27 Giugno 2020 / / Coffee Break

Questo piccolo rifugio di soli 18 mq si trova tra i boschi delle coste dell’isola di Vancouver,  Ed è stato progettato dall’architetto Olson Kundig. All’esterno è stato realizzato in acciaio e vetro, all’interno in caldo legno di cedro recuperato.

14 Giugno 2020 / / Coffee Break

Questo loft si trova a Kansas City ed è davvero particolare sia per i materiali utilizzati che per gli spazi creati. Luminoso e ampio, l’open space contiene una zona giorno composta da una spettacolare cucina, un living e una zona dining. La vocazione industriale dell’ambiente è sottolineata da alcune pareti con mattoni a vista, dal pavimento in resina, a tratti integrato con parquet in legno naturale, dalle imponenti canalizzazioni a soffitto per l’aria condizionata. La presenza di verde, con piante in ogni angolo, ingentilisce l’ambiente e gli dona un tocco tropicale.

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10 Giugno 2020 / / Coffee Break

Lo studio di architettura italiano Morq ha realizzato questa abitazione chiamata Villa RA arroccata a 300 metri su una collina della costa Calabrese con magnifici affacci panoramici.
La casa è pensata come un buen retiro da cui godere delle virtù della terra in armonia non solo con il paesaggio, ma anche con la tradizione.
Come le tradizionali ville italiane, il design si basa su un’organizzazione assiale, tre volumi rettilinei che corrono paralleli tra loro e contengono le diverse funzioni rivestiti in Opus Segninum (Cocciopesto) dalle tonalità naturali color terra che si armonizza naturalmente con il paesaggio.

The villa perched on Calabria

The Italian architectural firm Morq built this house called Villa RA perched 300 meters on a hill on the Calabrian coast with magnificent panoramic views.
The house is designed as a buen retiro from which to enjoy the virtues of the earth in harmony not only with the landscape, but also with tradition.
Like traditional Italian villas, the design is based on an axial organization, three rectilinear volumes that run parallel to each other and contain the different functions covered in Opus Segninum (Cocciopesto) with natural earth-colored shades that harmonizes naturally with the landscape.

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8 Giugno 2020 / / Coffee Break

Un mood che ricorda la foresta tropicale, con Verdi smeraldo e piante esotiche ovunque, caratterizza quest’appartamento londinese di grande fascino. In parte della zona notte invece il Mood che si vuole suggerire è quello del Messico, con colori caldi nei toni del terracotta e piante di cactus, come in un deserto.

A green apartment in London

A mood reminiscent of the tropical forest, with emerald greens and exotic plants everywhere, characterizes this London apartment of great charm. In part of the sleeping area, however, the mood you want to suggest is that of Mexico, with warm colors in shades of terracotta and cactus plants, like in a desert.

 

7 Giugno 2020 / / Coffee Break

Quest’appartamento di soli 52 mq è stato risolto con un layout molto funzionale e un design moderno e affascinante.

Small spaces of great charm

This 52 sq m apartment has been solved with a very functional layout and a modern and charming design.

15 Maggio 2020 / / Coffee Break


Una villa bianca a Ibiza, creata mischiando suggestioni urbane e ispirazioni neorustiche; il suo aspetto esterno, estremamente rigoroso, è ammorbidito dalla presenza di una piscina, rifugio dalle spiagge affollate dell'isola, incastonata nella lussureggiante vegetazione del giardino.

A villa in white

A white villa in Ibiza, created by mixing urban suggestions and neorustic inspirations; its external aspect, extremely rigorous, is softened by the presence of a swimming pool, a refuge from the crowded beaches of the island, set in the luxuriant vegetation of the garden.






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6 Maggio 2020 / / Coffee Break

 

Questa piccola casa si trova nel sud di Londra ed aveva bisogno di una ristrutturazione importante. Il suo nuovo proprietario, creatore dello studio Angel O’Donnell, ha impostato l'intervento per darle uno stile che ricordi un loft, molto contemporaneo e colorato. La vecchia scala è stata sostituita da un modello in acciaio piegato realizzato su disegno e la piccola casa scura e scura divenne luminosa, e soprattutto il colore blu è diventato il filo conduttore della casa.

In the blue painted blue

This small house is located in South London and needed a major renovation. Its new owner, creator of the Angel O’Donnell studio, has set the intervention to give it a style that resembles a very contemporary and colorful loft. The old staircase was replaced by a bent steel model made to design and the small dark and dark house became luminous, and above all the blue color became the common thread of the house.







