Enzo Mari ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo del design e dell’architettura d’interni, distinguendosi per una visione innovativa che unisce estetica, funzionalità e un forte senso etico. Scopriamo di più su di lui e sulle sue opere.
Enzo Mari è considerato unanimemente un maestro del design made in Italy ma probabilmente questa etichetta non gli sarebbe stata gradita. Novarese di nascita ma milanese d’adozione, Mari ci ha lasciato nell’ottobre del 2020 a causa delle complicazioni dovute al Covid. Il designer fu un artista molto prolifico, dato che è stato l’autore di 1.500 opere. L’archivio è stato donato dallo stesso Mari al Comune di Milano nel febbraio del 2020.
Il maestro controcorrente del Design Made in Italy
Docente universitario, 5 volte vincitore del Compasso d’Oro, architetto e progettista, Enzo Mari fu soprattutto un libero pensatore, una mente critica. Era fermamente convinto che l’artista non potesse esimersi dal credere fortemente in un’ideologia o essere impegnato dal punto di vista sociale e politico. Proprio questa concezione del mondo artistico, lo portò a guardare con un certo disappunto alla direzione che aveva e ha intrapreso il mondo del design italiano ma anche la sua Milano.
Durante gli studi che intraprese riguardo alla sedia, Mari si discostò dai colleghi che cercavano l’eccesso, l’esclusività, l’unicità delle forme, preferendo la funzionalità dell’oggetto. Questo concetto di design emerge con chiarezza dai modelli di seduta realizzati. Tra questi la sedia “Delfina” o “Mariolina” disegnata per Magis, entrambi impilabili e dalle linee essenziali.
Il modello Delfina venne disegnata per Driade e valse a Mari Il premio del Compasso d’Oro. La sedia ha una struttura in tondino d’acciaio cromato e un rivestimento dello schienale e della seduta in tessuto colorato. Delfina è impilabile e completamente sfoderabile grazie alle cerniere in tinta che permettono di rimuovere la parte tessile con estrema facilità.
Mariolina, invece, stupisce per essere l’essenza della sedia, ha un aspetto familiare e sembra di riconoscerla al primo sguardo. In realtà, è la perfetta fusione fra la purezza delle linee del tubo di acciaio delle gambe e lo schienale e la seduta colorati, in polipropilene. La forma è al servizio della destinazione d’uso.
Enzo Mari e gli oggetti destinati a durare
Le collaborazioni di Mari con le aziende italiane furono molteplici. Fra queste citiamo quella con Alessi, Zanotta ma soprattutto con Danese. Il teorico del design italiano era convinto di quanto fosse importante la durata o, meglio, la durevolezza degli oggetti di uso quotidiano. In controtendenza rispetto alla logica del consumismo che ci impone l’usa e getta e ci piega a ritmi di sostituzione dei prodotti davvero serrati, Mari predica la necessità della durata delle cose. Fra i pezzi iconici del designer possiamo ricordare l’appendiabiti Museo, disegnato per Zanotta oppure i calendari Formosa o Timor creati per Danese, due calendari perpetui destinati per l’appunto a durare per sempre.
La serigrafia
La serigrafia ha permesso ad Enzo Mari di sviluppare il concetto di serialità limitatamente alla creazione di multipli d’arte. La Serie della Natura raggruppa 17 opere che riproducono soprattutto animali e frutti serigrafati su carta da 200 grammi. I soggetti come la mela, il lupo, il gorilla o l’oca, una volta che Mari ha svolto un lavoro di cesura del particolare e del superfluo, diventano rappresentazioni basiche, simboli, come se raffigurando una mela il designer avesse voluto ricreare visivamente l’essenza della mela, la mela per antonomasia. La serie di serigrafie realizzata da Danese Milano è divenuta una vera icona pop.
L’Autoprogettazione per Enzo Mari
La concezione artistica di Mari è estremamente democratica in netta polemica con le correnti che hanno fatto diventare il design qualcosa di distante dal mondo reale e dall’utente finale. Al contempo però intraprende una lotta contro le industrie che appiattiscono la propria produzione inseguendo il gusto dominante e non pensando alla solidità e alla durabilità dei prodotti realizzati. Nel libro “Proposta per un’auto progettazione” del 1974, il docente del Politecnico fornisce una serie di spunti e pattern per realizzare sedie, tavoli etc. con chiodi e alcune tavole di legno, invitando chi si cimenterà nella costruzione fai da te a inviare al suo studio di Piazzale Baracca una foto della composizione inedita. Questo manuale non è un semplice tutorial ante tempo sulla creazione di mobili fai da te, quanto l’ultima chance di portare a termine la battaglia di sempre di Mari, quella sulla resistenza nel tempo degli oggetti. Una volta che l’appello rivolto all’industria è caduto nel vuoto, Mari si rivolge al pubblico degli utilizzatori, facendone propri alleati per la riconquista della vera essenza del design e del progetto industriale.
Le opere di Enzo Mari sono esposte in molte Gallerie e Musei in tutto il mondo dalla Galleria Nazionale di Arte Contemporanea di Roma sino al MOMA di New York.
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