento sincero per averci accompagnato in questo viaggio alla riscoperta dell’architettura rurale e della sua incredibile potenzialità.

www.domenicoderito.it

L’articolo L’Architetto Domenico De Rito ci racconta l’architettura rurale proviene da dettagli home decor.

7 Marzo 2025 / / Dettagli Home Decor

Nel 2025, Artek, il noto brand di design finlandese, celebra una tappa fondamentale della sua storia: il 90° anniversario dalla sua fondazione. Un traguardo importante, che segna il continuo impegno dell’azienda nel promuovere la bellezza del design e il miglioramento della vita quotidiana. In occasione di questo compleanno, Artek ha in serbo una serie di eventi e collezioni speciali, tutte pensate per rendere omaggio agli ideali dei suoi fondatori, che nel 1935 hanno dato vita a un nuovo tipo di azienda di mobili, all’insegna dell’arte moderna e della funzionalità.

Artek festeggia 90 anni

I festeggiamenti per il 90° anniversario sono un vero e proprio invito a riflettere sul legame tra la cultura finlandese e il mondo, un dialogo che Artek ha sempre cercato di stimolare. Collaborando con talenti creativi di spicco, il brand ha dato vita a collezioni esclusive che incarnano l’identità finlandese, pur guardando al panorama internazionale.

Le celebrazioni iniziano con Artek + Moomin

A partire dal 20 marzo 2025, la prima collezione speciale vede protagonisti i celebri personaggi dei Moomin, creati dalla talentuosa Tove Jansson. L’edizione limitata “Celebration” di due pezzi iconici del design Artek – il celebre Stool 60 e il Cabinet 250 – celebra l’incontro tra la magia dei Moomin e la funzionalità senza tempo di Artek. Questi pezzi, caratterizzati da disegni originali di Jansson, incarnano un’eleganza giocosa che sarà apprezzata da più generazioni. Inoltre, sarà disponibile anche un poster commemorativo dell’anniversario, disegnato dall’artista finlandese Inka Bell, un vero e proprio oggetto da collezione.

credenza e sgabello Artek
Collezione Artek + Moomin, Cabinet 250 Celebration e Sgabello 60

Artek + Moomin: una collezione che celebra l’ospitalità e la creatività

Artek e Moomin non festeggiano solo 90 anni di design, ma anche l’80° anniversario della prima storia dei Moomin. La collezione Artek + Moomin, costruita attorno al tema de “L’Ospite Inaspettato”, celebra l’ospitalità finlandese in modo informale e accogliente. Gli arredi scelti per questa collezione raccontano le prime storie dei Moomin attraverso illustrazioni che rimandano alla spontaneità e alla creatività di Tove Jansson, che amava lasciare disegni come scarabocchi inaspettati.

STool 60 di Artek + Moomin in edizione limitata
Artek + Moomin, Sgabello 60 Celebration

Novità in edizione limitata: Stool 60 e Cabinet 250 Celebration

Due icone del design finlandese si rinnovano in occasione di questo anniversario. Lo Stool 60 Celebration, una versione speciale dell’iconico sgabello progettato da Alvar Aalto nel 1933, sfoggia disegni delicati di Tove Jansson e sarà disponibile in una finitura color miele, rendendo omaggio alla bellezza e alla versatilità di questo pezzo senza tempo.

Il Cabinet 250, un altro classico Artek, tornerà in una versione celebrativa, con un sorprendente dettaglio interno: illustrazioni dei personaggi dei Moomin, che aggiungono un tocco di magia e nostalgia all’armadietto.

Questi pezzi esclusivi saranno disponibili in edizione limitata fino alla fine del 2025, con il Cabinet 250 in numerazione rigorosamente limitata a soli 90 esemplari.

Cabinet 250
Artek + Moomin, Cabinet 250 Celebration

Un poster speciale per il 90° Anniversario

In linea con la tradizione di Artek, che da sempre promuove l’arte contemporanea, il poster dell’anniversario sarà un altro oggetto esclusivo. Disegnato da Inka Bell, questo poster sarà disponibile a partire dal 20 marzo 2025 in tutti i rivenditori Artek selezionati, nei negozi di Helsinki e Tokyo, e nel negozio online di Artek.

Artek festeggia 90 anni
Poster Artek 90 Anniversario, Inka Bell

Un impegno per il futuro: Artek e la Sostenibilità

Ma le celebrazioni non si fermano al design. Artek, infatti, ha anche in programma di rinnovare il suo impegno verso la sostenibilità, con un’azione mirata alla preservazione delle foreste finlandesi, risorsa fondamentale per la produzione dei suoi mobili. Questo gesto simbolico guarda ai prossimi 90 anni di design, con l’intento di continuare a innovare in armonia con la natura.

Un legame con l’arte e la storia del design

Nella seconda metà del 2025, l’azienda darà vita a nuove collaborazioni entusiasmanti, come quella con la storica casa di design finlandese Marimekko, che porterà alla creazione di una collezione limitata che unisce l’arte della stampa e la maestria nella curvatura del legno. Inoltre, il brand rivelerà alcune vere e proprie gemme dell’archivio Artek, riedizioni di pezzi storici firmati dai leggendari Alvar e Aino Aalto, con alcuni modelli che torneranno permanentemente in collezione, mentre altri saranno disponibili in edizioni super limitate.

Marianne Goebl, Direttore di Artek, ha dichiarato: “Al centro della nostra azienda c’è la visione dei fondatori, che volevano creare una cultura moderna dell’abitare. Per questo, abbiamo scelto di collaborare con voci indipendenti finlandesi, impegnati come noi a migliorare la vita quotidiana attraverso la bellezza e la funzionalità“.

