23 Aprile 2020 / / Baliz Room

Avere una cucina con isola è sicuramente una delle richieste più frequenti quando si deve progettare questo ambiente della casa. Questo non solo per la sua resa estetica, che contribuisce a dare più unità alla cucina, ma anche per la sua praticità.

Sono tante infatti le possibilità che un’isola in cucina può offrire e per questo motivo ti troverai a dover decidere quale sarà la sua funzione già in fase di progettazione, in base allo spazio a disposizione e allo stile di vita che hai.

Alla fine del post troverai anche una bonus tip su una buona alternativa all’isola che valorizzerà comunque la tua cucina ; )

Isola con piano cottura

balizroom-interiorblog-cucina con isola-marmo nero-piano cotturaLa scelta di porre il piano cottura sull’isola è una tendenza sempre più contemporanea, grazie alla quale vediamo dei veri e propri blocchi scultorei che danno personalità ad una cucina a tinta unita o dal design più semplice.

Sono molte infatti le cucine che hanno un’isola in marmo, in pietra o in un colore di spicco, per poi avere il resto del mobilio su toni neutri e meno appariscenti. Questo tipo di soluzione è adatta a un open space o a una cucina con una bella metratura, che rendono l’isola la protagonista assoluta.

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Per questa tipologia ti consiglio di scegliere una cappa di design. Sono molte infatti le aziende che propongono prodotti dalle alte prestazioni e un design moderno.

(in foto Cucina N_Elle by Cesar e Cappa Dama by Falmec) 

Isola con sgabelli

balizroom-interiorblog-cucina con sgabelli-fullofgrace.jpgL’alternativa dell’isola con sgabelli la consiglio soprattutto nelle case più piccole, dove non c’è molto spazio ma possiamo comunque dare un tocco contemporaneo alla cucina. Occhio alla scelta dello stile degli arredi e dei materiali, il rischio di un look datato è dietro l’angolo!

L’isola in questi casi acquisisce una funzione molto utile: diventa un appoggio perfetto per la colazione alla mattina, senza scomodare il tavolo principale,  o un ottimo bancone bar per un aperitivo dell’ultimo minuto. Permette anche di chiacchierare  con la famiglia o gli ospiti mentre si sta cucinando, creando una bellissima atmosfera di convivialità.

(in foto South Yarra Residence – Studio Full of Grace) 

Isola con ripiani a vista

balizroom-interiorblog-cucina-grigia-ripiani-tom howley.jpgScegliere un’isola con ripiani a vista contribuisce sicuramente a dare un ulteriore tocco personale alla tua cucina. Le alternative per riempire i ripiani infatti sono tantissime: puoi usarli per mettere in bella mostra la tua collezione di piatti di design, per tenere a portata di mano i libri di cucina che usi più spesso, oppure per mantenere in ordine tutti gli utensili che utilizzi per preparare i tuoi piatti.

Volendo può diventare anche uno spazio di cui cambi lo stile ad ogni stagione o da organizzare sulla base delle festività. Un’altra occasione per mettere in pratica la tua creatività in casa.

Optando per questa scelta,inoltre, le possibilità di personalizzazione sono infinite: i ripiani possono essere in un materiale diverso rispetto all’isola, possono occuparne solo una parte o correre lungo un lato, possono avere diverse profondità e misure…l’unico limite è la tua immaginazione, con un occhio sempre alla praticità!

(in foto Shaker Style Kitchen by Tom Howley) 

Isola con tavolo integrato

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L’alternativa di un’isola con un tavolo integrato potrebbe essere considerato un mix tra quella con sgabelli e quella con i ripiani a giorno. La trovo da sempre una soluzione molto funzionale perché permette di unire la zona pranzo alla cucina in caso non fosse possibile avere una sala da pranzo dedicata con un tavolo più grande. In questo modo sarà possibile concentrare le funzioni in un unico ambiente, e usare lo spazio rimanente della casa per altre tue priorità e preferenze.

Il valore aggiunto di questa soluzione sono le combinazioni interessanti di materiali utilizzabili: possiamo infatti giocare con i contrasti di colore, ma anche con quelli materici, passando dal laccato al marmo ad esempio. Ma possiamo anche mantenere lo stesso materiale e giocare con le altezze, considerando sempre un uso confortevole sia del piano cucina che del tavolo.

