Ormai gli orologi, grazie alle nuove soluzioni tecnologiche, sono diventati uno strumento utile per misurare le proprie prestazioni sportive, e non rivestono solamente il ruolo di status symbol.
I più famosi orologi sportivi
Tra i più noti, per quanto riguarda gli orologi utilizzati nello sport, c’è sicuramente Longines, partner e cronometrista ufficiale della Federazione internazionale di sci, nella stagione 2021-2022. Il modello Spirit ha una cassa d’acciaio da 40 mm ed è adatto a tutti i polsi, con un movimento automatico certificato dal Cosc. Per quanto concerne le immersioni, non si può non citare il tag heuer aquaracer, un orologio elegante ma con performance sportive, impermeabile fino a 300 metri sotto l’acqua, acquistabile nelle migliori boutique.
Per il trekking, c’è la nuova versione dell’Oyster Perpetual Explorer di Rolex, con la cassa da 36 mm, e con la visualizzazione Chromalight, con una luce blu che viene emessa al buio. Il Monsieur de Chanel Superleggera edition è validissimo per gli sport su quattro ruote: tra le funzioni ore saltanti e minuti retrogradi a 240 gradi. Il Breitling Endurance Pro, adatto agli sport endurance, è un orologio superleggero in Breitlight, materiale robusto, ma molto più leggero del titanio e dell’acciaio. È un modello particolarmente resistente ai graffi, alla trazione e alla corrosione.
Le star del mondo dello sport e i loro orologi
Ma quali sono gli orologi sfoggiati dalle star di calcio e football americano? Pep Guardiola ha messo in mostra un Richard Mille modello RM 27-01 Tourbillon Rafael Nadal, dal costo di un milione e 200 mila dollari. Il cronografo del tecnico spagnolo è stato costruito in sole 50 unità al mondo con tecnologie provenienti dalla Formula 1 e dall’aeronautica. I sei orologi di Cristiano Ronaldo, secondo il profilo Instagram @insaneluxurylife, valgono nel complesso 4,3 milioni di dollari: parliamo di modelli come l’Hublot Masterpiece MP-09 Tourbillon Bi-axis, da 1 milioni di dollari, oppure il Montres-Breguet Classique Double Tourbillon da 800mila dollari; o il Rolex GMT-Master II 116769TBR tempestato di diamanti da mezzo milioni di dollari.
L’attaccante francese Karim Benzema si è regalato orologi del calibro di Richard Mille e Audemars Piguet e Rolex, da 258.000 dollari. Lio Messi, si presenta con due esemplari dalla Jacob and Co, di cui uno dedicato all’argentino dal nome “Messi Edition”, che vale 28mila dollari. Odell Beckham Jr., in breve OBJ, stella della NFL, ha indossato un orologio durante una partita: per la precisione un Richard Mille RM11-03 McLaren. La cassa è in fibra di carbonio e quarzo arancione, è talmente robusto che può sostenere anche un violento placcaggio. Un capolavoro che costa più di 270.000 euro. Tom Brady è il quarterback più decorato dell’NFL. Per diversi anni ha indossato classici come il Rolex Milgauss, l’Audemars Piguet Royal Oak oppure il Royal Oak Offshore. Nel 2015 Jean-Claude Biver lo ha scelto come testimonial di TAG Heuer.
Se avete amici o parenti appassionati di giardinaggio, tra le piante potreste trovare il regalo perfetto, destinato a durare nel tempo.
Se avete un amico che compie gli anni a breve, o qualcuno a cui semplicemente vorreste fare un regalo davvero gradito, fate caso se ha la passione del giardinaggio, perché…questo potrebbe essere il momento migliore per regalargli qualcosa che resterà per la vita: no, non un gioiello, e nemmeno un mobile. Una pianta. Regalare una pianta, magari fiorita, potrebbe essere il suggello di un sentimento che volete dimostrare quanto sia destinato a durare. Una pianta resta: cresce, si assesta, allunga le sue radici nel terreno e sopravvive anche a chi ha ricevuto il dono, come esempio di cosa può essere l’amicizia (o l’amore) anche per le future generazioni (ovviamente, se ben curata!). Immaginate la sorpresa negli occhi di questa persona quando si vedrà recapitare a casa una pianta nel pieno della fioritura da Interflora, il vero esperto del settore: riuscite a vedere quanto bello potrebbe essere il vostro regalo? Per gli amanti del giardinaggio niente è come una pianta nuova, niente è come infilarsi i guanti e scavare una buca per depositare, con cura e amore, la nuova arrivata. Insomma, non esiste un regalo che possa fare più piacere, per chi ami stare all’aria aperta a prendersi cura del proprio giardino! Giardino o balcone, ovviamente: certo, le piante saranno un po’ differenti dato che bisogna tener conto dello spazio decisamente diverso a disposizione, ma se il balcone di questa persona è rigoglioso, niente di meglio che aiutarla a renderlo…ancora più rigoglioso!
Se l’appassionata è la mamma
Avete una mamma appassionata di giardinaggio? Allora qui abbiamo l’idea che stavate cercando per il regalo dedicato alla sua festa: una pianta di potentilla. Si tratta di uno dei fiori simbolo della festa della mamma, e sapete perché? Oltre alla bellezza delle sue infiorescenze, dovete sapere che, quando piove, questa pianta chiude con le sue foglie i fiori, in modo da proteggerli dagli scrosci d’acqua che potrebbero danneggiarli. Proprio come una mamma farebbe con i suoi piccoli. Insomma, regalare a vostra madre questa pianta potrebbe essere un asso nella manica non indifferente per dimostrarle che avete molto a cuore tutto quello che ha fatto per voi lungo tutto l’arco della vostra vita. A questo sito potrete trovare tante idee, anche alternative, per rendere felice la vostra genitrice, magari con un fiore.
