Audace, specchiante, onirica: Living Divani Gallery in corso Monforte 20 a Milano cambia il suo layout mettendo in scena un allestimento dal fascino siderale e dalla forza suggestiva.
Inaugurato lo scorso settembre e concepito come uno stage teatrale dove mostrare le mille sfaccettature dello stile Living Divani, il nuovo avamposto milanese del brand di imbottiti di Anzano del Parco, si trasforma in un paesaggio surreale abitato daforme geometriche lucidissime e riflettenti, che creano uniformità estetica con l’architettura che le circonda.
Firmato ancora una volta da Piero Lissoni, Art Director e designer di Living Divani dal 1989, il nuovo allestimento – a tratti glamour, a tratti puro ed eclettico – racconta la perfezione rigorosa, l’armonia degli spazi e il lusso understated del brand rivestendo con un tessuto argentato alcuni tra i prodotti iconici dell’azienda ad emblema della sua ricerca costante per definire nuove forme di relax, suggerire nuovi modi di abitare e ispirare nuovi stili di vita.
Sulle vetrine di Corso Monforte sfila un’ampia composizione Extrasoft, nato nel 2008 come evoluzione in chiave più morbida di Extra Wall con l’obiettivo di disegnare un prodotto più rassicurante, sostituendo ad un’idea di rigore un nuovo concetto di morbidezza più adatto agli interni domestici: un divano componibile dalla stupefacente versatilità, costituito da sedute accoglienti e ospitali che si accostano l’una all’altra secondo composizioni sempre diverse e su misura. Un’idea semplice e dirompente; un modello decostruito e ricostruito in un gioco di continua rielaborazione, che ha saputo negli anni conquistare il pubblico internazionale entrando nelle abitazioni più belle di tutto il mondo, sempre pronto ad invadere “nuovi territori” con nuove declinazioni spaziali e materiche, come allude il singolare rivestimento metallizzato.
Sul lato Visconti di Modrone invece, tra la lamiera grecata che riveste le pareti con inserite luci al neon, ed il pavimento in lamiera lucida, si inserisce una seconda ambientazione dove protagonista è Ile Club, sempre a firma Piero Lissoni, caratterizzato da forme piene e soffici sostenute da un perimetro metallico sottile. Presentato nelle varianti divano e dormeuse, viene declinato sia in argento che in pelle color antracite, lo stesso rivestimento utilizzato anche per le poltroncine Confident dalle linee arrotondate accostate ad Extrasoft, grazie a cui l’allestimento acquisisce un progressivo realismo alludendo a possibili scenari progettuali.
Una scenografia poetica e teatrale, in grado di ammaliare con i suoi riflessi l’intera Milano grazie alle maestose vetrine su uno degli incroci più trafficanti della città oltre a ribadire la forza comunicativa intrinseca nel brand dall’eleganza silenziosa. Living Divani Gallery, con questo restyling, regala ai visitatori l’occasione per vivere in maniera unica e personale l’esperienza dello stile Living Divani, mai scontato, e che al contempo non rinuncia alla raffinatezza, alla ricercatezza e alla personalizzazione, valori che l’hanno resa punto di riferimento nel panorama del design internazionale.
Atelier di Abimis è protagonista di un suggestivo giardino di Brera
All’interno della corte di un importante palazzo di fine XVIII secolo di Brera, storico e affascinante quartiere situato nel cuore della vecchia Milano, Atelier, la cucina iconica di Abimis, diventa protagonista di uno spazio outdoor.
Atelier, nella sua speciale configurazione per esterni, enfatizza il valore dell’atto del cucinare anche en plein air, suggerendo non solo una nuova modalità di personalizzare gli scenari outdoor, ma di vivere la cucina contemporanea come luogo di una socialità ritrovata. La sua composizione è interamente in acciaio Inox, lega che rende la cucina resistente a variazioni di temperatura, intemperie o a danni da corrosione ambientale.
Realizzata su misura, sia dal punto di vista dimensionale sia delle esigenze della proprietà, Atelier conserva le tipiche ante squadrate e l’inconfondibile design essenziale, rigoroso e formale.
Abimisporta all’esterno la versatilità e la qualità di una cucina professionale.
La sua proposta outdoor è un perfetto esempio di stile e di esperienza progettuale, dove gli equilibri costruttivi, come stabilità, robustezza ed ergonomia, si sposano alla massima efficienza e funzionalità.
Cucinare outdoor diventa, così, un ‘progetto’ sorprendente, capace di creare una nuova esperienza di contatto con la natura e una nuova ‘forma’ di relax e convivialità a cielo aperto.
In camera da letto la disposizione dei mobili più gettonata prevede che una parete sia occupata dal letto, una dall’armadio, una dalla finestra e l’ultima dal comò. La più gettonata appunto, non l’unica possibile. Un’alternativa – poco convenzionale ma di grande impatto estetico – è quella di posizionare il letto centro stanza. Questa scelta potrebbe essere puramente estetica oppure dettata dalla necessità di rendere il più funzionale possibile una stanza con configurazione irregolare, vincoli o impedimenti strutturali. Pensiamo a camere con finestre su due pareti e magari la porta del bagno sull’altra, a una camera con una grande vetrata con affaccio sul giardino, a camere con nicchie, rientranze e pilastri, a camere molto grandi. In tutti questi casi un letto in mezzo alla stanza permette di aggirare ostacoli strutturali, inserire tutti gli arredi necessari e sfruttare al massimo (e al meglio) i metri quadri a disposizione.
Attenzione alle dimensioni e a garantire la giusta percorribilità nella stanza. Esistono misure standard fisse e misure consigliate da tendere in considerazione.
Per legge in Italia una camera da letto matrimoniale deve misurare minimo 14 mq, per una cameretta singola sono sufficienti 9 mq. Questa superficie permette di inserire i mobili essenziali (ovvero letto, armadio, comodino, comò) e garantisce lo spazio necessario per muoversi liberamente al suo interno.
Quanto spazio tra letto e armadio? La distanza minima tra un armadio con ante battenti e il letto è di 80 cm, tale distanza minima si riduce a 60 cm in caso di armadio scorrevole che non richiede spazio frontale per l’apertura delle ante.
