2 Marzo 2021 / / ChiccaCasa


Da quando vi ho svelato i gesti ed i comportamenti che hanno trasformato il mio pollice nero in un pollice verde, non ho mai smesso di mostrarvi, su Instagram, le mie adorate piante.

La sensibilità nei confronti delle piante, da parte degli home lovers sta crescendo esponenzialmente, complice il momento storico, che ci tiene lontani dalla natura facendoci venire voglia di portarne un po’ idoor.

Le domande più gettonate che mi vengono rivolte in direct, infatti, sono incentrate sulla regina indiscussa delle nostre giungle domestiche: la Monstera Deliciosa.

Ho pertanto pensato di “deliziarti” con un post per conoscere questa maestosa pianta.

A proposito! Oggi, come ogni lunedì, si celebra il #monsteramonday. In questa occasione tutti gli orgogliosi proprietari di una Monstera si riuniscono virtualmente scambiandosi le testimonianze fotografiche delle crescite dei loro esemplari. Quindi, se hai una pianta del genere Monstera, posta la sua foto su Ig con il tag #monsteramonday. Segui l’hashtag per non perderti neanche una foto!

La Monstera Deliciosa è sulla bocca di tutti i plant lovers, ma lo è stata anche negli anni ‘80/’90. Gli esemplari sopravvissuti alla prima ondata del trend, hanno ormai foglie gigantesche e fenestrate. Sono proprio queste caratteristiche delle foglie a mandare in visibilio tutti gli estimatori di questa pianta. Non è un caso che il nome scientifico la ragguagli ad un mostro, un mostro meraviglioso, a quanto pare, ma molto, molto grande! L’aggettivo “deliciosa” invece, si riferisce ai frutti, commestibili e molto appetitosi che la pianta produce in natura.

La Monstera è originaria dell’America centro-meridionale, dove cresce gioiosa e bucherellata in un clima caldo e ad alto tasso di umidità. Per sostenere il suo andamento strisciante si appoggia ad alberi o altri sostegni naturali ai quali si tiene stretta mediante le sue robuste radici aeree.

Per tirare su una Monstera felice in un ambiente domestico è necessario andare incontro alle sue esigenze, trovandole un posto in cui si senta davvero a casa! Puoi ricavare uno spazio per lei, a ridosso di una finestra. La luce copiosa aiuterà a rendere la sua crescita rigogliosa. La Monstera tollera il sole diretto, basta abituarla gradualmente ad accogliere i raggi solari. 10 minuti in più ogni giorno basteranno per farle prendere confidenza con il sole. C’è da precisare, quanto, nonostante il suo amore sconfinato per la luce brillante, la Monstera riesca a vivere serena anche in un ambiente non troppo luminoso.

Nostalgica delle sue origini tropicali, necessita un buon tasso di umidità ambientale. Per ovviare all’aria delle nostre case, asciugata dai caloriferi d’inverno e dal caldo d’estate, è bene nebulizzare frequentemente dell’acqua (meglio se non calcarea) sulla sua verde chioma utilizzando un semplice spruzzino.

La pianta più cool del momento appartiene alla famiglia delle Araceae, e, come molte piante di questa specie, ha un comportamento rampicante. In casa, possiamo aiutarla ad assumere un portamento verticale inserendo nel vaso un palo muschiato al quale fissare – con del fil di ferro o dello spago – i fusti principali. Oltre alle radici “tradizionali” la Monstera sviluppa anche scenografiche radici aeree. Si riconoscono con facilità, perché più scure, ruvide e robuste di quelle da terra. In più, si manifestano palesemente con il loro andamento, che tende a fuoriuscire dal vaso o ad avvicinarsi al palo. Se queste radici indisciplinate non ti piacciono, puoi convertirle in radici da terra, infilandole con gentilezza nel panetto di terra. In alternativa puoi accorciarle leggermente o avvolgerle delicatamente attorno al palo muschiato.

Le piante, quando hanno sete, cambiano aspetto. Imparerai a riconoscere con un solo sguardo il momento in cui la tua Monstera ti chiede dell’acqua. Fino a quel momento, per non eccedere con le innaffiature, potrai utilizzare un igrometro, uno strumento meccanico ed economico che conosce bene il linguaggio delle piante!

Puoi dare acqua, nel caso della Monstera, quando la lancetta scende al di sotto del livello 3. Ricorda, se sei in dubbio, che è sempre meglio dare meno acqua che esagerare. L’eccesso idrico potrebbe portare al temutissimo ed irreversibile marciume radicale. Se vuoi fare a meno dell’igrometro, lascia asciugare tutto il panetto di terra (non solo la superficie) tra un’irrigazione e l’altra.

Approfitta del momento dell’innaffiatura per fare una bella doccia alle fogliolone. Asciuga, poi, l’acqua in eccesso. Le foglie sono coperte da pori dai quali la pianta respira. È importante, dunque, che questi siano sempre liberi da polvere e sporcizia. Inoltre, le docce frequenti scoraggiano, seppure in parte la comparsa dei terribili parassiti.

Per sconfiggerli è bene adoperare prodotti specifici e prevenire attacchi futuri con trattamenti sistemici.

Come ogni mostro che si rispetti, la tua Monstera avrà fame oltre che sete! Nutrila regolarmente con del concime liquido per piante verdi. Segui sempre le istruzioni riportate sulla confezione, ma diminuisci leggermente le dosi d’etichetta.

Puoi pensare di rinvasare la tua Monstera solo quando le radici (quelle da terra, sia chiaro) escono dai fori di drenaggio del vaso (elemento assolutamente necessario per una corretta irrigazione). Scegli un vaso solo di poco più grande, la Monstera ama dimorare in contenitori di dimensioni “raccolte”.

Scegli sempre un substrato ben drenante ed arieggiato per il tuo mostro verde! Mescola al terriccio una buona parte di perlite, un po’ di argilla espansa e, perché no, qualche sfilaccio di sfagno.

Croce e delizia di questa pianta, sono le fenestrature, ovvero le tipiche aperture che caratterizzano le foglie di Monstera Deliciosa. Bene, la verità è che la pianta nasce con foglie a forma di cuore (la mia baby Monstera, nel post qui sotto)intere e non bucherellate. Solo dopo un paio di anni di età della pianta, si potrà assistere alla nascita delle prime foglie fenestrate. Più la pianta diventerà matura, più le foglie presenteranno intagli e fori. Non ci sono formule magiche da recitare per avere foglie forate, solo tanta cura e pazienza!

Se vuoi donare ai tuoi più cari amici una Monstera, a partire dalla tua pianta, puoi ricavare una talea. Ti basterà procurare un taglio netto al di sotto di un nodo (il punto di intersezione delle partenze di due foglie) ed immergere la talea così ottenuta in acqua, per qualche mese. Quando le radici saranno carnose e lunghe potrai rinvasare la tua nuova piantina e offrirla in dono a chi vuoi.


Se ti stai approcciando da poco al mondo delle piante da interno, dai un’occhiata a questo post, ricco di consigli generali per principianti o a queste stories in evidenza (in cui ti racconto in video come ho trasformato il mio pollice da nero a verde)

P.s. Quest’anno curerò una rubrica dedicata alle piante da interno sul magazine Nytliv. Le mie mini-care guides saranno accompagnate da una splendida illustrazione a cura di @illustrazionilaura. Il primo appuntamento, sul numero di Febbraio, è stato proprio dedicato alla Monstera Deliciosa. Segui @nytliv per non perdere neanche un appuntamento di #piccolabotanicaillustrata.

20 Febbraio 2021 / / ChiccaCasa

Ultimamente ho ricevuto diverse richieste di aiuto che riguardavano l’arredamento dei bagni, in particolare, di quelli con metratura ridotta.
Dunque ho deciso di dedicare un intero post agli arredi ed agli accessori che preferisco per questo ambiente.
Ho selezionato prodotti semplici e carini, che possono essere abbinati tra loro e con altri arredi, già in tuo possesso, con facilità.
L’obiettivo del post, infatti, è proprio facilitarti il lavoro se sei alle prese con l’arredamento del tuo bagno piccolo.

Ready? 