(in foto Pistachio Flat– Tolko Interiors) 

BONUS TIP: e se lo spazio in cucina non ce l’hai?

Se non hai spazio nella tua attuale cucina e vorresti aggiungere qualcosa di simile a un’isola,  ma di dimensioni ridotte, ti consiglio di optare per un carrello, sì ho detto proprio carrello! Ce ne sono di veramente belli sul mercato e possono essere un valido upgrade per la tua cucina.

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Puoi sceglierne uno semplice e di design, ma anche uno pieno di funzionalità: alcuni dei “gadget” di cui questi carrelli spesso dispongono sono dei cassetti attrezzati, uno spazio porta bicchieri o degli appositi vani per gli utensili,  e ci guadagni anche un piano extra di lavoro.

(in foto 1. Camaro by Westwing; 2. Pebble by West Elm; 3. Maj by Westwing;  4. Legler  by Joss&Main; 5. Hoglund by Joss&Main )

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Finisce qui il nostro viaggio nelle cucine con isola, lasciami un commento se ti sono piaciute queste ispirazioni o se conosci altre soluzioni interessanti!

Se invece non sai decidere quale isola può fare per la tua cucina, scrivimi una mail per trovare la soluzione con il mio servizio di consulenza di interni…è anche online! Ti aspetto!

 

 

 

 

23 Aprile 2020 / / Laura Home Planner

Arredare un bagno piccolo è una questione di organizzazione,

come per tutti gli spazi con dimensioni ridotte, è necessario pensare bene a come gestirlo

Le prime domande da porsi sono:

  • doccia o vasca?
  • piastrelle o resina?
  • carta da parati o pittura?
  • sanitari sospesi o a terra?
  • mobile sospeso o a terra?
  • che colore uso?

Se siamo alle prese con una ristrutturazione, bisogna capire quali sono gli aspetti poco funzionanti del bagno per migliorarli, se invece si tratta di un bagno nuovo , non ci resta che rispondere ad ognuna delle domande poste in precedenza

Arredare un bagno piccolo :doccia o vasca? sanitari sospesi o a terra?

Partendo dalla mia esperienza personale e professionale la risposta è doccia

Un bagno piccolo deve essere innanzitutto funzionale e le dimensioni minime di una vasca sono 70×170 cm

“ovviamente è possibile realizzare anche una vasca di dimensioni ridotte, ma in tal caso sarebbe poco funzionale”

Sebbene lo spazio sia poco, ci sono delle misure fondamentali di cui tener conto durante la progettazione di un bagno:

20 cm è lo spazio minimo che deve intercorrere tra bidet e wc

20 cm è lo spazio minimo tra il bidet e il mobile bagno

60 cm deve essere il passaggio disponibile di fronte a i sanitari

Inoltre se il bagno è piccolo esitono vari tipi di lavabo integrati a consolle che hanno profondità massima 36 cm

In alternativa si possono scegliere dei lavabi monoblocco freestanding,

Prediligere elementi sospesi piuttosto che a terra renderà più spazioso l’ambiente, quindi il mio consiglio è quello di scegliere i sanitari sospesi

Oggigiorno ne esitono davvero di ogni forma e colore,

considerando che la misura di un bidetet e di un wc sono più o meno tutte le stesse intorno ai 40x55cm , il consiglio in più è preferire quelli con una forma non troppo tonda

Arredare un bagno piccolo: come farlo diventare spazioso e bello

Dal momento che si tratta di un bagno piccolo, il mobile sarà delle dimensioni dettate dallo spazio a disposizione,

suggerisco quindi di spendere qualche soldo in più per accessoriarlo

Esitono dei kit da inserire nei mobili , composti da vassoi di contenimento completi di bicchieri e griglie utilissimi ad organizzare lo spazio

Trattandosi di un bagno piccolo sarebbe meglio sceliere un mobile con apertura gola, evitando la sporgenza delle maniglie

Anche l’utilizzo di pensili a giorno e mensole aiuta ad orgnizzare lo spazio in un bagno piccolo,