Quanto spazio tra letto e comò? Per garantire il passaggio e assicurare l’apertura dei cassettoni si consiglia una distanza minima di 60 cm.
Quando e perché posizionare il letto centrostanza
Arredare una camera molto grande
Si pensa che ci sono più difficoltà ad arredare una stanza piccola rispetto a una di dimensioni generose, ed è vero. Quando i metri sono risicati è fondamentale studiare la miglior collocazione del letto in relazione agli altri arredi. Qui il segreto è sfruttare le altezze e se i metri quadri sono davvero pochi giocare con arredi a scomparsa o multifunzione. In un camera grande lo spazio non manca ma l’attenzione che si deve dedicare alla scelta dell’arredamento e soprattutto alla disposizione dei mobili è la stessa. Con tanti metri a disposizione il rischio è quello di addossare tutti gli arredi alle pareti lasciando un inspiegabile vuoto al centro. Chi ama i tappeti tampona posizionandone uno nello spazio vuoto in mezzo alla stanza ma a volte questo non fa che peggiorare l’impatto estetico. Il nostro consiglio è quello di posizionare un letto centrostanza. Una posizione insolita per un arredo tradizionalmente pensato con una testiera da addossare ad una parete ma una scelta che si rivela vincente per gusto e funzionalità.
Fare spazio ad un armadio guardaroba
Alcune camere da letto non lasciano ampio margine di progettazione, non necessariamente perché sono di piccole dimensioni, a volte perché le pareti sono occupate da finestre e porte e non c’è fisicamente lo spazio per appoggiare al muro sia il letto sia l’armadio. In casi come questi un letto al centro della stanza con armadio dietro potrebbe essere un ottimo modo per inserire tutti gli arredi necessari. Per decidere a che distanza mettere armadio e letto ricordati che un armadio battente occupa più spazio in profondità di un armadio scorrevole perché necessità di spazio frontale libero per aprire le ante. Se la tua camera è piccola o di dimensioni medio-piccole scegli un armadio scorrevole e vai sul sicuro.
Organizzare una cabina guardaroba
Posizionare il letto in mezzo alla camera può essere un’ottima idea nel caso in cui si voglia progettare una cabina armadio lineare o angolare che va a sostituire il classico armadio, battente o scorrevole che sia. La configurazione più diffusa prevede una stanza con pianta regolare quadrata o rettangolare, senza nicchie e rientranze da attrezzare a guardaroba. In questi casi il nostro consiglio è quello di partire dalle dimensioni totali della camera. La camera deve misurare minimo 16 mq ed è necessaria una profondità minima di 120 cm da destinare alla struttura della cabina e allo spazio per il passaggio.
Negli schemi seguenti trovi degli esempi di configurazione. Le tre proposte prevedono una parete in cartongesso o muratura che separa nettamente zona notte e zona guardaroba ma a seconda di gusti e necessità è possibile optare anche per porte scorrevoli con binario terra-soffitto, porte in vetro o per uno spazio completamente aperto.
Aggirare impedimenti strutturali
La scelta di posizionare il letto in centro stanza può essere dettata dalla configurazione della camera e dagli elementi architettonici. Alcuni vincoli strutturali potrebbero essere le numerose aperture sulle pareti (finestre, porte), rientranze ma anche caminetti. In questa situazione una disposizione intelligente degli arredi prevede di posizionare il letto centrale o comunque leggermente discostato dalle pareti per sfruttare la camera nella sua interezza. Le foto seguenti possono chiarire meglio alcune situazioni tipo.
Eccezione nella foto seguente: nonostante il pannello tra le due vetrate risulti più piccolo della testiera si è scelto comunque di appoggiare qui il letto. Il gusto personale ha sempre la meglio.
Arredare una camera con finestre su due pareti
Finestre su due lati, porta sull’altro lato, armadio sull’ultimo lato disponibile. (Ci riferiamo sempre ad una stanza di pianta regolare quadrata o rettangolare.) In una camera con doppia finestra potrebbe non esserci una parete sufficientemente grande per ospitare un letto appoggiato e quindi il centro stanza potrebbe essere la collocazione migliore per il letto.
In questo caso il letto centrale non è una scelta anticonvenzionale per dare un tocco unico alla stanza, è piuttosto una scelta funzionale.
Dare risalto ad un letto di design scenografico
Entriamo nella sfera dei gusti personali. Un letto in mezzo, soprattutto se particolare, originale, di design e scenografico è una scelta di stile dettata dalla volontà di dare risalto a questo arredo. Un letto a baldacchino con tendaggi svolazzanti, un letto girevole che sembra sospeso, un letto con piedini in vetro o piedini in ferro battuto lavorato a mano, o ancora, un letto con testiera capitonné finemente rifinita sul retro o testiera molto alta e particolare. Il letto diventa un’isola al centro della stanza che cattura tutti gli sguardi e si mostra in tutta la sua particolarità e originalità.
Godere di una vista panoramica
Se vivi in un luogo isolato, distante da altre proprietà e condomini, se hai un giardino e una camera da letto con affaccio potresti aver voglia di svegliarti e addormentarti con questa vista. Soprattutto se la casa è immersa nel verde o se al centro del giardino trionfa una piscina. In questo caso capiamo benissimo il desiderio di un letto il più vicino possibile alle vetrate per godere al massimo della spettacolare vista e sentirsi ancor più immersi nel paesaggio.
Progetti camera con letto a centro stanza
Nelle seguenti planimetrie vediamo degli esempi di progettazione di camere matrimoniali con letto centrale. Si tratta di soluzioni arredative dalle quali prendere spunto per arredare la propria camera.
PROGETTO 1 Posizionando un letto al centro della stanza, alle spalle della testiera si creare uno spazio libero da attrezzare a piacere. Qui si può posizionare l’armadio e, a seconda delle dimensioni, anche un mobile toeletta per l’angolo beauty, una scrivania, una scarpiera, una libreria componibile.
Tutto questo senza innalzare pareti e muri divisori.
Per dividere visivamente gli spazi si può sempre scegliere un letto con testiera alta o molto alta da utilizzare come divisorio che separa lo spazio notte dagli altri mobili.
