25 Marzo 2022 / / La Gatta Sul Tetto

Come scegliere quella giusta tra le sedie da ufficio di design scandinavo che offre il mercato, tra estetica, funzionalità, ergonomia ed esigenze personali.

Nel settore delle sedie per scrivania, le tendenze sono sempre più orientate verso la fusione tra la gamma residenziale e quella professionale. L’arredo domestico deve essere funzionale ed ergonomico come quello dell’ufficio e, viceversa, l’arredo da ufficio deve essere esteticamente piacevole e ordinato come ciò che sta a casa. Una contaminazione tra estetica e funzionalità che solo il design scandinavo ha nel suo DNA. Eleganti nella loro semplicità, le sedie di design scandinavo seducono anche per l’ergonomia e il confort. Ecco come scegliere quella giusta tra le sedie di design nordico per la scrivania, a casa o in ufficio.

Perché scegliere sedie da ufficio di design scandinavo?

Le sedie da ufficio di design scandinavo sono perfette sia per la casa che per l’ufficio. Per prima cosa, sono esteticamente piacevoli e discrete. Il design scandinavo è minimalista e valorizza immediatamente la stanza mantenendo un’atmosfera neutra che favorisce la concentrazione.

Comode e funzionali le sedia da ufficio di design scandinavo sostengono la schiena e permettono di mantenere una buona postura per tutto il giorno. Inoltre, i cataloghi sono vasti e variegati, come quello di Ofichairs : con o senza braccioli, in plastica o imbottite, con rivestimento in tessuto o in pelle. In linea di massima, i materiali e i colori si devono adattare all’arredo dell’ambiente. 

Per quanto riguarda invece le funzionalità, il mio consiglio è quello di scegliere in base alle proprie esigenze. 

La sedia giusta per ogni esigenza 

Secondo diversi studi, passiamo quasi un quarto della nostra vita seduti, soprattutto davanti allo schermo di un computer. Sedersi bene è diventato un imperativo per il proprio benessere, sia se si lavora da casa che dall’ufficio. Inoltre, l’estetica del luogo di lavoro è altrettanto importante: essere in un posto dove ci si sente a proprio agio è un requisito fondamentale per lavorare bene.

Di fronte a una vasta gamma di sedie da ufficio sul mercato, trovare quella giusta per le proprie esigenze può essere una vera sfida.

In linea generale, la migliore sedia da ufficio è quella che si adatta alla postazione di lavoro e al tempo che vi si trascorre. Gli elementi da valutare attentamente sono lo schienale, la seduta e i braccioli. Per quanto riguarda la base, potete scegliere indifferentemente tra i classici 4 piedi, oppure a 3, 4 o 5 razze, fisse o su rotelle. Anche la scelta di un sedile fisso o girevole non incide sull’ergonomia, dunque dipende dalle vostre preferenze.

Scegliere la sedia in base all’intensità d’uso

Per un uso occasionale della vostra sedia da ufficio, ovvero meno di 4 ore in media al giorno, non avrete bisogno di una sedia da ufficio con ergonomia elevata. Vi sarà sufficiente un modello con schienale fisso e altezza regolabile. 

Per un uso continuativo che non superi le 7 ore, sono adatte le sedie con meccanismo di contatto permanente. In pratica lo schienale accompagna i movimenti del corpo in modo da essere sempre in contatto con la schiena. Nei modelli più evoluti lo schienale può essere bloccato nell’inclinazione preferita, per un maggiore confort. Si tratta del modello di sedia per ufficio più diffusa.

Nel caso di un utilizzo intensivo, ovvero superiore alle 7 ore, è consigliabile optare per modelli a meccanismo sincrono. In pratica, significa che la sedia da si sincronizza con i movimenti del corpo per fornire il massimo comfort. Lo schienale e il sedile si inclinano insieme in un modo coordinato.  È il tipo di sedia che attualmente offre la massima ergonomia sul mercato. Le sue caratteristiche principali sono le seguenti:

Scegliere gli elementi optional

Oltre alle caratteristiche generali basate sui tempi di utilizzo, si possono considerare o meno gli optionals che ogni azienda propone.

Per esempio, la sedia può essere provvista o meno di poggiatesta, fisso o regolabile in altezza e nell’inclinazione. Un altro elemento importante sono i braccioli, che possono essere fissi o regolabili. Tenete presente che nelle sedie da ufficio si possono trovare 4 tipi di braccioli regolabili. I più semplici si possono regolare solo in altezza, fino ad arrivare gradualmente ai modelli più performanti, regolabili in altezza, profondità, larghezza e orientamento.

24 Marzo 2022 / / La Gatta Sul Tetto

In un mondo che va sempre di corsa, il tempo assume un’importanza estrema. La filosofia dello Slow living – che comprende tante attività slow, come lo Slow food – punta a uno stile di vita semplice, legato alla natura e scandito da ritmi più lenti. 

Slow living
Via elleinterieur.nl

Letteralmente significa “vivere lentamente” e potrebbe essere definito come “l’arte di rallentare”, da applicare tutti i giorni, quindi anche nell’arredamento della propria casa. Una vita più lenta consente di avere anche una maggiore consapevolezza, di noi stessi e di ciò che abbiamo intorno.

Arredare una casa secondo questa filosofia significa dunque scegliere ciò che più rappresenta noi e i nostri valori, creando un ambiente che favorisca la calma interiore. 

Per questo motivo non c’è uno stile preciso e definito per lo Slow living, perché ciascuno di noi può sentirsi bene circondato da cose diverse. 

Selezionare gli oggetti 

Come anche la filosofia minimalista ci insegna, è preferibile tenere poche e selezionate cose che per noi hanno davvero un significato e un valore. Occorre scegliere con cura e consapevolezza gli oggetti di cui circondarsi, tenendo a mente che per una vita e una casa slow, non c’è posto per ciò che non piace o che è inutile. Ad esempio, se in casa avete oggetti che vi sono stati regalati e che non amate, donateli in quanto risultano cose che in definitiva non accettiamo.

