13 Maggio 2020 / / Architettura

Il dualismo Architettura – Ingegneria è argomento molto dibattuto nei nostri tempi. Esso è strettamente legato alla specializzazione sempre più accentuata che questi due campi hanno subito nel corso dell’ultimo secolo. Si parla di Nervi come dell’ultimo Ingegnere che di fatto era anche architetto, poiché la sua ricerca era legata sì alla tecnica, ma a partire dal messaggio, dalla forma.L’innovazione tecnologica era il tramite per il raggiungimento di traguardi fino ad allora impossibili.Tanti, insieme a lui, talvolta anche relegati a ruoli di nicchia, ambivano al portare avanti il connubio unitariamente e non in contrasto come oggi par essere.La forma era per loro la risposta: la risposta a quelle domande che i problemi geometrici ponevano da sempre.

Vien da sé che molti grandi capolavori del passato celassero in loro, consapevolmente, questi fattori; la catenaria era stata scoperta per ridurre i momenti flettenti delle strutture, impiegata da Hook a St. Paul, da Gaudì nella Sagrada Familia, da Felix Candela nelle sue strutture fini in calcestruzzo, nei ponti di inizio secolo. Il Ponte sul Basento, sconosciuto ai più, era il capolavoro di Sergio Musmeci.

Il passare degli anni sembrava aver fatto scomparire queste figure pionieristiche; lo strutturista, subordinato all’architetto sembra in constante conflitto tra esigenze pratiche del calcolo e quelle estetiche che provano a divincolarsi nella foresta di regole e norme.

Non vi è dubbio che questa dinamica abbia comportato un impoverimento della consapevolezza del progettista in sé. La scelta è subordinata al parere, e i pareri necessari sono uno, dieci, cento.

La storia assiste poi all’avvento delle tecnologie digitali, la potenza di calcolo aumenta, gli strumenti classici invecchiano rapidamente. Prima il disegno, poi via via altre discipline sono trasposte, tradotte attraverso i software dedicati. Non perdono di significato, acquisiscono peculiarità diverse. L’architettura stessa si trasforma sotto l’impulso delle nuove frontiere immateriali. Il Pc, il click, la possibilità di cambiare, salvare, modificare senza limiti una scelta, apre nuovi orizzonti. Smart rispetto a quanto si era mai visto. La Digital Revolution non conosce sosta, abbatte gli standard.

Si concepiscono strumenti di simulazione con algoritmi sempre più raffinati, più elaborati; l’errore, l’approssimazione si riduce. Il render è frutto di simulazioni con algoritmi Brute Force, che sostituiscono il Catmull Clark. Il sole è schematizzato, i raggi luminosi diventano sempre di più; l’iterazione, la casualità sono riproducibili, le texture digitalizzate, la profondità di una scanalatura prodotta con metodi matematici come la bump. Forse parlare di rivoluzione al singolare è riduttivo; viene a mente Leon Battista Alberti con il De Pictura, in cui per la prima volta era spiegata la teoria della prospettiva.

Step forse ancor più determinante viene fatto con il Visual Scripting. Si ribalta la concezione del disegno digitale. La retta diventa l’elemento geometrico che passa per due punti, ma i punti non sono più fissi, sono modificabili, e con essi la retta di conseguenza. Il Visual Scripting intacca le certezze della modellazione geometrica. La forma è ottenuta come sequenza di istruzioni, è un algoritmo, non più un comando rigido. Si creano relazioni mai viste prima, si ottengono risultati che necessitavano di giorni di modellazione e molto spesso sarebbero stati impossibili. Le forme decostruttiviste delle archistar più famose esplorano il nuovo mondo. Il paneling, la regolarizzazione di figure complesse suddivise in migliaia di triangoli, diventano la modalità di lavoro per contenere i costi, dando libertà espressive agli architetti che solo la tecnica contemporanea avrebbero potuto conferirgli. Esempi non mancano, architetture iconiche per eccellenza sono la copertura del British Museum, la copertura della Fiera di Milano-Rho, Haydar Aliyev Culture Center solo per rimandare ad esempi noti a tutti. I l software Grasshopper nasce come plug-in free per Rhino, porta con sé una frontiera mobile che viene spostata di volta in volta più avanti grazie al suo sviluppo continuo, all’implementazione con altri plug in programmati da appassionati del settore. La galassia di software si amplia a dismisura. L’obbiettivo, nemmeno troppo celato, è l’integrazione in uno strumento polifunzionale di tutti gli aspetti di progettazione architettonica conosciuti. Strutture, analisi energetiche, illuminotecniche, composizione geometrica, gestione dati complessa, ottimizzazioni genetiche, euristiche, tool di ogni tipo, fanno da ponte tra questo strumento e i più affermati software tecnici di calcolo e simulazione. Si cerca la sintesi.

