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7 Aprile 2025 / / Dettagli Home Decor

Unopiù alla Milano Design Week 2025 presenta la sua nuova collezione di arredo outdoor: Salò. Quest’anno, il brand consolidato nel settore del design outdoor avrà una presenza distintiva sia al Fuorisalone che al Salone del Mobile, portando il suo stile elegante e contemporaneo in due spazi esclusivi della città.

Unopiù nuova collezione outdoor Salò

Unopiù al Fuorisalone: atmosfera unica nelle Terrazze di Salvioni Milano Durini

Unopiù conferma la sua partnership con Salvioni Milano Durini, un riferimento nel mondo del design a Milano. All’interno delle terrazze di questo showroom, Unopiù trasformerà lo spazio in un’oasi di tranquillità e bellezza ispirata ai paesaggi del Lago di Garda. La nuova collezione Salò sarà al centro dell’installazione “La Terrazza Sul Lago”, un ambiente che fonde natura, design e atmosfera per trasportare il pubblico nel cuore della serenità del lago. Grazie alla collaborazione con i designer Matteo Thun e Benedetto Fasciana, Salò racconta la bellezza senza tempo dei paesaggi lacustri attraverso arredi eleganti e funzionali.


Durante la Milan Design Week 2025, i visitatori potranno immergersi in un’esperienza multisensoriale, dove ogni elemento è pensato per evocare l’essenza di un luogo incantevole. La collezione Salò include lettini, poltrone, divani, tavoli e sedie, tutti caratterizzati da un design moderno e una struttura in alluminio, disponibile in finiture terracotta, sabbia, salvia e grafite. I tessuti pregiati come quelli di Dedar, Loro Piana e Mariaflora arricchiscono la collezione, mentre le fragranze selezionate, come “Casa sul Lago”, amplificano la connessione con la natura e il paesaggio circostante. La collaborazione con l’azienda Panzeri aggiunge un ulteriore tocco di magia, con l’illuminazione iconica Venexia e Firefly In The Sky, pensata per valorizzare lo spazio all’aperto.


Showroom Unopiù a Brera: incontro tra Design e Lifestyle

In occasione della Milano Design Week, Unopiù apre anche le porte del suo showroom in via Pontaccio a Brera, con un allestimento che celebra l’eleganza e il comfort all’aperto in una location esclusiva. In collaborazione con Feudi di San Gregorio, il brand propone un angolo in stile ‘Beach Club’, dove gli arredi da esterno come le sdraio Clio, gli ombrelloni Lipari e le sedie da regista Ginger si combinano con dettagli raffinati, come la scelta del rosso per alcuni dei suoi pezzi. Un’atmosfera rilassante e sofisticata, che invita a godere della vita all’aria aperta con stile, accompagnata da un calice del celebre rosato San Gregorio.


Unopiù alla Milano Design Week 2025: appuntamento al Salone del Mobile

Oltre al Fuorisalone, Unopiù sarà presente anche al Salone del Mobile 2025, con uno stand rinnovato che riflette la visione futura del brand. Al centro dell’esposizione, la collezione Salò rivelerà la sua sintesi perfetta di estetica, funzionalità e sostenibilità. Realizzata in collaborazione con gli architetti internazionali Matteo Thun e Benedetto Fasciana, la collezione rappresenta un’evoluzione del design outdoor italiano, capace di unire eleganza, comfort e una forte identità contemporanea.

Accanto a Salò, Unopiù presenterà anche nuovi sviluppi della sua gamma e alcuni dei suoi prodotti iconici, che continuano a celebrano l’heritage del marchio. Con il suo impegno costante nell’innovazione e nella qualità, Unopiù conferma il suo ruolo di leader nel settore dell’arredo outdoor, unendo l’eccellenza del design alla bellezza senza tempo della natura.

Unopiù alla Design Week 2025

Design italiano, qualità e comfort

Con Salò, Unopiù dimostra ancora una volta di essere in grado di creare soluzioni di arredo outdoor che non solo arricchiscono gli spazi esterni ma li trasformano in veri e propri ambienti di benessere. La collezione, già disponibile da marzo 2025, è pensata per adattarsi sia a contesti residenziali che a spazi hospitality, portando un tocco di eleganza e funzionalità anche agli ambienti più esigenti.

Che si tratti di un’affascinante terrazza milanese o di un ampio giardino, Unopiù riesce sempre a creare un’atmosfera unica, grazie alla combinazione perfetta di design italiano, materiali di alta qualità e una forte attenzione al comfort.

Unopiù continua a consolidare la sua presenza internazionale come sinonimo di eleganza, innovazione e sostenibilità nel mondo dell’arredo outdoor, con una collezione che unisce il passato e il futuro del design italiano. Non perdere l’occasione di scoprire Salò durante la Milano Design Week 2025 e lasciati ispirare dal suo impatto visivo e sensoriale.

 

 

L’articolo Unopiù alla Milano Design Week 2025 con la nuova collezione outdoor Salò e molto altro proviene da dettagli home decor.

5 Aprile 2025 / / Case e Interni

Temperatura di Colore della luce: la chiave per una casa accogliente

Quando scegli una lampadina non sai esattamente quale scegliere? Perché alcune luci creano un’atmosfera calda e accogliente, mentre altre sembrano fredde e asettiche? La risposta è nella temperatura di colore. Comprendere questo concetto tecnico ti permetterà di fare scelte più consapevoli per illuminare al meglio la tua casa.

Cos’è la temperatura di colore?

La temperatura di colore è un valore espresso in gradi Kelvin (K) e indica la tonalità della luce emessa da una sorgente luminosa. Più il valore è basso, più la luce tende verso tonalità calde (giallo-arancio). Più il valore è alto, più la luce sarà fredda (bianco-azzurro).

