25 Settembre 2020 / / +deco

Amo Settembre. Amo la luce dorata tipica di questo mese che sembra sublimi colori e forme. Amo il cielo terso e le serate fresche. Amo la sensazione di calma e rinascita che conservo dalle vacanze estive, l’atteggiamento positivo e la visione speranzosa che l’aver rallentato il passo ed un piu’ organico contatto con la natura hanno lasciato in me dopo i mesi estivi.

Adoro il fatto che in Italia Settembre e’ semplicemente la fine dell’estate e non, come in altri paesi, l’inizio della stagione fredda. Mi piace quella leggera nostalgia che si sente nell’aria perche’ e’ bilanciata dalla prossimita’ di un’altra vacanza, Natale.

Amo sedermi davanti al mare a Settembre e in Autunno: poter contemplare l’immensa distesa blu quando la maggior parte dei turisti e’ partita e’ un lusso che pochi colgono.

Ancora meglio quando lo puoi fare da un bel posto con una sua spiccata personalita’ e bellissime viste. L’Hotel La Minervetta a Sorrento rappresenta il perfetto rifugio per il mio umore Settembrino.

Trovo bellissimo il modo in cui questo boutique Hotel e’ stato decorato con colori e motivi marini e una ben bilanciata combinazione di pezzi d’artigianato locale ed eclettici quadri e fotografie. Questa esplosiva combinazione di colori rende l’Hotel unico e accogliente.

Righe, quadri, zig-zag, pois e disegni tipici delle piastrelle della zona decorano muri, pavimenti, sedie, sdraio e letti; l’uso principalmente di due colori, il rosso ed il blu, rende le varie idee decorative un unicum.

Amo le ceramiche del pavimento del living che sembrano liquide, rendono lo spazio come fluttuante sull’acqua. Mi piace l’estesa, eterogenea collezione di oggetti e arredi: tutto contribuisce a creare un contesto marino e gioioso che celebra il carattere della costiera in cui l’Hotel La Minervetta si trova.

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Fotografie di Bernard Touillon, per gentile concessione dell’Hotel La Minervetta

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24 Settembre 2020 / / Design

Sei alla ricerca di mobili per bagno per arredarlo con funzionalità e stile? Ecco alcune idee e soluzioni per tenere il tuo bagno sempre in ordine grazie a mobili pratici, estremamente funzionali e versatili, facili da integrare in ogni stile e che non richiedono eccessiva manutenzione.

Mobili sospesi

l mobili sospesi hanno rivoluzionato il modo di arredare il bagno, sono funzionali e versatili e in grado di aggiungere alla stanza da bagno un tocco originale. Disponibili in un’ampia gamma di modelli, forme e dimensioni, e anche tonalità, sono facili da pulire e ideali per organizzare al meglio lo spazio del bagno, coniugando personalità e stile. Si suddividono in svariate tipologie da scegliere in base all’uso che se ne deve fare.

Mobile con lavabo integrato

Ottima scelta per valorizzare l’ambiente, il mobile con lavabo integrato è una soluzione funzionale e di alta resa estetica, da inserire nel bagno per aggiungere un tocco di classe ed eleganza. Pratico e di facile manutenzione, è personalizzabile riguardo a forme, dimensioni e materiali. Le linee e il design di questa tipologia di arredo permettono di dare carattere all’ambiente e proprio per questo sono disponibili sul mercato svariate combinazioni. Una delle più classiche e di tendenza è quella composta dal lavabo in ceramica inserito in un mobile in legno che nella parte sottostante presenta dei comodi cassetti per riporre biancheria e cosmetici. Un mobile utilissimo, poco ingombrante e che sfrutta lo spazio circostante al lavabo nella maniera migliore possibile.

Piani per lavabo

Soluzione perfetta per avere tutto a portata di mano sopra il lavabo, i piani sospesi per lavabo sono delle mensole appositamente progettate per svolgere al meglio la loro funzione e inserirsi armoniosamente in ogni stile. Pratiche e funzionali, si possono installare all’altezza desiderata e sono disponibili in diversi materiali e colori per soddisfare ogni minima esigenza e adattarsi ovunque con facilità. Lo stile minimalista dei piani per lavabo permette di integrarli sia con ambienti classici che moderni.

bagno minimalista

Consolle porta lavabo

Altrettanto funzionale e pratica è la consolle porta lavabo, realizzata nella maggior parte dei casi in legno ma disponibile anche in altri materiali, da scegliere a seconda dello stile del bagno. Si tratta di un mobiletto con vani a giorno, dotato di due o tre ripiani, al cui centro si inserisce il lavabo e la relativa rubinetteria. E’ facile da adattare, è anche pratico e funzionale e riesce a soddisfare qualsiasi esigenza di spazio e gusto. Il mobile consolle è un’idea di arredo originale e versatile e si inserisce perfettamente in ogni stile.

Colonne pensili

Fanno parte dei mobili sospesi le colonne pensili, strutture moderne e funzionali, che si adattano ovunque e consentono di tenere in ordine prodotti e biancheria da bagno. Eccellenti come salva spazio, possono essere posizionate negli angoli o in qualunque punto delle pareti dove c’è anche uno spazio ridotto, e sono disponibili in diverse altezze, da scegliere in base alle tue esigenze. Trovi colonne con anta unica o con anta spezzata in due reparti, e all’interno i ripiani per posizionare tutto quello che desideri.

