Enzo Mari è stato uno dei più grandi teorici del design in Italia, apostrofato da Alessandro Mendini come la “coscienza dei designer”, fu un grande sostenitore dell’etica del design, della cultura umanistica, del design democratico e dell’autoproduzione. Nella sua carriera ha progettato per aziende quali Danese, Driade, Zanotta, Alessi, Artemide e molte altre, vincendo ben 5 Compassi d’Oro, di cui uno alla carriera. I suoi oggetti sono stati esposti più volte in contesti nazionali ed internazionali, compresa l’ormai leggendaria mostra Italy: The New Domestic Landscape al MOMA di New York nel 1972.
Contrario alla logica del design come moda e al consumismo dei nostri tempi, Mari mette al centro dei suoi progetti non solo la funzionalità, l’aspetto estetico e l’efficienza dei materiali, ma soprattutto il metodo con cui viene definito un determinato oggetto. Per lui, il pensiero e il processo di creazione di un oggetto sono più importanti dell’oggetto stesso. Nessun oggetto deve essere fine a sé stesso o autoreferenziale, il suo compito è durare nel tempo e saper coinvolgere la persona che lo utilizza come parte attiva del processo. Progettare per Mari non è solo creare oggetti belli, ma un vero e proprio atto etico e sociale.
Oggi vorrei rendere omaggio al grande contributo che Enzo Mari ha dato al mondo del design raccontando 3 dei suoi progetti che preferisco e che dimostrano il suo approccio responsabile e appassionato al modo di pensare agli oggetti.
Il calendario perpetuo Timor
Progettato nel 1967 per Danese, si tratta di un calendario da tavolo che si oppone alla logica dell’usa e getta: è riutilizzabile ogni anno, essenziale e dal design senza tempo. Si compone di una base in ABS stampata in un solo pezzo e un perno centrale su cui ruotano delle fascette di diverse dimensioni in PVC. Sulle fascette sono stampati i mesi, i giorni della settimana ed i numeri, rigorosamente con font Helvetica di colore nero per favorire la leggibilità, senza trascurare l’estetica. L’utente, oltre ad impostare la data corretta, può muovere gli elementi che compongono questo oggetto per creare le combinazioni che desidera. Timor è una vera e propria icona del design, tuttora in produzione. Questo oggetto però presenta alcuni limiti in termini di funzionalità, come Mari stesso affermò diverso tempo dopo averlo progettato, con il consueto occhio critico anche verso i suoi stessi progetti: «I calendari perpetui presentano sempre alcune difficoltà sostanziali: occorre ricordarsi di aggiornarli ogni giorno, richiedono interazione. Inoltre, non ci si può scrivere sopra e non riportano festività o vacanze. Non voglio dovermi ricordare di cambiare ogni giorno la data!».
La sedia Sof Sof
Una delle mie sedie preferite in assoluto, questo oggetto è un ottimo esempio di essenzialità progettuale, sperimentazione e gusto estetico. Si tratta di una sedia progettata nel 1971 per Driade. La sua elegante struttura si compone di 9 anelli in tondino di acciaio, combinati insieme per sostenere la sedia e accogliere i cuscini della seduta e dello schienale, creando incastri geometrici dal grande effetto estetico. I morbidi cuscini sono uniti tra loro e si agganciano tramite un inserto che si avvolge su un tondino di acciaio, garantendo stabilità e maggiore comfort alla seduta. Anche questo oggetto non ha risentito del passare del tempo, rimanendo tuttora un arredo estremamente contemporaneo e adattabile a diversi contesti.
Il tavolo Frate
Frate è un tavolo dal design essenziale e per nulla scontato, creato per Driade nel 1973 e declinabile in varie dimensioni. Il piano in cristallo appoggia su una struttura composta da due profilati in acciaio verniciato e una trave in legno massello. I profilati, che costituiscono l’appoggio del tavolo a terra, sono magistralmente pensati nella loro forma, coniugando insieme stabilità, estetica, leggerezza e vengono agganciati con sapienza ed eleganza al supporto centrale in legno. Anche questo è un esempio di come il design di Enzo Mari riesce ad essere semplice, bello e sempre attuale, perché pensato e studiato nel dettaglio con la logica di un’essenzialità che non scade mai nel banale. La stessa struttura viene ripresa anche nel tavolo Cugino e nei tavolini Cuginetto, progettati sempre per Driade, a conferma della versatilità del suo modo di concepire il design.
Enzo Mari ci ha davvero lasciato dei grandi insegnamenti in fatto di design e trovo che non si possa che apprezzare il suo spirito critico, la sua intelligenza e il suo modo di fare schietto, diretto e senza peli sulla lingua. Un grazie di cuore grande maestro!
L’autunno è arrivato! Molti amano questa stagione fresca, piena di colori e profumi caratteristici. Godersi il giardino o il terrazzo in questo periodo è fantastico nelle giornate di sole, ma diventa più difficile se piove o c’è vento freddo. Per ovviare a questi inconvenienti e godersi gli spazi esterni anche se il meteo non ce lo permetterebbe, una fantastica soluzione potrebbe essere quella di creare una veranda chiusa.