PROGETTO 2 Camera con bagno comunicante. Siamo nel caso in cui una parete è destinata alla porta che mette in comunicazione la camera con il bagno annesso.
Se una parete è occupata dalla porta che conduce al bagno, un’altra parete è occupata dalla finestra, la terza dall’armadio e l’ultima da una scrivania o una libreria, il letto deve occupare necessariamente lo spazio al centro. Si potrebbe anche attrezzare il retro letto con un contenitore basso da usare come appoggio vicino al letto.
PROGETTO 3Camera con bagno in camera, nel senso più letterale del termine.
Zona notte e servizi sono esattamente nello stesso spazio: non c’è una divisione degli ambienti, non ci sono muri e porte, il bagno è aperto e a vista.
Questo progetto può funzionare perfettamente in una camera singola, che sia quella di un albergo di lusso o quella di casa. Nel caso di camera matrimoniale per due persone è bene valutare attentamente l’assenza di divisori tra letto e bagno ed eventualmente prevedere l’inserimento di porte.
Letto centro stanza: come scegliere la testiera
Un letto a centro stanza dev’essere rifinito a 360°, retro testiera compreso. Questo è l’unico requisito imprescindibile per scegliere un letto da mettere in posizione centrale. Modelli, dimensioni, materiali, colori e caratteristiche varie possono essere personalizzate ma l’importante è scegliere un letto bello anche dietro. La testiera non è appoggiata a nessuna parete, si vede tutta da ogni angolazione ed è bene che anche la parte posteriore sia perfettamente rifinita.
Nel caso di letto con cuscini di testiera ci deve essere una struttura di sostegno. In un letto imbottito con testiera in tessuto, pelle o ecopelle la testiera sul retro deve presentare lo stesso rivestimento, con cuciture e dettagli curati. Nel caso di un letto in legno laccato la parte dietro della testiera deve essere laccata con lo stesso colore e non lasciata in legno grezzo.
Questo è il presupposto imprescindibile, poi entrano in gioco i gusti personali e la volontà di avere un letto particolare e originale. Se vuoi un letto di design, esclusivo, caratterizzato da dettagli che si fanno notare e catturano gli occhi a sé allora potrebbero piacerti i seguenti modelli.
Letto centro stanza: dove mettere i comodini
“Bello il letto centrale, ma i comodini dove li metto?” Molti stanno pensando a questo dettaglio che tanto piccolo dettaglio non è. Cerchiamo di fugare subito ogni dubbio con esempi e immagini. Le soluzioni possibili per affiancare i comodini ad un letto in mezzo alla camera sono molteplici: dai classici comodini con cassetti, ai letti con comodini integrati, fino a soluzioni meno ingombranti e più discrete.
Se sei per il team comodino classico potresti scegliere un modello da affiancare alla testiera (assicurati che il comodino sia rifinito sul retro). Se non puoi fare a meno del comodino al lato del letto ma vuoi puntare su qualcosa di alternativo scegli un tavolino ad uso comodino o una composizione di pouf. Se per te un comodino di fianco al letto centro stanza rovina tutto lo charme allora devi assolutamente valutare soluzioni alternative come giroletto con tasca portoggetti, giroletto con mensola integrata, letto con tavolini in metallo curvato inseribili nel giroletto. Se vuoi andare sul sicuro scegli invece un letto con comodini integrati nella testiera, uno il proseguimento dell’altro.
Le soluzioni sono davvero numerose, se non sai deciderti contatta i nostri arredatori e fatti consigliare nella scelta.
11 foto di letti centro stanza
Vediamo ora una carrellata di foto di letti posizionati al centro della camera, protagonisti indiscussi dell’ambiente, fulcro visivo dell’intera stanza che attrae gli sguardi donandogli un tocco unico e a volte eccentrico.
Siamo arrivati alla fine di questo excursus sui letti centro stanza; speriamo di averti dato interessanti idee e soluzioni per arredare la tua camera. Per qualsiasi domanda puoi contattarci senza impegno. Saremo felici di suggerirti i modelli di letti che potrebbero andar bene per te e la tua camera e, se lo desideri, forniti un preventivo. Clicca sul banner qui sotto.
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Cos’è una pergola bioclimatica? A che serve? Soprattutto a chi può essere utile? Cercherò di rispondere in questo articolo a queste domande partendo proprio dall’ultima di esse.
A chi è utile la Pergola Bioclimatica.
Chi possiede, nella propria abitazione, uno spazio all’aria aperta non può non cercare di sfruttare al meglio questa fortunata risorsa.
Per rendere fruibili queste zone della casa, senza dipendere da un clima troppo caldo oppure piovoso, la soluzione più diffusa è quella di installare delle coperture con cui riparare dal sole e dal maltempo una porzione di area all’aperto, più o meno estesa.
Di coperture ovviamente ne esistono di diverse tipologie e design, ma certamente la pergola bioclimatica in alluminio a lamelle orientabili è la soluzione tecnologicamente più perfezionata, esistente al momento. Un ammirabile concentrato di funzionalità e design estremamente robusto e affidabile, perché resistente a tutte le situazioni climatiche.
La pergola bioclimatica è utile non solo per giardini di abitazioni private, ma anche per allestire il dehor di un caffè, o di un ristorante. Oppure per sfruttare uno spazio all’aperto per fini commerciali.
Pergola bioclimatica, di cosa si tratta.
Tutti ricorderete il concetto classico di pergolato, cioè una struttura con due file di montanti sormontati da traversi avvolti da tralci di viti o altre piante rampicanti ornamentali.
Una copertura sotto la quale è possibile trovare riparo dal sole nelle giornate afose. La pergola bioclimatica riprende questo concetto ampliandone l’utilizzo anche in caso di pioggia. Infatti questa non è altro che un pergolato innovativo, dove un sistema a lamelle orientabili, consente di ottenere sempre il miglior comfort in base alle condizioni di irraggiamento solare.
Le lamelle, regolabili nella loro inclinazione, consentono una maggiore o minore apertura del tetto permettendoci di ripararci dal sole, ma lasciando filtrare dell’aria fresca. Per esempio, se si desidera una maggior aerazione si possono tenere tutte le lamelle aperte, mentre si possono socchiudere leggermente per evitare che i raggi del sole diano fastidio.
