1 Giugno 2021 / / Blogger Ospiti

Sapersi organizzare è essenziale per procedere correttamente con le pulizie di casa. I consigli si rivelano utili per avere una casa perfetta in un battito di ciglia.
Indipendentemente dalla metratura degli ambienti per concedersi un lavoro a regola d’arte è determinante procedere attraverso una sorta di tabella di marcia, che fa della pianificazione un punto fermo.

Primo passaggio: rassettare gli ambienti

Prima di avviare una qualsiasi attività di pulizia è bene rassettare gli ambienti, togliendo i vestiti lasciati su sedie, divani e letto, e gli oggetti abbandonati per casa. Tutto deve trovare una corretta collocazione all’interno degli armadi o sui ripiani, per poi procedere velocemente con le operazioni di pulitura.

Spolverare, operazione di rigore per garantirsi una casa pulita

La rimozione della polvere è un passaggio fondamentale. Il consiglio è quello di utilizzare un piumino oppure un panno morbido da strofinare sulle superfici dei mobili, sulle mensole, sugli oggetti.
Per un lavoro di fino è importante spostare adeguatamente le suppellettili e i soprammobili, e spruzzare sul panno uno spray che si adegua alla pulizia di tutte le superfici e materiali dal legno all’alluminio, dal vetro al ferro battuto.
Corretto rimuovere la polvere dal pavimento così come dai divani servendosi di un’ aspirapolvere. Importante passare di stanza in stanza ripulendo a dovere sotto le sedie e i tappeti, sollevando gli oggetti che ingombrano gli ambienti.

Massima igiene per pavimenti e bagno

I pavimenti sono una superficie da tenersi rigorosamente pulita e igienizzata, al pari degli elementi del bagno. A fare la differenza l’uso di detergenti delicati per tutti i pavimenti e rivestimenti e soluzioni più incisive per il bagno.
Per una pulizia delle superfici da effettuarsi senza alcuna fatica può fare al caso vostro l’uso di una idropulitrice acqua calda, che svolge una pulizia profonda, agendo sul grasso e sulle incrostazioni, sullo sporco e sul calcare.

Corretto areare i locali

Una casa pulita a dovere è anche un ambiente in cui entra luce e aria fresca ogni giorno. Aria e sole garantiscono la diminuzione della polvere nelle stanze ma soprattutto limitano la presenza degli acari, che vengono combattuti lasciando le finestre aperte almeno 10- 15 minuti al giorno, avendo cura di non aprire quando ci sono i caloriferi accesi, situazione che crea una inutile dispersione di energia, ed una scarsa efficienza energetica.

Pulizie profonde una volta la settimana e poi tante piccole e buone abitudini

Se per le pulizie profonde è sufficiente procedere con operazioni da compiersi una volta la settimana, ogni giorno è bene seguire tante piccole e buone abitudini.
Si comincia la mattina con il letto che deve essere adeguatamente rifatto, per dare un senso di ordine all’ambiente. Si passa poi alla pulizia degli schizzi prodotti dal lavaggio dei denti nel lavandino e sullo specchio. Importante intervenire sui fornelli perché di norma utilizzati quotidianamente. I piatti non possono stazionare nell’acquaio ma devono essere collocati nella lavastoviglie o lavati a mano. Dopo colazione, e successivamente al consumo dei pasti principali, è importante sbattere la tovaglia e raccogliere eventuali briciole cadute a terra per mantenere i pavimenti puliti.
E dulcis in fundo non può mancare una corretta organizzazione del lavoro, che ci consente di fare tutto velocemente senza diventare matti.

27 Maggio 2021 / / Blogger Ospiti

Le ristrutturazioni edilizie, in ambito abitativo, implicano spesso interventi invasivi, talvolta anche di carattere strutturale; non di rado, infatti, i rifacimenti più significativi comportano una ridistribuzione degli spazi interni, una nuova definizione dei volumi, al fine di migliorare la funzionalità e l’abitabilità degli ambienti. Naturalmente, per effettuare una valutazione preliminare di tali aspetti e, al contempo, progettare nuove soluzioni, è necessario poter disporre di riscontri grafici precisi ed accurati; questi ultimi vengono forniti dalla planimetria, ossia il disegno in scala dell’intera struttura.

Cos’è la planimetria di un immobile

La planimetria è, in poche parole, un disegno tecnico in scala (quasi sempre 1:200), realizzato in formato A4, all’interno del quale sono riportate le caratteristiche strutturali di un immobile. In particolare, la planimetria – detta anche piantina o pianta della casa – riporta la rappresentazione grafica dei muri strutturali, delle pareti interni, delle aperture (porte e finestre) e delle eventuali pertinenze, ossia giardino e cantina. Non va confusa con l’elaborazione grafica fornita da un architetto o da un progettista di interni; in tal caso, infatti, le proporzioni del disegno in scala potrebbero essere diverse e, in aggiunta, potrebbero essere riportati dettagli non pertinenti alle strutture murarie, come ad esempio la collocazione di elementi di arredo o di design.

