2 Novembre 2022 / / Blogger Ospiti

Un impianto di biogas è un’infrastruttura che permette di produrre energia da fonti rinnovabili.
Difatti, dai processi che avvengono al suo interno si ottiene sia il biogas, un combustibile che può essere adoperato per generare elettricità, riscaldare gli ambienti o produrre acqua calda sanitaria, sia il biometano, un gas estremamente puro, di origine biologica, che può avere i medesimi impieghi del classico metano.

Naturalmente, dall’installazione di un impianto di biogas si possono ottenere numerosi vantaggi: proprio per questo, oltre a essere ampiamente adottato su larga scala – ad esempio per l’approvvigionamento energetico pulito nel settore agricolo e industriale – è spesso installato anche in ambito domestico, dove può assicurare la produzione di energia green a partire da fonti rinnovabili.

Ma per comprendere come funziona l’impianto di biogas, com’è fatto e quali sono i benefici che può apportare a livello ambientale, energetico ed economico, è necessario puntare l’attenzione sull’elemento che alimenta l’intero processo: la biomassa.

Che cos’è la biomassa

Con il termine biomasse ci si riferisce a quelle sostanze di origine biologica, sostenibili e rinnovabili, che provengono da scarti di diversa natura.

Sono forme di biomassa, ad esempio, i residui dell’industria agricola o agroindustriale, i materiali vegetali originati da colture e potature, ma anche gli scarti di attività forestali o della lavorazione del legno, come foglie, rami e residui da segheria.

Tra gli altri esempi di biomassa è inoltre possibile annoverare i reflui civili e le deiezioni degli animali, oltre ai rifiuti organici urbani provenienti dalla raccolta differenziata.

Le biomasse, all’interno di opportuni impianti di biogas, possono essere sottoposte a un processo di valorizzazione che nel giro di qualche settimana le converte in combustibile adoperabile per finalità energetiche.

Com’è fatto un impianto di biogas

Un impianto di biogas è formato da apposite aree di stoccaggio, all’interno delle quali le biomasse vengono trattate e private di eventuali impurità.

Il prodotto viene quindi prelevato e condotto, attraverso un reticolo di tubi, nel cosiddetto digestore, una vasca sigillata ermeticamente nella quale viene miscelato, riscaldato e sottoposto alla fermentazione da parte dei microrganismi.

In questa fase ha origine il biogas, che viene accumulato nella parte superiore della vasca o conservato all’interno di opportuni serbatoi di stoccaggio esterni, i gasometri. Il biogas può essere successivamente distribuito mediante gasdotti, tramite appositi camion-cisterna o sottoposto ad ulteriori procedure di raffinazione, dalle quali si ottiene il preziosissimo biometano.

Come viene prodotto il biometano: la reazione anaerobica

Le tecniche di trasformazione della biomassa negli impianti di biogas si avvalgono di processi basati sulla digestione anaerobica, una reazione che avviene in assenza di ossigeno e che prevede la degradazione delle biomasse a opera di enzimi e microrganismi.

Questi ultimi, in particolare, attraverso un processo a più fasi, danno il via alla fermentazione della biomassa, attraverso la quale le sostanze complesse in essa contenute vengono tramutate in biogas, che è composto prevalentemente da metano e anidride carbonica e in parti minori da ossido di carbonio, idrogeno e azoto.

Dalla procedura di raffinazione del biogas grezzo – o upgrading – e in particolare dall’epurazione del prodotto dall’anidride carbonica e da altre sostanze di scarto, è possibile ottenere il biometano, che oggi rappresenta un elemento estremamente strategico in quella che è la lotta globale ai cambiamenti climatici.

Quali opportunità offre il biometano?

Il biometano, così come il prodotto da cui ha origine, è un combustibile che ha un ruolo molto importante in quel processo finalizzato a conseguire la sostenibilità in ambito energetico.

Difatti, trattandosi di prodotto che nasce da sostanze organiche, pulite e rinnovabili, aiuta a ridurre la dipendenza da fonti fossili, riducendo il quantitativo di emissioni climalteranti generate dal settore dell’energia.

Inoltre, si ottiene da un processo che si basa prevalentemente sul recupero di prodotti destinati allo scarto, aderendo perfettamente ai principi dell’economia circolare. Senza contare il contributo che può apportare nella riduzione di sostanze organiche disperse nell’ambiente, le quali, oltre a rappresentare un’importante fonte inquinante, sono piuttosto onerose da gestire.
Infine, dalla produzione del biometano è possibile ottenere il digestato, un residuo ricco di macro e micro elementi nutritivi dall’elevato potere concimante.