 

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24 Settembre 2020 / / Design

lastre in Lapitec

L’emergenza sanitaria ancora in atto sta gettando le basi per un nuovo futuro su scala globale, e intere filiere sono state richiamate con urgenza alla riorganizzazione. Non fa eccezione il mondo del progetto, dove ridistribuzione e frammentazione degli spazi, igiene, sicurezza e gestione dei flussi di persone saranno condizioni prioritarie nel prossimo periodo.

Tra i molti argomenti sotto ai riflettori, anche quello relativo alla scelta dei materiali, con l’architettura, l’interior e il product design che aprono le porte a soluzioni innovative, in grado di garantire la sicurezza delle persone e al tempo stesso prestazioni elevate.

Lapitec, un materiale naturale per la tutela della salute

Lapitec, risultato di una miscela di minerali 100% naturali e prodotto in lastre di grandi dimensioni, è un materiale da rivestimento ideale per le attuali esigenze, perché grazie alla sua superficie non porosa ostacola l’insediamento di sporco e la proliferazione di muffe e batteri. Il suo processo produttivo brevettato, e la sua composizione green, conferiscono alle lastre elevate proprietà igieniche. Il Lapitec oltre ad essere facile da pulire è un materiale fluidorepellente: una superficie sulla quale i fluidi scorrono, proprietà particolarmente indicata per i rivestimenti verticali dove la pioggia scorre via e porta con sè anche lo sporco.

superfici in Lapitec

Nella sua composizione non sono presenti resine o derivati del petrolio, al punto da non contaminare le acque di processo, e mentre le sue collezioni hanno bassissime percentuali di silice cristallina (quarzo) al suo interno, nella nuova collezione Musa questa percentuale è nulla; è dunque un materiale sicuro per la salute delle persone che lo lavorano.

superfici in Lapitec

Lapitec è inalterabile (resistente alle condizioni ambientali, al tempo e alle temperature estreme), resistente agli agenti chimici, completamente riciclabile e può trovare impiego in ambienti interni così come esterni, per superfici verticali e orizzontali, come pavimentazioni, rivestimenti, piscine, docce o saune, o per la realizzazione di complementi d’arredo e top nelle cucine.

www.lapitec.com

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24 Settembre 2020 / / Decor

cameretta bebè stile nordico

Quando in una famiglia c’è un bebè in arrivo, uno dei primi pensieri dei genitori riguarda l’allestimento e la decorazione della cameretta che lo accoglierà. Scopriamo con il Color Design Center di MaxMeyer quali sono i prodotti vernicianti e le tinte più adatte per le pareti della cameretta nelle diverse fasi di vita e di crescita di un bambino

La cameretta di un neonato: le tinte che aiutano a creare un ambiente rilassante

A differenza degli altri sistemi sensoriali, la capacità visiva umana si sviluppa, in buona parte, dopo la nascita. Per il primo anno di vita il bebè è in grado di percepire variazioni di luminosità, senza però riuscire a distinguere le diversità di tono. La tonalità delle pareti non riveste un ruolo fondamentale, mentre il chiaro scuro e la vividezza dei toni rappresentano una fonte di stimolo  I ricercatori sono concordi nel dire che i neonati sono particolarmente stimolati dai colori saturi e dai forti contrasti. Per evitare un disturbo eccessivo, la palette cromatica a cui far riferimento dovrà quindi essere composta da colori chiari della famiglia dei bianchi cromatici e delle tinte pastello, con saturazione che non supera il grado medio. In questo modo la fase di addormentamento non sarà disturbata. Per le pareti visibili dalla culla, sono da preferire soluzioni cromatiche continue senza interruzione di colore, le sospensioni possono essere infatti percepite come contrasti che rendono più difficoltoso addormentarsi.

Oltre al confort del neonato è fondamentale ricercare il benessere della mamma: per questo motivo è fondamentale ricercare il massimo benessere della mamma, spesso frastornata da mille dubbi e subissata da mille consigli. Sono da evitare le tonalità troppo invadenti, scure, persistenti ad alta saturazione, sono invece da prediligere tonalità chiare che appartengano alla famiglie del verde salvia – Equilibrio e Flora della collezione ColorEmotion System di MaxMeyer – dei carta zucchero – Ruscello e Carta Zucchero della collezione ColorEmotion System di MaxMeyer – del tortora – Pulviscolo e Rosa del Deserto della collezione ColorEmotion System di MaxMeyer – del beige – Bue Muschiato e Brecciolino della collezione ColorEmotion System di MaxMeyer – e della selce – Sospensione e Selciato della collezione ColorEmotion System di MaxMeyer. Questo tipo di tonalità rilassanti hanno la capacità di abbassare dolcemente il battito cardiaco della mamma così da predisporla ad un approccio calmo e sereno.

cameretta stile scandinavo

I primi passi e le prime scoperte: gli abbinamenti cromatici per un bimbo che inizia a vivere ed esplorare gli spazi della cameretta

