Tutte le news a cui un cinefilo non può rinunciare
Amante del cinema, i film festivals sono una manifestazione culturale a cui ogni cinefilo non può assolutamente rinunciare. Tradizionalmente in programma tra l’estate e l’autunno, i festival cinematografici raccolgono attorno a sé, sempre grande interesse e successo.
A tal proposito, questi eventi internazionali sono importanti occasioni d’incontro tra i maggiori “addetti ai lavori” del mondo del cinema –
dunque un forte richiamo per appassionati e media.
Ora, prendendo in considerazione l’emergenza sanitaria attuale, come saranno sviluppati i maggiori film festivals del 2020? Vediamolo insieme.
Per iniziare, Pierre Lescure e Thierry Frèmaux – rispettivamente, presidente e delegato del festival cinematografico di Cannes –
hanno deciso di annullare l’edizione 2020 annunciando online la lista ufficiale dei film premiati. L’annuncio avverrà quest’oggi alle 6 del pomeriggio, live su Canale +
così come attraverso ilsito web ufficiale della manifestazione francese, quanto sui relativi social media.
A seguire, Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, ha annunciato con un post su Instagram che il festival non verrà annullato.
Infatti, la Mostra si terrà al Lido di Venezia dal 2 al 12 Settembre.
Nel post, Barbera scrive:
“Sarà un’edizione con caratteristiche uniche nella sua storia, ed anche per questo verrà ricordata. Ancora non sappiamo esattamente che cosa si potrà fare, ma intanto procediamo con la selezione dei film e la messa a punto di un piano che possa garantire a tutti i partecipanti la massima sicurezza.”
Soffermandoci ancora per un instante in Italia,
anche il Giffoni Film Festival – ovvero il festival cinematografico per ragazzi e bambini, sarà fatto.
Il festival sarà diviso in quattro moduli per garantire la massima tutela dei ragazzi. I moduli saranno suddivisi per target di età e si svolgeranno tra agosto e dicembre.
Per concludere, i film festivals oltreoceano.
Il Toronto International Film Festival o TIFF avrà luogo online dal 10 al 20 settembre. Joana Vicente – direttore esecutivo – e Cameron Bailey – direttore artistico dell’evento –
hanno deciso di organizzare il TIFF virtualmente in modo tale da assicurare la sicurezza di staff e pubblico al Covid-19.
Al contrario, i film festivals di Telluride e New York, manterranno le manifestazioni in presenza. Le iniziative – Telluride dal 3 al 7 settembre e NY dal 25 settembre all’11 ottobre –
saranno scrupolosamente “intime”. A tal proposito le proiezioni verranno distribuite in più giorni
– anche in questo caso per garantire la salute di addetti e spettatori dei festivals.
I film festivals 2020 avranno dunque una nuova forma. Volti alla promozione della settima arte, ma con un occhio di riguardo alla tutela di staff e visitatori.
I festivals saranno pertanto un supporto essenziale per il ripristino del settore cinematografico –
Ava & May cattura la sensazione di un viaggio, che dal mondo viene ricordato nella propria casa con i profumi che più li rappresentano. Le fragranze non sono solo un mezzo per rievocare sensazioni e ricordi lontani ma arricchiscono l’ambiente di casa con il loro packaging design.
Ava & May produce candele fatte a mano in cera di soia, quindi vegan con la filosofia di ridurre più possibile l’impatto ambientale, curate in ogni dettaglio e senza l’utilizzo di sostanze nocive. Le sue profumazioni sono frutto di studio di mastri profumieri, che poi vengono realizzate in Europa, per la precisione in Spagna riducendo così l’impronta di carbonio; infine non sono testate sugli animali.
Le profumazioni Ava & May
Se non abbiamo ancora programmi per l’estate, e dopo quello che abbiamo vissuto forse passeremo le vacanze vicino a casa, perché non concedersi un viaggio almeno spirituale con le profumazione di Ava & May con candele dalla durata di 40/80 ore e diffusori che rilasciano profumo per 4 settimane.