In parallelo si procede ad un ulteriore sviluppo del concetto di progettazione integrata. Il BIM, Building Information Modelling, pone le basi per avere uno strumento oggi sempre più in crescita e con capacità di controllo delle informazioni relazionate al modello 3D impareggiabile. Il mondo parametrico è anche qui, l’elemento è composto da indicazioni che lo costituiscono, che sono scelte dal progettista a monte, e possono essere variate in qualsiasi momento. Lo sviluppo di queste piattaforme, e di Revit nello specifico, porta al connubio tra il visual scripting e il BIM, Dynamo diventa il plug-in di riferimento che permette di allargare i paletti della modellazione, della gestione dei dati e lo sviluppo degli applicativi esistenti su Grasshopper si duplica con un processo di upgrade continuo.

L’avanguardia digitale sta lì: le normative, i committenti, richiedono sempre più questa metodologia di lavoro. Il mondo dei professionisti in grado di cogliere la sfida, capendone i pregi e l’immenso potenziale, integrano il processo di progettazione con questi nuovi strumenti ormai già da anni. La complessità di progetti multidisciplinari come ospedali, centri ricerca, ma anche scuole con requisiti prestazionali all’avanguardia in termini di sostenibilità, rendono quest’approccio imprescindibile. È in questa realtà che ATIProject, studio nativo BIM orientato al computational design si afferma in un mercato edilizio sempre più difficile. Il riscontro viene da varie parti del mondo, dal Nord Europa a paesi in via di sviluppo come l’area balcanica o l’Africa. L’architettura e l’ingegneria trovano nuovamente unione in una realtà aziendale aperta impostata sull’integrazione.

https://atiproject.com/

12 Maggio 2020 / / Blog Arredamento

L’era Covid sarà ricordata come un periodo di grande trasformazione. Trasformazione delle nostre abitudini, dei nostri comportamenti, delle regole da seguire e del modo di lavorare.

In un periodo come quello che stiamo vivendo, dove paura e incertezza hanno scosso gli animi, sono numerosi gli esempi di imprenditori che, malgrado il momento delicato, non si sono arresi e hanno deciso di convertire parte della filiera produttiva per contribuire ad un bene più grande: quello della comunità.

Milano Bedding: dai divani di lusso alla produzione di mascherine lavabili

Tra le aziende italiane che ora producono mascherine, un marchio spicca tra tanti: Milano Bedding. Lombarda di nome e di fatto, la società nasce nel 1996 dall’esperienza di Kover e in poco tempo diventa leader nel settore degli imbottiti, in Italia e all’estero.

Fin dalla sua fondazione, il brand si è distinto per il connubio costante di design, tecnologia e comfort, da cui sono nati modelli di eccellente qualità. Una qualità altissima, apprezzata in tutto il mondo, che non interferisce con quella costante ricerca di soluzioni innovative che porta Milano Bedding a migliorarsi continuamente.

La qualità del sonno, insieme a quella della seduta, sono princìpi cardine della produzione brianzola, che culmina nella creazione di una gamma di trasformabili confortevoli e tecnologicamente avanzati, caratterizzati da meccanismi di apertura e chiusura rapidi, intuitivi e sicuri.