Quando il bambino inizia a spostarsi autonomamente, gattonando e poi iniziando a camminare, avrà bisogno di essere immerso in un ambiente estremamente accogliente. Le pareti dovranno essere ben visibili, ma non dovranno apparire come una oppressione. La cameretta, che fino a quel momento era esclusivamente il luogo dove dormire, inizierà ad essere anche il suo spazio giochi, il primo luogo ad essere esplorato. I giochi, in genere colorati in tinte accese del rosso, del giallo, del blu e del verde, dovranno essere immediatamente visibili e rintracciabili. Anche in questo caso i toni consigliati sono pastello, evitando i toni del grigio e preferendo quelli del verde, del tortora – Geko, Ecologi, Pietra Leccese e Sospiro della collezione ColorEmotion System di MaxMeyer.

cameretta rosa

La cameretta come regno del bambino: le tinte che stimolano le diverse attività

Il bambino, in tutte le fasi della crescita, ha bisogno di avere il controllo totale di quello che lo circonda e necessita di stimoli differenti a seconda dell’attività svolta. Nella propria cameretta il bambino dorme, gioca, disegna, fa i compiti, legge, passa del tempo con i genitori. Ognuna di queste attività ha bisogno del giusto stimolo e il colore può rivestire un ruolo importante. Utilizzando diverse tonalità – per le pareti e per l’arredamento – è possibile creare tanti microambienti, dedicati alle diverse attività che il bambino svolge all’interno della sua stanza, che lo stimolino senza eccedere. Anche in questo caso i colori pastello possono essere la giusta soluzione al problema cromatico compositivo, utilizzando toni con una identità più definita. Il giallo può stimolarlo nello studio, l’azzurro aiuta a  sviluppare la fantasia, il verde e il rosa conciliano il riposo, il beige funge da trait d’union tra le diverse tonalità. Malachite, Riflesso di sole, Mykonos, Rosa Pastello della collezione ColorEmotion System di MaxMeyer sono le tonalità suggerite dal Color Design Center per suddividere gli spazi all’interno della stanza del bambino.

stanza dei giochi

Le soluzioni MaxMeyer più adatte per tinteggiare la cameretta

Nella scelta delle tinte per le pareti è importante concentrarsi sia sull’estetica che su prodotti che rispettino la salute del bambino. CleanPlus di MaxMeyer, la pittura smacchiabile e resistente al lavaggio, è la soluzione ideale per tinteggiare le pareti in ambienti dedicati ai bambini. CleanPlus è una pittura in classe A+ per quanto riguarda l’emissione di sostanze volatili nell’aria interna ed è colorabile in tutte le tinte della collezione colore ColorEmotion di MaxMeyer.

Altro prodotto MaxMeyer ideale per tinteggiare le pareti della cameretta è Maxin Plus 2.0. Pittura lavabile a base di resine acriliche con certificazione Ecolabel, che risponde anche ai criteri ambientali minimi (CAM). Maxin Plus 2.0 è disponibile in bianco calibrato e in tutte le tonalità pastello della collezione MaxMeyer.

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24 Settembre 2020 / / Blog Arredamento

Per molte famiglie la cucina è un vero e proprio secondo salotto, dove si trascorrere buona parte del proprio tempo in casa. Vediamo alcuni degli errori più comuni che è bene evitare quando si prende la decisione di arredarla nel migliore dei modi.

Come ci confermano gli esperti di Agof Store, l’illuminazione di una cucina deve essere funzionale ma allo stesso tempo deve avere anche una funzione decorativa. Si tratta di una stanza dove si prepara da mangiare, si condivide del tempo con tutta la famiglia, si lavora, si legge e in alcuni casi si festeggia con i propri amici eventi e ricorrenze.

Ecco, perché è essenziale pensare con molta attenzione a quale sarà l’illuminazione che andrà inserita al suo interno. Per trovare le migliori soluzioni di illuminazione, utilizzano lampade di design come i lampadari flos in offerta sul sito di Agof Store, ecco una guida che comprendere 10 errori da evitare.

1: Trascurare l’illuminazione funzionale

Per creare un ambiente confortevole, è opportuno non dimenticare di illuminare in modo specifico le zone chiave della propria cucina. Il piano cottura, la zona lavaggio o il piano di lavoro devono avere una illuminazione perfetta in ogni momento della giornata.

Scegliere una illuminazione localizzata, forte e precisa, permette di illuminare chi andrà ad eseguire le tre principali attività in cucina: preparare, lavare e cucinare. L’illuminazione localizzata può essere una buona soluzione da adottare sotto i mobili, mediante delle luci a LED. Si tratta di una soluzione molto pratica e moderna che ha preso sempre più piede nel corso degli anni.

2: Dimenticare l’illuminazione decorativa

Installare una singola plafoniera non è una soluzione appropriata, se si vuole andare a creare la giusta atmosfera in cucina. È essenziale moltiplicare le sorgenti luminose mediante l’illuminazione ausiliaria, per riuscire a creare un’atmosfera che non risulti “incompleta”.

Ecco, alcuni consigli da seguire per farlo nel modo più corretto:

– scegliere di installare un set di applique per produrre una luce soffusa;
– inserire una lampada a sospensione decorativa o un lampadario moderno per animare la zona da pranzo;
– posate una elegante lampada da tavolo su uno scaffale per decorarlo;
– utilizzate le strisce a LED per illuminare nicchie o angoli poco luminosi.

3: Valutare con attenzione la potenza della luca in cucina

Illuminare i vari angoli della cucina è importante, ma è bene non esagerare troppo. Aggiungere lampade troppo forti può rendere una cucina piatta e farle perdere il suo fascino. È bene essere consapevoli che una cucina richiede in media una base luminosa di 300 lux. Mentre, le zone di lavoro dovrebbero avere una illuminazione media di 500 lux.