Un altro punto importante dello Slow living è il legame con la tradizione. Circondatevi di arredi o complementi che hanno una storia e, soprattutto, che siano fatti con cura.  Questa attenzione nel realizzare il manufatto si percepirà. Viceversa, mobili storti e mal rifiniti non danno belle sensazioni, a chi più e a chi meno a livello inconscio. Soprattutto se siete inclini a notare questi difetti.

Benessere interiore secondo lo Slow living

Una casa arredata consapevolmente, deve tener conto delle proprie esigenze. Al centro dello Slow living si pone il proprio benessere interiore e il ritornare al proprio ritmo naturale.

Prendersi cura delle piante è un buon modo per farlo: piantarle, innaffiarle in certi giorni e vederle crescere, ci riallinea al ritmo della natura. 

È anche importante creare un angolo per se stessi, per dedicare del tempo alle cose che amiamo fare o ai propri hobby, così da rigenerarsi e riequilibrare la propria energia.

Inoltre, per una casa slow, sarebbe opportuno abbassare gli stimoli visivi o uditivi che ci circondano e a cui siamo già sovraesposti ogni giorno. Per farlo, ciascuno dovrebbe valutare se le disposizioni, gli oggetti e i colori che ci sono, risultano eccessivi oppure equilibrati. Poiché la casa è quel luogo dove dobbiamo ricaricare le batterie, è bene che sia in armonia con il proprio io. 

Se desiderate una progettazione ottimale degli spazi della vostra casa, consultate il sito https://zeumadesign.com/

23 Marzo 2022 / / La Gatta Sul Tetto

La nascita di un figlio comporta inevitabilmente dei cambiamenti nello stile di vita e nell’ambiente domestico. Come organizzare gli spazi per accogliere il bebè.

organizzare gli spazi

La nascita di un bimbo è senza ombra di dubbio il momento più importante per una coppia, ed è anche una circostanza che cambia tutto. La coppia d’ora in poi dovrà infatti agire all’unisono per la protezione del piccolo, a partire dalle quattro mura domestiche. La casa dovrà essere infatti rivoluzionata per poter ospitare il bambino in tutta sicurezza, riorganizzando gli spazi abitativi. Ecco perché oggi scopriremo alcuni consigli utili per riuscirci.

La nascita di un figlio tra cambiamenti di vita e sistemazione della casa 

Al momento dell’arrivo di un bebè, ci sono tante cose che cambiano nella vita dei genitori. Per prima cosa questi dovranno abituarsi all’idea di essere in 3, affrontando le giornate con un’ottica diversa rispetto a quella della coppia, e, soprattutto nei primi mesi di vita, che richiedono totale attenzione, dovranno organizzarsi con i propri impegni per curare il bimbo. In secondo luogo, si dovranno affrontare tutti i cambiamenti legati alla crescita del piccolo, dalla dentizione fino ad arrivare alla cura della sua igiene. Cambieranno anche le cose in casa, con la necessità di rendere l’ambiente più sicuro, ad esempio eliminando le fonti di pericolo e organizzandosi con l’introduzione di vari accessori che consentano al bambino di esplorare l’ambiente domestico senza troppi vincoli. Lo stesso discorso vale per la sua cameretta, che andrà allestita in modo tale da poter proteggere il neonato h24. 

Chiaramente, tutto questo, prevede anche dei costi obbligatori da affrontare, necessari per organizzare gli spazi domestici e per acquistare tutti gli accessori per il bambino. Se non si possiede la liquidità sufficiente per riuscirci, è possibile pensare di richiedere un finanziamento ad hoc, ed effettuare preventivamente il calcolo della rata del prestito online, così da conoscere le sue condizioni e ottenere al contempo un notevole supporto economico. A questo punto, tutto, o quasi, sarà pronto per l’arrivo del piccolo in casa, e i primi momenti in tre si potranno vivere con maggior serenità.

Consigli per organizzare gli spazi in vista dell’arrivo di un bebè

La cameretta del piccolo richiederà ovviamente tutte le attenzioni del caso, sia in materia di sicurezza, sia per quel che riguarda lo stile e la scelta dei colori. Per quanto concerne gli indispensabili, non possono mancare alcuni must come la culla o il lettino, il fasciatoio (magari a comò) e la cassettiera, insieme ad un porta oggetti, ad una serie di scatole e organizer, e al baby monitor, il dispositivo che monitora il sonno. Quest’ultimo è fondamentale per questioni di sicurezza, ed è ottimo anche per tranquillizzare i genitori senza costringerli a recarsi in camera ogni 5 minuti. Altri oggetti da non dimenticare sono la luce notturna per bimbi, i cesti per raccogliere la biancheria sporca e il mangia pannolini. 

Anche il bagno richiede una discreta attenzione in fase di organizzazione, provvedendo ad esempio all’acquisto di un radiatore apposito per riscaldare il fasciatoio, e al termometro da bagno, per tenere sempre sotto controllo le temperature ambientali. 

È inoltre importante valutare l’allestimento di una zona in casa dedicata esclusivamente al piccolo, con un angolo giochi, in modo tale da evitare di creare troppo disordine in casa. Ritornando alla cameretta, infine, ci sono molte soluzioni per personalizzarla, come i quadretti con gli animali, le carte da parati divertenti, i pupazzi e le lampade a soffitto.

22 Marzo 2022 / / La Gatta Sul Tetto

L’Art Nouveau, nata in Belgio alla fine dell’Ottocento, si diffonde rapidamente in tutta Europa, sorvolando infine l’Oceano Atlantico per giungere negli Stati Uniti.

Art Nouveau
Lo scrittoio di Henry van de Velde – Crediti

Riprendiamo dalla prima parte dell’articolo, nella quale stavamo analizzando due opere rappresentative per mettere a fuoco in maniera esemplare le caratteristiche dell’Art Nouveau

Lo scrittoio di Henry van de Velde, 1899

Il mobile, realizzato in legno massiccio, assolve innanzitutto le esigenze funzionali, in cui ogni dettaglio ha una motivazione pratica. Tuttavia, ogni elemento ha una precisa connotazione decorativa. La forma avvolgente a fagiolo facilita il lavoro mentre richiama la forma curva. Le cassettiere laterali leggermente oblique sono comode, mentre le maniglie seguono una linea “a frusta”.  I due vani laterali sono perfetti per riporre documenti, e allo stesso tempo alleggeriscono la struttura. Il profilo in ottone che delimita lo spigolo anteriore trattiene gli oggetti, e inserisce in modo organico i candelabri, altrimenti slegati dal contesto. 