Artek continua a stupire con il suo impegno verso il design, l’arte e la sostenibilità, facendo di ogni pezzo un’icona senza tempo. Non perdere l’opportunità di celebrare con loro questo anniversario straordinario!

 

L’articolo Artek compie 90 anni di design e innovazione proviene da dettagli home decor.

7 Marzo 2025 / / ChiccaCasa

Adv – Questo articolo è frutto della collaborazione con BricoShop24

Hai sempre desiderato un camino, ma hai dovuto rinunciare per mancanza di spazio, canna fumaria o per il caos che comporta?

Buone notizie: la verità è che puoi comunque creare quell’atmosfera calda e accogliente, con la magia delle fiamme danzanti, senza fuliggine, senza grandi lavori di muratura e senza pensieri.

Non è un sogno. Sto parlando dei camini elettrici. Si tratta di caminetti freestanding o da incasso che si accendono semplicemente con una presa di corrente e regalano il fascino di un camino tradizionale, ma con tutta la praticità della tecnologia moderna.

Non generano fiamme reali, ma producono calore: questi dispositivi non utilizzano combustibile come legna o gas per produrre un fuoco vero e proprio. In altre parole, non c’è nessun materiale che brucia, eppure le fiamme tu le vedi lo stesso.

I camini elettrici usano tecnologie LED e audio per creare un effetto visivo che imita alla perfezione l’aspetto confortante delle fiamme e il crepitio del fuoco scoppiettante.

Vantaggi pratici del camino elettrico

Il modello elettrico è la soluzione perfetta per chi vuole esaudire il desiderio di avere un camino, senza stress.
Vediamo nel dettaglio tutti i suoi vantaggi.

  • Zero sporco e manutenzione: nei camini tradizionali, la combustione della legna produce cenere e fuliggine, che si depositano sulle superfici e richiedono una pulizia frequente. Il camino elettrico, invece, genera un effetto fiamma senza combustione reale, eliminando completamente questi problemi.

  • Nessuna canna fumaria: i camini a legna e a gas necessitano di una canna fumaria per eliminare fumi e residui della combustione. Questo comporta lavori strutturali e, in alcuni casi, permessi speciali. Il camino elettrico, invece, non produce fumi, quindi può essere installato ovunque, anche in un appartamento.
    In più, ogni canna fumaria ha bisogno di manutenzione, cosa a cui non devi pensare se hai un camino elettrico.

  • Lo sposti dove vuoi: a differenza di un camino fisso, l’elettrico è spesso progettato per essere spostato facilmente. I modelli freestanding possono essere collocati in diverse stanze a seconda delle necessità, proprio come un elettrodomestico portatile.

  • Via in estate, spazio libero: alcuni camini elettrici sono facili da spostare e possono essere riposti nei mesi più caldi, liberando spazio. Non avendo strutture fisse come una cappa o un braciere, sono estremamente versatili.

  • Effetto fiamma anche senza calore: la tecnologia LED permette di riprodurre un effetto fiamma realistico indipendentemente dal riscaldamento. Questo significa che puoi goderti l’atmosfera accogliente di un camino anche in estate o nelle mezze stagioni, senza accendere il riscaldamento.

Grazie a queste caratteristiche, il camino elettrico rappresenta una soluzione innovativa e pratica.

Quanto riscaldano i camini elettici?

Solo scena o anche calore? Facciamo chiarezza.
I camini elettrici riescono a scaldare l’ambiente grazie a resistenze interne che trasformano l’energia elettrica in calore, che si diffonde attraverso una ventola. Sono perfetti per rendere più accogliente e caldo un salotto, una camera da letto o un angolo lettura.

Ti stai chiedendo se puoi usare un camino elettrico come unica fonte di riscaldamento in casa?

I camini elettrici sono progettati principalmente per fornire un riscaldamento supplementare o per scaldare ambienti di dimensioni ridotte.

Se l’ambiente è ben isolato e piccolo, potrebbero bastare, ma per spazi più ampi o in condizioni climatiche particolarmente rigide, è bene affiancarli a un sistema di riscaldamento centrale o a un’altra fonte di calore.

Ecco altri aspetti da considerare in questo contesto.

  • Occhio alla potenza: in base al modello, può oscillare tra 1000 e 2000 watt. Nelle specifiche tecniche di ogni camino elettrico è riportato anche il corrispondente in metri quadri che questo è in grado di riscaldare.

  • Calore mirato: se passi la maggior parte della giornata in una sola stanza, accendere il riscaldamento centrale in tutta casa potrebbe essere uno spreco. Con il camino elettrico puoi scaldare solo dove serve.

  • Termostato regolabile: molti modelli ti permettono di scegliere la temperatura desiderata, proprio come un termosifone. Alcuni hanno anche un timer per programmare accensione e spegnimento.

Quanto consumano i camini elettrici?

Il consumo di un camino elettrico varia in base alla potenza del modello e alla modalità d’uso

  • Modalità riscaldamento
    La maggior parte dei modelli consuma tra 1000 e 2000 watt. Per esempio, un camino da 1500 watt, se acceso per un’ora, consumerà circa 1,5 kWh. Se il costo medio dell’elettricità è intorno a 0,20 €/kWh, ciò si traduce in un costo di circa 30 centesimi per ora.

  • Modalità solo effetto fiamma
    Quando il camino è utilizzato esclusivamente per creare un’atmosfera, il consumo è notevolmente ridotto, spesso paragonabile a quello di una lampadina LED, generalmente nell’ordine di 50-100 watt.

Ovviamente, questi valori sono indicativi e variano a seconda del modello specifico e delle condizioni d’uso.

