E’ tempo di trovare la soluzione perfetta per rinfrescarsi. Le docce per esterno possono essere la chiave per sopravvivere alle alte temperature e godersi l’estate.
Ideali per qualsiasi spazio outdoor di casa, come giardini, terrazze o rooftop, le docce da esterno sono utili per completare la zona piscina, ma nulla vieta di utilizzarle anche se non si possiede una piscina.
Per la loro installazione non servono autorizzazioni o comunicazioni nemmeno se viene posta sul terrazzo di un’abitazione in condominio. A patto però, che sia arretrata rispetto alla strada e non chiusa all’interno di un volume costruito appositamente. La posa in giardino è semplice e non richiede accessori extra. Nel caso di terrazze o rooftop occorre prevedere anche un piatto doccia con un sistema di scarico.
Le aziende del settore propongono modelli dal design versatile, caratterizzati da forme, materiali e colorazioni diverse. Esistono innumerevoli soluzioni che spaziano dalle colonne doccia freestanding alle docce da parete con soffione, fino a quelle dotate di doccetta o lavapiedi. Tra i materiali, oltre al metallo, si può optare per modelli realizzati in plastica, in legno, o in pietra naturale.
Se stai pensando di attrezzare il tuo spazio outdoor con una doccia esterna, ecco 10 modelli di design per goderti l’estate.
10 docce di design per l’esterno
Doccia minimal di Tarantik & Egger
La doccia minimalista dello studio di design tedesco Tarantik & Egger è composta da una serie di tubi uniti tra loro da connettori brevettati nascosti. Il semplice design autoportante, che si collega direttamente a un tubo da giardino, è realizzato in diverse sezioni di acciaio ma appare come un unico tubo che si avvolge su se stesso alla base per formare un robusto supporto.
Inoltre, la doccia, progettata per l’uso in giardino o intorno alla piscina, è autoportante e può essere montata sia su erba che su una terrazza in pietra, piastrelle o sabbia senza la necessità di ulteriori infissi.
Garden Shower Doccia
Doccia da esterno Garden Shower disegnata da Mark Gabbertas per Gloster. Elegantissima e minimale, Garden Shower è realizzata con struttura in alluminio verniciato a polvere color meteora. La piattaforma a doghe in teak naturale permette il posizionamento libero. Per completare il design, un soffione doccia in caldo colore ottone lucido che rappresenta un sottile riferimento al vero disco solare, il sole. La finitura ottone viene ripresa anche dal miscelatore, un tocco davvero prezioso.
Open Air doccia freestanding
Disegnata dallo studio Benedini Associati per Agape, Open Air è la freestanding da collocare dove vuoi. E’ dotata di supporto in alluminio anodizzato nero e base in Cementoskin®, cemento colorato in pasta grigio scuro. Gli elementi di adduzione dell’acqua sono realizzati in POM, materiale plastico, con finitura nera. Il tubo flessibile, in PVC nero, è completo di attacco rapido per giardino. La doccia è dotata di sola regolazione di flusso.
Colonna doccia Kos di Zucchetti
Una colonna doccia studiata per l’outdoor realizzata in acciaio e freestanding. Kos ha linee essenziali e pulite che sfociano in una curva a tutto tondo con un grande soffione a pioggia da 300 mm. Grazie al miscelatore con comando joystick è possibile utilizzare sia l’acqua fredda che quella calda, per un benessere totale anche outdoor. Dispone inoltre di una doccetta integrata in gomma ed i collegamenti dell’acqua sono a pavimento. L’ estrema semplicità d’installazione ne consente ampia versatilità di utilizzo e fruizione. La colonna doccia per esterno si abbina al piatto doccia in cedro rosso canadese, materiale che resiste anche outdoor in con qualsiasi condizione climatica.
OUT.SIDE di FIMA Carlo Frattini
Grazie al suo design essenziale, firmato Davide Vercelli, OUT.SIDE si inserisce con eleganza e discrezione nei contesti più diversi. E’ realizzata in acciaio 316, scelto per le altissime prestazioni e l’inalterabilità nel tempo e non arrugginisce anche in caso di esposizione diretta all’aria o all’acqua. Elemento iconico sono le due maniglie: quella in basso regola il flusso e temperatura dell’acqua e quella in alto permette di selezionare l’uscita desiderata tra soffione o doccetta. Sono disponibili in molteplici finiture – Acciaio, Grigio chiaro, Verde e Azzurro – e nelle preziose versioni in marmo bianco e marmo nero, tutte abbinabili alla finitura inox spazzolato della colonna. Un perfetto connubio tra estetica e design all’avanguardia.
La collezione Ingiro
Versatile e iconica, Ingiro è la nuova collezione di diffusori d’acqua della Divisione Outdoor di FIMA Carlo Frattini, nata dall’estro creativo di Lorenzo Damiani.
L’estrema praticità e la totale libertà di posizionamento sono le caratteristiche principali di Ingiro. Da un lato la sua ergonomia è studiata per un utilizzo semplice e immediato, dall’altro grazie a un collegamento idrico che non comporta una posizione fissa dell’elemento, consente di fare la doccia ovunque possa arrivare il tubo flessibile dell’acqua. A queste si aggiunge il basamento in cemento che dona stabilitàin ogni situazione: dal deck di un’imbarcazione, a un giardino fino al bagnasciuga di una spiaggia.
La collezione è declinata in tre versioni dotate di un doccino con molteplici microgetti che assicura un’esperienza avvolgente. Doccino free-standing, colonnadoccia free-standing e saliscendi a parete. Tutte predisposte per essere collegate facilmente a un classico attacco dell’acqua in giardino, a un pozzetto dedicato o a un miscelatore a incasso per il controllo della temperatura, rispondono a diverse esigenze d’uso e di contesto.
Showergate di Talenti
Talenti propone la doccia freestanding Showergate nella misura 90 x 100 cm. Il designer Marco Acerbis con questo elemento ha voluto creare un prodotto funzionale e allo stesso tempo comunicare la sensazione di piacevolezza di una doccia rinfrescante con un oggetto di design di grande impatto visivo. Showergare è disponibile nei colori Natural – White Natural – Graphite.
Istà di Lineabeta
Progettata dallo studio JoeVelluto per rinfrescare durante le calde giornate estive, Istà è un arredo da esterni ideale per la bella stagione all’aria aperta. Prodotta da Lineabeta, è una doccia per l’outdoor dal design originale, realizzata con un’asta in metallo verniciato (disponibile in diversi colori) e base in materiale plastico integrata con una superficie d’appoggio, utilizzabile anche come seduta. Pensata per essere versatile e funzionale per le varie tipologie di spazi ed esigenze, lstà può essere collegata comodamente al tubo da irrigazione per giardino, per un utilizzo più libero e mobile, oppure direttamente a un impianto idraulico tradizionale.
Shawà di antoniolupi
Essenziale nelle forme ma dalla forte presenza scenica, grazie a un’ immagine pulita ma iconica generata dalla perfetta composizione di geometrie e volumi puri. Shawà è una colonna doccia da terra per interno o esterno, in acciaio inox completa di corpo ad incasso, soffione, miscelatore, rubinetto di comando waterproof con deviatore a due vie e doccetta con flessibile 150 cm. Shawà connota lo spazio relax con una presenza forte, imponente ma non per questo “ingombrante”. All’esterno la doccetta può essere declinata con getto a cascata o lava-piedi, ideale per le situazioni di bordo piscina.
La doccia per esterni di Seletti
Aquart, di Seletti, è una bellissima doccia per esterno con base in cemento e tubi in rame. Un complemento semplice e dal look un po’ retrò. Stabilizzata dalla base in cemento, Aquart si adatta in maniera semplice ad un contesto sia privato che pubblico collegando semplicemente il tubo flessibile. La doccia è alta 220 cm e può essere posizionata ovunque. Tra le docce per esterno, questa è la più economica!
Ormai gli infissi in PVC sono diventati lo standard nel settore edile. Il motivo è che costano (relativamente) poco e garantiscono ottime prestazioni isolanti.
Ma anche tra gli infissi in PVC ne puoi trovare di molto costosi…perché spendere tanto per un infisso in PVC quando puoi averne uno apparentemente uguale ad un terzo?