Inoltre se possibile è utile ricavare nicchie nelle pareti

il cosiglio in più:

in un bagno piccolo la scelta dello specchio è molto importante,

ampio da luce e volume all’ambiente , mentre a contenitore organizza lo spazio

Un’apetto da non sottovalutare nell’ arredare un bagno piccolo è la luce

che si disponga o meno della finestra, è rilevante l’uso della luce atificiale,

servirà un’illuminazione strategica con led a soffitto o a parete , piuttosto che con faretti incassati , oltre alla lampada sopra lo specchio

Oltre alla scelte delle luci , un ruolo importante lo dettano i colori ed i rivestimenti

per far sembrare più grande e spazioso il bagno è conveniente usare tinte chiare e neutre e possibilmente rivestimenti continui, tipo la resina

in alternativa alla resina si possono sfruttare dei giochi di colore e forme con piastrelle di vari formati esaltando la parete dietro al mobile o dietro ai sanitari,

oppure si può creare un effetto più scenografico con la carta da parati,

Lo stile easy e minimal è comunque il più consigliato.

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23 Aprile 2020 / / Architettura

una casa archetipo

Atelier Schwimmer progetta una casa sul lago per connettersi con la natura.

Concepita come una casa archetipo, l’edificio è situato direttamente sulle rive del lago di Brome, una piccola città del Quebeq, in Canada. I committenti desideravano un’abitazione immersa nella natura dove svolgere attività all’aperto senza però rinunciare a uno spazio interno da condividere con gli amici. Il risultato finale del progetto realizzato da Atelier Schwimmer risponde perfettamente a queste esigenze.

Con una splendida vista lago, esternamente la casa è rivestita in legno di larice trattato con due metodi diversi. Le tavole esposte agli agenti atmosferici sono state carbonizzate per essere più resistenti e durevoli, mentre le assi più riparate sono state trattate con olio naturale. Questo gioco di chiaro e scuro contribuisce a dare carattere e personalità all’edificio.

La casa, su due piani, ha una superficie di 297 mq e dispone di tre ingressi. L’arredamento è un semplice mix di legno e cemento, con ampie vetrate che incorniciano la splendida vista sul lago.

Il lay out interno del piano terra si sviluppa attorno al camino situato in prossimità dell’ampio open space a tripla altezza, che lo rende visibile da qualsiasi punto dell’abitazione, creando così un forte senso di ospitalità. La scala conduce al piano superiore dove si trovano quattro camere da letto, due bagni e lavanderia.

Progetto Atelier Schwimmer

Fotografo Adrien Williams

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23 Aprile 2020 / / Design Ur Life

Dubai e` un meltin`pot di persone provenienti da innumerevoli paesi, Dubai insegna a conoscere e ad aprirsi a culture diverse. E’ all`avanguardia, costruisce, e` la città del lusso, Dubai e` anche opulenza e superbia.  Il design italiano a Dubai ha un luogo particolare. Nel paese degli eccessi, degli sceicchi e del denaro nasce un’azienda tutta italiana Superbia Domus.

Si tratta di un’azienda di design italiano a Dubai, composta da giovani designer che dal mare ligure hanno raggiunto il mare del Golfo Persico. Hanno creato un Hub di alta classe nel settore dell’arredo di lusso, nel cuore degli Emirati Arabi Uniti a Dubai.

design italiano a Dubai

Vedrai una città regale, addossata ad una collina alpestre, Superba per uomini e per mura, il cui solo aspetto la indica signora del mare F. Petrarca 1358.

Imponente, Grandiosa ma anche Altera ed Orgogliosa e` Genova la città madre dove Superbia Domus affonda le sue radici. Ed e` da essa che prende il suo nome.

design italiano a Dubai

E’ proprio la dinamicità di questa città, unita alla possibilità  di crescere che ha attirato l`attenzione di Superbia Domus.

