3 Maggio 2021 / / Architettura

Alla scoperta dello studio di architettura attivo a Bolzano e in tutto il Nord Est.

Si chiamano Elisa Burnazzi e Davide Feltrin e sono i titolari dell’omonimo studio di architettura e interior design. All’attivo hanno numerosi premi e varie pubblicazioni su riviste internazionali e sono noti per aver progettato alcuni degli edifici di maggior successo architettonico del Trentino-Alto Adige, oltre che per aver ideato gli interni di alcune delle dimore più belle della città di Bolzano.
Attivo dal 2003, il loro studio di architettura è tra i più noti in zona. Questo, non solo per le opere realizzate e i successi professionali già citati. A farli conoscere, non solo agli addetti ai lavori, è la filosofia architettonica che li ha resi unici agli occhi del loro pubblico.

La filosofia degli architetti Bolzano.

Sogni sartoriali e strumenti esclusivi per realizzarli.

La frase “voi sognate, noi progettiamo” è molto più di uno slogan per Elisa Burnazzi e Davide Feltrin. Il payoff che sintetizza la filosofia architettonica dello studio è un vero e proprio mantra. Tutto nel processo, è stato organizzato per realizzare la promessa inscritta in queste 4 parole: dal primo contatto alla consegna dell’opera finita.
Primo importante mattone di questo approccio unico è il Libro dei sogni Burnazzi Feltrin Architetti. Uno strumento, di cui lo studio di architettura Bolzano si è dotato da sempre, che serve a raccogliere dai clienti idee, immagini, foto, disegni e non solo. Tutto ciò che emoziona un committente merita di entrare nel suo Libro dei sogni. Grazie a questo strumento esclusivo, i due architetti possono conoscere i gusti estetici dei loro clienti. Aspetto fondamentale che ha la stessa importanza delle loro esigenze e del budget a loro disposizione.

La progettazione dialogica dello studio di architettura Bolzano.

Oltre all’ascolto del cliente, che diventa un ascolto “visivo” grazie al Libro dei sogni, è fondamentale il dialogo progettuale che nasce intorno a ogni opera. Si tratti di un edificio, di uno spazio verde, di design d’interni o di allestimenti, il dibattito vede contrapposti due approcci progettuali antitetici: il minimalismo e il massimalismo. E, ogni volta, tra i due antipodi si raggiunge un unico e originale punto d’equilibrio.
Questa è la ragione per cui, tra le opere realizzate dallo studio di architettura Burnazzi-Feltrin, si trovano sia costruzioni in cui un numero limitato di elementi – come acciaio e vetro – fondendosi danno vita all’intera opera, sia edifici che prevedono un impiego massivo di materiali, incluse varie tipologie di legname, omaggio al territorio. È negli interni e negli allestimenti che i due architetti Bolzano e interior designer osano con materiali di riuso e di recupero che assumono valenze inedite.
Oltre che per l’opposizione tra massimalismo e minimalismo, la progettazione risulta dialogica per questioni caratteriali. Elisa Burnazzi e Davide Feltrin, il cui sodalizio professionale dura ormai da 18 anni, hanno caratteri e visioni a volte opposti. Questo permette di cogliere differenti opportunità e offre maggiori probabilità di accogliere il punto di vista del cliente, che probabilmente si troverà nel mezzo, perfettamente equidistante o un po’ più vicino a uno dei due professionisti.

La missione degli architetti Bolzano Burnazzi-Feltrin.

Se “voi sognate, noi progettiamo” esprime l’attitudine con cui i due professionisti si approcciano a ogni cliente, la loro missione va ben oltre realizzare i desideri dei committenti. Quando progettano gli architetti Bolzano lo fanno anche per la comunità, la loro e quella dei loro committenti. Valore pubblico, legame con la storia e armonia con il paesaggio sono elementi imprescindibili di ogni opera. E il senso della comunità è anche la ragione per cui, nella realizzazione, lo studio di architettura Bolzano collabora con artigiani e aziende del territorio.

Sostenibilità al servizio del territorio.

La sostenibilità di ogni progetto firmato Burnazzi-Feltrin è totale: ambientale, sociale ed economica. Da qui la progettazione secondo i criteri CasaClima, sistema di cui entrambi gli architetti sono esperti fin dal 2004, per garantire alti standard di prestazioni energetiche. E da qui anche l’utilizzo di tecnologie e materiali biocompatibili nel design d’interni.

Sostenibilità economica per i clienti.

Aspetto fondamentale e distintivo dello studio di architettura è la capacità di preventivare in modo chiaro e preciso sia i tempi sia i costi per la realizzazione dell’opera e di rispettarli. Dal progetto di massima al progetto definito, dal cantiere all’allestimento degli interni, il committente è accompagnato per mano dagli architetti. Dalla carta all’opera finita, che il cliente può toccare con le sue mani.

Premi e riconoscimenti Burnazzi-Feltrin.

Lo studio di architettura Bolzano ha ricevuto premi prestigiosi in cinque diversi paesi. Nel 2010 Elisa Burnazzi e Davide Feltrin sono stati finalisti del Premio della Fondazione Renzo Piano a un giovane talento, nel 2012 e nel 2018 hanno esposto progetti nel Padiglione Italia alla Biennale di Venezia – Mostra Internazionale di Architettura. Nel 2016 e 2019 sono stati presenti all’esposizione internazionale di Architettura sostenibile Wood – Architecture of Necessity in Svezia. Gli architetti Bolzano hanno vinto il premio internazionale Iconic Awards 2016, il premio internazionale German Design Award 2017 e sono stati finalisti al World Architecture Festival Awards 2016.
Nel 2016 Elisa Burnazzi è stata l’unica italiana finalista del premio internazionale Women in Architecture Awards nella sezione Moira Gemmill Prize for Emerging Architecture ed è stata citata nell’articolo “In Honor of Women’s Day, 15 Exceptional Projects” di ArchDaily, unica italiana con Lina Bo Bardi, nell’elenco delle 15 donne architetto che hanno realizzato progetti eccezionali nel mondo.

Pubblicazioni studio di architettura Bolzano.

Le opere dello studio sono pubblicate in Italia e all’estero su 76 riviste, 24 libri e in 11 paesi. Impossibile non citare Phaidon e Utet tra le case editrici e The Architectural Review, Ottagono, Arketipo, Abitare e Domus tra le riviste.