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4 Maggio 2020 / / Architettura


Oggi siamo entrati nella famigerata Fase 2, tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo, ciascuno secondo le sue possibilità; noi come architetti possiamo fare ben poco per aiutare direttamente; ma possiamo pensare al futuro degli spazi urbani e domestici.

Analizzare come in passato l'architettura ha rimodellato la società come risposta alle pandemie è estremamente interessante.
Senza andare troppo indietro nel passato, fra il XIX e il XX secolo le pandemie di colera, tubercolosi ed influenza hanno fatto decine di milioni di vittime, la scoperta nel 1882 del batterio della Tubercolosi diede impulso al movimento del Sanatorio in Europa e negli Stati Uniti.

Progettati per ospitare, trattare ed isolare i pazienti, i sanatori prevedevano l'igiene rigorosa e l'esposizione alla luce solare e all'aria come cura, prima di utilizzare i farmaci; questi ambienti, bianchi, asettici hanno profondamente influenzato la nuova architettura moderna.
Come dichiarava Le Corbusier: "Una casa è abitabile solo quando è piena di luce e aria".
Nel 1925, immaginava una città spartana in cui ogni casa è imbiancata e “non ci sono più angoli sporchi e bui" Ville Savoye, ultramoderna per l'epoca, incarna questa estetica: verniciata di bianco, senza angoli dove si possa annidare lo sporco, staccata da terra.


Terrazze, balconi e tetti piani

Queste necessità si sono tradotte nei principi basilari del Modernismo: la purezza della forma, geometrie rigorose, materiali moderni e il rifiuto dell'ornamento.
Terrazze, balconi e tetti piani sono elementi comuni nell'architettura modernista, anche nei climi meno adatti, come nel Sanatorio di Alvar Aalto in Finlandia, con balconi prendisole su ogni piano e una terrazza sul tetto;
Richard Neutra nelle sue opere portava la luce solare e la ventilazione naturale in ogni spazio abitabile, nei suo progetti vediamo vetrate telescopiche, attualissime.

Arredi facili da pulire

Anche i mobili modernisti riflettevano queste preoccupazioni: i designer abolirono il legno intagliato e la tappezzeria, ricettacolo di polvere, nemica dell'igiene da eliminare a tutti i costi, utilizzando invece materiali lavabili in forme aerodinamiche.
Dal legno curvato di Aalto, agli iconici arredi in tubi d'acciaio di Marcel Breuer e Mies van der Rohe, leggeri, facilmente spostabili, per pulirci sotto.

E oggi?

Anche la  pandemia COVID-19 sta generando nuove teorie del design.
Molti architetti stanno rispondendo con l'utilizzo della tecnologia già a disposizione, tecnologie touchless, come ascensori ad attivazione vocale, interruttori della luce con sensore di presenza,  accesso alle camere d'albergo controllato da smartphone o l'utilizzo scudi in plexiglass o materiali antibatterici come le leghe di rame.

Fuga dalla città? Davvero?

Alcuni architetti prevedono una "fuga dalla città" per andare a rifugiarsi in campagna o nei piccoli borghi, non appare molto credibile, nella mia esperienza l'edilizia dei paesi periferici alle grandi città o è
edilizia vernacolare, frutto del lavoro del muratore "dalle mani d'oro" o è l'edilizia fatta di lottizzazioni speculative, microalloggi con l'angolo cottura, l'angolo giardino, l'angolo-angolo...
fra le due non saprei scegliere quale garantisce la peggiore qualità della vita

Forse sarebbe invece più credibile fare il contrario:
portare la campagna in città, ristrutturare le terrazze condominiali come tetti giardino, migliorare la vibilità dei balconi, aumentare le alberature, implementare tecnologie per i ricambi d'aria, favorire la mobilità dolce, destinare spazi condominiali allo smart working e allo smart learning per limitare gli spostamenti di massa, un'insieme di attività che potrebbero essere svolte dai privati su impulso del pubblico realizzabili nel medio breve termine.


Architecture's response to pandemics

Today we entered the notorious Phase 2, we are all called to make our contribution, each according to his possibilities; we as architects can do little to help directly; but we can think about the future of urban and domestic spaces.

Analyzing how architecture has reshaped society in the past as a response to pandemics is extremely interesting, without going too far into the past, between the nineteenth and twentieth centuries, cholera, tuberculosis and flu pandemics caused tens of millions of victims, the discovered in 1882 of the tuberculosis bacterium gave impetus to the movement of the Sanatorium in Europe and the United States.

Designed to host, treat and isolate patients, sanatoriums provided for strict hygiene and exposure to sunlight and air as a cure before using medications; these white, aseptic environments profoundly influenced the new modern architecture.
As Le Corbusier stated: "A house is habitable only when it is full of light and air".
In 1925, he imagined a Spartan city in which every house is whitewashed and "there are no more dirty and dark corners" Ville Savoye, ultramodern for the time, embodies this aesthetic: painted white, with no corners where dirt can nest, detached from the ground.

