Una casa di campagna centenaria ristrutturata ed arredata in uno stile moderno e minimalista.
Arredare una casa di campagna non significa sempre affidarsi alla tradizione, scegliere finiture interne completamente rustiche e mobili d’epoca. O almeno non solo. Il minimalismo scandinavo contemporaneo può adattarsi meravigliosamente a una vecchia casa costruita in legno, come è nella tradizione nordica. L’home tour di oggi riguarda proprio questo!
Questa villa nel sud della Svezia è stata costruita nel 1909 ed è stata completamente ristrutturata nel 2018 nel rispetto dell’ambiente. La sua facciata nera con tetto in zinco, domina la collina e il paesaggio circostante. Entriamo a vedere!
La casa di campagna dagli spazi minimal e luminosi, è anche accogliente al tempo stesso, qualcosa di non semplice da attuare, ma in cui i designer dei Paesi nordici sono maestri. Materiali come il legno naturale e i tessuti di lino aiutano in questo, a differenza di alcune case italiane minimaliste, in cui l’eccesso di bianco, acciaio e cemento le rendono un po’ troppo fredde e distanti.
Qui sono state conservate, per quanto possibile, alcune finiture originali, come le pareti in legno, che sono state accuratamente ripulite dal vecchio intonaco e lasciate a vista. Il vecchio e il nuovo si amalgamano con gusto e raffinatezza, infatti gli elementi moderni non sembrano un corpo estraneo, che stona con una casa che ha più di cento anni.
E’ chiaro che il “less is more” del movimento moderno, qui è stato preso alla lettera: le stanze sono lasciate il più possibile vuote e spaziose, per non sovraccaricare lo spazio di inutili elementi.
Tutti gli ambienti sono dominati dal colore bianco e toni neutri, tipico dello stile nordico. Anche i vecchi pavimenti di legno sono dipinti di bianco. Il contrasto bianco, nero e legno è sempre elegante e si adatta bene a qualsiasi stile.
Gli arredi ed i complementi d’interni sono accuratamente selezionati e aggiungono una nota calda e accogliente agli interni minimalisti e scandinavi.
Al centro della casa di 240 mq c’è una cucina con isola, collegata al soggiorno. In mansarda ci sono le camere da letto. I tessuti di lino aggiungono un tocco materico, che fa la differenza. Mentre le piastrelle del pavimento a motivi geometrici aggiungono carattere al bagno.
È vero che è più facile essere minimalisti in una casa di 200 mq con cantina o garage, che in un appartamento di città di 80 mq, ma nulla è impossibile!
Fonte e foto: Fantastic Frank www.fantasticfrank.se
Il Salone del Mobile di Milano festeggia la 60° edizione con un ritorno in grande stile dopo la pausa forzata per via della pandemia. Bagno e cucina sotto i riflettori.
L’ultima edizione risale al 2019. Poi la pausa forzata per via della pandemia e la parentesi del Supersalone, un evento speciale che si è tenuto nel settembre scorso.
Milano tenta di ritornare ai fasti del passato e di riprendersi lo scettro di capitale mondiale del design, pur spostando la kermesse dal tradizionale appuntamento di aprile. Il Salone si terrà infatti a giugno, dal 7 al 12, in concomitanza con la Milan Design Week che vede eventi sparsi in tutta la città, sotto l’ala del Fuorisalone.
La 60° edizione del Salone del Mobile prevede altre 6 manifestazioni al suo interno. Oltre alle biennali EuroCucina e Salone Internazionale del Bagno, avremo il Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, Workplace3.0, S.Project – uno spazio trasversale dedicato ai prodotti di design e alle soluzioni decorative e tecniche del progetto d’interni- e SaloneSatellite con oltre 600 designer emergenti.
Salone del Mobile Milano 60° edizione
Il Salone del Mobile 60° edizione si terrà presso il quartiere Fiera Milano a Rho, da martedì 7 a domenica 12 giugno con apertura agli operatori tutti i giorni dalle 9.30 alle 18.30, e nelle giornate di sabato e domenica anche al pubblico.
La campagna pubblicitaria è stata affidata all’illustratore Emiliano Ponzi, che nei sei manifesti realizzati racconta il legame del Salone con la città e l’evoluzione del design e del costume italiano.
I valori chiave intorno ai quali ruota questa edizione sono la qualità, la bellezza, l’innovazione e la sostenibilità. Su un’area di circa 200.000 mq saranno presenti 2.083 espositori, di cui circa 600 al SaloneSatellite.