Camini elettrici di design: la mia selezione

Se pensi che un camino elettrico sia solo un parallelepipedo anonimo, ripensaci! Oggi esistono modelli molto carini.

Il mio consiglio è quello di puntare sulla semplicità. Un design pulito o classico ripaga sempre in termini estetici.

Qui sotto trovi due dei miei modelli preferiti, che ho scovato tra i camini elettrici di design di BricoShop24.

La prima cosa da fare e scegliere la tipologia: da incasso o freestanding?

La differenza principale sta nel modo in cui vengono integrati nel tuo spazio, e questo cambia non solo l’aspetto estetico, ma anche la praticità e la facilità di utilizzo.

In foto| Caminetto elettrico da incasso o appoggio, 180 cm di BricoShop24

Il camino da incasso è perfetto se vuoi qualcosa che si armonizzi perfettamente con il design della tua casa. Può essere incassato nel cartongesso, creando una nicchia su misura.

Il vantaggio assoluto è la possibilità di personalizzazione: puoi progettare la parete del camino che hai sempre sognato. È una soluzione che dura nel tempo, che si fonde perfettamente con lo spazio e che ti permette di godere di un ambiente caldo e accogliente senza scendere a compromessi estetici.

In foto| Camino elettrico completo colore wengé di BricoShop24

Dall’altra parte, il camino freestanding è la soluzione ideale se preferisci qualcosa di più versatile.

Non c’è bisogno di fare modifiche, basta posizionarlo dove vuoi e goderti subito l’atmosfera calda che crea. Puoi spostarlo facilmente da una stanza all’altra, per cui è perfetto se hai un arredamento in continua evoluzione o se vivi in un appartamento dove non puoi fare lavori strutturali.

E tu, in quale stanza collocheresti volentieri un camino elettrico?
Ti aspetto nei commenti qui sotto.

6 Marzo 2025 / / La Gatta Sul Tetto

Superfici Venice Collection di Materica, una fusione di design e innovazione con le nuove boiserie di Matteo Cibic, Serena Confalonieri e Storage Milano. Esplora l’arte della metallizzazione e il design contemporaneo. 

Superfici Venice Collection
Medina di Serena Confalonieri

Materica, azienda veneta specializzata nella metallizzazione di superfici di lusso, ha svelato la sua nuova Superfici Venice Collection, un vero e proprio viaggio nel Design Contemporaneo sotto la direzione creativa di Tiziano Guardini e Luigi Ciuffreda. arricchita da progetti unici di designer di fama come Matteo Cibic, Serena Confalonieri e Storage Milano. 

Questa collezione rivoluziona il concetto di boiserie, combinando arte, design e tecnologia. Ciò che rende Superfici Venice Collection unica nel suo genere è il contributo dei rinomati creativi coinvolti nel progetto. Matteo Cibic, Serena Confalonieri, DRAW Studio, Antonio Pio Saracino, STORAGEMILANO e Guardini Ciuffreda Studio hanno collaborato con Materica per dieci boiserie, ognuna caratterizzata da una visione artistica unica e distintiva – una delle quali con un pregiato tessuto di Tessiture Bevilacqua. 

4 interpretazioni della boiserie

Le Superfici Venice Collection presentano quattro interpretazioni innovative delle boiserie, frutto di un’eccezionale contaminazione creativa. 

Ogni designer ha saputo reinterpretare le tecniche di metallizzazione di Materica, che utilizza metalli puri come ottone, bronzo, rame e zinco, unendoli a processi di ossidazione e pigmentazione naturale per ottenere effetti estetici sorprendenti. 

Uno degli aspetti più interessanti della collezione è la modularità del sistema di boiserie, che consente di adattarsi a qualsiasi ambiente, sia interno che esterno. Le finiture metallizzate, resistenti agli agenti atmosferici, possono essere personalizzate per rivestire terrazze e dehors, rendendo ogni progetto unico e su misura. 

I Progetti della Collezione di superfici Venice Collection 

1. Sipario di Matteo Cibic: Questa boiserie crea illusioni ottiche affascinanti, evocando un’atmosfera teatrale. I pannelli, disponibili in vari metalli e finiture, trasformano ogni spazio in una scenografia emozionante. 

Superfici Venice Collection
Sipario di Matteo Cibic

2. Medina di Serena Confalonieri: Ispirata dall’architettura delle città orientali, questa collezione si distingue per le borchie applicate a mano e una palette cromatica ricca e vibrante. Ogni modulo è un’opera d’arte che racconta storie di passaggio e cultura. 

Superfici Venice Collection
Medina di Serena Confalonieri

3. Prisma di Storage Milano: Una visione architettonica della boiserie, caratterizzata da moduli prismatici riflettenti. Questo progetto unisce minimalismo e complessità, creando giochi di luce che rendono ogni ambiente dinamico e vivace. 

Prisma di Storage Milano

4. Path di Storage Milano: Con pattern grafici e bidimensionali, Path offre un’esperienza visiva in movimento. La superficie metallica lavorata con cura da Materica infonde energia e vitalità agli spazi. 

Breve approfondimento su Materica, un leader nel design e nella metallizzazione con oltre quarant’anni di esperienza. 

È riconosciuta come leader nel settore della metallizzazione. Ogni progetto è realizzato con precisione, dalla fase di ideazione fino alla produzione finale, garantendo risultati di alta qualità. 

Superfici Venice Collection di Materica rappresenta un perfetto connubio tra innovazione e tradizione, offrendo soluzioni di design uniche e personalizzabili. Grazie ai talentuosi designer coinvolti, ogni boiserie diventa un’opera d’arte che arricchisce gli spazi con eleganza e stile iconici. 