Le piante, un regalo destinato a durare
Che la destinataria della vostra pianta da giardino o da balcone sia vostra madre, o un vostro amico, o l’amore della vostra vita, la differenza la fa il biglietto, come sempre. Che sia sentito, colmo del sentimento che provate per quella persona, magari con qualche citazione che possa calzare a pennello. Un regalo destinato a durare, come fosse un diamante vivo: queste sono le piante. Se pensate che regalare un diamante vivo sia esattamente quello che potrebbe fare per voi, vi raccomandiamo di scegliere con cura il servizio attraverso cui farlo recapitare a casa del festeggiato o della festeggiata, perché parliamo di essrri viventi che hanno bisogno del massimo rispetto e del minor stress possibile: per questo, nelle nostre righe, vi abbiamo citato solo i servizi migliori!
Scopriamo la storia dell’intramontabile poltrona Chesterfield, come si è evoluta e come integrare questo classico nell’arredo moderno.
La poltrona Chesterfield è un classico che oggi incontra il favore del pubblico e degli addetti ai lavori. Di dimensioni più contenute rispetto al divano omonimo, si può inserire con successo in qualsiasi ambiente, anche arredato in stile moderno. Del resto, oggi le aziende specializzate nella produzione di questi arredi così particolari offrono collezioni caratterizzate da forme, dimensioni e colori diversi. Mobile iconico, elegante, solido ed eclettico, la poltrona Chesterfield rappresenta, come vi ho spiegato in questo articolo, una scelta di stile e un investimento.
L’origine della poltrona Chesterfield
L’origine della poltrona Chesterfield resta ancora oggi piuttosto oscura. Sicuramente la poltrona Chesterfield compare prima del divano, un arredo che diviene popolare solo nel corso dell’Ottocento. Sedersi uno accanto all’altro era considerato, infatti, piuttosto sconveniente, tanto che i primi divani erano piccoli, scomodi e poco invitanti. Al contrario, le poltrone erano confortevoli ed accoglienti, ed i salotti degli aristocratici, a partire dal Settecento, ne ospitano in abbondanza. Per questo si pensa che l’appellativo Chesterfield fu applicato inizialmente alle poltrone. Ma da dove deriva questo nome? La versione più comune attribuisce a Lord Philip Dormer Stanhope (1694-1773), quarto conte di Chesterfield, in Inghilterra, la nascita di questo arredo iconico. Pare che il conte, grande viaggiatore, apprezzasse molto i sedili delle carrozze, rivestiti di pelle trapuntata. Alla ricerca di una seduta comoda, decise di affidare ad un artigiano la realizzazione di una poltrona ispirata a tali sedili. Siamo tuttavia ancora nell’ambito delle supposizioni, in quanto le prime prove storiche risalgono alla metà dell’Ottocento, grazie a cataloghi e dipinti dell’epoca. Status symbol, la poltrona Chesterfield diventa un mobile indispensabile nei salotti dell’alta società britannica, negli uffici dei professionisti, delle banche e nei club esclusivi.
Le sedie Chesterfield in marrone, bordeaux e verde scuro, dette Parliament Green perché questo colore era usato nella casa del primo ministro britannico. Il tono nero è apparso più tardi, quando la maggior parte dei produttori nel Regno Unito ha iniziato a utilizzare un telaio in legno con imbottitura in schiuma all’interno.
L’evoluzione della forma e dei colori
Se vogliamo immaginare il primo esemplare settecentesco, dobbiamo pensare ad una poltrona di taglio maschile nello stile dell’epoca, come una la bergère en confessional. Lo schienale alto e dritto è affiancato da due “orecchie” ai lati, confluenti nei braccioli. Il colore originale si pensa sia il cuoio tinto in color vinaccia, cui si aggiunsero il marrone il verde detto Parliament Green. La versione nera è apparsa più tardi, quando la maggior parte dei produttori nel Regno Unito ha iniziato a utilizzare un telaio in legno con imbottitura in schiuma all’interno.
Oltre al colore evolve anche lo stile. Nella prima metà dell’Ottocento compaiono le poltrone a pozzetto, caratterizzate da un dorso concavo ed avvolgente unito ai braccioli. La base presenta ancora corti piedini di legno, successivamente sostituiti da appoggi sferici. I braccioli si incurvano nel caratteristico ricciolo “a testa di ariete”, e il volume si fa compatto, con la base a pochi centimetri da terra. In epoche più recenti, la scelta dei colori si è ampliata, coprendo tutto lo spettro, mentre sono comparse versione decorate e bicolore.
Come integrare la poltrona Chesterfield nell’arredo moderno
Ora che avete deciso di regalarvi una poltrona in pelle Chesterfield, restano da stabilire modello e colore. VAMA divani, azienda italiana specializzata in mobili imbottiti ed esperta nella lavorazione capitonné, ha in catalogo diversi tipi di poltrone Chesterfield, tutte realizzate con cura artigianale e materie prime di qualità. Per un ambiente moderno, la scelta varia dalla poltroncina su piedini di dimensioni contenute fino ai modelli squadrati più imponenti. In questo caso la scelta dipende dallo spazio a disposizione. Per integrare in un arredo moderno una poltrona Chesterfield il mio consiglio è quello di giocare con i colori.