Come si ottiene una planimetria

La planimetria è uno dei documenti tecnici che riguardano i fabbricati; dal 2010 è obbligatorio depositarla presso gli archivi del Catasto. Di conseguenza, chiunque abbia diritto o interesse a consultare una planimetria catastale (è questo il nome tecnico del documento) deve effettuare una ricerca d’archivio presso la banca dati telematica presso l’Agenzia del Territorio tramite una visura. A tale scopo è possibile rivolgersi al sito dell’Agenzia delle Entrate oppure inoltrare la richiesta ad un portale specializzato: infatti, è possibile ottenere la piantina di un immobile con Ivisura, un sito che opera nel settore dei servizi online. In entrambi i casi, il richiedente dovrà indicare i dati catastali dell’immobile e gli estremi anagrafici del proprietario del fabbricato.

Gli utilizzi della piantina per le ristrutturazioni edilizie

Si è già accennato alla funzione che può avere una planimetria rispetto ad una ristrutturazione edilizia. In linea generale, un documento tecnico di questo tipo serve a:

  • valutare la divisione interna degli spazi;
  • identificare la collocazione e la distribuzione degli ambienti interni;
  • esaminare collocazione ed estensione di eventuali pertinenze;
  • comprendere le caratteristiche strutturali delle opere murarie, distinguendo – ad esempio – i muri maestri dai tramezzi.

Naturalmente, la pianta ha anche una funzione progettuale: il professionista incaricato di redigere un progetto per l’esecuzione dei lavori di ristrutturazione non può non fare affidamento, inizialmente, sulla planimetria catastale dell’immobile. Il documento è indispensabile per valutare pregi e difetti della gestione degli spazi e dei volumi, e rappresenta il riscontro al quale fare riferimento per qualsiasi proposta di progettazione.

Le successive elaborazioni, infatti, possono essere confrontate con la piantina originaria (che fotografa la conformazione dell’immobile prima dell’inizio dei lavori), così da rendere più evidenti gli sviluppi e le modifiche successive. Ciò consente al committente di avere un’idea più chiara circa la possibile evoluzione dei lavori e i risultati degli interventi previsti dall’architetto o dal progettista incaricato.

La planimetria catastale è importante anche in caso di eventuali ristrutturazioni successive all’acquisto di un immobile; questo documento rientra tra quelli necessari alla compravendita di una casa. Il motivo è semplice: dalla planimetria che si ricava con la visura catastale si possono evincere eventuali modifiche apportate alla struttura interna delle opere murarie; in base a tali riscontri, è possibile effettuare una stima più accurata dei necessari interventi di ristrutturazione, così da poter fissare un budget di spesa e stimare i tempi previsti per il completamento delle opere.

19 Maggio 2021 / / Blogger Ospiti

La salute del materasso è la tua salute

Un anno è fatto di 365 notti. Mettiamo di essere abbastanza fortunati da passare almeno 20 o 30 notti l’anno fuori casa, in vacanza o in trasferta per lavoro. Restano comunque 335 giorni: circa 2300/2400 ore all’anno che passiamo distesi a letto, a stretto contatto con il materasso. Per quale ragione siamo propensi a spendere ingenti somme in vestiti costosi o in cibo di alta qualità, quando poi riserviamo cifre che potremmo definire ridicole per l’acquisto del materasso? Per l’acquisto di un materasso migliore, del supporto che sostiene il nostro sonno, c’è bisogno di una più attenta valutazione.

L’antico mestiere del materassaio

Per i nostri bisnonni poter uscire di casa e comprarsi un materasso – o, ancora meglio, ordinarlo comodamente da remoto, era un vero miraggio. In Italia, da nord a sud, il mestiere del materassaio era quello di un artigiano altamente specializzato. Un artigiano che si occupava soprattutto della cardatura della lana. Anche se, in alcune zone d’Italia, i materassi venivano riempiti con differenti materiali di origine naturale, come la fibra di canapa o gli scarti delle lavorazioni dei cereali. Ai tempi infatti, magari non andava di moda parlare di sostenibilità, ma c’era una più diffusa propensione a non sprecare e a rifornirsi delle materie prime all’interno delle filiere agricole locali.

L’antico mestiere del materassaio

Il materassaio – ‘o Cardalana appunto – come lo chiamavano a Napoli e in altre aree del sud, girava per le strade munito degli attrezzi del mestiere. Con l’aiuto di un megafono avvisava le signore della sua presenza. Proprio come fa un ombrellaio, un arrotino che preleva i coltelli per affilarli e portarli a nuova vita, il materassaio prendeva in carico i materassi vecchi – quelli deformati, appiattiti, rovinati, per rigenerarli e prolungare la loro durata di vita. Spesso, se il tempo lo consentiva, per praticità il materassaio si fermava ad eseguire i lavori di riparazione e rigenerazione direttamente in strada, appoggiato magari su un muretto sulla panchina di una piazza. Dotato di ago e filo si occupava prima di tutto di valutare lo stato di salute del materasso. Accertarsi della presenza di muffe, funghi, invasioni di insetti o microorganismi esterni era il primo passo per capire se effettivamente valesse la pena investire sulla ristrutturazione di quel materasso. Si indagava quindi sull’integrità dell’involucro esterno e si calcolava la quantità di nuova materia prima, di lana, necessaria per il riempimento. Si andava quindi a presentare il preventivo alla proprietaria, prima di procedere con i lavori. Lavori che perlopiù procedevano con l’aiuto dello scardasse, uno strumento fatto per allargare la lana troppo pressata e renderla più voluminosa. Per le famiglie più abbienti, la visita del materassaio a domicilio era un rito con cadenza annuale.