Per esempio:

  • Lume di candela – 1500 K → luce molto calda e soffusa

  • Lampadina ad incandescenza – 2600-2700 K → luce calda

  • Lampadine alogene – 2700-3000 K → luce bianco calda

  • Luce naturale (giornata nuvolosa) – 5500-6500 K → luce bianca neutra

Lume di candela – 1500 K → luce molto calda e soffusa
credit photo: alvhem

E l’illuminazione a LED?

Le lampadine LED, a differenza delle altre fonti di luce citate, non hanno una temperatura di colore specifica. Offrono una gamma molto ampia di temperature di colore e questo è quello che genera confusione nella scelta. Puoi trovare LED con tonalità calde per un’atmosfera accogliente, neutre per un’illuminazione naturale o fredde per un effetto più tecnico.

Temperatura di Colore della luce per una casa accogliente

credit photo: fastighetsbyran

Come scegliere la temperatura di colore giusta?

La tonalità della luce ha un impatto diretto sull’atmosfera di un ambiente. Non si tratta solo di estetica, ma anche di benessere e funzionalità. Ecco alcune linee guida pratiche:

Per un ambiente caldo e accogliente come quello domestico (2.700 K – 3.300 K)

Se vuoi ricreare un’atmosfera rilassante e avvolgente, scegli luci bianco caldo. Sono perfette per lampade da tavolo o da terra, abat-jour… insomma tutte le luci della casa. La luce calda invita a rilassarsi e a godersi l’ambiente.

Per un’illuminazione funzionale (3.300 K – 4.500 K)

Uffici, studi, negozi, scuole, spazi commerciali, garage e laboratori necessitano di una luce più fredda, che aumenta la concentrazione, evidenzia i dettagli e riduce l’affaticamento visivo.

La nostra preferita: 3000K – Bianco caldo

La luce bianca calda (3000K) è adatta a stanze o negozi in cui si desidera una bella atmosfera, ma in cui ci si deve anche occupare delle mansioni quotidiane. Infatti, questo colore di luce crea intimità ed emette anche abbastanza luminosità per svolgere le attività di routine.

Temperatura di Colore della luce per una casa accogliente

credit photo: fastighetsbyran

Ora che sai come funziona la temperatura di colore, puoi lanciarti a scegliere la luce giusta per la tua casa. Troverai sempre il dato sulla temperatura sulla confezione di ogni lampadina, e qualsiasi negoziante del settore saprà guidarti nella scelta. Persino nei negozi di bricolage non avrai difficoltà a trovarla: spesso dividono gli scaffali proprio per grado di temperatura.

La luce non è solo illuminazione, ma anche atmosfera, comfort e funzionalità. Prima di acquistare una lampadina, guarda sempre il valore Kelvin sulla confezione: sarà il tuo miglior alleato per creare l’ambiente perfetto.

Temperatura di Colore della luce per una casa accogliente

Vuoi scoprire altre guide su come migliorare la tua casa? Continua a seguirci su Case e Interni anche su facebook!

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Marco di DMstudio per CASE E INTERNI

5 Aprile 2025 / / Casa Poetica

Decluttering e Cultura - Casa Poetica

Decluttering e Cultura sono due mondi che si intrecciano più di quanto immaginiamo, e l’arte ce lo dimostra da sempre. I grandi capolavori della pittura non sono solo oggetti da ammirare nei musei: raccontano storie di equilibrio, essenzialità e organizzazione dello spazio. Se osservati con attenzione, alcuni dei quadri più famosi della storia ci offrono vere e proprie lezioni di decluttering e ordine.

Scopriamo insieme cinque opere d’arte iconiche che ci ispirano a fare spazio nella nostra casa e nella nostra mente.



Decluttering e Cultura: lezioni di ordine dai grandi capolavori

L’arte è sempre stata una forma di organizzazione del caos. Attraverso la composizione, l’uso dello spazio e la scelta dei dettagli, i pittori ci hanno insegnato che l’essenziale è ciò che realmente conta. Ecco come alcuni dei quadri più celebri possono ispirarti nel tuo percorso di decluttering.

1. “La stanza di Vincent a Arles” – Vincent van Gogh

Ordine e armonia nello spazio personale

Questo celebre dipinto raffigura la camera da letto di Van Gogh in modo semplice, quasi essenziale. Pochi mobili, oggetti funzionali, colori accesi che creano un senso di calma e accoglienza. La stanza non è caotica, non è sovraccarica: è il riflesso di uno spazio pensato per il riposo e la tranquillità.

La lezione: Il decluttering non è solo eliminare, ma creare un ambiente che trasmetta serenità. La tua camera dovrebbe essere un rifugio, libera da accumuli inutili e oggetti superflui.

2. “La Gioconda” – Leonardo da Vinci

Il potere dell’essenzialità

La Gioconda è uno dei ritratti più iconici di sempre, eppure la sua forza sta nella semplicità. Nessuno sfondo elaborato, nessun dettaglio superfluo: tutto è studiato per mettere in risalto l’essenza del soggetto. Lo sguardo enigmatico di Monna Lisa cattura l’attenzione senza bisogno di eccessi.

 La lezione: L’essenzialità è eleganza. Anche nei tuoi spazi, meno è più: scegli con cura gli oggetti che ti circondano e valorizza ciò che davvero conta.

3. “Gli orologi molli” – Salvador Dalí

Il tempo come risorsa da organizzare

Questo quadro surreale ci fa riflettere su un concetto chiave: il tempo è fluido e, se non gestito bene, può sfuggirci di mano. Così come gli orologi sembrano sciogliersi sulla tela, il disordine può dilagare nei nostri spazi se non impariamo a controllarlo.

La lezione: Fare decluttering non è solo questione di oggetti, ma anche di tempo. Organizza le tue giornate e i tuoi spazi in modo da vivere con più leggerezza e senza sprechi.