La possibilità di chiudere totalmente le lamine estende l’utilizzo del pergolato in caso di clima avverso, cioè rendendolo fruibile anche in caso di pioggia.
Le strutture che è possibile realizzare sono molteplici, ma sostanzialmente un moderno pergolato di questa tipologia può essere installato sia in continuità con l’edificio e quindi adiacente la casa, oppure in qualsiasi altra parte del giardino grazie alla sua struttura autoportante.
Di forma quadrata o rettangolare, la pergola bioclimatica può essere accessoriata con tende scorrevoli o pannelli per la chiusura laterale, sia questa totale che parziale.
Non mancano nemmeno le versioni con gestione computerizzata e totalmente automatica.
Permessi e norme.
Prima di installare una pergola e godersi le belle giornate all’aperto, è bene cercare di capire quali sono i permessi necessari.
Riguardo all’istallazione di una pergola a lamelle orientabili la normativa è abbastanza confusa ancora. Infatti, nonostante le leggi che ne regolano l’installazione esistano, le normative locali adeguano a proprio piacimento la normativa nazionale che riguarda queste strutture.
L’allegato A del D.P.R. n. 31 del 2017, individua il pergolato tra le opere di edilizia libera per cui non è richiesto permesso di costruire o altre licenze. Tuttavia le varie amministrazioni comunali, recepiscono e attuano questa normativa a loro discrezione, così in alcuni territori servirà presentare una Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), in altre una Denuncia di inizio attività edilizia (DIA) o in alcuni casi estremi un permesso per costruire. Quindi se volete installare un’opera del genere è bene che vi informiate presso il vostro Comune su quale sia la procedura da attuare.
Realizzare un pergolato, le soluzioni.
Sebbene l’idea di pergolato sia comunemente associata alla materia legno, la soluzione in questo materiale va bene solo per i kit prefabbricati destinati agli amanti del bricolage. Si tratta di strutture basilari, soprattutto per quanto riguarda la parte superiore delle lamelle orientabili.
Ovviamente quelle in legno sono delle soluzioni poco professionali assolutamente non idonee in situazioni dove si desidera una migliore performance, o dove è richiesta, come obbligo di legge, una struttura con determinati requisiti, ad esempio nel caso in cui la pergola sia destinata a locali commerciali.
In questi, come in tutti casi dove si desidera un prodotto affidabile, bisogna ricorrere alle pergole realizzate da ditte specializzate, molte delle quali offrono tra l’altro un servizio di progettazione su misura.
È in molti casi possibile scegliere tra i diversi modelli quello che meglio si adatta allo stile dell’ambiente di destinazione.
Consigli per la scelta.
In ogni caso prima di acquistare il vostro pergolato a lamelle vi consiglio di prestare attenzione a questi elementi:
Assicuratevi che le lamelle siano provviste di un sistema di tenuta stagna e che l’acqua venga convogliata all’esterno della copertura.
Prestare attenzione alla classe di resistenza al vento, soprattutto se abitate in zone battute da venti frequenti e forti.
Se invece abitate in zone montane, tenete conto anche della resistenza al carico della neve.
Notate la bontà dei materiali di costruzione e la loro resistenza agli agenti atmosferici, alla corrosione e all’ossidazione.
Fate attenzione al tipo di Garanzia offerta dal produttore. Più elevato è il numero di anni di protezione, maggiore è la possibilità che sia realizzata in perfetta regola d’arte e con buoni materiali.
Scegliete prodotti la cui manutenzione, ed eventuali interventi al sistema di apertura e chiusura delle lamelle, sia di facile esecuzione.
Infine, ricordate che una copertura outdoor deve anche essere gradevole alla vista, scegliete quella che più si addice allo stile del vostro ambiente.
Conclusioni.
La pergola bioclimatica è perfetta per essere sfruttata 365 giorni l’anno, limita i consumi ed è eco-sostenibile. Oltre a rappresentare una scelta ecologica al 100%, le pergole bioclimatiche sono la scelta migliore per dare un aspetto moderno agli ambienti esterni.
Le pergole bioclimatiche godono della detrazione fiscale del 110% di Eco-bonus, perché considerate una valida soluzione di schermatura solare.
Belli ed efficienti, i radiatori a piastra di Antrax IT sono la perfetta combinazione di design e tecnologia.
La loro prima caratteristica è la forma, pulita e minimale, che sovrapponendosi alla parete quasi si dissolve; la seconda, invece, riguarda la velocità con cui raggiungono la massima efficienza termica, grazie anche al funzionamento a bassa temperatura. I radiatori a piastra sono una perfetta combinazione di design e tecnologia, un complemento versatile che include una pluralità di vantaggi, dal risparmio energetico al ridotto contenuto di acqua – se in versione idraulica -, sino all’ampia possibilità di varianti dimensionali e di accessori integrabili, quali maniglioni, ganci etc.
Dalla superficie perfettamente liscia, a quella ritmata da lievi increspature, o ancora con fori allo stesso tempo funzionali e decorativi: Antrax IT ha declinato il tema del radiatore a piastra in numerose collezioni come Teso, Treo, Loft, Flaps, Tif, Cod_e o ancora Tavola e Tavoletta, la famiglia di termoarredi che permette di realizzare configurazioni pressoché infinite.
Disegnati da Andrea Crosetta, Tavola e Tavoletta sono elementi in alluminio 100% riciclabile e ultrapiatti, grazie allo spessore della piastra di soli 4 mm. Tavola è proposta in due varianti dimensionali – 35×171 cm e 35 x 201 cm -, con funzionamento ad acqua o elettrico e con possibilità di installazione orizzontale o verticale. Il prodotto, in oltre 200 colorazioni a catalogo, può essere valorizzato con un gancio porta accappatoio, dei tagli realizzati in diagonale nel profilato metallico, un maniglione per l’alloggiamento delle salviette o con uno specchio, su tutta la superficie o solo su parte di essa. Tavoletta ne rappresenta invece una versione ridotta, con sola alimentazione elettrica e in quattro varianti dimensionali. Il suo sistema di fissaggio a muro consente di variare a piacimento i punti di ancoraggio e garantisce una grande flessibilità di installazione, anche in associazione al suo complementare Tavola.