La missione di Superbia Domus nasce , in primis, dall’amore per la terra di origine: l`Italia. L`Italia e` casa , l`Italia e` famiglia.

design italiano a Dubai

Il motore che spinge il team di giovani italiani e` far conoscere al mondo le bellezze ed eccellenze Italiane, tramite il design e l`arredo. Portare un po` d`Italia in ogni casa.

design italiano a Dubai

Made in Italy in ogni abitazione come obbiettivo finale unito alla soddisfazione del cliente e alla fiducia che ripongono nel team Superbia Domus. Team di persone, persone che rappresentano il design Italiano, gli  artigiani, artisti, imprenditori, creativi e Italiani.


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Photo credit Domus Superbia

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23 Aprile 2020 / / Decor

Slitta il Salone, non le novità Ex.t che presenta “virtualmente” due collezioni di carte da parati bagno Nouveau e Frieze

La primavera quest’anno non sarà la stessa senza il Salone del Mobile di Milano. E in una fase di grandi incertezze cerchiamo tutti un po’ di normalità. Anche per questo Ex.t ci offre un assaggio delle anteprime, proprio come fanno di solito in aprile. Questa volta però lo fanno solo virtualmente. In fiera a Rho e nello showroom di Via Tortona avrebbero esposto le collezioni di carte da parati bagno Nouveau e Frieze, lanciate in anteprima a Parigi a gennaio.

Entrambe le collezioni sono realizzabili su tre diversi supporti: vinile, cellulosa e fibra di vetro. Quest’ultimo, grazie alle sue particolari caratteristiche tecniche rende la carta da parati totalmente impermeabile e dunque perfetta in caso di pareti a contatto con l’acqua come quelle della doccia o della vasca. Due proposte che consentono di cambiare radicalmente l’immagine del bagno, attraverso sperimentazioni estetiche, quasi fosse una zona living.

Nouveau Wallpaper

Nouveau wallpaper

Partendo dalla ricerca sulle forme della collezione Nouveau, le designer Bernhardt & Vella presentano due diverse carte da parati geometriche, ognuna delle quali disponibili in tre diverse colorazioni. La prima esalta la tridimensionalità attraverso un combinarsi di trame strette e larghe e diverse nuances di colore. La seconda invece, caratterizzata da piccoli elementi grafici triangolari, è un omaggio alle atmosfere Déco che caratterizzano tutta la collezione.  Nouveau Wallpaper è una carta da parati waterproof, una collezione dedicata alle superfici della stanza da bagno, ma non solo.

Frieze Wallpaper

Frieze wallpaper

Marcante-Testa disegna una nuova collezione di carte da parati che completa l’omonima linea di lavabi e complementi per il bagno. Una vera e propria “stratigrafia” del muro che, attraverso fasce di colore ed elementi decorativi orizzontali, diventa sia sfondo che elemento decorativo degli ambienti. Il progetto propone tre decori in vari abbinamenti di colore che si integrano perfettamente con la collezione Frieze, per una stanza da bagno d’autore.

 

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23 Aprile 2020 / / La Gatta Sul Tetto

In questo loft a Buenos Aires arredato con gusto industrial si mescolano elementi di gusto etnico e di ispirazione Tropical, in un mix decisamente riuscito.

loft

Hugo e Salomé, designer di gioielli, hanno cercato a lungo una casa che incontrasse i loro sogni. Trasferitasi da Parigi a Buenos Aires, la giovane coppia desiderava vivere in un ambiente che ricordasse lo stile europeo.

Quando l’agente immobiliare li portò a visitare questo loft, Hugo e Salomè non ebbero dubbi: avevano trovato casa.

Da vecchia officina a loft confortevole

Il passaggio dalla vecchia officina al loft confortevole nel quale oggi la coppia vive e lavora si deve al lavoro dell’architetto Fernando Valeriani di Estudio 866.

Per uniformare gli ambienti il progettista ha scelto una finitura in cemento grigio chiaro per tutti i pavimenti, a contrasto con porte e battiscopa grigio antracite, e le pareti bianche.

Dall’ingresso, arredato con una panca di recupero in stile “Savonarola” sormontata da una collezione di borse e cappelli in paglia, si imbocca un lungo corridoio che dà accesso al cuore della casa.