Il materasso naturale

C’è da dire che in passato il materasso comodo era un privilegio delle classi benestanti. Gli altri? Come dormivano i meno abbienti? Si arrangiavano come potevano con sacchi riempiti di foglie, di sfalci o, nei casi migliori, di paglia. Ma, una cosa è certa, per molti secoli, per millenni, l’uomo ha dormito su supporti naturali, su involucri o sacchi di stoffa riempiti con materiale di origine vegetale o animale. Soltanto da qualche decennio abbiamo preso l’abitudine a dormire su supporti come il foam, derivati dalla lavorazione del petrolio, e non sempre completamente sicuri per la nostra salute.

La longevità del materasso è indice di qualità?

Oggi quando acquisti un materasso nuovo, quale aspettativa hai rispetto alla sua durata, alla sua longevità? Nel corso del tempo, la maggior parte dei materassi, comincia a rompersi e a perdere la sua forma. Ma, per fortuna, non avviene così per tutti i materiali. Esistono supporti in grado di offrire una maggiore estensione nel tempo, come il lattice 100% naturale. Un materasso in lattice puro ha un ciclo di vita che va dai 13 ai 15 anni. E, aspetto più importante, non si deforma, non perde la sua densità e la sua robustezza. Quindi rimane capace di offrire un ottimo sostegno nel tempo.

Molti di noi, per pigrizia o noncuranza, continuano invece a dormire su vecchi materassi in poliuretano o a molle, deformati e poco sicuri dal punto di vista della salute. Questi materiali infatti non garantiscono il massimo della traspirabilità, con il risultato che il materasso, nel tempo si carica di elementi esterni. Acari, microbi, batteri, polvere, funghi e muffe che possono colonizzare il supporto su cui noi, ogni notte, andiamo a dormire.

[credits immagini: Unsplash]

14 Maggio 2021 / / Blogger Ospiti

La regola principale per arredare le pareti di casa è soltanto una: rispettare i gusti personali. E non c’è niente di meglio che scegliere di stampare le proprie fotografie di viaggio oppure quelle legate a particolari eventi o magari alla routine in famiglia, trasformandole così in complementi d’arredo del tutto unici e originali. In questo approfondimento vedremo come fare per realizzarle e in che modo appenderle alle pareti, in modo da ottenere un effetto armonico. La stampa su tela degli scatti più belli consentirà, peraltro, di selezionare determinate immagini salvandole dal dimenticatoio digitale che è spesso rappresentato dalle gallerie dei nostri smartphone e tablet. Nel caso in cui si abbia intenzione di stampare più quadri su tela, la cosa migliore da fare sarà individuare una parete bianca e del tutto sgombra prima di iniziare a pianificare la loro disposizione.

Che cosa occorre fare? Bisogna armarsi di matita e iniziare a disegnare in scala su di un foglio quelle che sono le soluzioni arredative immaginate e che più ci piacciono per personalizzare un simile ambiente. In tal modo si potrà visualizzare chiaramente il colpo d’occhio finale e sarà facile evitare di riempire il muro di buchi come fosse una groviera (uno per ogni tentativo sbagliato). Arriva poi il momento di segnare con una matita – passando per un foro realizzato allo scopo – quella che sarà la posizione di ciascuna stampa su tela. Dopo aver esaminato pro e contro del progetto, tenendo presente anche la quantità di luce diretta in ingresso nella stanza, si potrà procedere. E come? Ricavando – attraverso un forellino nel foglio – l’esatta posizione di ogni chiodo per il quadro. Per ottenere rapidamente quadri su tela di alta qualità basterà recarsi sui portali degli specialisti, selezionare le foto da stampare su tela, e nel giro di pochi giorni ricevere direttamente a casa il prodotto finito.

Stampe su tela: disposizione geometrica, dimensioni dei mobili e colori

La migliore disposizione dei quadri su tela è quella progettata nel dettaglio e per nulla improvvisata, oltre che rispettosa dei propri gusti. Il primo consiglio è quello di appendere le diverse immagini a un’altezza consona, ovvero ”a filo di sguardo”. Non si devono cioè fare sforzi extra per apprezzare inquadratura, colori e profondità del quadro. Diciamo che, all’incirca, è bene appendere i quadri all’altezza di un metro e 60-70 centimetri ovvero l’altezza media della persona (se però si prevede di osservare le stampe soprattutto da seduti questa indicazione può variare al ribasso).

Per una maggiore armonia con il contesto, sarà necessario verificare presenza e distanze di angoli e spigoli nell’ambiente (finestre, librerie e così via). È chiaro che la cosa migliore da fare sarà scegliere di disporre i quadri seguendo un ordine il più possibile schematico e geometrico. Se per esempio volete mettere in evidenza la composizione di immagini, ponendola da un solo lato della stanza, sarà necessario intervenire con un ‘correttivo’ che armonizzi l’effetto visivo dall’altra parte del contesto. In genere, quando si vanno a disporre i quadri in base a un ordine di tipo geometrico si opta per forme quali rettangolo e quadrato.

È bene pure prestare attenzione alle dimensioni dei mobili: i quadri non dovrebbero essere appesi sopra a complementi d’arredo e tavoli troppo piccoli. Quanto ai colori, si potrà scegliere una sostanziale continuità con il resto della stanza oppure inserire determinate stampe quale elemento di rottura, in chiave moderna. Nel caso in cui nella stanza ci siano determinati colori che si ripetono, optare per quadri “a corredo” potrà essere una scelta vincente in chiave armoniosa. Se sono presenti carta da parati o particolari tappezzerie sarà sempre bene incorniciare la stampa su tela per farla risaltare al meglio.