2 Novembre 2022 / / Casa Poetica

Organizzare l'armadio - Casa Poetica

Si dice che gli abiti raccontino tanto di chi li indossa, ma ti assicuro che  organizzare l’armadio la dice molto più lunga.

L’armadio racchiude un modo di essere e di apparire ma, molto spesso, narra una storia vera e propria, più o meno conosciuta.

Decidere di organizzare l’armadio significa (anche) affrontare questa storia e, ahimé, anche gli scheletri che sovente si cerca di nascondere in fondo all’ultimo cassetto.



Perché organizzare l’armadio

Ogni tanto si decide di dare una bella riordinata al guardaroba, il cambio stagione è una delle occasioni più gettonate, perché i vestiti si sono accumulati, i cassetti si chiudono male e tutto è un gran casino.

Può essere un’azione che ti piace fare, molto più di frequente è una cosa che rimandi il più possibile.

In maniera spicciola si può dire che è un lavoro domestico di routine.

In realtà è molto, molto di più di questo.



Le azioni base per organizzare l’armadio

Bene o male , ormai si conoscono le operazioni da eseguire per avere un guardaroba super wow.

– Grucce adeguate al capo

Più strutturate per i capi spalla, più sottili per camicie e abiti.

Le grucce appese tutte nella stessa direzione.

– Capi suddivisi per categoria

Abiti con abiti, giacche con giacche pantaloni con pantaloni…

In seconda battuta si possono creare delle sotto categorie, in base a come si vogliono posizionare: per sfumatura di colore, per lunghezza, per tipologia di tessuto…

– Capi piegati

Piegare sempre suddividendo per categoria, magari utilizzando la piegatura in verticale, che permette di sfruttare al massimo lo spazio.



Parola d’ordine: decluttering

Tutto quello scritto sopra è molto bello e utile, ma a nulla serve se prima non viene fatto un buon e consapevole (parola azzeccatissima) decluttering.

Lo so che quando dico che bisogna fare una giusta cernita dei vestiti in molte vengono colte da malore, ma è solo attraverso questo procedimento che l’armadio avrà un senso.

Cosa voglio dire?

Analizzare con spirito critico quello che c’è nel guardaroba permettere di mettere a fuoco se stesse, il proprio percorso e strutturarlo con una certa coerenza.

Fare decluttering nell’armadio mette in evidenza gusti ben precisi, quanto venga valorizzato il gusto personale, lo stile di vita, la fisicità e quanto spazio venga lasciato per quello che non si indossa da tempo.

Svuotare completamente l’armadio, suddividere i capi per tipologia e raggrupparli in un unico punto, consente una visione completa di tutto quello che si ha (che a volte è una sorpresa).

Lo stato dei capi racconta quando vengano usati (sono consumati? Hanno ancora il cartellino? Sono ricoperti di polvere? Stanno appesi – e quindi nascosti- sotto altri 3 capi?)

Quali sono i colori, i tessuti, le vestibilità che si indossano più frequentemente?



Organizzare l’armadio in modo coerente

Se presti attenzione a questi elementi e sei onesta con te stessa, otterrai un guardaroba coerente con ogni aspetto del tuo essere. In questo modo sarà molto più semplice organizzare l’armadio con ciò che è realmente importante.

Se vuoi scoprire come fare decluttering  consapevole, c’è il mio corso online.





Se vuoi imparare a organizzare in maniera impeccabile il tuo armadio, partecipa al mio corso.





Cover Photo by Priscilla Du Preez on Unsplash.





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2 Novembre 2022 / / Dettagli Home Decor

come rimuovere diverse tipologie di macchie dal materasso

Spesso capita di dimenticare che una buona qualità del sonno dipende anche dall’igiene del luogo dove si riposa. Non è soltanto la pulizia della stanza o il cambio di lenzuola settimanale a determinare un ambiente salubre, ma anche l’igiene del materasso ricopre un ruolo fondamentale e deve essere scrupolosamente osservata anche nell’ottica di un sonno migliore e di un benessere quotidiano.