Avere una veranda in casa è un sogno che ho da sempre e che spero di riuscire a realizzare nel prossimo futuro, nel frattempo la sogno ad occhi aperti e mi immagino seduta in poltrona a leggere un buon libro, accarezzando il gatto, con un incenso acceso e tante piante intorno…che meraviglia! Mi vengono gli occhi a cuoricino…
Una veranda chiusa permette di aggiungere spazio in più in casa e può avere diverse funzioni, che variano in base alle proprie necessità, diventando, a seconda dei casi, uno spazio dedicato al relax, alla convivialità o semplicemente una zona di servizio. Uno spazio di questo tipo può infatti fare da ingresso, da salottino o sala da pranzo, può essere uno spazio lavanderia o una serra per tenere al riparo le tue adorate piante nei mesi più freddi. E qui mi vengono subito in mente le profumatissime limonaie e aranciere di un tempo…e la voglia di mettere alla prova il mio pollice verde.
La veranda può essere sistemata in giardino, a ridosso di un muro, in terrazzo o in balcone. A differenza di quella aperta, che può essere sfruttata maggiormente con la bella stagione, la veranda chiusa ti permette di godere degli spazi esterni tutto l’anno. Per quanto riguarda gli arredi, non avrai il limite di utilizzare esclusivamente mobili da esterno, come accade per le verande aperte, ma potrai scegliere con molta più libertà materiali e finiture, come se si trattasse di una stanza interna a tutti gli effetti.
Esistono diverse tipologie di veranda chiusa che si differenziano in base alla struttura, alle funzioni e al materiale che si predilige. Legno, pvc, vetro e allumino hanno proprietà e costi diversi, che vanno valutati per bene insieme all’impresa, tenendo conto anche dell’eventuale manutenzione che potrebbe rendersi necessaria nel corso del tempo. Molte soluzioni permettono anche di sfruttare sistemi di apertura motorizzata per la ventilazione, garantendo così maggiore comfort.
Per realizzare una veranda è necessario richiedere il permesso all’Ufficio tecnico del Comune di residenza e, se vivi in condominio, dovrai di norma comunicarlo anche all’amministratore condominiale. In questo ultimo caso, per non incorrere in possibili problematiche, tra cui questioni legate alla preservazione del decoro architettonico, potrebbero rendersi necessarie ulteriori approvazioni. Per approfondire questa tematica ti consiglio questo articolo in cui trovi anche due utili documenti pdf scaricabili che spiegano in dettaglio la normativa relativa alla realizzazione di verande chiuse in terrazzi e balconi condominiali.
Creare una veranda chiusa rimane comunque una soluzione fattibile in moltissimi casi, contribuendo inoltre ad aumentare notevolmente il valore dell’immobile. Questo tra l’altro è un buon periodo se hai idea di fare un intervento di questo tipo in casa, perché, in determinate condizioni che ti invito ad approfondire online, c’è la possibilità di accedere a bonus e detrazioni fiscali previsti dall’Agenzia delle Entrate.
Devi arredare o fare un restyling di casa e non sai quale stile di arredamento fa al caso tuo? Nei social, blog e riviste vedi molte cose che ti piacciono e non sai quali scegliere? Chi vive con te non ha i tuoi stessi gusti in fatto di arredo? Niente paura, in questo articolo voglio darti qualche dritta per individuare qual’è lo stile di arredamento più giusto per la tua casa, che la renderà unica, mettendo d’accordo tutti.
Capire qual’è il giusto stile di arredamento è fondamentale per creare ambienti che riflettono il proprio modo di vivere e i propri gusti personali, per riuscire ad abitare la casa come se fosse una seconda pelle che sa accogliere e mettere a proprio agio chi ci vive. Sottovalutare questo aspetto rischia di portare a risultati che non soddisfano perché spesso appaiono freddi e impersonali. Ogni persona è unica e merita di abitare in uno spazio creato apposta per lei e per la sua famiglia, senza doversi accontentare di soluzioni preconfezionate.
Crea un moodboard
Quello che ti devi chiedere prima di tutto è che tipo di atmosfera vuoi creare nelle tue stanze e che sensazioni vuoi provare al loro interno. La comprensione di questi aspetti ti farà da guida per fare le giuste scelte.
Avrai bisogno della tua immaginazione e, per aiutarti in questo, puoi fare una ricerca visuale di immagini d’ispirazione, non necessariamente di interni, puoi infatti scegliere qualsiasi tipo di immagini, come un tramonto, un paesaggio, un fiore che ami, un oggetto che hai visto in una rivista, ecc… Poi, per ogni stanza da arredare, metti insieme le immagini che secondo te raccontano l’atmosfera giusta, creando così un moodboard ispirazionale. Funzionerà quando l’insieme delle immagini riuscirà ad emozionarti e ti renderai conto di aver scelto determinate forme e colori, che saranno proprio quelle giuste per i tuoi interni.