7 Maggio 2021 / / Blog Arredamento

Arredare una camera da letto può sembrare un’impresa ardua. Infatti, la camera da letto, non è solo il giaciglio del riposo, ma anche un posto dove rilassarsi e stare in intimità. Pertanto, è necessario che sia confortevole e dotata di tutti gli arredi necessari senza, però, sacrificare gli spazi e creare un luogo angusto e troppo stretto.

Lo stile e l’atmosfera

La prima cosa che bisogna fare per scegliere gli arredi di una camera da letto è quella di individuare lo stile preponderante, in modo che ogni componente possa seguire un fil rouge con il resto, creando una soluzione armoniosa. In genere, la camera da letto, segue lo stile del resto della casa: pertanto, se tutte le altre stanze sono improntate sullo stile moderno, ad esempio, non è molto indicato creare una camera shabby chic. Dopo aver definito lo stile, è bene capire l’atmosfera da voler conferire all’ambiente: stimolante, rilassante, energizzante ecc. In ogni caso, per avere una panoramica più chiara di come arredare l’ambiente, è possibile recarsi in uno showroom di camere da letto Roma, Milano, Napoli, o in qualsiasi parte d’Italia.

Scegliere l’armadio

Uno dei quesiti principali che ci si pone quando si arreda la stanza da letto riguarda l’armadio: è meglio quello “tradizionale” oppure la cabina armadio? Sebbene quest’ultima soluzione sia la più gettonata, e costituisca un elemento in voga nelle stanze moderne, non è sempre la scelta giusta, in quanto richiede uno spazio molto grande, quindi una camera da letto di 25 mq o più. Esistono poi diverse tipologie di armadio “classico”: a ponte, angolare, scorrevole ecc. Le ultime tendenze vedono l’armadio scomparire letteralmente nell’arredo della stanza, quindi si preferiscono armadi della stessa tonalità delle pareti, dal finish lucido oppure opaco. Questo effetto consente di far sembrare la stanza più grande e più ariosa. Tuttavia, se la stanza è particolarmente piccola, le soluzioni a scomparsa che permettono di recuperare spazio sono da preferirsi. In questo caso, la praticità deve guidare la scelta.

Scegliere il letto

Ovviamente, l’arredo protagonista di una stanza adibita al sonno, è il letto. Scegliere quello giusto permette non solo di riposare al meglio, ma anche di arredare coerentemente la propria stanza. Esistono, infatti, letti di diverse dimensioni, letti contenitore, con testata o senza, dalle forme insolite o dalle linee classiche. Il più utilizzato è sicuramente il letto a parete, meglio se dotato di pratico contenitore dove riporre la biancheria da letto. In questo caso, è la testata a fare la differenza nell’arredo, a conferire quel tocco in più di originalità. Inoltre, nella testata, si possono nascondere alcuni elementi, come gli alloggiamenti per i corpi luminosi, in grado di creare un’atmosfera soffusa. Esistono, però, anche letti più bassi, che richiamano lo stile giapponese ed in particolare i tatami utilizzati dagli orientali, che si prestano perfettamente in una camera da letto dalle linee pulite e minimali. Inoltre, gioca un ruolo fondamentale nell’arredo della stanza anche la posizione del letto. Ad esempio, posizionarlo al centro della stanza, lo rende il “padrone” dell’ambiente e deve essere curato al meglio.

25 Marzo 2021 / / Blogger Ospiti

Il lavello è spesso sottovalutato nella scelta dell’arredamento della cucina ma è il centro di molteplici attività e per questo merita dei particolari accorgimenti, primo tra tutti la selezione del materiale migliore. Pochi mesi fa vi abbiamo consigliato di valutare l’acquisto di un lavello in Kuarzite di Evhoc. A chi ancora non conosce questo materiale consigliamo la lettura dell’articolo “Kuarzite, il nuovo materiale Made in Italy per lavelli di design ultra resistenti“. È davvero ricco di informazioni e caratteristiche da valutare assolutamente quando si acquista un nuovo lavello per la cucina.

Resistente, di facile manutenzione, di bell’aspetto. La Kuarzite resiste a urti, graffi, shock termici, temperature elevate, ha una superficie liscia e porosa, è facile da pulire. Tutte caratteristiche importanti per un lavello che viene utilizzato quotidianamente.

Oggi siamo ancor più convinti di avervi consigliato un ottimo prodotto realizzato da un’azienda italiana attenta all’ambiente, al riciclo, alla riduzione dell’inquinamento e, non meno importante, alle esigenze dei consumatori. Ma arriviamo alla novità: a grande richiesta, Evhoc ha presentato Black Selection, una collezione di lavelli da cucina in Kuarzite nera.

Lavello in Kuarzite nero

Perché scegliere un lavello da cucina nero tra tutti i colori disponibili sul mercato?
Alcuni potrebbero storcere il naso ritenendola una scelta troppo anticonvenzionale e onerosa a livello di pulizia. Il colore nero è soggetto a macchie di calcare e tra i dubbi più frequenti ci sono considerazioni su come vanno pulite e quanta cura è necessaria per far splendere il lavello. Ma su questo punto una rassicurazione è d’obbligo: un lavello in Kuarzite nera non richiede più manutenzione di un lavello in acciaio, per esempio.
È importante lavare il lavello per evitare macchie e aloni, ma d’altronde quale lavello al mondo non richiede un minimo di manutenzione e pulizia?! Per estetica ma soprattutto per igiene. La differenza è che con una passata di panno bagnato, qualche goccia di detersivo e una punta di bicarbonato si avrà un lavello pulito, elegante, raffinato, moderno, sempre attuale, che colpisce per estetica e pulizia. Se poi il lavello nero è abbinato ad un miscelatore nero o addirittura ad un top nero l’effetto sarà ancor più enfatizzato.