Per info: pagina ufficiale Materica Superfici Venice Collection

6 Marzo 2025 / / Dettagli Home Decor

BORA, azienda leader nell’innovazione degli elettrodomestici da cucina, presenta un’altra novità che promette di cambiare il nostro modo di vivere la cucina: il lavello autopulente. Con un semplice gesto, basta premere un pulsante per attivare la funzione autopulente e il lavello si pulisce automaticamente.

lavello autopulente Sink di BORA

Un nuovo capitolo nell’innovazione BORA

Dal 2007, BORA ha conquistato il settore con l’estrattore “downdraft” per piano cottura, un prodotto che ha rivoluzionato il mercato. Oggi, l’azienda fa un ulteriore passo in avanti, introducendo un lavello dotato di una funzione unica e innovativa. Con un semplice clic, l’acqua scorre simultaneamente da tutti e quattro i lati del bacino, pulendo la superficie e il fondo in pochi secondi.

Tecnologia all’avanguardia per la pulizia automatica

Il concetto di base di questo progetto era ambizioso, ma BORA è riuscita a renderlo incredibilmente semplice ed efficiente. Quando l’acqua esce dal bordo del lavello, scorre uniformemente su tutti e quattro i lati del bacino, raccogliendo residui come briciole o fiocchi di avena mentre fluisce verso il filtro di scarico. Il materiale Cristadur, un composito brevettato a base di quarzo, supporta il flusso laminare d’acqua, donando anche un effetto perlaceo, oltre a garantire maggiore igiene in cucina.

pulizia automatica lavello cucina

Una sfida progettuale superata con successo

Una delle principali sfide nello sviluppo del lavello è stata la necessità di far convergere l’acqua verso il filtro di scarico sul retro, anziché al centro del bacino. È stato così progettato un flusso d’acqua che si distribuisce uniformemente sulla superficie satinata opaca senza interruzioni. La funzione autopulente si attiva semplicemente premendo un pulsante sulla testa del rubinetto, pensato appositamente per il lavello BORA. Per una maggiore sicurezza, il pulsante è posizionato per evitare il contatto con l’acqua calda. Inoltre, un sensore a LED cambia colore, passando dal blu al rosso, per indicare la temperatura dell’acqua.

Modalità operative versatili

La funzione autopulente offre diverse modalità operative, rendendo il lavello BORA ancora più pratico e versatile. In modalità “pulse”, la pulizia si attiva per la durata della pressione del pulsante. In modalità continua, basta premere il pulsante o il sensore touch per cinque secondi per attivare automaticamente un ciclo di pulizia che dura 15 secondi.

rubinetto cucina con sensore per pulizia automatica

Un design senza tempo e funzionalità impeccabili

Il lavello BORA è disponibile in una raffinata finitura nera, resistente a temperature dell’acqua fino a 180 gradi. È stato progettato per essere abbinato al rubinetto BORA con finitura nero opaco, ma è compatibile anche con rubinetti di altri brand, come quelli di Quoker, che possono controllare la funzione autopulente tramite un sensore tattile posizionato liberamente sotto il piano di lavoro.

Il design minimalista e senza tempo è una caratteristica distintiva di tutti i prodotti BORA. Il troppopieno è stato posizionato in una posizione insolita, sul lato opposto rispetto a quanto accade normalmente, per lasciare completamente visibile la finitura nero jet del lavello. Il prodotto, di alta qualità e sotto piano, è realizzato da SCHOCK nella foresta bavarese. Inoltre, non richiede alcuna profondità di installazione aggiuntiva, facilitando l’installazione dei sistemi di scarico standard.

Il rubinetto, progettato internamente da BORA e prodotto da un prestigioso marchio, si integra perfettamente con il design del lavello. Il rubinetto si abbina con eleganza anche al forno a vapore professionale BORA X BO, offrendo un’esperienza culinaria completa.

rubinetto cucina e lavello autopulente

Una rivoluzione per la cucina del futuro

Con il suo innovativo lavello autopulente, BORA continua a ridefinire lo spazio della cucina, in linea con la sua missione di offrire ai clienti la migliore esperienza possibile in cucina. Questa filosofia si riflette anche nei progetti di comunicazione online e offline dell’azienda, fonte di ispirazione per tutti gli appassionati di cucina.

Dimensioni del lavello

Le dimensioni interne del lavello BORA sono le seguenti: larghezza 486 mm, profondità 372 mm e altezza 216 mm.

 

L’articolo BORA rivoluziona la cucina con il primo lavello autopulente proviene da dettagli home decor.

6 Marzo 2025 / / Dettagli Home Decor

Nel cuore del vivace Boulevard Rochechouart, dove l’energia musicale di Parigi si fonde con quella dei viaggiatori, sorge un luogo inaspettato di serenità: l’Hotel Élysée Montmartre. Con sedici camere, di cui quattro eleganti duplex, l’hotel è un rifugio nascosto tra due delle scene musicali più iconiche della capitale francese. Da un lato, la frenesia della città, dall’altro, il silenzioso controllo del Sacro Cuore, che sovrasta questo storico quartiere parigino.

Hotel Élysée Montmartre progettato dallo studio di architettura Policronica

Ideato dall’imprenditore Abel Nahmias e dall’architetto Julien Labrousse, l’Hotel Élysée Montmartre unisce la vitalità artistica di Pigalle alla quiete di un angolo intimo nel cuore di Montmartre. A pochi passi si trova dal leggendario Trianon, il teatro che dal 1894 ospita spettacoli di avanguardia. Nelle vicinanze l’Eliseo-Montmartre, celebre per essere stato il palcoscenico di leggende come David Bowie, Björk e Daft Punk, questo hotel si inserisce perfettamente in una tradizione di cultura e creatività senza tempo.