4. “Il bacio” – Gustav Klimt

L’armonia tra decorazione ed equilibrio

L’arte di Klimt è famosa per i dettagli dorati e la ricchezza visiva, ma ciò che rende Il bacio un capolavoro è l’equilibrio perfetto tra ornamento e composizione. Ogni elemento è studiato per non soffocare la scena, ma per esaltarla.

La lezione: Puoi avere decorazioni e oggetti preziosi, ma l’importante è trovare il giusto equilibrio. Il decluttering non significa eliminare tutto, ma lasciare che ogni elemento abbia il suo spazio per risaltare.

5. “Composizione VIII” – Wassily Kandinsky

Il minimalismo come forma di espressione

Kandinsky, pioniere dell’astrattismo, dimostra come pochi elementi ben organizzati possano creare un impatto visivo straordinario. Linee, cerchi e colori si distribuiscono sulla tela in modo studiato, dimostrando che anche il minimalismo può essere potente.

La lezione: L’organizzazione e la semplicità non sono sinonimi di vuoto, ma di armonia. Applicare il decluttering ai tuoi spazi significa renderli più funzionali e, al tempo stesso, più espressivi.



Decluttering e Cultura: come applicare queste lezioni alla tua vita

L’arte ci insegna che l’ordine non è solo una questione pratica, ma anche un elemento di benessere e bellezza. Ecco alcuni modi per applicare queste lezioni al tuo decluttering quotidiano:

  • Trasforma la tua camera in un rifugio di serenità, come la stanza di Van Gogh.
  • Elimina il superfluo e valorizza l’essenziale, come fa Leonardo con la Gioconda.
  • Gestisci il tuo tempo come un bene prezioso, evitando di accumulare cose e impegni inutili, proprio come suggerisce Dalí.
  • Trova un equilibrio tra decorazione e funzionalità, senza sovraccaricare i tuoi spazi, prendendo ispirazione da Klimt.
  • Semplifica e crea armonia, proprio come fa Kandinsky con le sue composizioni.



Un esercizio per te: il tuo spazio come un’opera d’arte

Osserva la tua casa come se fosse un quadro. Immagina che ogni stanza sia una tela bianca su cui puoi creare equilibrio e armonia.

  1. Scegli un quadro tra quelli citati e lascialo ispirarti.
    Vuoi una camera essenziale come quella di Van Gogh? O preferisci un tocco decorativo equilibrato come in Klimt?

  2. Elimina gli elementi di disturbo.
    Osserva la tua stanza: ci sono oggetti che spezzano l’armonia? Prova a rimuoverli o a ridisporli in modo più funzionale.

  3. Dai risalto ai dettagli importanti.
    Così come Kandinsky organizza forme e colori in modo intenzionale, prova a mettere in evidenza gli oggetti che contano davvero.

  4. Goditi il risultato.
    Decluttering e Cultura si incontrano quando il tuo spazio diventa un’espressione di chi sei: ordinato, armonioso e ricco di significato. Fai un passo indietro e ammira la tua “opera”.



Decluttering e Cultura: crea il tuo capolavoro

L’arte ci insegna che l’armonia nasce dall’equilibrio tra pieni e vuoti, tra colore e spazio. Così anche la tua casa può diventare un luogo che ti rappresenta davvero. Se vuoi aiuto per trasformare i tuoi spazi in un capolavoro di ordine e bellezza, contattami: iniziamo insieme il tuo percorso di decluttering!





Cover Photo on I-Stock.





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5 Aprile 2025 / / La Gatta Sul Tetto

SUPERSTUDIO PIÚ, con l’evento Superdesign Show continua a essere a distanza di 25 anni il cuore pulsante della Milano Design Week, un luogo dove il design diventa un linguaggio di felicità, speranza e bellezza. 

SUPERSTUDIO
6 – 13 aprile 2025
SUPER DESIGN SHOW
SUPERSTUDIO PIU’
via Tortona 27
Milano

Un quarto di secolo fa nasceva SUPERSTUDIO PIÚ portando avanti il suo grande ideale innovativo fino ad oggi nel mondo del design dove le idee diventano eventi, sfruttando la capacità di trasformare ogni occasione in un avvenimento spettacolare. 

Al contempo la Milano Design Week non è da meno: un evento che ha saputo trasformarsi e adattarsi nel corso degli anni, mantenendo viva la sua essenza e il suo fascino. Partendo dal Superstudio Più in via Tortona, la manifestazione ha evoluto il concetto di design, trasformandolo da un momento esclusivo riservato a professionisti del settore a una grande festa popolare che accoglie visitatori di ogni tipo. 

Superdesign Show 2025, un evento che celebra la felicità in tutte le sue forme. 

La parola chiave di questa edizione è “felicità”. In un periodo di incertezze globali, la Milano Design Week si propone di regalare momenti di gioia e bellezza attraverso il design. I visitatori possono aspettarsi installazioni che non solo colpiscono per la loro estetica, ma che raccontano storie di creatività e innovazione. 

SUPERSTUDIO

Questo è il messaggio che SUPERSTUDIO PIÚ ha voluto trasmettere con il tema dell’anno: HAPPINESS. Un manifesto che si esprime attraverso un lettering unico, creato dall’artista Daniele Cima, e un allestimento caratterizzato da un giallo luminoso, scelto dall’art director Giulio Cappellini. 

SUPERSTUDIO PIÚ: una location per il Design e Oltre 

La Milano Design Week non sarà solo un palcoscenico per i produttori di arredi, ma anche per brand provenienti da settori diversi come automotive, fashion, food e beauty. Questa fusione di idee e approcci permette di esplorare un panorama allargato che promette di ispirare e intrigare. Ogni anno, oltre 70 designer provenienti da 10 nazioni si riuniscono per presentare più di 20 progetti, creando un’atmosfera internazionale e coinvolgente

Installazioni cariche di storytelling 

Le installazioni di quest’anno al Superstudio Più offrono esperienze immersive che spaziano dalla natura esplorata attraverso la tecnologia 4.0 di FORUM 8 al benessere rappresentato dall’esperienza acquatica virtuale di Geberit. Non mancano neppure proposte dal Far East, dove tradizione e innovazione si incontrano in modi sorprendenti. 