È un Made in Italy di grande valore quello proposto nello stabilimento di Desio, dove si trova il cuore pulsante della produzione: divani, divani trasformabili, poltrone, letti e materassi, a cui ora si aggiunge la realizzazione di mascherine in tessuto lavabili e riutilizzabili.

Mascherine in tessuto lavabili Milano Bedding

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Queste mascherine sono realizzate in pelle ovo bianca, un morbido tessuto 100% cotone a tenuta di piuma con particolari caratteristiche di permeabilità. Possiedono il certificato OEKO-TEX 100, che esclude la presenza di sostanze nocive o tossiche.

Disponibili in confezioni da 20 pezzi, le protezione facciali sono proposte nel modello ad uno strato, più leggera, e a due strati, più filtrante. Esistono in due taglie, una per gli adulti (18 x 8 cm) e una per i bambini (15 x 8 cm).

Sono acquistabili online sul sito store.milanobedding.com e consegnate a domicilio in tutta Italia (per gli altri Paesi, è necessario contattare il Servizio Clienti).

Come usare le mascherine di Milano Bedding

Al pari di quelle chirurgiche, le mascherine di Milano Bedding sono dotate di due elastici laterali da fissare dietro le orecchie. Prima di riutilizzarle, è consigliato un lavaggio ad acqua ad alta temperatura (90°).

Da sapere:

Queste mascherine sono realizzate nel rispetto del D.L. n. 18 del 17/03/2020, che ne autorizza la produzione e la distribuzione. Non sono però considerate presidi medico-chirurgici: ricordiamoci quindi di seguire le regole anti-Covid e le raccomandazioni igieniche indicate dal Ministero della Salute.

Mascherina lavabile per adulti di Milano Bedding

5 Maggio 2020 / / Architettura

Obbiettivo della progettazione contemporanea in ambito edilizio è garantire un controllo di processi complessi che sono difficilmente irregimentabili in una prassi. Lo strumento smart è in via di sviluppo, la sintesi è ciò che si può raggiungere grazie all’approfondimento continuo di strumenti software di tipo informativo, che sfruttano le potenzialità del BIM per offrire un’interfaccia unica di controllo e Management. Più persone, professionisti ed esperti collaborano su un’unica piattaforma, condivisa in Cloud o su Server, per dar vita a progetti che superano il limite standard del 3D. Questo infatti rappresenta solo il limite fisico-geometrico di una data figura. Ciò che entra in gioco e permette di raggiungere stadi di sviluppo del modello è l’informazione connessa ad esso; il BIM si fonda proprio sull’integrazione di queste informazioni, anche grazie alla interoperabilità con altri software gestionali.

Il 4D è raggiunto con la simulazione delle fasi di lavoro previste nel Gantt, con lo scheduling con la supervisione del rispetto dei tempi di lavoro. Il 5D lega al modello 3D e ai tempi i costi realizzativi: è uno strumento di cost planning, permette la verifica delle quantità associate ad essi e la loro estrapolazione, riguardando tutte le categorie realizzative, dallo strutturale al meccanico, dall’architettonico all’elettrico. Il 6D diventa fondamentale per la sostenibilità di quanto progettato; alla visualizzazione concettuale delle analisi energetiche eseguite sul modello, include le informazioni di LEED tracking, il monitoraggio degli elementi e delle certificazioni legate alla sostenibilità di quanto previsto per la posa in opera. Il 7D è l’ultimo step integrabile, dedicato al facility Management, alle Life Cycle BIM Strategies, all’esportazione degli As-Built, alla gestione dei manuali di Operation & Maintenance.

L’impronta di tale approccio è netta, olistica, onnicomprensiva. La progettazione multidisciplinare integrata ne è fondamento. Realtà come ATIproject ne hanno fatto la chiave del successo che stanno riscuotendo.