Tassel House, Victor Horta, Bruxelles, 1893

Analizziamo il magnifico androne di ingresso e la tromba delle scale dei Tassel House, progettata da Victor Horta. La prima novità, per una casa privata, è il lucernario che sormonta il vano scale e che convoglia la luce naturale. La struttura, in ferro, è a vista, ma è forgiata in sottili colonnine floreali che si integrano armoniosamente con la muratura. La scala ha un andamento a spirale dinamico, accompagnato dal fluire del corrimano in legno e della ringhiera in ferro battuto. Ogni elemento aderisce al codice estetico dell’Art Nouveau, dalle lampade al mosaico del pavimento, dalla balaustra alla decorazione murale, dalle porte alle vetrate. 

Art Nouveau
Tassel House, Victor Horta

Diffusione dell’Art Nouveau nel mondo

Francia, Gran Bretagna e paesi nordici

Le creazioni degli architetti belgi Victor Horta e Henry van de Velde, esposte a Parigi nella galleria L’Art Nouveau, destano scalpore. Presto i ricchi borghesi fanno a gara per ristrutturare e arredare le case nel nuovo stile. L’esposizione Universale di Parigi nel 1900 segna l’apice di questo stile e contribuisce alla sua diffusione nel mondo, insieme alle riviste specializzate. Il superamento degli stili passati e l’eliminazione della gerarchia nelle arti tende verso il “total design”. La rivoluzione floreale investe l’architettura, la decorazione, l’arredo, la pittura, la grafica, l’arte orafa, in un tripudio che riunisce l’arte con la A maiuscola alle arti applicate. Ogni paese ha i suoi centri di eccellenza: Glasgow primeggia oltremanica grazie ai lavori di Charles Rennie Mackintosh e dell’illustratore Aubrey Vincent Beardsley.

In Francia è la scuola di Nancy ad emergere, con le delicate opere in vetro dei fratelli Daum. L’architetto più acclamato è Hector Guimard, autore degli ingressi della metro e del famoso Castel Bèranger a Parigi, nel quale echi neo medievali si stemperano nel nuovo stile.

Nel campo della pittura e della grafica, eccellono Henry Toulouse-Lautrec e Théophile-Alexandre Steinlen, autore dell’affiche del locale di Montmartre Le Chat Noir. 

In Germania, nei Paesi Bassi, negli Stati baltici e nei paesi nordici in generale lo stile assume il nome di Jugendstil, derivato dalla rivista Die Jugend. Qui si sviluppa una  versione più rettilinea dell’Art Nouveau, che mantiene la natura come fonte di base dell’immaginario, ma enfatizza la sottostruttura geometrica alla base delle forme organiche, e la simmetria non viene rifiutata. La Germania conta diversi centri di diffusione, a partire dalla Colonia per Artisti di Darmstadt, dove architetti, pittori e scultori lavorano sotto la protezione del Granduca Ernst Ludwig. Qui nel 1897 Hermann Obrist, autore del motivo “a frusta”, Peter Behrens, Bernhard Pankok e R. Riemerschmid fondarono le Vereinigte Werkstätte für Kunst und Handwerk (Laboratori uniti per l’arte nell’artigianato). Attiva fino al 1991, l’associazione, con sede a Monaco di Baviera, riuniva le piccole aziende artigiane aderenti al manifesto dello Jugendstil. La versione tedesca dell’Art Nouveau, in molti casi, rifiuta la decorazione floreale e la linea fluida a favore di una razionale semplicità. Del resto, Berhrens è considerato uno dei padri del Movimento Moderno, visto che architetti come Ludvig Mies van der Rohe e Walter Gropius lavorarono per lui.

Art Nouveau
Mobili disegnati da Peter Behrens per la sala da pranzo della Colonia per artisti di Darmstadt

L’Art Nouveau in Catalogna e Austria 

I due paesi che esprimono le versioni più originali e mature dell’Art Nouveau sono la Spagna e l’Austria. Esuberante e sovraccarica l’espressione catalana, misurata e sobria la versione Austriaca.

La Spagna, più precisamente la Catalogna, ha un centro speciale e un artista unico per il suo contributo al nuovo stile. Si tratta di Barcellona, dove lavora un certo Antoni Gaudì. Della sua opera abbiamo già parlato in questo articolo.

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Antoni Gaudí, Casa Batlló, Barcellona, 1904

In Austria, a Vienna, un gruppo di artisti, in aperta polemica con il mondo accademico, dichiara la propria indipendenza. In realtà, si contanoNel 1897 il pittore Gustav Klimt, assieme ad altri 18 artisti, da il via alla Wiener Secession (Secessione viennese).

Art Nouveau
Gustav Klimt, Manifesto della Secessione Viennese, 1897

L’ideale portato avanti da questi artisti è quello della Gesamtkunstwerk, l’opera d’arte totale, o unità di tutte le arti in un medesimo stile. La nuova associazione si riunisce nel Palazzo della Secessione Viennese, costruito dall’architetto Joseph Maria Olbrich. Tra i designer, spiccano Josef Hoffmann, Otto Wagner e Adolf Loos che, dopo aver aderito alla Secessione, la critica aspramente attraverso i suoi scritti Parole nel Vuoto (1900) e Ornamento e delitto (1908). 

Il nuovo stile in Italia e negli Stati Uniti

Marginali ma non meno importanti i contributi di Italia e Stati Uniti, se non altro per gli sviluppi successivi in questi paesi. 

In Italia, lo Stile Liberty prende il nome dai magazzini londinesi Liberty Department Store, specializzati nell’importazione di ornamenti, tessuti e oggetti d’arte dal Giappone. Un importante centro del nuovo stile fu la città di Torino, che nel 1902 ospitò una grande esposizione, Torino 1902, dedicata alle “Arti decorative internazionali del nuovo secolo”. A Milano, secondo centro del Liberty in Italia, spicca la figura di Eugenio Quarti, detto il Principe degli ebanisti. Dopo un apprendistato a Parigi e un breve periodo di lavoro per Carlo Bugatti, aprì un proprio negozio e atelier e produsse modelli esposti all’Esposizione di Anversa del 1894 e alla prima Esposizione di Torino del 1892.

