Un arredo scandinavo autentico è quel pezzo forte di cui non ti penti proprio mai.
Il design è versatile e lo puoi combinare con oggetti di epoche e stili differenti, con colori più o meno scuri e più o meno saturi, con fantasie più o meno romantiche. Qualsiasi sia la tua personale interpretazione, manterrà la sua delicata e elegante bellezza.
La qualità è alta, sempre. È uno dei due fondamentali principi cardine su cui si basa la costruzione di un arredo scandinavo. Sono mobili fatti per durare.
La funzionalità è il secondo dei capisaldi degli arredi scandinavi: sono pratici, utili e fatti per essere usati e perciò sono belli anche con qualche segno del tempo addosso.
Insomma, un mobile scandinavo è un investimento.
La pensano così Martina e Daphni, i fondatori di CASAFIKA, lo spazio in cui stupendi arredi second hand (provenienti direttamente dai paesi scandinavi) cominciano un nuovo capitolo della loro vita.
Quegli arredi hanno già una storia e un vissuto, talvolta testimoniato da qualche segno del tempo. Arrivati da CASAFIKA, i mobili e i complementi vengono coccolati da Martina e Daphni, che effettuano un restauro volto a valorizzare la loro essenza, senza cancellare del tutto le tracce delle vite precedenti.
Il cuore pulsante di CASAFIKA si trova a Brescia. Puoi visitarlo nelle giornate di Magazzino aperto e perderti tra sideboard, sedie nordiche, poltroncine vintage, lampade, scaffali da parete, oggetti decorativi e tante, tante altre meraviglie in grado di trasportarti in un viaggio nella storia del design scandinavo.
In ogni caso, le porte del negozio online sono sempre aperte.
Basta aprire il sito di CASAFIKA per essere pervasi dalla magica atmosfera delle case scandinave. Le categorie in cui perdersi sono tantissime, una più magnetica dell’altra.
Gli arredi scandinavi second hand hanno dalla loro un’affidabile resistenza e una fattura spesso artigianale. Queste caratteristiche, unite al design moderno (anche quando si tratta di arredi disegnati quasi un secolo fa), fanno sì che i mobili e i complementi scandinavi siano sempre sulla cresta dell’onda. Non si tratta mai di mobili “a scadenza”, non incarnano una tendenza passeggera.
In questo scenario di immutabile attualità entra in gioco l’economia circolare, supportata dalla frase chiave che guida la progettazione degli interni scandinavi: less is more.
Allungare il ciclo di vita dei mobili è proprio uno degli obiettivi di CASAFIKA.
Meglio avere pochi oggetti dalle alte qualità estetiche e funzionali, che molti oggetti di bassa fattura.
Puoi trarre guadagno da un pezzo vintage scandinavo, se in futuro cambiano le tue esigenze. Così, il tuo mobile può diventare il mobile di qualcun altr*: la sua vita si allunga e tu sarai fier* di aver compiuto un gesto sostenibile, oltre che fier* del tuo bottino.
Gli arredi scandinavi must have, da comprare da CASAFIKA
Prendila come una mia personale selezione degli articoli più affascinanti attualmente sul sito, ma anche come un elenco degli arredi più iconici che non possono mancare in una casa in stile scandinavo.
Che la pausa Fika abbia inizio: prepara il caffè, gustati un dolcino, mettiti comod* e riempiti gli occhi di bellezza.
Sideboard
Forse il mobile più rappresentativo dello stile scandinavo è proprio questo: il sideboard.
Un sideboard è un mobile basso e allungato con i piedini, quello che in Italia siamo abituati a chiamare buffet (in realtà i mobili buffet hanno generalmente gambe più alte di un sideboard). Può avere ante, ante e cassetti o ante affiancate da una nicchia espositiva aperta. Di solito i sideboard sono rivestiti con impiallacciatura di legni pregiati come palissandro e teak.
Il bello dei sideboard è che non sono esclusivamente mobili da sala da pranzo. Si prestano per essere utilizzati come mobili tv in soggiorno, come archivi nell’home office o al posto del comò in camera da letto.
Tra le sedie scandinave più iconiche una menzione speciale va a questi modelli.
Sedie Pinnstolar
Nonostante l’associazione con lo stile nordico sia automatica, le sedie Pinnstol derivano dalle Windsor inglesi.
Prima di essere diffuse e prodotte in Scandinavia, hanno fatto un bel viaggio oltreoceano per poi tornare in Europa, come trofei dello stile di vita americano.
Oggi sono riprodotte in tantissime versioni e materiali, ma quelle vintage hanno un fascino inimitabile.
Diresti mai che sono state progettate nel 1920? Le sedie disegnate da Arne Jacobsen sono monoscocca e si distinguono per le gambe cromate. Il modello più celebre del designer danese è la 3107 (Serie 7).
Un altro esempio di design senza tempo è incarnato dallo scaffale da parete con i montanti a scaletta, che oltre ad essere sempre attuale è anche un complemento versatile. Trova una collocazione funzionale in ogni stanza della casa.
Si chiama Pernilla la famosa poltrona scandinava con la seduta e lo schienale costituite da fasce di canapa intrecciate. Disegnata da Bruno Mathsson, è una seduta ergonomica, pensata per mantenere il corpo in una posizione comoda mentre si riposa.
Si è diffusa a macchia d’olio dopo il boom dei mobili in compensato curvato, lanciati da Alvar Aalto a metà degli anni ‘30.
Pernilla è uno di quei pezzi che hanno reso celebre lo stile scandinavo nel mondo.
È una lampada massiccia, ma il suo design è semplice. Bumling significa roccia: è così che un amico del designer Anders Pehrson l’ha definita, vedendo il primo esemplare, che aveva un diametro di ben 60 cm.
Ed ecco spiegata la storia del suo nome.
La particolarità delle lampade Bumling è la dolce luce diffusa che emettono, grazie alla presenza di una griglia circolare sul fondo del paralume.
Adoro presentarti negozi e brand che meritano di essere scoperti e supportati, non solo per la qualità dei prodotti, ma anche per i valori che muovono il quotidiano operato di chi li manda avanti.
CASAFIKA è una di queste realtà. Ho visto la luce negli occhi di Martina e Daphni e ho percepito l’amore e la cura che ogni giorno mettono nella loro missione. CASAFIKA ci spiega, con i fatti, che l’economia circolare nel settore dell’arredamento non è solo possibile, ma ne vale la pena, per salvaguardare pezzi eterni e di qualità.
Non sai come disporre le mensole in casa? Prima di forare la parete, è bene pensarci due volte e pianificare con cura sia la misura che la posizione giusta. Se salti questo step, le mensole potrebbero penalizzare, piuttosto che valorizzare la tua stanza.
Ecco, quindi una serie di spunti utili per disporre le mensole al meglio in ogni stanza.
Come disporre le mensole su una parete? Linee guida e errori da evitare
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Mensole sfalsate solo se fai l’architetto. Difficilmente ti pentirai di una serie di mensole tutte della stessa dimensione e allineate ad arte. Quindi, a meno che non ce ne sia una stretta necessità, per via di un particolare ingombro , sarebbe meglio optare per le classiche mensole uguali e allineate. Le mensole sfalsate possono risultare artistiche, solo se sono distribuite in un certo modo e ben bilanciate con gli elementi sovrastanti e circostanti. Sono più difficili da allestire e da armonizzare.
C’è un mobile sotto le mensole? Allora meglio che le mensole abbiano una misura pari o minore alla larghezza dell’arredo sottostante. Tra una mensola e un arredo, è quest’ultimo a dettare le regole. Un complemento (come una mensola) può valorizzare un arredo, ma senza mai rubargli la scena. La soluzione più equilibrata è quella di scegliere una o più mensole che abbiano la stessa larghezza del mobile sottostante e allineare perfettamente l’arredo e la/le mensole.
Se la mensola è più profonda del mobile sottostante, non è più una mensola, ma un piano di lavoro sospeso. Come anticipato al punto precedente, tra le mensole e l’arredo sottostante c’è un tacito rapporto di subordinazione. Meglio scegliere sempre mensole più strette rispetto al mobile, non solo per una questione estetica, ma anche funzionale.
Quando c’è una nicchia, meglio occuparne tutta la larghezza con le mensole, a meno che, al di sotto delle mensole non ci sia un mobile che non occupa tutta la nicchia.
Come disporre le mensole in salotto?
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Su quale parete del soggiorno inserire le mensole? Ecco qualche idea.
Mensole alle spalle del divano. Una parete allestita con una serie di mensole ben decorate può diventare lo sfondo della vista frontale del divano, se questo non poggia direttamente sul muro.
Mensola lunga sopra il divano. Se il retro del divano è accostato a una parete, puoi collocare una mensola lunga (quanto il divano o anche di più, purché si estenda da parte a parte lungo tutta la parete), da decorare con contenitori, quadri, vasetti e altri oggetti in grado di valorizzare la parete.
Mensole sulla parete tv. Una serie di mensole può sia sostituire il mobile tv, che rendere più pratica e ricca una parete con tv e mobile tv.
Nel primo caso, si può pensare a una serie di mensole che partono da sotto la tv, sospesa a mezza altezza sulla parete, e scendono fino a circa 20 cm di distanza dal battiscopa. Nel secondo caso è bene creare una composizione armonica che inglobi tutti gli elementi sulla parete: mensole, mobile tv e televisore. La soluzione “a colpo sicuro” consiste nel collocare la tv al centro della parete, con un mobile tv sottostante e creare una serie di mensole allineate. A proposito, su questo blog trovi anche un articolo tutto dedicato alle idee per arredare la parete tv.
Mensole per dividere gli ambienti in un open space. Per dividere cucina e living in un open space, senza schermare la luce, un’ottima soluzione è rappresentata dalle mensole. Altra soluzione molto utile in questi casi è rappresentata dalla scaffalatura cielo-terra Evarli di Ikea.
Si possono utilizzare mensole da soffitto, oppure sfruttare lo spazio tra due pilastri (o tra un pilastro e un muro), ma questo argomento richiede un piccolo paragrafo a parte.
Come abbellire un pilastro in soggiorno con le mensole
Attraverso un uso strategico delle mensole si può camuffare un pilastro valorizzandolo.
Crea una scaffalatura su una porzione di pilastro che sporge dalla parete. Quando il pilastro è integrato nella parete, puoi sfruttare la nicchia tra il pilastro e il resto della parete oppure puoi far estendere le mensole su tutta la parete, ritagliandone una sezione in corrispondenza del pilastro.
Rivesti i lati di un pilastro con le mensole. Se il pilastro è squadrato, puoi installare delle mensole su tutti i lati o su alcuni dei lati, creando una colonna attrezzata, funzionale e decorativa.
Inserisci le mensole tra un pilastro e un muro per dar vita a un divisorio tra due ambienti che lasci passare la luce sia da un lato che dall’altro.
Come disporre le mensole in cucina?
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Le mensole in cucina conferiscono un look fresco all’ambiente e sono utilissime per contenere ed esporre le ceramiche e gli utensili che hai selezionato con cura.
Ecco tre idee per inserire le mensole in cucina.
Mensole al posto dei pensili. Se mi segui anche su Instagram sai già che sono una grande fan delle mensole al posto dei pensili in cucina ( a proposito, su Instagram trovi una serie di storie in evidenza con tutti i video che riguardano lo styling e i pro e contro delle mensole in cucina). Alleggeriscono l’ambiente e sono in grado di rendere più attuale anche una cucina con qualche annetto di esperienza alle spalle. A proposito, su questo blog trovi anche un articolo su come rinnovare una cucina senza cambiarla.
Se in cucina sono presenti anche pensili, la prima mensola in basso (che può anche essere unica e non parte di una serie che si estende verso l’alto) va fissata alla stessa altezza del pensile. Se, al contrario, non ci sono pensili, ma c’è una cappa, la prima mensola può sia essere allineata alla cappa, che partire più in basso rispetto a quest’ultima. Se si tratta di una serie di mensole, meglio che almeno una di esse sia allineata alla cappa, quando possibile.
Mensole per riempire un angolo vuoto in cucina. Quando la cucina non occupa l’intera parete disponibile, puoi allestire un set di mensole nella porzione di spazio vuoto che resta. In questo caso, sono perfette le mensole tenute insieme da un paio di staffe verticali. Si comportano come delle piccole librerie e non devi fare troppo caso ad allineare le mensole con gli altri elementi della parete, perché esteticamente vengono percepite come un unico blocco.