Con i diffusori facciamo tappa Santa Monica per un vero mazzo di fiori di benvenuto per l’ingresso della casa e poi si vola ad Ibiza, regina dei contrasti con la sua miscela dolce ma allo stesso tempo rinfrescante.
Dall’Oceano Indiano invece le candele Seychelles anch’esse fresche ed equilibrate ed infine una candela da massaggio come Ashikaga, direttamente dal Giappone, per un intenso sapore fruttato che galleggia tra le ninfee e anche sulla pelle.
Le lamiere grecate sono da sempre state associate a contesti industriali e di cantiere, in quanto rivestimenti semplici e poco costosi per capannoni, magazzini e serre.
Negli ultimi anni, tuttavia, abbiamo assistito a una sorta di rivincita delle lamiere grecate, che sono uscite dal contesto prettamente industriale per entrare ufficialmente a far parte di quello residenziale, come soluzioni di copertura estremamente vantaggiose.
Sandrini Metalli, specializzato nella fornitura di lamiere grecate, ci racconta come sempre più spesso, infatti, è possibile vedere case e appartamenti rivestiti con lamiere grecate: il risultato è uno stile indistrial/mid century modern, minimalista ma chic e ricercato allo stesso tempo.
Tuttavia, lo stile accattivante non è l’unico motivo che spinge a scegliere le lamiere grecate come soluzione al rivestimento di tetti e pareti.
I vantaggi di avere una copertura in lamiera grecata
C’è tutta una serie di incredibili vantaggi che, a livello pratico, fanno delle lamiere grecate una soluzione estremamente più vantaggiosa, rispetto alle classiche tegole (costose e molto fragili) o ad altri più tradizionali metodi di copertura. Vediamoli insieme.
1. Facilità di posa e minima manutenzione
Le lamiere grecate, che altro non sono che fogli di metallo lavorato, sono estremamente semplici da posare, sia su superfici piane che curve e, una volta installate, richiedono una manutenzione davvero minima.
2. Resistenza e leggerezza
Le lamiere grecate hanno la grande peculiarità di essere leggere, grazie allo spessore ridotto, e resistenti allo stesso tempo, grazie alla lega metallica. La leggerezza delle lamiere grecate contribuisce ad alleggerire il peso dell’intera struttura portante, mentre la resistenza fa sì che siano in grado di sostenere urti e condizioni atmosferiche avverse. Non solo, le lamiere grecate, a differenza delle tegole, sono assolutamente pedonabili.
3. Risparmio economico
Il fatto che siano molto leggere e semplici da posare comporta un notevole risparmio dei tempi di trasporto e installazione, che si traduce automaticamente in un risparmio dei costi complessivi.
4. Possibilità di personalizzazione
Le lamiere grecate si prestano a una varietà di personalizzazioni pressoché infinita. Non solo è possibile scegliere tra diversi materiali e spessori, ma è anche possibile trattare le superfici in modo tale che assumano colori e texture unici e particolarissimi. In più, per garantire alla propria copertura in lamiera grecata un livello di protezione in più, è possibile accessoriarla con sistemi di coibentazione anti-umidità e anti-rumore. Si tratta di spessori in tessuto non tessuto che vengono inseriti tra una lamiera e l’altra, come una sorta di sandwich, per proteggere gli ambienti interni da pioggia e rumori esterni.
Un rivestimento in lamiera grecata coniuga praticità ed estetica
Dunque, la decisione di rivestire tetto e pareti in lamiera grecata non è intelligente soltanto da un punto di vista pratico, ma costituisce un vantaggio anche estetico. A livello visivo, l’effetto che regala un rivestimento in lamiera grecata è assolutamente unico.
Si può giocare con superfici trasparenti, riflettenti oppure opache, a seconda della finitura della lamiera. Inoltre, è possibile sfruttare la composizione ondulata della lamiera per creare interessanti giochi di luci e ombra, che cambieranno al variare della posizione del sole. L’aspetto della copertura non sarà mai lo stesso nel corso della giornata.
Una copertura in lamiera grecata, dunque, non solo costituisce un risparmio di costi e tempi, ma anche un’occasione per personalizzare il proprio tetto, liberando la creatività.