Terraces, balconies and flat roofs

These needs have translated into the basic principles of Modernism: the purity of the form, rigorous geometries, modern materials and the refusal of the ornament.
Terraces, balconies and flat roofs are common elements in modernist architecture, even in less suitable climates, such as in the Alvar Aalto Sanatorium in Finland, with sun terraces on each floor and a roof terrace;
Richard Neutra in his works brought sunlight and natural ventilation to every living space, in his projects we see very modern telescopic windows.

Easy to clean furnishings

Modernist furniture also reflected these concerns: the designers abolished carved wood and upholstery, a receptacle of dust, an enemy of hygiene to be eliminated at all costs, using instead washable materials in aerodynamic forms.
From the curved wood of Aalto, to the iconic steel tube furnishings by Marcel Breuer and Mies van der Rohe, light, easily movable, to clean underneath.

And today?

The COVID-19 pandemic is also generating new design theories.
Many architects are responding with the use of the technology already available, touchless technologies, such as voice activated lifts, light switches with presence sensor, access to hotel rooms controlled by smartphone or the use of plexiglass shields or antibacterial materials like copper alloys.

Escape from the city? Really?

Some architects foresee an "escape from the city" to go to take refuge in the countryside or in small villages, it doesn't seem very credible, in my experience the construction of the peripheral countries to the big cities or is
vernacular building, the result of the work of the "golden hands" bricklayer or is the building made of speculative subdivisions, micro-housing with the kitchenette, the garden corner, the corner-corner ...
between the two I wouldn't know which one guarantees the worst quality of life

Perhaps it would be more credible to do the opposite:
bring the countryside into the city, renovate the condominium terraces such as garden roofs, improve the visibility of the balconies, increase the trees, implement technologies for air changes, promote gentle mobility, allocate condominium spaces for smart working and smart learning to limit mass movements, a set of activities that could be carried out by private individuals on the impulse of the public which can be achieved in the medium to short term.
22 Aprile 2020 / / Coffee Break


E' una domanda che tutti ci stiamo ponendo, stiamo leggendo molti interventi, alcuni diametralmente opposta ad altri; ritengo che in qualsiasi caso dovremo cercare di imparare qualcosa, non possiamo permetterci di sprecare questa lezione; forse questa quarantena ci abituerà a pensare non solo più al breve periodo ma cominceremo a programmare anche sul medio e lungo periodo e poche cose lo sono come decidere di affittare o acquistare una casa.


Oggi abbiamo il piacere di intervistare l'architetto Federico Reyneri di LPzR architetti associati di Milano, lo studio ha recentemente realizzato Dom2, un appartamento a misura delle necessità di un disabile motorio, le cui foto vediamo in questo articolo.
Dom2 è una abitazione progettata per garantire un'alta qualità della vita anche in caso di lunghe permanenze.



- Federico, pensi che vivremo in una condizione di emergenza permanente? Sarà tanto grave da indurci a cambiare le regole di progettazione degli edifici?
Una pandemia come quella che stiamo sperimentando, dura un tempo limitato. Al momento ci siamo dentro, non sono in grado di stimare la sua fine ma da ciò che leggo, non potrà durare più di due-tre anni - nella peggiore delle ipotesi.
In edilizia due-tre anni sono meno del tempo di completamento di una operazione immobiliare. Gli edifici hanno una aspettativa di vita superiore ai 30 anni. L'esperienza diretta mi dice superiore ai 50 anni.
Quindi gli edifici dovranno essere idonei ad ospitarci e fornirci riparo per un tempo superiore a quello della attuale emergenza.

- Dovranno proteggerci anche dalle emergenze future, sappiamo quali saranno le conseguenze di emergenze future?
No, gli edifici dovranno quindi essere flessibili.
Mi rendo conto che sia una banalità, ma è meglio ribadire il fatto che il migliore edificio per questa emergenza, non è detto che lo sia per la prossima.
O per vivere in tempi di non emergenza, che spero sempre duri più della crisi.