La risposta è che gli infissi in PVC non sono uguali. La differenza di valore tra due infissi in PVC sta tutta in alcune determinate caratteristiche (oltre che nella posa in opera…ma è un altro discorso).
In questo articolo ti voglio far vedere quali sono le principali caratteristiche che devi valutare quando stai per acquistare i tuoi nuovi infissi in PVC (anche se in realtà vedrai che alcune valgono per tutte le tipologie di infissi).
Il PVC è un materiale che ha avuto una fortuna relativamente recente nel settore dei serramenti: infatti sono decenni che è in uso ma, essendo un materiale sostanzialmente molto malleabile, per molti anni è stato relegato a compiti “secondari”. Non certo per realizzare infissi robusti e durevoli.
Ma da alcuni anni la tecnologia è migliorata in modo importante e gli infissi in PVC sono diventati una scelta valida oltre che economica, tanto che ormai hanno monopolizzato il mercato del settore, con quote che superano il 40%.
E naturalmente, come per ogni cosa, esiste la versione di qualità e la versione economica degli infissi in PVC (con tutte le tonalità di grigio in mezzo).
Il fatto è che spesso vengono spacciati come di qualità infissi in PVC che non valgono nulla. Ma quasi nessuno sa quali parametri andare a vedere per capire se gli stanno proponendo qualcosa di buono per chiudere la stalla o il soggiorno di casa. E anche tra i tecnici c’è molta confusione (purtroppo non siamo tuttologhi del settore…). Così i venditori hanno gioco facile a decantare le lodi di prodotti a volte scadenti senza trovare nessun contraddittorio valido.
Nei prossimi paragrafi passeremo in rassegna quali sono questi parametri che devi valutare nella scelta dei tuoi nuovi infissi in PVC.
Dimensione del telaio e camere d’aria
I profili che formano i telai degli infissi in pvc non sono blocchi pieni di PVC, ma sono cavi e all’interno sono divisi in camere d’aria.
L’aria all’interno di queste camere è ciò che dà al PVC il suo elevato potere isolante. Però se ci fosse un’unica camera d’aria tale potere isolante sarebbe minore rispetto a quello che si ottiene con più camere d’aria.
L’aria isola meglio quando è in quiete rispetto a quando è in movimento, e con “spessori” d’aria superiori ai pochi centimetri si formano delle sorte di correnti d’aria. Si tratta dello stesso principio per cui i muri “a cassetta” con cui sono stati costruiti i tamponamenti esterni della maggior parte degli edifici fino agli anni ’80, non isolano per niente.
Così compartimentarla in più camere consente di avere aria in “quiete” e quindi di isolare meglio.
Ma il maggior isolamento dato dalla divisione in camere d’aria è solo una conseguenza e non il principale scopo della loro presenza. Infatti la motivazione della loro introduzione è principalmente per rafforzare il profilo dell’infisso.
Il PVC, come abbiamo già accennato, è un materiale non particolarmente resistente e soprattutto molto sensibile agli sbalzi termici. Pertanto era necessario rinforzarlo e il primo sistema è stato mettere questi rinforzi verticali internamente (tra poco vedremo che da soli non bastano quindi è stato aggiunto anche un altro elemento).
Un primo parametro per valutare la qualità del tuo nuovo infisso in PVC è il numero di camere d’aria: il numero minimo che puoi trovare è 5 (in realtà sarebbe 3, ma ormai quasi nessun infisso ne ha così poche) e il massimo è 7.
Però non farti ingannare: a livello di isolamento non c’è molta differenza tra un infisso a 5 o a 7 camere. Infatti si tratta di pochi millimetri di differenza tra le varie camere d’aria che hanno influenza nulla sull’incremento delle prestazioni.
C’è un secondo parametro che però è significativo e che deve essere letto in parallelo al numero delle camere d’aria: la profondità (spessore) del telaio.
Un telaio più profondo vuol dire una maggiore massa d’aria e quindi un maggiore isolamento. Però se in un profilo molto spesso ci sono poche camere d’aria le prestazioni isolanti scendono (anche quelle statiche…).
Quindi, per riassumere, la profondità di un telaio in PVC può variare da circa 70mm a circa 85mm. Il numero di camere d’aria da 5 a 7.
Un profilo da 70mm dovrebbe avere almeno 5 camere d’aria, e se ne ha di più non garantisce un maggiore isolamento.
Un profilo da 85mm dovrebbe avere 7 camere d’aria, sia per garantire un maggiore isolamento, sia per garantire più stabilità.
Classe del telaio
Questo è un aspetto che in pochissimi conoscono (anche tra i tecnici) eppure è importantissimo per determinare la qualità dell’infisso.
La classe del telaio viene determinata dalla norma UNI EN 12608 e ne esistono solo tre: A, B e C.
Ma in cosa variano tra di loro? Semplicemente nello spessore delle pareti che delimitano il telaio esternamente ed internamente.
L’immagine qui sotto con le relative tabelle penso siano abbastanza chiare a tal proposito:
Immagine tratta da PVC forum
Come puoi vedere le varie “pareti” che delimitano un profilo in PVC hanno spessori differenti: quelle esterne sono più spesse e quelle interne sono più sottili.
Sul mercato ormai si trovano quasi solo infissi di classe A e classe B e, sebbene la differenza tra gli spessori possa sembrare minimale, ha notevole influenza sulla resistenza meccanica dell’infisso. E di conseguenza sulla sua durata e stabilità: considera che uno dei requisiti fondamentali per le prestazioni di un infisso è la perfetta tenuta all’aria e all’acqua, delle deformazioni locali potrebbero far venire meno queste caratteristiche. E ancora peggio se tali deformazioni avvengono nelle zone dei cardini, compromettendo tutto l’infisso.
Il consiglio naturalmente è optare sempre per infissi di classe A.
Classe della mescola
Questa è una seconda classificazione data dalla norma UNI EN 12608, che per la mescola con cui sono realizzati gli infissi in PVC prevede due categorie differenti: M e S. Dove M sta per “clima moderato” e S per “clima severo”.
In questo caso bisogna fare attenzione a cosa si intende per clima moderato e per clima severo: infatti il parametro di riferimento sono la radiazione solare e la temperatura, ma vanno visti al contrario rispetto a quello che potresti pensare.
Cioè un clima severo è dove la radiazione solare e la media della temperatura massima giornaliera del mese più caldo è più elevata.
In un clima severo il primo parametro deve essere ≥ a 5 GJ/mq (GigaJoule su metro quadrato) mentre il secondo parametro deve essere ≥ a 22°.
Per farla breve l’Italia è tutta in clima severo, quindi l’infisso deve avere un profilo di tipo S.
Questa classificazione è importante perché il PVC, nella sua formulazione “pura”, è molto sensibile agli sbalzi termici…in sostanza quando fa tanto caldo si deforma (in fondo è pur sempre plastica….prova a mettere un qualsiasi giocattolo di plastica sotto il sole per quattro o cinque ore e vedrai che si deforma facilmente).
Il PVC infatti a 80° perde le sue proprietà meccaniche (significa che cominciano a deteriorarsi molto prima di raggiungere questa temperatura).
Le principali problematiche di tipo meccanico che si possono presentare sono:
Infragilimento
Riduzione di resistenza meccanica, elasticità e durezza
Formazione di stress crack
Però anche dal punto di vista estetico si possono presentare dei problemi:
Ingiallimento
Scolorimento
Sbiancamento della superficie con formazione di stress crack
Per prevenire tutta questa serie di problemi vengono inseriti nella mescola del PVC degli additivi anti UV o degli stabilizzanti UV che possono essere di vario tipo a seconda del beneficio che si vuole ottenere.
Spesso, più in passato che ora ad essere onesti, in Italia venivano venduti infissi di classe M. Si tratta di un parametro da controllare attentamente.
Rinforzi del telaio
Abbiamo già detto che il PVC è un materiale non particolarmente stabile. In particolare teme il calore, che lo fa deformare facilmente, ma anche gli urti e le sollecitazioni dovute al vento.
Ciò porta la necessità di rinforzare in qualche modo gli infissi in PVC.
La normativa chiede che vengano rispettati determinati valori di flessione massima e di resistenza agli urti che devono essere calcolati per ogni infisso.