Per raggiungere questa tipologia di ammontare di illuminazione, è bene dosare con sapienza più fonti luminose. Così da non lasciare angoli bui e allo stesso tempo dare un’atmosfera alla propria cucina.

4: Volume generale delle luci

Come è già stato detto, è bene non illuminare troppo una cucina. Fattore che la porterò a diventare piatta e pallida. Per evitare questo, è bene ridurre al minimo le luci pallide e i neon come punto focale dell’illuminazione della stanza.

In questo frangente entra in gioco il ruolo dell’illuminazione generale, che mira a illuminare la cucina nel suo complesso senza lasciare ombre rilevanti. Ad esempio, si può scegliere una plafoniera decorativa con diversi faretti che possono essere orientati in base alle proprie esigenze.

In ogni caso è bene ricordare, che l’illuminazione generale illumina la cucina nel suo complesso ma non sostituisce l’illuminazione funzionale.

5: Mettere i punti luce nella posizione sbagliata

Un errore comune, è sbagliare il posizionamento delle luci e delle lampade che si andranno a installare nella propria cucina. L’illuminazione deve offrire un’atmosfera piacevole e una luce sufficiente per non creare ombre sui piani di lavoro.

6: Comprendere quali sono le lampade non idonee

La cucina è uno spazio ideale per far coesistere una serie di diverse luci e tipologie di illuminazione, ma non è detto che tutte vadano bene per questa tipologia di ambiente. Comprendere immediatamente quali non lo sono, è senza ombra di dubbio una scelta oculata e che permette di non commettere errori.

Se si vuole ravvivare la propria cucina, si possono inserire delle applique a parete o inserire delle barre con più punti luci. Queste soluzione si trovano spesso in molti cataloghi di arredamento delle migliori marche ma anche in quelle più economiche.

7: Scegliete il giusto colore dell’illuminazione

Scegliere la giusta tipologia e la quantità di luce che ogni lampada emette non sono le sole caratteristiche da prendere in considerazione. Anche il colore di ogni luce è un punto importante da inserire nella propria checklist di cose da verificare.

La luce che andrà a illuminare tutto l’ambiente, è bene che sia scelta vicino ai 3000 kelvin. Mentre le lampade per l’illuminazione funzionale richiedono una luca bianca più neutra che si colloca tra i 4000 e i 4500 kelvin. Anche l’arredamento della propria cucina gioca un ruolo chiave nella scelta del colore dell’illuminazione. Se si p scelta una cucina più tradizionale, è bene scegliere una luce più gialla per l’ambiente (da 3000 a 3500 kelvin), mentre se si è scelta una cucina più moderna si può optare per una illuminazione più fredda (da 3800 a 4200 kelvin).

8: Evitate di installare lampade fluorescenti senza accensione istantanea

Anche se le lampade fluorescenti offrono una illuminazione calda e sono a basso consumo, se si sceglie la versione tradizionale ha un tempo di accensione lungo. Fattore che non le rende una scelta ideale se si ha la necessità di mettersi ai fornelli immediatamente o non si vuole aspettare del tempo per vederci bene.

9: Utilizzare lampadine con un cattivo IRC

Con la sigla IRC, si identifica l’indice di resa cromatica. Un fattore che indica quanto una luce può affaticare gli occhi di una persona. In cucina, luogo dove ci sono una o più aree di lavoro, è bene che tutte le luci siano vicine a 100 CRI. Lampadine che producono una luce bianca e uniforme, ideale per non affaticare la vista anche dopo molte ore che si lavora.

10: Evitare i punti fissi

Quando si scelgono dei faretti o delle luci da applicare su soffitto o su una parete, è sempre bene assicurarsi che possano direzionare la luce dove più si ha bisogno. Fattore, che permette quindi di annullare le zone d’ombra e illuminare una zona di lavoro con maggiore luce se si ha questa necessità.

Come si può comprendere, senza tenere conto di questi 10 punti, si può installare nella propria cucina una serie di lampade, faretti e applique che non è detto siano la scelta migliore che si può fare. Pianificare con attenzione quali sono le luci da acquistare, è sicuramente un fattore fondamentale per arrivare ad avere una cucina perfettamente illuminata e dove è un piacere soggiornare.

24 Settembre 2020 / / A forma di casa

Nel mondo dell’immobiliare, sempre più spesso si sente parlare di Home Staging. Questa attività nasce negli anni ’70 negli Stati Uniti come attività di marketing per valorizzare abitazioni destinate alla vendita. Da tempo se ne sente parlare anche in Italia, restando però purtroppo una pratica ancora poco conosciuta e diffusa, nonostante i vantaggi siano ampiamente superiori rispetto alla compravendita tradizionale.
Per questo motivo ho deciso di intervistare Giorgia Barbieri, una professionista del mercato immobiliare e dell’Home Staging, per fare chiarezza e approfondire il tema. Mi ha raccontato come si è avvicinata al mondo dell’Home Staging, qual’è la sua visione in merito. Abbiamo parlato delle persone che si rivolgono a lei, dei vantaggi che ottengono, quanto costa e quanto tempo può richiedere un intervento. Ecco l’intervista:


Ciao Giorgia, benvenuta su A forma di casa. Iniziamo da te: come hai deciso di intraprendere la carriera di Home stager? Come ti sei avvicinata a questo mondo?
Nel 2011, durante un convegno del settore immobiliare, ho avuto la fortuna di assistere alla presentazione di una scuola di Milano specializzata nella formazione di Home Stager ed è stato amore a prima vista: mi si è spalancato un mondo. Perché nell’ascoltare i relatori mi sono resa conto che stavano dando un nome e codificando una serie di azioni che io già mettevo puntualmente in atto ogni volta che ricevevo un incarico di vendita. Da quel momento in poi ho frequentato ogni anno corsi di specializzazione in Home Staging, in marketing, sulla fotografia d’interni (la mia grande passione!) nelle più importanti scuole di Milano per formarmi adeguatamente e migliorare le mie competenze.