Capita non di rado che il materasso si sporchi: macchie di urina, sangue, cibo o altri liquidi possono infatti compromettere la pulizia e l’igiene del materasso, determinando così anche un’usura precoce dello stesso. In questo caso è fondamentale agire rapidamente per evitare che la macchia diventi difficile da rimuovere ed avere così un materasso come nuovo nonostante l’inconveniente.

In questa guida di Mondoflex, punto di riferimento in Lombardia per la vendita di materassi, guanciali, reti, letti e poltrone relax, andremo a scoprire come rimuovere diverse tipologie di macchie dal materasso, suggerendo rimedi low cost e di efficacia garantita.

Come togliere le macchie di sangue dal materasso?

Può accadere con molta facilità che il materasso si sporchi di macchie di sangue. Sia nel caso di flusso mestruale abbondante che in presenza di una piccola ferita o di cicatrici sul proprio corpo è possibile compromettere la pulizia del materasso con macchie che dovranno essere trattate nel più breve tempo possibile per non farle diventare impossibili da rimuovere.

Se ci si accorge per tempo del materasso macchiato di sangue sarà sufficiente rimuovere le lenzuola ed agire sulla zona interessata con un panno imbevuto nell’acqua fredda.

Qualora, invece, ci si renda conto del materasso macchiato di sangue solo dopo qualche tempo, niente paura: basterà andare in dispensa e creare una miscela con bicarbonato e limone e lasciare agire per qualche minuto, per poi tamponare con un panno e rimuovere l’eccesso di prodotto.

Altro trucco per togliere le macchie di sangue dal materasso è quello di utilizzare l’acqua ossigenata. Basterà versarne qualche goccia per poi risciacquare con un panno pulito.

In entrambi i casi, ad operazione completata, è fondamentale aspettare che il materasso sia completamente asciutto prima di coprirlo nuovamente.

Come rimuovere le macchie di pipì dal materasso?

Materassi su cui dormono bambini o anziani possono essere facilmente interessati da macchie di pipì: anche in questo caso è fondamentale capire innanzitutto se la macchia è ancora umida o se ha già fatto in tempo a seccarsi.

Nel primo caso si potrà procedere sulla zona interessata tamponandola con un panno asciutto, per poi agire nuovamente con una miscela di bicarbonato, limone e aceto o anche utilizzando un detergente per la rimozione degli odori.

Invece, nel secondo caso – ovvero in presenza di una macchia secca – per eliminare l’alone giallo di urina si potrà utilizzare sulla zona interessata ancora una volta il bicarbonato insieme ad un po’ di acqua, attendere circa dieci minuti e poi, dopo aver lasciato asciugare l’area, rimuovere il prodotto in eccesso.

Come eliminare le macchie gialle dal materasso?

Il materasso può anche sporcarsi di grasso e olio e presentare delle antiestetiche e poco igieniche macchie gialle. In questo caso, per riportare il materasso allo splendore iniziale, si dovrà utilizzare un detergente enzimatico che andrà a sciogliere le macchie di sporco. Chi vuole provare un rimedio fatto in casa può utilizzare bicarbonato di sodio, distribuendolo sulla macchia e poi aggiungendo dell’acqua fredda tramite uno spruzzino. Dopo 10 minuti rimuovete i residui di bicarbonato e il materasso sarà nuovamente pulito e igienizzato.

Come togliere le macchie di muffa dal materasso?

Chi abita in appartamenti umidi o è proprietario di seconde case utilizzate di rado, può capitare che trovi il materasso interessato da macchie di umidità e muffa. Rimuovere questa sostanza è estremamente importante in quanto può provocare allergie respiratorie e a lungo andare può essere dannosa per la salute.

Per far sì che il materasso sia igienizzato e pronto all’uso si potrà impiegare una soluzione realizzata in casa, utilizzando acqua tiepida, bicarbonato e qualche goccia di aceto bianco o limone. Questo composto potrà essere applicato sul materasso tramite uno spruzzino oppure servendosi di uno straccio inumidito, infine bisognerà strofinare la superficie fino ad eliminare completamente la macchia. Anche in questo caso, così come negli esempi indicati in precedenza, una volta conclusa l’operazione si dovrà far asciugare perfettamente il materasso prima di ricoprirlo con lenzuola e coperte.

Altri prodotti facilmente reperibili e utili per rimuovere le macchie di diverso tipo dal materasso sono il sapone per piatti (o per bucato) insieme all’acqua, amido di mais con acqua ossigenata, acido borico, tea tree oil unito al bicarbonato, aceto bianco con acqua fredda (in parti uguali) e infine candeggina delicata.