Tralasciando calcoli complessi, abbiamo già visto che un primo modo di rinforzare i telai in PVC è quello di inserire, in senso longitudinale, dei profili di rinforzo che creano le famose camere d’aria.
Però spesso non è sufficiente, e si ricorre a sistemi di rinforzo maggiormente prestazionali: l’acciaio.
Quello che viene fatto è inserire un’anima interna al telaio fatta da profili di acciaio per garantire il raggiungimento delle prestazioni desiderate.
Questa anima è importante non solo per la stabilità del telaio in sé, ma anche per fornire un sostegno solido ai cardini delle ante: essendo ormai obbligatorio installare vetrocamere di sicurezza (ne parleremo a breve), i carichi delle ante sono molto più alti rispetto al passato. Se i cardini fossero ancorati al PVC, i telai si deformerebbero compromettendo prestazioni e durata dell’infisso.
Soluzione alternativa al rinforzo in acciaio, che sappiamo essere un materiale non isolante, è il rinforzo in fibra di vetro (o vetroresina), soluzione che garantisce migliori prestazioni termiche e buone prestazioni meccaniche.
Però per questa seconda soluzione c’è un però: cioè la differenza di prestazioni termiche è minima, mentre a livello dei cardini le prestazioni meccaniche non sono elevate e potrebbero esserci gli stessi problemi di un infisso senza nessun rinforzo.
Quindi, per riassumere, quando valuti un infisso in PVC:
Senza rinforzo: evitare
Con rinforzo in vetroresina: per infissi di piccole dimensioni
Con rinforzo in acciaio: ok
La saldatura
Un aspetto importante riguarda la saldatura dei profili in PVC. L’unione dei quattro profili che vanno a formare il telaio di un infisso in PVC avviene tramite saldatura, scaldandoli ad una temperatura di circa 350°.
La saldatura è un passaggio importante per garantire la stabilità e durata nel tempo degli infissi e anche per la qualità estetica degli stessi.
Dal punto di vista estetico, in una saldatura fatta a regola d’arte gli angoli sono perfetti, mentre in una eseguita male ci sono delle imperfezioni.
una saldatura da correggere
Dal punto di vista meccanico purtroppo è più difficile valutare la qualità della saldatura e l’unico strumento a disposizione è la marchiatura CE che tutti gli infissi devono avere obbligatoriamente. I test per verificare la qualità meccanica della saldatura simulano una rottura di una porzione angolare di telaio: se la rottura segue la diagonale della saldatura allora è stata fatta male (cioè è poco resistente).
Per la saldatura dei profilati si usano speciali saldatrici a una o più teste e del tipo semiautomatico o automatico. I procedimenti classici di saldatura sono tre:
con macchinari che causano la formazione di un cordolo di saldatura (cioè del materiale in eccesso) che deve essere successivamente asportato;
con macchinari che riescono a ridurre al minimo il cordolo di saldatura, che deve essere asportato con un procedimento abbastanza rapido (“unghiatura”);
con macchinari che garantiscono la totale assenza di cordolo di saldatura, e quindi senza necessità di lavorazioni successive.
Il terzo procedimento in passato garantiva saldature esteticamente perfette ma poco resistenti, quindi le più diffuse erano quelle del secondo procedimento.
Attualmente però sono stati messi a punto macchinari in grado di garantire assenza di cordoli e elevate prestazioni meccaniche.
Da qualche anno stanno anche cominciando a diffondersi tecnologie costruttive che non richiedono saldatura.
La ferramenta
Finora abbiamo visto quattro caratteristiche tipiche degli infissi in PVC.
Potremmo anche fermarci qui, ma visto che l’infisso va valutato nella sua globalità, nei prossimi paragrafi parleremo di altre tre caratteristiche che devi verificare, ma che valgono per tutte le tipologie di infissi.
Partiamo dalla ferramenta. Non ti voglio parlare del fatto che sia a scomparsa o meno, che ti permetta movimenti particolari come il vasistas o meno, che sia prodotta dal fornitore dell’infisso (cosa molta rara) o che sia dimensionata correttamente (ci sono delle formule ad esempio che dicono, in base al peso, quanti cardini siano necessari).
Mi voglio concentrare su un parametro che ritengo fondamentali per la durata dell’infisso: la resistenza alla corrosione.
Ormai la ferramenta per gli infissi è abbastanza standardizzata in quanto vi sono pochi produttori che forniscono la ferramenta per tutte le tipologie di infissi. Alcuni produttori di infissi hanno ferramenta appositamente studiata per i propri sistemi (p.e. Finstral, Inernorm, Schueco) che però sono sempre studiate e prodotte dagli stessi che producono tutta l’altra ferramenta (una delle più famose è la tedesca Winkhaus).
Il materiale con cui viene realizzata la ferramenta è principalmente acciaio abbinato a materiali plastici tipo poliammide. Per massimizzarne la durata nei climi più aggressivi sono stati studiati dei trattamenti specifici che vanno dalla classica zincatura all’utilizzo di verniciature organiche o trattamenti tricoat. Ai fini della valutazione della resistenza alla corrosione della ferramenta si fa riferimento alla norma EN 1670 che individua sei classi di resistenza in base a test in nebbia salina:
Grado 0 nessuna resistenza alla corrosione definita, no test
Grado 1 leggera resistenza: 24 h in nebbia salina
Grado 2 moderata resistenza: 48 h in nebbia salina
Grado 3 alta resistenza: 96 h in nebbia salina
Grado 4 altissima resistenza: 240 h in nebbia salina
Grado 5 eccezionale resistenza: 480 h in nebbia salina
Al termine della prova i componenti devono presentarsi esenti da visibile corrosione del substrato metallico di base.
Penso sia banale dire che un infisso economico avrà un basso grado di resistenza alla corrosione, uno di qualità avrà un alto grado di resistenza.
Le guarnizioni
Sulle guarnizioni si potrebbe scrivere un articolo intero: sono degli elementi elastici che hanno il compito di garantire la tenuta all’aria e all’acqua della finestra. Ed inoltre sono fondamentali per le prestazioni acustiche. Essendo elastiche consentono di compensare le tolleranze costruttive tra i profili del telaio e tra gli stessi e il vetrocamera.
I principali materiali di cui sono realizzate sono: PVC plasticizzato, gomme o Epm ed Epdm.
Per capire quanto siano importanti le guarnizioni di un infisso basti dire che la classificazione dei profili con cui si realizzano gli infissi deriva dalla posizione della guarnizione al lorointerno. Abbiamo due casi:
la guarnizione è posizionata nelle alette di battuta dell’infisso;
la guarnizione si trova in posizione centrale (profilo a giunto aperto).
Profili con due guarnizioni
I profili della prima tipologia sono i più diffusi e la tenuta all’aria e all’acqua è garantita dalla pressione tra telaio e battuta (fondamentali telai perfettamente planari!) e dall’elasticità della guarnizione stessa.
I profili a “giunto aperto” invece prevedono nella sostanza una guarnizione in più, in posizione centrale rispetto al telaio.
Lo scopo di tale soluzione è essere maggiormente efficace nei confronti dell’isolamento all’acqua. Infatti la battuta esterna non funziona per pressione e consente all’acqua di entrare in una camera di raccolta per poi essere fatta defluire attraverso delle apposite condotte.
Profili a giunto aperto
Il motivo dell’efficacia di tale soluzione è che previene gli effetti della pressione del vento, che in casi particolari potrebbe far muovere l’anta e quindi far entrare l’acqua (movimenti minimi eh! Ma sufficienti…): nella camera di raccolta infatti (dove c’è la guarnizione centrale) la pressione è uguale a quella esterna, e l’acqua defluisce facilmente non creando pressioni sulla guarnizione.
Se da un lato è chiaro che gli infissi a giunto aperto (quindi con tre guarnizioni) sono più efficaci, dall’altro va valutato se sia o meno il caso di prevederli (in quanto costano di più naturalmente….): hanno senso dove ci sono venti e/o piogge molto forti (cosa purtroppo ormai sempre più frequente un po’ dappertutto).
Il vetrocamera
Dedichiamo due parole anche al vetrocamera, sebbene ne abbiamo parlato in modo approfondito in varie occasioni (vedi ad esempio questo articolo).
Il vetrocamera, come tutto l’infisso del resto, deve rispondere a precisi valori di isolamento termo-acustico. Per farlo sono composti da due o tre lastre di vetro e da una o due camere d’aria riempite di gas nobili (solitamente argon).