Il mobile lavabo 

L’arredo più importante della stanza è il mobile lavabo. La sua scelta non prescinde dall’immagine dei rivestimenti. Può valorizzarli, o distogliere l’attenzione da essi (se non ci fanno impazzire!).
Insomma, possiamo affermare che il mobile lavabo è l’arredo chiave di tutto il bagno.
Anche se il bagno è piccolo, la gamma di scelta è molto vasta. 
Opta per un lavabo freestanding, se vuoi che questo arredo diventi il focal point della stanza. Io ho optato proprio per questa soluzione per il bagno al piano di sotto, in cui serviva una nota caratterizzante. Pur essendo l’unico arredo del nostro spazio, Catino di Ceramica Cielo è bastato per renderlo unico e di grande impatto.
Se, invece per te conta di più lo spazio di storage, punta sul mobile contenitore, meglio se sospeso (così occupa meno spazio visivo!).
Per i più minimalisti, c’è sempre la mensola, di muratura o di legno, su cui appoggiare il lavabo. In questo caso, per rimediare all’assenza di spazio per riporre gli oggetti, puoi usare dei maxi cesti da sistemare al di sotto della mensola.
Infine, ci sono i mobili vintage, o quelli di nuova produzione, ma dal sapore retrò. Hai mai pensato di utilizzare un sideboard, o un vecchio comò pieno di fascino autentico, come mobile lavabo? Basterà praticare un foro sul piano, per far passare il sifone del lavabo ed un altro sul pannello posteriore, per i tubi di scarico.

I miei preferiti sono semplici, dal design lineare e senza fronzoli, a metà fra il retrò e lo scandinavo. Ognuno, però, ha una particolarità che lo rende speciale ed irresistibile!





Lo specchio

Altro elemento di spicco in un bagno piccolo è lo specchio. 
Io lo preferisco sempre di una forma stondata e più piccolo rispetto al piano del mobile lavabo. Gli specchi rettangolari, che spesso vengono venduti in abbinamento con il mobili lavabo, sono spaziosi, ma hanno poca personalità, e al contrario di quello che si è portati a pensare, non fanno sembrare l’ambiente più grande, anzi (ecco, l’ho detto).
Lo specchio va necessariamente allineato con la rubinetteria (a meno che il lavabo non sia angolare). In altre parole, va posto in posizione centrale rispetto al mobile lavabo.
In alternativa, se vuoi allargare lo spazio riflesso puoi optare per una combinazione di specchi di forme e dimensioni differenti, da appendere comunque all’interno della porzione di parete sovrastante il mobile lavabo, senza uscire dai suoi limiti.
I miei preferiti sono quelli senza cornice, o con un bordo discreto e monocromatico. 
Vuoi valorizzare uno specchio semplice e, nel contempo, aggiungere una nota scandinava? Appendilo tramite un cordino di pelle!

Da in alto a sinistra:



L’illuminazione

La stanza da bagno ha bisogno di due punti luce. Uno principale, che illumini la maggior parte dell’ambiente e l’altro secondario, ma non per importanza. Mi riferisco al punto luce da tenere vicino allo specchio, quello che sarà responsablie della buona riuscita del nostro make up, o, per i maschietti, della loro rasatura (e queste non sono cose da poco nel quotidiano!).
In realtà, di solito, quello da scegliere con maggiore cura è proprio il secondario, in quanto è  in una posizione strategica, ad altezza d’uomo, quindi risulta più in vista.
Per la luce principale, invece si può optare per una soluzione più semplice e “silenziosa”.
La luce relativa all’illuminazione della zona lavabo va posta o sopra allo specchio, in posizione centrale rispetto ad esso, o lateralmente. Molto carina, è anche la soluzione di porre due applique, intorno allo specchio, una per ogni lato.
Anche in questo ambito le proposte in commercio sono delle più svariate. 
Le mie preferite sono molto semplici, con qualche inserto in legno o in pelle, o, in alternativa, con la struttura ottone.



Lo sgabello

Uno degli accessori essenziali per un bagno di tutto punto, è lo sgabello. Un complemento pratico e multifunzionale che puoi utilizzare come seduta (per stare comoda mentre stendi lo smalto), come piano d’appoggio per asciugamani o vestiti di ricambio oppure semplicemente per dare un tocco di personalità all’ambiente.
è l’ideale anche per i bagni più piccoli perché è un arredo basso (quindi non occupa molto spazio visivo) e poco ingombrante.
Sceglilo con cura e punta su di esso per dare un tono al tuo ambiente. Dai libero spazio alle textures, ai motivi ed al colore.
Sceglilo in contrasto sia con le pareti che con il mobile lavabo, per dare carattere al tuo bagno. L’importante è che il risultato finale sia armonico ed equilibrato.
Se hai il box doccia anziché la tenda, puoi tranquillamente optare anche per uno sgabello in tessuto!
Non ho uno standard di sgabello preferito. Ne possiedo in quantità e li trovo molto comodi in tutta la casa (sarà perché sono piccolina e li uso per arrampicarmi ovunque?).
Il consiglio generale è solo quello di sceglierne uno che abbia una particolarità, una di quelle che fa innamorare!


Lo scaffale extra
Nei bagni piccoli c’è sempre bisogno di extra storage. Una soluzione discreta, che preferisco di gran lunga rispetto ai pensili, è il mini scaffale. 
Puoi appoggiarlo sulla parete di fronte al lavabo, se la pianta del tuo bagno permette, oppure inserirlo in un punto strategico in cui risalti. 
Se scegli questa soluzione, però, mi devi promettere che farai attenzione alla sistemazione degli oggetti sui ripiani dello scaffale. Promettimelo!
Lo scaffale è utile per ospitare contenitori con oggetti da tenere a portata di mano come salviettine struccanti, ovatta, cotton fioc, trucchi e profumi. Tutti oggetti che puoi organizzare in contenitori carini da lasciare a vista (io sul mio scaffale ho sistemato due vecchie zuccheriere di vetro con il tappo, in cui metto cotton fioc e dischetti struccanti.
Puoi sistemare qui anche prodotti per il corpo, ma lasciali a vista solo se le confezioni sono davvero meravigliose ed in linea con lo stile del bagno. In caso contrario, scegli un bel contenitore chiuso (in commercio esistono delle scatole da paura, quindi non hai scuse!).
Lo scaffale ha il vantaggio di essere visivamente leggero, in quanto aperto e di non avere bisogno dello spazio per l’apertura e la chiusura delle ante. Per queste ragioni è un’ottima soluzione per gli ambienti dalla metratura ristretta.



Il portasciugamani
Uno degli indispensabili del bagno è il portasciugamani, da agganciare rigorosamente alla parete, soprattutto se il bagno è piccolo. 
Lo stile lo scegli tu, in base a quello del tuo bagno. 
I miei preferiti sono queli con l’aggancio a cerchio, ma non mi dispiacciono neppure le soluzioni multigancio, soprattutto se in legno grezzo!


Da sinistra:

Cosa aggiungere per un tocco in più?


 Per vestire il tuo bagno aggiungi delle piante (vere, per carità!) e scegli con cura il vaso in cui alloggiarle. Puoi anche inserire delle stampe incorniciate da posizionare sulle pareti o sullo scaffale.
Non trascurare la scelta degli asciugamani: seleziona tessuti in palette che risultino in armonia con le tinte presenti nel bagno.
4 Febbraio 2021 / / ChiccaCasa

Nuovo anno, nuovo mood.  

Ebbene sì, non l’avrei mai detto, ma io, fedelissima sostenitrice delle palette neutrali, rese calde da abbondanti dosi di legno naturale, da un paio di mesi, non faccio altro che pensare “a colori”.  

Inizialmente mi ero convinta fosse una fase “passeggera”, poi ho capito che non c’era nulla di surreale in quello che mi stava accadendo. Gli ultimi anni hanno portato nella mia vita una serie di cambiamenti, che, inevitabilmente devono aver influenzato i miei gusti ed il mio stile personale. 

La nuova versione di me vuole apprezzare le emozioni positive e circondarsi di stimoli cromatici per dare spazio alla leggerezza ed entrare in un mood allegro e ricostituente. 

Dunque, ho di recente aperto le porte della Casetta (oltre che quelle del mio spirito) ai colori.  