Nel fare questo tieni conto della tua personalità, delle tue passioni, delle cose che ti piacciono e che ti fanno stare bene, di come ti piace vestirti, delle persone che frequenti e coinvolgi in questa attività anche chi vive insieme a te.
Considera il contesto
Altro aspetto da considerare è dove vivi, anzi: in che contesto hai scelto di abitare. C’è infatti un legame da mantenere tra interno ed esterno che non può essere sottovalutato. Certo, tutto si può fare, ma ti immagini un appartamento rustico al 39° piano di un grattacelo di New York? Oppure una cascina minimal-tech nel cuore della campagna toscana? Per evitare questi paradossi, pensa a cosa ti piace del luogo in cui vivi, perché lo hai scelto, e cerca di portarne il meglio nella tua casa. Questi richiami possono essere ad esempio un colore o un materiale, un oggetto o un accostamento caratteristico. Ogni luogo può regalare spunti molto interessanti, sta a te saperli cogliere e farli vivere nei tuoi ambienti.
Valuta cosa hai già a disposizione
Se devi fare un restyling dei tuoi arredi o se devi cambiare casa chiediti quali sono gli oggetti che vuoi mantenere nelle tue nuove stanze e cosa invece va cambiato. Stabilisci quali sono i mobili e gli accessori che ti hanno fatto compagnia finora e da cui non ti vuoi separare, perché offrono un ottimo servizio o ti piacciono particolarmente, oppure perché ne sei emotivamente legato.
Anche se devi arredare da zero un ambiente, può capitare che tu abbia ricevuto in regalo o ereditato degli oggetti a cui tieni, che magari fanno parte della storia della tua famiglia e che hai piacere di integrare nel tuo arredamento.
Questi oggetti d’arredo hanno un legame con te e nulla dovrebbe obbligarti o vietarti di inserirli nei tuoi nuovi ambienti così come sono o reinventandoli in base alle tue nuove esigenze. Questo ti permetterà di avere interni che raccontano la tua storia e che ti ricordano momenti significativi della tua vita, permettendoti anche di risparmiare in termini economici.
Crea il tuo stile unico di arredamento
A questo punto hai tutti gli elementi necessari per passare alla fase più creativa, quella in cui definisci lo stile unico di arredamento della tua casa. Considera le idee di tutti, cercando il giusto compromesso tra i desideri di ognuno. Individua gli stili esistenti che meglio interpretano le tue esigenze e che sanno esprimere il mood della tua casa e mettili insieme, aggiungendo alcuni tocchi personali.
Qui trovi gli articoli in cui parlo di vari stili d’arredo ambientati all’interno delle stanze della casa. Dai un’occhiata per vedere se ti sono di ispirazione e se individui quelli che fanno al caso tuo. Contemporaneo, classico-moderno, minimal, nordico, industrial, vintage, eclettico, rustico, bohèmien, shabby sono solo alcuni esempi dell’infinito mondo degli stili d’arredo da cui puoi prendere spunto per creare il tuo stile personale.
Analizzali e prendine in prestito gli aspetti che preferisci: linee, colori, materiali, luminosità, abbinamenti, ecc… Lasciati guidare dal moodboard che hai creato per la scelta degli arredi e delle finiture, fai entrare gli aspetti che ami del contesto in cui vivi e porta con te gli oggetti a cui sei legato, anche rinnovandoli se necessario.
Il segreto per uno stile davvero unico è riuscire a creare il giusto mix che riesce a valorizzare i tuoi ambienti e a far sentire chi ci vive a proprio agio in ogni momento, grazie alla sua forte impronta personale. Mi raccomando, mentre lo crei devi divertirti!
Inauguriamo gli home tour con una casa che mi ha davvero lasciata a bocca aperta: si tratta di una villa di nuova costruzione in stile mediterraneo situata nella Northern River australiana, proprietà della famiglia Bell. Sophie (mente creativa di Peppa Hart) e il marito Michael si sono affidati alle sapienti mani della Three Birds Renovations per realizzare la loro casa dei sogni, in cui vivere, lavorare e far crescere i loro due figli.
Immersa nel verde, questa casa non è un luogo puramente abitativo, ma è anche la sede della creative agency di Sophie. Gli spazi sono molto ampi e luminosi e lo stile è pazzesco: un mix tra il mediterraneo e il minimale, con qua e là dei tocchi bohémien che rendono gli ambienti molto personali.
Il total white materico dialoga con il legno e gli accessori in fibra naturale, facendo risaltare la luce che entra dalle ampie aperture squadrate e ad arco delle porte e delle finestre. I colori sono neutri e caldi con una prevalenza di bianco e grigio chiaro. A dare l’accento, oltre ai materiali naturali e all’ottone, in alcune parti della casa troviamo anche alcuni tocchi rosa e arancio.
La stanza principale e cuore della casa è un open space molto ampio in cui troviamo la cucina, il soggiorno e un meraviglioso angolo colazione.