Il fango rosso è un rifiuto generato dalla lavorazione della bauxite impiegata per la produzione industriale dell’alluminio.
A livello mondiale vengono prodotte ogni anno circa 77 milioni di tonnellate di questo materiale pericoloso.
Con un volume di rifiuti così importante lo smaltimento del fango rosso è sicuramente uno dei problemi ambientali più importanti per quanto riguarda l’industria mineraria.
Bauxite e “fango rosso”, come si crea questo rifiuto
Il fango rosso è un sottoprodotto che si crea dal processo Bayer, il processo primario per la raffinazione della bauxite al fine di ottenere allumina che è la materia prima per la produzione dell’alluminio.
Normalmente un impianto di lavorazione della bauxite genera fango rosso in rapporto da uno a due rispetto all’allumina prodotta.
Questo rapporto è variabile in base al tipo di bauxite lavorata e da come la bauxite viene estratta.
Il fango rosso è costituito da una miscela di solidi e di ossidi metallici.
Il caratteristico colore rosso mattone da cui deriva il nome fango rosso è dovuto agli ossidi di ferro, che possono raggiungere il 60% in peso della sostanza.
Il fango è estremamente basico, con un pH che può variare da 10 a 13. Questo a causa proprio del ferro, ma anche silice, residui di allumina non estratta e biossido di titanio.
Perchè il fango rosso è un problema
Il problema più grande che rappresenta l’emergenza legata al fango rosso, derivato dalla bauxite, è il suo smaltimento.
Nella gran parte dei casi, una volta prodotto questo rifiuto, è scaricato in bacini di decantazione e accumulo.
Nonostante questi creino splendide immagini satellitari, i costi ambientali sono enormi.
Purtroppo il fango rosso consuma territorio, che non può essere edificato o coltivato neanche quando il fango è secco.
Essiccare il fango con impianti richiede molta energia a causa del calore latente di evaporazione dell’acqua.
Possibili soluzioni
Lo scarico di fango rosso dal punto di vista ambientale è rischioso anche a causa della sua elevata alcalinità.
Sono comunque in corso ricerche per capire come poter utilizzare questo scarto della bauxite, circa 2-3 milioni di tonnellate all’anno sono utilizzate per:
produzione di cemento
la costruzione di strade
fonte di ferro.
produzione di calcestruzzo a basso costo
La società Vedanta Aluminium Ltd ha commissionato un’unità di produzione di polvere da fango rosso presso la raffineria di Lanjigarh, in India, è stata la prima nell’industria dell’allumina ad affrontare questi importanti rischi ambientali.
R.E.D. Mud
Come abbiamo visto il residuo di bauxite, è un residuato dell’industria dell’allumina.
Oltre 77 milioni di tonnellate vengono prodotte ogni anno e lasciate inutilizzate in fosse giganti.
Un gruppo di designer del Royal College of Art di Londra ha ideato il “progetto R.E.D. Mud” ( Red Mud è l’inglese per Fango Rosso ma R.E.D. è anche acronimo per Residue Enabled Design cioè “Progettazione Grazie ai Residui”).
Per esplorare i metodi di trasformazione del fango rosso, creando set di stoviglie in “ceramica” e altre forme funzionali.
Il team, composto dai designer Guillermo Whittembury, Joris Olde Rikkert, Kevin Rouff e Luis Paco Bockelmann, ha escogitato un modo per raccogliere questo residuo di fango rosso e trasformarlo in materiale ceramico utilizzabile e sicuro.
Elementi del ProgettoR.E.D. Mud (photo credit: Kevin Rouff)
Creazione della serie
Hanno acquistato il fango rosso dal sud della Francia con l’aiuto di Alteo, una delle prime raffinerie di allumina al mondo.
Attraverso centinaia di test, hanno sviluppato i propri corpi ceramici, smalti e calcestruzzi, tutti realizzati con il materiale.
Hanno lavorato a stretto contatto con laboratori di ricerca, ceramisti e fabbriche in tutta Europa, per creare una serie di oggetti dal materiale scartato della bauxite.