Mensole dietro il tavolo da pranzo. Se il tavolo da pranzo è in cucina, utilizzare un set di mensole come “sfondo” della vista del tavolo è un’ottima idea. L’unico accorgimento da avere sta nel tener conto dello spazio di movimento necessario intorno al tavolo, che non deve essere intralciato dalla mensolatura.
Come disporre le mensole in camera da letto?
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In camera da letto, le mensole possono essere utilizzate per decorare uno spazio e contenere accessori, gioielli e tanto altro.
Mensola al posto del comodino. Sempre più spesso, il comodino viene sostituito con una piccola mensola. A volte, per rispondere a una necessità dovuta al poco spazio. Altre volte, per scelta: rimpiazzare il comodino con una piccola mensola, significa prediligere un design essenziale, pulito e fresco.
Mensola sul termosifone. Per un angolino decòr in camera da letto si può sfruttare lo spazio sopra il calorifero. La porzione di parete che sovrasta il termosifone può ospitare una serie di mensole allineate (meglio se della stessa larghezza del termosifone), da allestire con i tuoi oggetti preferiti. Molto carina è anche l’idea di appoggiare un’unica mensolina direttamente sul calorifero, oppure installarla a poca distanza (10 cm) da quest’ultimo.
Mensola sulla parete del letto. Vuoi riempire la parete dietro il letto, che ti sembra un po’ anonima? Una mensola lunga è sempre una grande idea! Funziona come nel caso della mensola sopra il divano: è meglio che occupi tutta la parete, oppure che abbia una misura pari a quella della larghezza del letto. Una mensola più corta del letto, tende a sembrare striminzita, rispetto alla parete.
Come disporre le mensole in studio o in ufficio?
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Nell’home office le mensole sono fondamentali per archiviare e tenere in ordine cancelleria, documenti, libri e fascicoli.
Una grande mensola può diventare il piano di lavoro della scrivania, così da ricavare un home office anche in un mini spazio. La scrivania sospesa, può essere sovrastata da mensole più strette ma altrettanto larghe, dello stesso colore e dello stesso materiale così da creare un effetto uniforme e ricercato.
Un set di mensole allineate, è utilissimo sopra la scrivania. Quando le mensole sovrastano la scrivania, è meglio sceglierle larghe quanto il mobile sottostante, o meno. Delle mensole più lunghe della scrivania sono concesse solo se occupano tutta la parete, da parte a parte.
Quando le mensole si trovano sulla parete a lato della scrivania, puoi giocare liberamente con le misure.
Come disporre le mensole in bagno?
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Profumi, specchi, rametti profumati e lozioni possono trovare posto sulle pareti e contribuire a rendere vivo e vissuto il bagno.
Ecco una serie di zone del bagno che si prestano all’installazione di mensole.
Doccia. Mensole nella doccia? Sono utilissime per riporre saponi, spugne e flaconi. Quindi, sì alle mensole in doccia, con queste accortezze. – Se la doccia è spaziosa puoi installare delle mensole lineare su una delle pareti, purché non intralcino il movimento nella doccia. – Quando la doccia è piccola, meglio optare per mensole angolari, per ottimizzare lo spazio. – Hai una nicchia nella doccia? Puoi rivestire il bordo inferiore con una mensola tagliata su misura e aggiungere altre mensole uguali, all’interno della nicchia.
Mensola tra il lavabo e lo specchio del bagno. È perfetta soprattutto nei bagni in stile vintage o retrò. Deve essere poco profonda, per non intralciare le interazioni con il lavabo, ma è il posto ideale per far sfoggio di flaconi in vetro, oli profumati, bicchieri e piattini decorati da usare come portagioie.
Mensole in una nicchia in bagno. Se hai la fortuna di avere una nicchia in bagno, non pensarci due volte: sfruttala per installare una serie di mensole, da utilizzare per riporre asciugamani e accessori, ben organizzati in cesti e contenitori che rispecchiano il tuo stile.
Mensola grande sotto il lavabo sospeso. Hai un lavabo sospeso senza mobile? Puoi sfruttare lo spazio sottostante installando una maxi mensola, profonda quanto il lavabo o il piano del lavabo e larga quanto il piano d’appoggio sovrastante.
Mensole sulla parete del bagno. In bagno, ogni parete è buona per ospitare delle mensole. Come sempre, è bene tenere a mente che: – di un set di mensole allineate e regolari ci si pente difficilmente; – per capire l’altezza giusta alla quale sospenderle, bisogna tener conto degli elementi circostanti (se c’è un altro oggetto sospeso sulla parete, è bene allineare a quell’oggetto almeno una mensola) e delle esigenze pratiche.
La selezione degli oggetti da esporre è fondamentale, ma capiamoci: le mensole non sono fatte solo per le decorazioni, ma anche per essere usate come spazio di archiviazione.
Seleziona con cura contenitoridi vari materiali e sfrutta anche oggetti decorativi come piccole brocche o anfore per nascondere oggetti di vario genere.
Fai in modo che i colori e i materiali degli oggetti che scegli di mostrare sulle mensole siano stilisticamente allineati con quelli presenti nell’ambiente circostante. Trovi qualche consiglio extra in questo video.
2. Raggruppa gli oggetti con la tecnica del triangolo
Crea dei gruppetti (tecnicamente si chiamano vignette) di 3 oggetti di materiali e altezze diverse. Evita di allinearli come soldatini: meglio sfruttare anche la profondità, creando dei livelli. Disponi i tre oggetti in modo tale da creare una forma triangolare, come ti spiego in questo video.
3. Crea armonia nella composizione con la tecnica delle diagonali
Per creare armonia tra gli allestimenti delle singole mensole, utilizza la tecnica delle X o delle diagonali. Funziona così: immagina di tracciare una linea diagonale che va da una mensola all’altra (te lo mostro nel video). Agli estremi di quella diagonale inserisci elementi simili (per esempio: due oggetti dello stesso materiale e colore, o due oggetti della stessa forma o colore).
Ora che sai come disporre le mensole in casa, raccontami in un commento, come le utilizzerai?
Vanno messi i tappeti in camera da letto? Un tappeto completa il look della camera, incornicia il letto e aggiunge texture e colore all’ambiente.
Insomma, un tappeto in camera da letto può davvero valorizzare la stanza, ma è bene scegliere con cura le sue dimensioni e la sua posizione. Questi due fattori, infatti, possono alterare visivamente le proporzioni dell’ambiente.
Ecco una mini guida su come posizionare i tappeti in camera da letto.
Come si usano i tappeti in camera da letto?
Dove mettere il tappeto in camera? Questo è il dilemma.
In camera da letto i tappeti possono essere messi principalmente in quattro aree:
Sotto il letto o accanto al letto (ne parliamo nel dettaglio nei prossimi paragrafi).
In una zona lettura o relax. Per questo scopo sono perfetti i tappeti tondi, che si prestano bene a raggruppare gli arredi e i complementi che compongono la zona relax: una o due poltroncine o pouf, un tavolino da caffè e una lampada. In questo caso le accortezze sono principalmente due: – la seduta va collocata al di sopra del tappeto, o interamente o parzialmente;
– il tappeto deve essere abbastanza grande da sbordare abbondantemente davanti alla seduta (se l’area lettura è in un angolo della stanza) o su tutti i lati della seduta (se l’area lettura è in posizione centrale).
Intorno a un’eventuale zona studio composta da sedia e scrivania. Sia il tavolo che la scrivania sono da collocare sul tappeto. Bisogna considerare anche lo spazio di apertura della sedia. Il tappeto deve sempre proseguire anche nello spazio occupato dalla sedia quando è scostata dal tavolo. Insomma, quando sei sedut* alla scrivania, devi avere il tappeto sotto i piedi.
In posizione centrale, nel caso, per esempio, di camerette che richiedono spazi per il gioco. Un tappeto centrale, deve essere lasciato libero, a meno che quell’area non coincida con un’area relax.
Il tappeto che passa sotto il letto va messo sempre in posizione orizzontale, ovvero, perpendicolare rispetto al letto.
Esistono tre modi per posizionare un tappeto sotto il letto (i primi due sono i più valorizzanti):
In ogni caso il tappeto sotto il letto non deve mai essere tanto largo da invadere lo spazio occupato da altri mobili come il comò o l’armadio, ma neanche troppo stretto al punto da non fuoriuscire di mezzo metro o poco meno da ogni lato.
Tra il tappeto sotto il letto e gli altri mobili della stanza (comò, armadio, poltrone…) devono intercorrere sempre almeno 20 – 25 cm di pavimento vuoto.
Tappeti sotto letto: le dimensioni perfette caso per caso
Nell’infografica qui sotto (salvala su Pinterest o fai uno screenshot per non perderla), trovi quali sono le misure consigliate, per ogni letto.
Scendiletto: cosa sono e come si mettono?
Di solito, uno scendiletto rettangolaremisura 80×150, ma esistono scendiletto di svariate forme e dimensioni. Questa tipologia di tappeto funziona molto bene nelle stanze singole, nei casi in cui il letto fiancheggia da un lato una parete.
Tappeti per camera da letto: materiali e colori
Quali sono i materiali e i colori migliori per un tappeto in camera da letto?
A cosa bisogna fare attenzione quando si sceglie? Con cosa si deve abbinare il tappeto?
Colori
Materiali
Se pensiamo allo spazio sotto il letto, c’è solo una cosa che viene subito in mente: polvere. Quali sono, allora, i tappeti che meglio si prestano alla collocazione in camera da letto?
Di certo, il tappeto in camera non ha solo una funzione estetica, ma anche esperienziale. Se lo mettiamo è perché vogliamo appoggiare i nostri piedi freddi su una superficie morbida e calda. Quindi, meglio evitare materiali ruvidi come vinile o juta, perché, anche se sono facili da pulire, ci farebbero perdere la piacevole sensazione tattile.
Tappeti in cotone lavabili in lavatrice
Poggiare i piedi al mattino su un tappeto cotone è molto piacevole. In più, questo materiale naturale, è facile da pulire. Stanno sempre più prendendo piede i tappeti in cotone lavabili in lavatrice. Sono sottili, quindi meglio abbinarli a un sottofondo antiscivolo, ma la comodità di poterli infilare in lavatrice è impagabile.
Tappeti a pelo corto
I tappeti a pelo corto difficilmente si rovinano. La manutenzione è semplice, soprattutto in camera da letto, dove raramente si entra con le scarpe da esterno e il tappeto non è sottoposto a macchie di cibi e bevande. Insomma, le possibilità di sporcare un tappeto in camera sono solitamente poche. Per pulirli basta un’aspirapolvere. Per scoraggiare la proliferazione degli acari, puoi cospargere periodicamente il tappeto di bicarbonato, lasciare in posa e poi aspirare il tutto.
Tappeti a pelo lungo lavabili
Non c’è niente di meglio che iniziare la giornata poggiando i piedi su un morbido tappeto a pelo lungo.
Di queste tre elencate finora, questa è la tipologia dalla manutenzione un po’ più impegnativa. Possono essere puliti a secco o con acqua, così come quelli a pelo corto. L’unica differenza è che serve un po’ di pazienza in più per spazzolarli e aspirarli, in quanto il pelo fitto e lungo tende a nascondere bene lo sporco.
Possono dei televisori di design rivoluzionare il modo di progettare salotti (e non solo)?
Quando è accesa la tv ci informa, ci fa viaggiare, ci fa provare le emozioni più disparate portandoci dentro a storie di persone, di epoche e di mondi inventati. Quando pigiamo sul tasto off, non resta altro che un insulso rettangolo buio: un buco nero poggiato sulla parete del living.
Abbiamo inventato stratagemmi DIY per coprirli con quadri, specchi o arazzi, li abbiamo nascosti sapientemente dietro ante scorrevoli o dentro i mobili, pur di non contaminare il design dei nostri spazi.
Nell’era dell’intelligenza artificiale era ora che anche il design del televisore cambiasse, perché, non so tu, ma io a una piastra nera sul muro, iniziavo a preferire i più romantici modelli degli anni ‘50.
Ecco 3 tv di design che miglioreranno l’aspetto delle nostre case e renderanno più fluida la progettazione dei salotti.
La tv che sembra un quadro: Samsung The Frame
Samsung ha ideatoThe Frame, il televisore che da spento diventa un quadro, estremamente credibile.