La differenza tra un vetrocamera a due o tre vetri è legata sia all’isolamento termico che acustico: i secondi garantiscono prestazioni nettamente superiori.
I vetrocamera devono inoltre rispondere a normative sulla sicurezza: cioè i vetri se si rompono non devono cadere e/o devono frantumarsi in piccoli pezzi non pericolosi.
Per ottenere tale risultato esistono due tipologie di vetri:
vetri stratificati, cioè formati da due vetri incollati tramite una sottile pellicola in PVB. Questi vetri rappresentano il più alto grado di sicurezza e sono obbligatoriamente utilizzati su almeno uno dei due vetri della finestra (nelle porte-finestre è preferibile usarli su entrambi i vetri). Si riconoscono perché sono descritti con due numeri uguali, un punto e un altro numero (33.1 che sta per due lastre da 3mm con interposto un foglio di PVB da o,38mm).
Questi vetri se si rompono non cadono a terra ma rimangono in posizione.
vetri temprati, in cui le lastre sono scaldate a circa 600° e poi raffreddate velocemente (tempratura). Questo processo modifica i legami chimici e rende il vetro più resistente. Inoltre se si rompe si frantuma in pezzetti molto piccoli e poco pericolosi.
I vetri possono essere sottoposti a dei trattamenti che ne migliorano le prestazioni di isolamento termico, cioè il trattamento bassoemissivo e quello selettivo.
Il trattamento bassoemissivo aiuta a migliorare le prestazioni di isolamento invernale e consiste nel rivestire uno dei lati della lastra con una pellicola agli ossidi di metallo. Questa pellicola riflette parte del calore prodotto all’interno della casa, diminuendo così le dispersioni. Solitamente il trattamento bassoemissivo è previsto su una sola lastra posizionata all’interno della camera d’aria.
Il trattamento selettivo invece consiste nel depositare degli ioni di argento sulla lastra: tali ioni riescono ad agire selettivamente sulle radiazioni solari da cui sono colpiti, facendo passare la luce e riflettendo verso l’esterno il calore. Ciò contribuisce, nei mesi estivi, a fare in modo che entri meno calore in casa. Anche in questo caso il trattamento è previsto su una sola lastra posizionata all’interno della camera d’aria.
La scelta tra i due trattamenti dipende dal clima in cui si trova la casa: nei climi freddi conviene quello bassoemissivo, in quelli caldi quello selettivo. Attenzione a non sbagliare la scelta: il selettivo limita non solo l’ingresso del calore estivo ma anche quello invernale, che invece è un contributo importante al riscaldamento che andrebbe ricercato nei climi freddi.
Da qualche tempo vengono prodotti anche vetrocamera denominati quattro stagioni, in cui cioè è presente una lastra con trattamento bassoemissivo e una con trattamento selettivo.
Altro aspetto importante di un vetrocamera è la canalina che tiene insieme e distanzia le lastre.
Per molti anni è stata realizzata in alluminio, un materiale metallico che creava un sorta di “ponte termico” in quanto non in grado di isolare. Oltre che dal punto di vista termico questa soluzione creava le condizioni per la formazione di condensa dentro il vetrocamera.
Attualmente si usano canaline di tipo plastico che risolvono tutti questi problemi. Queste canaline sono denominate “warm edge” (we).
Per leggere correttamente le caratteristiche di un vetrocamera è necessario sapere quale sia la nomenclatura utilizzata.
Quella di base si presenta così: VETRO / CAMERA / VETRO.
Per le soluzioni a tre lastre si aggiungono gli elementi necessari.
Ogni elemento è rappresentato da un numero che indica lo spessore in millimetri.
Per quanto riguarda la simbologia utilizzata per descrivere i vetri stratificati si utilizza: 3+3, 4+4, 5+5, … ad indicare lo spessore delle due lastre accoppiate. In realtà il simbolo “+” viene eliminato facendo diventare tali vetri stratificati 33, 44, 55. Nella nomenclatura viene individuato anche il tipo di pellicola in PVB adottata per unirli con il simbolo .1 (per lo spessore di 0,38), .2, etc. all’aumentare degli spessori
Ecco che la nomenclatura completa di un vetro stratificato diventa 33.1, 33.2, 44.1, ….
C’è una seconda nomenclatura con cui alcuni produttori descrivono i vetri stratificati: 6/7, 8/9, etc. Il primo numero è la somma degli spessori delle due lastre di vetro accoppiate e il secondo numero (quello dopo il simbolo / per intenderci) come lo spessore complessivo dato dalla pellicola PVB inserita. Così un vetro 6/7 è un vetro 3mm + PVB 0,38mm + 3mm (NB: se la pellicola fosse stata di 0,76mm la dicitura del vetro sarebbe stata 6/7 PVB0,76).
I vetri temprati invece solitamente vengono indicati con una “T” dopo il valore dello spessore.
I trattamenti invece vengono così rappresentati:
Bassoemissivo = BE
Selettivo = S
Bassemissivo + selettivo = 4S (quattro stagioni. Non viene sempre indicato così)
Conclusione: le caratteristiche degli infissi in PVC di alta qualità
Arrivati in fondo a questo articolo possiamo fare un riassunto di quali siano le caratteristiche che delineano un infisso in PVC di elevata qualità:
Telaio di almeno 70mm di profondità (preferibile dagli 80mm a salire)
Minimo 7 camere d’aria (con profondità dagli 80 mm in su devono essere 7)
Classe del telaio “A”
Classe della mescola “S”
Presenza di un’anima metallica (in acciaio)
Saldature fatte a regola d’arte (verifica estetica e meccanica)
Ferramenta di grado 5 di resistenza alla corrosione
Tre guarnizioni (telaio a “giunto aperto”)
Vetrocamera con vetri di sicurezza, camera d’aria riempita di gas argon e canalina warm edge
Trattamento bassoemissivo (nord Italia) o selettivo (sud Italia) o quattro stagioni (sud Italia)
Chiaramente oltre a tutte queste caratteristiche vanno visti anche due parametri fondamentali:
La trasmittanza
L’isolamento acustico
Per approfondire ti rimando a questo articolo in cui abbiamo speso qualche parola in più.
Qui ti basti sapere che la trasmittanza minima di un infisso varia a seconda delle zone climatiche. In Italia sono sei: dalla A – clima molto caldo – alla F – clima molto freddo. Per intenderci la pianura padana è in classe E.
L’isolamento acustico di un infisso di buona qualità invece parte dai 35dB a salire (difficilmente si superano in 40 dB).
Con questo abbiamo concluso la nostra panoramica sugli aspetti tecnici da valutare in un infisso in PVC (ci sarebbero molte altre cose da vedere…ma sono assolutamente inutili).
A queste devi aggiungerci i parametri estetici che sono assolutamente ed esclusivamente legati ai tuoi gusti. Mi vengono in mente le finiture (a tinta unita o effetto legno), il mono o bi-colore, la ferramenta a scomparsa o meno, la finitura delle maniglie, eventuali vetri oscurati/a specchio/etc.
Prima di arrivare a scegliere un nuovo infisso quindi sono tante le valutazioni che devi fare, devi farti fare più preventivi e devi verificare che tutti riportino le informazioni minime necessarie per fare un paragone sensato.
Con questo articolo spero di averti aiutato a fare luce su quali siano le caratteristiche tecniche che devi cercare in un infisso in PVC e, soprattutto in un periodo come quello attuale in cui ci sono troppi venditori di fuffa (spacciata per oro), di averti dato dei parametri utili per valutare correttamente quello che ti stanno proponendo.
E tu che esperienza hai avuto con gli infissi in PVC? Raccontamelo nei commenti.
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Le caratteristiche delle pergole Pratic
Realizzate in alluminio con finiture acciaio inox, le strutture hanno un design essenziale ed elegante che si abbina a specifiche scelte tecnologiche di assoluta qualità. Tra i modelli top dell’azienda troviamo ad esempio Brera e Opera, entrambi progettati persfruttare gli spazi esterni tutto l’anno grazie a una regolazione naturale della temperatura interna.