La Milano Design Week al Superstudio è una celebrazione del design che invita chiunque a esplorare le ultime tendenze. Con interventi di esperti, questo evento si conferma come un punto di riferimento per chi è curioso di scoprire il futuro del design. L’incontro tra creatività, innovazione e felicità rende la Milano Design Week un’esperienza che va oltre le aspettative, promettendo di affascinare e ispirare ogni visitatore. 

Superstudio continua a essere a distanza di 25 anni il cuore pulsante della Milano Design Week, un luogo dove il design diventa un linguaggio di felicità, speranza e bellezza. Non perdere l’occasione di vivere tra pochi giorni questa straordinaria esperienza 

Per info: sito ufficiale

Non perderti tutti i nostri articoli sul Fuorisalone.

4 Aprile 2025 / / Dettagli Home Decor

Incastonato tra le dolci colline dell’isola di Tinos, una delle perle più affascinanti delle Cicladi, PNOĒS Tinos è un’oasi che incarna perfettamente la filosofia della lentezza locale, offrendo non solo una fuga, ma un’immersione nel cuore di un luogo che è essenziale e profondo. Membro di Design Hotels™, il raffinato resort composto da tre ville è un capolavoro di architettura cicladica contemporanea che, pur essendo moderna e senza compromessi, si fonde armoniosamente con il paesaggio circostante.

PNOĒS Tinos villa
© Kirill Samarits
Aristides Dallas architects
© Kirill Samarits

La struttura si trova a soli dieci minuti a piedi dalla spiaggia di Agios Fokas, con le sue acque cristalline e le tamerici che ne costeggiano le rive, e a breve distanza in auto da Chora, la capitale dell’isola. PNOĒS Tinos offre un’esperienza rara: un rifugio che non si isola, ma si connette intimamente con il luogo, rivelando la sua poesia silenziosa.

Aristides Dallas architects
© Panagiotis Voumvakis
PNOĒS Tinos hotel di design
© Panagiotis Voumvakis

PNOĒS Tinos: un’Architettura che dialoga con la natura

Progettato dall’architetto greco Aristides Dallas, PNOĒS è una riflessione profonda sulla terra, il vento e l’acqua, una risposta architettonica alle forze naturali che modellano Tinos. Per Dallas, l’architettura è paragonabile a una musica congelata, che prende vita attraverso il movimento umano, come sottolineava Goethe, un concetto che si materializza nei volumi progettati con estrema cura. Le strutture sotterranee si fondono con il paesaggio, evocando l’abbraccio protettivo delle abitazioni tradizionali, mentre le forme cubiche, candide e leggere, giocano con la luce e l’ombra, ricordando l’architettura vernacolare delle Cicladi.

Aristides Dallas Architects
© Kirill Samarits

L’acqua, elemento centrale, scivola delicatamente tra le costruzioni, riflettendo i mutevoli stati d’animo del cielo e delle rocce, creando un continuo dialogo tra costruito e naturale. In questo contesto, la forma non è solo estetica, ma anche un invito a percepire e vivere la bellezza silenziosa del luogo.

PNOĒS Tinos hotel di design
© Yiannis Rizomarkos
Aristides Dallas Architects
© Yiannis Rizomarkos

Lusso e comfort sostenibile

Ogni villa con due camere da letto di PNOĒS è un mondo a sé, pensato per promuovere un benessere senza sforzo. Gli interni, nei toni della terra e nella loro essenziale raffinatezza, sono arricchiti da materiali tattili che invitano alla tranquillità. Saponi fatti a mano, lenzuola in cotone biologico e materassi in fibre naturali offrono un comfort che si avvicina al rituale, per un riposo che è al contempo ristoratore e indulgente. Gli spazi abitativi, ariosi e luminosi, si aprono senza soluzione di continuità verso l’esterno, dove piscine private e terrazze ombreggiate incorniciano viste mozzafiato sull’Egeo.

PNOĒS Tinos hotel di design
© Panagiotis Voumvakis
Aristides Dallas Architects
© Kirill Samarits

Un giardino che celebra la natura

Oltre alle ville, i giardini progettati da Richard Gerritsen rappresentano un’integrazione magistrale di permacultura e design paesaggistico, dove il patrimonio agricolo dell’isola non è solo preservato, ma attivamente integrato nell’esperienza degli ospiti. Questo paesaggio curato non è solo un piacere visivo, ma un invito a interagire con la natura: dagli alberi da frutto agli orti aromatici, ogni angolo è un’opportunità per entrare in contatto con la terra, rilassarsi nel giardino del tè o semplicemente raccogliere i frutti della stagione.

PNOĒS Tinos alle Cicladi
© Panagiotis Voumvakis
Aristides Dallas Architects
© Panagiotis Voumvakis

PNOĒS Tinos: un riflesso dell’ethos dell’isola

PNOĒS è un riflesso di questo ethos. Non impone la sua presenza sul paesaggio, ma piuttosto ascolta, risponde e, in definitiva, si integra. È un luogo dove è possibile respirare, essere e lasciarsi andare alla bellezza elementare di Tinos. Che si tratti di svegliarsi con il profumo del mare e delle erbe aromatiche, di rilassarsi al sole accanto alla piscina o di sorseggiare un bicchiere di vino locale mentre il tramonto dipinge il cielo, ogni momento trascorso qui è intimo, ma anche liberatorio, un invito a scoprire una parte profonda di sé e del mondo che ci circonda.