La cucina a vista è molto spaziosa e dal design minimale, in cemento bianco e legno laccato, con maniglie in ottone. A caratterizzarla c’è un bellissimo paralume abbinato alle sedute in paglia degli sgabelli e due nicchie ricavate a parete. Lateralmente, un arco dà accesso ad un pratico vano cucina che contiene basi a cassettoni con maniglie in paglia, un secondo lavello e il frigorifero in nicchia.
Il tavolo da pranzo è in legno laccato bianco, con panca abbinata. Ai lati sono posizionate alcune sedie in legno curvato e paglia di vienna.
Il divano è bifacciale, in tessuto dai toni neutri, posizionato al centro della stanza a creare uno spazio molto versatile e conviviale. Sulla parete c’è un caminetto ad incasso comunicante con la stanza adiacente: la media room. Si tratta di un secondo soggiorno più appartato, in cui trovo stupenda l’idea di utilizzare il mobiletto e i tavolini con inserti in paglia di vienna.
Una delle parti di questa casa che preferisco e che mi ha fatta davvero innamorare è l’angolo colazione che si trova nell’area living. La scala in legno che sale al piano superiore si prolunga in orizzontale creando una splendida area salvaspazio. Lato parete una panca in muratura con soffici cuscini funge da seduta per il tavolo rotondo in legno, insieme agli sgabelli e alla poltroncina in cuoio. Una splendida soluzione per riempire lo spazio a disposizione in modo funzionale e allo stesso tempo decorativo.
Salendo al piano superiore si incontra lo studio, altra stanza molto spaziosa e inondata di luce in cui poter lavorare da casa senza farsi mancare proprio nulla. Anche qui i toni neutri la fanno da padrone, a partire dal tavolo centrale in legno chiaro contornato da una panca, sedie e sgabelli pieghevoli con sedute e schienali in pelle effetto nabuk. A parete un mobile in legno laccato bianco, con top e fianchi dello stesso materiale del piano cucina, questa volta però in versione rosa.
Proseguendo la nostra visita virtuale incontriamo la suite matrimoniale con bagno annesso. Una scelta davvero molto personale che rende questa stanza la più particolare di tutta la casa. Ambiente stanza da letto e bagno sono distinti solo da un rialzamento e cambio della pavimentazione: parquet nella zona letto e piastrelle nella zona bagno (che proseguono anche nella terrazza esterna).
Il bagno presenta una vasca in posizione centrale con miscelatore a piantana e un mobile lavabo con grandi specchi che celano l’ampia doccia che si può intravedere in foto. Il terrazzo esterno diventa un proseguo dell’interno con la colonna doccia fissata a parete. Il wc si trova in un’altra stanza vicina, insieme ad un piccolo lavabo.
Un passaggio ad arco a lato del letto fa da ingresso alla cabina armadio, allestita con mobili rigorosamente bianchi, specchio tutta altezza sempre ad arco e un angolo in pieno stile bohémien, con panca in muratura e seduta imbottita, paralume macramè e mobiletto in paglia di vienna.
Nella zona notte al piano terra troviamo la camera degli ospiti con un letto molto scenografico e decisamente femminile, con testiera personalizzata sui toni del rosa e bianco. Bellissima la scelta della panca ai piedi del letto, in legno con seduta in pelle rosa intrecciata.
Nelle tre foto sotto ti mostro alcuni dettagli delle stanze dei bambini in cui trovo molto interessante il fatto di poter ricavare delle panche nelle aperture delle finestre. Immagino i bimbi che fantasticano seduti mentre guardano fuori o leggono un libro…o scrivono messaggi in codice sui vetri con le dita.
Direi che siamo giunti al termine di questo primo home tour, ma prima di lasciarci ti voglio mostrare una carrellata di immagini dell’outdoor, in cui non manca proprio niente: ci sono la piscina, una zona per pranzare all’aperto e una cucina esterna con tanto di forno in muratura, tutto rigorosamente bianco e in stile mediterraneo.
Spero che questa villa minimal-chic in stile mediterraneo ti sia piaciuta quanto è piaciuta a me e che possa essere d’ispirazione per dare forma al tuo progetto di interni o anche solo per fantasticare un po’. Se vuoi scoprire quali saranno i prossimi home tour e non perdertene neanche uno, puoi seguirmi sui miei canali social Facebook e Instagram. A presto!