Il Boulevard Rochechouart, un tempo confine settentrionale di Parigi, porta ancora i segni di un passato bohémien e vivace, evocando l’epoca di Toulouse-Lautrec e della mitica La Goulue. Ed è proprio in questo contesto che nasce l’Hotel Élysée Montmartre, un angolo di tranquillità immerso in una storia di arte e musica.

progetto a Parigi dello studio Policronica


Hotel Élysée Montmartre di Parigi

Scopriamo L’Hotel Élysée Montmartre

Varcando la soglia dell’hotel, gli ospiti sono accolti in un ambiente di rara intimità e calma. L’arredamento artigianale, progettato su misura, utilizza legno di eucalipto. Questo materiale, tradizionalmente impiegato nella produzione della carta, qui si trasforma in un segno di eco-responsabilità e bellezza. I mobili, tutti unici, raccontano una storia di attenzione ai dettagli e qualità.

Sotto tende di lino leggero, i muri di mattoni antichi riaffiorano, mentre il soffitto in legno scolpito, con le sue linee sinuose, crea un’atmosfera accogliente, inondando lo spazio di luce morbida. L’area dedicata alla colazione, con una selezione curata di caffè provenienti da torrefazioni indipendenti, diventa un luogo dove ogni dettaglio è pensato per coccolare i sensi.

progetto a Parigi dello studio Policronica

I bagni, arricchiti da eleganti vasche in pietra rosa portoghese, sono un tributo alla bellezza naturale e alla semplicità dei materiali, ispirandosi all’estetica giapponese Wabi-Sabi, che celebra l’imperfezione e la purezza delle forme. L’Hotel Élysée Montmartre si propone così come una pausa di originalità e serenità nel cuore pulsante di Montmartre.

In perfetta sintonia con la vivace scena musicale circostante, l’hotel offre ai suoi ospiti un’esperienza unica, con accesso diretto a spettacoli esclusivi senza la necessità di fare la fila. Così, in un equilibrio tra tranquillità e vitalità, l’Hotel Élysée Montmartre diventa un santuario dove il silenzio e la musica si incontrano, offrendo un rifugio straordinario nel cuore della Parigi più autentica.

Apertura prevista: Marzo 2025

Hotel Élysée Montmartre di Parigi

nuovo hotel a Parigi Hotel Élysée Montmartre di Parigi

Policronica: Un Viaggio nella Creatività e nell’Artigianato

Fondato nel 2009, con sedi a Parigi, Lisbona e recentemente a Rio Maior, Policronica (precedentemente conosciuto come Studio Combo) è uno studio di architettura che esplora senza limiti la fusione tra creatività e competenza artigianale. “Grazie alla nostra esperienza, che spazia tra architettura, design, ingegneria, produzione e costruzione, creiamo progetti unici che uniscono diverse discipline per soluzioni innovative” – raccontano i progettisti.

Ogni fase della produzione e della costruzione è valorizzata, grazie a un team eterogeneo che contribuisce con competenze e talenti diversi. Ci concentriamo principalmente su progetti che abbracciano spazi pubblici ed esperienze culturali, dando vita a design impattanti e originali.

Dal 2021, con la creazione della “Fábrica Policronica” in collaborazione con Etosoto, lo studio si è specializzato nell’uso innovativo del legno, creando strutture sostenibili che si integrano armoniosamente con l’ambiente circostante. La passione per il legno come materiale senza tempo è il motore di una continua ricerca verso nuove soluzioni ecologiche e artistiche.

 

L’articolo Hotel Élysée Montmartre: un rifugio unico nel cuore di Parigi proviene da dettagli home decor.

5 Marzo 2025 / / Romina Sita

Da poco più di un anno mi sono trasferita in questa meravigliosa casa in campagna nella provincia di Modena. Essendo tutti in famiglia architetti, ingegneri e geometri, abbiamo avuto la libertà di progettare la struttura interna e la disposizione delle stanze come desideravamo. Questo bellissimo ex fienile dai soffitti altissimi si è trasformato in una casa da sogno. Da vera home lover e sognatrice, ho sempre desiderato una stanza in particolare, una stanza che, bene o male, credo ogni donna vorrebbe nella propria casa: la cabina armadio. In questo articolo ti mostro come arredare e organizzare una cabina armadio e ti spiego tutte le scelte a cui potresti trovarti di fronte se anche tu deciderai di realizzarne una. Ovviamente, ti farò vedere anche la mia!

INDICE DEI CONTENUTI
Quando la realtà incontra il sogno
I benefici di una cabina armadio ben organizzata
La mia esperienza personale: dalla teoria alla pratica

Le 8 domande chiave per progettare e arredare la cabina armadio perfetta (per te)
La mia cabina armadio

Quando la realtà incontra il sogno

La cabina armadio è il sogno di ogni donna

Sei d’accordo con me, vero?

Quando si desidera qualcosa con grande entusiasmo, si corre il rischio di essere sopraffatti dalla paura di sbagliare e di non sfruttare al meglio l’opportunità. Questo può far sorgere mille dubbi e domande, tanto da farci andare in confusione e persino non dormire la notte:

  • Come la organizzo?
  • Meglio aperta o chiusa?
  • Quanti cassetti mi servono?
  • Quanto spazio dedicare agli abiti appesi?

Non esistono regole ferree per la cabina armadio perfetta universalmente per tutti, perché deve essere perfetta per te, per le tue esigenze e per il tuo stile di vita.

Per questo, il mio obiettivo non è darti un semplice elenco di cose da fare, ma accompagnarti attraverso le decisioni più importanti, così da aiutarti a scegliere, arredare e organizzare la cabina armadio ideale per te.