 

 

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4 Aprile 2025 / / Dettagli Home Decor

Inaugurata all’ADI Design Museum di Milano, la tanto attesa mostra “Best of Both Worlds: Italy – Arte e Design in Italia 1915-2025”. Un percorso straordinario che celebra il legame tra arte e industria, illustrando le radici culturali, l’evoluzione progettuale e il dialogo con la modernità che hanno contribuito a plasmare la nostra “società estetica”. Questa esposizione ambiziosa racconta come il design italiano, negli ultimi cento anni, abbia saputo anticipare e formare l’immaginario collettivo, unendo funzionalità ed estetica in un equilibrio perfetto che ha segnato profondamente la cultura visiva contemporanea.

Curata dal designer e scrittore Stefano Casciani, la mostra esplora le complesse interconnessioni tra il design e le altre forme artistiche, dalla letteratura all’artigianato, ma soprattutto le arti visive e plastiche. L’intento è quello di riscoprire e celebrare una tradizione che si è evoluta adattandosi al contesto industriale italiano, dando vita a una cultura cosmopolita di design che ancora oggi resta uno dei punti di riferimento globali.

Best of Both Worlds: un viaggio nel tempo del Design Italiano

La mostra, che si sviluppa in un allestimento progettato da Piero Lissoni, traccia la storia del design italiano attraverso le sue fasi più significative, dal fervore futurista agli anni del boom economico, fino alle sfide della postmodernità. Oggetti e progetti di icone del design come Carlo Mollino, Bruno Munari e Enzo Mari si alternano a opere più recenti di designer contemporanei, rivelando come il design non sia mai stato solo una questione di funzionalità, ma anche di significato estetico e culturale.

Una delle sezioni più affascinanti dell’esposizione è quella dedicata al movimento radicale, che ha visto figure come Ettore Sottsass, Alessandro Mendini e il gruppo Memphis sfidare le convenzioni estetiche e progettuali, introducendo un nuovo modo di concepire l’oggetto come mezzo di comunicazione visiva e culturale. Allo stesso modo, l’influenza delle arti visive e della moda emerge in un dialogo continuo che attraversa gli anni e le generazioni di designer, da Joe Colombo alla contemporaneità.

Un design che rinnova la tradizione

Non solo una mostra storica, Best of Both Worlds include anche contributi inediti che riflettono il pensiero progettuale dietro il design italiano, con un focus su autori contemporanei che continuano a reinterpretare l’incontro tra arte e design, come Gaetano Pesce e Nathalie Du Pasquier. Le sezioni tematiche della mostra mettono in luce le nuove vocazioni “scultoree” del design, dove l’oggetto diventa protagonista di una riflessione sulla sua identità e sul suo rapporto con l’arte e la cultura visiva.

Un altro aspetto importante dell’esposizione è la sua capacità di stimolare una riflessione sul ruolo del design come strumento di innovazione e sviluppo economico, e non solo come risposta a esigenze estetiche. Luciano Galimberti, presidente di ADI, sottolinea come questa mostra non solo celebrerà la lunga tradizione del design italiano, ma anche il suo continuo ruolo pionieristico nel panorama internazionale.



Un tributo alla cultura e alla collaborazione

La mostra è resa possibile grazie al contributo di molteplici sponsor e partner, tra cui Fondazione Cariplo, Intesa Sanpaolo e Fantoni, con il prestito di importanti opere d’arte che arricchiscono il percorso espositivo. Tra queste, spiccano lavori di Giacomo Balla, Joe Colombo, Enzo Mari e Michelangelo Pistoletto, che testimoniano la sinergia tra arte e design che ha caratterizzato la storia culturale italiana.

Best of Both Worlds: Italy” non è solo una mostra, ma un vero e proprio tributo alla nostra identità culturale e al design come espressione di innovazione e creatività. Un’esperienza che ci invita a riflettere sul nostro passato e a proiettarci verso il futuro del design globale.

Non perdere l’occasione di vivere un’esperienza unica, visitando l’ADI Design Museum a Milano per scoprire il cuore pulsante della cultura estetica italiana, tra innovazione, tradizione e ricerca continua.

La mostra sarà aperta fino a settembre 2025. Consultate il sito ufficiale del museo per gli orari aggiornati.

www.adimuseum.org

 

 

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4 Aprile 2025 / / Coffee Break


Dal 4 al 6 aprile 2025, l’Auditorium Parco della Musica progetto di Renzo
Piano Building Workshop a Roma si trasformerà in un’oasi di natura, design e
innovazione, ospitando la XIV edizione del Festival del Verde e del Paesaggio.
Questo evento celebra la cultura del verde urbano, offrendo ai visitatori
un’esperienza immersiva tra giardini sperimentali, installazioni artistiche e
incontri con esperti del settore.

Percorsi tematici e attività

Il festival propone quattro percorsi tematici per guidare i partecipanti alla
scoperta della biodiversità e della sostenibilità:

  • Incursioni nella BiodiverCity: esplorazioni dedicate alla forestazione
    urbana e alle città biofiliche;
  • Appuntamenti in giardino: visite guidate e workshop sul benessere legato
    alla natura;
  • Passeggiate al mercato: percorsi focalizzati sulla sostenibilità a
    chilometro zero e sull’artigianato locale;
  • Avventure in famiglia: attività ludiche e didattiche pensate per
    coinvolgere grandi e piccini.

Che siate appassionati di giardinaggio o semplici curiosi, questo evento offre
spunti e ispirazioni per immaginare un futuro più verde e armonioso.

Festival del Verde e del Paesaggio 2025: a green oasis in the heart of Rome

From 4 to 6 April 2025, the Auditorium Parco della Musica designed by Renzo
Piano Building Workshop in Rome will be transformed into an oasis of nature,
design and innovation, hosting the XIV edition of the Festival del Verde e
del Paesaggio. This event celebrates the culture of urban greenery, offering
visitors an immersive experience among experimental gardens, artistic
installations and meetings with experts.