Frank Lloyd Wright, Meyer May House, 1908, Grand Rapids, Michigan

Negli Stati Uniti il centro di diffusione del nuovo stile è Chicago, dove è preminente la figura dell’architetto Louis H. Sullivan. Presso Sullivan lavora un certo Frank Lloyd Wright, che aderisce alla versione rettilinea dell’Art Nouveau. Il maestro vetraio Louis Comfort Tiffany rivoluziona la lavorazione del vetro, introducendo un metodo che gli permette di realizzare fantastiche lampade, icone dell’Art Nouveau.

17 Marzo 2022 / / La Gatta Sul Tetto

L’Art Nouveau (1890–1910) si diffonde in tutta Europa e porta una ventata di aria nuova nell’ormai stanco ripetersi di stili del passato.

rivoluzione floreale
Joseph Maria Olbrich, Palazzo della secessione viennese, Vienna, 1897 – Crediti

Siamo alla fine dell’Ottocento e in tutta l’Europa compaiono strane forme mai viste prima, linee sinuose accompagnate da delicate decorazioni floreali. Nel 1895, il commerciante tedesco Samuel Bing apre a Parigi una galleria nella quale espone gli oggetti che ha scovato dopo un viaggio a Bruxelles. Si tratta dei mobili realizzati dagli architetti belgi Victor Horta e Henri Van De Velde, e l’insegna, progettata da quest’ultimo, riporta il nome L’Art Nouveau.

ivoluzione floreale
Victor Horta, boiserie e mobilio dell’hotel Aubecq a Bruxelles,1902-04

Dal Belgio, dove nasce su impulso dei due architetti di cui sopra, si diffonde in Francia, con il nome di Art Nouveau, in Germania, dove si chiama Jugendstil, in Spagna, dove sarà El modernismo, Modern style nei paesi anglosassoni. In Italia prende il nome di stile Liberty, ispirandosi agli oggetti proposti dai magazzini LIBERTY & CO. LTD. La città nella quale questo stile raggiunge un livello notevole è Vienna, grazie agli artisti della Secessione. Inutile negarlo, l’arte, soprattutto l’architettura, e l’artigianato, sono in una profonda crisi. E’ evidente che questo stile viene percepito come qualcosa di nuovo, moderno e rivoluzionario rispetto agli stili del passato. Una rivoluzione che si oppone allo storicismo1 e all’eclettismo2 imperanti, ma anche al dominio della carpenteria metallica. Una ventata d’aria fresca che presto diventerà lo status symbol della nuova borghesia emergente e il codice estetico della Belle Époque.

Art Nouveau, le premesse della rivoluzione floreale

Nel corso dell’Ottocento l’architettura e, di riflesso, l’arredamento, si ripiegano sugli stili del passato, confluendo, alla fine, nell’eclettismo. Non mancano esempi di buon gusto, in certi edifici vittoriani o haussmanniani, ma l’accumulo di decorazioni sfocia ben presto nel grottesco. Un esempio, l’Opéra di Parigi di Charles Garnier, architetto geniale ma accademico.

In effetti, i progressi nell’edilizia, introdotti dallo sviluppo della carpenteria metallica, resero possibili prodezze tecniche mai viste fino ad allora. Per esempio, le proporzioni di palazzi e monumenti crescono a dismisura, in larghezza ma anche in altezza, tanto che a Chicago spuntano grattacieli in ogni dove. Il problema di questi edifici risiede nel fatto che la struttura portante non corrisponde più all’involucro. Gli architetti, una volta risolto il problema di come far stare in piedi il palazzo, si limitano a rivestirlo, nell’intento di “abbellirlo”, attingendo agli stili del passato. Un’architettura priva di autenticità, slegata dal contesto storico e culturale, tanto che le opere più genuine si trovano nel campo dell’ingegneria. Si tratta di costruzioni che esibiscono la struttura senza fronzoli intorno, come la Tour Eiffel, per esempio. 

Tour Eiffel, Parigi – Crediti

Ad ogni epoca il suo stile

In parallelo, alcuni artisti e architetti si ribellano a questa decadenza, che investe anche la produzione di arredi e complementi. Lo abbiamo visto, per esempio, nel capitolo dedicato all’Arts and Crafts, al Movimento Estetico e alla Scuola di Glasgow. Figure come John Ruskin, William Morris e Charles Rennie Mackintosh cercano una via alternativa, che riporti l’artigianato agli antichi fasti. Soprattutto William Morris, che scompare nel 1896, proprio all’apparire dell’Art Nouveau, resta il principale ispiratore del nuovo stile. L’intento che sta alla base della nuova tendenza è quello di conciliare arte e tecnica, producendo un linguaggio nuovo congeniale all’epoca.

“A ogni tempo la sua arte, all’arte la sua libertà”. Frase dipinta all’ingresso del Palazzo della Secessione di Vienna

Paradigmatici di questo sforzo, gli ingressi del metrò parigino, progettati da Hector Guimard, che uniscono la parte tecnica nel sottosuolo, con quella artistica in superficie. Forme inedite sostituiscono i finti tempietti classicheggianti o le edicole in stile gotico, esibendo la struttura metallica senza celarla allo sguardo. 

rivoluzione floreale
Ingresso della Metro a Parigi – Crediti

Le caratteristiche della rivoluzione floreale

Uno stile dai tanti nomi, che spesso viene associato al termine “floreale”. In realtà, si tratta di una semplificazione estrema, visto che la rivoluzione floreale ha diverse caratteristiche. Certo, la decorazione biomorfa ha un posto di primo piano, ma, al di là della sua valenza estetica, veicola contenuti ben più profondi. Secondo lo storico dell’arte Wilhelm Worringer, gli elementi biomorfi, le linee fluide ed aperte sono associati all’empatia, alla fiducia, all’unione dell’uomo con la natura, in contrapposizione alle forme chiuse, geometriche ed astratte. Gli oggetti, i dipinti, le architetture Art Nouveau esprimono dunque la vitalità, la forza e il movimento, come  nel motivo del “colpo di frusta”, creato da Hermann Obrist nel 1892.