È bene ricordare che per prevenire inconvenienti come le macchie sul materasso è fondamentale soprattutto agire a monte, adottando una protezione come il coprimaterasso e cambiando spesso le lenzuola.

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2 Novembre 2022 / / Dettagli Home Decor

Come arredare l’ufficio?

Lavorando full time otto ore per cinque giorni alla settimana, i dipendenti trascorrono tanto tempo in ufficio. Si tratta del luogo che frequentano di più, quindi è importante che sia confortevole, ben arredato, spazioso e funzionale. Oltre a disporre di un’area relax, bisogna investire nell’arredamento ufficio: in base al tipo di azienda si sceglieranno i colori dei mobili, lo stile che può essere classico o moderno. Ogni impresa ha la sua identità, che deve essere mantenuta anche nell’arredamento, in modo che si possa fare un lavoro di brand identity adeguato. Per progettare tutto questo c’è bisogno di un piano preciso, scegliere gli elementi d’arredo a caso andrà a creare solo molta confusione. Vediamo quali sono le regole che dobbiamo tenere a mente per creare l’ufficio ideale.

Impostare un budget

Prima di arredare qualsiasi ufficio bisogna stabilire il budget. Non sempre si ha la possibilità di spendere molto per elementi d’arredo costosi, per questo è fondamentale valutare il rapporto qualità/prezzo. Inoltre, un prodotto costoso non si integra sempre alla perfezione nell’arredamento che abbiamo in mente. C’è chi ad esempio utilizza mobili usati o li combina con alcuni di moderni, personalizzandoli per rendere l’ambiente più intimo. Capire in anticipo quanto possiamo spendere per gli elementi d’arredo ci aiuterà a limitare i costi e a valutare i prodotti migliori per l’ufficio in base alle nostre possibilità.

Puntare alla funzionalità

Non bisogna far caso solo all’estetica quando si arreda un ufficio, ma anche alla funzionalità dei vari elementi. Un progetto di design deve tenere in considerazione il fatto che i prodotti devono essere comodi per le persone, confortevoli, salvaspazio in alcuni casi. In base al tipo di ambiente, alla sua grandezza e caratteristiche, sceglieremo gli elementi d’arredo più adatti, che siano duraturi e resistano nel corso del tempo.

Considerare il benessere

La salute e il benessere sul posto di lavoro sono fondamentali, incidono anche sulla produttività generale dell’azienda. I dipendenti hanno bisogno di fare delle pause, non possono rimanere seduti otto ore al giorno senza mai alzarsi dalla scrivania, per questo bisogna offrire loro degli spazi in cui rilassarsi e ritrovare le energie. Ogni azienda deve offrire delle aree di lavoro strutturate e delle zone in cui i dipendenti possano trascorrere del tempo insieme, bere un caffè e poter fare una passeggiata.

consigli su come arredare l'ufficio

Valutare lo spazio

Può sembrare più facile arredare una piccola azienda rispetto ad una spaziosa e molto grande, ma non è sempre così. Quando bisogna arredare degli spazi piccoli è necessario fare diversi calcoli, acquistare mobili su misura o salvaspazio e ridurre il numero di elementi da inserire nel luogo di lavoro. Oltre a questo, non si può non considerare il flusso di lavoro e le esigenze di privacy, inserendo pannelli divisori o tecnologia all’avanguardia. Ogni azienda ha come obiettivo quello di crescere, quindi si deve valutare anche l’espansione futura che ci può essere, calcolando i vari spazi a disposizione.

Fare un lavoro di brand identity

Quando si arreda uno spazio di lavoro bisogna considerare le caratteristiche dell’azienda come i colori che utilizza, il logo e ciò che vuole trasmettere con questi elementi. Dai piccoli dettagli visivi si può avere una prima impressione di ciò che vuole comunicare l’attività, quindi è importante che l’impatto sia chiaro e deciso. Entrare in un’azienda arredata in stile rustico con mobili di legno e tante piatte trasmette una sensazione diversa di un’impresa che invece si presenta con colori vivaci, linee pulite e minimali. Prima di arredare l’ufficio si consiglia sempre di fare un lavoro di brand identity, in modo da presentare l’azienda al pubblico, sia offline che online, in modo coerente.

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