30 Aprile 2020 / / Architettura

Il Compendio di San Silvestro, prima sede della Scuola Normale di Pisa, ospita oggi il NEST – National Enterprise for nanoScience and nanoTechnology. L’intervento di restauro è finalizzato da un lato alla conservazione della materia e dell’immagine, dall’altro all’adeguamento impiantistico e tecnologico del manufatto, con lo scopo di accogliere i nuovi laboratori scientifici. Un esempio di progettazione integrata in contesto storico reso possibile dalla metodologia BIM. La creazione di un modello AS BUILD, in collaborazione con l’impresa di costruzione, ha permesso l’ottimizzazione di tutte le fasi del progetto, dal rilevamento alla gestione delle attrezzature tecnologiche.

L’intervento di restauro, di efficientamento energetico e di miglioramento sismico mira alla riqualificazione degli ambienti interni, delle due corti interne e dei relativi prospetti lungo la strada. Il progetto nasce da una ricerca formale con la tradizione. Le notevoli dimensioni e la complessità dell’intervento hanno portato ad una programmazione delle operazioni suddivisa in lotti funzionali differenti, agevolando la gestione in fase di progettazione esecutiva. Per quanto riguarda il cortile d’ingresso, si è voluto mantenere un disegno che ricordasse la morfologia dell’hortus conclusus conventuale, dove si ha uno spazio protetto e delimitato dall’esterno dedicato all’atto della meditazione lasciando a una sistemazione più libera la seconda corte, dove si intende privilegiare una fruizione più libera attraverso l’utilizzo di forme semplici come cerchi, disposti in modo dinamico. Nonostante ciò, le due aree si legano tra loro attraverso lo stesso linguaggio compositivo.

Particolare attenzione è stata rivolta alla ricollocazione del vano scala, posizionato in un’area centrale per favorire una migliore accessibilità e fruibilità all’edificio. Si è deciso di avere la massima flessibilità d’uso all’interno degli ambienti dell’edificio, in modo che gli uffici possano diventare laboratori di nanotecnologia ad eccezione di quattro ambienti al primo piano adibiti esclusivamente a uffici per la presenza di soffitti voltati che impediscono il passaggio degli impianti stessi. La stecca che separa le due corti è stata pensata vetrata in modo da agevolare la funzione di accesso all’edificio e al corpo centrale.

https://atiproject.com/project/normale-school-complex/

PROGETTO: Scuola Normale Superiore
LUOGO: Pisa, Italia
TIPOLOGIA: Educazione
ANNO: 2013 – 2019
STATO: Completato
DIMENSIONI: 1.900 mq
DISCIPLINE: AR – ST – MEP

29 Aprile 2020 / / Architettura

Leggerezza nelle forme, grande utilizzo della luce naturale, dotazioni tecnologicamente avanzate: da qui parte la scuola del futuro. Le tendenze contemporanee ed i nuovi modelli educativi iniziano ormai a tracciare le linee di come si devono evolvere gli spazi dedicati all’istruzione ed alla didattica: gli istituti scolastici di oggi hanno ormai gli occhi aperti sul “domani” e su come i propri luoghi debbano assorbire concetti come quello di Community, trasformando i plessi in veri e propri Civic Center aperti non solo agli studenti ma a tutta la cittadinanza.

Al fine di raggiungere questi risultati, gli strumenti fondamentali a disposizione dei tecnici sono l’utilizzo di forme e colori accoglienti alla vista ed alla mente, l’organizzazione degli spazi a disposizione tenendo sempre conto della qualità e – soprattutto – della sicurezza, l’impiego di componenti tecnologicamente avanzate applicandole ai processi educativi nonché l’integrazione del verde e della natura all’interno dell’involucro architettonico; questi gli “ingredienti” da selezionare accuratamente e da dover utilizzare, infine, in un mix funzionale che trova la sua naturale espressione nel processo di genesi progettuale organica e partecipata anche da quella Community che diventa così parte attiva ed integrante dei nuovi modelli d’istruzione degli adulti del domani.

Un interessante case-study in grado di sintetizzare efficacemente questo pensiero è il nuovo plesso scolastico “Dino Compagni”: partendo dalla disponibilità e dalla collaborazione offerta dal Comune di Firenze, lo studio ATIProject ha avuto l’occasione di mettere in pratica il suddetto approccio progettuale immergendolo in un’ambiente BIM, grazie al quale è stato possibile avere costantemente il controllo della qualità complessiva e dell’integrazione delle diverse discipline tecniche necessarie per il raggiungimento dell’eccellenza richiesta da questa importante mission sociale.