Per maggiori informazioni:

www.burnazzi-feltrin.it
info@burnazzi-feltrin.it
+39 329 023 1591

18 Aprile 2021 / / Architettura

Al giorno d’oggi le scale, soprattutto quelle interne, sono diventate un vero e proprio elemento d’arredo, un tratto distintivo che caratterizza e personalizza fortemente il design di un’abitazione. Naturalmente ci sono dei criteri, sia in termini estetici che pratici, da valutare attentamente prima di scegliere la tipologia di scala più adeguata alle proprie necessità.

In questo articolo facciamo una panoramica generale sugli aspetti da considerare per scegliere le scale interne di un’abitazione. Successivamente elenchiamo quali sono le principali tipologie di scale utilizzate in commercio, con focus particolare sulle scale interne a sbalzo che sono molto ricercate ed apprezzate in questo momento sul mercato.

Quali sono i criteri per scegliere le scale interne?

Per quanto riguarda le scale interne è necessario fare una prima distinzione tra strutture in muratura e quelle prefabbricate.

Le scale in muratura sono pensate in fase di progettazione della casa e poi costruite man mano che si edifica l’abitazione. Richiedono spazi molto ampi, infatti trovano collocazione soprattutto nelle ville, ed hanno un costo maggiore.

Le scale prefabbricate possono invece essere installate anche in un secondo momento, fissandole alle pareti oppure con una propria struttura portante.

La scala va poi scelta in base all’ambiente in cui dovrà insediarsi, valutando la funzionalità e l’estetica. La struttura non deve essere troppo ingombrante, altrimenti rischia di occupare troppo spazio e rendere poco arioso l’ambiente, e deve essere realizzata con misure adeguate.

Naturalmente deve integrarsi perfettamente con l’arredo circostante, per garantire una piacevole continuità stilistica che soddisfi anche l’occhio. In tal senso bisogna quindi scegliere attentamente il materiale in base allo stile che si intende dare a tutto l’ambiente.

Quali sono le principali tipologie di scale?

Altra scelta importante riguarda le forme e le tipologie di scala, che incidono sul design, sull’estetica e sulla funzionalità.

Tra quelle classiche c’è la scala a giorno che prevede solitamente un andamento lineare e presenta la struttura portante a vista. Questa soluzione si utilizza quando la scala si trova affiancata ad una parete o quando bisogna sfruttare un angolo.

Le scale a chiocciola sono soluzioni salvaspazio indicate negli ambienti piccoli. Hanno una forma elicoidale, si avvolgono su loro stesse in forma cilindrica e si posizionano in genere al centro di un ambiente. Il loro utilizzo risulta leggermente più complesso.

Negli ambienti moderni stanno trovando largo utilizzo le scale a sbalzo, caratterizzate da scalini singoli che escono dalla parete senza alcun sostegno. Alcune sono dotate di soli scalini, senza ringhiera, per creare un effetto ottico molto suggestivo e dare un maggiore senso di spazio ed ariosità. Proprio per questo motivo sono definite anche scale sospese.

I diversi materiali per le scale a sbalzo

Concentriamo adesso la nostra attenzione proprio sulla scala a sbalzo, gettonatissima in questi ultimi tempi per la capacità di ottimizzare gli spazi, coniugando con un tocco moderno ed accattivante design, estetica e funzionalità.

Sono diversi i materiali usati per queste scale a seconda delle proprie necessità. Le scale a sbalzo in acciaio o quelle in cemento si adattano bene a interni dallo stile industriale o tecnologico. La scala a sbalzo in legno resta tuttavia quella più gettonata, poiché questo materiale conferisce un piacevole senso di intimità e di accoglienza. In commercio esistono però tantissime tipologie di legno che, a seconda delle finiture e dei colori, forniscono prestazioni diverse in termini di design.

Il faggio ad esempio è un legno molto compatto, caratterizzato da una venatura fitta ed uniforme. Può essere trattato col vapore per risultare più resistente all’attacco dei funghi o per essere curvato. È molto facile da lavorare e si adatta bene alle diverse esigenze.

Il rovere è un legno molto pregiato ed infatti veniva usato sin dal Medioevo per la realizzazione di mobili di alto valore. Si caratterizza per un colore giallino con picchiettature scure e per una fibra grossolana e dritta. È un materiale duro e resistente che garantisce quindi una lunga durata.
I gradini possono essere realizzati addirittura in vetro temperato, opportunamente trattato per garantire la massima sicurezza durante la fruizione. Il vetro è un materiale molto elegante ma estremamente impegnativo e va utilizzato preferibilmente in ambienti eleganti e chic.

Le scale realizzate in legno o in acciaio possono anche essere trattate con una verniciatura specifica, per adattarsi perfettamente all’ambiente circostante.

Scale da esterno: funzionalità abbinata al design

Anche le scale da esterno, come quelle da interno, devono rispondere ai requisiti di estetica e design. Naturalmente in questo caso bisogna prestare ancora più attenzione a fattori come resistenza e robustezza.

Le scale da esterno infatti devono affrontare quotidianamente i diversi agenti atmosferici, dalla pioggia alla neve, dal vento all’umidità, dalla grandine ai raggi solari ecc. Esistono varie tipologie che si adattano ad ogni edificio, ma la scelta dei materiali richiede un’attenzione maggiore. L’acciaio è uno dei più resistenti, in alternativa si può optare per il cemento o per la pietra naturale che sono più stabili e forniscono una migliore resa estetica, seppur più pesanti.

15 Aprile 2021 / / Architettura

Schüco ASE 51 PD (Panorama Design)

Per soddisfare i canoni costruttivi moderni e soddisfare le esigenze di uno spettro più ampio di utenti finali e progettisti, l’innovazione Schüco ha portato alla realizzazione del nuovo sistema scorrevole in alluminio Schüco ASE 51 PD (Panorama Design), che unisce la praticità di utilizzo all’estetica, con la massima semplicità di costruzione e di posa.

È l’unione di funzionalità e design a distinguere il serramento in tutte le sue caratteriste.

Dal punto di vista del design, i profili estremamente snelli consentono di inserire con discrezione lo scorrevole in qualsiasi contesto architettonico e stilistico, per dar vita ad ampie superfici vetrate e trasparenti, con ambienti luminosi, che aumentano il comfort abitativo.