I benefici di una cabina armadio ben organizzata

Immagina di iniziare ogni giornata aprendo le ante della tua cabina armadio e trovando tutto al proprio posto. Vestiti perfettamente organizzati, accessori ben visibili, scarpe ordinate. Nessun caos, niente stress da “dove ho messo quel maglione?” o “non trovo quella borsa”.

Una cabina armadio ben progettata non è solo un lusso estetico, ma anche un enorme risparmio di tempo ed energia. Ti permette di valorizzare i tuoi abiti, avere sempre sotto controllo ciò che possiedi e rendere l’esperienza del vestirsi ogni mattina un momento piacevole e senza stress.

La mia esperienza personale: dalla teoria alla pratica

Quando ho progettato la mia cabina armadio, ho provato una gioia immensa, ma anche un po’ di ansia: e se non fossi riuscita a sfruttare al massimo questa opportunità? Avevo paura di sbagliare disposizione, di non riuscire a organizzare bene gli spazi.

Così ho deciso di partire da un esercizio fondamentale: mi sono posta delle domande chiave per capire esattamente cosa volevo. Oggi, quelle stesse domande le condivido con te, trasformandole in una guida pratica per progettare la tua cabina armadio perfetta.

In questo articolo farò riferimento ai moduli Pax di Ikea, soprattutto perché le misure sono accessibili a tutti (adoro Ikea anche per questo) e perché li ho scelti per la mia cabina armadio.

Un grande vantaggio di Ikea è la possibilità di progettare il proprio armadio con un configuratore 3D, che permette di visualizzare in anteprima il risultato finale. Trovo fantastico che chiunque possa utilizzare questo strumento per dare forma alle proprie idee in modo semplice e pratico.

Ok, ormai è chiaro che sono una fan di Ikea! Ma ora passiamo a tutto quello che devi sapere per arredare e organizzare al meglio la tua cabina armadio.

Prima di iniziare, ipotizziamo che tu abbia già fatto una bella riorganizzazione del tuo guardaroba (decluttering + organizzazione).

Se non fosse così ti lascio qui un articolo che ho scritto qualche tempo fa in cui ti spiego come farlo nel modo giusto.

Le 8 domande chiave per progettare e arredare la cabina armadio perfetta (per te)

Quale disposizione e dimensioni della struttura?

dimensioni-armadio

Sfrutta al massimo lo spazio a disposizione. È difficile generalizzare questo concetto perchè ogni stanza ha le sue forme e dimensioni, ma in generale ti suggerisco di disporre le armadiature lungo il perimetro della stanza. Sfrutta il più possibile anche lo spazio in altezza.

Il Pax di Ikea è disponibile in 2 altezze: 201 e 236 cm. Se hai una cabina spaziosa, puoi valutare l’inserimento di un volume centrale, come una cassettiera. Il ripiano superiore, sarà utile per piegare i capi.

Per quanto riguarda le misure, il sistema Pax di Ikea offre moduli da 50, 75 e 100 cm (ogni brand ha le proprie dimensioni di moduli standard, poi ci sono brand invece che realizzano armadiature anche su misura).

Ti consiglio di scegliere una combinazione che riduca al minimo lo spazio sprecato e che segua un ritmo di moduli il più possibile regolare. Ad esempio, se hai una parete da 326 cm, meglio optare per 3 moduli da 100 cm, piuttosto che una combinazione irregolare (100+75+75+50).

In generale cercherei il più possibile di scegliere un’unica dimensione di modulo e replicare quella per tutta la cabina armadio.  Questo più che altro è per una questione di estetica: avere un ritmo regolare delle ante aiuta a mantenere maggior pulizia visiva.

Quanti vestiti deve contenere? 

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Qui devi fare un po’ di introspezione e valutare la quantità e la tipologia di capi che possiedi. Se ancora non l’hai fatto ti suggerisco di fare un bel decluttering. È importante capire quali capi meritano di rimanere e attribuirgli il valore che meritano, nel tuo nuovo guardaroba.

Ti suggerisco di dividere tutto per categorie (es. giacche, maglioni, pantaloni, accessori) per capire esattamente quanto spazio dedicare a ogni sezione. In questo modo hai già un’idea di ciò che va appeso e ciò che va riposto nei cassetti o sui ripiani. 

Meglio armadi a vista o con ante chiuse?

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Questa credo sia la domanda più gettonata e la risposta… è solo dentro di te!

Lo so che sei già lì che dici: “Eh grazie Romi… fin qui ci arrivavo anch’io!”.

Ma aspetta poniti queste altre domande:

Quanto sono ordinata?

Quanto sono disposta a mantenere l’armadio in ordine ogni giorno?

Quanto non mi dà fastidio il discorso polvere dentro agli armadi?

Se hai risposto “molto” a queste tre domande, allora puoi tranquillamente optare per gli armadi a vista. Gli interni degli armadi sono bellissimi da vedere, ma solo quando sono in ordine. Se il disordine prende il sopravvento, l’effetto estetico può diventare caotico e frustrante. È facile, nella fretta quotidiana, buttare qualcosa dentro pensando “Lo sistemo dopo”

Se sai già che potresti avere momenti di disordine, ti consiglio le ante chiuse. Ti permettono di mantenere un aspetto ordinato senza dover sempre essere perfetta nell’ordine interno. Attenzione, non significa che dentro debba regnare il caos, ma ti dà quel margine di respiro per qualche piccola “svista” senza compromettere l’estetica della tua cabina armadio.

Io cosa ho scelto? Ante chiuse.