Il grande open space, che si affaccia sul cortile interno, accoglie ben 4 zone distinte. Lo spazio è caratterizzato da 4 pilastri in cemento armato sormontato da travi, che l’architetto ha lasciato grezze. La pittura bianca e le strisce LED collocate alla sommità dei pilastri trasformano questi elementi da strutturali a decorativi.

loft
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A sinistra trovano spazio un ampio salotto arredato con un grande divano ad angolo bianco, un paio di poltroncine in rattan e la famosa poltrona con poggiapiedi Lounge Chair di Charles Eames. La parete di fondo è stata decorata con una carta da parati panoramica proveniente dalla Francia, con un soggetto tropicale.

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Accanto al salotto si trova la zona pranzo, dominata da un grande tavolo con 8 CH24 Wishbone Chair di Hans J. Wegner. Tre lampade a sospensione in stile industrial di Wever e Ducrè illuminano lo spazio pranzo. A destra, vicino alla grande vetrata, è stato attrezzato un piccolo studio luminoso.

La cucina, installata nell’angolo interno a destra, è arredata con soli mobili contenitori bassi neri e piano di lavoro in marmo bianco. Una grande cappa aspirante industriale con tubo a vista, anch’essa nera, è stata collocata sopra l’isola centrale, che accoglie il piano cottura e un piano per servire la colazione o un pasto veloce.

Il grande open space si apre su un cortile interno nel quale le rigogliose piante tropicali e gli arredi in midollino si mescolano con il arredi in stile industrial.

La zona notte

La zona notte comprende una camera che è allo stesso tempo un piccolo studio, collocata tra il corridoio e il soggiorno. Per illuminare questo spazio con luce naturale le pareti sono state realizzate con pannelli vetrati di stile industrial, con telai grigio antracite.

loft

La vetrata in vetrocemento aperta in cucina convoglia la luce dallo spazio centrale al bagno, nel quale, per moltiplicare la luce, è stato utilizzato un rivestimento in cemento lucidato.

La stanza degli ospiti con bagno, cui si accede direttamente dall’ingresso, completa la zona notte.

Foto: Santiago Ciuffo


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22 Aprile 2020 / / +deco

And just like that, traveling has become a distant memory, if not impossible. All of a sudden, borders have been closed and our immediate area where we live has became our whole world. Who knows how long for it will be that we won’t be able to take a plane, a train or a boat on a whim, not for work, pleasure or to explore, no matter how big the urge to escape is, no matter how much we want to visit a loved one.

What I like about blogging is that it allows me to make people travel from their desks to somewhere they might not imagine themselves going to, to inspire curiosity, to show readers new exciting things and places.

After Marrakech and the YSL Museum, Rome with the project by m2ft , Milan with Spinzi Design, today we are going to fly with imagination to Paris, to the sophisticated Galerie Jag.

Galerie Jag is where curator Jessica Barouch displays a carefully selected collection of objects and furniture by artists from all over the world.

The space is a cosy apartment in the 7th Arrondissement, displaying wonderful attention to detail and “beautify” (a word Jessica uses and that I love) by displaying numerous sculptural pieces that are a part of Galerie Jag’s collection.

Colors and materials play an important role in unifying all the artistic elements: warm white, black backgrounds, wood, earthy and mellow hues.

Designed by Yuko Nishikaya
Designed by Yuko Nishikaya
Designed by Floris Webben
Designed by Floris Webben
Designed by Michael Verheyden
Designed by Ryosuke Yazaki

(Images courtesy of JAG Galerie)

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22 Aprile 2020 / / Laura Home Planner

Siamo pronti a ridefinire la nostra concezione di lavoro?

Con l’avvicinarsi della fase 2 in merito all’emergenza sanitaria COVID-19, molte sono le domande riguardo ciò che cambierà nelle nostre vite. Prendendo in considerazione la nostra attuale routine, è oramai difficile pensare ad un ritorno della normalità pre pandemia.

A tal proposito, molte delle norme previste dal DPCM, come il distanziamento sociale ed il lavoro agile o smart working rimarranno pressoché invariate, così da evitare un’alta possibilità di contagio.

Ad oggi, non sappiamo per quanto tempo queste norme verranno prolungate. Per questo motivo dobbiamo essere pronti ad affrontare nuovamente, una ridefinizione del nostro stile di vita.