Il design è identico a quello di un quadro incorniciato. Il retro del televisore è perfettamente piatto. A parte, c’è la One Connect Box: una scatolina simile a un decoder che si collega alla tv grazie a un cavo trasparente. Serve a gestire la connessione con altri dispositivi e può essere installata fino a 4,90 m di distanza dal televisore.
La tv aderisce alla parete esattamente come una cornice, grazie alla staffa no gap, inclusa nel pacchetto d’acquisto. così come la One Connect Box.
Puoi anche appoggiarla su un piano, sfruttando i piedini a L regolabili (anche quelli li trovi nella confezione del televisore. Questa soluzione può risultare particolarmente comoda se utilizzi spesso la tv anche come monitor per lavorare.
Alla tv si applica una cornice, composta da 4 listelli magnetici, facilissimi da staccare e riattaccare. La cosa bella è che puoi abbinare la cornice al tuo stile d’arredo o alle altre cornici dei quadri che hai in casa. Le cornici sono disponibili in 2 varianti: Modern, semplice e lineare e Beveled, più sofisticata, con gli angoli smussi.
La prima versione è disponibile nei colori bianco, teak (effetto legno) e marrone (effetto legno). Le cornici Beveled, invece, sono disponibili solo per il 55’ e il 65’, nelle varianti rosso mattone o bianco.
Le cornici si acquistano a parte, ma fino al 31 dicembre 2023, se accedi a Samsung Members e acquisti una tv The Frame, ricevi una cornice in omaggio.
La vera protagonista è l’arte. Puoi selezionare l’opera d’arte che meglio si combina al mood della stanza dall’Art Store (la prova gratuita dura ben 3 mesi) e curare la tua personale collezione. Man mano che sviluppi la tua galleria d’arte, l’Art Store ti proporrà in automatico le opere più in linea con i tuoi gusti, come se fossi su Pinterest. In alternativa puoi caricare le tue immagini tramite cavo USB, con l’app SmartThings o inviandole al tv dal cellulare.
Quando selezioni un’opera da utilizzare come quadro quando la tv è spenta, puoi decidere come visualizzarla scegliendo tra ben 7 tipi di passe-partout, in tinte e misure diverse.
Quello che rende estremamente credibile la veste da quadro è il sensore di luminosità. Quando la luce scende in casa, anche la luminosità dello schermo della tv si affievolisce in modo proporzionale.
Come cambia la progettazione di un salotto grazie alla tv quadro?
La tv freestanding che ti segue in casa: Samsung The Serif
Una tv con le gambe, dal design incantevole e facile da spostare, girare, avvicinare, a seconda delle tue esigenze. Non parlo della tv del futuro, ma di un televisore che esiste già da un po’, ideato dai celeberrimi fratelli Bouroullec (ti ho già parlato di loro a proposito della sedia Osso).
The Serif è un vero e proprio capolavoro, che rende dinamico e mobile il ruolo del televisore in casa.
Il profilo a Itrasforma i bordi orizzontali in piccoli ripiani e azzera la necessità dei piedini d’appoggio, se si vuole collocare il tv a diretto contatto con un mobile.
Il retro del televisore è rifinito e segue il design della cornice. Questo dettaglio permette di liberare il televisore dalla parete di fondo, perché da qualsiasi punto di vista si osservi, risulta sempre curato e interessante. Ecco perché puoi collocarlo anche in un punto centrale dello spazio, su un mobile o sull’apposito stand.
Lo stand è essenziale e discreto: consiste in due gambe a V, tenute insieme da una staffa della stessa dimensione del televisore. Puoi spostare la tv in tutte le stanze della casa in un attimo, senza neanche doverti preoccupare di avere un piano d’appoggio. Allo stesso tempo, lo stand è facilissimo da sganciare dal tv, se questa si vuole spostare su un mobile (per esempio utilizzando la tv come monitor extra sulla scrivania).
Nessun riflesso sullo schermo, The Serif ha un display ultra opaco, che azzera il riverbero della luce.
L’ Ambient Mode si attiva quando la tv è in standby. Sullo schermo compare uno dei pattern minimali e delicati firmati dai fratelli Bouroullec. La luminosità dello schermo segue la quantità di luce presente nella stanza.
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Come cambia la progettazione di un salotto grazie alla tv The Serif?
The Serif è perfettamente in linea con l’attuale metamorfosi dell’abitare.
Negli ultimi anni, il modo di concepire gli spazi domestici è cambiato e volge sempre di più verso il desiderio di spazi fluidi, dinamici e multifunzionali.
Gli arredi facili da spostare, da dedicare a nuove funzioni e da trasformare sono sempre più richiesti. Una tv che segue i passi di chi la casa la vive, in totale libertà, è la risposta al bisogno di abitare in modo dinamico e sempre nuovo.
In molti casi, una tv freestanding può azzerare la necessità di più televisori in casa.
In più, permette di progettare il living in piena libertà, direzionando il divano e le sedute extra in modo tale che si guardino tra loro, rivolte verso altri ambienti della casa o verso una vista esterna e non verso un muro.
Una vera e propria rivoluzione.
Tv invisibile: il proiettore Samsung The Freestyle
The Freestyle non è un semplice proiettore, ma una vera e propria Smart Tv.
Il display? Una parete o il soffitto.
Non occupa spazio, ha un design moderno e pulito e puoi portarlo anche in giardino o in terrazza.
Ha le funzioni di una Smart TV, compattate nello spazio di un proiettore. Lo accendi (è dotato di telecomando a energia solare) e lo punti verso la superficie su cui vuoi guardare la tv. Lui individua l’area su cui proiettare, regolando automaticamente il fuoco e l’inclinazione delle immagini. Puoi decidere quanto spazio dedicare alla proiezione: hai a disposizione un range che va dai 30 ai 100 pollici (praticamente uno schermo cinematografico).
Puoi portarlo con te anche dove non c’è corrente (in giardino, in terrazza, in viaggio) collegando The Freestyle a un caricatore portatile.
L’audio, di eccellente qualità, si diffonde a 360° per rendere immersiva l’esperienza.
Come cambia la progettazione del living con una tv invisibile?
La tv c’è, ma non si vede. Lo sfondo su cui proiettare può essere una parete vuota, il soffitto o uno schermo per proiettore avvolgibile. The Freestyleti permette di ottenere uno schermo delle dimensioni che desideri, ovunque tu sia.
Nella progettazione di un living con proiettore anziché tv, è necessario considerare quale superficie andrà a ospitare lo schermo virtuale.
Quando è il soffitto a diventare tv, sono necessarie sedute ampie e soffici: divani su cui sdraiarsi, un tappeto morbido, cuscini da terra e pouf beanbag.
Se è una parete a diventare schermo, la progettazione del living resta identica a quella tradizionale con il vantaggio di poter beneficiare di uno spazio vuoto, utile a dare respiro allo sguardo. La necessità di lasciare una parete (o una porzione di essa) libera da ingombri, permette di aggiungere qualche elemento (arredi o complementi) in più sul pavimento.
Gli schermi avvolgibili possono mimetizzarsi nell’angolo tra soffitto e parete. Al di sotto degli schermi puoi allestire una galleria di quadri, che scompare quando il telo scende giù.
Sono i televisori di design come questi a far riflettere su quanto la combinazione di tecnologia ed estetica, rappresenti un incredibile miglioramento per le nostre vite e per le nostre case, sotto tutti i punti di vista.
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Quali lampade usare in casa? La percezione dell’ambiente cambia drasticamente con l’illuminazione giusta.
Ogni stanza può diventare più accogliente, funzionale e dinamica grazie a un uso strategico della luce artificiale. La luce può, inoltre, contribuire a conferire a uno spazio una funzione riconoscibile e ben definita.
Dimentica il classico punto luce a centro stanza, come unica fonte luminosa. Per illuminare come si deve una stanza sono necessari da 3 a 9 punti luce, a seconda delle sue dimensioni, delle sue funzioni e delle sue peculiarità.
Vediamo, tipologia per tipologia, quali lampade usare in casa e come farlo al meglio.
Che tipi di luce usare in casa?
Ogni ambiente dovrebbe avere uno o più punti luce in grado di illuminare tutta la stanza in modo sufficiente con una luce diffusa. Si tratta della principale fonte di luce della stanza (illuminazione generale).
All’illuminazione generale, si aggiungono le luci funzionali che hanno il compito di illuminare delle aree in cui è necessario avere una luce puntuale. È il caso del tavolo da pranzo, dell’angolo lettura, ma anche delle luci sull’area di lavoro in cucina e alla scrivania.
A queste due tipologie si sommano le luci d’arredo e le luci puntuali, quelle preposte a creare atmosfera o a valorizzare particolari elementi architettonici.
Perché un solo punto luce per stanza non basta?
Funzionalità, estetica e flessibilità: sono questi gli aspetti che rendono indispensabile avere più di un punto luce in ogni stanza della casa.
A ogni attività, la sua luce
Le diverse attività che svolgi in ogni stanza necessitano di livelli di illuminazione diversi.
Pensa alla luce sullo specchio in bagno: se non è brillante e bianca non riuscirai a curare al 100% la pulizia, il make up o la rasatura della barba. Certo, sul comodino, la stessa luce intensa e bianca (o peggio, fredda) non ti aiuterebbe a prendere sonno. Ecco perché punti luce diversi permettono di regolare l’intensità dell’illuminazione in base alle tue esigenze specifiche.
Il lato estetico ed emozionale della luce
I punti luce multipli consentono di creare atmosfere diverse nella stessa stanza. Le lampade più scenografiche possono catturare lo sguardo e rendere una parete o una particolare vista, davvero indimenticabile. Insomma, una bella lampada, collocata nel punto giusto può diventare il punto focale della stanza.
Illuminazione uniforme
Con un unico punto luce nella stanza, si creano inevitabilmente delle ombre, prodotte da alcuni elementi presenti nella stanza. Aggiungendo altri punti luce, puoi contribuire a schiarire o eliminare del tutto queste ombre, migliorando nettamente la luminosità della stanza.
Risparmio energetico
Quando hai un unico punto luce non puoi decidere di illuminare solo un angolino della stanza. Al contrario, se hai un controllo separato sui vari punti luce, puoi spegnere le luci non necessarie e tenere accesa solo la luce che ti serve. In questo modo puoi risparmiare energia elettrica.
Questo è particolarmente importante per ridurre sia il consumo energetico che l’impatto ambientale.
Quali lampade usare in casa? Le varie tipologie
Mescolare diverse tipologie di lampade aiuta a definire l’atmosfera di un ambiente e a renderlo speciale e vibrante.
Anche il design delle lampade ha una forte influenza sul mood della tua casa.
L’ideale è creare dei “livelli” collocando i punti luce ad altezze diverse per illuminare le aree in cui si svolgono abitualmente le diverse attività in casa.
Ogni punto luce va, dunque scelto tenendo conto sia del tipo di luce prodotta sia dell’aspetto estetico della lampada.
Illuminazione a soffitto
I punti luce a soffitto sono i più utilizzati nel contesto dell’illuminazione generale.
Le lampade a sospensione hanno uno o più corpi illuminanti che fluttuano nello spazio grazie al cavo elettrico. Le lampade a sospensione rappresentano una delle soluzioni attualmente più utilizzate per l’illuminazione generale e trovano largo impego soprattutto nella zona giorno.
Sia sul tavolo che sull’isola della cucina, le lampade a sospensione sono utilizzate per fornire la giusta luce a questi spazi, in cui è fondamentale avere una buona visibilità del cibo. In entrambi i casi, a seconda della forma e della lunghezza degli arredi sottostanti, la lampada a sospensione può avere uno o più punti luce.
In più, sono sempre più spesso usate al di sopra dei comodini in camera da letto.
Le lampade a sospensione possono essere dotate di paralume, ma in molti casi questo non è presente e la lampadina viene lasciata a vista, direttamente attaccata al bulbo, o incassata al suo interno.
La forma della lampada e la tipologia del paralume (se questo è presente) influenzano il cono luminoso, rendendo la luce più o meno diffusa e più o meno direzionata verso un punto in particolare. Non solo: anche la distanza tra il piano da illuminare e il corpo illuminante fa la differenza.
Di solito è bene lasciare circa 60 cm tra la lampada a sospensione e il piano sottostante, ma può scendere a 40 se si tratta dell’illuminazione del comodino.
Quindi alcune lampade a sospensione sono adatte anche all’illuminazione generale, altre funzionano meglio per l’illuminazione funzionale.
Se vuoi illuminare tutta la stanza con qualcosa che assomigli a una lampada a sospensione, quello che cerchi è un lampadario.