Cos’è per te l’home staging? Qual è il tuo approccio professionale?
Negli anni ho capito che non solo l’Home Staging, ma più in generale la valorizzazione immobiliare – come io chiamo l’insieme di azioni da promuovere su qualsiasi immobile prima di immetterlo sul mercato – sono elementi imprescindibili del processo di compravendita e per questo ne ho fatto il fulcro del mio metodo di lavoro. Per ogni pratica aperta studio approfonditamente le caratteristiche di ogni casa, al fine di coglierne l’essenza e individuare i punti che la caratterizzano e la rendono unica, per metterli in risalto e trasformarla nella casa dei sogni di chi cerca esattamente quelle caratteristiche.
Una casa non potrà mai essere per tutti, proprio così come una persona ha pochi grandi amori nella vita: ogni proprietà ha il suo acquirente ideale e viceversa e sta a me farli incontrare.

home staging soggiorno
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Chi sono i tuoi clienti e quali vantaggi ottengono grazie ai tuoi servizi?
I miei clienti ideali sono quelle persone che apprezzano la gestione dell’immobile tipica della nostra agenzia, che si basa sul concetto di “rispetto e guanti bianchi”. Sono due espressioni che mi sento di usare per identificare uno standard di cura che è un “di più e oltre”, in relazione al livello medio che c’è nei confronti di tutti gli immobili sul mercato. Per noi non si tratta solo di acquisire, pubblicizzare e vendere, ma di valorizzare e promuovere ogni incarico con tutti gli strumenti a nostra disposizione, online e offline, anche studiando caso per caso quale possa essere la migliore comunicazione a riguardo.
L’immobile è sede di espressione delle emozioni umane, ma quando decido di cederlo o acquistarlo diventa un “prodotto” commerciale e come tale va presentato, ovvero al massimo delle sue potenzialità per aumentarne l’appetibilità agli occhi dei potenziali acquirenti. Una nota da non dimenticare è che visionare immobili ordinati, puliti e che mostrano le proprie peculiarità, significa evitare di perdere tempo con visite inutili e ricerche impossibili, in un mercato confusionario dove l’identità di una casa spesso rimane sepolta e perciò inafferrabile. E chi c’è passato sa bene cosa intendo dire.

Molto spesso si pensa che Home Staging ed Interior Design siano la stessa cosa. Puoi raccontarci qual è la differenza?
Ottima domanda! Vedo in giro molto “Interior Design” spacciato per “Home Staging”. E facile farsi ingannare, anche se sono due attività diametralmente opposte, perché entrambi presentano un miglioramento estetico e funzionale dell’abitazione, partendo da presupposti differenti. L’Interior Design è studiato e messo a punto sulla base dei gusti espressi da uno specifico cliente che commissiona le opere, invece l’home staging, definito a monte il target, cerca di colpire il maggior numero di persone cui l’intervento si rivolge senza sapere a priori chi sarà effettivamente l’acquirente finale di quegli spazi.
L’altra importante differenza è che il progetto di Interior Design, una volta realizzato, viene realmente vissuto dal cliente che lo ha commissionato, mentre l’Home Staging finisce di esistere quando l’immobile viene venduto, quindi non avrà mai un fruitore reale. Dicono – e concordo in maniera assoluta – che il miglior Home Staging è quello che non si vede: da un punto di vista tecnico, c’è sempre un alto rischio che l’intervento risulti un’opera di Interior Design o, peggio ancora, un mero esercizio stilistico di chi lo ha realizzato. Fare Home Staging significa applicare un metodo quasi scientifico che tiene conto di solidi principi di marketing, quindi se un professionista che si propone con la qualifica di Home Stager non è adeguatamente preparato non applicherà le esatte modalità di realizzazione e il risultato difficilmente sarà efficace. Non il “bello”, ma ciò che cattura l’acquirente e deve catturarne l’attenzione in maniera tanto persuasiva da ridurre a zero le trattative sul prezzo e permettere di realizzare al proprietario il massimo valore possibile, che spesso è ben superiore a ciò che incasserebbe senza l’ausilio della nostra consulenza.