Nel mondo dell’immobiliare, sempre più spesso si sente parlare di Home Staging. Questa attività nasce negli anni ’70 negli Stati Uniti come attività di marketing per valorizzare abitazioni destinate alla vendita. Da tempo se ne sente parlare anche in Italia, restando però purtroppo una pratica ancora poco conosciuta e diffusa, nonostante i vantaggi siano ampiamente superiori rispetto alla compravendita tradizionale. Per questo motivo ho deciso di intervistare Giorgia Barbieri, una professionista del mercato immobiliare e dell’Home Staging, per fare chiarezza e approfondire il tema. Mi ha raccontato come si è avvicinata al mondo dell’Home Staging, qual’è la sua visione in merito. Abbiamo parlato delle persone che si rivolgono a lei, dei vantaggi che ottengono, quanto costa e quanto tempo può richiedere un intervento. Ecco l’intervista:
Ciao Giorgia, benvenuta su A forma di casa. Iniziamo da te: come hai deciso di intraprendere la carriera di Home stager? Come ti sei avvicinata a questo mondo? Nel 2011, durante un convegno del settore immobiliare, ho avuto la fortuna di assistere alla presentazione di una scuola di Milano specializzata nella formazione di Home Stager ed è stato amore a prima vista: mi si è spalancato un mondo. Perché nell’ascoltare i relatori mi sono resa conto che stavano dando un nome e codificando una serie di azioni che io già mettevo puntualmente in atto ogni volta che ricevevo un incarico di vendita. Da quel momento in poi ho frequentato ogni anno corsi di specializzazione in Home Staging, in marketing, sulla fotografia d’interni (la mia grande passione!) nelle più importanti scuole di Milano per formarmi adeguatamente e migliorare le mie competenze.
Cos’è per te l’home staging? Qual è il tuo approccio professionale? Negli anni ho capito che non solo l’Home Staging, ma più in generale la valorizzazione immobiliare – come io chiamo l’insieme di azioni da promuovere su qualsiasi immobile prima di immetterlo sul mercato – sono elementi imprescindibili del processo di compravendita e per questo ne ho fatto il fulcro del mio metodo di lavoro. Per ogni pratica aperta studio approfonditamente le caratteristiche di ogni casa, al fine di coglierne l’essenza e individuare i punti che la caratterizzano e la rendono unica, per metterli in risalto e trasformarla nella casa dei sogni di chi cerca esattamente quelle caratteristiche. Una casa non potrà mai essere per tutti, proprio così come una persona ha pochi grandi amori nella vita: ogni proprietà ha il suo acquirente ideale e viceversa e sta a me farli incontrare.
Chi sono i tuoi clienti e quali vantaggi ottengono grazie ai tuoi servizi? I miei clienti ideali sono quelle persone che apprezzano la gestione dell’immobile tipica della nostra agenzia, che si basa sul concetto di “rispetto e guanti bianchi”. Sono due espressioni che mi sento di usare per identificare uno standard di cura che è un “di più e oltre”, in relazione al livello medio che c’è nei confronti di tutti gli immobili sul mercato. Per noi non si tratta solo di acquisire, pubblicizzare e vendere, ma di valorizzare e promuovere ogni incarico con tutti gli strumenti a nostra disposizione, online e offline, anche studiando caso per caso quale possa essere la migliore comunicazione a riguardo. L’immobile è sede di espressione delle emozioni umane, ma quando decido di cederlo o acquistarlo diventa un “prodotto” commerciale e come tale va presentato, ovvero al massimo delle sue potenzialità per aumentarne l’appetibilità agli occhi dei potenziali acquirenti. Una nota da non dimenticare è che visionare immobili ordinati, puliti e che mostrano le proprie peculiarità, significa evitare di perdere tempo con visite inutili e ricerche impossibili, in un mercato confusionario dove l’identità di una casa spesso rimane sepolta e perciò inafferrabile. E chi c’è passato sa bene cosa intendo dire.
Molto spesso si pensa che Home Staging ed Interior Design siano la stessa cosa. Puoi raccontarci qual è la differenza? Ottima domanda! Vedo in giro molto “Interior Design” spacciato per “Home Staging”. E facile farsi ingannare, anche se sono due attività diametralmente opposte, perché entrambi presentano un miglioramento estetico e funzionale dell’abitazione, partendo da presupposti differenti. L’Interior Design è studiato e messo a punto sulla base dei gusti espressi da uno specifico cliente che commissiona le opere, invece l’home staging, definito a monte il target, cerca di colpire il maggior numero di persone cui l’intervento si rivolge senza sapere a priori chi sarà effettivamente l’acquirente finale di quegli spazi. L’altra importante differenza è che il progetto di Interior Design, una volta realizzato, viene realmente vissuto dal cliente che lo ha commissionato, mentre l’Home Staging finisce di esistere quando l’immobile viene venduto, quindi non avrà mai un fruitore reale. Dicono – e concordo in maniera assoluta – che il miglior Home Staging è quello che non si vede: da un punto di vista tecnico, c’è sempre un alto rischio che l’intervento risulti un’opera di Interior Design o, peggio ancora, un mero esercizio stilistico di chi lo ha realizzato. Fare Home Staging significa applicare un metodo quasi scientifico che tiene conto di solidi principi di marketing, quindi se un professionista che si propone con la qualifica di Home Stager non è adeguatamente preparato non applicherà le esatte modalità di realizzazione e il risultato difficilmente sarà efficace. Non il “bello”, ma ciò che cattura l’acquirente e deve catturarne l’attenzione in maniera tanto persuasiva da ridurre a zero le trattative sul prezzo e permettere di realizzare al proprietario il massimo valore possibile, che spesso è ben superiore a ciò che incasserebbe senza l’ausilio della nostra consulenza.