Un tempo, anziché le lampadine, gli chandelier sorreggevano una serie di candele. Essendo ricco di punti luce, il lampadario è adatto a fornire l’illuminazione sufficiente per un intero ambiente.
Il lampadario si può utilizzare anche al di sopra del tavolo da pranzo, avendo cura di selezionare un modello e una misura in grado di creare un gioco di proporzioni bilanciato con il tavolo.
Quando lo chandelier è utilizzato come luce ambientale, è bene che sotto di esso ci siano almeno 200 – 210 cm di vuoto, così da rendere possibile il transito sotto di esso.
Hai un soffitto basso? Forse non è il caso di scegliere uno chandelier, puoi puntare sui faretti, sulle plafoniere e sulle strisce LED.
I faretti sono corpi illuminanti di piccole dimensioni, privi di cavo di sospensione, che si installano a soffitto (ma anche a parete).
Esistono sia faretti singoli che faretti multipli. Questi ultimi sono tenuti insieme da una placca lineare o circolare che si fissa al soffitto.
I corpi illuminanti possono essere sia fissi che mobili.
I faretti funzionano molto bene sia per l’illuminazione generale che per quella puntuale. In particolare, i faretti regolabili danno la possibilità di orientare i flussi luminosi in diverse direzioni, così da ottimizzare la distribuzione della luce.
Plafoniera
Le plafoniere si attaccano direttamente al soffitto, così da mantenere il punto luce in una posizione di massima altezza.
La plafoniera torna molto utile nei pressi di armadi o porte, che aprendosi andrebbero a urtare contro una lampada a sospensione o un lampadario.
Pertanto, sono spesso collocate all’ingresso, lungo i corridoi, in serie da due o più doppioni, nei bagni e nelle cabine armadio.
Per illuminare al meglio un ambiente, è sempre meglio aggiungere alla plafoniera lampade extra: da tavolo, da terra o da parete.
Strisce LED
Negli ambienti super moderni o ultra essenziali, le strisce LED sono la scelta estetica più azzeccata. Si incassano nel controsoffitto e hanno un ottimo potere illuminante.
Le strisce LED sono ideali in bagno, in cucina (anche come luci funzionali sul piano di lavoro) e in tutte quelle aree che necessitano di un’alta luminosità.
Alle buone prestazioni tecniche, si aggiunge anche l’aspetto decorativo. Le strisce LED possono essere utilizzate per creare dei veri e propri percorsi di luce, non solo sul soffitto.
Molto spesso sono usate per accompagnare l’attraversamento dei corridoi o per evidenziare particolari dettagli architettonici.
Lampade da parete
Le lampade da parete sono utilissime sia per creare atmosferaattraverso una luce morbida e accogliente, sia per aggiungere fonti luminose in zone in cui si svolgono particolari attività.
Le applique (così si chiamano le lampade da parete), non sono solo corpi statici. Le lampade da parete a braccio, infatti, sono appunto dotate di un braccio, regolabile e talvolta estensibile, che risulta praticissimo nell’angolo lettura e vicino alla scrivania.
Oltre all’aspetto funzionale, le applique hanno dei super poteri estetici.
Due lampade da parete in coppia, possono incorniciare gli arredi più importanti come la scrivania, il divano o il letto o il lavabo del bagno, creando simmetrie intriganti e contribuendo a delimitare visivamente gli spazi.
Esistono applique per quadri in grado di porre l’accento sulle opere d’arte appese al muro con una luce puntuale. Si installano a pochi cm di distanza dalla cornice e si illuminano tramite LED o lampadine affusolate (di solito con attacco E14) nascoste sotto la struttura lineare dell’applique.
Lampade da tavolo
Le lampade da tavolo possono essere collocate sugli arredi accessori e sui ripiani: scrivanie, console, tavolini da caffè, comodini, mobili TV, ma anche scaffali e mensole.
Per scegliere la giusta lampada da tavolo è necessario fare attenzione ai seguenti fattori.
Altezza complessiva della lampada. Non deve essere sproporzionata rispetto all’altezza del mobile che la ospita. Più il mobile è lungo più puoi osare con una lampada alta.
Larghezza del paralume. Sarebbe meglio non occupasse i 2/3 del piano d’appoggio.
Tipo di luce emessa, in base al paralume. A seconda del materiale e la forma del paralume una lampada da tavolo può generare una luce più o meno soffusa, diretta o indiretta.
Lampade da terra
Poggiano direttamente sul pavimento e si sviluppano, in genere, in altezza. Il punto luce si trova in una posizione medio bassa o medio alta. Le lampade da terra sono perfette da posizionare accanto a una seduta, proprio per la loro altezza. Ecco perché questo tipo di lampada non può mai mancare vicino al divano o nell’angolo lettura (spazio permettendo, altrimenti si può ripiegare sulle lampade da parete con braccio).
Quelle regolabili, o dotate di bracci estensibili, sono molto pratiche anche vicino alla scrivania o nella zona hobby, perché la luce può essere orientata a seconda delle proprie esigenze.
C’è una particolare tipologia di lampada da terra che può addirittura sostituire una lampada a sospensione. Si tratta delle lampade da terra ad arco. La più celebre è di certo Arco, l’iconica lampada disegnata da Achille Castiglioni distribuita da Flos.
La peculiarità di questa tipologia di lampade da terra è la struttura arcuata che può avere un raggio anche molto ampio. Quando non c’è la possibilità di installare una lampada a sospensione dove serve (sul tavolo da pranzo, al centro del soggiorno o in studio, quando la scrivania è centrale) si può usare una lampada da terra ad arco per creare un punto luce alto che genera un’illuminazione ambientale.
Luce calda o luce fredda?
Questo è il dilemma. Non è questione di gusti, nessuno vuole sdraiarsi in un salotto illuminato come un ambulatorio dentistico.
Sarò chiara, anzi, categorica. Per creare un ambiente accogliente è necessario scegliere una luce bianca calda. Per essere più tecnici, la temperatura del colore giusta per un ambiente domestico va tra i 2700 e i 3000K. In bagno e nelle aree di lavoro, in cui è necessaria un’eccellente visibilità, meglio orientarsi sui 3000 K.
Se stai pensando che le luci calde alterino i colori in casa, sappi che non è così. La variazione dei colori non dipende dalla temperatura della luce, ma da un altro fattore:l’indice di resa cromatica (CRI o IRC). L’IRC si misura su una scala che va da 1 a 100. Per avere una riproduzione fedele dei colori degli elementi d’arredo, è bene selezionare delle luci con CRI a partire da 90 in su.
Come aggiungere un punto luce senza fili e senza rompere?
Io non so perché siano ancora così introvabili: le trovo geniali e super comode. Bisogna però fare attenzione alle dimensioni del paralume e all’attacco della lampada. Spesso queste lampadine sono un po’ più grandi delle lampadine classiche.
Come nascondere i fili delle lampade?
I fili in casa sono sempre tanti e quando si accumulano in un punto trasmettono subito una sensazione di mancanza di cura e disordine.
La buona notizia è che esistono lampade wireless, alimentate a batteria o tramite una connessione wireless. Quindi, se cerchi online una nuova lampada per la tua casa, assicurati di aggiungere la parola “wireless” o “senza cavi” sulla barra di ricerca di Google.
Nelle situazioni più classiche, invece, si possono mettere in atto varie soluzioni per nascondere i cavi di lampade da tavolo, applique e lampade da parete. Eccone alcune.
I fili delle applique e delle lampade da terra vicine a una parete possono essere colorati con la stessa vernice della parete, in modo tale da mimetizzarli e farli notare meno. In questo caso, è fondamentale condurli ordinatamente sulla parete tramite dei semplici fermacavi. Se scegli questa soluzione, dipingi anche i fermacavi oltre al cavo elettrico.
I fili delle lampade da terra, sono più difficili da nascondere, perché spesso queste sono dislocate rispetto alla presa di corrente e i cavi attraversano una porzione della stanza. Se c’è un tappeto nei paraggi, puoi sfruttare la sua presenza per far passare i cavi sotto di esso, a meno che questo non sia particolarmente sottile. La soluzione ideale è sostituire il classico cavo nero con un cavo di un colore simile alle superfici circostanti, in modo da camuffarlo. In commercio ormai esistono cavi elettrici colorati, disponibili nei materiali più disparati.
Nascondi i cavi dietro i mobili, quando possibile. Puoi utilizzare morsetti e fermacavi per tenere i fili elettrici a posto. Se i cavi sono tanti, puoi fissare una ciabatta sul retro del mobile con del nastro biadesivo, in modo che prese e fili non si vedano neanche al di sotto del mobile. Assicurati che i cavi non siano schiacciati o piegati e che siano in sicurezza.
Non hai modo di nascondere il cavo? Rendilo unico e affascinante con il fai da te. La mia soluzione preferita è quella contenuta in questo progetto fai da te di Casa Facile.
Ora che sai tutto su quali lampade usare in casa, quale sarà la prima lampada che aggiungerai nei tuoi spazi? Fammelo sapere in un commento qui sotto.
Come scegliere i tappeti per il salotto? Come si fa ad abbinare tappeto e divano? Forma, colore, pattern, dimensioni… scegliere il tappeto del living è tutt’altro che facile.
Ecco una guida pratica per trovare il tappeto più adatto al tuo salotto, sia per stile che per funzionalità, che per forma.
Il tappeto va sempre sotto al divano, completamente o almeno parzialmente. Questo perché una delle funzioni del divano è quella di delimitare uno spazio in base alla sua funzione. Nel living, il tappeto mette insieme divano, poltrone, pouf e tavolini da caffè, facendoli apparire connessi tra loro e non collocati casualmente all’interno dello spazio.
Questo concetto è racchiuso molto bene dalla definizione anglosassone “area rug”, il termine usato per chiamare i tappeti grandi da salotto. Letteralmente, potremmo tradurre “area rug” con “tappeto di zona”, proprio perché questi tappeti, con la loro presenza tracciano un’area ben definita nel living.
L’errore frequente da evitare
Come posizionare il tappeto se il divano è angolare?
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La regola è sempre la stessa: il tappeto può sbordare di 20 cm o più sul retro e sui lati del divano oppure può fuoriuscire solo lateralmente e protrarsi sotto il divano parzialmente.
In ogni caso il tappeto deve andare almeno a filo del lato esterno della chaise longue. Si può fare eccezione solo in presenza di un tappeto tondo (te ne parlo meglio nel secondo punto del prossimo paragrafo).
Quando usare un tappeto rotondo in salotto?
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Un grande tappeto rotondo da salotto, torna particolarmente utile nei seguenti casi.
Rendere fluido l’ambiente. Quando il living non è orientato verso un punto focale (come camino o tv), ma si vuole concentrare l’attenzione su quello che succede proprio all’interno del salotto (per esempio, l’interazione tra persone e la conversazione). Questa soluzione valorizza le relazioni nei salotti in cui ospitare persone nuove è un’abitudine, ma anche negli spazi di co-working o nelle hall degli hotel.
Addolcire un living con divano angolare. La forma sinuosa del tappeto rotondo va a controbilanciare anche i divani più spigolosi. Per un risultato soddisfacente è bene tenere conto delle misure: il diametro deve superare la lunghezza del divano e il tappeto deve estendersi anche sotto le sedute (chaise longue inclusa), per metà o due terzi o almeno un quarto della loro profondità .
Assecondare le forme di un divano curvo. Abbinati con un divano a fagiolo o, in generale, con un divano curvo curvo, i tappeti rotondi si comportano come una naturale estensione della seduta, disegnando un’area morbida e sinuosa in cui rilassarsi.
Indirizzare il living verso un’altra direzione (quando manca lo spazio davanti al divano). Di solito le sedute extra e il tavolino da caffè si trovano davanti al divano, ma come si fa quando lo spazio di fronte al divano è davvero poco? Un tappeto tondo, posizionato in maniera strategica, può far sì che il living si estenda lateralmente, piuttosto che frontalmente. Quindi si possono posizionare sedute extra e tavolini sul tappeto, lateralmente.
Dal punto di vista cromatico, si può scegliere sia di usare una palette monocromatica o composta da colori simili oppure di puntare tutto sul contrasto. Quando scegliamo di usare lo stesso colore o due colori simili per divano e tappeto, stiamo dando più importanza alle tinte (e alle sensazioni che queste trasmettono) piuttosto che ai singoli elementi d’arredo.