Fasi di lavorazione del fango rosso, Progetto R.E.D. Mud (photo credit: Kevin Rouff)
Forme e colori
La scelta estetica della serie di stoviglie in fango rosso si ispira a quella di una fabbrica, con forme che riecheggiano camini, silos e ciminiere.
Gli smalti sono stati inoltre sviluppati utilizzando lo stesso materiale, data l’abbondanza di ossidi metallici nella sua composizione.
Stoviglia smaltata dallaCollezione R.E.D. Mud (photo credit: Kevin Rouff)
Il risultato è un set di stoviglie ispirato alle fabbriche moderne da cui proviene la maggior parte del fango rosso.
Il materiale è composto principalmente da ossido di ferro (ruggine), caratterizzando il set di stoviglie con il suo colore rosso vibrante.
Usando temperature di cottura diverse però sono stati in grado di creare vari colori dallo stesso materiale, i risultati hanno creato una varietà di colori in base alla temperatura di cottura che vanno da un morbido terracotta rosso, fino al viola, e infine quasi nero.
Colorazione più scura della Collezione R.E.D. Mud (photo credit: Kevin Rouff)
Lo scopo del progetto
Il team di progettisti, con la sua sperimentazione di ceramiche funzionali, strutturali e decorative, mira a evidenziare il potenziale e la versatilità di questa risorsa secondaria come alternativa all’utilizzo di materie prime vergini.
Lo scopo è anche quello di sensibilizzare le persone all’impatto dei materiali che ogni giorno vengono dati per scontati, come l’alluminio, e di realizzare il potenziale delle loro controparti di sottoprodotti.
Il progetto R.E.D. Mud mette in discussione la nostra nozione di riutilizzo di “rifiuto” e mostra il valore dei materiali secondari in un mondo di risorse limitate.
Collezione R.E.D. Mud (photo credit: Kevin Rouff)
Potrebbero aiutare gli altri progettisti a pensare ai rifiuti di produzione quando scelgono i materiali per i loro progetti.
We know that IKEA has always been upfront in design research and has always worked to find new environmentally friendly solutions for packaging and producing but this time they have outdone themselves. On United Nations International Bee Day, May 20 IKEA’s research and design lab SPACE10 has teamed up with design studio Bakken & Bæck and industrial designer Tanita Klein and they have launched Bee Home, a free and open-sourced design that allows everyone to design your very own Bee Home in just a few minutes.
This is how it works: “Step 1: Design. Visit Bee Homewebsite and design your own Bee Home based on predefined parameters. This means you not only select the size, height and visual expression, but also define if you want to place your Bee Home on a rooftop, a backyard or on a balcony. This makes the design process fun, intuitive and easy enough that it can be done in a matter of minutes. Step 2: Fabricate. When satisfied with your design, you download the design files instantly and for free, which you then forward to your local makerspace and have them make it locally and on demand. On https://www.beehome.design/ you can find a list of makerspaces in your local area. Step 3: Place.The final step is to place your Bee Home and plant some flowers.”
Bees are under increasing threat of extinction, as Myles Palmer, Project Lead at Bakken & Bæck explains: “To reconnect with the many bees in our environment, we need to give back what we have taken from them: their homes. By designing new interactive experiences, we can create a more sustainable manufacturing process for doing so: one that is truly open-sourced, informed by local living and customisable for many contexts and uses.”
È online la guida definitiva all’abbinamento sedia-tavolo
Se lo stai facendo sai di cosa stiamo parlando.
Trovare gli abbinamenti perfetti tra gli arredi può essere una vera sfida. Soprattutto se sei alle prese con l’arredamento di una nuova casa e, noi lo sappiamo, hai in testa mille cose. Ci sono i pavimenti, le piastrelle, il colore delle pareti, i serramenti, il box doccia, per non parlare della burocrazia, del trasloco da organizzare…e chi più ne ha più ne metta.
Ma i mobili sono il cuore pulsante di ogni ambiente e quindi bisogna dedicarsi a loro con particolare attenzione.
Per questo stiamo creando tantissime guide per darti una mano nelle varie fasi di scelta.
Cosa troverò nella guida?