Eurocucina e FTK (Technology For the Kitchen), la cucina del futuro
Gli espositori sono 82, di cui il 16% provengono da paesi esteri. L’area destinata alla manifestazione complementare FTK (Technology For the Kitchen) prevede invece la presenza di 39 espositori. Per Eurocucina si tratta della 23° edizione, che segna il ruolo centrale dell’ambiente cucina nella casa moderna. Elementi multifunzionali e integrazione stilistica con il living portano a spazi fluidi seppur caratterizzati da aree ben distinte. L’isola resta il nucleo della cucina, cerniera funzionale e visiva tra le zone del living. Tra cucine a scomparsa e walk-in fanno capolino le serre domestiche, librerie, cantine, colonne per lavanderia, postazioni di lavoro. Sempre più gettonate le cucine per esterni. Vedremo nuovi materiali, sempre più performanti, e nuove finiture, con palette cromatiche ispirate alla natura che propongono mix di colori tenui tra i quali spiccano salvia, rosmarino, lavanda, zafferano e basilico.
L’area dedicata all’8° edizione di FTK (Technology For the Kitchen) si sviluppa attorno al tema dell’elettrodomestico da incasso e delle cappe da arredo. Sostenibilità, igienizzazione, intelligenza artificiale, multifunzionalità caratterizzeranno i prodotti proposti. Senza dimenticare il design, sempre più personalizzabile.
Salone Internazionale del Bagno 2022
Sostenibilità e tecnologia anche per i bagni del futuro. L’8° edizione raggruppa 172 espositori che presenteranno il il meglio della produzione internazionale: dai mobili e accessori alle cabine doccia, dalla porcellana sanitaria ai radiatori, dalla rubinetteria alle vasche da bagno. Rubinetti smart, vasi rigorosamente rimless, dispositivi touch e a riconoscimento vocale, specchi interattivi, saranno in primo piano. E inoltre, docce walk-in, sistemi integrati con mensole a scomparsa e accessori, radiatori come sculture. Anche il bagno si integra con il living attraverso il design, con materiali e forme mutuate dagli arredi dei soggiorni. Accanto al rosa e al verde, sempre in primo piano, troviamo il bianco e tinte unite audaci e sature, dal blu al verde fino al grigio scuro e al nero.
S.Project 2022 – laboratorio di tendenze
Alla sua 2° edizione, S.Project si conferma come punto di riferimento a livello internazionale per le soluzioni del progetto d’interni. 90 espositori proporranno prodotti di design e soluzioni decorative e tecniche per i progetti di interni. Forse si tratta dell’area che più delle altre andrà tenuta d’occhio per le tendenze. Tra queste, affiora il desiderio dello “spazio nido” coordinato e fluido, che unisce non solo gli spazi interni, ma include anche l’esterno. La proposta di materiali e rivestimenti sarà davvero ricca e innovativa: superfici nanotecnologiche e agglomerati di ultima generazione andranno in scena accanto ai materiali della tradizione come marmo e legno. Le carte da parati evolveranno da uno stile digitale a motivi tattili con texture dense e ruvide.
Eventi della 60° edizione del Salone del Mobile
L’area S.Project ospiterà l’installazione “Design with Nature”, immaginata e curata dall’architetto Mario Cucinella per celebrare i 60 anni del Salone del Mobile. Si tratta di un percorso emozionale e progettuale all’insegna del riciclo e dell’upcycling, che si inserisce nel dibattito sul valore dell’abitare sostenibile.
Tra gli eventi che si svolgeranno in città, citiamo l’allestimento Camera Oscura, firmato da Davide Rampello con Rampello & Partners Creative Studio. Si tratta di un’installazione audiovisiva che illustra gli 11 principi istituzionali del Salone: Emozione, Impresa, Qualità, Progetto, Sistema, Comunicazione, Cultura, Giovani, Ingegno, Milano, Saper Fare. Alla Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale.
Offerte green, promo a prezzo fisso e offerte con molteplici piani e servizi aggiuntivi inclusi: ad oggi, scovare le offerte luce e gas adatte a te non è poi così facile. Difatti, nel mercato libero i fornitori sono parecchio competitivi e hanno una piena libertà nella formulazione delle loro offerte.
Per questo motivo, di seguito elenchiamo alcune delle migliori offerte luce e gas proposte dai fornitori sul mercato libero.