Le lame frangisole di Opera ruotano di 140 gradi e assumono un’inclinazione variabile che comporta la modulazione dell’intensità della luce. Brera, invece, è dotata di lame che si inclinano e si impacchettano in un unico movimento creando una finestra sul cielo. Inoltre, entrambe le soluzioni da chiuse garantiscono una protezione totale anche in caso di pioggia. Quando le lame si chiudono infatti, le acque piovane vengono convogliate da gronde perimetrali e pluviali integrati nella struttura, gestendo perfettamente anche flussi d’acqua importanti, neve e forte vento.
Pratic pergola bioclimatica Brera P – rivenditore Moments Furniture
Le pergole Pratic possono essere completate con la tenda a caduta verticale Raso che si integra perfettamente nel profilo portante delle pergole, spesso solo 22 cm. Disponibile con tessuto oscurante o filtrante, Raso favorisce maggiore protezione e riservatezza agli interni.
Opera di Pratic – Casa privata a Bassano – foto Flavio Graffi -rivenditore Abitec SRL
Per ottenere il massimo comfort in tutte le stagioni, le pergole bioclimatiche possono essere integrate anche con Slide Glass 60. Si tratta di una vera e propria vetrata perimetrale che garantisce la chiusura totale resistendo ad aria, acqua e vento. Ma non finisce qui, perché le due pergole offrono il massimo comfort anche nelle ore serali, grazie al sistema di illuminazione a Led regolabile nell’intensità e nel colore.
In fase di scelta occorre considerare anche la superficie sulla quale si desidera installare la pergola. Se il giardino presenta eventuali pendenze, le pergole Pratic possono essere abbinate ad un accessorio in grado di creare ulteriore comfort: la pedana Set.
Realizzata in alluminio e personalizzabile nelle finiture del piano calpestabile, Set consente di creare una base perfettamente piana sulla quale collocare la pergola bioclimatica.
Pratic pergola Connect – Casa privata a Ostuni – foto Arnaldo Di Vittorio – rivenditore Delco Service
Connect, la nuova pergola bioclimatica specchiata di Pratic
La nuova pergola bioclimatica specchiata di Pratic nasce per offrire una totale privacy. Infatti, grazie alle pareti a specchio gli ambienti interni risultano “invisibili” dall’esterno, ma resta intatta la visuale verso lo spazio outdoor che circonda la struttura.
Un plus da non sottovalutare, reso possibile grazie alle vetrate perimetrali, fisse e a scorrimento, disponibili nelle versioni specchiata o fumé.
In questo modo la pergola può essere sfruttata per qualsiasi funzione in base ai propri desideri e alle proprie esigenze.
Connect è una pergola connessa con il mondo, infatti può essere dotata di sistemi domotici evoluti come Amazon Alexa e Google Home. Con un semplice comando vocale, Connect regola in modo personalizzato le lame in alluminio, le tende a caduta verticale e l’illuminazione a Led integrata.
Opera – Casa privata Lonato del Garda – foto Flavio Graffi -rivenditore Tonoli Tende
Come sfruttare al meglio le pergole nel tuo spazio outdoor
Le pergole bioclimatiche possono essere autoportanti o addossate alle pareti. I modelli autoportanti possono essere installati in qualsiasi zona del giardino. Nel secondo caso, invece, la posizione migliore è in corrispondenza con le porte finestre, così da creare un ambiente in continuità con l’interno.
Lo spazio al suo interno può essere arredato con tavoli e sedie per pranzare all’aperto, con divani e poltrone per creare un living outdoor. Se installata vicino alla piscina, la pergola può essere arredate anche con lettini da esterno per prendere il sole e riposare. Perfette per il giorno, sono una soluzione versatile che si presta bene a giochi di luce la sera, soprattutto se si sceglie un modello con illuminazione integrata.
E’ bene ricordare che la pergola dovrà risultare in armonia con lo stile architettonico della casa e tener conto dello spazio esterno che andrà a coprire. Scegliendo un prodotto Pratic questo non sarà un problema. Infatti, la possibilità di personalizzare le pergole scegliendo da un’esclusiva palette con oltre 30 colorazioni, permette di ottenere una struttura perfettamente integrata nel proprio contesto.
Dunque, cosa aspetti? L’estate è ufficialmente iniziata, è il momento di attrezzare i tuoi spazi esterni per viverli nel massimo comfort.
Lo studio di architettura Limdim House Studio ha ristrutturato l’appartamento Brown Box con pareti curve e colori neutri che mirano a creare uno spazio caldo ed accogliente.
Situato in un piccolo angolo della città di Hue, vicino a una zona ricca di siti storici e di famose pagode, l’appartamento ristrutturato dallo studio Limdim House Studio assomiglia ad una graziosa bomboniera. Chiamato affettuosamente Brown Box, combina una tavolozza di colori poco impegnativi, porte ad arco e superfici in terrazzo per creare un’oasi di calma e raffinatezza.
Lo studio ha ristrutturato l’appartamento di 69mq e precedentemente composto da due camere da letto, rimuovendo le pareti divisorie per trasformarlo in una spaziosa abitazione con una sola camera da letto.
Curve e colori neutri per superare il conformismo
Come spiega Minh Huan, architetto dello studio incaricato del progetto:
“Abbiamo trattato lo spazio con l’obiettivo di superare la ripetitività degli appartamenti standard. Nell’ambito della ristrutturazione, abbiamo rimosso le pareti esistenti e al loro posto abbiamo aggiunto dei divisori curvi”.
Le pareti curve sono sormontate da cornici a gradini, una versione contemporanea delle modanature, che hanno lo scopo di eliminare l’asprezza degli angoli della cucina-sala da pranzo open space.
Una nicchia a volta incornicia il lavandino su un piano di lavoro in terrazzo, sormontato da una fila di armadietti pensili color marrone tortora disposti a semicerchio per adattarsi all’alcova. Una parete a volta separa visivamente il soggiorno dalla cucina-sala da pranzo. Una porta ad arco conduce dal soggiorno open space alla camera da letto. Il bagno adiacente alla camera da letto, visibile attraverso una grande finestra circolare, è dotato di una vasca da bagno in terrazzo.
Palette cromatica e materiali
Lo studio ha utilizzato una palette di colori naturali, con tonalità di marrone, beige, bianco e grigio, per creare un look tranquillo e sofisticato.
Il materiale principale è il Terrazzo, composto da un aggregato di cemento Portland, pigmenti, polvere e frammenti di marmo, in una tonalità bianco crema. Sono in Terrazzo i pavimenti, l’isola e il piano della cucina, il lavabo e la vasca da bagno.
Questo stratagemma aiuta a uniformare lo spazio rendendolo percettivamente più grande. Per evitare la monotonia, le pareti sono dipinte con blocchi di colore che creano un piacevole contrasto e mettono in risalto il gioco dialettico tra curve e linee rette. Il contrasto coinvolge anche l’arredo, grazie all’alternanza di mobili e porte laccati lucidi e mobili in legno chiaro. Tutti gli elementi lavorano insieme per creare un’abitazione cittadina elegante e rilassante, il tipo di casa in cui non si vede l’ora di tornare.
La Milano Design Week 2022 ha proposto novità d’assoluto prestigio e il settore dell’illuminazione non fa eccezione. In attesa di Light+Building, brand come Rotaliana, Talenti e Tonellidesignhanno mostrato, ancora una volta, come luce e design siano un connubio indissolubile alla ricerca della bellezza delle forme.
Rotaliana ridefinisce il concetto d’illuminazione, tra tecnica e decorativa
Negli ultimi anni molte delle differenze tecniche e prestazionali esistenti tra lampade “decorative” e lampade “architetturali” sono svanite, portando anche nell’ambiente domestico le tecnologie per la gestione della luce: discrete, dolci e, soprattutto, wireless. La possibilità di modificare e personalizzare la luce è infatti sempre più importante e richiesta, anche in un’ottica di risparmio energetico.
Non più quindi definizioni univoche o riferibili a un unico e ben definito campo di utilizzo, la dimensione decorativa si fonde con quella tecnica. Proprio in questo spazio di confine, alla ricerca di un “nuovo modo di illuminare le cose”, si posizionano il sistema Souvlaki e le lampade Sol e Totem&Tabù, le nuove creazioni di Giovanni Lauda e Paolo Rizzatto per Rotaliana.