Com’è percepito l’Home Staging in Italia? E all’estero? In Italia siamo indietro anni luce dal comprendere l’utilità dell’Home Staging, anche se negli ultimi anni ho notato con piacere che la professione si sta diffondendo. Ciò non equivale naturalmente al fatto che venditori o acquirenti, né tantomeno purtroppo gli operatori di settore, lo cerchino spontaneamente; le agenzie che promuovono questo servizio in Italia l’Home Staging si contano sulle dita di una mano. Il mio sogno è che il mercato comprenda che la valorizzazione immobiliare è indispensabile per qualificare il patrimonio immobiliare italiano e la professionalità degli operatori che se ne occupano. All’estero è diverso, c’è una grande sensibilità per la valorizzazione immobiliare, concentrata maggiormente nelle grandi città, che da sempre fanno da pioniere per le tendenze più innovative. Meno di un anno fa sono stata a Londra per studiare il trend di settore (anche l’home staging ha le sue “mode”) e ho verificato, anche attraverso laboratori con colleghi italiani e stranieri, i principi da applicare per avere i migliori risultati. Il mio modello di ispirazione è quello americano, dove l’Home Staging si pratica da 50 anni e dove un’agenzia immobiliare che non ha un Home Stager tra i collaboratori è considerata meno che “entry level”. La sensibilità per questa tecnica di marketing lì è ai massimi livelli, ed è stato quindi per me un grande orgoglio avere ottenuto il titolo di “Home Stager professionista” nel 2018 proprio da IAHSP (International Association Home Staging Professional), la cui socia fondatrice è la vulcanica Barb Schwarz. Ritenuta in tutto il mondo la madre dell’Home Staging è una meravigliosa donna e professionista, che ho avuto modo di conoscere a Roma nello stesso anno del mio diploma. La passione per l’etica del lavoro e l’educazione all’eccellenza che mi ha trasmesso mi hanno fatto credere ancora di più nel servizio di valorizzazione immobiliare, facendone infine il mio tratto distintivo professionale: l’Home Staging come “un modo di migliorare la vita delle persone”.
Veniamo agli aspetti pratici: quanto costa un intervento di Home Staging e quanto tempo richiede? Il costo di un intervento di Home Staging varia a seconda del tipo di progetto (se parziale o totale), dal numero di stanze e da altre variabili. Da alcuni anni ho scelto di inserire uno studio relativo agli interventi base di Home Staging che ritengo indispensabili, e dei quali coordino poi la realizzazione (quest’ultima è invece a carico del venditore), nel servizio di assistenza alla vendita dell’immobile, senza alcun ricarico; un servizio che viene eseguito prima del servizio fotografico e naturalmente è precedente a qualsiasi sopralluogo con aspiranti acquirenti. Il tempo di revisione dell’immobile varia dai 7 ai 15 giorni; un periodo che sembra “perso”, perché l’immobile non è visibile sul mercato, ma che si traduce in investimento, regalando una diminuzione drastica dei tempi di vendita che per la nostra agenzia sono di 89 giorni (3 mesi circa), contro i 210 circa (7 mesi) della media nazionale.
Si tratta di un servizio sicuramente interessante e certamente piacevole anche per chi vende, perché vede la sua abitazione migliorare e apparire al meglio delle sue possibilità. Ma allora perché, se l’Home Staging funziona così bene ed è apparentemente indispensabile, i proprietari non lo richiedono e le stesse agenzie non lo promuovono? Ti rispondo con due punti fermi. Uno: non se ne conosce l’esistenza, non abbastanza almeno. E due: si è sempre fatto senza e sappiamo che l’abitudine, specie se prima o poi porta ai risultati, rassicura. Inoltre, molte persone vedono nella spesa per il servizio solo una “spesa”, appunto. Mentre si tratta di un “investimento”, perché una casa venduta impiegando 180 giorni in meno rispetto alla media e senza riduzioni drastiche di prezzo, dà il massimo ritorno nel netto ricavo (in quel tempo non si pagano eventuali interessi del mutuo, rate di spese condominiali, imposte sulla casa, eccetera), oltre al piacere di veder presentato il proprio immobile come solitamente vengono presentate solo le case da copertina. Pensi che una cliente, dopo un mio intervento di valorizzazione immobiliare una volta mi ha detto “Se avessi saputo che la mia casa sarebbe diventata così bella, non so se avrei deciso di venderla!” Ai proprietari direi che la propria casa è lo specchio della nostra persona e che presentarla al meglio è una scelta che equivale a dire come vogliamo essere percepiti da fuori. Ai colleghi direi che avvalersi di un servizio di valorizzazione immobiliare restituisce un’immagine estremamente positiva e professionale di come l’agenzia si prende cura degli immobili affidatile. Un buon modo per diffondere questa meravigliosa e incredibile pratica è continuare a parlarne, come stiamo facendo ora: sui social principalmente, ma anche nei siti e nei blog, così come informando i venditori, gli acquirenti, i fornitori con cui collaboriamo, come ad esempio i grafici e i fotografi. Si tratta di presentare un servizio che è un’opportunità per tutti e io stessa ne parlo ogni volta che posso. Il mercato e le abitudini sociali evolvono in continuazione (ne abbiamo uno specchio chiarissimo in questi giorni) ed essere pronti ad accogliere i cambiamenti con nuovi strumenti è la migliore delle reazioni. Non a caso Einstein diceva “follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi”.