Non solo tecnica, però. Nel caso del plesso “Dino Compagni” si sono rivelate fondamentali anche la passione e la consapevolezza (di tutti gli attori coinvolti) del ruolo che il progettista moderno dovrebbe avere all’interno della società civile, ovvero quello del “cittadino/a” e del “padre/madre” ancor prima che del “tecnico”: dopotutto, anche se i bambini di oggi saranno i cittadini del domani, il loro futuro inizia adesso ed è legato a doppio filo al contributo all’educazione che gli adulti sono in grado di fornire nel presente.

28 Aprile 2020 / / Blog Arredamento

Fino a qualche anno fa nei nostri più reconditi sogni si profilava la cabina armadio di Carrie Bradshaw. Poi è arrivata lei, Chiara Ferragni, e la cabina di Carrie è decisamente passata in secondo piano aprendoci nuovi orizzonti progettuali.

Ok, non avremo mai un closet come quello di Chiara che – per chi ancora non lo sapesse – si compone di varie stanze collegate tra loro, al cui interno si trova anche una splendida chaise longue con pouf-tavolino (per scegliere l’outfit giusto serve riflettere comodamente adagiati sul velluto!).

Foto di StockSnap da Pixabay

La soluzione che sta venendo alla ribalta ultimamente è quella di ricavare la cabina armadio dietro il letto.

omg…DEVO TIRARE SU UN MURO???

Don’t panic…no, non per forza.

Ci sono parecchie soluzioni alternative per budget mini e maxi.


C’è il muretto in cartongesso, la tenda, l’armadio bifacciale, le schermature…a trovarle tutte ci ha pensato Glam Casa Magazine, con un articolo super approfondito e completo di una bella intervista agli interior designers di diotti.com.

Vuoi vedere tutte le idee e scoprire i consigli degli esperti?

Leggi l’intervista integrale su Glamcasamagazine.it nell’articolo: Cabina armadio dietro al letto

27 Aprile 2020 / / Architettura

Il progetto muove dall’idea di scuola quale nuovo riferimento culturale per la città di Milano, nonché orientamento per l’edilizia scolastica del futuro. Gli spazi esterni assumono un ruolo chiave nel progetto, ora vero e proprio parco urbano, ora motore distributivo dei volumi; da qui la costante ricerca fra interno ed esterno. Gli spazi interni sono concepiti come ambiti polifunzionali e flessibili, diversificando così l’offerta didattica e garantendo l’accesso anche in orario extrascolastico. L’obiettivo è rendere la struttura un vero e proprio centro civico. L’edificio è stato progettato per raggiungere prestazioni energetiche elevate. L’utilizzo di legno e acciaio, inoltre, ha permesso di ridurre i tempi di costruzione.

Il progetto è improntato sulla creazione di spazi comuni che favoriscano l’aggregazione e le relazioni mentre i moduli aula flessibili soddisfino la necessità degli insegnanti di avere una molteplicità di soluzioni didattiche.

Altro punto di forza progettuale è stata la ricerca di un inserimento organico della scuola nel contesto insediativo: il progetto del parco integra verde ed arredo con aree dedicate ad attività ludiche e ricreative grazie alla presenza di orti didattici, di un giardino d’inverno ed un parco musicale a supporto delle attività scolastiche e interdisciplinari.

Il complesso accoglierà non solo i nuovi spazi didattici ma anche un auditorium, una palestra ed una biblioteca condivisi con la cittadinanza: la scuola diventerà cosi un vero e proprio centro civico stabilendo una forte connessione con il quartiere e la città.