home staging camera
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Com’è percepito l’Home Staging in Italia? E all’estero?
In Italia siamo indietro anni luce dal comprendere l’utilità dell’Home Staging, anche se negli ultimi anni ho notato con piacere che la professione si sta diffondendo. Ciò non equivale naturalmente al fatto che venditori o acquirenti, né tantomeno purtroppo gli operatori di settore, lo cerchino spontaneamente; le agenzie che promuovono questo servizio in Italia l’Home Staging si contano sulle dita di una mano. Il mio sogno è che il mercato comprenda che la valorizzazione immobiliare è indispensabile per qualificare il patrimonio immobiliare italiano e la professionalità degli operatori che se ne occupano. All’estero è diverso, c’è una grande sensibilità per la valorizzazione immobiliare, concentrata maggiormente nelle grandi città, che da sempre fanno da pioniere per le tendenze più innovative. Meno di un anno fa sono stata a Londra per studiare il trend di settore (anche l’home staging ha le sue “mode”) e ho verificato, anche attraverso laboratori con colleghi italiani e stranieri, i principi da applicare per avere i migliori risultati. Il mio modello di ispirazione è quello americano, dove l’Home Staging si pratica da 50 anni e dove un’agenzia immobiliare che non ha un Home Stager tra i collaboratori è considerata meno che “entry level”. La sensibilità per questa tecnica di marketing lì è ai massimi livelli, ed è stato quindi per me un grande orgoglio avere ottenuto il titolo di “Home Stager professionista” nel 2018 proprio da IAHSP (International Association Home Staging Professional), la cui socia fondatrice è la vulcanica Barb Schwarz. Ritenuta in tutto il mondo la madre dell’Home Staging è una meravigliosa donna e professionista, che ho avuto modo di conoscere a Roma nello stesso anno del mio diploma. La passione per l’etica del lavoro e l’educazione all’eccellenza che mi ha trasmesso mi hanno fatto credere ancora di più nel servizio di valorizzazione immobiliare, facendone infine il mio tratto distintivo professionale: l’Home Staging come “un modo di migliorare la vita delle persone”.

Veniamo agli aspetti pratici: quanto costa un intervento di Home Staging e quanto tempo richiede?
Il costo di un intervento di Home Staging varia a seconda del tipo di progetto (se parziale o totale), dal numero di stanze e da altre variabili. Da alcuni anni ho scelto di inserire uno studio relativo agli interventi base di Home Staging che ritengo indispensabili, e dei quali coordino poi la realizzazione (quest’ultima è invece a carico del venditore), nel servizio di assistenza alla vendita dell’immobile, senza alcun ricarico; un servizio che viene eseguito prima del servizio fotografico e naturalmente è precedente a qualsiasi sopralluogo con aspiranti acquirenti.
Il tempo di revisione dell’immobile varia dai 7 ai 15 giorni; un periodo che sembra “perso”, perché l’immobile non è visibile sul mercato, ma che si traduce in investimento, regalando una diminuzione drastica dei tempi di vendita che per la nostra agenzia sono di 89 giorni (3 mesi circa), contro i 210 circa (7 mesi) della media nazionale.

home staging cucina

Si tratta di un servizio sicuramente interessante e certamente piacevole anche per chi vende, perché vede la sua abitazione migliorare e apparire al meglio delle sue possibilità. Ma allora perché, se l’Home Staging funziona così bene ed è apparentemente indispensabile, i proprietari non lo richiedono e le stesse agenzie non lo promuovono?
Ti rispondo con due punti fermi. Uno: non se ne conosce l’esistenza, non abbastanza almeno. E due: si è sempre fatto senza e sappiamo che l’abitudine, specie se prima o poi porta ai risultati, rassicura. Inoltre, molte persone vedono nella spesa per il servizio solo una “spesa”, appunto. Mentre si tratta di un “investimento”, perché una casa venduta impiegando 180 giorni in meno rispetto alla media e senza riduzioni drastiche di prezzo, dà il massimo ritorno nel netto ricavo (in quel tempo non si pagano eventuali interessi del mutuo, rate di spese condominiali, imposte sulla casa, eccetera), oltre al piacere di veder presentato il proprio immobile come solitamente vengono presentate solo le case da copertina. Pensi che una cliente, dopo un mio intervento di valorizzazione immobiliare una volta mi ha detto “Se avessi saputo che la mia casa sarebbe diventata così bella, non so se avrei deciso di venderla!”
Ai proprietari direi che la propria casa è lo specchio della nostra persona e che presentarla al meglio è una scelta che equivale a dire come vogliamo essere percepiti da fuori. Ai colleghi direi che avvalersi di un servizio di valorizzazione immobiliare restituisce un’immagine estremamente positiva e professionale di come l’agenzia si prende cura degli immobili affidatile.
Un buon modo per diffondere questa meravigliosa e incredibile pratica è continuare a parlarne, come stiamo facendo ora: sui social principalmente, ma anche nei siti e nei blog, così come informando i venditori, gli acquirenti, i fornitori con cui collaboriamo, come ad esempio i grafici e i fotografi. Si tratta di presentare un servizio che è un’opportunità per tutti e io stessa ne parlo ogni volta che posso.
Il mercato e le abitudini sociali evolvono in continuazione (ne abbiamo uno specchio chiarissimo in questi giorni) ed essere pronti ad accogliere i cambiamenti con nuovi strumenti è la migliore delle reazioni. Non a caso Einstein diceva “follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi”.


Grazie a Giorgia Barbieri, Agente Immobiliare Senior e Home Stager di Retecasa Carmignano di Brenta, per questa interessante intervista sul mondo dell’Home Staging.

La puoi trovare qui: giorgia.barbieri@retecasa.it tel. 049/9430630

L’articolo Home Staging: intervista a Giorgia Barbieri proviene da A forma di casa.