Schüco ASE 51 PD (Panorama Design)

In particolar modo, si distinguono il montante centrale di soli 32 mm, che non soltanto esalta l’estetica minimale del prodotto, ma contribuisce a creare un’ottima continuità visiva tra interno ed esterno; e la soglia piana “0-Level” per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Grazie alla soglia a filo pavimento, infatti, viene annullato ogni rischio d’inciampo e un accesso agevolato è garantito a qualsiasi utente.

Il sistema scorrevole panoramico Schüco ASE 51 PD permette la realizzazione di ampie ante con dimensioni massime di 3500 x 2750 mm e pesi fino a 400 kg. Inoltre, il telaio perimetrale può essere incassato completamente all’interno delle pareti dell’edificio, per creare un suggestivo effetto incorniciato per le ante. Anche il sistema di drenaggio dell’acqua è integrato: l’efficiente deflusso dell’acqua piovana permette di raggiungere prestazioni di tenuta molto elevate.

Le diverse tipologie di chiusura disponibili permettono una grande varietà di soluzioni: dalla semplice maniglia a vaschetta fino alle sofisticate serrature a più punti di chiusura, che garantiscono praticità e sicurezza. Design ed estetica vanno di pari passo con le prestazioni: l’isolamento termico è eccellente, pertanto il prodotto si presta ad essere installato in tutte le zone climatiche nazionali.

Schüco ASE 51 PD (Panorama Design)

Un altro tratto distintivo di Schüco ASE 51 PD è la nuova maniglia, studiata appositamente per consentire lo sblocco dell’anta con una rotazione ridotta di appena 20°, seguendo la naturale ergonomia di mano e polso, per una movimentazione dello scorrevole intuitiva e leggera.

Dal punto di vista tecnico, la movimentazione dello scorrevole è resa più fluida e leggera anche grazie ad un innovativo sistema di carrelli di ultima generazione, che elimina quasi totalmente le vibrazioni e il rumore da scorrimento. Si installa velocemente e può essere regolato con precisione in altezza, per compensare eventuali differenze di quote, senza dover smontare l’anta.

Schüco ASE 51 PD (Panorama Design)

Grazie alla modularità dei componenti, è possibile combinare diversi profili di anta e telaio, in modo da soddisfare in maniera flessibile tutte le richieste costruttive. I tempi di posa si riducono notevolmente dato che da una parte le istruzioni di lavorazione sono state semplificate, per una consultazione più efficace e veloce in officina, dall’altra – grazie alla nuova guarnizione lungo tutto il perimetro del vetro – non è necessario utilizzare sigillanti o nastro adesivo, riducendo anche i costi di installazione.

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15 Aprile 2021 / / Architettura

Siete alla ricerca di un sistema di climatizzazione a scomparsa? Siete stanchi di quei fastidiosissimi split a vista? In questo articolo vi spiegherò costi e tempi di realizzazione di un impianto ad aria condizionata canalizzata.

Cos’è e come funziona un impianto ad aria condizionata canalizzata?

Userò un linguaggio semplice per rendere meno tecnico l’argomento.

Un impianto ad aria condizionata canalizzata è identico ad un qualsiasi altro impianto con climatizzatore tradizionale. E’ composto da due macchine: un’unità esterna condensante e una interna che distribuisce l’aria condizionata negli ambienti. L’aria viene distribuita nei vari ambienti attraverso tubazioni termoisolate che terminano in una griglia di areazione dotata di appositi filtri per garantire la salubrità degli ambienti.

Quindi per essere più chiari, a differenza degli impianti tradizionali a split, un impianto ad aria condizionata canalizzata con una sola unità interna riesce a climatizzare diversi ambienti.

Come installare un impianto ad aria condizionata canalizzata?

Gli impianti ad aria condizionata canalizzata venivano usati spesso nelle grandi strutture come alberghi, ospedali, sale congressi ecc… Oggi sono sempre più utilizzati nelle abitazioni private ma, per essere installati, hanno bisogno di alcuni accorgimenti.

aria condizionata canalizzata casa installazione

disegno sistema aria canalizzata in casa

  1. Un impianto ad aria condizionata canalizzata prevede la necessità di installare un controsoffitto che nasconda l’unità interna e le tubazioni termoisolate (non deve essere controsoffittata l’intera casa, ma solo l’area in cui insiste l’impianto). A tal proposito come stima degli ingombri di altezza, sulla base dell’impianto installato a casa nostra (per chi se lo fosse perso ecco il progetto di ristrutturazione), considerate almeno 30-35 cm. Quindi se il vostro interpiano misura 3,00 m dovrete prevedere un controsoffitto a 2,70 m.
  2. E’ necessario prevedere l’installazione dell’unità interna in un locale baricentrico e facilmente accessibile. Generalmente si installa nei disimpegni (noi abbiamo fatto così) ed è prevista una botola per accedere alla macchina e permettere lo svolgimento della manutenzione ordinaria e straordinaria.
  3. Devono essere installate delle griglie di mandata e ripresa dell’aria, alle quali è affidata la diffusione dell’aria.
  4. Deve essere installata l’unità esterna che, per gli impianti ad aria condizionata canalizzata, è spesso più grande rispetto a quelle degli impianti tradizionali

Quanto costa installare l’aria condizionata canalizzata?

Premesso che l’installazione deve essere affidata ad un tecnico specializzato dotato di apposito patentino per frigoristi, i costi di installazione di un impianto ad aria condizionata canalizzata sono così ripartiti:

  • Opere edili per installazione controsoffitto e griglie per areazione (variabili in base all’estensione del controsoffitto)
  • Opere per installazione dell’unità interna ed esterna e tubazioni termoisolate (dal 10 al 15 % da aggiungere al prezzo del materiale necessario)
  • Acquisto materiale necessario (unità interna-esterna, plenum, bocchette e griglie, tubazioni ecc..). Per valutare il costo del materiale necessario potete trovare su questo sito un kit completo di plenum coibentato a 3 zone per condizionatore canalizzato, mentre ecco un esempio di costo di unità interna ed esterna di 24000 btu.
aria canalizzata in casa costi

Bocchette aria canalizzata

Per dare un idea completa dei costi possiamo dirvi che l’impianto nella nostra casa è costato all’incirca 4000 euro (escluso il controsoffitto).