Tif interpreta la purezza della piastra, sempre in alluminio 100% riciclabile e bordi leggermente stondati. Il radiatore asseconda le esigenze spaziali di ogni progetto, grazie alle 13 varianti dimensionali, sia per la versione orizzontale sia verticale, e ai 9 attacchi speciali che si aggiungono a quelli standard, offrendo grande libertà sul cantiere e nel caso di opere di ristrutturazione con impianti pre-esistenti. Tif può essere accessoriato con valvole termostatiche e con uno o più maniglioni, all’altezza desiderata, in finitura cromo, tono su tono o in contrasto con il radiatore: entrambi sono disponibili in oltre 200 varianti cromatiche, per la massima personalizzazione.
Cod_e è infine un radiatore elettrico di ultima generazione. Una piastra liscia con importanti bordi arrotondati che racchiude un sistema a basso consumo volto a massimizzare la resa termica, con la possibilità di un controllo remoto delle funzioni. Disponibile in tre varianti dimensionali e per sola installazione verticale, Cod_e permette di essere completato con uno o più maniglioni a differenti altezze e nelle tantissime proposte cromatiche del catalogo Antrax IT.
Avete mai pensato di cercare per la vostra casa arredi ecosostenibili? E di utilizzare l’argilla per i vostri arredi? Quando ho visto il progetto realizzato dal mio collega architetto Stefano Mori, ne sono rimasta affascinata. E così ho pensato di chiedergli una descrizione del lavoro svolto e raccontarvelo! Per farvi sapere che sì, si possono fare arredi ecosostenibili e si può arredare anche con l’argilla!
Arredi ecosostenibili in argilla
L’arredo realizzato da Stefano e il suo team è una cucina in argilla, “Lehmküche”: un progetto che è nato dalla necessità di ristrutturare una vecchia cucina di famiglia e dall’obiettivo di usare solo materiali locali.
Per prima cosa, tutti i vecchi mobili sono stati smontati e rimossi, lasciando intatta solo la stufa in ceramica originale sul lato della zona pranzo.
Attorno alla vecchia stufa è stata poi progettata e realizzata una nuova cucina personalizzata. Caratterizzata da un design minimale e realizzata in legno di abete locale, intonaco di terra e inserti di rame.
Come realizzare un arredo ecosostenibile?
In questo caso, si può parlare di arredo ecosostenibile in quanto tutti i materiali impiegati per la realizzazione di questa cucina sono materiali naturali (legno, argilla), locali (terra e canapa del luogo), o riciclabili (rame).
Dopo aver realizzato la struttura in legno e aver montato tutti i suoi elementi (cassetti, ante), è stato applicato uno spesso strato di intonaco di argilla attorno alla nuova isola della cucina.
Argilla: utilizzo di materiali locali.
Come già accennato, in questo caso si può parlare di arredo ecosostenibile non solo per l’utilizzo di materiali naturali, ma anche perché sono stati utilizzati alcuni materiali locali.
Infatti la materia prima per l’intonaco è stata reperita in loco, scavando direttamente nel giardino di casa e raccogliendo il terreno ricco di argilla, che si trova a circa 50 cm sotto la superficie. Successivamente all’argilla sono state aggiunte fibre di canapa della vicina fattoria, sabbia e acqua nella giusta proporzione.
Se siete curiosi di capire come, vi suggerisco di guardare il video, realizzato sempre da FAR-MS, dove vedrete l’intera realizzazione della nuova cucina: dallo scavo della terra, il suo successivo impasto, la preparazione del fondo a cui far aggrappare l’intonaco, e infine la sua decorazione.
Arredo in argilla: le fasi di realizzazione.
Quando la parte di falegnameria si era conclusa. E dopo aver preparato l’impasto di terra, questo è stato poi applicato in due strati successivi su una rete in canniccio di bambù, precedentemente fissata alla superficie del legno.
Infine, l’ultima fase nella realizzazione di questa cucina è stata quella della decorazione. In continuità con le cucine tradizionali austriache, durante l’asciugatura, l’intonaco di terra è stato modellato con un motivo a bassorilievo che ricorda le antiche stufe in maiolica.
Perché utilizzare l’argilla in cucina?
L’utilizzo dell’intonaco di argilla in uno spazio cucina non è solo estetico ma è anche una forte scelta strategica. L’argilla infatti è capace di regolare l’umidità in uno spazio chiuso, ma anche di assorbire le particelle inquinanti e neutralizzare gli odori dell’ambiente. Ad esempio quelli rilasciati proprio mentre si sta cucinando!
Ringrazio Stefano per avermi dato la possibilità di raccontare un diverso tipo di arredo. Un progetto in cui la figura dell’architetto si fonde con quello di artigiano. Il mondo più astratto del disegno con quello più concreto del fare e del realizzare.
Sono contenta di aver potuto raccontare la storia di un progetto di ristrutturazione e design che diventa l’occasione per sperimentare, a partire dai materiali locali e naturali.
Vi suggerisco di sbirciare dentro la pagine di FAR-MS per conoscere altri progetti!
Ultima chiamata per l’iscrizione al prestigioso premio di design A’ Design Awards & Competition. Se siete interessati, avete tempo fino al prossimo 28 febbraio.
Ultimi giorni per iscriversi al prestigioso premio di design A’ Design Awards & Competition.
La data fissata per la chiusura delle iscrizioni è infatti il prossimo 28 febbraio.
Iscriversi è semplice, basta cliccare su questo link:
Perché è importante partecipare al A’ Design Awards & Competition
A’ Design Awards & Competition è uno dei più prestigiosi premi internazionali di design. Organizzato da OMC Design Studios SRL, membro di ADI e ICSID, con sede a Como, è stato istituito con lo scopo di mettere in evidenza i migliori designer e promuovere i migliori progetti.
Il concorso rappresenta un trampolino di lancio straordinario per i designer emergenti, mentre i professionisti già noti possono riconfermare il loro talento.