Souvlaki
Un sistema su binario a bassa tensione, semplice e intuitivo da configurare e da utilizzare. Gli spot – orientabili, non orientabili o con ottica a sospensione – si inseriscono sul binario e possono scorrere liberamente, essere facilmente rimossi o implementati e completati con gli accessori a seconda delle necessità.
Gli spot a LED possono montare diverse ottiche, così da permettere differenti aperture del fascio di emissione. Gestibili singolarmente dallo smartphone sono regolabili in qualsiasi posizione siano stati montati. Liberamente componibile all’interno del sistema, un binario speciale utilizza una sorgente LED lineare per la luce indiretta, alimentando in contemporanea i proiettori.
Totem & Tabù
Applicate alla parete, ricordano le maschere primitive, scolpite a mano. Gli schermi delle lampade sono incisi da righe regolari, orizzontali o verticali, scavate nel legno e nel metallo, che riflettono la luce dell’ambiente.
Totem & Tabù è una famiglia di lampade wall-grazer, in cui la luce radente dei LED disposti sul perimetro si diffonde nell’ambiente lungo la parete. La lampada è composta da un telaio in alluminio pressofuso, un’ottica perimetrale in silicone e un sottile schermo. Quest’ultimo, montato sulla struttura con due speciali inserti e facilmente rimovibile, può essere in vari materiali: legno massello, precomposto o MDF, fresati e lavorati seguendo originali disegni tridimensionali; specchio; tessuto e altri materiali e decori su richiesta.
Sol
Un disco con superfici e bordi leggermente arrotondati, che alloggia due apparati luminosi progettati in modo da sfruttare al meglio l’emissione di 96 LED indirizzati verso il basso e di 128 LED indirizzati verso l’alto.
L’intensità della luce può essere regolata in modo indipendente sia verso il soffitto che verso il pavimento. Le particolari ottiche raster eliminano gli abbagliamenti e decorano con un motivo a riquadri concentrici le superfici orizzontali del disco, mentre le incisioni a cerchi concentrici contribuiscono in modo discreto allo smaltimento del calore. La forma, semplicissima, suggerisce e consente una declinazione completa delle varie tipologie (da terra, da tavolo, a sospensione, a parete) e un inserimento adattabile ai più svariati contesti
Kukà, l’innovativa lampada eco di Talenti che si fa in tre
Ideata dai giovani designer dello Studio Adolini, Kukà è l’innovativa lampada o doppio uso che il marchio Talenti ha presentato durante la settimana del design milanese.
Kukà è innanzitutto un elemento luminico, una lampada dal grande impatto estetico ma estremamente semplice nelle linee. Tutto ruota interno alla circolarità, a diametri in evoluzione per creare figure concentriche dove la luce si presenta come un anello alla base in grado di ammorbidire ogni ambiente con una luce soffusa e avvolgente.
Poi giunge la sorpresa. Il coperchio può avere diverse dimensioni e questo permette a Kukà, pur mantenendo l’anello di luce inferiore, di diventare un sofisticato e comodo coffee table. Infine, Kukà si trasforma anche in vaso per accogliere piante diverse e contribuire a rendere l’ambiente ancora più verde.
Questa originale collezione stupisce per la sua capacità di affascinare fin dal primo sguardo e introduce l’eco-resina quale materiale protagonista. Sia accesa che spenta si converte in un elemento d’arredo sofisticato e glamour per regalare eleganza e praticità ad ogni spazio.
Luce accogliente e forme fluide con Noun by Tonellidesign
Disegn targato Massimo Castagna, unisce la lavorazione artigianale del legno massello alla tecnologia dell’illuminazione. Il delicato segno grafico si enfatizza in installazioni a lampade multiple diventando assoluto protagonista dell’ambiente.
La luce emessa illumina l’ambiente in modo caldo ed accogliente e disegna il tratto distintivo della struttura in legno dalla forma fluida e asimmetrica. Disponibile nelle versioni ad uno o due elementi sospesi, con rosone unico a soffitto e cavo di sospensione nero regolabile in altezza. Versione sospesa libera con cavo di alimentazione nero con spina per presa elettrica. Impianto di illuminazione a luce LED COB 3000°K
Se abiti in un appartamento dalle dimensioni contenute o più semplicemente vuoi organizzare meglio tutte le tue cose, i letti matrimoniali con contenitore sono la soluzione giusta per guadagnare spazio utile.
Grazie a una solida struttura che permette di sollevare il telaio con le doghe, offrono pratici e capienti vani perfetti per riporre lenzuola, coperte, piumini e cuscini per mantenere in ordine la stanza. Rispetto ai modelli tradizionali, la differenza è data dal giroletto formato da un fascione alto tanto da contenere il vano interno. In genere, un letto matrimoniale con una misura standard offre uno spazio interno di circa 3 mq. Il meccanismo di sollevamento, fino a qualche tempo fa non troppo agile, è ora semplicissimo e permette di prendere ciò che abbiamo riposto sollevando la rete soltanto con una mano.
Meccanismi di apertura dei letti matrimoniali con contenitore
In commercio si trovano vari modelli di letti contenitore con diverse tipologie di meccanismi alza rete. Il sollevamento della rete e del materasso è regolato dal movimento di pistoni a gas. Il sistema più diffuso consiste nel sollevare la rete frontalmente mediante una maniglia posizionata di fronte al letto e agganciata alla rete. Il vano viene aperto completamente, ma la parte verso la testiera risulta poco agibile. Alcuni modelli prevedono l’apertura laterale anziché frontale.
contenitore con apertura frontale
In alternativa a queste due opzioni, è possibile optare per il sistema di apertura con doppio movimento. In questo caso è possibile portare la rete in posizione orizzontale, a un’altezza tale da facilitare sia l’accesso al contenitore sia il rifacimento del letto.
Capienza del vano contenitore sotto il letto
I letti matrimoniali con contenitore hanno una capienza variabile. Infatti, il vano contenitore sotto la rete cambia in base alle dimensioni del letto. Ad esempio, un letto matrimoniale standard, con materasso da 160×190 e una base alta 25 cm, in genere potrà accogliere al suo interno circa 15/16 scatole da 50×30 cm. Naturalmente, dipende anche dalla posizione dei pistoni. Se hai bisogno di maggior spazio contenitivo e la dimensione della camera lo permette, puoi sempre optare per un letto matrimoniale King size con contenitore.
matrimoniale king size con box contenitore
Letti King size con contenitore per guadagnare ancora più spazio
Il letto king size non è altro che un letto matrimoniale oversize dalle misure generose. La dimensione standard è di 180×200 cm ma ci sono aziende che propongono altre misure. VAMA divani, azienda toscana specializzata in mobili imbottiti da 50 anni, ha in assortimento diversi modelli di letti matrimoniali king size con contenitore, realizzati con cura artigianale e materie prime di qualità.
Il vantaggio di affidarsi ad un’azienda come Vama divani è proprio la produzione artigianale che permette di personalizzare il prodotto in base alle tue esigenze. In fase di scelta potrai infatti selezionare la misura più adatta alla tua camera da letto. Le misure della rete del letto king size con contenitore sono:
Letto King Size Standard: 180 x 200 cm
Letto California King Size: 180 x 210 cm
Letto American King Size: 190 x 200 cm
Letto Super King Size: 200 x 200 cm
Naturalmente, se nessuna di queste dimensioni fa al caso tuo, nel sito è disponibile un puoi richiedere un preventivo per la realizzazione su misura.
In fase di acquisto è possibile scegliere il rivestimento tra vera pelle e tessuto, il colore più adatto e, naturalmente, anche i piedini del letto. Inoltre, Vama ti permette di stabilire il tipo di imbottitura del giroletto e scegliere tra 3 tipi di meccanismo per il letto contenitore: apertura standard, apertura laterale oppure con doppio movimento.
Da non sottovalutare, poi, la qualità dei prodotti Vama. I letti contenitore sono realizzati in legno multistrato spesso 2 cm. Il video che segue mostra il test per la resistenza ai carichi di questo materiale effettuato dall’azienda.
Se hai deciso di acquistare un letto matrimoniale con contenitore puoi farlo comodamente online selezionando le diverse opzioni. Nel caso di un prodotto su misura, ti basta semplicemente inviare una mail per essere ricontattato dall’azienda. Anche il montaggio del letto è un’operazione semplice e veloce. Vama fornisce tutta l’attrezzatura necessaria, mettendo a disposizione anche un video sul loro canale Youtube, che illustra perfettamente ogni fase del montaggio.