Se scegliamo due colori in contrasto, magari complementari (per esempio divano rosa e tappeto verde o divano cammello e tappeto ottanio) mettiamo in primo piano, non solo il magnetico gioco di tinte, ma anche i singoli elementi (il divano e il tappeto).
Abbinare tappeto e divano in base a materiali e fantasie
Parlando di fantasie, textures e materiali, quando divano e tappeto non sono in accordo, ma in contrasto si esaltano a vicenda.
Divano a fantasia (tessuto a righe, a fiori, pied de poule): potrebbe essere saggio abbinare un tappeto a tinta unita. Se, però, vuoi osare in questo reel ti spiego come abbinare due fantasie tra loro.
Divano in pelle: essendo la pelle un tessuto “freddo”, si sposa bene con i soffici tappeti Shaggy (a pelo lungo). Essendo la pelle un materiale liscio, crea un contrasto interessante con i tappeti ruvidi e texturizzati, come i tappeti in lana intrecciata con le trame in rilievo. Per movimentare il divano in pelle si può optare anche per un tappeto con un pattern geometrico.
Divano in velluto: sono molto versatili negli abbinamenti. Se vuoi creare un ambiente soave e romantico, puntando tutto sulla morbidezza, puoi scegliere un tappeto a pelo lungo. In alternativa, puoi abbinare al divano di velluto un tappeto a pelo corto, a fantasia o monocromatico, a seconda dello stile che vuoi creare.
Divano in tessuto: i divani in tessuto sono in assoluto i più facili da abbinare. Stanno benissimo sia con i tappeti a pelo lungo che con quelli a pelo corto e persino con i tappeti in iuta.
Tappeti per il salotto: guida agli stili
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Il tappeto del living è un elemento di forte impatto che contribuisce a definire il tuo stile personale. A seconda del “sapore” che vuoi dare al tuo ambiente, puoi prendere ispirazione dai principali stili d’arredo e divertirti a mescolarli tra loro e con altri elementi che ti piacciono (qui ti spiego meglio cosa significa trovare il tuo stile personale).
Vediamo quali sono i tappeti più rappresentativi, per ogni stile.
Tappeti per il salotto: stile scandinavo
Tappeti per il salotto: stile Bohemièn
Tappeti per un salotto in stile rustico moderno o rustico chic
Tappeti per il salotto: stile contemporaneo
Tappeti per un salotto antico e moderno
Tappeti per il salotto lavabili: i casi in cui sono indispensabili
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Tenere pulito un tappeto può essere davvero difficile e frustrante. Un tappeto sporco perde tutta la sua bellezza e, piuttosto che valorizzare, tende a far apparire l’ambiente trasandato. Su questo blog trovi un articolo tutto dedicato acome lavare i tappeti in casa con i metodi e i prodotti che ho testato in prima persona.
Quando il living è a pochi passi dalla porta di ingresso o da una portafinestra che si apre su un terrazzo, su un balcone scoperto, su un cortile o su un giardino. Il passaggio dall’esterno all’interno espone il tappeto a un’alta probabilità di sporcarsi facilmente.
In una casa con bambini e/o animali, che amano giocare in libertà. Un tappeto lavabile in lavatrice in questi casi è comodissimo!
Esistono tappeti ignifughi da mettere davanti al camino?
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Avere un bel tappeto sotto il divano, davanti al caminetto, rende ancora più suggestiva la magia del focolare; ma è sicuro sistemare un tappeto vicino al camino o rischia di incendiarsi?
Non sono consigliati i tappeti sintetici (nylon, poliestere, ecc.): si infiammano molto più facilmente rispetto a quelli naturali.
Vanno bene i tappeti in lana. Di tutte le fibre tessili, la lana è quella che ha una temperatura di combustione più alta , ovvero 600 gradi,(fonte Ecolab) e, quindi, si accende difficilmente e tende a propagare poco la fiamma.
Sai che esistono anche dei tappetini ignifughi per salvaguardare la porzione di pavimento davanti al camino? Sono in pelle o in materiali tecnici e prevengono i danni causati dalle scintille.
Ora che sai tutto su come scegliere i tappeti per il salotto, non ti resta che prendere le misure e iniziare la ricerca online o nei negozi fisici.
Si può mettere la carta da parati in bagno e in cucina? Se sei fan della carta da parati ti sarai fatt* questa domanda almeno una volta.
Spoiler: la risposta generica è sì e questo è un altro dei motivi per cui bagno e cucina hanno definitivamente perso l’accezione esclusiva di ambienti di servizio.
Con una carta da parati adatta e una posa ad hoc, la cucina e il bagno possono fare sfoggio di meravigliose fantasie dall’alto potere decorativo, in grado di rendere questi ambienti unici e personali.
Questa soluzione decorativa è perfetta per dare carattere a un bagno piccolo, anche se cieco o per rinnovare una cucina un po’ datata.
I materiali migliori per le carte da parati in bagno e cucina
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Le carte da parati non sono tutte uguali: alcuni materiali sono più indicati per la cucina e il bagno, altri meno, altri ancora risultano del tutto inadatti.
Sai bene quanto la cucina e il bagno siano le stanze più soggette a umidità e calore e, uno dei metodi per rimuovere una carta da parati indesiderata è proprio quello di bagnarla con dell’acqua calda.
Questo significa che in ogni caso la carta da parati si staccherà?No, significa che le scelte superficiali sono bandite.
I fattori a cui prestare attenzione nella scelta della carta da parati per bagno o cucina sono fondamentalmente due:
resistenza all’acqua;
resistenza al calore.
A seconda delle zone specifiche da rivestire potrebbe bastare una carta da parati soltanto lavabile o potremmo aver bisogno di una carta da parati impermeabile. Dal punto di vista della resistenza al calore, è chiaro che una zona che riceve solo qualche schizzo di acqua calda, non ha bisogno di un materiale ignifugo, al contrario, per esempio, di un’area a stretto contatto con il calore, come il retro cucina.
Per farla breve, le carte da parati più adatte per bagno e cucina sono:
carta da parati in tessuto non tessuto;
carta da parati vinilica;
carta da parati in fibra di vetro.
Tuttavia, non tutti e tre i materiali sono idonei per essere posati nella doccia o dietro i fuochi.
Carta da parati in TNT (tessuto non tessuto)
La carta da parati in tnt è costituita da fibre sintetiche che non sono tessute in maniera ordinata. Si chiama tessuto non tessuto perché al tatto ricorda un tessuto, ma il processo di tessitura non è quello classico.
La carta da parati in tessuto non tessuto contiene resina ed è lavabile e idrorepellente, ma non del tutto impermeabile.
Resiste al calore (bassa infiammabilità) e allo sfregamento.
In bagno e in cucina può essere utilizzata nelle aree meno soggette al contatto con l’acqua e il calore. È meglio selezionare una grammatura piuttosto spessa e utilizzare una colla forte.
È adatta per:
pareti che non siano a contatto con calore e getti d’acqua;
la porzione di muro sopra alle mattonelle.
Non è adatta per:
paraschizzi in cucina (a meno che non venga trattata con apposita resina vetrificante).
rivestimento doccia o vasca;
parete dietro al lavabo.
Carta da parati vinilica
La carta da parati vinilica è formata da carta o tnt e pvc stratificati. Il primo strato costituisce (di solito) la parte su cui è stampata la fantasia, mentre il pvc ha il compito di consolidare questo tipo di carta da parati. Esistono anche carte viniliche in cui la stampa è effettuata direttamente sul pvc.
Questa tipologia di carta da parati è resistente, impermeabile, sfregabile, lavabile e dotata di un basso grado di infiammabilità. Può essere incollata anche al di sopra di un rivestimento in piastrelle (evitando così seccanti demolizioni) purché le fughe siano prima livellate con cura.
Quindi, la carta da parati vinilica è ideale per la cucina e il bagno.
In questi ambienti più che negli altri è consigliabile dedicare particolare attenzione alla scelta della colla e all’isolamento di angoli e fessure con prodotti specifici.
È adatta per:
dietro il lavabo in bagno e in cucina;
la porzione di muro dietro i sanitari.
Non è adatta per:
rivestire una doccia o una vasca attaccata al muro;
area dietro i fuochi (anche se è a bassa infiammabilità, il calore potrebbe farla staccare).
Carta da parati in fibra di vetro
La carta da parati in fibra di vetro è la più resistente a vapore, acqua e calore.
È realizzata mediante la tessitura di un filato ricavato dal vetro fuso e protetta da uno strato di resina trasparente.
Mantiene i vantaggi del vetro pur essendo sottile e flessibile al punto da essere venduta in rotoli.
Si può applicare sulle piastrelle preesistenti, dopo aver livellato le fughe.
La carta da parati in fibra di vetro è ignifuga, impermeabile, atossica e inalterabile dagli agenti chimici (resta da evitare la pulizia a base di acidi) e comunque lavabile, idrorepellente, resistente allo sfregamento e agli urti. È idonea anche per rivestire superfici esterne.
La fibra di vetro può essere sia bianca, da verniciare, che stampata. La versione verniciabile può essere ritinteggiata più e più volte. In ogni caso, le proprietà dell’uno e dell’altro tipo, sono uguali.
È adatta per:
tutte le pareti del bagno e della cucina;
paraschizzi (anche dietro i fuochi);
parete della doccia e della vasca;
dietro i sanitari.
Carta da parati adesiva: pro e contro
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Quando si cerca su Google qualcosa come “carta da parati per cucina” o “carta da parati per il bagno”, molti risultati sono correlati a prodotti adesivi, di facile installazione, anche attraverso il fai da te.
Come ti ricordo spesso nei contenuti su Instagram, non tutti i prodotti che il motore di ricerca propone equivalgono a una scelta saggia.
La carta da parati adesiva è venduta di solito in rotoli di carta o tessuto non tessuto oppure sottoforma di piastrelle in vinile.
Pro:
economica;
lavabile;
in molti casi è riposizionabile;
facile da rimuovere, senza danneggiare il supporto di base;
ideale per gli interventi di home staging;
non serve per forza un posatore professionista.
Contro:
non è sempre facilissima da applicare;
quella in tnt non può essere applicata sulle piastrelle;
sensibilità agli agenti chimici;
non è idonea per la parete della doccia e per il paraschizzi;
non è impermeabile, nè ignifuga.
Idee per utilizzare la carta da parati in bagno
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Quando si tratta di rivestire il bagno con la carta da parati, ci sono varie combinazioni per farlo. Le fantasie sono in grado di apportare fascino e prestigio all’ambiente.
Si può applicare la carta su un’intera parete o combinare mattonelle e carta oppure boiserie e carta o anche pittura microcemento e carta.
Idee per utilizzare la carta da parati in cucina
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In cucina, la carta da parati può essere usata per rendere più accattivante la parete su cui si affaccia il tavolo o una credenza accessoria (e in questo caso, quella in TNT va già benissimo), oppure per le aree retrostanti la cucina (e, quindi, serve necessariamente la fibra di vetro).
Come abbinare piastrelle e carta da parati?
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Se hai intenzione di aggiungere la carta da parati su una parete parzialmente piastrellata, allora ti chiederai come abbinare le piastrelle alla fantasia della carta da parati.
In generale:
Una fantasia grande è più indicata per pareti grandi.
Una fantasia piccola è perfetta per le pareti piccole.
Bisogna tenere conto sia delle piastrelle sulle pareti, che del rivestimento a pavimento.
È bene che i rivestimenti preesistenti siano tutti in armonia con la carta da parati. Come si fa?
Dal punto di vista cromatico, si può scegliere un colore guida che si ripete, in diverse proporzioni su tutti e tre i rivestimenti oppure solo sulle piastrelle a parete e sulla carta da parati.
Per le grandezze, se la griglia delle piastrelle è a maglia stretta, si può optare per una fantasia più grande per la carta da parati, viceversa, se le piastrelle sono larghe, il motivo della carta da parati può essere piccolo.
Se le piastrelle hanno una fantasia o un pattern, è bene scegliere un motivo di carta da parati che contrasti con quello delle piastrelle. Per esempio, se le piastrelle hanno un pattern geometrico, la carta da parati può presentare un motivo più morbido e sinuoso (ad esempio floreale o astratto).
Un esempio pratico di abbinamento di pavimento, piastrelle a parete e carta da parati
Come installare la carta da parati da soli?
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Sappi che sono a favore del fai da te, ma quando si tratta dei rivestimenti di bagni e cucine, la mano di un professionista fa davvero la differenza.