Hermann Obrist, decorazione murale ricamata, Monaco 1892, Münchner Stadtmuseum

Linee curve, fluide e dinamiche si accompagnano a costruzioni asimmetriche, per creare un insieme leggero ed armonioso. Iniziatori dello stile furono i due già citati architetti belgi. Analizziamo due lavori rappresentativi per mettere a fuoco in maniera esemplare le caratteristiche dell’Art Nouveau. Per questo vi rimando alla seconda parte dell’articolo. 

Alfons Mucha, 1897, Fruit
NOTE
1 -Storicismo: tendenza sviluppatasi nel corso del 19° secolo, basata sull'imitazione dello stile delle epoche passate. Es. neo classico, neo gotico, neo medievale e via di seguito.
2-Eclettismo:  tendenza sviluppatasi nella seconda metà del 19° secolo, basata sulla mescolanza degli stili del passato.
15 Marzo 2022 / / La Gatta Sul Tetto

Rivestire la facciata con carta da parati per esterni da oggi è possibile, grazie alle innovative soluzioni proposte da Instabilelab.

carta da parati per esterni

Sembra impossibile, eppure da oggi rivestire la facciata con carta da parati è possibile. Una soluzione inedita e scenografica capace di dare un forte carattere ad ogni edificio.

Stampata su supporto Fibratex, la carta da parati per esterni proposta da Instabilelab è la soluzione ideale per chi cerca un impatto estetico esclusivo e personale. Perfetta  per le facciate di fabbricati residenziali, commerciali, aziendali o semplicemente per esaltare frazioni di muro o cinte perimetrali. 

Carta da parati per esterni in Fibratex di Instabilelab

Questa soluzione senz’altro inedita è resa possibile grazie a Fibratex, un supporto speciale composto da un tessuto in fibra di vetro, caratterizzato da una finitura ordita a trama stretta, e trattato con resina opaca Tex Decor. Questo innovativo materiale presenta una eccellente resistenza agli agenti atmosferici, non ingiallisce ed è certificato per la resistenza al fuoco nella classe B-s1, d0. Il prodotto è fornito completo di primer, colla, resina e sigillante. 

Instabilelab è un brand italiano creato nel 2015 da Stefano Munaretto, grafico e designer. Fin dagli esordi, l’idea è quella di superare il concetto tradizionale di carta da parati, a favore di un approccio sperimentale. Un laboratorio di idee sempre in evoluzione, sia dal lato estetico che da quello tecnico. Soggetti originali ed irriverenti, capaci di dare un tocco unico ad ogni ambiente. Soluzioni tecniche all’avanguardia che permettono applicazioni insolite, anche grazie al progetto Custom-me, che permette la personalizzazione ad arredi, complementi e tessuti.

Le collezioni di carte da parati 

Il catalogo dell’azienda veneziana è ricco e variegato e offre innumerevoli pattern nati dal mix di stili e soggetti diversi. Suggestioni astratte, naturalistiche, grafiche, si mescolano su sfondi dall’aspetto grezzo. Effetti acquarello, fotografici, ispirazioni retrò o metropolitane. E’ la collezione Nuances, soft ed elegante. Scenografica ed ispirata alla natura, la collezione Audace. E poi c’è la sontuosa collezione Oro Nero, punta di diamante del catalogo.

carta da parati per esterni

Per maggiori informazioni visita www.instabilelab.com

12 Marzo 2022 / / La Gatta Sul Tetto

Come è nata la lampada Pipistrello, indiscussa icona del design ideata quasi 60 anni fa da Gae Aulenti. Dall’ideazione fino alla difficile ma geniale realizzazione.

lampada Pipistrello

Siamo nel 1965, e un giovane architetto che risponde al nome di Gaetana Emilia Aulenti, detta Gae, ha un’idea da realizzare. Il famoso marchio di macchine da scrivere e calcolatori Olivetti l’ha incaricata di progettare il nuovo show room di Parigi e Buenos Aires. Gae immagina uno spazio che richiami la piazza, uno dei luoghi simbolo delle città italiane. Costruisce quindi una sorta di architettura fatta di gradini e piani a diversi livelli, distribuiti attorno ad un nucleo centrale. L’illuminazione dello show room è affidata ad un sistema di proiettori, ma l’architetto, aggiungere dei lampioni. Cerca quindi a una lampada che possa svolgere questa funzione, ma non la trova, se non nella sua immaginazione. La lampada Pipistrello comincia a delinearsi negli schizzi, dapprima solo degli abbozzi, poi sempre più precisi, fino all’esecutivo. Non resta che trovare un produttore, ma non sarà facile.

Lo show room Olivetti a Parigi-1965

La lampada Pipistrello, un’idea geniale difficile da realizzare

L’idea della lampada Pipistrello è senza dubbio geniale, ma la realizzazione presenta alcune difficoltà tecniche. Inoltre, nelle intenzioni della Aulenti, la lampada deve essere pensata come un oggetto da produrre in serie. Un prodotto di disegno industriale, dunque, destinata ad un mercato che, in quell’epoca, reclamava con forza “cose nuove”. Le criticità del progetto riguardavano sia il fusto telescopico che il diffusore, dalla forma particolarmente complessa. All’epoca la Aulenti collaborava con Poltronova, un’azienda toscana all’avanguardia, fondata dal visionario Sergio Camilli. Le designer mostra i disegni della lampada Pipistrello al Camilli, forse nella speranza che l’imprenditore potesse aiutarla a realizzarla. Camilli ci pensa, e si sovviene di un’azienda di Lucca che si era lanciata nello stampaggio del metacrilato, una première per l’epoca.