I vantaggi che derivano dall’iscrizione al premio sono molteplici, e comprendono:
consulenza gratuita per ottimizzare la presentazione del progetto
download gratuito delle risorse
certificato di partecipazione
inclusione nel BuySellDesign Network
certificazione della paternità dell’opera presentata
accesso al Design Business Calculator
accesso a efficaci strumenti di PR per promuoversi.
I vantaggi esclusivi per i vincitori
I vincitori, inoltre, riceveranno un kit di promozione che comprende il trofeo in metallo stampato in 3D, l’annuario in versione digitale e cartacea, il certificato di eccellenza del design, un manuale che spiega passo passo come sfruttare il premio per promuoversi e un invito per due persone alla serata di gala conclusiva.
Sempre per i vincitori, è prevista la partecipazione gratuita alla mostra, sia on line che nella sede prescelta sul territorio italiano. Tra i vantaggi ci sono anche una serie di servizi forniti dall’organizzazione, come:
inserzione gratuita al SaloneDelDesigner
utilizzo gratuito dei servizi di DesignMediator
inclusione nel BuySellDesign Network
abbonamento gratuito a listof.net
quotazione gratuita al DesignMegaStore
accesso al Design Business Calculator
pubblicazione garantita attraverso IDNNN e DXGN Networks a più di 100+ riviste tra cui Design Interviews & DM Design Magazine
preparazione e distribuzione di comunicati stampa attraverso DesignPRWire
pubblicità e visibilità attraverso la comunicazione DesignMedia
Direi che vale la pena di provare a partecipare, visti i numerosi servizi di cui potrete usufruire, indipendentemente dal risultato finale.
Ma dovete affrettarvi, il termine scade tra pochi giorni, il 28 febbraio 2021.
Gli oggetti iconici sono quei manufatti che anticipano i tempi, diventano un modello e cambiano la storia del design. Ecco una selezione di oggetti che esprimono i valori odierni secondo Homi.
Il design e l’artigianalità rappresentano un patrimonio di savoir faire e di conoscenze che, una volta tradotti in una forma concreta, si trasformano in oggetti capaci di rimanere unici nel tempo. E’ questa caratteristica che trasforma un oggetto in un’icona. Homi ha selezionato una serie di oggetti iconici che esprimono i valori odierni, incarnando un nuovo stile di vita. Manco a dirlo, i valori che caratterizzano le aziende prescelte sono la sostenibilità e il rispetto per il pianeta. Ma prima scopriamo le icone storiche, sempre secondo Homi.
Homi, il Salone degli stili di vita propone in anteprima i prodotti cult che verranno esposti dal 5 all’8 settembre a fieramilanocity e Mico, in contemporanea con il Salone del Mobile di Milano.
Gli oggetti iconici entrati nella storia
Quali sono gli oggetti che, nati dalla rivoluzionaria creatività dei designer, hanno cambiato la storia del design per sempre? Possiamo citare la Moka Express Bialetti ideata da Alfonso Bialetti e lo Spremiagrumi in alluminio Juicy Salif di Alessi, disegnato da Philippe Starck nel 1988.
E poi i centrotavola di Gio Ponti per Sambonet e il posacenere Cubo di Bruno Munari per Danese Milano.
Conclude la selezione la Lampada Anglepoise creata nel 1932 da un designer di automobili, George Carwardine, e prodotta ancora oggi da Herbert Terry & Sons.
Umage, design danese di qualità
Umage è un’azienda danese che coniuga il design danese con la convenienza, con i materiali di alta qualità e con un’autentica cura per l’ambiente. Umage produce lampade e mobili dal design squisito, ispirato alle forme e ai colori della natura, con un’attenzione particolare all’ambiente. I prodotti sono realizzati con materiali di prima qualità, sono fatti per durare a lungo, sono pratici e funzionali.
L’elegante packaging coniuga l’estetica con la sostenibilità, visto che gli imballaggi si possono riutilizzare come contenitori e che la confezione non contiene plastica o schiuma.
Tradizione del Made in Italy e sostenibilità per Euphoric
Deriva da euforia il nome del brand italiano Euphoric, che unisce alla produzione artigianale l’utilizzo di materiali di pregio oltre che ecosostenibili. Ne nasce un design animato dalle storie delle persone, che ci contaminano, ci stupiscono e ci arricchiscono, dando vita a uno stato di “euforia”, appunto.
Euphoric produce mobili in legno massello proveniente da forestazione controllata. Tavoli, consolle, credenze e librerie sfoggiano un design giovane e contemporaneo, in linea con le più attuali tendenze d’arredo.
Le porcellane poetiche di Yukiko Kitahara
Yukiko Kitahara è un’artista giapponese esperta nella lavorazione della porcellana, trapiantata a Siviglia. Nelle sue creazioni Yukiko unisce l’anima e la forza della sua patria adottiva con la delicatezza e la cura derivanti dalla sua origine giapponese. Questo lavoro si traduce nell’uso della porcellana bianca attraverso la quale raggiunge l’essenziale seguendo il motto “Teinai na seikatsu”, che in giapponese significa “vivi ordinatamente”.
Il design si ispira agli oggetti usa e getta (principalmente plastica e carta), ai quali Yukiko aggiunge elementi artistici, decorativi e funzionali provenienti dai ricordi e dalla natura, come segno di apprezzamento e rispetto verso di essa.
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L’Ecobonus 110 è una detrazione fiscale applicabile ai lavori di ristrutturazione volti alla riqualificazione energetica con una detrazione al 110%. Tanti ancora i punti da chiarire. Vediamo un esempio che riguarda una villetta a schiera.
E’ ormai consuetudine ricevere dei chiarimenti periodici sull’applicabilità del cosiddetto Ecobonus 110 (conosciuto anche come Superbonus), una forma di detrazione fiscale che ha rappresentato la grande novità dello scorso anno, e nata in risposta alla crisi generata dallo stop del settore edilizio durante il periodo di lockdown.
L’Ecobonus 110 si distingue dalle altre forme di detrazione fiscale attualmente disponibili – pensiamo ad esempio al classico Ecobonus con detrazione al 50 o 65% (facilmente conseguibile anche con interventi che non presentano vincoli complessi, come nel caso in cui si decida di optare per l’isolamento dell’intercapedine in edificio autonomo o all’interno di un complesso condominiale), ma anche al Bonus facciate o al Sismabonus – per la possibilità di garantire dei lavori di ristrutturazione volti alla riqualificazione energetica, praticamente a costo zero, considerando appunto la detrazione al 110%.