Oltre alla posa della carta sono da considerare la preparazione dei supporti e l’isolamento delle giunture, nel caso delle aree più soggette agli effetti dell’acqua. Stuccare le piastrelle del bagno, non è un’operazione alla portata di tutti.
Inoltre, installare la carta da parati è un lavoro che richiede una buona dose di pazienza e precisione.
Se in cuor tuo sai di avere tutte le carte in regola per mettere la carta da parati in totale autonomia, ecco qualche dritta da seguire.
Scegliere i prodotti giusti
La stesura “comincia” a partire dall’acquisto. Se compri i rotoli di carta da parati in un negozio fisico, tieni d’occhio il numero di lotto presente sulla confezione. È bene scegliere rotoli appartenenti allo stesso lotto, affinché il disegno si formi in modo ottimale sulla parete.
Anche la colla va selezionata con cura:
per carta da parati in tessuto non tessuto, colla vinilica in pasta;
per carta da parati in vinile, colla in polvere;
per carta da parati in fibra di vetro, colla specifica a presa forte.
2. Come deve essere una parete prima di mettere la carta da parati?
La parete di fondo deve essere perfettamente liscia e livellata prima di applicare la carta da parati.
Non si può stendere la carta da parati su un muro ruvido, sporco, con crepe o bagnato (anche se esistono fogli e pannelli da usare come base in caso di pareti umide).
Non si può applicare la carta da parati su pareti su cui è stato applicato uno smalto lucido. È prima necessario carteggiare.
Anche quando le pareti sono nuove di zecca e intatte, è sempre meglio dare una spolverata.
Altro importante step è rimuovere le mascherine delle prese, dello scarico (nel caso del bagno) e del sifone (se necessario).
A questo punto, trova una porzione di pavimento libera e ricomponi il disegno a terra, avvicinando i rotoli. Tieni a portata di mano anche le istruzioni all’interno dei rotoli, contengono sempre informazioni preziose.
Con una livella a bolle, traccia sul muro delle righe verticali, corrispondenti alla larghezza di ogni rotolo. In questo modo avrai chiaro dove applicare ogni telo. Considera però che il primo e l’ultimo telo dovranno sbordare lateralmente di 5 cm oltre l’angolo. In questo modo, potrai rifinire liberamente lo spigolo, con il taglierino, anche se la parete non è perfettamente dritta o perpendicolare al soffitto.
Se la carta da parati occuperà solo una porzione di parete, traccia quella porzione a matita sul muro, così sarà più facile non uscire dai limiti con la colla.
3. Applicare la carta un telo alla volta
Dopo aver preparato la colla, seguendo le istruzioni sul prodotto, si può procedere alla stesura, un po’ alla volta. La cosa migliore da fare è stendere la colla fino alla prima linea di delimitazione e poi applicare la carta e ricominciare. È necessario stendere la colla uniformemente, da sinistra a destra, dall’alto verso il basso, senza tralasciare i bordi.
Per essere cert* di non aver tralasciato nessun punto, guarda in controluce la parete.
Posiziona il telo sulla colla e poi lascialo scorrere spingendolo dolcemente, fino ad allineare il disegno con il telo successivo.
Una volta posizionato il telo usa una spatola da tappezziere per eliminare tutte le bolle.
Nei punti in cui ci sono le prese, una volta steso il telo, si può creare un taglio a forma di x e piegare ogni lembo triangolare verso l’interno (dopo aver tolto la corrente). In alternativa si può tracciare il contorno del rettangolo spingendo con un dito, e poi ritagliare il perimetro con un taglierino.
Alla fine, potrai munirti di pazienza e tagliare gli eccessi di carta con il taglierino.
Finora la questione della carta da parati in bagno e cucina è sempre stata un po’ un tabù. Come vedi, con le giuste scelte di materiali e un’installazione impeccabile, la cosa è assolutamente possibile. Abituiamoci a prevedere fantasie e pattern anche in questi spazi per renderli più belli che mai.
Come disporre i quadri in casa? Posso metterli in tutte le stanze? Quanto spazio devo lasciare tra un quadro e l’altro? Come si crea la giusta composizione? Questi sono solo alcuni dei dilemmi che tutti gli interior lovers si pongono davanti a uno o più quadri da appendere.
I quadri sono un potente mezzo per trasformare una parete vuota in un cattura sguardi, ma per riuscire in questo intento è necessario tenere conto di alcuni criteri compositivi, facili facili.
Seguimi, percorriamo stanza per stanza tutti i modi per disporre i quadri, seguendo la geometria della tua casa.
Come disporre i quadri in casa? Regole generali ed errori da evitare
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A seconda di quanti quadri tu voglia utilizzare per decorare la parete, ecco qualche tip da tenere a mente.
Come disporre un unico quadro
Quando il quadro è grande, meglio che sia in posizione centrale rispetto all’arredo sottostante o alla larghezza totale della parete, se questa è sfornita di mobili.
Come appendere due quadri?
Una coppia diquadri delle stesse dimensioni va sempre sistemata in modo allineato e non sfalsato. Preferibilmente, in questo caso, dovrebbero avere anche la stessa cornice. Puoi collocarli uno accanto all’altro, se la parete si estende in orizzontale oppure uno sotto l’altro, se la parete è più alta che larga.
Se i due quadri hanno dimensioni diverse, meglio aggiungere altri elementi (non solo quadri, ma anche piatti, ex voto, maschere, piantine…) alla composizione.
Come si dispongono tre o più quadri sulle pareti?
Se i quadri sono tutti uguali, meglio appenderli ordinatamente, allineandoli e lasciando tra loro la stessa distanza. Quando sono in numero pari si possono creare due file (griglia), una sotto l’altra, lasciando tra una fila e l’altra lo stesso spazio che hai lasciato tra una cornice e quella successiva.
Se i quadri hanno diverse dimensioni, basta prendere come riferimento un rettangolo immaginario o una linea sulla parete che faranno da guida alla composizione. Mi spiego meglio.
Opzione 1: usa una linea come riferimento
Disponi i quadri in modo tale che, in alto o in basso, i bordi esterni delle cornici compongano una linea dritta. In alternativa, prendi come riferimento una linea centrale, intorno alla quale appendere i diversi quadri.
Puoi tracciare la linea con del nastro di carta e rimuovere il nastro una volta appesi i quadri.
Opzione 2: usa un rettangolo come riferimento
Se sei amante delle composizioni super ordinate, fai in modo che la galleria si racchiusa in un rettangolo. In questo caso, è necessario scegliere con maggiore cura le misure delle cornici. Anche in questo caso, lo scotch di carta è un valido alleato.
Scorri con le frecceper guardare degli esempi dischemi per appendere quadri↘
Come appendere due quadri in modo corretto
Come disporre tre quadri su una parete?
Come creare una galleria da parete?
Quanto spazio lasciare tra un quadro e l’altro?
In una composizione di più quadri, lo spazio da mantenere tra una cornice e l’altra è di circa 10 cm.
Se abbiamo a che fare con una composizione di due o più quadri grandi, delle stesse dimensioni, la misura tra una cornice e l’altra può aumentare, a seconda dello spazio sulla parete che si vuole occupare, ma senza mai superare 1/4 della larghezza della cornice.
A che distanza da terra si appendono i quadri?
Un errore molto comune è quello di posizionare i quadri troppo in alto. Per godersi la vista di uno o più quadri è necessario posizionarli ad altezza occhi, ovvero, il cuore della composizione deve trovarsi a circa 145-150 cm da terra. Non c’è un’altezza fissa di cui tenere conto. Dipende dalla forma della parete, dal punto di vista da cui si guardano i quadri e dalla presenza e dalla disposizione degli arredi sottostanti.
Se i quadri sono vicini agli arredi sottostanti, l’occhio li intercetta in modo naturale e l’insieme risulta coeso.
Vediamo, caso per caso come disporre i quadri in tutte le stanze.
Come disporre i quadri sul divano?
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Per valorizzare la parete del divano con i quadri, è bene tenere conto di alcune regole generali, che, per quanto possano essere liberamente infrante, sono un buon punto di partenza per un risultato appagante.
Scorri con le frecce per guardare le grafiche↘
I quadri non devono essere centrati nello spazio tra il divano e il soffitto. Devono restare più vicini al divano affinché si crei un ponte visivo tra la parete e la seduta. Lo spazio tra lo schienale e il bordo inferiore del quadro:
nel caso di una gallery fitta o di quadri molto grandi dovrebbe essere di circa 20 cm;
nel caso di una composizione più minimale (2 o 3 elementi), corrisponde allo spazio necessario affinché il centro della composizione sia a circa 145-150 cm da terra.
Lampade e altri oggetti decorativi che necessitano di essere appesi sulla parete del divano, sono da considerare come parte della composizione.
Di norma, la composizione non dovrebbe superare la larghezza del divano. Tuttavia, se ci sono altri oggetti ai lati del sofà, come lampade, piante, caloriferi o tavolini da caffè, i quadri possono proseguire anche nella parte di parete sovrastante questi altri elementi. In questo caso, è bene che la composizione sia ben strutturata affinché prosegua uniformemente sulla parete, senza interrompersi nello spazio che separa il divano dagli altri oggetti.
Fino a che altezza possono salire i quadri? L’unico limite è il soffitto. Si può proseguire in altezza lasciando almeno una decina di centimetri di spazio vuoto in cima alla parete.
Un unico quadro molto grande che pareggia il divano in larghezza e che ha un’altezza superiore a quella del divano, tende a rimpicciolire visivamente quest’ultimo (guarda l’ultima immagine della gallery qui sotto).
Prendi ispirazione: sfoglia la gallery ↘
come disporre i quadri sul divano? quadro unico al centro della parete
come disporre i quadri sul divano? mensola sopra il divano
come disporre i quadri sul divano? griglia di quadretti sul divano
come disporre i quadri sul divano? quadri che fanno angolo
come disporre i quadri sul divano? quadro unico laterale con lampada
Il camino è spesso il punto focale della stanza: il luogo giusto per aggiungere opere d’arte che non vuoi far passare inosservate.
Ci sono due modi per decorare il camino con i quadri: appendere le cornici sulla cappa oppureappoggiarle sulla mensola.
Sul camino, le soluzioni più eleganti per esporre i quadri sono:
un’unica opera d’arte centrale (da appendere o appoggiare),
un paio di quadri uguali, allineati in orizzontale (preferibilmente da appendere).
Ecco qualche linea guida da seguire per decorare il camino con i quadri:
la larghezza della composizione (o del quadro singolo) dovrebbe essere pari all’apertura del camino oppure ai suoi 2/3;
se il quadro è nettamente più stretto della bocca del camino, evidenzierà la struttura della cappa;
le composizioni (o i quadri singoli) più grandi rispetto all’apertura, distolgono l’attenzione dalla forma del camino (la soluzione ideale se non ti piace il tuo caminetto).
Lo spazio minimo tra il bordo inferiore della cornice del quadro appeso e la mensola del camino è di 10 -20 cm. Bisogna tenere presente che spesso il camino si trova di fronte al divano, quindi le opere d’arte si contempleranno da seduti. Appenderle troppo in alto sarebbe sminuente.
Tra i bordi esterni della cappa e i lati del quadro, devono intercorrere minimo 10 cm, che diventano 20 o più se si vogliono aggiungere suppellettili come candelabri, vasi o lampade sugli angoli della mensola.
Nel caso dei quadri appoggiati sulla mensola:
con un unico quadro, valgono le indicazioni di cui sopra;
con due o più quadri, è meglio che siano di dimensioni differenti, anche leggermente sovrapposti, in modo da creare diversi livelli piacevoli da osservare. La composizione sulla mensola può includere anche altri oggetti assortiti in varie forme e altezze.
Prendi ispirazione per i quadri sul camino: sfoglia la gallery ↘
Come posizionare i quadri in sala da pranzo?
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Nella zona pranzo, il punto di vista tende ad abbassarsi e tutte le norme elencate finora diventano più flessibili. Le opere d’arte qui si osservano da seduti, quindi, l’altezza occhi è minore dei canonici 145-150 cm.
Se il tavolo rasenta due pareti che formano un angolo, si può pensare di decorare entrambi i muri con una consistente e unica galleria, lasciando su entrambe le parti, circa 20 cm dall’angolo.
I quadri possono protendersi al di sotto dell’altezza del piano del tavolo e, per un effetto eclettico, possono proseguire dal soffitto al pavimento. In quest’ultimo caso, lo spazio minimo da lasciare tra i quadri e il soffitto e tra i quadri e il battiscopa è di 10 cm.