Si trattava della Martinelli Luce di Elio Martinelli, un designer visionario che aveva investito tutto in costosi macchinari per creare lampade in plastica. Camilli accompagna la Aulenti da Martinelli, dicendogli queste parole: “Gae avrebbe questa lampada da fare…”1. L’imprenditore raccoglie l’ardua sfida e riesce, dopo diversi tentativi, a costruire gli stampi e una macchina apposita. Decine di lampade Pipistrello finalmente illuminano gli show room Olivetti come tanti lampioncini, e il successo fu immediato. Tanto che Martinelli la mise in produzione e la lanciò sul mercato nel 1967. Il resto è storia. Vi basti sapere che oggi si trova nelle maggiori collezioni del mondo: Museum of Modern Art e Metropolitan Museum of Art – New York; Museum des Arts Decoratives – Montreal; Centre Pompidou – Parigi.

Uno stile moderno, ma non troppo

Il fascino che ancora oggi esercita questa icona del design forse sta nel suo stile particolare. Anche in questo caso dobbiamo capire le origini dell’idea che sta alla base del progetto. All’inizio degli anni 60, in ogni campo, dall’architettura al design, imperversava il Razionalismo. Come sempre, quando una tendenza diventa onnipresente, alla lunga stanca il pubblico, ma anzitutto i progettisti, che inevitabilmente cercano qualcosa di nuovo. Un gruppo di architetti, tra i quali Vittorio Gregotti, lanciano il movimento Neoliberty, allo scopo di scardinare lo strapotere del Razionalismo. Gae Aulenti vi aderisce con slancio, e in questo contesto possiamo capire come nascono alcuni suoi progetti, come l’allestimento del Museo d’Orsay o la nostra lampada. La pipistrello si ispira alle lampade Tiffany, i cui diffusori evocavano forme floreali o animali. Dunque, oltre alle forme sinuose tipiche dello stile liberty, la Aulenti ne mutua anche il riferimento faunistico, immaginando ali di pipistrello. 

Come è fatta la lampada Pipistrello e i modelli

Premetto che questa lampada fu realizzata in modo davvero impeccabile, prova ne è che, a parte le nuove finiture della base e i LED, è rimasta la stessa. La caratteristica che salta subito all’occhio è il paralume, per la sua forma insolita e inedita. Esso è realizzato ancora oggi in metacrilato opalino, o plexiglass, una plastica più trasparente del vetro. Ma la genialità e l’unicità della lampada risiede nel fusto in acciaio inox satinato, regolabile con movimento telescopico. Da un’altezza di 66 cm, può passare a 86 cm, trasformandosi da lampada da tavolo a modello da terra. Grande versatilità. 

Scorri sopra l’immagine per vedere la lampada in 3D

Oggi la lampada Pipistrello, prodotta sempre da Martinelli Luce, è disponibile nella dimensione originale con diametro di 55 cm e altezza massima di 86 cm, cui si aggiungono altre versioni: la Pipistrello Med (40 x 62 cm), la Mini Pipistrello (27 x 35 cm), quest’ultima anche in versione cordless. Alla versione originale, con la base bianca e testa di moro, si sono aggiunte nel tempo l’ottone satinato, il rame e l’alluminio verniciato in verde agave, rosso porpora, titanio e nero lucido. Una versione speciale, prodotta esclusivamente nel 2015 in occasione dei 50 anni della lampada, la vede vestita con un prezioso abito d’oro.

Note: 1-dal volume “Elio Martinelli e la Martinelli Luce”, 2018, edizioni Electa.

10 Marzo 2022 / / La Gatta Sul Tetto

Una casa torinese d’epoca è uno scrigno dai dettagli ricercati, che racchiude tesori d’arte e di design. Home tour nella casa dell’architetto Matteo Italia.

casa torinese d’epoca

Si tratta dell’appartamento del giovane architetto Matteo Italia di Italia and Partners, che ha ristrutturato questo spazio per se e per la famiglia. Il risultato è uno scrigno dai dettagli ricercati, a partire dagli stucchi originali, messi in valore dalle scelte cromatiche e dalla boiserie aggiunta. Uno scrigno che contiene, conservandoli come preziosi tesori, opere d’arte, ricordi di viaggio e pezzi iconici di design. Esaltano il tutto gli arredi minimalisti e le audaci scelte progettuali, che aprono scorci prospettici inaspettati.

Casa torinese d’epoca: il progetto

Questa casa torinese d’epoca si inserisce in un’elegante palazzina risalente ai primi del Novecento. Lo testimoniano i soffitti alti circa 4 metri, gli stucchi e i muri spessi. L’architetto ha fatto la precisa scelta progettuale di esaltarne questa caratteristica. A tale scopo, ha decorato le pareti di ingresso, disimpegno e salone con profili e boiserie, e ha scelto un parquet in rovere. La posa a spina chevon, che parte dalla porta d’ingresso e arriva fino all’angolo più lontano del salone, invita ad entrare ed allarga la percezione dello spazio.

L’appartamento, che occupa circa 150 mq, aveva un ingresso di 35 mq, che è stato diviso per ricavare due cabine armadio e una lavanderia. L’ingresso, posto in diagonale, da accesso al salone, allo studio e al corridoio che conduce alla zona notte. Alla cucina si accede dal soggiorno, mentre la zona notte accoglie due camere da letto e due bagni.

Le porte d’epoca originali restaurate e riverniciate con smalto opaco, contrastano con le moderne porta di Rimadesio in Vetro spazzolato.

casa torinese d’epoca

La palette, naturale e raffinata, si gioca sui toni del verde salvia, del grigio e dei un sabbia rosato, con tocchi più scuri dati dal blu e dal nero. Come in tutti i progetti di Italia and Partners, l’illuminazione è molto curata e presenta i Laserblade de iGuzzini, inseriti nelle gole nere che disegnano il soffitto, diventati ormai la firma riconoscibile dello studio. Spicca anche il faretto Mark, disegnato da Matteo Italia per Panzeri.

Tra opere d’arte, pezzi di design e ricordi di viaggio

Questa casa torinese d’epoca racchiude tanti interessanti tesori, tra opere d’arte, pezzi di design e ricordi di viaggio. Già nell’ingresso troneggiano due splendidi leoni in bronzo, provenienti dalla Thailandia, mentre in corridoio sono appese stampe vintage, provenienti da un mercatino a Hong Kong.