Thematic paths and activities

The festival offers four thematic paths to guide participants in
discovering biodiversity and sustainability:

  • Incursionsinto BiodiverCity: explorations dedicated to urban forestry
    and biophilic cities
  • Garden appointments: guided tours and workshops on nature-related
    well-being
  • Market walks: routes focused on zero-kilometer sustainability and
    local crafts
  • Family adventures: playful and educational activities designed to
    engage both adults and children

Whether you are a gardening enthusiast or simply curious, this event offers
ideas and inspirations to imagine a greener and more harmonious future.

immagini VIA

4 Aprile 2025 / / VestaArredo

Nel mondo dell’architettura e del design, ci sono elementi che resistono al tempo, non solo per la loro funzione strutturale, ma anche per il valore estetico che riescono a trasmettere. Il bugnato angolare è uno di questi. Spesso sottovalutato o relegato ad ambiti storici, oggi questo dettaglio architettonico sta vivendo una nuova stagione, diventando un elemento di forte interesse per i designer contemporanei.

In questo articolo ti accompagno in un viaggio completo per scoprire tutto ciò che c’è da sapere sul bugnato angolare: cos’è, come nasce, quali sono i suoi impieghi più interessanti nel design attuale e perché potrebbe diventare una tua arma segreta per progetti che vogliono farsi notare.

Cos’è il bugnato angolare?

Immagina di camminare in un centro storico italiano: i palazzi nobiliari, le dimore rinascimentali, le facciate austere ma eleganti. Se osservi gli spigoli degli edifici, noterai spesso delle pietre sporgenti, lavorate, posizionate in modo regolare: quello è il bugnato angolare. In parole semplici, si tratta di un tipo di decorazione muraria realizzata con blocchi in rilievo, posizionati sugli angoli degli edifici, con la funzione originaria di rafforzare la struttura e di conferirle un aspetto più solido e autorevole.

Oggi, però, il bugnato angolare non è più solo un elemento strutturale o decorativo del passato. Sta diventando un vero e proprio linguaggio estetico, capace di dialogare con materiali moderni, minimalismo e concetti di design contemporaneo.

Le origini storiche del bugnato: un dialogo tra estetica e funzione

Il bugnato ha radici molto antiche. Già gli architetti romani lo utilizzavano per creare un senso di robustezza nei loro edifici. Ma è durante il Rinascimento che il bugnato angolare diventa una firma stilistica, un segno di prestigio e raffinatezza. In quel periodo si sviluppano diverse tipologie di bugnato: rustico, liscio, squadrato, diamantato, a seconda del tipo di effetto che si voleva ottenere.

Il bugnato angolare, nello specifico, nasce con una duplice funzione: da un lato rafforzare l’angolo della struttura, punto debole per eccellenza; dall’altro, comunicare forza, ordine e simmetria. Era un modo per dire: “ecco un edificio importante, solido, degno di attenzione”.

Perché il bugnato angolare sta tornando di moda nel design?

Viviamo in un’epoca di contaminazioni. Il design contemporaneo ama mescolare linguaggi: antico e moderno, urbano e naturale, minimal e decorativo. In questo contesto, il bugnato angolare si rivela un elemento sorprendentemente versatile.

  1. Contrasto materico: inserire un bugnato angolare in cemento a vista, acciaio Corten o resina su una parete liscia e moderna crea un contrasto che cattura lo sguardo. Come un gioiello grezzo su un abito elegante.
  2. Richiamo alla tradizione: in progetti di ristrutturazione, il bugnato angolare permette di mantenere un dialogo visivo con l’architettura originale, anche inserendo elementi contemporanei.
  3. Identità visiva forte: grazie alla sua tridimensionalità e ripetitività, il bugnato angolare crea pattern e giochi di ombra che possono diventare il segno distintivo di un brand, un hotel, uno showroom o uno spazio pubblico.
  4. Modularità e personalizzazione: oggi è possibile progettare bugnati angolari in materiali innovativi, con texture personalizzate, persino stampati in 3D o tagliati a laser. Questo apre le porte a un’infinità di soluzioni creative.

Come integrare il bugnato angolare in progetti di design contemporaneo

Vediamo alcuni esempi concreti e applicazioni creative che puoi usare come ispirazione:

  • Pareti di ingresso: utilizzare il bugnato angolare per marcare l’ingresso di uno spazio commerciale o residenziale. Crea un effetto “cornice” che guida lo sguardo e valorizza l’accesso.
  • Installazioni museali o culturali: mixando il bugnato con illuminazioni dinamiche, si possono ottenere superfici narrative, che mutano aspetto in base alla luce.
  • Facciate ventilate: inserire elementi bugnati prefabbricati in facciate moderne, creando ritmo e profondità senza rinunciare all’efficienza energetica.
  • Interior design: chi l’ha detto che il bugnato è solo da esterno? In ambienti interni, come hall di alberghi o ambienti retail, può diventare protagonista come boiserie materica.
  • Arredo urbano: nelle panchine, fioriere o sedute integrate, il bugnato angolare può essere reinterpretato in chiave scultorea.

I materiali di oggi: dal travertino alla stampa 3D

Il bugnato del passato era quasi sempre in pietra naturale, scolpita a mano. Oggi, però, la tecnologia ci offre un ventaglio molto più ampio:

  • Cemento architettonico: per un effetto urbano, brutalista, solido ma contemporaneo.
  • Resine epossidiche: leggere, modellabili, ideali per interni.
  • Legno lamellare: sorprendente e caldo, perfetto per ambienti accoglienti e sostenibili.
  • Metallo tagliato al laser: acciaio, alluminio, Corten, per giochi di luce e ombre dal carattere industrial.
  • Tecnologie additive: stampa 3D di blocchi personalizzati, che rendono ogni progetto unico.