Ma non perché credo di non riuscire a mantenerlo in ordine, anzi!  È che non mi fido di mio marito! E col senno di poi posso dirti che ho fatto bene!

Ante trasparenti o opache?

ante-trasparenti-o-opache

Mettiamo il caso che tu abbia scelto l’armadio chiuso. Sono meglio le ante trasparenti o quelle opache? Anche qui non esiste meglio o peggio dipende tutto da te e soprattutto da quanto sei maniaca del pulito. Le ante in vetro danno un effetto molto elegante, ma richiedono una manutenzione maggiore, perché la polvere e le impronte si vedono subito. Se, come me, non ami pulire continuamente, meglio optare per ante opache e le ante a vetro le lasciamo agli showroom.

Ante a battente o scorrevoli?

ante-a-battente-o-scorrevoli

Anche questa, domanda gettonatissima. Sai cosa ho scelto io? Ante a battente tutta la vita…

1 – Perché sono più comode da aprire e chiudere completamente.

2 – Perché non ho voglia di mettermi lì a pulire le “sditazzate” sulle ante, poi con un marito e 2 figli maschi ci siamo già capite!

Però aspetta non voglio declassare le ante scorrevoli, perché sono una soluzione molto valida per chi ha poco spazio davanti all’armadio.

Le ante a battente offrono un accesso totale agli interni, ma richiedono spazio per l’apertura. Le ante scorrevoli sono perfette se hai poco spazio, ma possono essere meno pratiche.

Prima di decidere pensa allo spazio che hai a disposizione e a cosa per te ha più importanza.

Organizzazione interna: a che altezza mettere i ripiani e l’appenderia? Quanti cassetti? Quali organizer?

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Questa domanda si ricollega un pò alla numero 2. Una volta che hai suddiviso tutti i capi di abbigliamento per categoria e valutato il volume di quelli che devono essere appesi rispetto a quelli che possono essere riposti su ripiani o cassetti, puoi già iniziare a progettare la suddivisione interna della cabina armadio.

In questo articolo trovi anche una tabella che mostra la posizione ideale per ogni tipologia di capo di abbigliamento. 

Un consiglio fondamentale: per i capi lunghi, come cappotti e abiti, prendi bene la misura del capo più lungo che possiedi, così da evitare che tocchi il fondo e si stropicci.

Nel mio caso, ho dovuto affrontare una sfida in più: il soffitto basso. Questo ha richiesto una progettazione estremamente precisa delle altezze, posizionando i ripiani al centimetro per sfruttare al meglio ogni spazio disponibile.

Quando scegli gli organizer mi raccomando prendi bene le misure dell’organizer e dello spazio in cui vuoi posizionarlo. Quest’accortezza ti consentirà di sfruttare al massimo lo spazio a disposizione.

Che colore e finiture scegliere di ante e maniglie?

ante-maniglie-armadio-pax

Il colore e la finitura delle ante devono seguire il filo logico estetico della camera da letto, che generalmente è la stanza adiacente alla cabina armadio. L’obiettivo è creare armonia visiva e continuità stilistica tra gli ambienti.

Se la tua camera ha tonalità neutre e rilassanti, optare per ante in bianco, beige o legno chiaro può essere una scelta vincente. Se invece hai un arredamento più deciso con contrasti marcati, potresti osare con ante scure o finiture particolari come il vetro fumé o il legno effetto rovere scuro.

Anche le maniglie giocano un ruolo importante: scegliere tra modelli minimal incassati o maniglie a vista in metallo dipende dallo stile generale che vuoi ottenere. Ricorda che piccoli dettagli come questi possono fare una grande differenza nel risultato finale!

Se hai bisogno di consigli mirati e personalizzati per arredare la tua cabina armadio, puoi attivare il servizio di consulenza via WhatsApp con me, per ottenere consigli “botta e risposta” direttamente sul tuo smartphone.

Ci vuole l’illuminazione interna?

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Per me, l’illuminazione interna è un grande sì! Non c’è niente di più pratico che avere una cabina armadio ben illuminata, soprattutto se si tratta di uno spazio chiuso con ante.

Le barre LED con sensore (tipo le Översidan) sono una soluzione perfetta: si accendono automaticamente quando apri l’anta e si spengono da sole, evitando sprechi di energia. Oltre alla comodità, una buona illuminazione permette di vedere chiaramente ogni capo e accessorio, rendendo più semplice scegliere cosa indossare.

Spero di aver risposto a tutte le tue ipotetiche domande su come arredare e organizzare la cabina armadio.  Nel caso in cui ne avessi altre ti leggo e rispondo qui sotto nei commenti.

La mia cabina armadio

Ah, dimenticavo, questa è la mia cabina armadio in tutto il suo splendore.

arredare-la-cabina-armadio

Qui addirittura ho ricreato un angolino beauty tutto per me e ne ho parlato in questo articolo.

Se pensi che possa esserti utile, ti lascio qui il configuratore del mio armadio, per avere l’elenco delle strutture e accessori utilizzati.

Una volta aperto il configuratore clicca su “Apri progetto” e digita questo codice: TC9CVR

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Tutti gli altri elementi che vedi nel video, ma che non sono presenti nel configuratore sono:

A centro stanza invece abbiamo messo un mobile da bagno, perché avevamo fatto un errore di calcolo per il bagno, ma poi (per fortune) siamo riusciti a ricollocarlo qui… e con ottimi risultati direi! Il mobile non è più disponibile, ma questo è quello che gli assomiglia di più (lo abbiamo poi rivestito con assi di legno verniciati con la stessa tintura del tetto in legno).

Ciao e alla prossima!