Grazie a Giorgia Barbieri, Agente Immobiliare Senior e Home Stager di Retecasa Carmignano di Brenta, per questa interessante intervista sul mondo dell’Home Staging.
Sin da tempi antichi il marmo è sinonimo di lusso ed eleganza. Questo materiale naturale di grande pregio, negli ultimi tempi si è affermato sempre di più come tendenza indiscussa nell’interior design, portando con sè un senso di autenticità, solidità e raffinatezza dato dalle caratteristiche che lo contraddistinguono e dalle infinite texture delle sue venature.
Il marmo è dotato di grande versatilità, motivo per cui è possibile ritrovarlo in rivestimenti per pavimenti e pareti, in arredi come tavoli, consolle, top, tavolini e negli accessori per la casa. Le sue texture vengono addirittura riprese per creare grafiche, per caratterizzare tessuti e per simulare le sue qualità estetiche su materiali alternativi, come il gres, la ceramica e persino sulle carte da parati.
Il marmo, a seconda di come viene scelto e utilizzato, può caratterizzare gli ambienti in vari modi: nello stile classico moderno è un must-have per rivestimenti e arredi; negli interni contemporanei dona un tocco di sobria raffinatezza grazie a motivi delicati e finiture opache; in abbinata ad elementi che lo contrastano, esaltandone il carattere, diventa un elemento distintivo per stanze dal gusto eclettico.
Le tipologie di marmo sono tantissime, possono variare nella loro composizione chimica e di conseguenza nella tonalità, nelle venature, nella lucentezza e nella porosità. Oltre al marmo è importante considerare anche il granito e le rocce come l’ardesia, l’onice e il quarzo: materiali di alto pregio che sono assimilabili al marmo, ma che ne differiscono per composizione e proprietà. Le lavorazioni di questi materiali permettono di personalizzare le superfici, modificandone l’aspetto a seconda del risultato desiderato. In base al tipo di materiale scelto, si possono ottenere superfici in finitura lucida, opaca, sabbiata, acidata, anticata, con effetto materico e molte altre ancora.
Queste innumerevoli possibilità lo rendono un materiale facile da abbinare a materiali come il legno, il metallo, il cemento, il vetro e la ceramica. Si possono inoltre accostare insieme più tipi di marmo con diverse colorazioni o finiture: molto utilizzati sono gli accostamenti banco-grigio, o l’abbinamento delle finiture lucido-opaco di uno stesso tipo di marmo. In generale è da tenere presente che il marmo accostato al bianco riflette la luce, mentre con il nero esalta le sue caratteristiche diventando protagonista. In generale, è un materiale che dialoga molto bene con i colori neutri, sa dare carattere alla vivacità dei colori accesi e si riscopre intramontabile negli ambienti black and white.
Se siete alla ricerca di uno specialista nella lavorazione di marmo, pietre e graniti, vi segnalo Borga Marmi, un’azienda ligure che opera nel settore con un’esperienza tramandata da padre in figlio in ben più di 100 anni di attività. Le loro realizzazioni sono frutto di una scrupolosa ricerca della materia prima, unita alle tecnologie e alle lavorazioni artigianali con cui creano soluzioni per l’arredo bagno, per l’ambiente cucina e per rivestire pareti e pavimenti di interni ed esterni residenziali, commerciali, nautici e dedicati all’ospitalità. Il tutto all’insegna della qualità e dell’attenzione verso le necessità del cliente, per offrire un servizio personalizzato e soluzioni ad hoc con grande cura del dettaglio.
La cucina contemporanea della Community House è in fase di arredo e dopo l’inserimento degli arredi principali, passiamo ora a definire gli elementi per ultimarla.
Prima di scoprire il sondaggio di questa settimana, voglio mostrarti il work in progress con i render di aggiornamento del progetto. Al momento la stanza si compone di pavimentazione con piastrelle chiare, cucina con penisola One di Ernestomeda in bianco con piano in pietra grigia, il tavolo Moka di Flexform e le sedie Wire Chair di Vitra. Fammi sapere nei commenti cosa ne pensi. Ti piace come sta diventando o avresti preferito arredi o soluzioni diverse?
La Community House è un esperimento di progettazione condivisa a cui puoi partecipare per scegliere gli elementi d’arredo da inserire nelle stanze di questa casa virtuale. Ogni settimana trovi un nuovo sondaggio con una selezione di arredi tra cui puoi scegliere i tuoi preferiti e ogni mese ti mostro l’avanzamento del progetto con i render aggiornati, per vedere il risultato delle scelte della community di A forma di casa.