Una poltrona color senape accostata ad una parete grigia, risalterà e allo stesso tempo valorizzerà il vostro soggiorno. Viceversa, potete richiamare la stessa tinta della poltrona sulla porzione di parete retrostante, in una fusione dal grande impatto estetico. Un modello in pelle bianca bilancia perfettamente un arredo giocato su toni scuri, mentre poltrone in pelle grigia, verde o marrone possono diventare il fulcro di un ambiente in stile industriale. La robustezza della poltrona Chesterfield può creare il perfetto contrappunto alle gambe sottili e oblique dei mobili anni Cinquanta. In un arredo di stile eclettico, molto di tendenza, infine, la poltrona Chesterfiel può rappresentare il pezzo pregiato attorno al quale costruire tutto l’ambiente.
Un restyling, nel 90% dei casi, comporta lo studio di una nuova palette colori, qualcosa che porti una sferzata di luce e di energia in casa. I parametri da considerare prima di creare una nuova tavolozza cromatica.
Quando decidiamo di apportare qualche modifica alla nostra casa, difficilmente questo cambiamento è fine a sé stesso. Pensiamo: “la cucina mi ha stancato”, “voglio rinnovare la camera da letto perché è ora di farlo”, ma in realtà la voglia di cambiare nasconde sempre delle necessità più profonde. La casa parla di noi, è il nostro guscio, un territorio in cui lasciamo degli indizi. Perché scegliamo proprio quel colore? O perché non sopportiamo più quel colore? Tutto quello che decidiamo di mettere o di togliere in casa nostra dice qualcosa di noi, qualcosa di cui abbiamo o non abbiamo più bisogno.
Un restyling, ma anche solamente la voglia di acquistare nuovi cuscini o decorazioni, coincide quasi sempre con momenti di vita complicati, grosse novità o sfide particolarmente difficili: un nuovo lavoro, la fine di una relazione, voglia di stravolgere una vita della quale non siamo più soddisfatti. Nel 90% dei casi, la richiesta di cambiamento comprende lo studio di una nuova palette colori, qualcosa che porti una sferzata di luce e di energia in casa. Vediamo di quali parametri dovremmo tener conto prima di prendere una decisione e come creare una palette colori.
I colori e la luce
Problema tipico numero uno: “Avevo scelto questo colore in negozio dalla mazzetta colori, ma sul muro sembra diverso”. Questa è la regola base di cui dobbiamo SEMPRE tenere conto quando andiamo a dipingere le pareti: l’illuminazione della stanza.
Prima di scegliere il colore della parete, controlliamone l’esposizione. Cosa ho davanti alla finestra? La vista è chiusa o si vede un bel panorama? Si affaccia a nord o sud? Se la stanza si affaccia a nord la luce che entrerà sarà tendente al grigio e qualsiasi colore scelto sembrerà più scuro e spento rispetto a quello che avevamo scelto; se la stanza invece affaccia a sud, sarà sicuramente luminosa, ma la luce sarà più gialla, quindi i blu, in alcuni momenti della giornata o dell’anno, potrebbero tendere al verde!
Un consiglio da mettere in pratica, se avete deciso di non affidarvi a un professionista è questo: scegliete il colore con cui volete dipingere la parete e fatevi dare dal colorificio dei campioni di prova sia di quel colore che di altre sfumature simili. Provateli sulla parete designata, creando un quadrato 30×30 circa per ogni sfumatura; controllate nei vari momenti della giornata come appaiono i colori sulla parete prima di scegliere quello definitivo.
La palette colori deve essere armoniosa
Problema tipico numero due: “I colori che ho scelto sono gli stessi di quel soggiorno visto in foto ma il risultato non è lo stesso”.
Regola numero due: quando si arreda o si scelgono i colori per una casa niente è lasciato al caso.
I professionisti del settore utilizzano la palette colori dall’inizio del progetto, mettendo insieme materiali e colori di grandi superfici, finiture e decorazioni, per fare in modo che, a fine progetto, la visione d’insieme risulti armoniosa. Quindi tenete sempre in considerazione pavimenti e finiture prima di fare una scelta o rischiate di avere una brutta sorpresa a fine lavori.
Poi guardate quello che già avete in casa, come tappeti o tessili colorati: quei colori sono già stati scelti e messi insieme da un esperto del settore quindi, seguendo quell’insieme di colori, difficilmente otterrete un pessimo risultato.
Un altro modo per non sbagliare le sfumature di colori è seguire le scelte fatte della natura: paesaggi, fiori, piumaggi, formano un insieme di colori già di per sé armonioso.
Palette “Cool industria” di Homecoming di Sara PantoniPalette “Blue mint” di Homecoming di Sara Pantoni
Questi sono solo alcuni piccoli trucchi per fare delle scelte a prova di designer!
Per ricevere una consulenza colore o se vuoi una palette personalizzata visita il sito www.Sphomecoming.it e scrivimi nella sezione Contatti.
Idee e ispirazioni per arredare la parete di un salotto elegante, tra specchi, quadri, fili luminosi e ricordi di viaggio.