Ora non ti resta che dare uno sguardo al sito e scegliere il modello che fa per te!
Se state ristrutturando il vostro bagno, uno degli elementi che lo caratterizzerà è la vostra doccia, e sicuramente vi sarete già chiesti: come scegliere il box doccia?
Ci sono moltissimi modelli in commercio con prezzi altrettanto vari. Sbagliare è semplice, sia per tipologia, che per dimensioni, che per stile. E’ per questo che in questo articolo troverete spiegazioni e consigli sulle tipologie di box doccia in commercio.
Quale box doccia scegliere, le dimensioni
Iniziamo da un’informazione di base che ci aiuterà ad impostare tutto il nostro lavoro: le dimensioni. In commercio troverete piatti doccia enormi, di diversi materiali, che arrivano a superare anche i 2 m di larghezza.
Generalmente un box doccia ordinario può essere quadrato o rettangolare, con dimensione minima “vivibile” di 70 cm x 70 cm. Questa dimensione si applica di norma per arredare un bagno piccolo che abbia spazi molto ridotti, spesso molto difficili da gestire all’interno di una ristrutturazione. Il consiglio, se possibile, è sicuramente quello di orientarsi su una dimensione di almeno 80 cm x 100 cm.
box doccia walk in con gradino
E’ pur vero che ormai la tendenza di quelli che stanno ristrutturando casa o semplicemente il bagno è quella di avere docce sempre più spaziose. Si tende quindi a limitare alcuni spazi, ottimizzandoli al massimo, per avere a disposizione dei piatti doccia enormi.
Vetro e profili box doccia
Esistono diversi tipi di doccia, i più comuni sono sicuramente:
doccia con piatto
doccia a filo pavimento (senza piatto)
doccia in muratura (senza box e con o senza piatto)
doccia walk in (con e senza piatto)
A seconda della tipologia di doccia scelta, deve essere selezionato il giusto box doccia. Ecco alcuni esempi.
Se scegliete una doccia con piatto da appoggio rettangolare, avrete nella maggior parte dei casi due lati formati dal muro e due lati nei quali dovrete installare il box doccia. In questo caso potreste installare un box con profili in alluminio (ci sono diverse finiture, non per forza cromato) con vetro scorrevole trasparente e chiusura magnetica.
Box doccia con profili in alluminio
Qualora vi trovaste nella condizione di avere una doccia lunga tutto il lato corto del bagno, magari sotto la finestra, potreste scegliere di installare un classico box doccia scorrevole a due ante o un box doccia walk in. Come funziona il box walk in? E’ composto da un solo vetro agganciato al muro con attraverso un profilo in alluminio con un braccetto di irrigidimento posto nella parte superiore del vetro. A differenza del box a due ante scorrevole ha una parte permanentemente aperta che consente un accesso facilitato. Avete dubbi sugli schizzi? Si, con larghezze limitate potrebbe esserci il pericolo che durante la doccia qualche schizzo uscirà fuori, con spazi ampi questo sicuramente non sarà un vostro problema.
box doccia filo pavimento
Per quanto riguarda quale vetro scegliere per il box doccia, optate sempre per un vetro temperato. Piccola parentesi sul vetro temperato: è chiamato anche di “sicurezza” perché quando si rompe lo fa in tantissimi piccoli pezzi smussati e arrotondati. Proprio questa caratteristica lo rende di sicurezza impedendo pericoli con chi entra in contatto con il vetro rotto, riducendo al minimo gli infortuni.
Ok, il vetro è la soluzione esteticamente più bella, ma come lo mantengo? Come pulire il box doccia? Il peggior nemico è sicuramente il calcare. Per la pulizia del piatto doccia consigliamo acqua calda e un anticalcare diluito (soprattutto su piatti in ceramica). Per quanto riguarda il vetro, l’anticalcare è necessario, vi consiglio un prodotto ottimo per pulire e proteggere le superfici creando uno scudo antigoccia.
Dove posizionare box doccia
Girando online, guardando progetti e foto, sarete sicuramente abituati a trovare il box doccia alla destra o sinistra della porta del bagno, a seconda della disponibilità di spazio. Vi assicuro che questa non è l’unica soluzione!
Box doccia vicino alla fiinestra
Mettere il box doccia frontale all’ingresso, donando profondità al bagno, è possibile anche se c’è una finestra. Non abbiate paura, provate, è possibile posizionare un box doccia vicino alla finestra, ricordando sempre di avere un pò più cura dei vostri serramenti. Avrete un bagno più ampio, ben distribuito, e un box doccia più grande.
Soffione doccia, i più belli sul mercato
Abbiamo già parlato di come scegliere la rubinetteria del bagno ora vediamo come scegliere il soffione che andrà all’interno del vostro box.
Se non sapete dove cercarli online, uno dei rivenditori più forniti e con grande attenzione al cliente è sicuramente Acquaclick, vi consiglio di farci un giro, ne rimarrete soddisfatti. C’è una grande assistenza al cliente e assistenza post vendita, cosa fondamentale, soprattutto per la rubinetteria.
Doccia con vetro fumé e soffione nero
Anche qui l’offerta è varia e si dividono in soffioni a parete o su colonna. Il funzionamento è molto semplice, l’acqua viene miscelata in un corpo da incasso o in un miscelatore termostatico esterno e convogliata in un tubo incassato a parete (in caso di soffione a parete) o in una colonna esterna.
box doccia con miscelatore hansgrohe
Quali sono i migliori sul mercato, vi raccontiamo la nostra esperienza personale. Noi abbiamo installato, e ne siamo fierissimi, una colonna doccia termostatica Hansgrohecon soffione doccia regolabile e doccetta. Le loro soluzioni sono riconosciute e a livello di qualità non hanno confronti.
Sulle colline di Ibiza una villa di nuova costruzione, con porticato e piscina, è definita da un progetto che, fuori e dentro, richiama lo stile locale, pur aggiungendo note in stile industriale e nordico.
Oggi vi portiamo in un paradiso nascosto ad Ibiza, dove tradizione e modernità si fondono per trascorrere vacanze indimenticabili. L’architetto Cate Watts, dopo anni di lavoro a Londra, ha progettato da zero “Can Caterina”, una villa con piscina destinata all’affitto per le vacanze. Situata su un vasto terreno privato, la villa dispone di sei camere da letto, quasi tutte con bagno, oltre a numerosi spazi comuni, aree all’aperto, un elegante porticato e una rinfrescante piscina.
L’architettura esterna riprende in chiave contemporanea le “finca”, le tradizionali case bianche dell’isola di Ibiza, una volta abitate dai contadini. Le murature in pietra spiccano tra le pareti bianche così come si trova nelle tipiche case autoctone.
Gli interni, opportunamente studiati, riservano splendide sorprese: linee essenziali e colori neutri, impronta contemporanea, grandi finestre e porte vetrate in stile industriale, pavimenti in rovere o pietra, arredi dalle linee senza tempo, tessuti in lino.
In un riuscito connubio da scoprire ambiente dopo ambiente, la tradizione locale è ben presente, reinterpretata in chiave moderna.
Una serie di grandi pareti vetrate in ferro e vetro collegano le stanze e anche l’interno con l’esterno. Se questa casa è molto confortevole e facile da vivere all’interno, è soprattutto fuori che viene voglia di trascorrere del tempo, negli spazi all’aperto, arredati come un living. Interno ed esterno diventano un tutt’uno. Il soggiorno e il porticato sono collegati, inoltre, da un camino bifacciale per poterselo godere tutto l’anno.
Gli ambienti giorno della casa al mare sono arredati con pochi elementi dal design senza tempo e nella scelta dei complementi sono stati privilegiati i materiali naturali.
La cucina occupa un spazio indipendente con pianta regolare che si apre, tramite un ampio vano privo di serramenti, sul grande ambiente del living. Bianco, legno e nero, nel loro contrasto cromatico, definiscono la cucina su misura, con una grande isola attrezzata e una lavorazione delle ante, che riprende lo stile tradizionale dell’isola.