Alla domanda: “rifareste di nuovo la spesa?” risponderemmo sicuramente si. Non usiamo termosifoni, ci riaffreschiamo e riscaldiamo con questo impianto ed abbiamo la casa a temperatura costante in tutti gli ambienti.

Tempi di installazione dell’aria canalizzata?

Come potete immaginare la cosa che impatta maggiormente nei tempi di installazione dell’impianto è il controsofitto. L’installazione in sé e per sé (parlando di un impianto normale come il nostro) viene fatta nell’arco di una giornata.

In definitiva, come indicazione temporale, per installare un impianto base in appartamento, compreso di tutto, potete considerare circa 7 giorni.

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12 Aprile 2021 / / Architettura

struttura modulare per ufficio

Kettal presenta Padiglione O, una struttura modulare che permette di ripesare gli spazi di lavoro in modo flessibile.

Il sistema Padiglione O di Kettal permette di creare più zone in un unico ambiente, fornendo al contempo spazi di lavoro chiusi. Formato da un telaio in alluminio che può essere combinato con una varietà di materiali come vetro, legno e tessuto, Padiglione O può essere completato con alcuni pratici accessori: librerie, mobili TV, lavagne e bacheche.

arredo ufficio modulare

Padiglione O facilità la creazione di innumerevoli layout di uffici e spazi di lavoro che possono essere adattati velocemente ai cambiamenti del personale o delle funzioni di reparto. Grazie alla sua natura modulare e flessibile, il sistema Padiglione O è la risposta ai continui cambiamenti del mondo del lavoro moderno.

spazio di lavoro flessibile

Click & Work, l’esclusivo sistema di Kettal, permette di trasformare gli spazi per creare ecosistemi di lavoro. Da parete a parete o da angolo ad angolo, le possibilità di creare spazi per uffici adattabili sono illimitate. Inoltre, trattandosi di una struttura facile da montare e smontare, le configurazioni possono essere modificate in poche ore per offrire nuovi spazi.

spazio di lavoro flessibile

Padiglione O consente anche l’integrazione di cavi elettrici e accessori funzionali che possono essere adattati alle esigenze specifiche di un’azienda.

www.kettal.com

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2 Aprile 2021 / / Architettura

complesso residenziale di lusso a Milano

I servizi e i prodotti dell’interior design di Milano Contract District per GarofaloPaisiello, il nuovo progetto residenziale milanese firmato Mario Cucinella Architects

Due firme prestigiose per uno degli sviluppi immobiliari destinato a segnare lo scenario del capoluogo lombardo nei prossimi mesi. Realizzato su iniziativa di Fondo Aetmosphere gestito da Dea Capital RE Sgr, con advisor Realty Partner e Sigest come broker agency, il progetto residenziale GarofaloPaisiello porta la firma di Mario Cucinella Architects e vede la scesa in campo di Milano Contract District per i servizi e i prodotti legati all’interior design.

Un intervento di rigenerazione urbana, nel cuore di Milano, che incarna i valori di innovazione e vocazione internazionale accanto a una dimensione più intima e autentica.

terrazza appartamento complesso GarofaloPaisiello

Un progetto residenziale di pregio dove estetica e sostenibilità trovano la loro sintesi nel materiale di facciata, dove le logge vetrate compongono un disegno dinamico, frutto del gioco di riflessi tra la trasparenza dei cristalli e la lucentezza smeraldina del rivestimento ceramico e infine dove gli ultimi tre piani dell’edificio si fanno portavoce di uno stile di vita che incarna il nuovo modo di abitare a Milano: volumi completamente vetrati, progressivamente arretrati, galleggiano sopra la città circondati da ampi terrazzi panoramici.

camera da letto appartamento GarofaloPaisiello

Ambienti ricercati, dettagli curati e soluzioni moderne. Sono queste le caratteristiche che rendono GarofaloPaisiello un progetto unico. Tutte le soluzioni abitative sono state oggetto di un accurato processo di ottimizzazione di spazi e distribuzioni, per assicurare il benessere di chi l’abiterà. Aria e luce sono sinonimo di vita: per questo gli appartamenti sono luminosissimi con doppio affaccio e con grandi finestre a tutta altezza, per regalare l’emozione di ambienti sempre ariosi e luminosi.

appartamento lusso Milano

appartamento di lusso a Milano

La grande attenzione al dettaglio è evidente anche attraverso le finiture del capitolato definito da Milano Contract District che prevede brand di livello internazionale come Listone Giordano, Ernestomeda, Cesana, Gessi, Bticino e Lema.

appartamento progetto GarofaloPaisiello

camera da letto appartamento progetto GarofaloPaisiello

Nel digital store di GarofaloPaisiello il design legato al nuovo immobile prende vita, trasmettendo profumi e suggestioni di capitolato, per un’esperienza a 360°. Nei 250mq di store, i futuri residenti, attraverso un percorso guidato (sia fisico che digitale) possono sfiorare i materiali ammirando le variazioni cromatiche di interior design proposte nel progetto.

In linea con le esigenze odierne di distanziamento sociale, è prevista anche la possibilità di configurare da remoto la propria abitazione scegliendo, tramite uno speciale configuratore, la tipologia di appartamento, dal monolocale all’attico, e le sue finiture.

appartamento di lusso vendita a Milano

Inoltre, con l’obiettivo di guardare al futuro e rispondere alle nuove esigenze abitative (dall’home working all’home fitness alla DAD), ai futuri residenti di GarofaloPaisiello sono state proposte inedite home solutions firmate More+Space (costola della piattaforma Milano Contract District che propone soluzioni e progetti di arredo dinamici).

appartamento con terrazza complesso GrofaloPaisiello

Grazie a More+Space sono stati così garantiti ulteriori standard di efficientamento di alcune stanze e tipologici del progetto rendendo funzionali degli spazi attraverso arredi dinamici, capaci di mutare la propria destinazione d’uso in base all’ora del giorno grazie a pochi, semplici gesti che fanno, ad esempio, di una scrivania un letto, o di una parete un comodo contenitore.

progetto residenziale a Milano

www.garofalopaisiello.it

 

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1 Aprile 2021 / / Architettura

Sono sempre più convinta che lo spazio che ci circonda abbia una forte influenza sul nostro benessere. E quando ho scoperto l’esistenza di “Scuole Naturali“, non ho potuto che appassionarmi a questo progetto. Per questo quando Stefania mi ha contattato per avere alcuni suggerimenti su come progettare e “autocostruire” il giardino della scuola di suo figlio insieme ad altri genitori e maestre, non ho esitato a risponderle.