La problematica relativa a questo bonus sta, però, nella sua effettiva realizzazione, che passa attraverso vari step e paletti normativi (il principale è l’ormai noto superamento delle due classi energetiche grazie agli interventi messi in atto), oltre ad interpretazioni spesso poco chiare e che nel corso dei mesi hanno portato alla richiesta di sempre maggior chiarimenti per casi specifici.
Anche per questo si richiede sempre di affidarsi, per la realizzazione del progetto, a tecnici competenti in materia e che sappiano dire con chiarezza quali interventi possono essere utili alla riqualificazione dell’edificio stesso, e nel contempo essere funzionali alla richiesta di questo bonus agevolato.
Ecobunus 110, il caso delle villette a schiera
In quest’ultimo caso che vi presentiamo vi è una richiesta fatta pervenire all’Agenzia delle Entrate, riguardo l’applicabilità dell’Ecobonus 110 per lavori realizzati su villette a schiera.
Nella fattispecie, la richiesta di chiarimento riguardava una serie di interventi da realizzarsi su una villetta a schiera, situata all’interno di un residence; alla villetta era possibile accedere attraverso un passo carrabile privato, che è comune a più abitazioni.
Quel che si è chiesto è la fattibilità di poter effettuare interventi di riqualificazione e poter successivamente richiedere la detrazione fiscale al 110%.
L’Agenzia delle Entrate per rispondere al quesito, chiarisce che la possibilità di richiedere l’Ecobonus 110 è vincolata, oltre alle note questioni riguardanti la classificazione energetica, al conseguimento di due punti fondamentali:
l’edificio deve avere una sua indipendenza funzionale;
vi deve essere un accesso autonomo dall’esterno.
Considerando il caso della nostra villetta a schiera potremmo, quindi, dire che il primo punto è sicuramente rispettato, ma è importante capire meglio cosa si intende per “accesso autonomo”, che è il secondo punto in questione.
Già nello scorso mese di Agosto 2020, con un decreto interministeriale, si è parlato tra le altre cose proprio della termatica relativa all’accesso autonomo, dando poi ulteriori chiarimenti relativi alla sua definizione nella Legge di conversione di questo decreto, presentata ad Ottobre.
Leggendo il testo si arriva ad un punto nel quale si definisce l’accesso autonomo dall’esterno come: “un accesso indipendente, non comune ad altre unità immobiliari, chiuso da cancello o portone d’ingresso che consenta l’accesso dalla strada o da cortile o da giardino anche di proprietà non esclusiva.”
Quindi potremmo parlare, per un generico immobile, di accesso autonomo dall’esterno quando si accede:
direttamente da una strada, che sia pubblica, privata
da un passaggio comune ad altri edifici, come nel caso di un classico cortile;
da un terreno di uso comune, quindi non esclusivo;
da strada privata di altra proprietà gravata da servitù di passaggio a servizio dell’immobile.
Chiarito questo concetto possiamo dire che per il caso della villetta a schiera, l’accesso autonomo si ha nel caso in cui:
si trova in un comprensorio o in un parco di comproprietà con altri soggetti o alla stessa si accede dall’area di corte di proprietà comune usata anche per i posti auto;
il cortile o il giardino su cui si affacciano gli ingressi indipendenti sono di proprietà esclusiva, anche se indivisa, dei proprietari delle singole unità immobiliari.
Di conseguenza, poiché la villetta del nostro caso è situata in un residence con accesso da passo carrabile comune, e dotata di proprio tetto, di giardino autonomo, di portone d’ingresso, numero civico e parcheggio, si può affermare che è possibile eseguire al suo interno i lavori necessari per riqualificare l’edificio e richiedere successivamente l’Ecobonus 110.
Il marmo e il legno sono i due materiali nobili per eccellenza, impiegati nella realizzazione di numerosi arredi di classe, scelti sia per il loro aspetto elegante e unico sia per il loro essere resistenti e duraturi nel tempo.
Il legno arreda le nostre case da sempre, è un materiale naturale, ha venature originali e irripetibili che rendono ogni pezzo unico e speciale, evoca calore, accoglienza, atmosfera intima e familiare. Esistono molteplici tipi di legno, ognuno indicato per specifiche lavorazioni e arredi: legno noce, rovere, olmo, abete, faggio, ciliegio, frassino, teak, solo per citarne alcuni.
Anche il marmo è impiegato da molto tempo nell’arredamento delle nostre case, ancora prima nella realizzazione di statue e architetture. Ha avuto massima diffusione nelle case negli anni ’60 e ’70 ed è tornato alla ribalta negli ultimi anni, complice anche il Salone del Mobile 2019. Qui il marmo è stato un trend indiscusso che ha fatto capolino in quasi tutti gli stand ma in verità il marmo nell’arredamento non era mai passato di moda (e difficilmente passerà di moda in futuro). Il marmo è elegante e prezioso, è un materiale luxury di pregio che si fa apprezzare anche per le sue numerose variazioni cromatiche. Parlare di marmo è abbastanza generico, oltre ad identificarlo come marmo lucido o opaco, bisognerebbe specificare la tipologia, solo per citarne le più famose: marmo di Carrara, marmo Emperador, marmo rosso di Sicilia, marmo Statuario, marmo di calcatta, marmo in molteplici colori dal bianco che è la varietà più pura al nero, ma anche rosa, beige, verde di Prato o serpentino.
Le venature del legno e le striature e le macchie del marmo sono segni della loro naturale bellezza e singolarità. Con delle premesse del genere marmo e legno sono il binomio vincente per case uniche ed esclusive. Insieme danno vita ad abbinamenti spettacolari, sempre diversi e mai scontati, insieme danno un tocco elegante e chic ad ogni ambiente.