Se ad esempio in ambito sociale, il distanziamento potrebbe cambiare radicalmente la nostra percezione dei rapporti interpersonali

la realtà lavorativa potrebbe subire un cambiamento definitivo e perfettamente in linea con la rivoluzione smart working.

Ma cos’è effettivamente lo smart working?

Il lavoro agile (o smart working) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività […] pone l’accento sulla flessibilità organizzativa, sulla volontarietà delle parti che sottoscrivono l’accordo individuale e sull’utilizzo di strumentazioni che consentano di lavorare da remoto (come ad esempio: pc portatili, tablet e smartphone).

Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali

Insomma, da queste poche righe lo smart working sembra essere una tipologia di lavoro appagante e flessibile.

La realtà?

Nonostante la flessibilità del lavoro agile possa esserci d’aiuto, in questi ultimi mesi rivoluzionare la nostra concezione di lavoro è stato estremamente difficile e complicato.

Pensateci: quanti di voi erano pronti a lavorare da casa, tra quattro mura, a distanza ravvicinata con i propri famigliari?

Magari senza il “supporto” di uno studio, dividendo gli spazi tra famiglia e lavoro?

Posso affermare che l’80% di noi non era pronto ad un cambiamento così significativo in ambito lavorativo. Proprio per questa ragione, non conoscendo quale sarà effettivamente il “lavoro del futuro” dobbiamo attrezzarci.

Ebbene si. Se effettivamente il lavoro agile rimarrà un denominatore comune nelle nostre vite, dobbiamo essere pronti a ridefinire la nostra concezione di lavoro ed insieme ad essa le nostre abitudini lavorative.

La creazione di uno spazio lavorativo nella propria abitazione quanto la suddivisione e organizzazione del tempo per il lavoro quanto per sé, dovranno essere degli elementi essenziali da prendere in considerazione per il proprio futuro.

La rivoluzione smart working sembra essere iniziata, sta a noi stare al passo coi tempi.

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22 Aprile 2020 / / Dettagli Home Decor

Vuoi anche tu una piscina in giardino e la vuoi subito? E, se possibile, anche economica e sostenibile? In questo caso le piscine prefabbricate sono la scelta giusta! 

Per realizzare una piscina nel proprio giardino ci sono diverse soluzioni tra cui scegliere. La prima domanda è: piscina in muratura o prefabbricata? Se desideri realizzarla in poco tempo e con un budget limitato, la scelta è presto fatta: una piscina prefabbricata.

Questa tipologia di piscine possono essere installate in poco tempo e sono anche più economiche rispetto alle piscine realizzate in muratura. Il costo, naturalmente, dipenderà non solo dalle dimensioni, ma anche dal modello, dagli accessori e dai materiali con cui è realizzata. L’ulteriore vantaggio è dato dal fatto che le piscine prefabbricate non necessitano di alcun tipo di lavoro invasivo per la loro installazione.

Le piscine prefabbricate offrono grandi vantaggi

Innanzitutto, come detto, l’installazione è molto più veloce rispetto ai modelli in muratura. Possono essere anche semi interrate, oppure interrate mediante uno scavo e livellando il terreno con della ghiaia che funge da isolamento.

La manutenzione è più semplice ed economica, basta effettuare una pulizia regolare prestando particolare attenzione all’impianto di trattamento dell’acqua. Se si opta per una piscina prefabbricata rimovibile, è possibile evitare anche questo, poiché al termine della stagione estiva ti basterà svuotarla, pulirla e riporla fino alla prossima estate.

Un altro grande vantaggio delle piscine prefabbricate è che sono trasportabili. Se in futuro cambi casa, potrai installarla nel tuo nuovo giardino.

Quali materiali puoi scegliere per la tua piscina prefabbricata?