Come pulire un lavello in Kuarzite (nero)

Si sconsiglia l’utilizzo di prodotti o detergenti chimici che a lungo andare potrebbero rovinare la superficie. Per la pulizia quotidiana è bene utilizzare detersivo per piatti con un’aggiunta di bicarbonato. Per rimuovere le macchie delle gocce d’acqua si può lucidare la superficie con un panno umido e qualche goccia di olio d’oliva. Per rimuovere le macchie più ostinate l’aceto bianco è il migliore alleato; è sufficiente spruzzarlo, lascialo in posa almeno 4 ore e poi sciacquarlo. Per rendere il lavello più luminoso lo si può strofinare con un panno morbido e della farina (si, avete letto bene!) e poi sciacquarlo con dell’acqua.

Black Selection di Evhoc in promozione

Per il lancio della nuova linea di prodotti, Evhoc riserva fino al 31 marzo 2021 uno sconto del 15% sull’acquisto online di composizioni selezionate composte da tre elementi: lavello nero, miscelatore nero e tagliere multifunzione in pietra scura.

La selezione degli specialisti Evhoc

Per chi ha poco spazio
Black Selection 1
Lavello in Kuarzite nera sopra-top ad una vasca, compatto e di dimensioni contenute + miscelatore da appoggio con canna a ombrello squadrata + tagliere multifunzione (scolapiatti, piano d’appoggio, cover estetica) in pietra.
Black Selection 3
Lavello in Kuarzite nera sotto-top ad una vasca, compatto e di dimensioni contenute + miscelatore da appoggio con canna a ombrello squadrata + tagliere multifunzione (scolapiatti, piano d’appoggio, cover estetica) in pietra.

Per chi ha a disposizione superfici spaziose
Black Selection 2
Lavello in Kuarzite nera sopra-top ad una vasca ampia + miscelatore da appoggio con canna a collo di cigno e doccetta integrata estraibile + tagliere multifunzione (scolapiatti, piano d’appoggio, cover estetica) in pietra.
Black Selection 4
Lavello in Kuarzite nera sotto-top ad una vasca ampia + miscelatore da appoggio con canna a collo di cigno e doccetta integrata estraibile + tagliere multifunzione (scolapiatti, piano d’appoggio, cover estetica) in pietra.

Per chi vuole semplicemente il meglio
Black Selection 5
Lavello in Kuarzite nera sotto-top ad una vasca di grandi dimensioni + miscelatore da appoggio con canna alta e dritta e doccetta integrata estraibile + tagliere multifunzione (scolapiatti, piano d’appoggio, cover estetica) in pietra.

Le composizione sono personalizzabili: è possibile scegliere le misure del lavello, la configurazione sopra e sotto top e il modello di miscelatore.

Sul sito Evhoc.it è possibile vedere nel dettaglio le cinque composizioni disponibili.

SCOPRI IMMAGINI, DIMENSIONI, CARATTERISTICHE >>>

Per informazioni è possibile contattare l’assistenza clienti di Evhoc.it

25 Marzo 2021 / / Blogger Ospiti

I garage, per un motivo o per l’altro, con il passare del tempo si possono riempire di cianfrusaglie e sporcizia. Per chi vuole mettere ordine nel proprio garage, ecco una serie di utili consigli da seguire alla lettera.

Cianfrusaglie, polvere e sporcizia sono spesso degli ospiti graditi in molti garage. Se entrando nel proprio garage si è costretti a muoversi di lato o stare attenti a quello che si tocca, forse è giunto il momento di prendere la decisione di sistemare il garage e fare una accurata e profonda pulizia.

Prima di procedere alla pulizia del garage mediante un aspirapolvere Ghibli ad esempio, è opportuno seguire una serie di azioni. Vediamo 5 utili consigli che possono permettere a tutti, senza impazzire, di fare ordine e di trovare tutto quello che si cerca facilmente.

1: Portare fuori tutto

Il primo passo da compiere, se si vuole pulire in maniera efficace il proprio garage, è senza ombra di dubbio quello di svuotarlo di tutto quello che contiene. Se si ha la possibilità e lo spazio, si può iniziare a spostare tutti gli attrezzi e gli oggetti presenti nel garage sul vialetto di ingresso. O in una zona che permetterà di eseguire le successive operazioni di pulizia senza essere di intralcio

2: Fare un elenco ordinato di quello che si vuole tenere

Visto che si è scelto di pulire il proprio garage, è sicuramente una buona idea verificare cosa si vuole tenere e cosa si vuole buttare. In molti casi, il garage diventa un luogo della propria abitazione dove si posizionano le cose che non si utilizzano più e che in molti casi si possono anche buttare. Già che si sposta tutto, si può fare un elenco di cosa si vuole tenere e di cosa si vuole buttare.