Il bugnato come linguaggio visivo: forme, ritmo e significato

Ogni designer sa che la superficie non è mai solo un rivestimento. È un messaggio. Il bugnato angolare, con la sua geometria ritmica e la sua storia, può diventare un alfabeto progettuale. Puoi usarlo per:

  • Dare ritmo e proporzione a una facciata troppo piatta
  • Comunicare solidità e artigianalità in un prodotto di lusso
  • Evidenziare punti focali come ingressi, vetrine, volumi sporgenti
  • Creare storytelling visivi, come metafore di passato e futuro che si intrecciano

Cosa evitare: errori comuni nel design con bugnato angolare

Nonostante le sue potenzialità, ci sono alcuni scivoloni da evitare:

  • Usarlo come decorazione fine a sé stessa: il bugnato angolare ha senso quando ha una coerenza progettuale. Non è un semplice ornamento.
  • Esagerare con la dimensione: troppo grande diventa grottesco, troppo piccolo non si percepisce.
  • Non considerare la luce: essendo tridimensionale, il bugnato vive grazie all’ombra. Se lo metti in un punto sempre in ombra, è un’occasione persa.
  • Scegliere materiali incoerenti: legno bugnato in esterno senza protezione? Non dura. Meglio pensare sempre all’uso e al contesto.

Conclusione: il futuro del bugnato è nelle mani dei designer

In un mondo in cui la standardizzazione rischia di rendere tutto uguale, il bugnato angolare è una dichiarazione di identità. È un elemento che parla di storia, ma guarda al futuro. È materia che diventa linguaggio. Per te che fai design, è un’occasione per raccontare qualcosa in più, con pochi blocchi di materia.

Non serve stravolgere un progetto: basta inserirlo con intelligenza, come si fa con una spezia in una ricetta. Una piccola quantità, ma capace di cambiare tutto.

Quindi, la prossima volta che lavori su un progetto architettonico o di interior, chiediti: e se usassi un bugnato angolare?

Potrebbe essere la firma che mancava.

L’articolo Bugnato Angolare: quando la tradizione incontra il design moderno proviene da Vestarredo.

4 Aprile 2025 / / Laura Home Planner

Realizzare una soluzione personalizzata, adattabile alle proprie esigenze e ai propri spazi, può essere una sfida. Spesso i genitori si chiedono come poter arredare una cameretta piccola che possa essere in linea con le proprie necessità in termini pratici ed estetici ,

soprattutto se la cameretta piccola deve essere condivisa da due figli differenti per genere e età.

Un bambino di due anni ha esigenze diverso rispetto ad uno di otto,

e lo stesso può valere tra un maschio ed una femmina.

Insomma,

gli spazi ristretti non aiutano,

perciò,

organizzare e arredare una cameretta piccola può sembrare impossibile.

In realtà ,

come per tutti gli ambienti della casa, quello che serve è un buon progetto,

meglio non andare a caso.

Come arredare una cameretta piccola?

Quando si pensa a come poter arredare una cameretta piccola, tra le prime composizioni che possono venire in mente ci sono i letti a soppalco ed i letti a castello,

certo,

possono essere entrambi delle ottime soluzioni, ma non sono adatte a tutti.

Qualche genitore può avere l’ansia di far dormire nella parte alta i bambini ancora troppo piccoli,

altri hanno dei figli adolescenti che in un letto a castello profondo 2 mt non ci stanno,

insomma,

prima di valutare lo sviluppo in altezza dei letti, è bene capire in che modo è possibile sfruttare la superficie della cameretta.

Come arredare una cameretta: quanto misurano i letti, le scrivanie e gli armadi?

Per arredare una cameretta bisogna tener conto delle misure degli elementi che la comporranno.

l’elemento principale è il letto.

Le misure della struttura esterna del letto dipende dalla misura delle rete scelta.

come arredare una cameretta piccola laurahomeplanner.com

Considerate le misure della rete ,

le misure dell’ingombro totale del letto possono variare a seconda del materiale definito per la struttura,

ovvero,

con una rete singola 80cm x190 cm , scegliendo una struttura letto imbottita, le misure potrebbero aumentare di circa 10 cm,

dunque,

un letto con rete 80×190 cm potrebbe avere un ingombro complessivo di 90×200 cm.. e così via.

Scrivania e armadio che misure hanno?

A differenza del letto che ha misure abbastanza vincolate ,

la scrivania e l’armadio sono degli elementi che possono essere personalizzati,

questo perché le aziende produttrici di camerette offrono la possibilità di creare a misura sia i piani scrivania che i moduli degli armadi.

Le scrivanie piccole hanno solitamente una misure in larghezza di circa 80 cm per una profondità di 50 cm,

in realtà, un piano scrivania fatto in legno o in laminato può essere tagliato e raggiungere una misura inferiore,

o semplicemente può essere modellato e sostituito con una forma diversa da quella rettangolare .

come arredare una cameretta piccola laurahomeplanner.com

Lo stesso vale per i moduli che compongono gli armadi,

oltre alle misure standard di larghezza, 30, 40, 45, 60 cm .., le ante e le strutture possono in alcuni casi essere tagliate per soddisfare nicchie e spazi ristretti.

Come arredare una cameretta piccola: soluzioni idee e consigli

Anche se non apprezzate da tutti ,

le soluzioni migliori per arredare una cameretta piccola, sono quelle che sfruttano lo spazio in altezza:

  • Soppalchi
  • Letti a castello
  • Letti scorrevoli
  • Cameretta a ponte

queste tipologie di camerette spesso consentono di organizzare su un’unica parete letti, scrivania e armadio,

lasciando più spazio libero per giocare e muoversi liberamente.

La differenza tra i letti a soppalco o castello, rispetto a quelli scorrevoli, è sostanzialmente l’altezza.

Mentre i letti a soppalco e a castello hanno il letto superiore che solitamente parte ad una altezza di almeno 145 cm da terra,

i letti scorrevoli, possono avere altezze inferiori.