Scoprirai quali sono le linee guida seguite dagli interior designers per trovare gli accostamenti migliori partendo da:
Ricorda: non esistono regole, quelle che trovi nella guida sono idee che possono aiutare ad orientarsi verso una scelta più consapevole. Le scelte che farai dovranno riflettere la tua personalità e non quella di un venditore.
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In questo articolo vi svelerò tutti i segreti del rococò, un movimento artistico che si sviluppò in Francia nel periodo della Reggenza e proseguì fino ai primi anni del regno di Luigi XVI.
Salon de la princesse -Hôtel de Soubise – Parigi – 1737 – Arch. Germain Boffrand crediti Link
Il periodo in cui si sviluppò e dominò il rococò si può dividere in tre periodi: la Reggenza, dal 1715 al 1723, gli anni del regno di Luigi XV, dal 1723 al 1774, e i primi anni del regno di Luigi XVI (fino al 1785). Parallelamente, in Italia si sviluppò una corrente simile, il barocchetto, mentre in Inghilterra imperversavano i mobili Chippendale (ne parlerò in modo specifico in un altro post). Il rococò si diffuse con successo anche nel sud della Germania, in Austria e in Russia.
Palazzina di Caccia di Stupinigi – Sala del Gioco – 1731 – Arch. Filippo JuvaraChiesa di Wies – GermaniaPalazzo d’Inverno – San Pietroburgo – 1754 – Arch. Bartolomeo Rastrelli
Il rococò è movimento artistico che traeva ispirazione dal barocco, con le sue linee curve, le serpentine, le spirali, senza le atmosfere cupe e la pesantezza. Dal barocco eredita le decorazioni sovraccariche ma le alleggerisce con colori chiari e nuance pastello come il rosa, l’azzurro, il verde acqua.
Il rococò rappresenta il canto del cigno della classe aristocratica, che, forse percependo la fine imminente del proprio potere assoluto, si aggrappa alla frivolezza e all’edonismo. Visto da un’altra ottica, il rococò è anche espressione del senso di liberazione dell’ambiente artistico rispetto ai rigidi codici imposti dall’Assolutismo di Luigi XIV. In questo articolo vi parlerò del periodo della Reggenza e della nascita del rococò.
Il contesto storico
Alla scomparsa del Re Sole, nel 1715 l’unico successore maschio sopravvissuto era un bimbo di 5 anni, che ereditò il trono del bisnonno, diventando Re Luigi XV di Borbone.
Insieme a Luigi XIV scomparve, quasi immediatamente, anche il suo tanto amato stile. Il reggente al trono, il duca Filippo d’Orléans, volle dare un taglio netto con il passato, con l’opulenza e il rigido cerimoniale che imperversavano a Versailles. Per questo trasferì la corte a Parigi, al Palais des Tuileries. Scomparsi i saloni di rappresentanza, con le parate e le feste sontuose, i salotti parigini divennero il centro della mondanità. All’ostentazione e alla magnificenza si sostituirono l’eleganza e la ricercatezza.
I primi anni del Settecento furono un periodo di transizione, che vide lo sviluppo della potenza economica della classe borghese. Questo ebbe conseguenze importantissime sulla storia del mobile. I ricchi borghesi, che cominciavano ad abitare in appartamenti di pregio nei nuovi palazzi parigini, desideravano mobili di qualità e nello stesso stile di quelli che arredavano le dimore aristocratiche. Non si tratta di una situazione inedita nella storia, ma in questo caso è il numero che fa la differenza: i commercianti, gli artigiani e i professionisti prosperi erano molto numerosi e la domanda di arredi salì alle stelle. Si può dire che l’industrializzazione del mobile cominciò in questo periodo.
La prova dell’abito – Pietro Longhi – Venezia – Ca’ Rezzonico – crediti Lien
Nel campo della pittura si diffondono scene che ritraggono la vita quotidiana in interni borghesi, di cui il maggiore esponente fu il pittore veneziano Pietro Longhi.