Dentro qualsiasi soggiorno ci sono pareti che vogliamo rendere speciali, perché ci piace la loro posizione e puntiamo a farne vetrine espositive del nostro stesso modo di essere. Il soggiorno è per sua essenza in continua evoluzione, poiché segue i cambiamenti del nostro umore e dev’essere sempre pronto a risultare accogliente così da garantire una veloce iniezione di relax. In questo approfondimento vedremo come valorizzare una parete vuota, a seconda della sua posizione e dello stile complessivo dell’appartamento. Questo perché, naturalmente, ogni operazione dovrà essere effettuata nel nome di una certa omogeneità di fondo. L’effetto caos, lo sappiamo bene, non lo ama né desidera nessuno.
Dietro al divano via libera a specchi e quadri
Se c’è una parete che generalmente rimane vuota quella è senza dubbio la parete che si trova nascosta per metà dal divano. Questo non vuol dire che debba necessariamente rimanere spoglia, anzi si offrirà quale location ideale per ospitare grandi specchi oppure quadri e stampe fotografiche. Per quanto riguarda l’ingombro, la cosa migliore da fare sarà optare per accessori grandi quanto il divano – guardate la sua larghezza – oppure poco meno. Le tematiche dipenderanno dallo stile arredativo della stanza, per cui ok a stampe astratte o dalle linee minimal se ci si trova all’interno di un ambiente moderno e contemporaneo, mentre andranno benissimo paesaggi e riproduzioni di opere celebri ma anche vedute di città nel caso in cui la stanza sia più votata agli stilemi classici.
Una maschera veneziana per un viaggio nel tempo
Una parete vuota può diventare anche una vetrina di viaggi ed esperienze di vita. Ecco perché le foto scattate durante una vacanza importante in famiglia oppure i souvenir che richiamano alla memoria mete culturali o esotiche sono sempre i benvenuti.
Oltre a una bella fotografia, per la quale sarà decisiva la scelta della cornice sempre in linea con il resto dell’arredamento, si potrà ad esempio appendere un’elegante maschera veneziana da parete, capace di raccontare la bellezza della Serenissima e far fare a tutti un viaggio indietro nel tempo. Questi complementi d’arredo, che possono essere appesi in solitaria se si tratta di una parete piccola o essere composti in gruppi di 2-3 per spazi più ampi, sono gioielli artigianali targati made in Italy che affondano le radici in una tradizione secolare. Il ricordo e l’immagine di Venezia saranno così resi più vividi che mai.
La parete lavagna e una cascata di fili luminosi
Se in casa ci sono dei bambini, potrete anche valutare la possibilità di valorizzare la parete vuota in un altro modo. Sappiamo bene quanto siano frequenti, specie in giovane età, gli ‘attacchi d’arte’. Per evitare di dover ridipingere le pareti di casa troppo spesso, l’ideale sarà progettare una parete lavagna: qui i piccoli potranno dare libero sfogo alla loro fantasia, armati di gessi bianchi e colorati. Una soluzione perfetta per il salotto ma anche la cucina. Le pareti vuote si possono anche illuminare ricorrendo all’inserimento di cascate di fili scintillanti (ai quali in molti appendono foto in formato polaroid). Si possono anche disegnare figure e geometrie a piacere, fare scritte o semplicemente rendere più accattivante l’ingresso nella zona relax.
Tavoli da giardino in metallo o in legno, fissi o allungabili, rotondi o rettangolari. Tante tipologie per un solo spazio. Come scegliere il tavolo ideale per gli esterni.
COLLEZIONE NOFI 2.0 BY HIGOLD
Il tavolo da giardino è un elemento essenziale per i fortunati possessori di uno spazio outdoor, che si tratti di un terrazzo o di un giardino. Con l’arrivo della bella stagione, l’esigenza di trascorrere del tempo all’aperto di fa sentire. In alcuni casi il tavolo che abbiamo usato per anni si rivela malconcio o non più in linea con le nostre esigenze, pratiche o estetiche. Oppure, semplicemente, vi è la necessità di arredare una casa nuova, esterno compreso. Scegliere il tavolo adatto allora può diventare un’impresa, visto che le possibilità sono pressoché infinite. Vediamo allora di mettere dei punti fermi, in modo da trovare il modello ideale.
Scegliere il tavolo da giardino: partiamo dai materiali
Nella scelta del tavolo da giardino è fondamentale individuare il materiale giusto, e non solo in base alle sue qualità estetiche. Alla resistenza agli agenti atmosferici vanno aggiunte le routine di pulizia e manutenzione, che variano secondo i materiali. Per esempio i mobili in giunco o in bambù, seppur molto gradevoli dal lato estetico, sono molto delicati e richiedono una manutenzione costante. I mobili in plastica sembrano a prima vista indistruttibili, tuttavia sono poco resistenti agli urti. Gli arredi in ferro battuto sono indubbiamente robusti, ma necessitano di qualche accortezza per evitare la ruggine. Vanno infatti asciugati meticolosamente e, nel caso siano verniciati, occorre ripristinare la vernice periodicamente.
L’alluminio è il materiale per eccellenza da utilizzare all’esterno. Resistente e durevole, è leggero e semplice da pulire. Inoltre, non richiede una manutenzione costante. Un altro materiale ideale per gli arredi esterni è il teak, un legno pregiato, robusto e resistente all’umidità. Vi basti pensare che questo legno è utilizzato per rivestire i ponti delle imbarcazioni. L’unico inconveniente è che la superficie esposta ai raggi solari può scolorirsi, ma è sufficiente passare un velo di olio specifico per teak una volta l’anno per ritrovare un colore caldo e dorato.