24 Settembre 2020 / / A forma di casa

Sin da tempi antichi il marmo è sinonimo di lusso ed eleganza. Questo materiale naturale di grande pregio, negli ultimi tempi si è affermato sempre di più come tendenza indiscussa nell’interior design, portando con sè un senso di autenticità, solidità e raffinatezza dato dalle caratteristiche che lo contraddistinguono e dalle infinite texture delle sue venature.

Il marmo è dotato di grande versatilità, motivo per cui è possibile ritrovarlo in rivestimenti per pavimenti e pareti, in arredi come tavoli, consolle, top, tavolini e negli accessori per la casa. Le sue texture vengono addirittura riprese per creare grafiche, per caratterizzare tessuti e per simulare le sue qualità estetiche su materiali alternativi, come il gres, la ceramica e persino sulle carte da parati.

Il marmo, a seconda di come viene scelto e utilizzato, può caratterizzare gli ambienti in vari modi: nello stile classico moderno è un must-have per rivestimenti e arredi; negli interni contemporanei dona un tocco di sobria raffinatezza grazie a motivi delicati e finiture opache; in abbinata ad elementi che lo contrastano, esaltandone il carattere, diventa un elemento distintivo per stanze dal gusto eclettico.

bagno marmo

Le tipologie di marmo sono tantissime, possono variare nella loro composizione chimica e di conseguenza nella tonalità, nelle venature, nella lucentezza e nella porosità. Oltre al marmo è importante considerare anche il granito e le rocce come l’ardesia, l’onice e il quarzo: materiali di alto pregio che sono assimilabili al marmo, ma che ne differiscono per composizione e proprietà. Le lavorazioni di questi materiali permettono di personalizzare le superfici, modificandone l’aspetto a seconda del risultato desiderato. In base al tipo di materiale scelto, si possono ottenere superfici in finitura lucida, opaca, sabbiata, acidata, anticata, con effetto materico e molte altre ancora.

Queste innumerevoli possibilità lo rendono un materiale facile da abbinare a materiali come il legno, il metallo, il cemento, il vetro e la ceramica. Si possono inoltre accostare insieme più tipi di marmo con diverse colorazioni o finiture: molto utilizzati sono gli accostamenti banco-grigio, o l’abbinamento delle finiture lucido-opaco di uno stesso tipo di marmo. In generale è da tenere presente che il marmo accostato al bianco riflette la luce, mentre con il nero esalta le sue caratteristiche diventando protagonista. In generale, è un materiale che dialoga molto bene con i colori neutri, sa dare carattere alla vivacità dei colori accesi e si riscopre intramontabile negli ambienti black and white.

Borga Marmi

Se siete alla ricerca di uno specialista nella lavorazione di marmo, pietre e graniti, vi segnalo Borga Marmi, un’azienda ligure che opera nel settore con un’esperienza tramandata da padre in figlio in ben più di 100 anni di attività. Le loro realizzazioni sono frutto di una scrupolosa ricerca della materia prima, unita alle tecnologie e alle lavorazioni artigianali con cui creano soluzioni per l’arredo bagno, per l’ambiente cucina e per rivestire pareti e pavimenti di interni ed esterni residenziali, commerciali, nautici e dedicati all’ospitalità. Il tutto all’insegna della qualità e dell’attenzione verso le necessità del cliente, per offrire un servizio personalizzato e soluzioni ad hoc con grande cura del dettaglio.

In collaborazione con Borga Marmi

Photo credits: Borga Marmi

L’articolo La raffinatezza del marmo e le sue infinite possibilità proviene da A forma di casa.

24 Settembre 2020 / / A forma di casa

Eccoci al termine della progettazione della cucina contemporanea della Community House! La stanza è finalmente completa! Qui sotto puoi vedere le immagini del risultato finale realizzate in visualizzazione 3D.

Ora la Community House ha la sua quarta stanza arredata! Che te ne pare?

Io sono molto contenta del risultato e ringrazio di cuore tutti coloro che hanno partecipato votando ai sondaggi di questo esperimento di progettazione condivisa.


Gli elementi della stanza

Anche per la cucina, come per le altre stanze, siamo partiti definendo lo stile d’arredo contemporaneo e la palette colori, che questa volta è sui toni del rosa e del grigio. In seguito è stato deciso il layout degli arredi in pianta, preferendo tra le varie soluzioni una cucina angolare con penisola. Per il pavimento sono state scelte delle piastrelle chiare.

palette colore

Una volta definiti gli elementi di base della stanza, siamo passati alla scelta degli arredi, partendo dal modello cucina One di Ernestomeda in versione bianca con piani in pietra grigia e proseguendo con il tavolo Moka di Flexform, le sedie Wire Chair e gli sgabelli Zeb di Vitra, le lampade a sospensione PH5 di Louis Poulsen da posizionare sopra al tavolo e la lampada A39 di Artemide per illuminare il bancone.

Qui sotto puoi vedere i render di tutti i singoli elementi scelti.


Per sapere di più sulla Community House puoi leggere questo articolo che spiega nel dettaglio il progetto. Qui invece trovi le altre stanze arredate di questo esperimento di progettazione condivisa: il soggiorno, la camera da letto e la stanza studio.

Per vedere tutti i sondaggi fatti sinora e avere una panoramica generale della Community House, puoi cliccare qui.