Da quel momento è nato un piacevole scambio di idee, non solo sulla realizzazione pratica ma più in generale sul tema dell’ambiente e della scuola, soprattutto grazie all’intervista all’insegnante della loro scuola, Luisa Catucci, referente regionale di Scuole Naturali per l’Associazione Manes.

Scuola dell’Infanzia di Vallenoncello (rete di Scuole Naturali).

Scuola di Vallenoncello a Pordenone. Progetto di autocostruzione realizzato da genitori ed educatrici.

Ma partiamo dall’inizio. Durante l’estate scorsa sono stata contattata da Stefania, mamma di un bambino che frequenta la Scuola dell’Infanzia di Vallenoncello, un quartiere del comune di Pordenone. Stefania mi ha chiesto alcuni suggerimenti per allestire gli ambienti della scuola di suo figlio. In particolare lo spazio esterno, il giardino, con l’utilizzo di materiali di recupero, in autocostruzione insieme agli altri genitori e alle insegnanti.

Sono stata molto contenta di poter contribuire con alcuni consigli pratici sull’utilizzo di materiali naturali o di recupero. Io e Stefania ci siamo conosciute sul web, attraverso il profilo pinterest dove raccolgo alcune ispirazioni. In particolare una bacheca sul “parco giochi naturale“. Mi ha tenuto aggiornata sulle proposte e le loro realizzazioni, e per approfondire la loro realtà mi ha messo in contatto con una insegnante della loro scuola, Luisa Catucci.

Intervista a Luisa Catucci: referente regionale di Scuole Naturali.

Luisa è referente regionale di Scuole naturali, una rete che vuole connettere esperienze, persone e organizzazioni che stanno cambiando il sistema educativo per renderlo più felice, sostenibile e outdoor. Se volete approfondire potete leggere questo toolkit.

E’ stato davvero un piacere conoscerla e sentire il racconto di come organizzi la giornata all’interno della sua classe con i bambini, e quali sono gli obiettivi e il suo metodo educativo.

Scuola di Vallenoncello a Pordenone. Foto di Luisa Catucci referente regionale delle Scuole Naturali.
Laboratori del fare e uscite in natura:

Nella sua scuola si predilige l’utilizzo di materiali di riciclo o naturali, quali ad esempio le canne di bambù, con le quali ha realizzato degli strumenti musicali per il laboratorio del fare. Il suo obiettivo era di creare un parco naturale al cui interno “fare insieme”, impegnarsi insieme.

Durante le giornate scolastiche, Luisa organizza spesso delle uscite in natura: per accompagnare i bambini a riappropriarsi degli aspetti naturali, come l’argine di un fiume, i boschi, i campi. “Orientarli sull’aspetto scientifico di come sono fatte le cose, associando l’aspetto emozionale della bellezza del Creato.”

Le sue parole da educatrice sono state per me molto importanti per accrescere la mia consapevolezza di genitore e anche di architetto: “Una nuova avventura nasce da una esigenza di cambiamento rispetto ai bisogni dei bambini. I bambini hanno sempre meno occasioni di vivere in un mondo dell’immaginario, di bellezza. E’ tutto sempre strutturato, deciso, pensato dall’adulto.”

Scuola di Vallenoncello a Pordenone. Foto di Luisa Catucci referente regionale delle Scuole Naturali.

Gli spazi interni delle Scuole Naturali.

Così come per l’esterno, anche gli spazi interni della scuola di Vallenoncello sono stati modificati, a partire dalla sensibilità e dalla formazione di Luisa e della direttrice scolastica. Si è deciso ad esempio di eliminare ogni giocattolo di plastica, introducendo materiali naturali o di riciclo. Inoltre per quanto riguarda l’arredamento, hanno scelto di eliminare tutto quello che poteva essere invadente (colori sgargianti) e il disordine. Puntando sull’ordine, la cura all’essenzialità, la semplicità, lasciando visibili le cose che sottolineano la cura dell’ambiante e trasmettono messaggi semplici e chiari.

Esempio dall’architettura di Herman Hertzberger.

Per quanto riguarda lo spazio interno, mi piace citare qui l’esempio di una scuola progettata dall’architetto Herman Hertzberger: la Scuola Montessori di Delft progettata a partire dal 1960. La sua architettura è chiamata architettura della partecipazione, in quanto H. ha sempre posto in primo piano il ruolo sociale dell’architetto e la sua capacità di generare organismi funzionali e stimolanti per la partecipazione dell’utente. Trovo molto interessante la sua ricerca nell’architettura, che come descrive Chiara Baglione nell’approfondimento dedicato a Hertzberger da Casabella, era – centrata sull’idea di “opera aperta”, in grado di favorire un processo di identificazione e di appropriazione da parte degli abitanti e degli utenti– in questo caso i bambini.

Hertzberger, il quale aveva lui stesso frequentato scuole montessori dall’infanzia al liceo, in questo progetto cerca di sviluppare soluzioni spaziali in funzione di un metodo basato sulla fiducia nell’interesse spontaneo dei bambini e sul lavoro autoeducativo di ciascun allievo.

Hall della Scuola Montessori di Delft, progettata da Hertzberger. Fonte immagine qui.
Hall della Scuola Montessori di Delft, progettata da Hertzberger. Fonte immagine: AHH.nl.
La Hall della Scuola Montessori di Delft.

In particolare vorrei soffermarmi sullo spazio comune, la hall, a cui H. assegna particolare importanza, in quanto diventa il luogo dove i bambini possono impegnarsi in attività individuali o in piccoli gruppi.

Chiara Baglione descrive questo spazio comune come un insieme di luoghi: Lo spazio comune tra le aule si è sviluppato in modo sempre più articolato, intorno ad alcuni “luoghi”: il podio in mattoni, che grazie a elementi di legno, si trasforma in un vero e proprio palcoscenico; una sorta di “vasca” occupata da sgabelli di legno che i bambini possono spostare autonomamente.