La combinazione di teak e alluminio è forse la migliore opzione, non solo in termini di resistenza, ma anche per quanto riguarda l’estetica. Per esempio, Higold ha fatto di questo mix la sua cifra stilistica, e propone arredi di qualità, durevoli, resistenti e dal design accattivante.
Le tipologie di tavoli da giardino
I tavoli da giardino possono avere diverse forme e dimensioni, e si declinano in modelli fissi e modelli allungabili. La scelta dipende dallo spazio a disposizione e dallo stile. Per quanto riguarda quest’ultimo, è consigliabile armonizzare l’estetica degli elementi interni ed esterni.
Tavoli rotondi e quadrati per spazi contenuti
Partendo dagli spazi più contenuti, si può optare per tavoli quadrati o rotondi, come per esempio quello proposto da Higold nella collezione Clint, disegnata da Nicholas Thomkins. La collezione Clint propone un tavolo rotondo realizzato in alluminio verniciato a polvere, con piano in HPL1 e un diametro di 1m. Il tavolo e le sedie della stessa collezione sono pieghevoli, cosicché permettono di risparmiare spazio.
COLLEZIONE CLINT BY HIGOLD
Per chi preferisce la forma quadrata, il tavolo Emoti dell’omonima collezione offre, con una dimensione di soli 90 cm di lato, un design elegante, il fascino del teak e la robustezza della base in alluminio verniciato.
COLLEZIONE EMOTI BY HIGOLD
Forme rettangolari o ovali per spazi generosi
Spazi più generosi, come grandi terrazze o giardini, reclamano tavoli di una certa importanza. Perfetti per questo scopo i tavoli rettangolari, come quello proposto nella collezione New York. Piano in teak e struttura in alluminio per un tavolo dal design rigoroso che restituisce una sensazione di leggerezza, grazie alle gambe leggermente oblique. Il tavolo della collezione Nofi 3.0offre ben 8 posti e propone un’elegante e pratica superficie in vetroceramica. Il massimo della ricercatezza è rappresentata dal tavolo della collezione Onda By Pininfarina, con i suoi bordi ovaleggianti, il piano in teak e la base in alluminio dal design esclusivo.
COLLEZIONE NOFI 3.0 BY HIGOLD
Tavoli da giardino allungabili, pratici e versatili
I tavoli allungabili offrono il massimo della praticità e della versatilità, consentendo di gestire lo spazio secondo le occasioni. Punta di diamante del catalogo, per questa categoria, è senz’altro il tavolo della collezione Nofi 2.0. La caratteristica principale di questo tavolo è la robustezza, fattore importante per un tavolo allungabile. Nofi 2.0 è proposto sia nella versione quadrata che in quella rettangolare, che allungato misura fino a 340 cm per ben 10 coperti.
COLLEZIONE NOFI 2.0 BY HIGOLD
La collezione Heck ha il suo punto di forza nelle pratiche sedie impilabili e nel tavolo allungabile fino a 8 posti, realizzato con piano in teak e struttura in alluminio, declinata nei colori bianco, antracite e sabbia.
COLLEZIONE HECK BY HIGOLD
NOTE
1- HPL - acronimo che sta per “high pressure laminate”. E’ un materiale stratificato di ultima generazione, impermeabile e anti macchia, resistente a urti e graffi. Si ottiene sottoponendo ad elevata pressione una miscela di fibre cellulosiche e resine, mentre la finitura esterna è realizzata con pannelli in fibre cellulosiche impregnate di resina termoindurente.
Il depuratore d’acqua rappresenta un’alternativa green dal basso impatto ambientale che offre numerosi vantaggi. Scopriamoli insieme.
Secondo le stime attuali, in Italia ogni giorno si consumano, a persona, 200 litri d’acqua. Il Belpaese, inoltre, è al primo posto in Europa per il consumo di acqua in bottiglia, con circa 188 litri annui pro capite contro la media europea di 117 litri annui pro capite.
Come se ciò non bastasse, di circa 46 miliardi di bottiglie di plastica che ogni anno vengono prodotte come rifiuti, circa 8 miliardi sono a carico degli italiani. Una prospettiva che non è meno edificante se si considera il consumo mondiale, dove l’Italia si colloca al terzo posto davanti ai soli Messico e Thailandia.
Se i dati raccontano più di mille parole, questi davvero fanno riflettere. Perché che la plastica inquini, anche quando riciclata, con diversi disagi per l’ambiente e, di conseguenza, per l’essere umano, nel 2022 non è più un mistero.
La necessità di adottare misure alternative e virtuose si rivela essenziale e molto può fare il cambiamento delle abitudini, dal momento che è proprio dalle scelte del singolo che dipende il maggiore o minore consumo della plastica, davvero notevole nel caso delle bottiglie.
Una delle soluzioni più interessanti degli ultimi anni è quella che vede l’utilizzo, presso aziende e abitazioni private, dei depuratore d’acqua, un’alternativa green che presenta un impatto ambientale decisamente basso.
A proporre questi dispositivi, il cui impiego risulta un trend in costante crescita, sono diverse realtà tra cui ad esempio Tecpur, attiva da oltre 10 anni e in grado di garantire sistemi di filtraggio e depurazione realizzati secondo le tecnologie più sofisticate. In questo articolo vi raccontiamo qualcosa di più sui depuratori d’acqua, illustrando perché sono un’opzione ecologica sempre più interessante.