Per fortuna condivido con la mia dolce metà lo stesso desiderio di metamorfosi, pertanto, abbiamo dato il via ad una serie di progetti e di pianificazioni, volte ad inserire deliziosi elementi di spicco nei nostri spazi abitativi. 



Abbiamo deciso di enfatizzare i colori già presenti (rosa, verde salvia e terracotta), inserendo più elementi in palette ed integrandoli con due tinte in contrasto quali il viola ed il celeste chiarissimo.

Queste due tinte fredde aggiungeranno definizione e carattere ai toni caldi della Casetta, resi ancora più evidenti dall’abbondanza di legno in diverse tonalità.

Questo post vale per me come promemoria / shopping list. Potevo tenerlo per me, ma ti avrei privato della possibilità di poter spulciare tra i deliziosi accessori di Kave Home, nelle mie (nuove) tinte preferite!  

Potrai trovare, in questa palette la chiave per aprirti al colore, se anche tu fai parte del team “neutral forever”! 

A fine post trovi tutti i riferimenti per acquistare i prodotti presenti nella moodboard! 

 



Siamo ancora poco provvisti di pezzi notevoli per apparecchiare la tavola. Questa è una vergogna, per una coppia in cui lui è bravo a cucinare e lei ad apparecchiare! Per rimediare ho pensato ad una serie di acquisti dedicati alla tavola da pranzo. I tovaglioli Samay, in set di 4 pezzi, nella tinta bordeaux, realizzati in misto lino. Mi piace la texture naturale e penso sarebbero perfetti per i nostri table settings! Per armonizzare questa tonalità calda ho pensato di accostarla al viola della elegantissima brocca Rori ed alla delicatezza dei bicchieri in vetro rosa Yida.

Nella mia wishlist per gli accessori da tavola, ci sono anche i sottobicchieri in graniglia Temira, pezzi irrinunciabili in quanto richiamano il pavimento originale della Casetta. Sono in palette, poichè presentano al loro interno delle sezioni di pietre rosa. Un dettaglio easy per fare bella figura, anche servendo un semplice bicchiere d’acqua.


Per restare in tema mangereccio, ho adocchiato un grembiule in lino e cotone in una soave sfumatura di blu. A rendere speciale il grembiule Daneli, oltre al taglio super-simple è il bordino in filo, in contrasto. Lo terrei volentieri esposto in cucina, anche per apprezzare quella tinta!


Per rendere più accoglienti le sedute senza rinunciare al colore, ho pensato ad un paio di cuscini rigorosamente in palette.

La federa in velluto a coste rosa Wilma, impeccabile e sofisticata, starebbe divinamente su entrambi i divani della Casetta!

Per la sedia a dondolo del soggiorno al piano di sopra, ho pensato invece ad un bel cuscino rettangolare (Lisette), dal design essenziale, in puro cotone, nella versione verde.


Per quanto riguarda lo spazio verticale, non potevo non aggiungere alla mia wishlist il vaso da parete Aldina in una calda nuance di marrone. Si tratta di un contenitore in ceramica (resistente all’acqua) ovale che permette di sospendere una pianta, vestendo al contempo una porzione di parete. E visto che qui alla Casetta, le piante di certo non mancano, ho pensato di prenderne più di uno! Non è fantastico?

Anche se con il colore c’entra poco, non potevo non condividere in questo post la carta da parati quadrettata Saori. I quadretti, oltre alle tinte presenti nella moodboard, sono la diventati la mia nuova ossessione. Trovo questa grafica “imprecisa” molto allegra e giocosa. Non so ancora dove poterlo inserire, ma lo terrò presente per i progetti futuri della Casetta!


Infine, non potevano mancare due indispensabili nei toni del blu. Un cesto portatutto con manici in cotone e iuta, per riporre prodotti per la pulizia in bagno e una candela dai rimandi esotici per andare lontano senza uscire di casa. 



Questi sono i miei preferiti della selezione “accessori” di Kave Home. Ho già a casa un sacco di prodotti provenienti da questo store, come i comodini, le sedie e alcuni vasi, che puoi trovare nella sezione SHOP MY HOME.

E tu, fai parte del team a colori o di quello neutral?



 

8 Gennaio 2021 / / ChiccaCasa

 Ormai è di rito: la domenica è il giorno in cui dedico tutta me stessa alla Casetta. 

Mi piace staccare la spina dalle attività della settimana passata, spostando cose, aggiungendo dettagli, realizzando diy o facendo shopping per il nostro posticino.

Questa domenica, nella mia to-do list c’era da spuntare la voce  “cambiare le stampe nella gallery wall del salotto al piano di sopra”.

Dunque, ne ho approfittato per testare la mia nuova stampante, che giaceva da mesi nell’armadio, ancora inscatolata.

Ebbene sì, le nuove stampe sono uscite fresche fresche, direttamente dalla stampante!

 Ho passato gran parte della mattinata a cercare dei free printables degni di nota, che fossero in grado di caratterizzare la parete alle spalle del divanone. Volevo qualcosa di speciale, non una classica foto prodotta in serie.

La mia ricerca ha portato numerosi frutti! Sono riuscita a sostituire ben due delle stampe in salotto e ad aggiungerne un paio in bagno ed in camera.

Di seguito trovi una serie di siti da cui puoi scaricare immagini gratuite da stampare e da utilizzare come posters per le tue pareti.

 NYPL Digital Collections. Un tuffo nella libreria pubblica di New York, con vecchie copertine di magazines, stampe di pattern vintage, schizzi fatti a mano di abiti anni ’60, illustrazioni botaniche e tanto altro. Le immagini, di dominio pubblico, possono essere scaricate e stampate.

Pexels. Include fotografie, video e qualche illustrazione. I miei preferiti qui sono i pattern fotografici. Pexels mette inoltre a disposizione un sacco di foto stupende di paesaggi e soggetti naturali. Qui i creators hanno un loro profilo da cui puoi spulciare i loro portfolio. Puoi ringraziarli del loro lavoro seguendoli o sostenendoli con una donazione.

Gratisography. Una serie di foto divise per categoria. Adoro la sezione “urban”, per quanto questa sia lontana dai miei interessi, di norma. Contiene scatti deliziosamente desaturati e ricchi di dettagli architettonico interessanti. 

Il mio preferito, nonchè mia nuova ossessione è il primo. Puoi trovarci davvero dei pezzi incredibilmente unici! Io ho scaricato le copertine di vecchie riviste, un ritratto di donna, una stampa di arte giapponese e delle stampe botaniche enciclopediche.

Ho rinnovato, quindi, una parte della mia gallery (le vecchie stampe erano state riadattate a questa zona della casa, quindi non mi piacevano lì…).

Ho stampato su dei semplici fogli A4, impostando la stampa su “verticale” (puoi impostarla su “orizzontale” se la tua immagine ha un portamento orizzontale).

Per incorniciarle per bene e riadattarle alle mie cornici, ho pensato di costruire dei pass partout.

Qui di seguito trovi un reel in cui ti spiego come puoi farlo anche tu!

Per adattare il foglio A4 alla cornice 40×50, invece, ho costruito un passpartout più grande rispetto alla stampa e riempito lo spazio in eccesso con un foglio di carta mooolto vintage (era la base di un vecchio quadro). Ho quindi centrato la stampa fissandola con un pezzetto di scotch.

Puoi usare la stessa tecnica sostituendo la carta vintage con un campione di carta da parati o un cartoncino della tinta che preferisci, meglio se in accordo con i colori della tua stampa.

Per non lasciarti a bocca asciutta, e anche per non contagiarti con la mia nuova dipendenza, ho selezionato per te le mie stampe preferite!

Per averle ti basterà seguire le istruzioni sotto questo post di Instagram.

6 Dicembre 2020 / / ChiccaCasa

Sentite anche voi uno scampanellìo?
Sarà mica Santa Claus che parte dal Polo con le sue renne?

Sì, il Natale si avvicina, e che voi siate elfi o grinch, ci sono delle cose imprescindibili a cui pensare.
Il menu di Natale è una di quelle. Io sono preoccupatissima per i miei esigui commensali, perchè quest’anno, per la prima volta, ai fornelli ci sarà proprio la sottoscritta. Solo al pensiero, mi sale un’ansia!