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L’esperimento della Community House per il momento è concluso. Mi sono molto divertita ed è stato davvero interessante arredare questa casa virtuale insieme alla community di A forma di casa, proporre le selezioni di arredi, scoprire ogni settimana i risultati dei sondaggi e vedere l’arredamento di ogni stanza prendere forma mano a mano. Ma non temete, non è ancora tutto… dal 2020 ci saranno delle belle novità e una piccola sorpresa che riguarda proprio la Community House! Stay tuned!

L’articolo La cucina in stile contemporaneo: la stanza finita proviene da A forma di casa.

24 Settembre 2020 / / A forma di casa

La cucina contemporanea della Community House è in fase di arredo e dopo l’inserimento degli arredi principali, passiamo ora a definire gli elementi per ultimarla.

Prima di scoprire il sondaggio di questa settimana, voglio mostrarti il work in progress con i render di aggiornamento del progetto. Al momento la stanza si compone di pavimentazione con piastrelle chiare, cucina con penisola One di Ernestomeda in bianco con piano in pietra grigia, il tavolo Moka di Flexform e le sedie Wire Chair di Vitra. Fammi sapere nei commenti cosa ne pensi. Ti piace come sta diventando o avresti preferito arredi o soluzioni diverse?

cucina community house

La Community House è un esperimento di progettazione condivisa a cui puoi partecipare per scegliere gli elementi d’arredo da inserire nelle stanze di questa casa virtuale. Ogni settimana trovi un nuovo sondaggio con una selezione di arredi tra cui puoi scegliere i tuoi preferiti e ogni mese ti mostro l’avanzamento del progetto con i render aggiornati, per vedere il risultato delle scelte della community di A forma di casa.

Le stanze della Community House già ultimate sono il soggiorno, la camera da letto e la stanza studio.


Gli arredi della cucina

Ma torniamo alla cucina, stanza che ci accompagnerà per tutto il mese di dicembre, e continuiamo a definire gli arredi che la caratterizzeranno. Qui sotto trovi il layout e la palette colori scelte all’inizio del progetto, che ci fanno da guida nella scelta degli elementi della stanza.

palette colore

Nelle scorse settimane sono stati scelti gli sgabelli Zeb di Vitra per la penisola della cucina, le lampade Ph5 di Louis Poulsen da posizionare sopra al tavolo e la A39 di Artemide per illuminare il bancone.

Per esplorare il progetto della Community House e vedere tutti i sondaggi fatti sinora, puoi cliccare qui.

Sotto trovi i risultati dei sondaggi di dicembre.

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Sondaggi di dicembre

Quali lampade scegli?

Grazie per aver votato! Il sondaggio è concluso.

Che lampade scegli?

Grazie per aver votato! Il sondaggio è concluso.

Quali sgabelli scegli?

Grazie per aver votato! Il sondaggio è concluso.

L’articolo Continua la progettazione della cucina contemporanea proviene da A forma di casa.

24 Settembre 2020 / / A forma di casa

La cucina della Community House è la quarta stanza virtuale che realizzeremo insieme in questo esperimento di progettazione condivisa. La stanza ora è vuota e aspetta di essere arredata. Sono curiosissima di scoprire quale sarà il risultato finale. Ma andiamo per gradi.

Innanzitutto ricordo che, se vuoi progettare insieme a me le stanze della Community House, puoi farlo attraverso i consueti sondaggi. Ogni settimana trovi un articolo dedicato, come questo, in cui puoi scegliere i vari elementi che andranno a comporre l’ambiente di cui ci stiamo occupando, in questo caso la cucina. Inoltre, ogni mese c’è l’aggiornamento del progetto, in cui descrivo l’avanzamento dei lavori e ti mostro i rendering dell’ambiente. È davvero bello vedere come mano a mano la stanza prende forma, arricchendosi ad ogni step di un elemento in più, sino a diventare completa. Partecipare è semplice, si tratta di scegliere di volta in volta la soluzione che preferisci tra quelle proposte nei sondaggi.

Per maggiori dettagli su come funziona il progetto della Community House ti invito a leggere questo articolo.


Le decisioni iniziali

Abbiamo dato inizio alla progettazione della stanza, definendo lo stile d’arredo contemporaneo, la palette colori sui toni del rosa e del grigio e delle piastrelle chiare come rivestimento a pavimento. Il layout scelto per la cucina è una soluzione angolare con penisola e il modello cucina è One di Ernestomeda.

Questa è la base da cui partiremo per arredare la cucina della Community House.

palette colore

La scelta degli arredi

Nelle scorse settimane sono stati decisi il layout, il modello e le finiture della cucina, il tavolo Moka di Flexform e le sedie Wire chair di Vitra.


Per esplorare il progetto della Community House e vedere tutti i sondaggi fatti sinora, puoi cliccare qui.

Sotto trovi i risultati dei sondaggi del mese di Ottobre e Novembre.

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Risultati dei sondaggi di Ottobre e Novembre

Quali sedie scegli?

Grazie per aver votato!

Che tavolo scegli?

Grazie per aver votato! Il sondaggio è concluso.

Che finiture scegli per la cucina?

Grazie per aver votato! Il sondaggio è concluso.

Che modello di cucina scegli?

Grazie per aver votato! Il sondaggio è concluso.

Che disposizione scegli per la cucina?

Grazie per aver votato! Il sondaggio è concluso.

L’articolo La cucina è pronta per essere arredata proviene da A forma di casa.