Secondo le richieste di progetto e le direttive del Piano Nazionale del MIUR in merito alla Scuola Digitale nella nuova scuola saranno messe in pratica nuove modalità didattiche improntate all’utilizzo di sistemi tecnologici avanzati che prevedono l’adozione di contenuti digitali, condivisi e informatizzati.
L’attenzione alla sostenibilità nello sviluppo del progetto si è tradotta in una particolare cura nella scelta di materiali di qualità e il cui processo di produzione risponda a criteri di ecocompatibilità sia nella natura intrinseca del materiale base che, in alcuni casi, del processo produttivo di realizzazione. Oltre al pregio estetico e alla funzionalità ha costituito criterio di scelta la possibilità di ottenere, da parte del produttore, certificati di ecocompatibilità rilasciati da enti certificatori riconosciuti.

Grazie alle strategie passive messe in atto nello sviluppo del progetto architettonico l’edificio raggiunge le massime prestazioni energetiche, in particolar modo risulta ridotto il carico per il riscaldamento degli ambienti anche grazie alla produzione di energia mediante fonti rinnovabili.

< href=”https://atiproject.com/project/brocchi-school-complex/”>https://atiproject.com/project/brocchi-school-complex/

PROGETTO: Polo Scolastico Brocchi
LUOGO: Milano, Italia
TIPOLOGIA: Educazione
ANNO: 2016
STATO: In Costruzione
DIMENSIONI: 6.400 mq
DISCIPLINE: AR – ST – MEP
MEDIA: https://youtu.be/cizfsGGRRkI

24 Aprile 2020 / / Architettura

Valutiamo metodi, materiali e vantaggi delle porte insonorizzate, perfette per ambienti casalinghi, ideali per il settore ospitalità

Foto di Pierre Blaché da Pixabay

Potersi chiudere una porta alle spalle spesso ci regala un senso di pace e libertà. Rientrare a casa, entrare nella camera di un hotel, è un po’ come lasciare il mondo fuori e regalarsi un universo fatto di privacy, dove protezione e sicurezza si intrecciano per poter vivere una dimensione del tutto personale.

Parliamo di sensazioni piacevoli, di cui godere grazie ad un requisito importante come la tranquillità e la possibilità di tenere fuori i rumori dell’area esterna. Per poter fruire di un ambiente sereno e silenzioso, così come proteggersi dall’inquinamento acustico, è fondamentale adottare tutte le misure necessarie per insonorizzare le pareti e soprattutto le porte.

La porta insonorizzata: modelli ad hoc per case e hotel

Per abbattere rumori e favorire la qualità della vita si pensa sempre più spesso alla collocazione di porte insonorizzate. Una scelta che considera gli ambienti casalinghi così come il settore ospitalità, grazie all’ampia proposta di modelli e soluzioni.

A casa così come in albergo poter godere di spazi tranquilli diventa una necessità fondamentale.

Per abbattere rumori, e favorire la qualità del sonno dei propri ospiti, i gestori del settore hotellerie valutano confortevole la presenza di una porta insonorizzata.

Grazie alla vasta collezione di porte insonorizzate per hotel e strutture turistiche è possibile dotarsi di modelli con differente abbattimento acustico fino a 46 dB, personalizzabili per il migliore confort. In un hotel il silenzio è essenziale per garantire un servizio di qualità, supportato da un buon isolamento acustico di finestre e porte finestre.

Come insonorizzare una porta: metodi e materiali

Costruire una porta insonorizzata rende necessario procedere con un metodo specifico, che tenga in considerazione il peso e la massa della porta, ma anche l’assemblaggio di più materiali.

Una normale porta in legno non è sufficiente per impedire il passaggio dei rumori, per questo è necessario procedere considerando prima di tutto il flusso dell’aria attraverso il perimetro della porta, da annullare sistemando una chiusura con guarnizioni da sigillare ermeticamente contro il telaio.

L’altro elemento fondamentale è la massa della porta, che incide sulle capacità di neutralizzare la fuoriuscita del suono.

Determinante anche la scelta dei materiali con cui costruire una porta insonorizzata. Un modello di qualità deve poter contare sull’utilizzo di legno, piombo, gomma e lamiera disposti nella maniera corretta, in modo tale che ai materiali soffici si alternino quelli duri, per realizzare una sorta di gabbia nella quale intrappolare i rumori impedendone il passaggio.