Per fare bella figura sto pensando di ripiegare su una cosa che mi riesce molto meglio: l’allestimento della casa!
Non vedo l’ora di mettere le mani su ghirlande profumate, festoni di fettine di arance e lucine intermittenti.

Ho già le idee molto chiare su dove andranno gli addobbi e quale sarà il main theme dello styling natalizio. 
C’è solo un “dettaglio” che non ho ancora pianificato: la tavola di Natale!
Ebbene sì, ho un evidente rifiuto psicologico per tutto ciò di inerente il cibo. Sarà che il lockdown ci ha già “saziati” con il profumo del pane appena sfornato e le torte ogni settimana?

Per fortuna, alla mise en place ci hanno già pensato Rebecca di Biancorosso Design e la designer e flower stylist Daria Massetani!


Queste due professioniste del settore “casa”, quest’anno hanno unito le forze per facilitarci i preparativi per il grande giorno. Hanno, dunque, pensato di inscatolare tutto il necessario per apparecchiare e decorare le nostre tavole di Natale!

Le “Christmas Box” sono disponibili in 3 varietà, per calzare a pennello con i modelli estetici di ogni casa italiana!
In particolare, le proposte acquistabili sono: traditional, glamour e – dulcis in fundo – scandinavian. 

Ma scendiamo nel dettaglio, aprendo, virtualmente, ognuna delle box per scoprirne il contenuto!

TRADITIONAL: una box per gli amanti del Natale tradizionale, quello colorato di rosso e verde bosco ed impreziosito da dettagli luccicanti. Questa box e composta da un runner in lino verde abbinato ad un set di tovaglioli in pendant, dei sottobicchieri circolari in massello di acacia, dei portacandele in vetro e dei portatovaglioli in metallo a forma di cuore. La parte floreale di questo set è tutta incentrata sugli elementi naturali più emblematici come pino, bacche rosse e pigne. Compresi nella box ci sono, infatti, una ghirlanda e dei segnaposti (con tanto di cartoncino su cui scrivere il nome del commensale!) con cui rendere davvero speciale la mise en place.


GLAMOUR: la versione “glamour” è quella che fa per te se non resisti al fascino dell’oro ed ami una tavola colorata ed elegante. Questa box, infatti, è composta dalla combo cromatica blu + gold per un risultato pieno ed appagante. La glamour box ha al suo interno tovaglioli e runner blu scuro in lino, portatovaglioli ad anello in ottone e sottobicchieri in metallo dorato. L’allestimento botanico è incredibilmente variegato, anche dal punto di vista olfattivo! La ghirlanda centrotavola ed i segnaposto, sono infatti costituiti da eucalipto, achillea, gypsophila e fiori di eryngium. 



SCANDINAVIAN: la scandinavian box, è quella più fresca e young di tutte, basata su una semplicità delicata ed essenziale che esalta l’aspetto naturale. La combinazione cromatica è neutra ed incorniciata dalla tinta neutra del runner e dei tovaglioli in misto lino. Nel set sono compresi dei portatovaglioli in ecopelle con inserto dorato, dei portacandela cilindrici effetto corteccia e dei sottobicchieri in marmo con disegno geometrico. La ghirlanda ed i segnaposto sono contraddistinti da elementi di spicco  che rompono la base green: si tratta di soffici “fiori” di cotone e di aromatiche fettine di arancia essiccata.

In ogni box, tralaltro, sono presenti le istruzioni per apparecchiare la tavola come un vero esperto di bon ton! 

Inutile star qui a precisare quale sia la mia variante preferita, perchè probabilmente lo avrai già capito! 😉

Ognuna delle box, quindi, incarna uno stile ben preciso, che però ha il vantaggio di non essere standardizzato, in quanto ognuno ha la facoltà di personalizzarlo con textures e colori differenti, sfruttando i le stoviglie e le posate a sua disposizione. Non rischieremo, quindi, di pubblicare sui nostri social, i flatlays di tavole-cloni, ma ci assicureremo senz’altro di fare le cose in grande stile.

Se da una parte il Natale a venire sarà un po’ anomalo per via delle restrizioni Covid, dall’altra, mai come quest’anno avremo la giustificata causa di dover sfruttare il potere consolatore della bellezza, circondandoci di cose assolutamente meravigliose!

Insomma, dopo un anno epico, non ce la meritiamo una tavola di Natale favolosa e di buon auspicio per il 2021?

Non c’è granchè da pensarci su, anche perchè ho qui tra le mani un codice sconto del 10% di cui omaggiarti! Puoi acquistare la tua box qui entro il 10 dicembre (così ti arriva in tempo per Natale!) pagandola il 10% in meno del suo costo utilizzando il mio codice 

CHICCABOX10
E tu, di che stile sei? Traditional, glamour oppure scandinavian?
23 Novembre 2020 / / ChiccaCasa

Sfogliavi una rivista e tac! Hai visto una parete colorata ed è stato subito un colpo di fulmine.

Sei corso in coloreria e hai scelto la nuance più simile. Poi, pieno di entusiasmo hai iniziato a stenderla e lì, la delusione. Non era come ti aspettavi. E adesso che si fa?

Ti è capitato, vero? Se non ti è mai accaduto sei nella rosa dei pochi fortunati che hanno scampato il pericolo di ritrovarsi in casa con una parete indesiderata.

Basta un soffio per cadere nel tranello delle nuances “cugine”, che, pur essendo simili fra loro, hanno un carattere diverso (proprio come noi!) e sono in grado di suscitare, di conseguenza, sensazioni differenti, seppur simili.

Ho sbagliato anche io, sai? Con una tinta delle rarissime pareti colorate della Casetta: quella del bagno. Alla fine del post, ti mostrerò una foto “inconfessabile” di quello che si è rivelato, una volta steso, il colore che avevamo scelto dalla palette.

Da quel momento, che ricordo ancora con terrore, ho deciso che non mi sarebbe mai più accaduto ed ho elaborato degli escamotages per andare a colpo sicuro quando mi trovo davanti alla scelta di un colore per le nostre pareti. Ho il piacere di condividerli con te, per evitarti spiacevoli inconvenienti cromatici!😳

1. ATTENZIONE ALLE MAZZETTE/TABELLE COLORI


Il mezzo più diffuso con cui le persone scelgono definitivamente il colore da portare a casa è la mazzetta, quella ruota di strisce di cartoncino ricoperte da colori organizzati per tonalità. Un oggetto meraviglioso, che però, nasconde un pericolo inaspettato!
A tal proposito, è difficile, anche per l’occhio più allenato, immaginare quale sarà l’effetto di una parete colorata, basandosi su un campione di pochi centimetri. 
Scendendo nel dettaglio delle mazzette e delle tabelle colori, ho notato che può essere fatta una distinzione. Esistono campionari stampati e campionari che hanno il tassellini dei colori incollati nella tabella. Nelle prime, i colori sono semplicemente impressi sul cartoncino, le seconde invece sono frutto di un processo manuale che consiste nel ricavare i piccoli quadrati colorati da grandi fogli verniciati. Per via di questo processo, dal mio punto di vista, ritengo più “affidabili” le tabelle colori appartenenti alla seconda categoria.

Per non sbagliare, sarebbe consigliato acquistare una piccola quantità di colore da stendere sulla propria parete per sincerarsi che l’aspetto sia quello auspicato. Qualora questo non fosse possibile, scopri, di seguito, quali sono i due mezzi per approfondire la tua ricerca a partire da un catalogo o dalla mazzetta dei colori.



2. USA LE APP

Uno screenshot di un test con l’app di Jotun su una parete della Casetta

Ognuna delle aziende più famose ha la sua app, attraverso la quale puoi virtualmente colorare le pareti inserendo una foto della tua casa.
Questi mezzi tecnologici ti forniscono la possibilità di provare tutte le tinte che vuoi senza muovere un dito (o, meglio, solo muovendo l’indice sul cellulare).

Per sfruttare al meglio questa possibilità è opportuno avere una foto nitida e ben illuminata della zona della casa che contiene la parete in questione. Nella foto, è bene che tu includa, quanto più possibile anche i mobili all’interno della stanza, al fine di avere un quadro d’insieme ben chiaro. Un altro vantaggio delle app, infatti, è che puoi valutare dal digitale se ti piace come i tuoi arredi comunicano con le varie tinte.

