L’Art Nouveau, nata in Belgio alla fine dell’Ottocento, si diffonde rapidamente in tutta Europa, sorvolando infine l’Oceano Atlantico per giungere negli Stati Uniti.
Riprendiamo dalla prima parte dell’articolo, nella quale stavamo analizzando due opere rappresentative per mettere a fuoco in maniera esemplare le caratteristiche dell’Art Nouveau
Lo scrittoio di Henry van de Velde, 1899
Il mobile, realizzato in legno massiccio, assolve innanzitutto le esigenze funzionali, in cui ogni dettaglio ha una motivazione pratica. Tuttavia, ogni elemento ha una precisa connotazione decorativa. La forma avvolgente a fagiolo facilita il lavoro mentre richiama la forma curva. Le cassettiere laterali leggermente oblique sono comode, mentre le maniglie seguono una linea “a frusta”. I due vani laterali sono perfetti per riporre documenti, e allo stesso tempo alleggeriscono la struttura. Il profilo in ottone che delimita lo spigolo anteriore trattiene gli oggetti, e inserisce in modo organico i candelabri, altrimenti slegati dal contesto.
Tassel House, Victor Horta, Bruxelles, 1893
Analizziamo il magnifico androne di ingresso e la tromba delle scale dei Tassel House, progettata da Victor Horta. La prima novità, per una casa privata, è il lucernario che sormonta il vano scale e che convoglia la luce naturale. La struttura, in ferro, è a vista, ma è forgiata in sottili colonnine floreali che si integrano armoniosamente con la muratura. La scala ha un andamento a spirale dinamico, accompagnato dal fluire del corrimano in legno e della ringhiera in ferro battuto. Ogni elemento aderisce al codice estetico dell’Art Nouveau, dalle lampade al mosaico del pavimento, dalla balaustra alla decorazione murale, dalle porte alle vetrate.
Diffusione dell’Art Nouveau nel mondo
Francia, Gran Bretagna e paesi nordici
Le creazioni degli architetti belgi Victor Horta e Henry van de Velde, esposte a Parigi nella galleria L’Art Nouveau, destano scalpore. Presto i ricchi borghesi fanno a gara per ristrutturare e arredare le case nel nuovo stile. L’esposizione Universale di Parigi nel 1900 segna l’apice di questo stile e contribuisce alla sua diffusione nel mondo, insieme alle riviste specializzate. Il superamento degli stili passati e l’eliminazione della gerarchia nelle arti tende verso il “total design”. La rivoluzione floreale investe l’architettura, la decorazione, l’arredo, la pittura, la grafica, l’arte orafa, in un tripudio che riunisce l’arte con la A maiuscola alle arti applicate. Ogni paese ha i suoi centri di eccellenza: Glasgow primeggia oltremanica grazie ai lavori di Charles Rennie Mackintosh e dell’illustratore Aubrey Vincent Beardsley.
In Francia è la scuola di Nancy ad emergere, con le delicate opere in vetro dei fratelli Daum. L’architetto più acclamato è Hector Guimard, autore degli ingressi della metro e del famoso Castel Bèranger a Parigi, nel quale echi neo medievali si stemperano nel nuovo stile.
Nel campo della pittura e della grafica, eccellono Henry Toulouse-Lautrec e Théophile-Alexandre Steinlen, autore dell’affiche del locale di Montmartre Le Chat Noir.
In Germania, nei Paesi Bassi, negli Stati baltici e nei paesi nordici in generale lo stile assume il nome di Jugendstil, derivato dalla rivista Die Jugend. Qui si sviluppa una versione più rettilinea dell’Art Nouveau, che mantiene la natura come fonte di base dell’immaginario, ma enfatizza la sottostruttura geometrica alla base delle forme organiche, e la simmetria non viene rifiutata. La Germania conta diversi centri di diffusione, a partire dalla Colonia per Artisti di Darmstadt, dove architetti, pittori e scultori lavorano sotto la protezione del Granduca Ernst Ludwig. Qui nel 1897 Hermann Obrist, autore del motivo “a frusta”, Peter Behrens, Bernhard Pankok e R. Riemerschmid fondarono le Vereinigte Werkstätte für Kunst und Handwerk (Laboratori uniti per l’arte nell’artigianato). Attiva fino al 1991, l’associazione, con sede a Monaco di Baviera, riuniva le piccole aziende artigiane aderenti al manifesto dello Jugendstil. La versione tedesca dell’Art Nouveau, in molti casi, rifiuta la decorazione floreale e la linea fluida a favore di una razionale semplicità. Del resto, Berhrens è considerato uno dei padri del Movimento Moderno, visto che architetti come Ludvig Mies van der Rohe e Walter Gropius lavorarono per lui.
L’Art Nouveau in Catalogna e Austria
I due paesi che esprimono le versioni più originali e mature dell’Art Nouveau sono la Spagna e l’Austria. Esuberante e sovraccarica l’espressione catalana, misurata e sobria la versione Austriaca.
La Spagna, più precisamente la Catalogna, ha un centro speciale e un artista unico per il suo contributo al nuovo stile. Si tratta di Barcellona, dove lavora un certo Antoni Gaudì. Della sua opera abbiamo già parlato in questo articolo.
In Austria, a Vienna, un gruppo di artisti, in aperta polemica con il mondo accademico, dichiara la propria indipendenza. In realtà, si contanoNel 1897 il pittore Gustav Klimt, assieme ad altri 18 artisti, da il via alla Wiener Secession (Secessione viennese).
L’ideale portato avanti da questi artisti è quello della Gesamtkunstwerk, l’opera d’arte totale, o unità di tutte le arti in un medesimo stile. La nuova associazione si riunisce nel Palazzo della Secessione Viennese, costruito dall’architetto Joseph Maria Olbrich. Tra i designer, spiccano Josef Hoffmann, Otto Wagner e Adolf Loos che, dopo aver aderito alla Secessione, la critica aspramente attraverso i suoi scritti Parole nel Vuoto (1900) e Ornamento e delitto (1908).
Otto Wagner, sedia della collezione Postsperkasse, 1906, by Wiener GTV Design
Adolf Loos, sedia della collezione Loos Cafè Museum, 1898, by Wiener GTV Design
Il nuovo stile in Italia e negli Stati Uniti
Marginali ma non meno importanti i contributi di Italia e Stati Uniti, se non altro per gli sviluppi successivi in questi paesi.
In Italia, lo Stile Liberty prende il nome dai magazzini londinesi Liberty Department Store, specializzati nell’importazione di ornamenti, tessuti e oggetti d’arte dal Giappone. Un importante centro del nuovo stile fu la città di Torino, che nel 1902 ospitò una grande esposizione, Torino 1902, dedicata alle “Arti decorative internazionali del nuovo secolo”. A Milano, secondo centro del Liberty in Italia, spicca la figura di Eugenio Quarti, detto il Principe degli ebanisti. Dopo un apprendistato a Parigi e un breve periodo di lavoro per Carlo Bugatti, aprì un proprio negozio e atelier e produsse modelli esposti all’Esposizione di Anversa del 1894 e alla prima Esposizione di Torino del 1892.
Negli Stati Uniti il centro di diffusione del nuovo stile è Chicago, dove è preminente la figura dell’architetto Louis H. Sullivan. Presso Sullivan lavora un certo Frank Lloyd Wright, che aderisce alla versione rettilinea dell’Art Nouveau. Il maestro vetraio Louis Comfort Tiffany rivoluziona la lavorazione del vetro, introducendo un metodo che gli permette di realizzare fantastiche lampade, icone dell’Art Nouveau.