I vantaggi di una porta insonorizzata

Potrebbe sembrare una spesa poco importante, ma dotare la casa, così come gli spazi dedicati all’ospitalità, di porte insonorizzate è una scelta fondamentale, soprattutto considerando i vantaggi che un prodotto come questo è in grado di offrire.

Si tratta di investire sul comfort abitativo, regalando serenità e tanta tranquillità agli spazi casalinghi così come a quelli riservati ad attività lavorative di varia tipologia.

Per procedere all’insonorizzazione di una porta si deve considerare la portata dei rumori, valutando la tipologia dei disturbi, a partire da quelli che arrivano dall’esterno quali traffico, grida, voci, rumori aerei, radio e televisione, e dei rumori strutturali conseguenza delle vibrazioni e delle frequenze fra cui spiccano passaggio di auto e camion, utilizzo di elettrodomestici, uso di strumenti musicali.

23 Aprile 2020 / / Architettura

Forse il tuo bagno ha bisogno di essere rimesso a nuovo ma il solo pensiero di spendere un patrimonio ti fa fare un passo indietro.
Poi c’è la paura di affidarsi ad una ditta che non sappia gestire al meglio i lavori, o con operai non sufficientemente preparati, e questo porterebbe a spese ulteriori.

Image by La Belle Galerie from Pixabay

Se vuoi veramente liberarti di quelle piastrelle che andavano di moda quando tua nonna era una giovane in fiore, allora non ti resta che scegliere Idea Casa Plan, una ditta specializzata in ristrutturazioni che segue i suoi clienti in tutte le fasi dei lavori, scartoffie incluse.

Con loro è possibile fare un preventivo per la ristrutturazione del bagno, ma vediamo anche di cosa tenere conto per risparmiare.

Le scelte da fare per risparmiare con la ristrutturazione del bagno

Spesso, con la ristrutturazione del bagno si decide di cambiare la disposizione dei sanitari. Questa scelta andrebbe fatta tenendo conto che gli stessi devono essere comodamente accessibili altrimenti, nel giro di pochi anni, si rischia di rimetterci mano. Questo vuol dire spendere altri soldi quando si sarebbe potuto risparmiare.

E con questo esempio si rende manifesta la necessità di pianificare in anticipo perché, se dovessi decidere di fare delle modifiche all’impianto idrico, allora la sostituzione di piastrelle e rubinetti rientrerebbe in un intervento di ristrutturazione, invece di essere considerato solo come manutenzione ordinaria, e potresti accedere alle detrazioni fiscali o ai vari bonus.

Un’altra scelta importante è quella relativa all’illuminazione. Il bagno andrebbe ristrutturato con l’idea di utilizzare la corrente il meno possibile ed in maniera intelligente. Questo esclude, a meno che non si abbiano varie finestre, l’utilizzo di colori scuri e la scelta di superfici opache.
Il segreto per illuminare in modo naturale è scegliere colori chiari e superfici che riflettano la luce.

Infine, non dimenticare l’arte del riciclo che permette di riutilizzare delle vecchie scaffalature che, con pochi semplici modifiche, possono essere riadattate nel nuovo bagno.
Ma si può anche scegliere di utilizzare degli elementi fuori contesto. Uno di questi è la scala che, negli ultimi tempi, sta diventando sempre più di moda quando si parla di arredamento.
Il riciclo o il riutilizzo di elementi d’arredo sono utili per dare un tocco personale al bagno ristrutturato rispettando l’ambiente.

E non dimenticare di inserire alcuni accessori, come un elegante specchio o delle mensole, per rifinire il bagno. Solo questo riesce a dare l’idea di un rinnovo.

22 Aprile 2020 / / Blog Arredamento

La tua casa parla di te e se la musica è la tua passione sarà facile indovinare cosa popola la tua libreria, i tuoi scaffali e ogni angolo libero.
Intere collezioni di CD. Sconfinate file di bluray e dvd di concerti. E sei sei un vero addicted scommetto che non mancano LP 33 giri e dischi in vinile.
Per finire, strumenti musicali, amplificatori, cuffie e un impianto stereo che si rispetti.
Se sei abbastanza fortunato da avere una stanzetta in più posso immaginare una audio room coi fiocchi. Una sala della musica in cui ascoltare, suonare, scrivere.
Uno spazio in cui staccare la spina dal mondo esterno ed immergersi completamente nel tuo pianeta parallelo.
Il tuo spazio.