Noterai come i colori, estesi su un muro, seppure virtuali, cambiano rispetto alla cartella dei colori di partenza. Questo perchè ti viene mostrata una porzione più estesa di quel colore, attraverso la quale riesci meglio a carpirlo.

Ti segnalo 2 app che io trovo fantastiche!

SIGMA Home Painter: se hai a che fare con i sistemi NCS o RAL, non puoi tralasciare questo tester virtuale!
La percezione del colore dallo schermo è super affidabile e chiarisce davvero le idee. Puoi colorare ambienti prestrutturati o inserire la tua foto.
Inoltre. puoi anche effettuare una ricerca per codice colore, e questo è uno dei motivi per cui amo questa app (il perchè lo capirai a fine paragrafo!)

Jotun ColourDesignJotun è un brand che non vende in Italia, ma il suo catalogo ha i colori e gli styling più fighi del momento, almeno per me.
Quando devo scegliere un colore mi affido sempre alle ispirazioni che le bellissime immagini di questo brand sanno darmi. 
Utilizzo l’app (per accedere, ho selezionato un paese a caso tra quelli in cui Jotun vende i suoi prodotti) per selezionare il colore e poi “traduco” il codice Jotun in NCS utilizzando la tabella su questa pagina ->  JOTUN LADY – NCS

TRUCCO NERD: Per cercare velocemente il nome del colore Jotun Lady, nella tabella, premo F3 sulla tastiera del pc e scrivo il nome del mio colore. In automatico il nome viene evidenziato in arancio.
Un trucchetto super furbo, lo conoscevi?

Isomma, grazie a questa app ed a questo stratagemma, posso avere accesso ai colori che bramo dal catalogo dei miei sogni, ed ottenerli anche se sono in Italia.
Queste due strategie sarebbero già sufficienti di persè, ma possiamo matematicamente evitarci sorprese cromatiche adottando un terzo accorgimento! Te lo lascio qui di seguito.
3. GUARDA LE FOTO DEI CLIENTI

Se hai scelto il colore di un brand con un profilo Instagram (come ad esempio Sikkens, Wilson&Morris, Jotun, Farrow & Ball), scandaglia meticolosamente le immagini e gli hashtag. Molte di queste aziende, infatti, a fine post scrivono il nome del colore e lo abbinano ad un hashtag. Per esempio, nel profilo di Jotun c’è questa immagine, di un super adorabile rosa. Il colore si chiama Devine e, come puoi notare, a fine post c’è l’hashtag #devine (ma puoi cercare anche #Jotundevine). Cliccando sull’hashtag si apriranno le immagini Instagram delle persone che hanno assegnato questo hashtag al loro post, e che, quindi, hanno fotografato il risultato dell’uso di questo colore nelle loro abitazioni. In questo modo puoi sbirciare nelle case dei clienti e verificare come la tinta cambia in base alla luce. Avrai, dunque, davanti una versione più realistica del colore, anche perchè non tutte le foto sono scattate da professionisti, come su catalogo.
Puoi cercare anche nei post in cui l’azienda è stata taggata per avere altre immagini “autentiche”.

Ora che hai acquisito questi tre suggerimenti, la probabilità che tu acquisti un colore sbagliato è ridotta all’osso!
Adesso posso rivelarti il motivo per cui mi sono promessa di seguire sempre questa strategia per scegliere un colore per le pareti della Casetta.

Durante la ristrutturazione, c’erano sempre mille cose da fare. Eravamo sempre di corsa tra un negozio e l’altro, destreggiandoci tra i turni di entrambi per incontrarci.

Una mattina, stavamo andando a comprare qualcosa (che non ricordo) per la casa ed eravamo, come sempre, di fretta. Il sant’uomo che ha eseguito i lavori era alle prese con la preparazione del rivestimento del bagno e ci ha dato un ultimatum per scelgiere il colore. Abbiamo, quindi, preso in mano la mazzetta e scelto la tinta che più ci rappresentava. Entrambi, contemporaneamente: un verdeblu, desaturato e rilassante. è stato amore a prima vista e non vedevo l’ora di vederlo applicato alle pareti.

Quando sono tornata a casa, prima di entrare in bagno ho visto un fascio di luce turchese, e sottolineo, turchese, che usciva dalla porta riflettendosi sul parquet. Entrando è questo lo spettacolo che mi si è presentato. Il colore in sè è molto appariscente e simpatico, ma non è nelle mie corde (se hai imparato a conoscermi, lo sai già).

Il povero sant’uomo ha ripetuto la verniciatura con un nuovo colore, che ho selezionato dopo aver redatto il mio codice anti – shock cromatico.

E a te, è mai capitata un’esperienza simile? Come hai risolto? 
Hai tenuto il colore o l’hai coperto con una nuova tinta? 

Se ti va, raccontamelo in un commento qui sotto!



Special thanks: conosco Jotun da tempo, ma posso attribuire gran parte della mia passione per questa azienda a Camilla di latazzinablu.com (una delle mie muse ispiratrici) che molto spesso ne parla sul suo delizioso blog.

6 Novembre 2020 / / ChiccaCasa

Sono super lieta di presentare il mio primo video di styling!

Ho deciso di integrare i soliti post e le immagini con una spiegazione pragmatica e più personale.

Il tema che ho voluto trattare per questo primo video di styling è l’organizzazione e l’allestimento di un mobile che contenga oggetti con destinazione d’uso differenti.

Il “modello” che ho preso ad esempio é il classico mobile vetrina, superdiffuso nelle nostre case italiane, soprattutto nelle aree limitrofe alla tavola da pranzo. La tradizione, infatti, lo vede dimora di servizi di piatti e bicchieri, ma questo è solo uno degli usi che si possono fare di queste tipologie di mobili.

Il mobile protagonista del video è Havsta di Ikea. Abbiamo fatto assemblare insieme due strutture uguali, al fine di tappezzare una delle pareti della Casetta, moltiplicando così lo spazio contenitivo a nostra disposizione. 

Havsta è composto da una base ad ante scorrevoli in legno ed una parte superiore dotata di ante a vetro. 

Il mio obiettivo, data la necessità di sfruttare al meglio i ripiani, era contenere nella parte chiusa una serie di oggetti con funzioni differenti, e creare, nella parte espositiva, un display piacevole, ma al contempo, funzionale!

Così, mi sono accorciata le maniche ed ho dato un posto ad ogni cosa.

Se questo video ti è piaciuto, ecco una serie di tips (ed extra tips) riepilogative.

Tips per organizzare gli oggetti nei mobili ad ante chiuse

Raggruppa le cose per destinazione d’uso. Componi dei mucchietti sul pavimento raggruppando insieme le cose che ti servono per lo stesso scopo. Poi sistemale nei contenitori e solo dopo dagli un posto nel mobile. 

Tieni presente la frequenza di utilizzo di ogni singolo oggetto e sistema quello che usi più spesso in prossimità dell’apertura dellr ante. Puoi sovrapporre contenitori o oggetti o porli gli uno davanti agli altri, purché quelli che usi meno frequentemente siano posti rispettivamente sotto o dietro quelli di cui hai bisogno spesso. 

Utilizza i contenitori per sistemare ordinatamente gli oggetti. Che siano buste rigide, ceste, contenitori di plastica o di tessuto, l’importante è che abbiano dimensioni adeguate a contenere gli oggetti ad essi destinati e che siano facili da estrarre dal mobile all’occorrenza. 

Tips per allestire una vetrina senza rinunciare allo spazio contenitivo

Scegli un mood cromatico e seleziona oggetti e contenitori che lo rispettino. Ad esempio, puoi decidere di selezionare una combinazione di colori scuri in contrasto con la base del mobile, puoi magari puntare su una palette di tinte simili come i toni del verde o del blu, oppure mantenere uno schema neutro. 

Scegli contenitori belli e di dimensioni contenute. Meglio prenderne 4 piccoli che uno che occupi un intero ripiano. Alterna contenitori di forme e dimensioni differenti per creare dinamismo all’interno del tuo allestimento. 