  • Cemento: le piscine in cemento sono le più costose ma in cambio offrono finiture molto resistenti e durevoli. Puoi permetterti di progettare la tua piscina in cemento adattandola perfettamente ai tuoi gusti, alle tue esigenze di spazio e preferenze.
  • Acciaio: queste tipologie di piscine sono caratterizzate da una struttura durevole e resistente. Sono completate con un liner in PVC. È un sistema di comprovata efficacia pensato per durare molte stagioni di bagno offrendo una struttura di balneazione con tutte le funzionalità. La maggior parte di questi modelli sono progettate per essere installate sulla superficie e il suo sistema di assemblaggio è molto semplice da fare da soli. Naturalmente esistono anche modelli pensati per essere interrati.
  • Legno: le piscine in legno hanno una struttura molto simile alle piscine fuori terra in acciaio, ma sono fabbricate in legno. Questo permette di avere delle eccellenti finiture che si integrano perfettamente in tutti i tipi di giardini e possono essere installate sia in superficie, sia interrate o semi-interrate.
  • Poliestere e Fibra di vetro:  si tratta di piscine interrate dove la vasca è costituita da un materiale composto da poliestere rinforzato con fibra. È importante verificare le finiture che presenta. Esistono finiture in resine speciali che conferiscono caratteristiche di grande resistenza ai raggi UV e un’eccellente durata.
  • PVC: le piscine tubolari hanno una struttura di barre metalliche che si assemblano facilmente in poco tempo e che sostengono un liner in PVC ad alta resistenza. La maggior parte di questi modelli include un sistema di depurazione a cartuccia o a sabbia adattato al volume della piscina.

Piscine prefabbricate realizzate riciclando i conteiner 

Sì, proprio così. È una soluzione fattibile, ecologica, economica e decisamente originale. I container, progettati per sopportare grandi quantità di peso, risultano robusti e durevoli, quindi adatti per creare la struttura della piscina.

La società canadese Modpool ha studiato questa possibilità e modificato un container industriale al fine di renderlo anche piacevole dal punto di vista estetico. Oggi Modpool produce piscine di 6 e 12 metri di lunghezza per 2,4 metri di larghezza e una profondità di 1,35 metri. Le piscine dispongono dell’intero sistema di depurazione dell’acqua integrato nella loro struttura e possono essere collocate in giardino in pochi minuti e senza lavori invasivi.

Questa tipologia di piscine container sono adatte per incorporare anche una vasca idromassaggio o addirittura essere dotate di un sistema di riscaldamento per l’acqua.

 

L'articolo Tutto quello che devi sapere sulle piscine prefabbricate proviene da Dettagli Home Decor.

22 Aprile 2020 / / Coffee Break


E' una domanda che tutti ci stiamo ponendo, stiamo leggendo molti interventi, alcuni diametralmente opposta ad altri; ritengo che in qualsiasi caso dovremo cercare di imparare qualcosa, non possiamo permetterci di sprecare questa lezione; forse questa quarantena ci abituerà a pensare non solo più al breve periodo ma cominceremo a programmare anche sul medio e lungo periodo e poche cose lo sono come decidere di affittare o acquistare una casa.


Oggi abbiamo il piacere di intervistare l'architetto Federico Reyneri di LPzR architetti associati di Milano, lo studio ha recentemente realizzato Dom2, un appartamento a misura delle necessità di un disabile motorio, le cui foto vediamo in questo articolo.
Dom2 è una abitazione progettata per garantire un'alta qualità della vita anche in caso di lunghe permanenze.



- Federico, pensi che vivremo in una condizione di emergenza permanente? Sarà tanto grave da indurci a cambiare le regole di progettazione degli edifici?
Una pandemia come quella che stiamo sperimentando, dura un tempo limitato. Al momento ci siamo dentro, non sono in grado di stimare la sua fine ma da ciò che leggo, non potrà durare più di due-tre anni - nella peggiore delle ipotesi.
In edilizia due-tre anni sono meno del tempo di completamento di una operazione immobiliare. Gli edifici hanno una aspettativa di vita superiore ai 30 anni. L'esperienza diretta mi dice superiore ai 50 anni.
Quindi gli edifici dovranno essere idonei ad ospitarci e fornirci riparo per un tempo superiore a quello della attuale emergenza.