Le problematiche legate al consumo delle bottiglie di plastica
Affermava nel Seicento lo storico Thomas Fuller che “Non conosciamo mai il valore dell’acqua finché il pozzo non si prosciuga”. Un’affermazione che dovrebbe farci riflettere non solo su quanto sia importante questo elemento che rappresenta l’essenza stessa della vita, ma anche sul fatto che è essenziale tutelarlo e fare in modo, reinterpretando Fuller, che il pozzo dell’ambiente non si prosciughi.
Il consumo della plastica causa danni irreversibili nel Pianeta, non è una frase d’effetto ma purtroppo la semplice realtà. Basti pensare che per il suo smaltimento a livello naturale occorrerebbero circa 1000 anni.
Il consumo di plastica sta rendendo le nostre città, ovvero l’habitat in cui troviamo a vivere la quotidianità, ma anche spiagge, boschi e mari, sempre più simili, spesso, a discariche a cielo aperto.
Il dato più triste e allarmante, tuttavia, è il danno che arreca agli animali e in particolare quelli della terraferma e marini. Riesce ad arrivare fino all’uomo, essendo ingerita da questi sotto forma di micro plastica e in quanto diventata ormai parte integrante dell’ambiente che ci circonda.
Scegliere bottiglie riutilizzabili e l’acqua ottenuta dal depuratore d’acqua risulta una soluzione efficace e che non porta con sé alcuna rinuncia. Per nessun essere vivente.
Depuratore o erogatore d’acqua? Di cosa parliamo
Ma che cos’è un depuratore d’acqua? Nient’altro che un apparecchio che permette di ridurre/eliminare il contenuto di sostanze, tra cui batteri e sali, che aumentano la durezza dell’acqua e ne rendono il gusto meno appetibile.
Il nome corretto sarebbe, in realtà, purificatore, dal momento che si tratta di uno strumento che agisce sull’acqua potabile, che è sicura come dimostrano le migliaia di analisi effettuate ogni anno, purificandola.
Le acqua potabili, tuttavia, complice il sistema di tubature presente nelle nostre città, non sono sempre ottimali dal punto di vista dell’odore e del sapore ed è qui che agisce positivamente il depuratore d’acqua, rendendo il prezioso liquido più buono e bevibile, anche dal punto di vista olfattivo.
E gli erogatori d’acqua? Non sono altro che macchine che contengono al loro interno componenti capaci di filtrare l’acqua potabile rendendola disponibile. Si avvalgono, quindi, di sistemi di filtrazione interna tali da renderla, come i depuratori, buona per il consumo. Gli erogatori sono installabili sottobanco o direttamente sopra il banco. Risultano estremamente comodi e facili per l’uso, oltre che positivamente impattanti dal punto di vista dell’ecologia.
La scelta se installare un depuratore, con il relativo sistema di filtrazione dell’acqua, o di un erogatore, è personale e dipende dalle esigenze della singola persona. I vantaggi sono, in entrambi i casi, i medesimi (ve li illustriamo nel prossimo paragrafo).
Pertanto, depuratori ed erogatori permettono di avere un’acqua che è non solo buona ma anche simile alle proprie esigenze dal punto di vista del palato, essendo presenti dispositivi di filtrazione in grado di offrire persino un’acqua gassata di qualità.
Quali sono i vantaggi
I motivi per cui la scelta di erogatori o depuratori d’acqua si rivela interessante sono diversi. Andando più nel dettaglio possiamo affermare che:
Garantiscono una migliore qualità dell’acqua, a livello multisensoriale, persino dal punto di vista tattile quando la si inserisce in bocca.
Permettono di avere un impatto inferiore sull’ambiente grazie al dispendio minore di plastica conseguito.
Il consumo dell’acqua non riguarda solo quella naturale ma persino quella gassata, amata da molti e un valido aiuto anche in diverse preparazioni della cucina.
L’acqua risulta più sana. Pur essendo l’acqua potabile iper controllata e sicura, con il processo di filtrazione si riescono a togliere ulteriori sostanze. Tra queste ci sono anche i batteri.
Questo tipo di scelta comporta di non avere alcun pensiero legato al reperimento dell’acqua, come ad esempio “devo andare a prendere l’acqua”. Con il depuratore o l’erogatore risulta sempre disponibile e accessibile. Perfetta da portare con sé anche in ufficio e nelle attività del tempo libero.
L’utilizzo del depuratore o dell’erogatore consente di risparmiare sui costi dell’acqua a livello economico, non essendovi più la necessità di ricorrere a quella minerale, che non è più sana di quella ottenuta con il depuratore essendo i controlli alla base davvero notevoli.
Infine, quando si fa un’azione consapevole a favore dell’ambiente la si fa anche verso sé stessi. La scelta dei sistemi legati alla depurazione dell’acqua consentono di stare maggiormente tranquilli, sapendo di avere fatto un piccolo passo a favore del pianeta. Un valore aggiunto di non poco conto.
Come scegliere quella giusta tra le sedie da ufficio di design scandinavo che offre il mercato, tra estetica, funzionalità, ergonomia ed esigenze personali.