– Dai vita allo styling del tuo mobile raggruppando gli oggetti in insiemi di 3 o 4 elementi che abbiano altezze differenti. Bilancia i ripiani con spazi pieni e vuoti ed includi piccoli quadri, decorazioni, oggetti vintage ed oggetti di uso comune che abbiano un aspetto gradevole ed in linea con il resto degli oggetti. 

E tu, hai tips preziose che riguardano l’organizzazione dei mobili? Condividile in un commento!





28 Settembre 2020 / / ChiccaCasa

 Qualche settimana fa ho postato nelle stories un progetto fai da te che ho messo a punto interamente da sola in un weekend. 

Di cosa sto parlando? Delle pareti della nostra camera da letto, alle quali ho regalato un meraviglioso effettto wabi sabi, o se vogliamo “raw”.

In soldoni, le ho trasformate facendole sembrare le mura di una vecchia casa in disuso. 

Ho preso ispirazione dalla cantina di un palazzo degli anni ’20 a me molto caro. Lì il tempo sembra essersi fermato ad un secolo fa e le pareti, serrate da una porta di ferro per la maggior parte del tempo, dopo 100 anni hanno infranto il loro originario candore, rivelando la tinta sabbiata della calce. Inoltre, le mura hanno una sorta di patina polverosa che si sgretola anche solo con una carezza.

Questo progetto è stato una sfida con me stessa. Non ero sicura di avere le capacità e le conoscenze necessarie per realizzare un buon lavoro (non dipingevo una parete da quando avevo 14 anni), ma prima di iniziare, il bagaglio di ispirazione che avevo riempito nei giorni precedenti al DIY, mi ha fornito la determinazione giusta per portare a termine il mio obiettivo!

Il mio primo intento era quello di realizzare un effetto quanto più vicino possibile a quello autentico dell’invecchiamento delle pareti. 

Pertanto ho “studiato” la conformazione cromatica delle mura (davvero) centenarie radunandone un pò nella mia bacheca Pinterest dedicata alle pareti.

Ho delineato quindi i caratteri più interessanti che elenco qui di seguito (così che tu abbia già la strada spianata!) :

– un colore di fondo non del tutto uniforme, che ha la texture gessossa dei vecchi intonaci a calce 

– una patina velata. di uno o due colori, in contrasto rispetto alla base che si sovrappone alla tinta di fondo nei seguenti modi:

  1.  chiazze in cui la patina è fitta (tanto da sembrare cemento) e copre del tutto il colore di fondo. 
  2.  maculature di diversa intensità che visivamente risultano come un’alternanza tra il colore della patina e il colore di fondo
  3. una velatura leggera e costante che riveste delicatamente tutta la porzione di muro interessata dall’invecchiamento

Qui di seguito trovi il procedimento da seguire per creare, senza l’aiuto di professionisti, una parete del genere in casa tua.

Per prima cosa hai bisogno di due pitture differenti: il colore di fondo e quello per realizzare la patina.

Io ho utilizzato due prodotti del brand “Autentico”, pensati proprio per questa tecnica. 

IL COLORE DI FONDO – EFFETTO LIMEWASH


La prima cosa da fare per realizzare una parete anticata è preparare la parete. Borda con attenzione i contorni ed i battiscopa con un nastro adesivo di carta. Se le pareti sono già pitturate sarebbe bene applicare una mano di primer. 

Per la base della parete scegli un colore di fondo. Potrai in seguito decidere se lasciarlo dominare o se far prevalere il colore della patina.

Io ho utilizzato Autentico Venice, una vernice pigmentata a base di calce che lascia un meraviglioso effetto super matt e vellutato sulle pareti. Una goduria per gli occhi! Inoltre la sua particolare composizione la rende isolante, resistente a polvere, muffe e parassiti e a prova di sbalzi termici. La calce è tanto resistente da essere utilizzata (ancora oggi) anche per verniciare le facciate esterne degli edifici.

Se non hai esperienza con pennelli e pittura, puoi sostituire questo prodotto con uno della linea Velvet o Vintage. In questo modo potrai anche saltare il passaggio del primer!

Una volta applicata la base, possiamo aprire il nostro barattolo di vernice, mescolarlo a lungo e iniziare a pitturare!

Per la base della mia parete ho realizzato quello che si chiama effetto limewash e che ha come risultato una stesura movimentata, ma discreta, senza tempo e sofisticata. 

Si procede stendendo la vernice a con un pennello. Se questo fa fatica a scorrere si può bagnare leggermente e strizzare moooolto bene. Non è necessario diluire il prodotto, ma se vuoi farlo, ricordati di non farlo direttamente nella latta, altrimenti, non potrai conservare la pittura che ti avanzerà (muffirebbe).

Per realizzare l’effetto limewash intingi il pennello nella latta e lavora in modo spedito con delle pennellate incrociate. Per questa pittura non valgono le regole base che siamo abituati a rispettare.Se vuoi correggere delle imperfezioni, non aspettare che il prodotto asciughi, ma fallo subito. In alternativa, procedendo in seguito sull’asciutto, la nuova pennellata risulterebbe più scura rispetto al primo strato di vernice!

Un’altra cosa che non devi fare è, per lo stesso principio, contornare la parete prima di dipingere la parte centrale. Dovrai muoverti con pennellate disinvolte e “spensierate” anche nelle zone di congiunzione tra pareti.

Il fatto è che il tuo muro memorizzerà ognuno dei tuoi movimenti per poi riproporteli una volta asciutto. Dunque, la chiave per non ottenere un effetto costruito è proprio la naturalezza dei movimenti. 

Il segreto per una parete limewash impeccabile? Libera la mente e disegna delle V procedendo, a polso sciolto, dall’alto verso il basso. 

Io ho applicato un’unica mano di Autentico Venice. La pittura è molto coprente!

Se l’effetto ti soddisfa puoi fermarti a questo step. Avrai già una stupenda parete eye-catching!


LA PATINA E LE TECNICHE

La patina si realizza con una sorta di vernice collosa, che assomiglia molto ad uno stucco. Si stende a pennello, ma avrai bisogno anche di una spatola!

Quando ho sentito menzionare la spatola e lo stucco, io ho avuto un sussulto. In realtà, non ho trovato nessuna difficoltà nella stesura di questo prodotto. 

Mi sono servita di Autentico Volterra, una vernice a base di gesso che lascia un effetto materico e lievemente glossy sul supporto su cui è steso. La resa estetica è simile a quella del cemento o della resina. 


Per stenderla devi avere le idee abbastanza chiare. 

Vuoi far prevalere il colore di fondo o quello della patina? In quali punti vuoi che prevalga l’uno o l’altro? Pensa a come contrasterebbero l’uno o l’atro con i mobili ed i complementi che sono appoggiati contro le mura della tua stanza. 

Ecco 2 tecniche testate dalla sottoscritta .

– Le chiazze di colore

Con Autentico Volterra puoi creare macchie di un colore in contrasto sulle pareti. Puoi immaginare che queste siano il risultato di ripezzature effettuate negli anni sulla tua “parete d’epoca” oppure che siano il risultato delle modifiche che lo scorrere del tempo ha naturalmente apportato alla vernice originaria della stanza. 

Per il primo caso, puoi rappresentare sulla tua parete le ripezzature lasciate da ipotetiche tracce di cavi elettrici o di tubi idraulici. Per riprodurre le corrosioni del tempo, invece, puoi realizzare chiazze dai contorni morbidi nelle zone che effettivamente si rovinano più facilmente (attorno agli stipiti di una porta, negli angoli o nella parte alta delle pareti).

Altri interessanti elementi di contrasto che puoi inserire sulle tue pareti sono boiserie, sagome di vecchie aperture (come porte o finestre) o battiscopa di colore alti almeno 20 cm.

Per ottenere chiazze di colore è necessario procedere con il pennello piuttosto carico con pennellate piccole che si susseguano in direzioni opposte, come per l’effetto limewash. La tinta della vernice bagnata è molto diversa da quella della vernice asciutta. Quando il colore inizia a cambiare è il momento di utilizzare la spatola per creare gli effetti che più desideri. Si inizia passando la spatola sulla superficie dipinta per eliminare eventuali grumi e per cancellare le tracce delle pennellate. Fatto ciò, puoi sbizzarrirti creando incisioni per imitare le screpolature tipiche dei vecchi strati di vernice.