3: Ordinare tutto per livelli di importanza

Al termine della cernita delle cose presenti nel garage che si vuole tenere, è bene organizzare una lista di tutti gli oggetti e attrezzature per importanza. Le cose che si utilizzano di più dovranno essere in una posizione che si può raggiungere senza grossi problemi. Mentre, le cose che si utilizzano di meno o raramente possono essere posizionate in una scatola o in un armadio. Più si è accurati in questa fase, più facile sarà riposizionare ogni cosa nel proprio posto al termine delle operazioni di pulizia.

4: Portate in discarica l’eccesso

Al termine della pulizia del garage, è giunto il momento di portare in discarica quello che si è deciso di scartare. Invece di buttare tutto nel cassonetto generico, è buona cosa portare in discarica tutto quello che si può riciclare e/o riutilizzare in qualche modo.

5: L’ordine è amico della pulizia

L’ultimo consiglio, ma che si può dire anche il più importante, è quello di ricordarsi che l’ordine è un amico inseparabile della pulizia. Sistemare ogni attrezzo o oggetto dove lo si è trovato al termine del suo utilizzo, è una delle operazioni più importanti per chi vuole mantenere ordine nel proprio garage. Inoltre, è bene ricordare che un garage ordinato permette di trovare oggetti e attrezzi in poco tempo. Cosa, che non sempre si può riuscire a fare se il garage è in disordine e non si ricorda dove si è messo quello che si cerca.

Come si è potuto vedere, pulire un garage e mantenerlo in ordine non è sicuramente un’operazione difficile. Con un piccolo impegno, si potrà beneficiare di una maggiore facilità nel trovare ogni cosa e nell’avere più spazio a propria disposizione.

19 Marzo 2021 / / Blogger Ospiti

L’installazione di un condizionatore all’interno della propria abitazione rappresenta un intervento potenzialmente invasivo, oltre che dispendioso dal punto di vista economico. Ragion per cui, è necessario valutare con attenzione diversi fattori, così da individuare la soluzione migliore in relazione alle necessità pratiche ed alle esigenze estetiche. Di seguito, vediamo quali sono i fattori da prendere in considerazione per fare la scelta migliore e quali sono i modelli in commercio tra i quali è possibile scegliere.

Valutare lo spazio di collocazione

Il primo parametro ad influire sulla scelta di un condizionatore è rappresentato dallo spazio. Bisogna anzitutto tenere in conto la superficie disponibile per l’installazione di un macchinario fisso a parete, soprattutto in relazione all’arredamento già presente oppure a quello che dovrà essere allestito al termine di lavori di ristrutturazione o rinnovamento. Quando si parla di ‘spazio’, ci si riferisce anche al volume complessivo dell’ambiente all’interno del quale il macchinario verrà collocato. Il condizionatore, infatti, va scelto anche in base alla potenza che, a sua volta, va parametrata in relazione alla volumetria della stanza. La capacità di refrigerazione dei condizionatori viene quantificata in BTU (British Termal Unit), il parametro di riferimento per rapportare la potenza necessaria per specifiche metrature. Per una stanza di 30 metri quadri, ad esempio, bisogna installare un apparecchio da almeno 8000 BTU mentre per 50 metri quadri serve un condizionatore da 13000 BTU.

Il budget di spesa

Un altro fattore particolarmente rilevante per la scelta del condizionatore è la possibilità di spesa; in commercio sono reperibili modelli adatti a tutte le tasche. Quelli più economici sono portatili, e non necessitano di interventi edilizi per l’installazione; di contro, gli apparecchi più costosi hanno prezzi superiori ai mille euro. Per farsi un’idea di quali siano le offerte del mercato, si può consultare il catalogo digitale di un e-commerce specializzato come Emmebistore, dove è possibile trovare modelli proposti da brand leader del settore, come ad esempio i condizionatori Aermec, fissi o portatili.

In ogni caso, è possibile risparmiare utilizzando il bonus previsto dalla Legge di Bilancio 2021, ossia un’agevolazione del 50% per l’acquisto di un condizionatore a basso consumo energetico (identificato dalla classe energetica A+); l’incentivo può raggiungere il 65% qualora venga acquistato un dispositivo a pompa di calore in sostituzione di uno meno efficiente dal punto di vista energetico. Per ricevere il bonus, è necessario poter provare l’acquisto; a prescindere dal canale utilizzato, ciò che conta è conservare la ricevuta che riporta gli estremi del pagamento.

La tecnologia di funzionamento

I condizionatori possono essere classificati in due grandi tipologie, a seconda della rispettiva tecnologia di funzionamento. I modelli “on/off” restano in azione fin quando l’ambiente in cui sono installati non raggiunge la temperatura desiderata; dopo di che, si spengono per poi riattivarsi quando la temperatura si alza di nuovo. I condizionatori a inverter, invece, restano sempre accesi ma, una volta raggiunta la temperatura preimpostata, regolano il proprio funzionamento in maniera tale che la refrigerazione resti costante. Questo sistema assicura un minor dispendio energetico e, al contempo, garantisce il mantenimento di una temperatura stabile e regolare all’interno dell’ambiente. Le diverse modalità di funzionamento si adattano a specifiche esigenze di utilizzo: i modelli a inverter, ad esempio, sono più adatti a locali che necessitano di una refrigerazione costante e regolare.