E-Light di Enel
Enel, tra le compagnie leader del mondo dell’energia, è uno dei fornitori più apprezzati dai clienti italiani. Le offerte E-Light e E-Light Gas, rispettivamente per la fornitura di energia elettrica e gas, sono tra le più vantaggioseofferte luce e gas sul mercato.
E-Light
La promo E-Light prevede tre diversi piani di tariffazione tra cui potrai liberamente scegliere:
senza orari, al costo di 0,285 €/kWh e con costi di commercializzazione e vendita pari a €144
bioraria, con due diversi prezzi: nella fascia diurna (fino alle 19) i consumi avranno un prezzo di 0,32189 €/kWh; invece, di sera (dalle 19 alle 8) e nei weekend il prezzo scende a 0,26679 €/kWh
notte e festivi, ad un prezzo di 0,56973 €/kWh da lunedì a sabato, dalle 7 alle 23; al contrario, durante la notte e nei festivi, il prezzo della fornitura si azzera.
In tutti e tre i casi, beneficerai di un prezzo bloccato per i primi 2 anni di fornitura e potrai corrispondere le spese direttamente tramite addebito diretto o carta di credito.
E-Light Gas
Con E-Light Gas potrai usufruire della fornitura di gas al prezzo 1,11 €/Smc (bloccato per 24 mesi), da sommare ai corrispettivi di commercializzazione e vendita, che ammontano a €12 al mese.
Aderendo all’offerta, avrai inclusa la possibilità di usufruire del servizio Bolletta Web per ricevere digitalmente le bollette e abbattere ancora di più le spese; in aggiunta, potrai ottenere sconti e bonus con il programma fedeltà Enel ENELPREMIA WOW!
L’offerta luce e gas di NeN Energia
Affidandoti a NeN Energia, potrai attivare gratuitamente la loro promo per le utenze domestiche, che prevede una spesa di 0,253 €/kWh per la luce (con prezzo bloccato per 36 mesi) e di 1,01 €/Smc per il gas.
Il piano previsto dal fornitore è diverso dai soliti presenti sul mercato libero. Difatti, dovrai corrispondere mensilmente una rata fissa (che include consumi, imposte e oneri accessori) che si aggiorna ogni 12 mesi sulla base dei tuoi consumi effettivi.
Next Energy Sunlight Luce + Gas di Sorgenia
L’ultima offerta luce e gas che ti proponiamo è Next Energy Sunlight Luce + Gas, il cui prezzo si basa sul PUN – prezzo unico nazionale, e sul PSV – punto di scambio virtuale. Questi sono parametri che seguono l’andamento del mercato all’ingrosso, perciò il prezzo offerto da Sorgenia non è fisso, bensì variabile.
Alle spese per il consumo delle utenze domestiche, si dovrà poi sommare il corrispettivo per il servizio commerciale, pari a 90€/Pod/anno.
Attivando l’offerta, potrai beneficiare del servizio di monitoraggio dei consumi creato da Sorgenia ed entrerai a far parte del programma Fedeltà Greeners, attraverso il quale potrai anche vincere dei premi.
Per saperne di più sugli andamenti dei prezzi di mercato di luce e gas, visita questa pagina.
Quando si ha la fortuna di avere a disposizione uno spazio esterno occorre pensare a come illuminarlo nelle ore serali per renderlo vivibile e accogliente. A seconda che si abbia un giardino, una terrazza o anche solo un balcone, cambia l’approccio con la scelta della giusta luce. Una cosa però non deve cambiare mai: l’attenzione al fatto che sia davvero adatta all’ambiente esterno. Una lampada da collocare all’aperto deve essere in grado di resistere all’umidità, agli agenti atmosferici, agli sbalzi termici e resistere ai raggi UV. Per illuminare e decorare giardini, terrazze, balconi o patii ecco una selezione delle migliori lampade da esterno.
Faretti da giardino
La mancanza di un “soffitto” negli spazi outdoor, tranne nel caso in cui si disponga di un patio o gazebo, ci costringe a sfruttare alberi o pareti per posizionare le luci. Un’ottima soluzione è la serie Rocchetto Tree di Quick Lighting, azienda italiana emergente nel settore dell’illuminazione.