In questo modo il bambino può dare la sua interpretazione di quello spazio o oggetto o elemento d’arredo, stabilendo un rapporto personale con ciascuno di essi. Hertzberger progetta spazi dove il bambino può diventare davvero il protagonista, lasciandolo libero di decidere come fruire di quello spazio o quell’oggetto. Il “grande buco” nel pavimento può diventare il luogo di una lezione informale, un nascondiglio o un fosso per saltare. L’immaginazione e la fantasia del bambino sono guidate (dalla presenza di quello spazio, vuoto) ma allo stesso tempo lasciate libere di esprimersi. E in questo contesto, in questo specifico ambiente, il bambino sperimenta e impara.

I principi delle Scuole Naturali.

Dalla chiacchierata con Luisa sono emersi alcuni aspetti che provo a riassumere per punti:

  • Lavoro sulla relazione dei bambini con materiali, con il contesto.
  • Aspetto della cura, come coccola a se stessi ma anche all’ambiente, ai materiali che sono delicati (come ad esempio le foglie secche): per manipolare le foglie secche c’è bisogno di cura.
  • Esperienze: creare vari contesti di apprendimento con angoli in cui possono relazionarsi e interagire con il materiale.
  • Ordine: Mettere in ordine il disordine li aiuta sia a livello cognitivo e affettivo.
  • Semplicità: presentare materiali naturali e proporre esperienze semplici.

Scuole Naturali: una rete di persone e organizzazioni.

La Scuola Naturale è l’ecosistema rigoglioso in cui ogni bambino può far sbocciare i propri talenti.

In una Scuola Naturale si pone attenzione all’ambiente che educa, con un dentro caratterizzato da semplicità e qualità dei materiali, delle esperienze e delle proposte educative che sia congruente alla ricerca di un ritmo che alterna indoor ed outdoor e di un equilibrio tra online e offline. Una scuola in cui si ricerca l’artisticità e la bellezza come qualità da portare nei vari aspetti.

Qui potete leggere meglio la mission di Scuole Naturali, che condivido pienamente e sono felice di aver incontrato. In particolare ho apprezzato l’attenzione alla sostenibilità e ad un abitare naturale: Una scuola che si interroga sulla sostenibilità e sul rapporto con la natura, andando a costruire un sentimento di legame profondo/appartenenza con essa.

Perché vi ho parlato delle Scuole Naturali e di questo esempio?

Vi ho parlato di questo incontro, perché ci tengo molto a raccontare questi piccoli progetti, che nascono dal basso, dalle nostre realtà, storie di persone di tutti i giorni che si interessano di come migliorare poco alla volta il mondo che ci circonda. Quello dei propri bambini nel caso dei genitori, e in particolare quello della scuola nel caso delle insegnanti.

Tutti noi possiamo essere partecipanti attivi alla progettazione e alla costruzione della nostra casa, delle scuole dei nostri figli, con la consapevolezza che ogni piccolo passo è come un seme che poi germoglierà. E’ importante confrontarsi con dei professionisti che possano darci dei consigli concreti, ma è importante anche studiare e approfondire e iniziare a fare azioni concrete per rendere un po’ più bello lo spazio in cui viviamo, che siano le nostre case, le scuole o le nostre città.

Progettazione, autocostruzione e collaborazione sono alla base di questo progetto! Grazie a Stefania e Luisa per avermi dato la possibilità di approfondire e conoscere qualcosa in più sulle Scuole Naturali, e aver avuto l’occasione di riportare un esempio concreto di progettazione degli spazi incentrato sulla collaborazione, l’ “architettura della partecipazione” di Herman Hertzberger.

Ora non ci resta che iniziare a ripensare e a “progettare” gli spazi che sono affidati alla nostra cura!

Bibliografia e Riferimenti:

Fonte Immagini Scuola Montessori di Hertzberger: AHH.nl.

Chiara Baglione, Pedagogia dello spazio, Casabella 750, pg. 56-60.

Gioconda Cafiero, Abitare i luoghi della formazione per il Festival Architettura, luglio-settembre 2016.

Scuola Costituente

Scuole Naturali

L’articolo Scuole Naturali: un esempio concreto per un Abitare Naturale. sembra essere il primo su .

29 Marzo 2021 / / Architettura

Se ti stai chiedendo cosa scegliere tra una casa in legno o una in mattoni, in questo articolo troverai tanti spunti che ti aiuteranno a schiarirti le idee!

Meglio scegliere una casa in mattoni o in legno?

Sempre più persone si chiedono se sia meglio scegliere una casa in legno o una in mattoni: ognuna di esse ha i propri pregi e difetti ed è giusto analizzarli nel dettaglio.
Le case in legno stanno spopolando nei quartieri nuovi delle città e nelle aree in ristrutturazione, questo perché il legno è un materiale naturale, accogliente ed in grado di offrire diversi benefici sia in termini di salute e benessere che economici.
Le case in mattone, invece, sono una soluzione pratica, classica e sicura, nonostante non siano sostenibili tanto quanto il legno.

Vantaggi del legno rispetto il mattone

Innanzitutto, va detto che le case abitabili in legno sono eco-sostenibili, poiché realizzate con legno di prima qualità ed a basso impatto ambientale. Infatti, il legno è un materiale naturale, vivo e 100% rinnovabile che vanta diversi pregi, quali:

  • robustezza: una casa in legno, se tenuta con cura può durare anche molto di più di una casa in mattoni;
  • resistenza e flessibilità: grazie alla sua elasticità, una casa in legno è in grado di resistere a forti venti e scosse di terremoto con magnitudo elevato. Inoltre, resiste anche ad incendi e fuochi, per via che il legno viene trattato per resistere anche nelle condizioni più estreme;
  • igroscopicità: il legno è in grado di stabilire un equilibrio tra l’ambiente circostante, assorbendo o cedendo vapore acqueo. Infatti, se c’è troppa umidità, questo materiale permette una continua evaporazione delle molecole d’acqua, evitando così la formazione di muffe e funghi.