In contesti domestici, i condizionatori più diffusi sono quelli denominati ‘split’: si tratta di un sistema di condizionamento che utilizza una pompa di calore e sfrutta due unità separate. La prima (diffusore) viene montata all’interno e presenta una sorta di alettone mobile che si apre per lasciar uscire l’aria fredda; la seconda, invece, è un compressore-scambiatore che viene collocata all’esterno, in quanto è il macchinario responsabile del trasferimento del calore fuori dall’abitazione.

17 Marzo 2021 / / Blogger Ospiti

Il PVC è un materiale davvero molto interessante il quale fa assolutamente rima con arredamento, o meglio con tutte le componenti decorative e tecniche che possono contraddistinguere un ambiente interno.
I possibili utilizzi del PVC sono davvero molteplici, ma prima di elencarli ricordiamo che cos’è questo materiale, perché è chiamato in questo modo e quali sono le sue caratteristiche principali.

PVC: cos’è e quali sono i suoi punti di forza

PVC è sostanzialmente una sigla con cui si indica il polivinilcloruro, noto anche come cloruro di polivinile, un materiale plastico che trovò le sue prime applicazioni nell’Ottocento e che è stato costantemente perfezionato nel corso del tempo fino ad arrivare alle due odierne e pregevoli caratteristiche.
I punti di forza del PVC, in effetti, sono svariati, a cominciare dalla sua grande resistenza: come la grande maggioranza dei materiali plastici, infatti, il PVC sa conservarsi ottimamente nel tempo anche qualora sia sottoposto a massiva usura, oppure qualora sia esposto costantemente agli agenti climatici.
Il PVC fa dunque rima con durevolezza, ma non solo: questo polimero è molto leggero e di semplice lavorazione, caratteristiche che contribuiscono a rendere molto convenienti i prezzi dei prodotti realizzati in questo materiale.
Anche a livello di resistenza, tuttavia, questo materiale è eccellente, ciò lo rende ideale per le superfici soggette ad impatti di vario tipo, senza trascurare caratteristiche ancor più tecniche quali l’isolamento termico e la sua valida resistenza al fuoco.

Porte e serramenti in PVC

Come si diceva in precedenza, se ci si trova in un ambiente interno moderno può capitare di trovare molteplici realizzazioni in PVC, scopriamo subito quali.
Anzitutto, questo materiale trova ampio impiego nella realizzazione di porte interne, soprattutto nell’ambito degli arredi moderni, dal momento che queste porte presentano in genere superfici lisce ed essenziali.
Anche nel mondo degli infissi il PVC è un materiale molto utilizzato: molte delle più note aziende specializzate in questo tipo di prodotti, come Tigullio Design, valorizzano al massimo i loro serramenti in PVC trattandosi, come detto precedentemente, di un materiale con grandi capacità di isolamento termico.
Quest’aspetto, come noto, ha una grande importanza per quel che riguarda gli infissi, dal momento che la loro capacità di coibentazione termica è destinata a influire non poco sull’efficienza termica complessiva dell’immobile.

I pavimenti in PVC

Un impiego del PVC piuttosto moderno, che probabilmente diverrà sempre più diffuso nel prossimo futuro, è quello riguardante la realizzazione di pavimenti.
Questi pavimenti sono resistenti, economici e molto pratici nella relativa posa in opera, e dal punto di vista estetico sanno essere davvero molto accattivanti, basti pensare che i pavimenti in PVC possono riprodurre le medesime venature naturali del legno, divenendo così un’alternativa al parquet molto più economica e agevole nella sua gestione.

Gli elementi d’arredo in PVC

Vastissima è, inoltre, la gamma di mobili in PVC: con questo materiale si producono principalmente armadi, piccoli mobili con scaffali ed elementi d’arredo con funzioni specifiche, come possono essere ad esempio i mobili coprilavatrice.
Per via delle loro caratteristiche tecniche, peraltro, questi mobili possono essere utilizzati pressoché indistintamente in ambienti interni o esterni; molti di essi, ad esempio, trovano la loro collocazione su balconi e verande, essendo in grado di resistere senza alcun problema ai raggi solari e alle temperature accentuate.

16 Marzo 2021 / / Blogger Ospiti

Tecnologia d’avanguardia e design d’autore nel nuovo catalogo della multinazionale belga

Tecnologie d’avanguardia e raffinate soluzioni di design per luci che migliorino il benessere delle persone: è ispirata ad una visione human centric la collezione 2021 di Delta Light, la multinazionale che negli ultimi anni si è imposta all’attenzione del mercato italiano dell’illuminazione.

Intitolata The Lighting Bible 14, la nuova edizione del catalogo dell’azienda belga presenta una vasta gamma di prodotti, realizzata interamente nelle fiandre ed ideata con la collaborazione di designer internazionali.

“Continuiamo a esplorare i confini dell’illuminazione tecnica e architettonica, ma anche quelli del design. La tecnologia al servizio dei suoi utenti e l’eleganza delle soluzioni formali sono il filo conduttore delle novità presenti in The Lighting Bible 14” ha dichiarato il managing director Jan Ameloot.

Dal canto suo, il country manager Italia, Gianluca D’Avino ha sottolineato: “La Lighting Bible 14 evidenzia come la nostra visione sia centrata su un sistema di valori per noi imprescindibili: la funzionalità unita alla sostenibilità ed all’immancabile attenzione al design. La Lighting Bible 14 è un viaggio tra immaginazione e creazione, ma anche una sfida a noi stessi per superare i limiti della tecnologia e del design. Una visione pionieristica dell’illuminazione e del benessere dell’individuo, in linea con l’idea del nostro fondatore Paul Ameloot”.