Rocchetto Tree di Quick Lighting
Con la serie ROCCHETTO TREE la natura diventa parte integrante dell’illuminazione attraverso una cinghia in tessuto capace di adattarsi a qualsiasi tipologia di ramo o fusto. Un design contemporaneo, pulito e ricercato, facilmente adattabile a qualsiasi contesto. La serie ROCCHETTO TREE è caratterizzata da corpi illuminati IP66 espressamente realizzati per ambienti atmosfericamente aggressivi. Il corpo illuminante è dotato di una ghiera resinata che protegge il motore led evitando ristagni d’acqua. Questo garantisce un’estetica ineccepibile ed estrema pulizia nell’area ottica anche nel caso in cui il prodotto sia orientato verso l’alto e quindi esposto direttamente agli agenti atmosferici.
La serie ROCCHETTO TREE, disponibile in tre misure, è dotata di molteplici accessori ed è disponibile nelle finiture Black, White, Gold, Bronze, Copper, Burnished e Corten. Inoltre, può essere facilmente personalizzabile in base a precise esigenze estetiche o funzionali.
Lampade esterne dal design contemporaneo
Esagono di Platek
Posata a terra, a muro, in verticale, appesa o ancora appoggiata alla parete. Queste le posizioni che può assumere Esagono, prodotto Platek, disegnato da Maurizio Quargnale. Una barra dalla forma lineare esaltata dalla sezione esagonale la cui forma scompare per far posto alla luce, che diventa elemento caratterizzante dalla presenza discreta.
L’essenzialità delle forme unita al potenziale di utilizzo, lo rende un prodotto davvero unico. Esagono può essere appesa a rami o funi grazie all’apposito accessorio. O diventare indicatore di camminamento grazie all’accessorio a picchetto che lo trasforma in lampada da terra. O ancora con due staffe laterali può essere fissato a parete e illuminare una porzione della casa.
Esagono è anche orientabile, garantendo effetti di luce diffusa o asimmetrica. Materiali e finiture altamente performanti garantiscono la massima resistenza agli agenti esterni. Un prodotto destinato a durare nel tempo analizzato in ogni criticità ma che non dimentica il lato estetico.
Esagono, già disponibile in finitura bronzo, grigio o Green Forest aggiunge alla scelta il nuovo Rose Ballerina che lo porta a connettersi con il mondo living: un delicato color pastello studiato dall’ufficio R&D dell’azienda che idealmente prolunga le sfumature del tramonto anche dopo il calar del sole.
Lampade d esterno Eterea, Chiodo e Mesh di Platek
Tra le collezioni Platek abbiamo selezionato altre soluzioni interessanti declinate nel color Rose Ballerina: Eterea, Mesh e Chiodo. Tre lampade da esterno per illuminare e decorare gli spazi outdoor con stile.
Eterea è caratterizzata da un volume di luce senza peso, definito solo dal suo contorno che evoca una lanterna. Perfetta da appoggiare a terra dove serve o da fissare a parete con una staffa. Mesh, l’archetipo della lampada da comodino con paralume svasato, realizzato da Platek in alluminio tornito e forato per una diffusione di particolare effetto. Chiodo, una famiglia di paletti da fissare con picchetto nel terreno quasi a mimetizzare la fonte luminosa tra la vegetazione, oppure a pavimento tramite placca.
Con questo approccio evocativo di un’atmosfera attraverso l’uso del colore, Platek offre un’alternativa ai tradizionali bianco, nero, grigio e aderisce alle visioni più contemporanee di spazi fluidi, dove bellezza e funzionalità convivono con la stessa cura.
Lampade da giardino a sospensione, da tavolo e da terra
Le novità firmate Ethimo
Tra le migliori lampade da esterno per l’illuminazione giardino ecco le novità 2022 di Ethimo: Gaia, Tetris e Kilt. Da tavolo, da terra, a sospensione, comune denominatore delle nuove lampade si conferma il teak naturale. Un materiale capace di donare quel valore aggiunto allo spazio outdoor che le accoglie.
Gaia e Tetris, le nuove lampade firmate Ethimo e Marc Sadler
Nella versione da tavolo, Gaia è una lampada a batteria ricaricabile che offre una luce diretta e d’ambiente. Un ‘vezzo’ luminoso che grazie ai suoi diversi outfit interpreta gli spazi esterni in modo sempre diverso. La base e il supporto sono realizzati in teak naturale, mentre il paralume è in tessuto, della collezione Rubelli outdoor, proposto in nove colori intensi e vivaci. Il corpo luminoso, integrato nel diffusore in policarbonato, è calamitato e consente di essere applicato sui diversi paralume nelle tante nuance di colore disponibili. Gaia è ricaricabile attraverso sistema USB, con apposito connettore magnetico. L’accensione e lo spegnimento sono touch e l’intensità luminosa è dimmerabile. La dimensione compatta della lampada da tavolo Gaia è adatta a tavoli grandi e piccoli all’aperto, diventando subito un oggetto di design dal gusto raffinato e contemporaneo.