Sul piano culturale, è il momento l’Illuminismo, movimento che condannava lo strapotere della monarchia e della Chiesa in favore della ragione e della scienza. In generale si respirava un clima più liberale e aperto, anche se sul finire del regno di Luigi XV la crisi economica pose le basi della Rivoluzione Francese. In ambito internazionale, paesi come l’Italia, la Francia e i Paesi Bassi persero prestigio a favore dell’Inghilterra e della Russia, potenza emergente.
Nascita e sviluppo del rococò e dello stile Reggenza
Durante il periodo della Reggenza lo stile Luigi XIV, come ho già accennato, lascia spazio ad una nuova estetica, che va sotto il nome di stile Reggenza. I mobili divennero più pratici e confortevoli, le dimensioni si ridussero notevolmente, per adattarsi agli spazi più contenuti. E’ in questo clima che si sviluppa il Rococò, una corrente stilistica il cui nome, attribuito molti anni dopo, deriva da Rocaille, un tipo di decorazione da esterno composta da pietre irregolari e conchiglie assemblate con della malta. Questo tipo di decorazione era già in voga all’epoca del Re Sole ed era utilizzata per grotte, fontane, percorsi.
L’architetto e designer più rappresentativo di questo periodo è Gilles Marie Oppenord, grande ammiratore di Bernini e Borromini, la cui opera ebbe modo di vedere in Italia.
Progetto dell’alcova del Duca d’Orleans – Palais Royal – Arch. Gilles Marie Oppenord – source Link
L’opera dei due maestri influenzò l’architetto, che integrò la linea curva nei progetti architettonici e decorativi. Figlio di un ebanista, progettò mobili nel nuovo stile, affidandone la realizzazione allo scultore ed ebanista Charles Cressent. Il Reggente affidò i lavori di rinnovamento della sua residenza, il Palais Royal a Parigi.
I mobili in stile Reggenza
I mobili in stile Reggenza sostituiscono alla pesantezza e alla rigidità di quelli in stile Luigi XIV la ricercatezza e la leggerezza. Cassettoni, tavoli e scrivanie si alleggeriscono grazie al profilo bombato e alle gambe en cabriole. Questa particolare gamba, che si ispira alle zampe posteriori degli animali, ha una forma tipica a S, che rende immediatamente riconoscibili i mobili Regénce e Luigi XV.
Disegno a sanguigna -Gilles Marie Oppenord – Source Link Scrivania piatta con gambe a S decorate con zampe di leone e teste di donna. Pannello frontale costituito da cassetto centrale e pannelli laterali decorati con foglie d’acanto.
Le poltrone diventano l’arredo attorno al quale si organizza tutto l’arredamento, grazie al fatto che la vita mondana, più intima e raccolta, si svolgeva nei salotti (boudoir). L’influenza femminile diventa molto importante: le acconciature elaborate e la foggia degli abiti dell’epoca costringono gli ebanisti ad abbassare gli schienali, ad arretrare i braccioli e ad allargare le sedute.
Abito Andrienne, in voga nella prima metà del Settecento
La seduta più usata in questo periodo è la poltrona à la Reine, molto più confortevole delle poltrone del secolo passato, caratterizzata da uno schienale dritto e braccioli aerei. Il profilo superiore dello schienale presenta una leggera curva con una gobba al centro, e sono ancora presenti le traverse a forma di X, anche se verso il 1720 compaiono poltrone prive di questo elemento. Altra caratteristica è lo schienale separato dal sedile.
Oltre alle sedute, i mobili più importanti sono i cassettoni, che poteva essere un commode à la Régence, con tre cassetti e gambe corte, oppure un cassettone con due o quattro cassetti montati su due file e lunghe gambe affusolate. Una variante molto in voga era l’encoignure, un mobile contenitore, a volte chiuso con vetrine, alto o basso, che grazie alla forma triangolare si poteva collocare agli angoli delle stanze.
Da segnalare i mobili incannicciati, una grande novità dell’epoca. Importati dall’Asia, ebbero subito successo grazie alla maggiore leggerezza e alla maggiore economicità rispetto ai mobili rivestiti in tessuto.