Arredare casa con il legno e il marmo richiede un accurato studio dei colori. È bene puntare su una palette di 3 o 4 colori massimo, due dei quali riprendono le nuance dei due materiali principe ovvero il marmo e il legno. È da questi che bisogna partire per trovare i colori da abbinare. Per semplificare potremmo dire che:
se il marmo tende al bianco l’abbinamento cromatico perfetto avrà sicuramente il bianco tra i colori predominanti;
se il marmo ha venature o macchie grigie negli arredi ci sarà il grigio;
se il marmo è nero o scuro si può decidere se donare un tocco di lucentezza con il bianco o se proseguire sulla scia dei toni scuri e magari inserire qualche tocco di oro, argento o bronzo a seconda delle venature del marmo.
se il marmo è sui toni del beige e del rosa negli arredi ci saranno dettagli che riprendono queste tinte.
La particolarità del marmo è quella di avere un colore di sfondo e delle venature di un altro colore. La scelta delle tinte da abbinare nell’ambiente quindi si semplifica perché questi colori saranno la combinazione sulla quale puntare. Chiariamo il concetto con un esempio. Il marmo Calacatta ha un fondo bianco caldo con venature che vanno dal grigio al giallo, dal rosa al viola, a volte anche dorate o tendenti al tortora. A seconda della varietà di marmo che si sceglie si può puntare sul colore corrispondente e quindi inserire tocchi di grigio, giallo, rosa, viola, oro, tortora e così via.
In generale si consiglia di scegliere tinte neutre e non troppo accese sia per non sminuire i già importanti marmo e legno sia per non creare un’accozzaglia di colori e texture.
Per la scelta del legno invece si può sempre partire dalle sfumature del marmo e poi giocare con gli opposti. Ecco alcuni consigli:
un marmo bianco o chiaro è perfetto in abbinamento ad un legno scuro o testa di moro o ad un legno naturale;
un marmo scuro con venature dorate o gialle sta bene con un legno mielato;
un marmo Breccia con sfumature rosso / violetto è ideale abbinato ad un legno dalle venature rossastre;
un marmo nero Marquinia con dettagli bianchi è valorizzato da un legno chiaro come Frassino Bianco, Olmo Bianco.
L’abbinamento marmo + legno è molto amato dai designer e da chi sta scegliendo l’arredamento per la propria casa. Questi due materiali insieme sono equilibrati, praticamente opposti ma capaci di bilanciarsi a vicenda. Vediamo ora quattro moodboard con idee per abbinare legno e marmo anche ad altri materiali come cemento, tessuto, laccati.
Cucina marmo e legno
In cucina il marmo è usato principalmente come rivestimento del piano di lavoro e del paraschizzi dietro zona cottura, lavello e zona operativa ma si ritrova anche nell’isola o nella penisola. Non fa particolare distinzione lo stile della cucina: esistono cucine in marmo moderne, rustiche, classiche, minimaliste. Una cucina in legno e marmo si presta a tutti gli stili, quello che fa la differenza sono i colori e le lavorazioni dei due materiali e soprattutto gli altri arredi presenti nell’ambiente.
È importante prestare massima attenzione alla pulizia e alla manutenzione del marmo, soprattutto in cucina dove goccie e macchie di liquidi e cibi sono all’ordine del giorno. Il marmo è molto delicato e si può macchiare irrimediabilmente, per questo è bene pulire subito con un panno morbido, acqua tiepida, detersivo o sapone neutro. È bene inoltre evitare di appoggiare sul piano pentole e caffettiere calde perché il calore può opacizzare la superficie.
Tra le alternative più gettonate c’è quella di scegliere top e lavabo in marmo naturale e mobile in legno, meglio se con lavabo integrato nel piano. In alternativa si potrebbe puntare su un top con lavabo in appoggio e differenziare i materiali scegliendo il marmo solo per il piano o per il lavandino. Un lavabo in marmo è consigliato a chi vuole un bagno elegante e prezioso; sconsigliato a chi è in cerca di un materiale pratico che non richiede attenzione e cura.
Il legno in bagno può essere inserito senza problemi, esistono particolari trattamenti che lo rendono adatto anche alle zone più umide della casa che vengono in contatto con acqua. Oltre che per la realizzazione del mobile bagno, il legno potrebbe essere scelto anche per realizzare un mensolone sospeso porta lavabo oppure delle mensole a muro.
Il tavolo è uno degli arredi che si presta maggiormente ad essere realizzato con questi due materiali. Piano in marmo e struttura di base in legno è l’abbinamento che va per la maggiore ma si possono trovare anche tavoli con piano in legno e basamento in marmo scultoreo. Il tavolo si trasforma in un elegante arredo di tendenza che catturerà tutti gli occhi a sè. Per quanto riguarda forme, dimensioni e stili c’è l’imbarazzo della scelta.
Tavoli da cucina ma soprattutto tavoli da pranzo per soggiorni di classe da lasciare in bella mostra, da valorizzare con luci e lampade di design, magari con un lampadario a sospensione scenografico in cristallo.
Come i tavoli anche le consolle fisse da appoggiare al muro di un ingresso o di una zona giorno si prestano a questo eccezionale abbinamento di materiali unici. Consolle per l’ingresso così da avere un dettaglio prezioso fin dall’entrata, consolle per il corridoio o consolle per sala da pranzo e soggiorno.
L’abbinamento che va per la maggiore è consolle con top in marmo e base in legno. A seconda del modello la base può avere gambe dritte, intrecciate, a cavalletto, a “L” o un supporto centrale.
Dopo tavoli e consolle non possono mancare i tavolini da salotto. Forme, dimensioni e spessori a scelta a seconda del modello, l’importante è abbinare marmo e legno. Tavolini con piano in marmo e struttura in legno vanno per la maggiore ma per abbinare questi due materiali in modo alternativo è possibile anche affiancare più elementi ad esempio un tavolino con piano in marmo e struttura in metallo ad un tavolino tutto in legno.
Vuoi saperne di più sul marmo? Trovi un approfondimento sul marmo (cos’è, quali sono le caratteristiche, come pulirlo e mantenerlo bello) nell’articolo dedicato ai tavoli da pranzo in marmo.
Vuoi una casa dove trionfano marmo e legno ma non sai come abbinarli? Oppure hai le idee chiare ma vuoi un preventivo per un mobile visto in questo articolo? Vuoi vedere tutti i campioni di marmo disponibili per un arredo? Contattaci!