Quando la vernice è interamente asciutta, ripassa la spatola sulla parte trattata con Volterra fino a far manifestare una meravigliosa sfumatura satinata. 

Per rappresentare gli elementi di cui sopra facendoli sembrare il più naturale possibile puoi sfumare i contorni con la tecnica che segue.

– La patina velata.

Questa tecnica ti permette di lasciare a vista il colore di fondo, annebbiandolo con un velo di patina. Puoi mettere in pratica questo metodo nelle zone in cui vuoi far prevalere il colore di fondo. Ti consente di creare un delicato effetto vintage, interrotto da piccole chiazze nella tinta della patina.


Sporca (è importante che il pennello sia scarico) di vernice le setole del pennello per tutta la loro altezza. Avvicina il pennello alla parete e muoviti, accarezzandola lievemente, in modo disordinato tenendo il pennello di piatto, verticalmente. Non sarà la punta del pennello ad appoggiarsi sul muro, bensì la sua faccia. Sposta il pennello lungo la parete con movimenti circolari o diagonali, leggeri e diffusi. L’obiettivo è non far percepire le pennellate e lasciare solo un velo di colore. Se muovendoti con il pennello hai lasciato delle piccole maculature qua e là, puoi renderle semilucide una volta asciutte (dopo circa 8 ore). Ti basterà passarci sopra la spatola!


Per realizzare queste caratteristiche pareti ho utilizzato i prodotti Autentico in vendita su Mobiliperpassione.it

In particolare ho utilizzato Autentico Venice nel colore Dried Moss per la base e Autentico Volterra nel colore Bath Stone per la patina. 

Puoi trovare tutto il procedimento nei video che ho girato durante il weekend in cui ho cambiato aspetto alla nostra camera!

Questo post contiene link di affiliazione. Questo significa che guadagno una piccola percentuale sugli acquisti che tu effettui a partire da quel link.

11 Settembre 2020 / / ChiccaCasa

La mia dieffenbachia, quanto ne ero orgogliosa. Le davo attenzioni e cure in quantità, ma lei un giorno è morta, spappolata, senza che io ne capissi il perchè.

Dopo la bellezza di un lustro, sono finalmente riuscita a trovare la causa della morte della mia dieffenbachia, che è solo una delle copiose vittime green mietute dalla sottoscritta negli ultimi anni.

Da quando ci siamo definitivamente trasferiti alla Casetta, ho ricominciato a guardare con gli occhi a cuore le piante dal fioraio. Il mio istinto coscienzioso, però, ha esitato un po’. Temevo di portare a casa una bella pianta e di ridurla poi in poltiglia qualche mese dopo. 
Poi però, durante il lockdown, mi sono imbattuta in un delizioso ficus elastica, che si era ritrovato quasi completamente solo al supermercato. Temevo che sarebbe morto lì se non l’avessi comprato ed io, quindi, me lo sono portato a casa, con la promessa di prendermene cura. E questa volta seriamente.

Devo dire che l’inizio non è stato dei migliori, in quanto ho commesso – di nuovo – lo stesso errore che aveva ucciso tutte le mie piante precedenti. L’ho innaffiato troppo. Lo facevo solo di Lunedì, senza però badare alle richieste della pianta.

Ho iniziato a documentarmi e a gridare aiuto agli esperti affinchè salvassero la mia rubber plant. Con il loro prezioso aiuto e le mie letture, ora posso dire di avere un quadro della situazione piuttosto chiaro. Inoltre il ficus si è ripreso e ha lasciato spuntare nuove foglioline.

Questa necessaria premessa è solo un preambolo per incoraggiarti a non mollare se il tuo pollice è nero. Segui questi preziosi suggerimenti che ho raccolto in questi mesi di “studio” e smetterai di uccidere le tue piante.


– Scegli la posizione giusta per la tua pianta

Quando ci innamoriamo di una pianta tendiamo a collocarla, con l’immaginazione, in un angolino specifico della nostra casa. Magari un punto in cui “manca qualcosa” che vorrremmo riempire con un elemento che si sviluppa in altezza. 
Può succedere di tornare a casa dal vivaio con una nuova pianta e non avere la più pallida idea di dove collocarla nel nostro spazio abitativo.

La realtà è che ogni pianta, ha esigenze “biologiche” di luce e di umidità diverse. Queste caratteristiche dipendono dalla sua appartenenza geografica e dal modo in cui cresce in natura.
Lo sapevi, ad esempio, che molte delle nostre piante d’appartamento sono epifite? Questo significa che crescono su altre piante, senza influire minimamente sul loro sostentamento. Spesso le epifite, sono anche quelle più “clementi” dal punto di vista del bisogno di luce, proprio perchè, in natura, i raggi del sole gli arrivano filtrati dalla chioma delle piante che le sorreggono.

Non possiamo permetterci, quindi, di innamorarci di una pianta e portarla a casa senza assicurarci prima di avere l’angolino giusto per farla di crescere sana e forte.
Piuttosto, sarebbe bene prima selezionare un posto in cui si vorrebbe inserire un tocco green e poi decidere quale pianta prendere. Basta incrociare i dati di ore di luce ed umidità del tuo spazio con le analoghe esigenze di una pianta per capire se starebbe bene o meno a casa tua.

Non ti scoraggiare se non puoi mettere la Monstera Deliciosa in quell’angolo quasi buio della tua casa, perchè non svilupperebbe mai e poi mai le sue bellissime forature fogliari, con quella esposizione.
Non dimenticare che il catalogo botanico della Natura è infinito, quindi, con un po’ di ricerca, riuscirai a trovare la pianta meravigliosa per il tuo spazio domestico.


Il segreto per sapere sempre quando innaffiare

Per pulire ed innaffiare le piante è sempre preferibile acqua non calcarea. Abbiamo acquistato su Amazon un pratico depuratore. Una brocca che filtra l’acqua del rubinetto e la rende pronta per essere bevuta, da noi e dalle nostre piante! 

Il cruccio di tutti plant lovers alle prime armi riguarda l’innaffiatura.
Il primo punto da chiarire è che l’amore che proviamo per le nostre bambine verdi non va dimostrato in acqua. Il rischio maggiore che si corre sbagliando le innaffiature è proprio la sovrabbondanza che può portare al più temuto dei mali: il marciume radicale.
Un metodo infallibile ed elementare per non incappare in questo rischio irreversibile è il metodo del dito. In soldoni, ogni qualvolta abbiamo la “tentazione” di innaffiare la nostra pianta dobbiamo semplicente infilare un dito nel terriccio e scendere di 3-4 cm in profondità.
Se troviamo la terra umida è segno che la nostra pianta non necessita di acqua, al contrario, se anche in profondità il terriccio è completamente asciutto, possiamo procedere con una nuova innaffiatura.
Questo metodo vale per tutte le piante da interno: dalle succulente a quelle che amano un substrato sempre umido. 

Se non ti fidi della percezione del tuo dito e vuoi una prova certa che il terriccio sia pronto per una nuova innaffiatura, puoi munirti di un misuratore di umidità. Io ne ho preso uno che controlla anche l’esposizione ed il ph della terra. Funziona così: si inseriscono le sonde nel terreno, scendendo in profondità e poi si osserva l’indicatore. Se il terreno è ancora umido, la tua pianta non ha bisogno di acqua. 

La regola di innaffiare ogni tot giorni non è valida, se non si prendono in considerazione le condizioni ambientali e le reali condizioni del terriccio. 
Se impari a dosare le innaffiature (e con questo trucchetto riuscirai di sicuro!) sei già in testa alla scalata per la conquista del pollice verde!
La scelta del vaso

Dobbiamo immaginare che il vaso sia la casa della nostra piantina e non soltanto il suo involucro. La scelta del vaso non è, quindi, solo una questione estetica, anzi!
Lo sapevi, ad esempio che i vasi di coltivazione di plastica, quelli in cui troviamo le piantine al momento dell’acquisto, mantengono l’umidità molto meglio di come fanno quelli in ceramica o in terracotta?
Quando portiamo a casa una nuova pianta, sarebbe bene non travasarla subito. Subirebbe un grande trauma, che si andrebbe a sommare a quello dello spostamento dal vivaio/negozio alla tua casa, che ha condizioni di luce, temperatura e umidità completamente diverse.
Se, quindi, il vaso di coltivazione non ti piace (chi vorrebbe un vaso di coltivazione in bella vista sul mobile più cool della casa?), mantieni lì la tua pianta e inserisci il vaso in un bel cachepot.