Nella sua versione a sospensione, la lampada Gaia permette di illuminare lo spazio outdoor in modo piacevole e flessibile. Il sistema di calamite la rende una lampada libera da ogni tipo di aggancio fisso, consentendone il trasporto e il fissaggio su un qualsiasi supporto in giardino, sia esso un ombrellone o il ramo di un albero.
Tetris è una lampada da terra e, al tempo stesso, un pratico tavolo d’appoggio o pouf da giardino. I vari tetramini in teak si incastrano fra di loro proprio come in un ‘tetris’ e le linee di congiunzione filtrano la luce, generata da un corpo a LED ricaricabile, nascosto all’interno, che illumina lo spazio circostante.
Kilt, il nuovo progetto luce firmato Ethimo e Marcello Ziliani
Infine, tra le migliori lampade da esterno per illuminare e decorare gli spazi outdoor, ecco Kilt. Questo modello offre le stesse caratteristiche materiche degli arredi che compongono la più ampia collezione. Una linea dove il teak naturale o decapato si abbina alla corda in polipropilene, qui disponibile nei raffinati color Sand e Dark Grey. L’ampio diametro della lampada consente alla luce di diffondersi in modo uniforme e il diffusore crea un’atmosfera calda ed accogliente. La corda si tende e, come su un telaio, avvolge il paralume in teak per filtrare la luce e creare piacevoli giochi di luce outdoor. La collezione Kilt viene, così, declinata in una nuova ‘dimensione’, per illuminare e decorare verande, dehors, terazze, balconi metropolitani e sorprendere nell’interior, personalizzandolo con un tocco di leggerezza e contemporaneità.
Dall’estetica riconoscibile ed elegante, la lampada sospesa Kilt assicura funzionalità e comfort visivo, sottolineando il valore decorativo della luce nella percezione degli spazi.
Il contratto di appalto dei lavori, quello che stipuli con l’impresa, è uno dei documenti più importanti per la corretta gestione del cantiere, per i pagamenti, per la contabilizzazione, per le garanzie…Insomma è qualcosa con cui non si scherza. Invece spesso viene sottovalutato, in particolare da committenti che si fidano dei contratti standard proposti dalle imprese, in cui sono sempre presenti le tutele per queste ultime ma mai per chi ci mette i soldi.
In questo articolo vedremo alcune regole per fare in modo che il contratto contenga queste tutele minime per te che stai per spendere una fortuna per ristrutturare.
Sia chiaro: il contratto deve essere un documento equilibrato. Non deve favorire né il committente né l’impresa. Al suo interno devono essere presenti tutti gli elementi che descrivono i lavori, i soggetti in gioco, gli obblighi, l’importo dei lavori, le modalità di pagamento e di contabilizzazione delle opere, i tempi di esecuzione e, dulcis in fundo, cosa fare quando qualcosa non va per il verso giusto.
Nei prossimi paragrafi faremo una panoramica su quattro articoli che ritengo debbano essere sempre presenti in un contratto di appalto e che devono essere scritti nel modo corretto. Però deve esserti chiara una cosa: stiamo parlando di un accordo tra privati, che tra l’altro non sarebbe nemmeno obbligatorio ai sensi di legge (potresti affidare i lavori senza contratto giusto per capirci), e quindi anche in assenza delle tutele di base non è illegale…
Certo ci sono quelle imposte dal codice civile (che comunque valgono in presenza di un regolare contratto), ma riguardano soprattutto le garanzie sui lavori. Invece quello che interessa realmente a te, come l’importo dei lavori, le modalità di esecuzione, i tempi, etc. sono frutto di accordi tra privati…ed è lì che devi stare attento.
Le somme in gioco in una ristrutturazione sono elevate e quasi sempre un committente si ritrova a mettere in mano ad imprese che non conosce un sacco di soldi. La fiducia è essenziale, ma ci vogliono anche le garanzie.
Senza scordarsi che dall’altro lato c’è un’impresa che anticipa lavoro e materiali senza avere di fatto in mano tutti i soldi necessari per pagarli, con il rischio che il committente si rifiuti di pagare o contesti cose a caso per cercare di risparmiare qualche lira.