Ma torniamo alla cucina, stanza che ci accompagnerà per tutto il mese di dicembre, e continuiamo a definire gli arredi che la caratterizzeranno. Qui sotto trovi il layout e la palette colori scelte all’inizio del progetto, che ci fanno da guida nella scelta degli elementi della stanza.
Nelle scorse settimane sono stati scelti gli sgabelli Zeb di Vitra per la penisola della cucina, le lampade Ph5 di Louis Poulsen da posizionare sopra al tavolo e la A39 di Artemide per illuminare il bancone.
Per esplorare il progetto della Community House e vedere tutti i sondaggi fatti sinora, puoi cliccare qui.
Sotto trovi i risultati dei sondaggi di dicembre.
Se non lo hai già fatto, clicca mi piace sulla pagina facebook e seguimi sul profilo Instagram di A forma di casa, così non perderai gli aggiornamenti del progetto e saprai sempre quando pubblico nuovi sondaggi.
Eccoci al termine della progettazione della cucina contemporanea della Community House! La stanza è finalmente completa! Qui sotto puoi vedere le immagini del risultato finale realizzate in visualizzazione 3D.
Ora la Community House ha la sua quarta stanza arredata! Che te ne pare?
Io sono molto contenta del risultato e ringrazio di cuore tutti coloro che hanno partecipato votando ai sondaggi di questo esperimento di progettazione condivisa.
Gli elementi della stanza
Anche per la cucina, come per le altre stanze, siamo partiti definendo lo stile d’arredo contemporaneo e la palette colori, che questa volta è sui toni del rosa e del grigio. In seguito è stato deciso il layout degli arredi in pianta, preferendo tra le varie soluzioni una cucina angolare con penisola. Per il pavimento sono state scelte delle piastrelle chiare.
Una volta definiti gli elementi di base della stanza, siamo passati alla scelta degli arredi, partendo dal modello cucina One di Ernestomeda in versione bianca con piani in pietra grigia e proseguendo con il tavolo Moka di Flexform, le sedie Wire Chair e gli sgabelli Zeb di Vitra, le lampade a sospensione PH5 di Louis Poulsen da posizionare sopra al tavolo e la lampada A39 di Artemide per illuminare il bancone.
Qui sotto puoi vedere i render di tutti i singoli elementi scelti.
Per sapere di più sulla Community House puoi leggere questo articolo che spiega nel dettaglio il progetto. Qui invece trovi le altre stanze arredate di questo esperimento di progettazione condivisa: il soggiorno, la camera da letto e la stanza studio.
Per vedere tutti i sondaggi fatti sinora e avere una panoramica generale della Community House, puoi cliccare qui.
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L’esperimento della Community House per il momento è concluso. Mi sono molto divertita ed è stato davvero interessante arredare questa casa virtuale insieme alla community di A forma di casa, proporre le selezioni di arredi, scoprire ogni settimana i risultati dei sondaggi e vedere l’arredamento di ogni stanza prendere forma mano a mano. Ma non temete, non è ancora tutto… dal 2020 ci saranno delle belle novità e una piccola sorpresa che riguarda proprio la Community House! Stay tuned!
La cucina della CommunityHouse è la quarta stanza virtuale che realizzeremo insieme in questo esperimento di progettazione condivisa. La stanza ora è vuota e aspetta di essere arredata. Sono curiosissima di scoprire quale sarà il risultato finale. Ma andiamo per gradi.
Innanzitutto ricordo che, se vuoi progettare insieme a me le stanze della Community House, puoi farlo attraverso i consueti sondaggi. Ogni settimana trovi un articolo dedicato, come questo, in cui puoi scegliere i vari elementi che andranno a comporre l’ambiente di cui ci stiamo occupando, in questo caso la cucina. Inoltre, ogni mese c’è l’aggiornamento del progetto, in cui descrivo l’avanzamento dei lavori e ti mostro i rendering dell’ambiente. È davvero bello vedere come mano a mano la stanza prende forma, arricchendosi ad ogni step di un elemento in più, sino a diventare completa. Partecipare è semplice, si tratta di scegliere di volta in volta la soluzione che preferisci tra quelle proposte nei sondaggi.
Per maggiori dettagli su come funziona il progetto della Community House ti invito a leggere questo articolo.
Le decisioni iniziali
Abbiamo dato inizio alla progettazione della stanza, definendo lo stile d’arredo contemporaneo, la palette colori sui toni del rosa e del grigio e delle piastrelle chiare come rivestimento a pavimento. Il layout scelto per la cucina è una soluzione angolare con penisola e il modello cucina è One di Ernestomeda.
Questa è la base da cui partiremo per arredare la cucina della Community House.
La scelta degli arredi
Nelle scorse settimane sono stati decisi il layout, il modello e le finiture della cucina, il tavolo Moka di Flexform e le sedie Wire chair di Vitra.
Per esplorare il progetto della Community House e vedere tutti i sondaggi fatti sinora, puoi cliccare qui.
Sotto trovi i risultati dei sondaggi del mese di Ottobre e Novembre.
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