Soggiorno e cucina

In soggiorno, tavolo da pranzo e sedie in velluto blu di Bonaldo, divano angolare di Lema e tavolino Tulip di Eero Saarinen con piano in marmo. Alle pareti una tempera di Sergio Ragalzi, mentre sulle altre pareti della casa si trovano distruibuiti diversi lavori di Carol Rama, Parisot e Alighiero Boetti tutti appartenenti al gruppo torinese del MAC-Movimento Arte Concreta. Completano l’arredo lo splendido chandelier di Tooy, biocamino Cavour, disegnato da Italia and Partners per Biofireplace, mentre i tessuti d’arredo e le tende che incorniciano le ampie vetrate sono tutti di Dedar, radiatori Agorà di Tubes disegnati da Nicola De Ponti.

Le cucina, nella quale si estende il magnifico parquet, presenta un soffitto ribassato, nel quale sono annegati i Laserblade de iGuzzini. Il ribassamento si è reso necessario per armonizzare il volume della stanza, lunga e stretta.

La boiserie in rovere termocotto e le mensole sospese, realizzate su disegno in metallo, valorizzano lo spazio di lavoro e la tavola, dove gioca il ruolo di protagonista la parete attrezzata di Modulnova, con top in pietra piasentina, e l’isola in pregiato marmo calacatta. Completano l’ambiente, con il loro tocco contemporaneo e raffinato, le lampade a sospensione della collezione Beat di Tom Dixon.

Lo studio, con la poltrona Barcelona disegnata da Mies Van der Rohe prodotta da Knoll, la lampada Nesso design Gruppo Architetti Urbanisti Città Nuova , Giancarlo Mattioli by Artemide e la radio Cubo 50° design Richard Sapper e Marco Zanuso, by Brionvega

Zona notte

Il parquet ci accompagna anche nella zona notte, dove la camera padronale, arredata in modo essenziale, accoglie un piccolo bagno. La parete cui è appoggiato il letto è tappezzata con la delicata carta da parati Rosetta Wall di Dedar, la lampada sul comodino è la famosa Guns di Philippe Stark per Flos. La parete che confina con il bagno è trasparente e dona un effetto scenografico, oltre a convogliare la luce all’interno. Le applique sono della serie Abajourd’hui Small By Flos.

I rivestimenti, in marmo Salvatori, nella finitura CNC disegnata da Piero Lissoni, sono valorizzati dall’utilizzo delle velette che creano un effetto di luce radente Il rubinetto è l’AA27 della collezione Aboutwater, disegnato da Naoto Fukasawa per Boffi+Fantini, qui scelto in un raffinato effetto ottone spazzolato. L’equipaggiamento è completato da un soffione doccia incassato a soffitto, mentre per l’altro bagno si sono scelti rivestimenti Mutina, in particolare Triangle Small dei fratelli Bourollec. Il bagno è completato da una vasca freestanding di Ceramica Cielo con rubinetteria Fantini, scelta in questo caso in una piacevole finitura nero opaco.

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Progetto: Matteo Italia

Studio: Italia e Partners

8 Marzo 2022 / / La Gatta Sul Tetto

Per passare al mercato libero dell’energia occorre scegliere con attenzione l’operatore, valutando i vantaggi. Scopriamo l’offerta Next Energy Sunlight di Sorgenia.

Next Energy Sunlight

Entro il 1° gennaio 2024 tutti gli utenti dovranno abbandonare il mercato tutelato dell’energia, per passare a quello libero. Per questo è importante pensare già da ora a scegliere l’operatore più conveniente per le nostre esigenze. Sorgenia, il primo operatore green del mercato libero in Italia per la fornitura di luce e gas, offre diverse soluzioni, differenziate per le utenze domestiche e per professionisti e piccole imprese. Tra queste, l’offerta Next Energy Sunlight per luce e per luce + gas. 

Energia: mercato libero o tutelato?

Quando si sceglie l’operatore per la fornitura di energia, che si tratti di elettricità o gas, è importante conoscere alcuni fattori. La distinzione più importante riguarda il mercato libero e quello tutelato. Prima della liberalizzazione del mercato dell’energia  elettrica e del gas, cominciato con il decreto Bersani agli inizi degli anni Novanta, i costi erano sottoposti al controllo di un’authority di Stato. Gli operatori che oggi aderiscono al mercato tutelato sono rimasti all’interno di questo quadro, cosicché i prezzi e i contratti sono fissati dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambienti). Nel mercato libero gli operatori offrono contratti e prezzi in concorrenza tra loro, cosicché gli utenti sono liberi di scegliere le offerte più  convenienti. Tuttavia, presto il mercato tutelato non sarà più disponibile: a fine anno si entrerà in un regime transitorio che terminerà entro il 1° gennaio 2024. Entro tale data tutti gli utenti dovranno passare ad un operatore del mercato libero. Per questo è importante informarsi su offerte e tariffe già da ora, per non farsi trovare impreparati al momento del passaggio.

Next Energy Sunlight di Sorgenia, i vantaggi

Sorgenia si pone come il principale fornitore privato di energia proveniente da fonti rinnovabili. Un percorso iniziato più di vent’anni fa e che dimostra una forte sensibilità verso l’ambiente già dagli esordi. Sorgenia offre servizi semplici e personalizzati, l’attivazione rapida, la possibilità di calcolare il preventivo in base ai consumi, il pagamento diretto delle bollette, tutto on line. L’offerta Next Energy Sunlight offre una tariffa a prezzo indicizzato per luce e gas, basata sui parametri PUN e PSV, che seguono l’andamento dei prezzi all’ingrosso della materia prima. Per saperne di più sul contratto, puoi scaricare il contratto qui. Integrano l’offerta alcuni servizi utili per il monitoraggio e la gestione dei consumi. L’App MySorgenia, oltre a permetterci di raggiungere il servizio clienti, tra l’altro rapido ed efficace, mette a disposizione uno spazio personale nel quale consultare le bollette, e monitorare i consumi attraverso l’innovativo programma Beyond Energy. Attraverso l’App è possibile poi accedere all’Energy Corner, una sezione speciale in cui consultare in anteprima i dati più rilevanti della tua bolletta senza scaricarla! 