- Dovranno proteggerci anche dalle emergenze future, sappiamo quali saranno le conseguenze di emergenze future?
No, gli edifici dovranno quindi essere flessibili.
Mi rendo conto che sia una banalità, ma è meglio ribadire il fatto che il migliore edificio per questa emergenza, non è detto che lo sia per la prossima.
O per vivere in tempi di non emergenza, che spero sempre duri più della crisi.



- Quali sono i requisiti che una casa dovrebbe avere per garantire una piacevole permanenza anche in periodi prolungati?
Ricordo una battuta di un mio amico spagnolo che mi prendeva in giro perché gli italiani rimangono in casa con mamma e papà fino ai trent'anni. "Sai perché?" mi sfotteva "Perché in Italia le case sono grandi e comode, in Spagna invece sono piccole e buie. Quindi non vediamo l'ora di scappare".
Anche i nostri bamboccioni, pur rimanendo a casa di mammà, escono di giorno e di sera. Quando siamo invece costretti 24 ore al giorno per settimane nello stesso ambiente, viviamo l'esperienza degli astronauti. Loro sono preparati per quello. Hanno una preparazione psicologica, una motivazione forte, una data di fine-pena, compiti assegnati continui per passare il tempo. Noi dobbiamo poter ricreare a casa ciò che facciamo anche fuori (o facevamo anche fuori), per avere una esperienza completa.

Permettere la possibilità di lavorare o studiare da casa garantendo la privacy ai componenti della famiglia o, più in generale, agli abitanti, durante la nostra vita noi abbiamo i momenti famigliari, lavorativi (o di studio), di relazione con gli amici e di intimità con noi stessi.
Dovremmo avere in casa un ambiente per ognuno di questi momenti.

Facilitare il rispetto dei criteri di sicurezza per evitare contaminazioni con l’esterno:
in Giappone e nei paesi scandinavi, lasciano le scarpe fuori di casa prima di entrare.
In famiglia abbiamo adottato questa regola da vent'anni. Negli appartamenti in genere predisponiamo sempre uno spazio ove riporre cappotti e scarpe all'ingresso. Negli appartamenti più grandi vi è un ingresso e se possibile, anche un ripostiglio.
Le indicazioni degli esperti ci suggeriscono di cambiare anche i vestiti oltre le scarpe, prima di entrare in casa.

Eventualmente, poter isolare e quindi porre in quarantena alcuni membri della famiglia nel caso in cui si abbia necessità di farlo; anche in questo caso purtroppo è una questione di dimensione o di dimensione per persona. Negli appartamenti con più di una camera da letto, in genere una è dotata di bagno collegato. Un secondo bagno è a disposizione dell'altra camera e della zona giorno. La "suite" può quindi diventare uno spazio per la quarantena.



- In questo periodo di convivenza forzata, quali accortezze andrebbero prese in fase di progettazione per garantire la privacy per ogni membro della famiglia?
Quanto si può intervenire nella dimensione degli appartamenti? Sarebbe veramente facile rispondere che si consiglia di dedicare una stanza ad ogni membro della famiglia più uno spazio/studio-lavoro.
Il nodo da risolvere è quello degli appartamenti piccoli o densamente popolati, ma non ho ancora una risposta sensata a riguardo.

- Quanto sono importanti gli spazi accessori come ingressi, dispense e ripostigli per una casa salubre in questo particolare momento?
Gli ingressi e i filtri sono indispensabili. Per quanto riguarda i disimpegni, non ho mai progettato un bunker, nè al momento ritengo che vi sia necessità in Italia di accumulare scorte per far fronte alle carestie.
Spero di non sbagliarmi.

- In questo momento avere uno spazio esterno, anche piccolo è un lusso, come interviene LPzR architetti sugli spazi esterni, giardini e terrazzi per renderli un valore aggiunto dell'abitazione?
Gli spazi, tutti gli spazi, devono essere attrezzati. Un balcone deve poter essere un posto dove sostare, quindi avere almeno un tavolo e una sedia. O una sdraio, potendo. Vi deve essere una presa elettrica per poter ricaricare i nostri apparecchi elettronici, una buona illuminazione per leggere, delle piante per rallegrarci la vista. Meglio se sono piante aromatiche che possiamo utilizzare in cucina.



LPzR architetti associati, fotografie di Carola Merello