Nel settore delle sedie per scrivania, le tendenze sono sempre più orientate verso la fusione tra la gamma residenziale e quella professionale. L’arredo domestico deve essere funzionale ed ergonomico come quello dell’ufficio e, viceversa, l’arredo da ufficio deve essere esteticamente piacevole e ordinato come ciò che sta a casa. Una contaminazione tra estetica e funzionalità che solo il design scandinavo ha nel suo DNA. Eleganti nella loro semplicità, le sedie di design scandinavo seducono anche per l’ergonomia e il confort. Ecco come scegliere quella giusta tra le sedie di design nordico per la scrivania, a casa o in ufficio.
Perché scegliere sedie da ufficio di design scandinavo?
Le sedie da ufficio di design scandinavo sono perfette sia per la casa che per l’ufficio. Per prima cosa, sono esteticamente piacevoli e discrete. Il design scandinavo è minimalista e valorizza immediatamente la stanza mantenendo un’atmosfera neutra che favorisce la concentrazione.
Comode e funzionali le sedia da ufficio di design scandinavo sostengono la schiena e permettono di mantenere una buona postura per tutto il giorno. Inoltre, i cataloghi sono vasti e variegati, come quello di Ofichairs : con o senza braccioli, in plastica o imbottite, con rivestimento in tessuto o in pelle. In linea di massima, i materiali e i colori si devono adattare all’arredo dell’ambiente.
Per quanto riguarda invece le funzionalità, il mio consiglio è quello di scegliere in base alle proprie esigenze.
La sedia giusta per ogni esigenza
Secondo diversi studi, passiamo quasi un quarto della nostra vita seduti, soprattutto davanti allo schermo di un computer. Sedersi bene è diventato un imperativo per il proprio benessere, sia se si lavora da casa che dall’ufficio. Inoltre, l’estetica del luogo di lavoro è altrettanto importante: essere in un posto dove ci si sente a proprio agio è un requisito fondamentale per lavorare bene.
Di fronte a una vasta gamma di sedie da ufficio sul mercato, trovare quella giusta per le proprie esigenze può essere una vera sfida.
In linea generale, la migliore sedia da ufficio è quella che si adatta alla postazione di lavoro e al tempo che vi si trascorre. Gli elementi da valutare attentamente sono lo schienale, la seduta e i braccioli. Per quanto riguarda la base, potete scegliere indifferentemente tra i classici 4 piedi, oppure a 3, 4 o 5 razze, fisse o su rotelle. Anche la scelta di un sedile fisso o girevole non incide sull’ergonomia, dunque dipende dalle vostre preferenze.
Scegliere la sedia in base all’intensità d’uso
Per un uso occasionale della vostra sedia da ufficio, ovvero meno di 4 ore in media al giorno, non avrete bisogno di una sedia da ufficio con ergonomia elevata. Vi sarà sufficiente un modello con schienale fisso e altezza regolabile.
Per un uso continuativo che non superi le 7 ore, sono adatte le sedie con meccanismo di contatto permanente. In pratica lo schienale accompagna i movimenti del corpo in modo da essere sempre in contatto con la schiena. Nei modelli più evoluti lo schienale può essere bloccato nell’inclinazione preferita, per un maggiore confort. Si tratta del modello di sedia per ufficio più diffusa.
Nel caso di un utilizzo intensivo, ovvero superiore alle 7 ore, è consigliabile optare per modelli a meccanismo sincrono. In pratica, significa che la sedia da si sincronizza con i movimenti del corpo per fornire il massimo comfort. Lo schienale e il sedile si inclinano insieme in un modo coordinato. È il tipo di sedia che attualmente offre la massima ergonomia sul mercato. Le sue caratteristiche principali sono le seguenti:
Scegliere gli elementi optional
Oltre alle caratteristiche generali basate sui tempi di utilizzo, si possono considerare o meno gli optionals che ogni azienda propone.
Per esempio, la sedia può essere provvista o meno di poggiatesta, fisso o regolabile in altezza e nell’inclinazione. Un altro elemento importante sono i braccioli, che possono essere fissi o regolabili. Tenete presente che nelle sedie da ufficio si possono trovare 4 tipi di braccioli regolabili. I più semplici si possono regolare solo in altezza, fino ad arrivare gradualmente ai modelli più performanti, regolabili in altezza, profondità, larghezza e orientamento.
In un mondo che va sempre di corsa, il tempo assume un’importanza estrema. La filosofia dello Slow living – che comprende tante attività slow, come lo Slow food – punta a uno stile di vita semplice, legato alla natura e scandito da ritmi più lenti.
Via elleinterieur.nl
Letteralmente significa “vivere lentamente” e potrebbe essere definito come “l’arte di rallentare”, da applicare tutti i giorni, quindi anche nell’arredamento della propria casa. Una vita più lenta consente di avere anche una maggiore consapevolezza, di noi stessi e di ciò che abbiamo intorno.
Arredare una casa secondo questa filosofia significa dunque scegliere ciò che più rappresenta noi e i nostri valori, creando un ambiente che favorisca la calma interiore.
Per questo motivo non c’è uno stile preciso e definito per lo Slow living, perché ciascuno di noi può sentirsi bene circondato da cose diverse.