Inoltre, è possibile beneficiare del programma Sconto Fedeltà, che prevede una quota del 5% per i primi 12 mesi di fornitura, e un ulteriore aumento del 5% applicato ogni anno, sconto che raggiungerà la quota del 20% a partire dal 36° mese, ovvero a partire dal quarto anno.

Il programma fedeltà Greeners

Sottoscrivendo il piano Next Energy Sunlight avete la possibilità di accedere al programma fedeltà Greeners, integrato nell’App MySorgenia. Verrete inseriti in una comunità che riunisce i clienti Sorgenia, una sorta di club esclusivo per tutti coloro che hanno a cuore la sostenibilità ambientale. Partecipando al programma mensile delle missioni volte a promuovere comportamenti consapevoli, potete accumulare punti contabilizzati in seguito in Green Coins, spendibili in premi proposti dai partners di Sorgenia. 

5 Marzo 2022 / / La Gatta Sul Tetto

Come creare un salotto da esterno elegante, confortevole e durevole grazie alle soluzioni proposte da Higold Milano.

salotto da esterno
collezione CARIBBEAN by Higold

La primavera sta per arrivare, e non è mai troppo presto per sistemare gli spazi all’aperto, trascurati durante la stagione fredda. Programmare la manutenzione in anticipo di balconi, terrazzi e giardini è una mossa intelligente, che ci permette di sfruttare questi spazi non appena le temperature saranno gradevoli. Inoltre, è necessario verificare lo stato degli arredi da esterni. Spesso questi elementi, soprattuto se mantenuti all’aperto durante l’inverno, devono purtroppo essere sostituiti. Per questo, il mio consiglio è quello di scegliere prodotti di alta qualità, certificati per durare a lungo e per resistere alle sollecitazioni esterne. Vediamo come creare un salotto da esterno elegante, confortevole e durevole grazie alle soluzioni proposte da Higold Milano.

Gli elementi indispensabili per creare un salotto da esterno

Il salotto esterno è, idealmente, l’equivalente della zona relax del soggiorno, composta da divani e poltrone. Gli elementi indispensabili, da scegliere in base allo spazio a disposizione, sono poltrone, poltroncine, meridiane, divani lineari o angolari. Per rendere il salotto accogliente e funzionale, gli arredi vanno integrati da tavolini e accessori, come lampade, tappeti, cuscini, e da elementi ombreggianti. Oggi la differenza tra salotti da interni e da esterni è pressoché azzerata, e le aziende propongono soluzioni che, dal lato estetico, sono praticamente simili. Ciò che varia, in realtà, sono i materiali, che per gli arredi esterni devono rispettare determinati criteri. Per esempio, Higold utilizza materiali adatti a resistere ai raggi solari e agli agenti atmosferici, come l’alluminio, il legno teak e i tessuti tecnici come l’Olefina e i Sunbrella, a garanzia di una lunga durata. 

salotto da esterno
Collezione GLORIA by Higold

Creare un salotto elegante e funzionale su balconi e terrazzini

Anche uno spazio contenuto, come un balcone o un terrazzino, può accogliere un salotto da esterni. Un piccolo divano, un tavolino e un tappeto sono sufficienti per creare un angolo relax confortevole. Il catalogo Higold offre soluzioni interessanti per arredare spazi ridotti all’aperto, grazie all’ingombro minimo e alla forma compatta. 

La prima collezione risponde al suggestivo nome di Caribbean, ed è composta da un mini salotto angolare e da un tavolino da caffè. La combinazione offre 4 posti a sedere oppure 2 posti più una meridiana. Volendo, si può scegliere solo l’elemento lineare, che offre due posti a sedere e misura solo 176 cm x 79. Le sedute, composte da comodi cuscini rivestiti in Olefina color antracite, sono integrate da piani d’appoggio laterali in legno teak. In alternativa, la collezione Gloria offre una soluzione versatile e colorata, nella versione verde chiaro. La collezione è composta da una poltroncina, un divanetto, un divano a tre posti e da un tavolino da caffè, e consente innumerevoli configurazioni. La rigorosa struttura in alluminio verniciato è ingentilita dagli eleganti inserti in corda.

collezione HESTIA by Higold

Infine, la collezione Hestia, la più contenuta del catalogo, per ingombri. La poltroncina misura infatti solo 75,5 x 72 cm, ed è accompagnata da un divanetto e da un divano a tre posti, altrettanto compatti. Anche Hestia punta sul colore, con le due versioni blu e arancione, e sull’eleganza data dalle corde intrecciate, che ingentiliscono la struttura in acciaio verniciato in bianco.

Il salotto da esterno ideale per spazi ampi

Gli spazi ampi offrono indubbiamente maggiori possibilità di scelta tra gli arredi, tuttavia bisogna evitare di incorrere in alcuni errori. Per esempio, quello di scegliere diversi elementi di piccole dimensioni, che in un grande terrazzo o in un giardino risulterebbero poco valorizzati. Meglio puntare su soluzioni dal forte impatto estetico, come per esempio le collezioni firmate da Pininfarina.

SALOTTO DA ESTERNO
collezione YORK by Higold

York e New York sono senza dubbio due linee perfette per intrattenere gli ospiti, per cene o aperitivi, in un salotto da esterni spazioso, grazie ai tavolini attrezzati. York offre infatti un tavolino dotato di un vano porta tovaglia e stoviglie a scomparsa con chiusura estraibile in vetro temperato, mentre il tavolino New York possiede una ghiacciaia in acciaio inox.

collezione NEW YORK by Higold

E poi ci sono le soluzioni votate al relax, perfette per ambientazioni a bordo piscina o solarium. Tra queste spicca la collezione Polo Pro, composta da diversi elementi modulari, dai sofà centrali e angolari fino alle meridiane con schienale regolabile. Confort assicurato anche con la collezione modulare Punto, sicuramente una delle più versatili del catalogo. L’elemento angolare si può combinare facilmente con la poltroncina, il divanetto e il pouf, e volendo si possono aggiungere comodi piani d’appoggio in teak alle estremità o all’angolo. Inoltre, per le dimensioni relativamente contenute dei moduli, Polo Pro è indicata anche per arredare spazi ridotti. 

collezione POLO PRO by Higold