Le due edizioni del catalogo 2021

Nella nuova collezione, Delta Light ha declinato l’attenzione al comfort visivo sfruttando i risultati del suo Dipartimento di Ricerca e Sviluppo: l’uso di tecnologie di ultima generazione, la riduzione dell’abbagliamento, l’impiego di sensori ed elementi dell’IOT, caratterizzano i nuovi prodotti, consentendo la realizzazione di sistemi di illuminazione tradizionali e smart.
The Lighting Bible 14 testimonia ancora una volta l’esclusività di Delta Light, un obiettivo raggiunto anche grazie a prestigiose partnership, su tutte quelle con gli olandesi di UNStudio e con il lighting designer Dean Skira. L’eleganza delle forme e il minimalismo delle dimensioni è una delle cifre stilistiche che contraddistingue la nuova collezione.
A 24 anni dalla sua nascita, The Lighting Bible si presenta per la prima volta in doppia edizione: la versione Lighting Bible 14 -Create, incentrata sulla presentazione più tecnica e dettagliata dei prodotti, e Lighting Bible 14 – Imagine, dedicata ai progetti architettonici che li vedono protagonisti.

Nime, la lampada da incasso firmata da Dean Skira

Nime, l’illuminazione di precisione di Dean Skira

Novità di spicco della nuova collezione è senz’altro Nime, probabilmente la più piccola lampada da incasso mai realizzata. Frutto della collaborazione con Dean Skira, Nime vanta caratteristiche tecniche uniche: il suo corpo si nasconde interamente nel soffitto, rivelandosi solo per un’apertura di appena 10 mm. A dispetto delle dimensioni, è dotata di un’ottica d’avanguardia, che consente di mettere a fuoco il raggio di luce emesso ma anche di regolarne la rotazione e l’inclinazione, il tutto con un effetto abbagliante pressoché nullo. Nime permette di valorizzare gli oggetti sia su superfici verticali che orizzontali, a prescindere dalla loro grandezza e anche nel caso di soffitti in pendenza.

Le luci Haloscan e Multinova

Haloscan e Multinova, il design minimale e il comfort visivo

In termini di design minimale e comfort visivo, la Lighting Bible 14 propone anche altre novità di interesse. Haloscan, ad esempio, utilizza una sofisticata lente piatta, che consente di avere 4 diversi fasci di luce e una distribuzione luminosa molto armonica. Per girare e inclinarsi senza problemi, questa gamma sfrutta Ex-Centric Rotation System, un sistema brevettato Delta Light, che combina proprietà rotanti e basculanti in un unico movimento.

Discorso simile per Multinova: lo spessore di soli 69 millimetri rende l’apparecchio particolarmente funzionale per progetti residenziali e di ospitalità. Oltre che nella soluzione incassata o in versione da profilo magnetico, questa gamma può essere utilizzata anche in sospensione, classica o attraverso tige rigida, con regolazione dell’inclinazione fino a 90° che consente l’illuminazione di superfici verticali. Inconfondibile il design, che gli conferisce la forma di un disco luminoso.

I downlight Artuur

Artuur, estetica e versatilità

Le dimensioni ridotte sono una caratteristica anche di Artuur, una gamma di downlight caratterizzata dai bordi inclinati verso il centro, proposta sia nella soluzione circolare che in quella rettangolare. Un altro elemento distintivo di Artuur è l’obiettivo convesso, che diventa elemento di design, nascondendo una tecnologia con sorgente Led posizionato in profondità. Artuur può unire una piacevole luce diffusa con un effetto wall washing estremamente uniforme grazie all’ausilio di un LED secondario, che illumina le superfici verticalmente.

Spy, un’icona reinventata

Minimalismo, funzionalità e versatilità sono i termini chiave per descrivere la famiglia Spy, riprogettata per soddisfare molteplici esigenze di illuminazione e per essere perfetta per l’illuminazione d’accento in ambienti residenziali e commerciali.
Nuovi apparecchi dal diametro di 27, 39, 52, 66 e 90 millimetri, ed una gamma di spot adatti a qualsiasi scopo, anche l’outdoor. Ottiche ibride, migliore consistenza di colore dei LED e nuove prospettive di controllo con Tunable White e Soft Dim fanno della nuova famiglia Spy un riferimento sia tecnologico che estetico.

La rinnovata famiglia Spy accoglie anche Spy 39 W, un apparecchio da parete per outdoor ricco di eleganza e raffinatezza. Con il suo cilindro affusolato, Spy 39 W rappresenta un apparecchio, down- o down-up, dal design minimalista.

La rinnovata gamma Spy è utilizzabili indoor e outdoor

Da menzionare, infine, la lampada a sospensione Zoover, caratterizzate da una grande cupola in feltro che ospita un disco luminoso in grado di produrre una splendida luce diffusa ed i caratteristici Uho, dal look sofisticato e piccole dimensioni.

La lampada Zoover con la caratteristica cupola in feltro
Le luci Uho

Come accade dal lontano 1997, The Lighting Bible continua a presentare in dettaglio la nuova produzione Delta Light, che quest’anno mette in relazione tecnica, eleganza e comfort.
La nuova collezione sarà visibile da aprile presso lo showroom Delta Light Studio (Milano, via privata Gaspare Bugatti, 15 – tel. 02 2305 6210) e online sul sito www.deltalight.com/new

Milano, 11 marzo 2021

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