La pietra naturale è uno dei materiali più antichi utilizzati per costruire edifici. Questo è il primo articolo dedicato ad una serie sulla pietra naturale nell’edilizia.
La pietra si può definire come un frammento proveniente da una roccia caratterizzate da durezza, compattezza e assenza di elementi metallici. Il nome deriva dal latino petra.
Dalle pietre derivano i sassi, i ciottoli, ovvero sassi levigati dall’acqua, e la ghiaia, composta da frammenti più piccoli. Sono pietre le pietre preziose e semi-preziose, ma nel nostro ambito quelle che ci interessano sono quelle da costruzione. Ne esistono di svariati tipi, ognuna con le sue caratteristiche fisiche ed estetiche, ma prima di affrontare la parte tecnica, vediamo un po’ di storia.
La pietra naturale nella storia
Oltre al legno, la pietra è il materiale più antico utilizzato per la costruzione di abitazioni, luoghi di culto o sepolture. L’uomo scopre le qualità della pietra nel Paleolitico, ben 3 milioni di anni fa, e la utilizza per creare utensili vari, suppellettili, statuine. A partire dal neolitico, era che segna l’inizio della vita sedentaria, l’uomo avverte la necessità di costruire ripari stabili. Compaiono costruzioni megalitiche come i dolmen o costruzioni in pietra a secco di forma tronco conica come i nuraghi in terra sarda. Delle abitazioni rimane ben poco, anche perché spesso si trattava di capanne costituite da una base in pietra con una copertura realizzata con materiali fragili, come fibre naturali, terra, pelli di animali, legno.
Tuttavia, lo straordinario esempio del villaggio di Skara Brae, nelle Isole Orcadi, in Scozia, deve farci riflettere sulla reale diffusione e livello tecnico delle abitazioni in pietra in epoca preistorica.Il suo buono stato di conservazione è sicuramente dovuto alle caratteristiche ambientali favorevoli, ma possiamo immaginare che esistessero strutture simili anche in altri luoghi del mondo. Il villaggio, scoperto per caso negli anni venti del secolo scorso, risale al neolitico, e fu costruito intorno al 3100 a.C. Le case erano scavate nel terreno e avevano muri in pietra a secco, diverse stanze, arredamento in pietra che comprendeva armadi, giacigli, un focolare al centro e perfino un rudimentale bagno collegato ad un sistema di drenaggio.
La pietra rimase il materiale di costruzione prediletto da tutte le civiltà antiche, dagli Egizi fino ai Romani. Per l’edilizia monumentale veniva impiegato il marmo, già allora molto ricercato. La Grecia, del resto, era ricca di cave di pregiati marmi bianchi, come il Pentelico, usato per costruire il Partenone. Greci e Romani introdussero la tecnica del mosaico, realizzato con ciottoli o con tessere di marmo, per rivestire pavimenti e pareti.
La pietra è utilizzata nel Medioevo per costruire castelli, chiese, monasteri e palazzi nobiliari, mentre i meno abbienti dovevano accontentarsi di legno e terra. Fu un periodo nel quale si utilizzavano le materie prime più accessibili, motivo per cui le pietre da costruzione provenivano dalle cave in prossimità. Questo ha favorito la nascita di villaggi e città “monocolore”, secondo la colorazione della pietra locale.
A partire dal Rinascimento la pietra perde importanza come materiale strutturale, e viene mano a mano sostituita dal laterizio. Il suo ruolo diviene puramente decorativo, per rivestire facciate, strade, pareti e pavimenti.
Oggi si parla tanto di pietra ricostruita o di biopietra per le costruzioni sostenibili. La pietra naturale non può essere considerata un materiale ecologico, visto che le cave deturpano il paesaggio. Tuttavia, la pietra ricostituita ricavata dagli scarti di lavorazione, o l’utilizzo di pietre dal forte potere isolante, come la pietra pomice, possono contribuire alla salvaguardia dell’ambiente.
Classificazione commerciale delle pietre naturali
In Italia la classificazione commerciale delle pietre è regolata dalle norme UNI-8458. In base alla classificazione commerciale le pietre vengono denominate “prodotti lapidei”, e si dividono in 4 gruppi, definì in base alla durezza, lucidabilità, origine e composizione:
Marmi: rientrano in questo gruppo tutte le rocce cristalline, compatte e lucidabili, prevalentemente costituite da minerali di durezza 3 o 4 sulla scala di Mohs come calcite, dolomie e serpentino. Rientrano in questa categoria i marmi veri e propri, tutti i calcari e le rocce sedimentarie lucidabili ad eccezione del travertino, le brecce, le puddinghe, l’onice e l’alabastro.
Graniti: tutte le rocce fanero-cristalline, compatte e lucidabili, formate soprattutto da minerali di durezza 6 a 7 sulla scala di Mohs (ad esempio quarzo e feldspato).
Comprende tutte le varietà di granito, gabbro e sienite; i basalti, i porfidi; la diorite e alcune rocce metamorfiche di origine vulcanica come lo gneis.
Travertino: roccia calcarea sedimentaria ricca di cavità, compatta, lucidabile o non lucidabile in base alla varietà.
Pietre: tutte le rocce non lucidabili indipendentemente dalla loro origine, durezza e composizione mineralogica. Vi rientrano materiali molto diversi, come l’arenaria, i tufi, l’ardesia, la quarzite. In questa classificazione le rocce sono suddivise in:
- rocce tenere e/o poco compatte: tufi e rocce sedimentarie clastiche
- rocce dure e/o compatte: rocce magmatiche effusive e pietre a spacco come ardesia, gneiss, quarziti.
Caratteristiche delle pietre naturali
Conoscere le caratteristiche delle pietre naturali è importante per scegliere il prodotto lapideo adatto al progetto. Per questo, vanno consultate le schede tecniche che accompagnano il prodotto prescelto.
Oltre all’aspetto e al colore, sono molto importanti fattori come l’igroscopicità (attitudine ad assorbire l’umidità), la gelività (resistenza al gelo) e la resistenza al fuoco.
Inoltre, vanno considerati fattori come la durezza, la divisibilità, ovvero la tendenza a spaccarsi in alcuni punti, la durevolezza e l’aderenza alle malte.
Infine, un fattore molto importante è la lavorabilità, ovvero la possibilità di creare manufatti e finiture utilizzando diverse tecniche e attrezzature. Gli interventi previsti sono la spaccabilità, la segabilità, la scolpibilità e la lucidabilità.
Nella seconda parte analizzeremo la genesi delle pietre, per imparare a distinguerle e a individuare le loro caratteristiche principali.