Costi

Inoltre, realizzare una casa in legno ha dei vantaggi economici non da poco: sia che si parli di costruzione vera e propria (il costo della struttura è nettamente inferiore rispetto una struttura in calcestruzzo), che di mantenimento (in termini di riscaldamento e climatizzazione). Una casa in legno rispetto una in mattoni, permette una riduzione dei costi di climatizzazione e riscaldamento dell’80% in un anno, poiché il legno è un ottimo isolante (sia termico che acustico).
Per quanto riguarda la costruzione, noi di www.maestrocase.it proponiamo delle soluzioni accessibili ed a portata di tutti: un esempio è la casetta di legno “Rio Grande”, con 124 metri quadrati ed un solo livello, al costo di circa 39mila euro. È, comunque, possibile realizzare una costruzione su misura in base allo spazio che si ha a disposizione ed al contesto in cui essa verrà collocata.

Benefici

Non dimentichiamo che vivere all’interno delle case abitabili in legno è molto più salutare che vivere all’interno delle case in mattoni, per via della struttura realizzata con materiali naturali ed eco-friendly. Infatti, le case abitabili realizzate in legno permettono un maggior comfort abitativo, grazie al legno che non rilascia sostanze dannose o tossiche da respirare per l’essere umano.
Il legno offre dimostrabili benefici che influiscono sulla salute e sulla vita dell’essere umano, come: migliorare la salubrità dell’aria, la concentrazione, l’attenzione e la creatività, ed aiuta a diminuire la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca ed il livello di stress.

Svantaggi del legno

Di contro, se vivi in città ed hai già scelto la zona dove vorrai andare a vivere, difficilmente riuscirai ad abbattere la costruzione in mattoni per realizzare un’abitazione in legno. In primis perché devi chiedere il permesso a chi ci abita accanto e, in secondo luogo, comporterebbe costi davvero elevati. Per questo, dovresti trovare un compromesso, come ad esempio una ristrutturazione con materiali il più possibile ecosostenibili ed a basso impatto ambientale.

27 Marzo 2021 / / Architettura

Nuovo progetto per il nostro team di architetti e arredatori, coinvolti questa volta nella scelta dell’arredamento di una casa al lago, in particolare per la progettazione di un open space di 60 mq con salotto e sala da pranzo comunicanti. La richiesta dei committenti è chiara: arredare la zona living con angolo relax e area pranzo.

Abbiamo acquistato una casa al lago e vorremmo trasformare il grande open space di 60 mq in soggiorno e sala da pranzo. Nella zona pranzo vorremmo tavolo e sedie, nella zona relax ci piacerebbe inserire il nostro attuale divano angolare bianco e a questo abbinare una parete attrezzata minimal per un televisore di 65”.
Ci piace molto il bianco e l’effetto luminoso e pulito che il total white dona ad un ambiente ma non ci dispiacerebbe inserire dei tocchi di colore per vivacizzare l’atmosfera e rendere il tutto meno anonimo. Il pavimento è rivestito con piastrelle in marmo bianco, gli infissi sono tutti bianchi ad eccezione della porta-finestra ad arco in pvc nero opaco. Sul soffitto è presente una trave a vista in acciaio ma vorremmo nasconderla.

Arredare open space 60 mq: il progetto salotto e sala da pranzo comunicanti

Uno spazio unico condiviso, è così che possiamo definire un open space. Un grande ambiente senza muri, pareti divisorie e barriere visive, un’unica grande stanza all’interno della quale coesistono diversi arredi con diverse destinazioni d’uso. Arredi distinti ma uniti da un fil rouge progettuale che dà un senso a tutto l’ambiente.
In un open space è fondamentale che ci siano dei dettagli coordinati: dal colore della pareti alla pavimentazione, fino allo stile d’arredamento. Il rischio altrimenti è quello di creare un’accozzaglia di mobili e stili che minano all’estetica dell’open space.

In questo specifico progetto l’open space, sebbene unico e aperto, presenta dei pilastri portanti che aiutano a suddividere l’ambiente in due aree operative, sala da pranzo da una parte e soggiorno / salotto dall’altra. Durante la recente ristrutturazione di questa abitazione si è optato per questa soluzione a pianta aperta per permettere alla sala da pranzo di godere della luce naturale proveniente dalla grande finestra ad arco della zona relax. Una scelta progettuale importante data l’assenza di finestre nella zona pranzo.

Dal salotto si vede la sala da pranzo e dalla sala da pranzo si vede il salotto, tutto è a vista e visibile da qualsiasi angolazione dell’open space. Le due stanze sono contigue e comunicanti, collegate attraverso due aperture centrali. In situazioni come questa è importante che gli ambienti abbiano delle caratteristiche in comune. In questo caso il pavimento in marmo bianco con venature grigie, le pareti bianche, gli arredi a prevalenza bianchi, il colore crema proposto per alcune sedute e alcuni complementi.

Vista dall'alto dell'open space con pilastriVista laterale dell'open space: sala da pranzo sulla sinistra, salotto sulla destra

La sala da pranzo: total white + accenni di colore

L’ambiente, illuminato dalla luce naturale proveniente dalla grande vetrata, è ulteriormente rischiarato da pareti, soffitto e pavimenti bianchi. II risultato è una stanza visivamente molto ampia, luminosa, equilibrata, semplice ma di carattere. Utilizzando il bianco in abbondanza il rischio è quello di far sembrare l’ambiente anonimo e freddo, ma bastano punte di colore sparse quà e là con criterio a stravolgere il look. Total white sì, ma come base per un inserimento armonico di altre tinte d’accento. In questa sala da pranzo nello specifico la madia e le sedie colorate si impongono e vivacizzano la monocromia, senza intaccare il candore e la luminosità.

Sala da pranzo tutta bianca, con madie e sedie colorateRender sala da pranzo comunicante con salotto

La sala da pranzo è abbastanza ampia per poter ospitare un tavolo fisso di grandi dimensioni, otto sedute per altrettanti commensali, una credenza a tre ante, uno specchio, un lampadario a sospensione.
Il tavolo è proposto in versione rettangolare con top in pietra Keramik marmo Golden Calacatta lucido e presenta una base centrale a due gambre incrociate che si raccordano su una piastra a terra. Sopra il tavolo un lampadario scenografico in vetro con paralume formato da sfere disposte in fila. Attorno al tavolo sei eleganti sedie rivestite in tessuto colorato e due poltroncine a capotavola. Tutte le sedute presentano uno schienale arrotondato, la forma avvolgente offre un buon sostegno a braccia e schiena. La credenza di design è caratterizzata da ante con superficie diamantata asimmetrica la cui forma e finitura riflettono la luce contribuendo a creare particolari giochi di chiaro e scuro nell’ambiente. Sopra la credenza uno specchio di design che si fa notare per la particolare cornice sagomata in cristallo.