Un’altra novità è la diffusione della pendola, fino ad allora riservata ai più abbienti. L’orologio a pendolo, sviluppato nel secolo precedente grazie agli studi di Galileo e di Huygens, che depositò il brevetto, cominciò ad essere più accessibile. Gli orologi a pendolo erano dei veri e propri mobili nei quali erano inserito il meccanismo e il quadrante. Si diffusero anche le varianti a pendolo corto da appoggio, realizzate in bronzo dorato e finemente decorate.
Le decorazioni dei mobili e degli interni rococò
La decorazione riveste una particolare importanza nello stile Rococò, e segue un codice ben preciso. Generalmente la decorazione rococò è sovrabbondante ed esuberante, dominata da linee curve e sinuose, forme rotonde o ovali.
Scompaiono i leoni e i simboli di guerra a favore di teste femminili, motivi floreali, foglie d’acanto, nastri e soprattutto le conchiglie Saint Jacques, che simboleggiavano Venere.
Le decorazioni, spesso asimmetriche, sono realizzate con intarsi, con delicati intagli, con motivi dipinti o con applicazioni in bronzo dorato agli angoli e intorno a maniglie e serrature. I piani in marmo sono ancora in voga, come pure gli intarsi à Boulle in materiali preziosi come l’avorio, la tartaruga, l’argento, le pietre dure, anche se meno diffusi rispetto al periodo del Re Sole.
Le pareti meritano un’attenzione particolare e si ricoprono di decorazioni, ormai diventate imprescindibili. Fioriscono intricate decorazioni a stucco su pareti e soffitti, dipinte poi di bianco o rivestite in foglia d’oro. Il doratore diviene una figura centrale tra i decoratori, in quanto l’oro veniva usato spesso per ricoprire materiali meno nobili.
Molto popolare il rivestimento con pannelli di legno dipinti e decorati, cui spesso erano integrate porte che conducevano a passaggi segreti.
Gli specchi sono un altro elemento fondamentale della decorazione rococò. Oltre ad adornare la parte superiore dei camini, spesso vengono usati per rivestire intere pareti.
Gabinetto ottagonale con specchi – Palazzo Isnardi -Torino – 1739 Foto tratta dal volume “Il mobile italiano”- Helen Costantino Fioratti – Giunti – 2004
I colori privilegiati sono le delicate nuance pastello, anche se in certi casi si ricorre a giochi di contrasto con tinte più intense, come il rosso, il verde o il blu Cina.
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Ambientha – Times square Portrait by Lauren Wan
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Un lettino sdraio
La sdraio Shann ha la seduta e lo schienale in corda nera con struttura in acciaio zincato verniciato nero mediante polverizzazione e nel pacchetto include il cuscino. Questo lettino non è specificatamente per esterni, meglio sistemarlo in aree coperte.
Un tavolo
Il tavolo Yukari è una creazione del designer Tapio Anttila, realizzato in legno massello di acacia, con finitura effetto legno di teak. Resistente alla ruggine e ai raggi UV è amico dell’ambiente perchè il legno proviene da foreste con abbattimento sostenibile, certificate.
Uno scaffale
Scaffale con struttura in legno massello e vassoi in cemento. Essendo materiali naturali, ogni pezzo è esclusivo, con i suoi toni, striature e trame unici derivati dal legno e dai materiali stessi. Il suo design si adatta a qualsiasi ambiente e con materiali resistenti anche per l’esterno.
La cucina chiama, diotti.com risponde: è nato Kitchen Lab, il programma personalizzabile per cucine di alta qualità dallo stile moderno e dal design contemporaneo.
Non una semplice collezione di arredi, ma una gamma di soluzioni innovative, performanti e dal taglio sartoriale, realizzate su misura e modellate sul tuo ambiente.
Cosa rende speciale una cucina su misura Kitchen Lab?
L’unione di bellezza, funzionalità, comfort ed ergonomia.
Un connubio felice, da cui nascono soluzioni architettoniche progettate per rendere l’ambiente accogliente e funzionale. Ogni elemento è progettato per organizzare lo spazio in maniera efficace ed ergonomica, per integrarsi nell’ambiente domestico e riflettere lo stile di chi la abita.
L’unicità.