Chi ha una passione così forte vuole viverla e condividerla, anche e soprattutto in casa propria.

Ho indovinato?

Che sia un omaggio alla musica, al suo linguaggio, che sia una copia delle copertine e locandine che hanno fatto la storia, o le riproduzioni di foto dei musicisti che ami di più, per i veri appassionati le pareti di casa sono un foglio bianco su cui sbizzarrirsi.
È per questo che uno degli elementi fondamentali della casa di un vero music lover sono i poster e i quadri, e il mio consiglio è che la destinazione obbligata è la selezione di posterlounge.

5 stampe per 5 diversi Music Lover

Se sulle pareti della cameretta potevamo appendere i poster con le puntine, una volta cresciuti decorare casa con qualcosa di meno grunge e improvvisato diventa un must.
Via libera allora a quadri e stampe a tema musica.

Nulla ti vieta di trasferire i poster dell’adolescenza in garage o di incorniciarli e trasformarli in un pezzo vintage da tenere sotto chiave, ma io ti consiglio di dare un occhio ai nuovi materiali come la stampa su legno, schiuma, plexi alluminio e tela.
I risultati sono notevolmente migliori e soprattutto non hanno bisogno di cornice. Un vantaggio in termini di costi e di resa finale, perché scegliere la cornice giusta può essere una vera scocciatura!

Ma passiamo alla lista dei 5 must have.

La locandina di un concerto o di un festival

Questo è un tipo di poster rock, jazz o classico che non può mancare nel tuo angolo musicale. Live e concerti sono il cuore pulsante della storia della musica moderna e contemporanea. Puoi scegliere grandi eventi come Woodstock, manifesti cinematografici di musical come Grease o locandine teatrali di opera e balletti.

La stampa di una cover che ha fatto la storia

Molto apprezzato da rocker e punk questo tipo di quadro celebra quei piccoli capolavori di grafica (ma a volte anche d’arte) che sono le cover di certi album che hanno marcato un’epoca. Come dimenticare Abbey Road dei Beatles o Bohemian Rhapsody dei Queen?

Quadri di musicisti

La personalità di alcuni musicisti ha fatto la storia tanto quanto i loro lavori.
Ognuno di noi ha un cantante o una band nel cuore, ci siamo tutti innamorati da teen ager e continuiamo a subire il fascino carismatico di questa magica categoria che sono i musicisti.

Gli oggetti iconici della storia della musica

Primo fra tutti il disco in vinile, che ha segnato l’iconografia degli anni 60 e 70. Poi il giradischi, il mangiacassette, il walkman e naturalmente le cassette. La musicassetta, quella che riavvolgevamo ruotando le bobine con le penne Bic. E chi se la dimentica?

Il tuo strumento musicale

Se sei un musicista non c’è bisogno che ti dica quanto il tuo strumento sia parte della tua quotidianità. Se poi la musica è anche il tuo lavoro, lo strumento è un compagno di vita.
Quale migliore omaggio di un quadro a lui – o lei – dedicato?

Arredare una stanza della musica

Non stiamo parlando di uno studio di registrazione, ma di una sala, saletta o angolo dove poterti dedicare ad un’unica attività. Ascoltare musica.
Ci vuole poco. Un mobile basso con dei cassetti o delle ante, magari con top forato per far passare i cavi ed evitare il caos che provocano se lasciati allo stato brado.
Un impianto stereo con casse. Un pc portatile. Delle cuffie insonorizzate.
I tuoi cd, dischi o la tua raccolta di mp3.
Una poltrona, magari quelle morbide a fagiolo per abbracciarti e cullarti.
I tuoi poster e quadri di musica alle pareti a definire che QUELLO È IL TUO SPAZIO.

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