Sedie tutte uguali o diverse?

La scelta di accostare tavolo e sedie colorate (di diverso colore) è inusuale ma non così tanto rara e se a molti potrebbe sembrare una pura casualità in realtà è una scelta fatta (e da fare!) con consapevolezza. Per non dare un’impressione disordinata e caotica all’ambiente è importante non eccedere con le tinte e soprattutto mantenere uno stile coordinato tra tutte le sedute. La soluzione più gettonata e più facile da gestire prevede un unico modello di sedia, un unico rivestimento (tessuto, similpelle o pelle), più colori. Questo non vuol dire che non bisogna mai affiancare sedie totalmente diverse tra loro ma piuttosto scegliere questa via quando si è assolutamente convinti del risultato finale.

Tavolo da pranzo con sedie colorateSala da pranzo con tavolo e sedie di colore diverso

Il salotto: arredamento bianco e crema

Scelte diverse sono state prese per il salotto, qui il total white è stato smorzato dal color crema. La dominanza del bianco è innegabile ma l’accostamento di un’altra tinta chiara e neutra come il crema rende il tutto più prezioso e unico. Crema chiaro per il pannello a muro porta tv e il tappeto a centro stanza, ripreso da una sfumatura più scura e decisa dal tavolino servetto e dalle basi delle poltroncine.
Quando si scelgono arredi total white di materiali e di brand diversi è importante vautare la resa del bianco. Esistono diverse sfumature di bianco: bianco ottico, bianco latte, bianco ghiaccio, bianco perla, bianco antico, cosmic latte… potremmo proseguire con un lungo elenco. Scegliendo sfumature di bianco differenti il risultato potrebbe cambiare nettamente. I nostri arredatori tengono in considerazione questi dettagli quando realizzano un progetto: oltre al campionario digitalizzato hanno a disposizione le tirelle dei materiali e accostando i campioni valutano l’effetto finale.

Render salotto bianco e crema

Il salotto è arredato con il divano angolare bianco già in possesso dei committenti del progetto. A questo sono state affiancate due poltroncine con base girevole da poter direzionare a piacere verso il divano, verso la tv o verso la sala da pranzo. A completare la zona relax un tappeto a fantasia color crema, un tavolino basso in vetro e un tavolino alto lato poltrona. Per la parete attrezzata è stato scelto un modello componibile che prevede basi contenitive sospese con cassettoni e due pannelli fissi a muro. Il pannello più grande in vetro retrolaccato color crema, quello più piccolo sempre in vetro ma questa volta decorato con un’originale stampa floreale.

La disposizione dei mobili in salotto: il divano centro stanza

Il progetto vede la disposizione del divano a centro stanza, scelta stilistica dettata anche dalla presenza di una sola parete completamente libera che è stata utilizzata come appoggio per la parete attrezzata. Gli altri tre lati della stanza sono occupati da porte, finestre e aperture. Nella scelta della disposizione degli arredi i nostri Interior Designer hanno tenuto in considerazione anche la posizione ideale per guardare la tv: la finestra è laterale allo schermo e al divano e non ci sono riflessi di fronte o alle spalle che possono disturbare la visione.

Salotto total white con divano centro stanzaZona relax con divano, poltroncine, lampada da terra e tavolinoZona relax con divano, poltroncine, lampada, tavolino e parete attrezzata sospesa

Gli arredi inseriti nel progetto

In sala da pranzo

Tavolo Stratos

Sedie Beetle

Credenza Kayak

Lampada Apollo

Specchio Emerald

In salotto

Parete attrezzata Plan componibile, esempio

Poltrona Yoko

Lampada Diphy

Tappeto Zoe

Copia lo stile

I nostri Interior Designer hanno realizzato delle moodboard per il salotto e la zona pranzo di questa casa al lago. Immagini ispirazione che racchiudono tutte le scelte arredative e cromatiche fatte.

Moodboard ispirazione, arredi sala da pranzoMoodboad ispirazione, arredi salotto

Come nascondere una trave a vista

I committenti di questo progetto hanno chiesto al nostro team di progettatori di trovare una soluzione per mascherare la trave sul soffitto dell’open space. Creare un controsoffito in cartongesso può essere un ottimo espediente sia per celare la trave strutturale sia per predisporre l’impianto di illuminazione. Illuminazione che può essere a vista con lampadari a sospensione o ad incasso con moderni profili led. Attenzione a calcolare l’altezza totale del soffitto: per legge l’altezza minima di un locale adibito ad abitazione è di 2,70 m.
In alternativa è possibile predisporre una struttura in cartongesso che segue la traccia della trave, oppure tinteggiare la trave dello stesso colore del soffitto, in questo caso di bianco.

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24 Marzo 2021 / / Architettura

casa prefabbricata sferica

Progettata da Clouds Architecture Office, la Double Ring House con la sua forma sferica può essere installata ovunque e orientata a piacimento per sfruttare al meglio la luce naturale e le viste.

Lo studio newyorkese Clouds Architecture Office (CAO)  sono stati invitati a progettare una piccola casa prefabbricata che potesse essere prodotta in serie e venduta in tutto il mondo.

Normalmente, quando si progetta una casa, l’architetto deve considerare le condizioni del terreno per adattarlo nella forma e nella funzionalità e quindi utilizzare al meglio la topografia, l’esposizione al sole e le viste. In questo caso la sfida era creare una casa in grado di adattarsi a qualsiasi luogo nel mondo e poter essere utilizzata in ogni circostanza.

casa prefabbricata a forma di sfera

La risposta di CAO è stata una casa prefabbricata a forma di sfera, con una pianta circolare e con due aperture ugualmente circolari – una delle quali in alto – che può essere orientata a piacimento.

casa prefabbricata sferica

casa prefabbricata sferica

casa prefabbricata a forma di sfera

La forma non è casuale: la sfera è strutturalmente molto forte poiché le forze si equilibrano equamente lungo la sua superficie senza concentrazioni di carica. Inoltre, pioggia e neve non possono accumularsi sul tetto. Inoltre, questo tipo di design circolare consente di sfruttare al massimo lo spazio interno di 50 mq in quanto tutte le superfici sono curve.

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