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L’articolo Come arredare e organizzare la cabina armadio: le 8 domande che potresti porti + la soluzione realizzata a casa mia sembra essere il primo su Romina Sita.

5 Marzo 2025 / / Dettagli Home Decor

L’interior designer Marta Castellano-Mas ha dato nuova vita a una residenza storica costruita nel 1900 a Empordà (Girona), riportandola al suo antico splendore grazie a uno stile massimalista che ne esalta l’imponenza. Il suo approccio eclettico mescola eleganza classica e rustica, arricchendola con tocchi moderni. La casa, situata su un unico piano e con una superficie di 225 mq, risulta ora un perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione.

“Quando i nostri clienti l’hanno acquisita, ci hanno incaricato insieme a Serrat-Tort Arquitectos di eseguire i lavori di ristrutturazione. Ci siamo ritrovati con una casa unica nel suo genere, ma che negli anni aveva subito diverse ristrutturazioni, alcune delle quali non riuscite, per nulla rispettose degli elementi architettonici originali”, racconta Marta Castellano-Mas.

Marta Castellano-Mas rinnova una dimora storica

Restauro e valorizzazione dell’eredità storica

Il progetto di restauro si è concentrato sul recupero e sulla valorizzazione degli elementi architettonici originali, eliminando le modifiche non significative fatte durante le ristrutturazioni precedenti.

I lavori si sono concentrati sull’esaltazione della struttura originaria, rimuovendo controsoffitti e rivestimenti per far emergere il mattone a vista e alcuni impianti tecnici.

La pavimentazione in gres è stata sostituita con legno di pino grezzo, mentre la cucina è stata arricchita con un pavimento in cemento lucido. L’approccio ha privilegiato materiali naturali, come il rame per la vasca da bagno e l’ottone per la rubinetteria, mantenendo così il carattere unico e autentico della casa.

dimora storica restaurata dallo studio Marta Castellano

Lo stile massimalista: carattere e personalità

La residenza è stata arredata con mobili ricercati e di grande personalità, che si combinano perfettamente con alcuni pezzi moderni. La doppia altezza dei soffitti accentua la sensazione di spaziosità e luminosità.

Uno spazio così ampio e ricco di potenzialità richiedeva mobili con carattere, pezzi che sapessero rispondere alla forza dello spazio“, afferma Marta Castellano-Mas.

La designer ha accompagnato i proprietari in viaggi a Firenze, Provenza e Anversa per selezionare pezzi unici da antiquari locali. Oggetti come teche industriali provenzali e litografie utilizzate come testate per i letti sono stati scelti per il loro forte impatto visivo. I mobili, selezionati con attenzione anche per le loro dimensioni, sono in grado di adattarsi perfettamente agli spazi generosi della casa, come il grande tavolo da pranzo francese e i divani dalle proporzioni importanti.

Marta Castellano-Mas rinnova una dimora storica

La cucina: equilibrio e funzionalità

La cucina, concepita come un ambiente neutro ma ricco di personalità, presenta mobili su misura con ante in legno di rovere verniciate in un elegante grigio scuro. Una struttura in ferro ospita piante rampicanti, creando un piccolo giardino verticale che aggiunge un tocco naturale e inaspettato. La scelta dei materiali e dei colori contribuisce a rendere l’ambiente armonioso, senza mai distogliere l’attenzione dall’arredamento principale.

cortile interno di una dimora storica

Il cortile: un angolo di storia e relax

Il cortile esterno della casa è una vera oasi di relax, che evoca la vita tranquilla delle residenze signorili di un tempo. Le pareti invecchiate e calde, il pavimento in ghiaia rustica e la vegetazione rigogliosa in vasi di terracotta creano un’atmosfera intima. Elementi decorativi in ferro chiaro e classico completano il quadro di un angolo di tranquillità immerso nella natura.

dimora storica restaurata dallo studio Marta Castellano

La camera padronale: un rifugio sofisticato

La camera principale, accessibile dalla zona giorno attraverso una doppia porta ad arco in legno, è stata progettata per creare un ambiente intimo e raffinato. I colori scuri e ricchi contribuiscono a un’atmosfera sofisticata, mentre i dettagli artigianali, come le lampade in filo di juta e la panca in legno rustico, donano calore alla stanza. Un grande dipinto acquistato a Firenze, composto da litografie incorniciate di trofei, è stato posto sopra il letto come elemento distintivo e artistico.

Marta Castellano-Mas rinnova una dimora storica

Marta Castellano-Mas progetta un bagno lussuoso con una vasca in bronzo

Il bagno en-suite è un esempio di lusso e teatralità, con una vasca da bagno in rame come elemento centrale. La posizione della vasca, davanti alla grande vetrata con vista sul cortile, crea un ambiente rilassante e ricercato. Un lampadario composto da dischi di madreperla e un dipinto dell’artista Antonio Mora arricchiscono l’ambiente, creando una sensazione di sofisticatezza e raffinatezza.

Conclusioni: un progetto di successo

“Sia per lo studio di architettura Serrat-Tort che per noi, il risultato di questo progetto è molto positivo e siamo enormemente soddisfatti. Nonostante sia stata una sfida complicata, siamo riusciti a fornire a questa casa un’atmosfera magica, con un grande magnetismo, con la quale abbiamo potenziato la forza che questa casa centenaria ha già” conclude Marta Castellano-Mas.

 

  • INTERIOR DESIGNER: Marta Castellano-Mas estudi (www.martacastellano.com)
  • ARCHITETTI: Serrat-Tort arquitectes (www.serrat-tort.cat)
  • FOTOGRAFO: Davide Pellegrini (www.dpfotos.com)
  • COSTRUTTORI: Viscola (viscola.com)

 

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