Quando iltavolo è appoggiato al muro, tra i quadri e il piano del tavolo è bene lasciare come minimo 20/25 cm di spazio vuoto. In questo caso è possibile sia occupare solo la proiezione del tavolo sulla parete, sia l’intero muro che tocca il piano del tavolo.
Nella composizione è importante tenere presenti le viste dei quadri, dalle varie aree della stanza in cui si è soliti sostare, in modo tale che il risultato sia curato, indipendentemente da dove si osserva.
Cerca ispirazione per la tua galleria da parete in sala da pranzo ↘
Essendo una stanza focalizzata sull’operatività, trovare dei quadri in cucina produce un effetto inaspettato, sorprendente e gradevole.
Sfatiamo subito un mito: i soggetti dei quadri in cucina non devono necessariamente appartenere al settore culinario. Sono perfetti anche ritratti, paesaggi bucolici, fiori e arte astratta.
Per la cucina sono più indicate le cornici schermate da vetro o altri materiali, rispetto alle tele nude, che potrebbero subire danni dovuti all’alta umidità generata dai vapori.
Quali sono le zone migliori in cui sistemare uno o più quadri in cucina?
Un quadro appoggiato sul piano di lavoro, può essere utile a nascondere le prese di corrente sulla parete, lasciandole comunque facilmente accessibili. In più è nel posto giusto per essere osservato mentre si preparano le pietanze, perché lo sguardo è sempre volto verso il basso.
Appoggiati sulle mensole, i quadri sono utili a creare un livello di sfondo che rende interessante e dinamico il loro l’allestimento. Risultano molto utili i quadri verticali, che superano in altezza gli utensili e i contenitori presenti sulla mensola. In questo modo lo styling risulterà accattivante e curato.
Hai una parete libera da mobili in cucina? Potrebbe essere il posto giusto per dare risalto ai tuoi quadri preferiti. Se in cucina hai anche tavolo e sedie, tieni conto che probabilmente osserverai i quadri anche da sedut*. Pertanto, il centro della composizione deve stare a un’altezza che compresa tra i 120 e i 130 cm , affinché tu possa godertela sia da in piedi che dalla tavola. Al contrario, se in cucina hai solo isola/penisola e sgabelli alti, il cuore della composizione sulla parete sgombra può stare a un’altezza di circa 145-150 cm.
Sfoglia la gallery per trovare spunti per decorare la cucina con i quadri ↘
Come disporre i quadri in camera da letto?
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La contemplazione delle opere d’arte è la benvenuta in camera da letto: un luogo in cui si respira calma e il tempo scorre lento. Ecco come posizionare i quadri sul letto e sui comodini.
Quadri sopra la testata del letto
La parete del letto assume molto più carattere e importanza quando accompagnata da opere d’arte.
Tra la testata e il bordo inferiore del quadro dovresti lasciare almeno 20 cm. Anche in questo caso vale la regola “se è troppo in alto, nessuno lo guarderà”. Allo stesso tempo, se questo spazio ti appare troppo poco, tieni conto che il cuore della galleria deve stare a altezza occhi (145 cm circa).
Qualora non ci sia una testata, bisogna comportarsi come se ci fosse e, quindi, lasciare tra il materasso e il quadro, più o meno 50 cm.
La galleria al di sopra del letto dovrebbe essere sempre più ampia rispetto alla metà della larghezza della testata. L’ideale sarebbe creare una composizione che occupi due terzidella testata. Per esempio, sulla parete di un letto matrimoniale con una testata di 2 metri, è bene che la porzione decorata con quadri e/o altri oggetti, sia di almeno 1 metro, meglio ancora se di 133 cm (2/3 della testata).
Se sul letto hai un’applique centrale, posizionata in alto, puoi sfruttarla come punto luce per uno o una coppia di quadri, da collocare al di sotto di essa.
Se sul letto hai una coppia di applique, le opere d’arte dovrebbero essere installate in posizione centrale tra i punti luce, ma sempre tenendo conto che il centro della gallery, deve essere collocato a altezza occhi e mai troppo in alto.
Trova l’ispirazione per disporre i quadri sul letto: sfoglia la gallery ↘
Per disporre dei quadri sulla porzione di parete al di sopra dei comodini è necessario tenere conto di diversi fattori:
altezza della testata del letto;
presenza di lampade sul comodino o sulla parete;
altri quadri in corrispondenza della testata del letto.
Questi elementi condizionano la distanza che intercorre tra il piano del comodino e il quadro o i quadri al di sopra di esso.
In generale, i quadri sui comodini:
dovrebbero essere appesi in verticale, uno sopra all’altro, lungo l’asse centrale del comodino (eccetto il caso in cui il comodino è molto spazioso);
devono essere più stretti rispetto alla larghezza del comodino.
Quando ci sono altri oggetti sulla parete, è bene calibrare con cura le altezze, affinché il risultato finale sia equilibrato e armonioso.
Se hai intenzione di posizionare quadri sia sul letto che sul comodino, puoi valutare l’idea di creare una gallery unica e coesa che sovrasti tutti i mobili della parete (come nell’ultima immagine della gallery qui sotto).
Sfoglia la gallery e guarda tanti modi diversi per disporre quadri sui comodini ↘
Quella che un tempo era soltanto una stanza funzionale, nell’abitare moderno si è trasformata in un’oasi domestica del benessere.
Non possono mancare allora, nella stanza da bagno, quadri, decorazioni e suppellettili che trasmettano sensazioni positive, per un’esperienza di self care totalizzante.
Ma dove è meglio posizionare i quadri in bagno? Ecco qualche idea.
Le mensole e il fondo degli scaffali sono ottime postazioni per piccoli quadretti, da integrare con i flaconi più belli, specchi da tavolo, contenitori scelti con cura e altri oggetti. I quadri possono essere anche “stratificati”, sovrapponendoli leggermente l’uno davanti all’altro, l’importante è che il quadro più basso sia sempre davanti e che non copra più di 1/4 della larghezza di quello retrostante.
È preferibile installare i quadri sulle pareti che non presentano piastrelle, ma si può andare fuori dalle righe se queste sono monocromatiche e piuttosto discrete.
L’altezza ideale per osservare al meglio un quadro, come sempre, sarebbe di circa 145 cm, ma in bagno è condizionata dalla posizione dello specchio e di altri mobili sulle pareti, ma anche dal punto in cui terminano le mattonelle.
Come appendere i quadri in un disimpegno?
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Le pareti strette che si trovano tra due porte oppure tra una finestra e un’altra parete, possono essere evidenziate con quadretti e altri oggetti da appendere.
Lo spazio laterale da lasciare libero dovrebbe essere di almeno 10 cm.
Se le ante degli infissi si aprono a ridosso della parete, è consigliabile scegliere cornici sottili.
La disposizione lungo un asse verticale è quella più azzeccata per questi spazi, che sono più alti che larghi.
Ecco una gallery di disimpegni decorati con i quadri ↘
Come disporre i quadri in un corridoio?
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Grazie ai quadri una zona di passaggio come il corridoio può diventare un piacevole percorso di osservazione.
In questo ambiente, i quadri possono essere appesi anche leggermente più in alto del solito, in modo cheil centro della galleria si trovi a circa 150 cm di altezza.
Per accorciare visivamente un corridoio lungo e stretto, si può pensare di riempire totalmente una parete con una galleria a tutta altezza (da circa 20 cm al di sopra del battiscopa fino a circa 20 cm al di sotto del soffitto).
Molto indicata è anche l’idea di allineare quadri della stessa forma e dimensione, lungo una linea dritta, mantenendo distanze identiche tra un quadro e l’altro.
Non bisogna trascurare la parete di fondo del corridoio: può diventare il punto focale, perché è sempre visibile. Qui si può appendere un quadro grande e/o particolarmente colorato o vistoso.
Come progettare il tuo schema per appendere i quadri [ torna al menu ]
Prima di acquistare quadri e cornici è bene avere chiaro quanto devono essere grandi, in base a dove hai scelto di collocarli.
Non sono certa che esista ancora un vero e proprio simulatore per pianificare una gallery, ma di certo si può progettare senza troppa fatica con l’app di grafica Canva. Canva è una piattaforma, disponibile anche come app per smartphone. La versione gratuita non permette di rimuovere lo sfondo degli oggetti, ma si può risolvere facilmente utilizzando il sito remove.bg. Il suo utilizzo è super intuitivo.
Ecco il tutorial completo per pianificare la tua gallery su Canva.
Adesso sai davvero tutto su come disporre i quadri in casa. Non ti resta che aprire le danze dello shopping. Ecco alcuni negozi che adoro, su cui ti consiglio di acquistare le tue opere d’arte.
Dove acquistare i migliori quadri online?
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Un’immensa selezione di quadri di ogni genere è fornita da Etsy, la piattaforma mondiale in cui puoi trovare vintage, artigianato e prodotti digitali.
Ecco alcuni prodotti e venditori da tenere d’occhio su Etsy, se vuoi allestire le tue pareti con quadri originali e di qualità.
I link a seguire sono affiliati: vuol dire che se acquisti attraverso questi link, io guadagno una piccolissima percentuale che non pesa in alcun modo sulla tua spesa.
1) Poster stampabili su Etsy: piccolo budget, tante stampe
Ti arrivano i file con le immagini dei soggetti che hai scelto e puoi portarli in copisteria per stamparli sul tipo di supporto che preferisci, indicando le dimensioni del foglio (come da acquisto). In questo modo hai un risparmio notevole e puoi usare le tue cornici (anche quelle vintage). Spesso si trovano gallerie da parete già composte, che si comprano con un click a prezzi stracciatissimi. Questo facilita molto sia la scelta che la composizione.
2) Quadri materici e wabi sabi: il capolavoro della tua gallery
Sono quadri che mettono in risalto l’artigianalità attraverso l’effetto in rilievo della materia di cui sono composti. Sono quadri da toccare, oltre che da osservare.
Se acquistati in formato grande, sono perfetti come protagonisti unici di una parete vuota. Possono essere usati come focal point: attirano l’attenzione con la loro particolarità e incuriosiscono a tal punto da portare l’osservatore ad avvicinarsi.
Anche in piccolo e medio formato, sono incredibilmente scenografici, perfetti sia da soli che accompagnati da altri quadri.
3) Poster e cornici in stile vintage su Etsy
I quadri in stile vintage sono perfetti negli interni in stile rustico moderno, in stile scandinavo tradizionale, classico contemporaneo, francese e antico-moderno. Quando sono accompagnati da cornici elaborate, sono in grado di far sembrare molto più elegante e pregiato tutto l’arredamento.
4) Poster in stile Japandi su Etsy
Discreti, ma impattanti, colorati, ma non accecanti: i poster in stile Japandi sono disciplinati ed essenziali. La scelta ideale per apportare un pattern o un colore su una parete monotona, rendendola dinamica e caratteristica.
In soggiorno, l’arredamento misto moderno e antico è in grado di portare freschezza e personalità alla stanza più rappresentativa della casa.
In un soggiorno con mobili antichi e moderni,i cimeli d’epoca risultano naturalmente valorizzati, ma senza sembrare obsoleti e pesanti.
Se vuoi alleggerire un soggiorno classico con mobili d’epoca, un restyling a base delmix antico e moderno è un’ottima scelta.
Allo stesso tempo, mettere in bella vista una credenza d’epoca o un comò antico nel tuo soggiorno moderno, darà valore e unicità all’ambiente, rendendolo personale e anche un po’ eclettico.
Pinterest, i magazine e i blog d’arredamento sono pieni di esempi poetici di soggiorni in cui arredi antichi e moderni convivono in armonia. Ma, nella pratica, come si fa a non generare confusione da questa mescolanza di stili diversi?
Mischiare antico e moderno è molto più semplice di quanto pensi.
Ecco una guida dettagliata che ti sarà utile per arredare un salone antico e moderno con eleganza e unicità.
Il modo più semplice per alleggerire un soggiorno classico
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È una situazione molto frequente: i mobili del salotto sono classici o antichi e di qualità, ma il risultato è un po’ pesante, a volte addirittura soffocante.
Spoiler: questi suggerimenti valgono anche per mischiare arredamento classico e moderno(anche se i mobili non sono antichi). A proposito, su questo blog trovi un articolo tutto dedicato a come rendere contemporaneo l’arredamento classico.