Ogni Kitchen Lab è un pezzo unico, una cucina personalizzata e plasmata sulle esigenze della vita moderna. È un ambiente al tuo servizio, un luogo dove cucinare diventa un’esperienza estetica da vivere ogni giorno.
Cucine da sogno dove i dettagli fanno la differenza
Kitchen Lab è un concept nuovo, che rivoluziona la classica idea di cucina trasformandola in un habitat altamente innovativo e all’avanguardia.
Stile e performance si ritrovano incarnati in materiali di valore, accessori preziosi, attrezzature funzionali ed elettrodomestici di ultima generazione.
Tipologie d’apertura
Kitchen Lab predilige il design lineare. Per questo, la maggior parte della collezione propone ante senza maniglie. Il frontale diventa così protagonista indiscusso della scena, esteticamente semplice ma declinabile in numerosi colori e finiture.
Quando la maniglia c’è, è ridotta al minimo. Presente ma non visibile, prende le sembianze di profili in alluminio, gole o tagli a 30°, discretamente integrati nella parte superiore, inferiore o laterale dei pannelli.
Ante e Cassetti
Celano, nascondono, proteggono. Ante e cassetti sono il tratto distintivo di queste cucine di alta gamma. Basi e pensili sono attrezzati con ante a ribalta, basculanti o a pacchetto che, oltre ad offrire svariate possibilità di progettazione, garantiscono il massimo contenimento e la migliore ergonomia.
Protagonisti assoluti diventano i materiali, che determinano il carattere e il mood dell’ambiente: legno ed essenze, laccati lucidi e opachi, vetro specchiato, Fenix TMX.
Top e Piani di lavoro
Il cuore della cucina è il suo piano di lavoro. I top proposti sono la summa di praticità, igiene ed estetica formale. La collezione si fonda sull’estrema duttilità del progetto, che consente di ampliare le superfici di lavoro con top estraibili e tavoli girevoli integrati. A questo si aggiunge la profondità, maggiore rispetto allo standard per garantire una fruizione agevole delle zone operative.
Customizzazione e resistenza, bellezza e praticità: i piani sono realizzati in Fenix, Hanex, quarzo, marmo, porfido, acciaio, vetro e laminati innovativi.
Attrezzature e Accessori
L’attenzione per i dettagli si concretizza in interni attrezzati con ferramenta selezionata e accessori innovativi. Ne sono la prova le cerniere Salice, testate per 120 mila cicli di chiusura; le guide Blum, che garantiscono aperture assistite, graduali e silenziose; i cesti Lemans, che insieme a vassoi girevoli e ripiani scorrevoli per angolo ottimizzano anche gli spazi più piccoli.
Optional come schienali attrezzati, portarotoli, porta spezie, taglieri, porta coltelli e porta piatti sono studiati per personalizzare un ambiente a misura di utilizzo quotidiano.
Elettrodomestici
Apparecchiature di lusso, che combinano risultati di cottura ottimali alle funzionalità green. Ai classici piani cottura a gas in acciaio e ghisa si affiancano piani elettrici a induzione hi-tech in vetroceramica, completati da cappe integrate nel piano o a scomparsa e forni a vapore o ventilati.
La conservazione dei cibi è affidata a frigoriferi e congelatori A+++, quella delle bevande a cantine per vini a zone di temperatura regolabili.
Cucine complete Kitchen Lab: esempi di configurazione
KLab 1 è una cucina a ferro di cavallo in effetto marmo, realizzata su misura con sviluppo su tre lati. Integra colonne forno e microonde, cantina refrigerata, piano a induzione e lavello integrato nel top.
KLab 2 è una cucina a penisola con piano snack in legno incorporato. Una soluzione su misura completa di top con lavello, dispensa, pensili con illuminazione integrata e basi con ripiani estraibili.
KLab 3 è una cucina con isola attrezzata con piano cottura, lavello e grande spazio di contenimento. Zona di lavoro, forno e cantina a vini restano nascosti dietro grandi ante a scomparsa laterale.
KLab 4 è una cucina con grande isola centrale divisa tra piano snack con sgabelli alti e lavello integrato. Dispensa, colonna forno e piano a induzione organizzano una pratica zona di lavoro dedicata alla cottura.