Un elemento che in un vaso non deve mai mancare è il foro di drenaggio. Il foro di drenaggio (quel buchino posto sulla base dei vasi) fa sì che durante un innaffiatura, l’acqua in eccesso possa fuoriuscire. Se non ci fosse il foro di drenaggio, l’acqua ristagnerebbe sul fondo del vaso compattando la terra e affogando le radici. La pianta così, sarebbe ben presto condannata a morte certa.

A tal proposito non posso non menzionare il sottovaso. Il sottovaso, come il cachepot, serve a preservare il pavimento o la base su cui il vaso è poggiato. L’acqua che ricade nel sottovaso (o nel cachepot) va sempre svuotata repentinamente, per gli stessi motivi di cui sopra.
Un’altra funzione del sottovaso è quella di contenere una manciata di ciottoli e poca acqua, per garantire una buona umidità alle piante che ne richiedono un alto tasso, come ad esempio le calathee.

Quando vedrai le radici della tua pianta spuntare fuori dai fori del tuo vaso da coltivazione, sarà il momento del rinvaso. Ricorda che il rinvaso è un evento traumatico per la pianta, quindi sarebbe bene non eccedere con i passaggi da un vaso all’altro. 
Ogni volta che avrai intenzione di aumentare le dimensioni del tuo vaso, non dovrai mai eccedere. Piuttosto, scegli un vaso di soli 2-3 cm di diametro maggiore rispetto al precedente.


Il cibo delle piante

Per crescere sane e rigogliose, le piante hanno bisogno di cibo, oltre che di acqua. 
Il cibo delle piante è il concime, il quale contiene le sostanze nutritive imprescindibili per la salute delle piante.
Le nostre piante da interno hanno solo una piccola porzione di terreno a disposizione, rispetto a quelle che vivono in piena terra. Di conseguenza il loro apporto di fosforo, potassio e azoto è limitato. Per questa ragione è molto importante alimentare il terriccio con del concime.
Il rischio della mancata concimazione è che la nostra pianta vada incontro a carenze nutritive che ne comporterebbero un indebolimento. Le foglie, così, crescerebbero in maniera anomala e sarebbe una preda facile per i pericolosi parassiti delle piante.

In commercio esistono due tipi di concime: liquido e granulare.
Quello granulare va cosparso in piccole quantità sulla superficie del terriccio, rilascia lentamente le sue sostanze e si attiva con l’innaffiatura. Se scegli un concime granulare, ricorda di non eccedere, altrimenti la pianta si brucerebbe. Piuttosto, cospargilo con un cucchiaino, diminuendo le dosi riportate in etichetta. Basta utilizzarlo solo un paio di volte all’anno per garantire un buon approvigionamento alle tue piantine.

Di più semplice utilizzo è, invece, il concime liquido. Quest’ultimo va semplicemente disciolto nell’acqua dell’innaffiatoio (seguendo la proporzione riportata in etichetta). Al contrario del concime granulare, ogni somministrazione è di veloce assorbimento e, pertanto, è necessario ripetere la concimazione in maniera graduale in tutto il periodo vegetativo della pianta, quello, insomma, che va dalla primavera all’estate.

Non concimare mai le tue piante se sono malate o se le hai appena acquistate. La concimazione sarebbe un trauma in entrambi i casi.

Ascolta le tue piante


Ho voluto lasciare il consigio numero uno per la fine di questo post. Il segreto per avere sempre piante sane e robuste è principalmente uno solo: imparare a captare i segnali che le nostre piante ci inviano.
No, non sto farneticando. Le piante i segnali possono inviarli e come, con la loro gestualità.
Le piante infatti sono in grado di muoversi e di cambiare posizione, sanno mettersi, da sole, in modalità “risparmio energetico”, sanno cambiare colore e consistenza e sono in grado di rinascere dalle loro ceneri. In sostanza, il messaggio che intendo far passare è che quando abbiamo a che fare con questi capricciosi esserini verdi, dobbiamo ricordare che si tratta di forme di vita. Come tali, queste possono farci intuire le loro esigenze mutando il loro aspetto. Sta a noi, interpretare i loro segni!

Ad esempio, se la pianta appare un po’ inclinata in avanti, triste e sofferente, probabilmente le sue esigenze riguardano l’acqua (troppa, o troppo poca).
Se, invece, la tua succulenta tira su in men che non si dica un figlioletto (troppo) alto ed estremamente chiaro rispetto alla mamma, forse la pianta necessita di un’esposizione maggiore alla luce.
Se hai messo la tua pianta da interni in balcone e improvvisamente le foglie sviluppano chiazze marroni, può darsi che i raggi solari abbiano bruciato le sue foglie.

Se ascolti le tue piante, e provvedi a renderle felici, queste ti ripagheranno con nuove foglie, fiori e tanta aria pulita, anche indoor!
30 Luglio 2020 / / ChiccaCasa


L’appendino più instagrammato del momento è arrivato alla Casetta. Sto parlando della classica rack in legno naturale, che noi amanti dello stile scandinavo abbiamo bramato ed invidiato a tutte le abitazioni nordiche più famose del web.

Il suo nome svedese è “Knoppbräda”.


Il più quotato è quello firmato Iris Hantverk, in vendita su Amazon e nei principali negozi di arredi ed accessori in stile scandinavo.
I suoi punti di forza sono la  semplicità e la durabilità. Infatti, è composto da un listello di legno, generalmente di betulla, al quale sono fissati dei pomelli cilindrici dello stesso materiale. Un portaoggetti tanto semplice quanto adorabile, che ho desiderato per la prima volta imbattendomi nella sublime cucina di Nina Plummer (Ingredients LDN).

In cucina, avevo bisogno di ganci per esporre ed organizzare alcuni oggetti che non sapevo dove altro collocare. Ho scelto di caratterizzare e, allo stesso tempo utilizzare la parete del caminetto installando una di queste meraviglie! Ho fabbricato con le mie mani il mio Knoppbräda e ne sono molto fiera!

Costruire uno Knoppbräda è semplicissimo. 


Basta munirsi di:

– un trapano
– un listello di abete piallato su entrambi i lati
– dei cilindri di legno dello spessore di 200 mm
– un seghetto 
– delle viti a testa piatta
– dei tasselli
– un metro
– una matita
– della carta abrasiva


Ho ricavato da ogni cilindro dei piccoli pomelli di 3 cm ciascuno, servendomi del seghetto. Ho carteggiato leggermente le basi delle manopole così ottenute. In seguito, con chiodo e martello, ho creato un forellino (profondo solo 2/3 mm) su una faccia di ogni pomello.
Ho regolato la lunghezza del listello di legno, in base a quella della mia parete ed ho carteggiato i bordi tagliati, fino a renderli lisci.

Per bucare il legno ho usato le viti stesse. Con l’avvitatore, ho lasciato che la punta di ogni vite trapassasse il listello di legno da parte a parte. Una volta trapassato il legno, mi sono fermata, prima che la vite entrasse completamente. Ho avvitato manualmente il pomello sulla punta della vite, ruotandolo in senso orario. Mantenendo il pomello ruotato, ho terminato l’avvitatura con il trapano.
Ho ripetuto l’operazione per ogni manopola, mantenendo una distanza tra l’una e la successiva, di 10 cm.


Sono molto soddisfatta di come appare il nostro camino ora. La parete spiovente ha, ora, una nuova veste estetica, ed una comoda funzionalità! Mi piace che copra tutta la lunghezza della parete del camino ed apprezzo moltissimo il fatto di poter tenere a vista gli oggettii che meritano un posto in prima fila in cucina,

Ho collocato sul mio Knoppbräda utensili in metallo alternati ad accessori in materiali naturali come il legno, la pelle e i vimini.

Ho sfuttato anche la modesta profondità del mio appendino per appoggiare un quadro astratto al di sopra della sua struttura.

Io sono super felice di aver messo in pratica questo DIY. E tu, cosa ne pensi?