- Quali sono i requisiti che una casa dovrebbe avere per garantire una piacevole permanenza anche in periodi prolungati?
Ricordo una battuta di un mio amico spagnolo che mi prendeva in giro perché gli italiani rimangono in casa con mamma e papà fino ai trent'anni. "Sai perché?" mi sfotteva "Perché in Italia le case sono grandi e comode, in Spagna invece sono piccole e buie. Quindi non vediamo l'ora di scappare".
Anche i nostri bamboccioni, pur rimanendo a casa di mammà, escono di giorno e di sera. Quando siamo invece costretti 24 ore al giorno per settimane nello stesso ambiente, viviamo l'esperienza degli astronauti. Loro sono preparati per quello. Hanno una preparazione psicologica, una motivazione forte, una data di fine-pena, compiti assegnati continui per passare il tempo. Noi dobbiamo poter ricreare a casa ciò che facciamo anche fuori (o facevamo anche fuori), per avere una esperienza completa.

Permettere la possibilità di lavorare o studiare da casa garantendo la privacy ai componenti della famiglia o, più in generale, agli abitanti, durante la nostra vita noi abbiamo i momenti famigliari, lavorativi (o di studio), di relazione con gli amici e di intimità con noi stessi.
Dovremmo avere in casa un ambiente per ognuno di questi momenti.

Facilitare il rispetto dei criteri di sicurezza per evitare contaminazioni con l’esterno:
in Giappone e nei paesi scandinavi, lasciano le scarpe fuori di casa prima di entrare.
In famiglia abbiamo adottato questa regola da vent'anni. Negli appartamenti in genere predisponiamo sempre uno spazio ove riporre cappotti e scarpe all'ingresso. Negli appartamenti più grandi vi è un ingresso e se possibile, anche un ripostiglio.
Le indicazioni degli esperti ci suggeriscono di cambiare anche i vestiti oltre le scarpe, prima di entrare in casa.

Eventualmente, poter isolare e quindi porre in quarantena alcuni membri della famiglia nel caso in cui si abbia necessità di farlo; anche in questo caso purtroppo è una questione di dimensione o di dimensione per persona. Negli appartamenti con più di una camera da letto, in genere una è dotata di bagno collegato. Un secondo bagno è a disposizione dell'altra camera e della zona giorno. La "suite" può quindi diventare uno spazio per la quarantena.



- In questo periodo di convivenza forzata, quali accortezze andrebbero prese in fase di progettazione per garantire la privacy per ogni membro della famiglia?
Quanto si può intervenire nella dimensione degli appartamenti? Sarebbe veramente facile rispondere che si consiglia di dedicare una stanza ad ogni membro della famiglia più uno spazio/studio-lavoro.
Il nodo da risolvere è quello degli appartamenti piccoli o densamente popolati, ma non ho ancora una risposta sensata a riguardo.

- Quanto sono importanti gli spazi accessori come ingressi, dispense e ripostigli per una casa salubre in questo particolare momento?
Gli ingressi e i filtri sono indispensabili. Per quanto riguarda i disimpegni, non ho mai progettato un bunker, nè al momento ritengo che vi sia necessità in Italia di accumulare scorte per far fronte alle carestie.
Spero di non sbagliarmi.

- In questo momento avere uno spazio esterno, anche piccolo è un lusso, come interviene LPzR architetti sugli spazi esterni, giardini e terrazzi per renderli un valore aggiunto dell'abitazione?
Gli spazi, tutti gli spazi, devono essere attrezzati. Un balcone deve poter essere un posto dove sostare, quindi avere almeno un tavolo e una sedia. O una sdraio, potendo. Vi deve essere una presa elettrica per poter ricaricare i nostri apparecchi elettronici, una buona illuminazione per leggere, delle piante per rallegrarci la vista. Meglio se sono piante aromatiche che possiamo utilizzare in cucina.



LPzR architetti associati, fotografie di Carola Merello
21 Aprile 2020 / / Coffee Break


Questa casa, chiamata Foresthouse, per ovvi motivi,  immersa tra gli alberi in una foresta della Nuova Zelanda è stata progettata come rifugio per il fine settimana per l'architetto Chris Tate, per ottenere il permesso per realizzare questo parallelepipedo di 90 mq nel bel mezzo della foresta è stato necessario ridurre al minimo l'impatto ambientale, la casa è sollevata dal suolo su pali, come una palafitta e può essere raggiunta solo a piedi, con una scala

L'esterno della casa e quasi totalmente vetrato è completamente nero con il rivestimento in legno e colonne in alluminio, l'interno è praticamente tutto bianco.



The house hidden in the forest

This house called the Foresthouse, for obvious reasons, nestled in the trees in a New Zealand forest was designed as a weekend refuge for the architect Chris Tate, to obtain permission to build this 90 sq m parallelepiped in the middle of the forest it was necessary to minimize the environmental impact, the house is raised from the ground on poles, like a stilt house and can only be reached on foot, with a ladder

The exterior of the house is almost completely glazed and completely black with wooden cladding and aluminum columns, the interior is practically all white.



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