L’atmosfera degli ambienti è fresca ed essenziale, ma al contempo sofisticata, scelta ideale per un’abitazione di vacanza.
Gessi ha presentato le novità per l’ambiente bagno e SPA domestica in uno spettacolare stand al Salone Internazionale del Mobile, in occasione della MDW 2022.
Uno stand spettacolare, quello che Gessi ha innalzato nel padiglione S.Project in occasione della 60° edizione del Salone del Mobile di Milano. Lo stand, esteso su oltre 900mq e sviluppato attorno ad un grande albero, ospitava le novità 2022 per la rubinetteria di alta gamma. Tra piante, schermi giganti, percorsi immersivi, ho potuto ammirare collezioni che testimoniano, ancora una volta, il ruolo di primo piano dell’azienda italiana, ambasciatrice del made in Italy nel mondo.
Bagno e SPA domestica: il programma Gessi Private Wellness
il programma Gessi Private Wellness comprende una vastissima gamma di soffioni e di elementi doccia per idromassaggio, nebulizzazione, cromoterapia, cascata. L’azienda di Serravalle Sesia di è dimostrata pioniera nell’introdurre e sviluppare prodotti per ricreare una SPA a casa propria. Gessi è nota anche per il suo impegno nei confronti del tema della sostenibilità, portato avanti con rubinetterie a risparmio idrico. Eccellenza, innovazione, design, sostenibilità e prestazioni elevate caratterizzano i prodotti del catalogo e del programma Private Wellness, che si arricchisce con una novità assoluta che sigla il ritorno al colore, come dettano le tendenze più attuali.
Collezione Origini
Si tratta della collezione di rubinetterie Origini, declinata in cinque colori iconici per altrettanti ritratti cromatici e triadi da abbinare a piacere. Dal rosa cipria all’argilla greige, dall’ocra al mattone coral fino al verde agave, Gessi propone una palette sofisticata ed attuale applicata a forme essenziali ed estremamente eleganti. La figura geometrica del cerchio si ripete con modularità e ritorna negli inserti intercambiabili, caratterizzati da un gioco di grafie e di effetti materici lucido/opaco.
La collezione comprende una gamma completa di miscelatori per lavabo, il nuovo soffione XL per il wellness, accessori come i porta asciugamani. Per creare un ambiente total look l’azienda ha affiancato alla rubinetteria due lavabi in Cristalplant® dall’effetto soft touch declinati nei cinque colori della palette, oltre al bianco e nero matt.
Collezione Sogni
Il soffione multifunzione Sogni offre un’esperienza di benessere multisensoriale, grazie alla cromoterapia personalizzabile e ai getti d’acqua differenziati, a pioggia, a cascata e nebulizzata rinfrescante. Un gioco di specchi e l’illuminazione LED creano un inganno prospettico amplificando lo spazio.
Shower outfit
Il concetto di total look per il bagno e SPA domestica si estende anche alle cabine doccia su misura, una novità assoluta per l’azienda. Il Woven Metal impreziosisce maniglie, scarichi lineari e le diverse soluzioni per l’apertura. Le finiture e le texture sono abbinabili a tutte le soluzioni e dimensioni, e aggiungono un tocco personale alla stanza da bagno attraverso il ‘metallo tessuto’, una ricercatezza distintiva dell’azienda.
Flush plated limited edition
Infine, per un total look di stile non poteva mancare l’interpretazione per lo scarico del WC. Le placche in “metallo tessuto”, rigate e diamantate, diventano oggetti d’arredo di design. L
Dopo HiCan, il primo letto a baldacchino tecnologico di Hi-Interiors e HiAm, vero e proprio hub dedicato al benessere fisico e mentale della persona, Hi-Interiors presenta HiStand, il comodino del futuro. Un nuovo prodotto smart che porta avanti la rivoluzione in camera da letto.
Disegnato da Rossella Mangiarotti, pluripremiata designer italiana, HiStand combina funzionalità e stile. Può essere gestito comodamente tramite App e garantisce la purificazione dell’aria; è dotato di uno schermo elettromagnetico per ridurre le onde dei dispositivi digitali mentre si dorme, di luci ambientali regolabili oltre che di punti di ricarica wireless e di un cassetto segreto.
Hi-Interiors alla Milano Design Week
Per il tanto atteso ritorno della Design Week, Hi-Interiors ha accolto i visitatori del FuoriSalone all’interno della Penthouse del Nhow Hotel in zona Tortona.
Nell’attico a due piani dell’hotel milanese, Hi-Interiors ha presentato “HiLiving Experience“, la linea di mobili intelligentiche combinano la tradizione manifatturiera italiana con sistemi e prestazioni tecnologiche d’avanguardia.
Schermo integrato e proiettore 4k, home theatre, massaggi, fragranze, scenari personalizzati e monitoraggio del sonno sono le caratteristiche principali della linea hibed di Hi-Interiors. Il risultato è un’oasi di riposo e benessere per riscoprire il vero significato del tempo libero, inteso come fonte primaria di creatività per la realizzazione e crescita personale. Una linea di prodotti olistica più ampia sviluppata su tre livelli: benessere, intrattenimento e salute con un tocco unico di artigianato italiano.
I protagonisti sono stati i due famosi hibed, HiCan e HiAm, e il nuovo comodino tecnologico – HiStand in anteprima mondiale.
Nell’attico dell’hotel Nhow in zona Tortona, Hi-Interiors ha ospitato inoltre una selezione di brand come MyInn, Design Italy e il brand Somma1867, parte del Gruppo Gabel. L’unicità dei loro prodotti ha arricchito l’esperienza degli ospiti di HiLiving Experience, creando un’atmosfera tutta italiana.
HiStand è semplicemente il comodino del futuro
Questo prodotto high-tech è una meraviglia dell’ingegneria moderna unita alla cura artigiana tipica del Made in Italy. HiStand è più di un normale comodino, ricco di funzionalità integrate, è pronto a rendere la vita quotidiana più smart e confortevole.
HiStand è l’esempio perfetto di quando il design italiano incontra l’innovazione tecnologica per rispondere all’esigenze di ogni giorno. Questo comodino di fascia alta combina funzionalità e stile per creare un mobile davvero unico. Con la sua gamma di funzioni e il controllo a portata di App, HiStand è l’ultimo prodotto di Hi-Interiors, il principale produttore italiano di mobili intelligenti di lusso.
Caratteristiche principali di HiStand
Purificatore d’aria per aiutare a rimuovere gli inquinanti nocivi e migliorare la qualità dell’aria che respiri mentre dormi, garantendo una zona d’aria pura personale.
Uno schermo elettromagnetico che aiuta a deviare i campi elettromagnetici rilasciati dal cellulare lontano dalla tua testa mentre dormi.
Luci ambientali a Led regolabili integrate che possono essere utilizzate per creare diversi ambienti di illuminazione da utilizzare in base alle proprie esigenze.
Luci di cortesia a LED che si accendono automaticamente quando entri nella stanza o scendi dal letto per fornire una luce delicata per guidarti nell’oscurità. Possono anche essere impostate per spegnersi dopo un certo periodo di tempo, evitando di sprecare energia.
Luci di conversazione pensate per comunicare le azioni che si svolgono sul comodino, come la ricarica del telefono o i cicli di purificazione dell’aria. Queste luci possono essere impostate su colori diversi per adattarsi al tuo arredamento o al tuo stile personale.
Punti di ricarica wireless integrati per la tua comodità. Posiziona semplicemente i tuoi dispositivi compatibili sul piano di ricarica e inizieranno a caricarsi automaticamente.
Un pannello intelligente in versione touchpad programmabile per il controllo immediato delle sue principali funzionalità tecnologiche.
Un cassetto “segreto per riporre oggetti di valore o sensibili come i farmaci. Il cassetto è bloccato con NFC, quindi solo tu puoi accedervi.
App: HiStand funziona con l’app iOS ma presto sarà disponibile anche per Android. Con questa App puoi personalizzare facilmente il tuo HiStand accedendo a tutte le funzioni e le impostazioni.
Infine, la sveglia che può essere progettata tramite l’app per svegliarti dolcemente con la luce. La luce diventa gradualmente sempre più luminosa, simulando il sole che sorge. Con la sveglia di HiStand, puoi svegliarti riposato ed energizzato, pronto per iniziare la giornata.