Ci sono due tipologie di letti scorrevoli,

quelli con binario a parete, lungo la quale scorrono i letti che poi si sovrappongono tra di loro durante il giorno per non ingombrare

e quelli scorrevoli su ruote

Immagine Pinterest

che possono essere posizionati indipendentemente dalla parete.

I miei consigli

Quando si deve arredare una cameretta piccola, ci sono degli aspetti fondamentali di cui tener conto:

  • le misure delle pareti
  • l’altezza disponibile
  • le esigenze funzionali
  • quante persone utilizzeranno la stanza
  • la luce naturale
  • la posizione di porte e finestre.
  • i colori delle pareti

L’articolo Come arredare una cameretta piccola proviene da Laura Home Planner.

3 Aprile 2025 / / Dettagli Home Decor

Michele Vitaloni + Partners firma il restyling di Villa Due a Forte dei Marmi, un progetto che rinnova in chiave contemporanea i canoni dell’architettura residenziale tipica della costa toscana. Con una sintesi perfetta tra estetica e funzionalità, il progetto propone linee essenziali e una raffinata continuità materica che trasformano lo spazio domestico in un’esperienza visiva e sensoriale unica.

Le scelte progettuali per Villa Due

Il restyling della villa si distingue per una facciata total white che integra l’uso della Pietra di Cardosio, una pietra autoctona lavorata con tagli geometrici e texture moderne. Il connubio con grandi lastre di gres porcellanato esalta l’armonia tra la tradizione toscana e il design contemporaneo. Gli olivi secolari, immersi in un landscape tropicale, completano l’ambiente esterno, che si integra perfettamente con il concept distintivo di Vitaloni.

Villa Due a Forte dei Marmi progetto Michele Vitaloni + Partners


progetto Michele Vitaloni + Partners progetto Michele Vitaloni + Partners

Piscina e colonne in pietra

Uno degli elementi distintivi del progetto è la piscina, che grazie all’uso del vetro offre una vista mozzafiato, con l’acqua che sembra sospesa nell’aria. Le colonne in Pietra di Cardosio ripetute lungo il profilo della villa creano un ritmo visivo, segnalando l’ingresso e rendendo la transizione tra interno ed esterno fluida e armoniosa. “Le colonne creano un ritmo visivo che segna il percorso d’ingresso”, racconta Michele Vitaloni, che ha voluto accentuare il dialogo tra gli spazi e l’ambiente naturale circostante.

Villa Due a Forte dei Marmi

Michele Vitaloni + Partners progetto di Michele Vitaloni + Partners

Riprogettazione degli spazi interni: funzionalità e comfort

Il progetto ha coinvolto tutti e tre i livelli della villa—piano terra, mezzanino e primo piano—con un’attenzione particolare alla continuità tra interno ed esterno. Per garantire uniformità tra gli spazi, il pavimento del portico esterno continua senza soluzione di continuità con quello interno, creando un dialogo fluido tra le due dimensioni.

Nel living, un camino incassato a muro diventa il centro estetico e funzionale dello spazio. L’elemento, esteso con un taglio continuo che arriva fino all’area destinata allo stoccaggio della legna, enfatizza la linearità e coerenza visiva degli ambienti. Ogni dettaglio contribuisce a una percezione di raffinatezza e essenzialità.

Michele Vitaloni + Partners

Villa Due a Forte dei Marmi: progetto di Michele Vitaloni + Partners progetto di Michele Vitaloni + Partners

Design contemporaneo e tradizione toscana: un perfetto equilibrio 

Il progetto di Michele Vitaloni riesce a conciliare l’architettura moderna con le persiane toscane tradizionali, mantenendo un equilibrio tra contemporaneità e storia. La villa si sviluppa su tre livelli con ampi spazi aperti. Cucina, area pranzo e salotti si interconnettono in un unico flusso visivo che si estende verso l’esterno.

Le scelte di materiali di alta qualità, come quelli provenienti da marchi d’eccellenza come Living Divani, Flexform e Kamran, arricchiscono il progetto, mantenendo sempre un filo conduttore tra architettura e design degli arredi. Ogni dettaglio è pensato per migliorare la qualità abitativa e garantire comfort.

La scala in legno, elemento centrale del progetto, è valorizzata da un’illuminazione studiata ad hoc. La luce esalta i suoi profili e crea un gioco di luci e ombre, sottolineando la sua eleganza. La combinazione di colori grigio, marrone e bianco in tutto l’ambiente gioca un ruolo fondamentale nell’armonizzare gli spazi, con il grigio che conferisce modernità, mentre il marrone introduce calore e un forte legame con la natura circostante.

Villa Due a Forte dei Marmi

Soluzioni per l’outdoor

Una delle soluzioni più innovative del progetto è l’area outdoor. Lo spazio è dotato di un tendaggio motorizzato che consente di scegliere tra un pranzo all’aperto o uno spazio protetto. Come spiega Vitaloni, “Forte dei Marmi si nutre di proposte Outdoor, il piacere di vivere la natura“. La scelta di materiali e l’inserimento di elementi come il gres bianco e la pietra contribuiscono a creare un’atmosfera senza tempo. Ogni dettaglio è pensato per esaltare l’ambiente circostante.

Conclusione: un progetto unico firmato Michele Vitaloni + Partners

Il restyling di Villa Due a Forte dei Marmi è un perfetto esempio di come l’architettura contemporanea possa integrarsi con la tradizione, rispettando l’ambiente naturale e creando spazi abitativi funzionali ed esteticamente raffinati. Ogni dettaglio, dalla facciata all’arredamento, racconta una storia di eleganza e innovazione, mantenendo sempre un legame profondo con il territorio toscano.

 

Progetto: Michele Vitaloni + Partners

Fotografie: Diego Laurino Fotografo

 

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