Presi singolarmente i mobili antichi hanno fascino, ma il set di arredamento completo, come al solito, rende tutto tremendamente statico. Se vuoi sapere cosa ne penso di chi vende i salotti in blocco, su questo blog c’è un intero articolo in cui ho espresso con franchezza il mio pensiero sui set di arredamento completo.
Il motivo per cui un soggiorno classico con mobili antichi risulta noioso è proprio questo. Tutti gli arredi si assomigliano per materiale e stile e non c’è niente che spicca nell’insieme. In questo modo la bellezza dei mobili non è valorizzata, anzi.
Quindi, come alleggerire un soggiorno classico o antico? Ogni caso è unico, ma questi sono, in linea generale, dei piccoli cambiamenti che portano subito risultati soddisfacenti.
Per aggiungere contrasto all’ambiente, scegli:
mobili moderni lucidi se gli arredi antichi sono opachi;
mobili moderni opachi se i mobili classici sono satinati o lucidi.
Aggiungi complementi d’arredo pop o essenziali come tavolini da caffè, pouf e lampade. Con questo assetto puoi anche aggiungere dei quadri antichi o vintage: staranno benissimo. Quelli della moodboard fanno parte di una gallery stampabile che trovi su Etsy.
Trasformare mobili antichi in moderni: ne vale la pena?
Dipingere mobili vecchi è un conto, dipingere mobili antichi è un altro discorso.
Per essere definito “antico” un mobile deve avere almeno 100 anni.
Questo implica:
lavorazione artigianale;
materiali duraturi;
pregio crescente.
Un mobile antico va preservato, non modificato. Cambiare i pomelli e il colore dell’arredo non lo renderà mai uguale a un pezzo moderno e, onestamente, sarebbe un peccato coprirlo di vernice.
Se non ti piace, affidalo a un negozio di antiquariato oppure immergilo in un contesto moderno, affinché spicchi senza risultare obsoleto o datato.
Con i giusti abbinamenti, vedrai, sarà il fiore all’occhiello del tuo spazio.
Arredamento soggiorno classico moderno: quali mobili moderni stanno bene con i pezzi antichi?
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Esistono davvero tante tipologie di mobili antichi: i mobili Luigi XVI, elaborati e ricchi, i pregiati mobili cinesi, spesso molto scuri e con dettagli geometrici, i mobili ottocenteschi, popolari e raffinati e potremmo proseguire questo elenco all’infinito.
Ti suggerisco di non aggiungere altro legno, bensì, di diversificare con materiali che si discostano da quelli dei mobili antichi.
Non c’è una formula univoca per accostarli agli arredi moderni, ma esistono delle tipologie di mobili che ben si prestano al mix and match.
Tavoli e consolle in vetro o plexiglass
La trasparenza del vetro rende questo materiale l’ideale per l’abbinamento con i mobili più “difficili”.
Oltre alla facilità di combinazione con altri materiali, il vetro lascia passare la luce, contribuendo così ad alleggerire il soggiorno in cui si trovano gli arredi antichi.
Il plexiglass si comporta nello stesso identico modo, ma è più resistente agli urti e, quindi, ideale per una casa con bambini oppure per i mobili che vengono spostati spesso. Nella zona giorno si possono inserire tavolini da caffè in vetro, consolle da ingresso, tavoli e scrivanie in questo materiale.
Tra gli arredi trasparenti da prendere in considerazione per un soggiorno antico e moderno, ci sono sicuramente:
La sedia Louis Ghost , icona di design in policarbonato trasparente, ispirata alle sedie Luigi XVI, disegnata da Philippe Stark e distribuita da Kartell.
Tra i mobili moderni che stanno bene con gli arredi antichi troviamo anche quelli costituiti da metallo cromato, dorato oppure ottone.
Il bronzo e il rame sono più in linea con lo stile antico o vintage, quindi non sono i metalli ideali per apportare modernità.
Per rendere moderno un soggiorno antico usando il metallo basta aggiungere tavolini, lampade o accessori in questo materiale.
Ecco alcuni dei miei preferiti (clicca sul prodotto per andare al negozio in cui l’articolo è in vendita).
Quale divano moderno scegliere per un soggiorno antico?
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Se i mobili del soggiorno sono antichi, un divano moderno è l’arredo giusto per spezzare il filone d’epoca e farti guardare il soggiorno sotto una nuova luce.
Anche in questo caso, il contrasto accentua la bellezza sia degli arredi antichi che dei mobili moderni. Accostando un divano moderno a dei mobili antichi si crea un mood eclettico che mantiene carattere e prestigio indipendentemente dagli anni che passano.
Anche quando i mobili antichi in soggiorno sono in abbondanza, un arredo grande moderno, come il divano, equilibra le due epoche.
Maquali sono i divani moderni che vanno d’accordo con l’antichità? Quelli che, per forma o materiale, rimandano agli arredi antichi, pur essendo visibilmente contemporanei.
Il velluto è un materiale elegante e raffinato, in grado di connettere antico e moderno. Questo tessuto morbido e cangiante valorizza le linee moderne del divano, attribuendo importanza alla seduta, all’interno della stanza.
Divani curvi
Una delle ultime tendenze porta con sé un rimando ai divani Art Decò degli anni ‘30: si tratta dei divani curvi o a fagiolo.
La forma stondata funge proprio come un abbraccio che mette in accordo due epoche diverse. La particolarità della forma sinuosa, poi, è un valore aggiunto che apporta ancora più carattere all’ambiente.
Divani in tessuto naturale con gonna
In un soggiorno antico e moderno sono perfetti anche i divani semplici, con un rivestimento naturale dotato di gonna (quel lembo di tessuto che scende dalla seduta e copre i piedini). Questa tipologia di di seduta asseconda con semplicità il mood antico, senza però appesantire l’ambiente, anzi.
I materiali come lino e cotone, soprattutto quando questi si declinano nelle varie sfumature di bianco, sono una ventata di freschezza che rende attuali anche gli interni più datati.
Come integrare una poltrona antica in un soggiorno moderno?
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Preservare le poltroncine antiche è un must, ma come si fa ad armonizzarle con arredi moderni? E soprattutto, si possono abbinare poltroncine antiche a un divano moderno?
Poltrone antiche e divano moderno: come li abbino?
Se la poltrona antica è molto sofisticata, come, per esempio, le poltrone in stile Luigi XVI, abbina un divano dalle linee pulite, discreto e lineare. Se il tessuto antico è a fantasia, meglio un divano a tinta unita, di un colore che si sposa bene con quello della poltroncina.
Se tra i due non c’è feeling, lasciati aiutare da un tappeto che incornici sia il divano che la poltrona/le poltrone. Puoi aggiungere un tavolino da caffè antico e/o un pouf in un tessuto dello stesso colore del rivestimento della poltrona antica: ti aiuteranno ad armonizzare i due arredi.
Ultima possibilità: puoi sempre far ritappezzare la poltroncina antica con un tessuto più in linea con il tuo soggiorno.
Crea dei collegamenti con i dettagli e con il colore
Richiama materiali e colori presenti sulla poltroncina antica attraverso accessori e complementi. Anche il colore di una o più pareti può essere modulato in relazione alla tinta della poltrona antica. Per esempio, scegliere per le pareti lo un colore nella stessa tonalità della poltrona antica (per esempio, poltrona blu e parete celeste pastello) fa dirigere subito lo sguardo verso il pezzo da novanta della stanza.
La struttura della poltrona antica può essere abbinata a una o più cornici per quadri, che presentino una lavorazione simile (per esempio, struttura con dettagli dorati e cornice dorata).
Se la poltrona presenta un materiale particolare (per esempio paglia di Vienna, ferro battuto o pelle), aggiungi almeno un oggetto decorativo che lo richiami.
Non deve stare necessariamente vicino al divano
Un angolo del living oppure la porzione di parete tra due porte vicine, assume tutto un altro sapore con una poltrona antica.
Questo arredo può diventare protagonista di un angolo lettura o di uno spazio puramente decorativo arricchito da opere d’arte e lampade, in grado di catturare l’attenzione dell’osservatore.
Che colore sta bene con i mobili marroni?
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Gran parte delle volte, i mobili antichi sono in legno. Il legno, si sa, a seconda dell’essenza e della rifinitura può assumere diverse sfumature che fanno capo alle tonalità del marrone.
Quali sono i colori che stanno bene con i mobili antichi marroni?
Quando il legno è molto scuro o grigiastro, può essere utile contrapporre una parete di un colore più saturo, per apportare un tocco di vivacità.
Alcuni mobili antichi presentano una colorazione tendente al rossastro o all’arancione. In questi casi si può raffreddare questa tinta calda con i grigi o con i verdi e con i blu freddi e desaturati, oppure accentuarla con rosa caldi, terracotta oppure ocra.
I colori pop come acquamarina, azzurro fiordaliso, aragosta, ceruleo, giallo zafferano, lime, rosa vivo, turchese, verde menta, vermiglio, lilla e violetto sono una scelta audace, ma che può dare vita a un fortissimo impatto eclettico e pieno di personalità.
Sono colori rinfrescanti, in grado di portare leggerezza anche al mobile più impegnativo.
Sfumature di rosa
Che siano calde o fredde, le sfumature di rosa si abbinano facilmente con il legno dei mobili antichi.
Grigio
La scala dei grigi è in grado di smorzare i toni caldi del legno e apportare modernità ed eleganza.
Beige e marroni
Beige, tortora, marrone, terracotta e tutti i colori della terra, possono essere abbinati con i mobili in legno antico per creare un’atmosfera calda e avvolgente.
Soggiorno: arredamento misto antico e moderno – Riepilogo e extra tips
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Ricapitolando, se vuoi un soggiorno con arredamento misto antico e moderno:
Se gli arredi antichi in soggiorno sono grandi e visivamente ingombranti sostituiscine uno con un mobile moderno, monocolore ed essenziale.
Alterna complementi e oggetti antichi e moderni.
Mobili moderni monocolore o in metalli cromati e dorati sono perfetti in abbinamento agli arredi antichi.
Armonizza i due stili attraverso il colore. La palette può aiutarti ad alleggerire, a portare calore, a legare degli elementi apparentemente sconnessi nell’insieme.
Usa un tappeto per raggruppare poltroncine antiche e divani moderni.
I divani moderni che stanno bene con i mobili antichi sono quelli in velluto, quelli con gonna in materiali naturali e i divani curvi.
Cosa mettere in un’anfora per valorizzarla? Le anfore sono oggetti d’arredo sempre attuali, recentemente tornati di grande tendenza.
Sono eleganti e classiche e si possono reperire sia nei negozi di home decor, che nei mercatini delle pulci, che nei negozi di antiquariato.
Si abbinano molto bene agli interni in stile rustico, ma sono perfette anche negli interni classici, scandinavi o contemporanei.
Cosa mettere in un’anfora grande?
Le anfore grandi da interno che hanno la bocca larga in realtà non sono anfore: si chiamano orci o giare. Un tempo venivano usate per conservare olio oppure vino, oggi sono perlopiù utilizzate come decorazioni per il giardino o per gli interni.
Un’anfora da ingresso è generalmente così: grande e capiente. L’idea decòr più sdoganata (ma sempre di tendenza), vede la collocazione simmetrica di due giare gemelle ai lati della porta di ingresso all’esterno di una villetta o di una casa singola.
Se non sai cosa mettere dentro una giara o un’anfora grande, tieni a mente questa “regola” di home decor.
Solo le anfore con l’apertura ampia possono essere accessoriate. Le anfore grandi con la bocca piccola sono notevolmente più eleganti vuote, magari esaltate da un bel piedistallo di un materiale e un colore in contrasto.
Ecco qualche idea per decorare un orcio da mettere in casa (per comodità, userò il nome “anfora”, ma tu ormai lo sai, non è una vera anfora).
Cosa mettere dentro un’anfora piccola
Quando l’anfora è in versione petite le cose sono due: o pochi fronzoli o niente.
Come decorare un’anfora di terracotta?
Se hai trovato un’anfora di terracotta nuova di zecca e vuoi trasformarla in un’anfora antica, ho il tutorial che fa per te.
Puoi cospargere l’anfora di yogurt bianco (meglio se scaduto) con un pennello e lasciare asciugare. Ripeti l’operazione più volte per creare una patina antichizzata.
Per un tocco di stile in più puoi passare l’anfora nella cenere quando lo yogurt è ancora umido. Si creerà una trama in rilievo e giochi di chiaro-scuro. Disclaimer: quest’ultimo passaggio funziona solo sulle anfore da tenere in casa.