Olivia Thébautvia halfwaywholeistic.com
Selezionare gli oggetti
Come anche la filosofia minimalista ci insegna, è preferibiletenere poche e selezionate cose che per noi hanno davvero un significato e un valore. Occorre scegliere con cura e consapevolezza gli oggetti di cui circondarsi, tenendo a mente che per una vita e una casa slow, non c’è posto per ciò che non piace o che è inutile. Ad esempio, se in casa avete oggetti che vi sono stati regalati e che non amate, donateli in quanto risultano cose che in definitiva non accettiamo.
via almostmakesperfect.com Ph.Tessa Neustadt
Un altro punto importante dello Slow living è il legame con la tradizione. Circondatevi di arredi o complementi che hanno una storia e, soprattutto, che siano fatti con cura. Questa attenzione nel realizzare il manufatto si percepirà. Viceversa, mobili storti e mal rifiniti non danno belle sensazioni, a chi più e a chi meno a livello inconscio. Soprattutto se siete inclini a notare questi difetti.
via elleihome.comPh. Lane Dittoe
Benessere interiore secondo lo Slow living
Una casa arredata consapevolmente, deve tener conto delle proprie esigenze. Al centro dello Slow living si pone il proprio benessere interiore e il ritornare al proprio ritmo naturale.
Prendersi cura delle piante è un buon modo per farlo: piantarle, innaffiarle in certi giorni e vederle crescere, ci riallinea al ritmo della natura.
Gianluca Muti Ph. Olivia Thébaut
È anche importante creare un angolo per se stessi, per dedicare del tempo alle cose che amiamo fare o ai propri hobby, così da rigenerarsi e riequilibrare la propria energia.
Inoltre, per una casa slow, sarebbe opportuno abbassare gli stimoli visivi o uditivi che ci circondano e a cui siamo già sovraesposti ogni giorno. Per farlo, ciascuno dovrebbe valutare se le disposizioni, gli oggetti e i colori che ci sono, risultano eccessivi oppure equilibrati. Poiché la casa è quel luogo dove dobbiamo ricaricare le batterie, è bene che sia in armonia con il proprio io.
Ph. Mark Zeidler Ph. Lane Dittoe
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La nascita di un figlio comporta inevitabilmente dei cambiamenti nello stile di vita e nell’ambiente domestico. Come organizzare gli spazi per accogliere il bebè.
La nascita di un bimbo è senza ombra di dubbio il momento più importante per una coppia, ed è anche una circostanza che cambia tutto. La coppia d’ora in poi dovrà infatti agire all’unisono per la protezione del piccolo, a partire dalle quattro mura domestiche. La casa dovrà essere infatti rivoluzionata per poter ospitare il bambino in tutta sicurezza, riorganizzando gli spazi abitativi. Ecco perché oggi scopriremo alcuni consigli utili per riuscirci.
La nascita di un figlio tra cambiamenti di vita e sistemazione della casa
Al momento dell’arrivo di un bebè, ci sono tante cose che cambiano nella vita dei genitori. Per prima cosa questi dovranno abituarsi all’idea di essere in 3, affrontando le giornate con un’ottica diversa rispetto a quella della coppia, e, soprattutto nei primi mesi di vita, che richiedono totale attenzione, dovranno organizzarsi con i propri impegni per curare il bimbo. In secondo luogo, si dovranno affrontare tutti i cambiamenti legati alla crescita del piccolo, dalla dentizione fino ad arrivare alla cura della sua igiene. Cambieranno anche le cose in casa, con la necessità di rendere l’ambiente più sicuro, ad esempio eliminando le fonti di pericolo e organizzandosi con l’introduzione di vari accessori che consentano al bambino di esplorare l’ambiente domestico senza troppi vincoli. Lo stesso discorso vale per la sua cameretta, che andrà allestita in modo tale da poter proteggere il neonato h24.
Chiaramente, tutto questo, prevede anche dei costi obbligatori da affrontare, necessari per organizzare gli spazi domestici e per acquistare tutti gli accessori per il bambino. Se non si possiede la liquidità sufficiente per riuscirci, è possibile pensare di richiedere un finanziamento ad hoc, ed effettuare preventivamente il calcolo della rata del prestito online, così da conoscere le sue condizioni e ottenere al contempo un notevole supporto economico. A questo punto, tutto, o quasi, sarà pronto per l’arrivo del piccolo in casa, e i primi momenti in tre si potranno vivere con maggior serenità.
Consigli per organizzare gli spazi in vista dell’arrivo di un bebè
La cameretta del piccolo richiederà ovviamente tutte le attenzioni del caso, sia in materia di sicurezza, sia per quel che riguarda lo stile e la scelta dei colori. Per quanto concerne gli indispensabili, non possono mancare alcuni must come la culla o il lettino, il fasciatoio (magari a comò) e la cassettiera, insieme ad un porta oggetti, ad una serie di scatole e organizer, e al baby monitor, il dispositivo che monitora il sonno. Quest’ultimo è fondamentale per questioni di sicurezza, ed è ottimo anche per tranquillizzare i genitori senza costringerli a recarsi in camera ogni 5 minuti. Altri oggetti da non dimenticare sono la luce notturna per bimbi, i cesti per raccogliere la biancheria sporca e il mangia pannolini.
Anche il bagno richiede una discreta attenzione in fase di organizzazione, provvedendo ad esempio all’acquisto di un radiatore apposito per riscaldare il fasciatoio, e al termometro da bagno, per tenere sempre sotto controllo le temperature ambientali.
È inoltre importante valutare l’allestimento di una zona in casa dedicata esclusivamente al piccolo, con un angolo giochi, in modo tale da evitare di creare troppo disordine in casa. Ritornando alla cameretta, infine, ci sono molte soluzioni per personalizzarla, come i quadretti con gli animali, le carte da parati divertenti, i pupazzi e le lampade a soffitto.