Quindi un contratto fatto bene, anche se l’impresa è dell’amico con cui esci il sabato sera a ubriacarti, è fondamentale.
GLI ARTICOLI ESSENZIALI DI UN CONTRATTO DI APPALTO
Un contratto di appalto dei lavori scritto bene può contenere oltre venti articoli. Ma allo stesso modo un contratto di appalto scritto altrettanto bene può contenerne solo cinque o sei.
Nella mia esperienza ho sempre preferito scrivere contratti molto dettagliati, così da avere un’interpretazione chiara per qualsiasi aspetto della ristrutturazione (almeno per quelli prevedibili). D’altro canto un contratto snello può essere sufficiente, soprattutto se i lavori non sono particolarmente onerosi.
Ad ogni modo ritengo che ci siano alcuni articoli che devono essere sempre presenti:
Oggetto dell’appalto
Forma dell’appalto
Personale e oneri previdenziali e assicurativi
Corrispettivo e modalità di pagamento
Durata dei lavori
Approfondiamoli uno per uno.
Oggetto dell’appalto
Può sembrare banale ma deve essere definito in modo chiaro su cosa viene fatto il contratto: quindi va individuato precisamente l’immobile, con indirizzo e dati catastali, quali sono i diritti sull’immobile del committente (proprietario, locatario, etc.), e sinteticamente in cosa consistono i lavori da realizzare.
Una versione stringata di questo articolo potrebbe essere:
Il Committente affida all’Appaltatore l’esecuzione dei lavori di . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . come meglio descritti nella documentazione tecnico-amministrativa allegata al presente contratto, di cui costituisce parte integrante e sostanziale.
Il Committente dichiara, in quanto. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ., di avere la piena disponibilità (giuridica o di fatto) dell’immobile sito in . . . . . . . . . . . . . . . . . . individuato all’Agenzia del Territorio di . . . . . . . . . . . . . . . . . . Foglio . . . . . . . . . . . . . . . . . . particella . . . . . . . . . . . . . . . . . . sub . . . . . . . . . . . . . . . . . . , e di avere chiesto/ottenuto (barrare) tutte le autorizzazioni, istanze, pareri nulla osta, titoli abilitativi comunque denominati necessari, secondo le vigenti disposizioni di legge, per eseguire i lavori di cui al presente contratto
(oppure “che prima di iniziare i lavori verrà presentata CILA/SCIA/Permesso di Costruire (barrare) per i lavori da eseguirsi nell’immobile in oggetto”)
Forma dell’appalto
Gli appalti possono essere stipulati in due forme: a “corpo” o a “misura”.
Nel caso di contratti a corpo l’importo dei lavori da realizzare è fisso, cioè l’impresa si impegna a realizzarli senza chiederti ulteriori somme aggiuntive. Ad esempio se il progetto prevede di realizzare 10mq di muro e poi all’atto pratico sono 12 i mq realizzati, l’importo che pagherai non varia. Questo vale anche per le quantità in detrazione.
Nel caso di contratti a misura invece l’importo dei lavori è determinato dalle quantità di lavorazioni effettivamente eseguite. Quindi se il progetto prevede 10mq di muro e ne vengono realizzati 12, devi pagare all’impresa questa quantità.
All’apparenza il contratto a corpo è conveniente. L’idea infatti è che “poi durante i lavori escono cose nuove da fare e i costi aumentano sempre…col contratto a corpo non ho di questi problemi”.
In realtà non è proprio così: infatti è vero che una quantità maggiore o minore di una lavorazione prevista nel progetto non comporta variazioni di costo per te, ma questo vale per differenze di quantità limitate. Nel caso in cui le differenze siano tante l’impresa ti chiederà di essere pagata (e ti assicuro che se ti rifiuti di farlo da qualche altra parte questi soldi sbucheranno). Inoltre l’importo a corpo non comprende le lavorazioni aggiuntive, le varianti, gli imprevisti, etc., che paghi in toto.
Sicuramente partendo da un progetto dettagliato e fatto bene, con un contratto a corpo hai maggiori garanzie sui costi e sicuramente la contabilità è più semplice. Ma non è certo un modo furbo per ottenere più lavori pagando di meno. Anzi: in caso di lavori in detrazione spesso non vengono detratti dal costo pattuito…
Inoltre trovare imprese che accettano contratti a corpo non è semplice perché il rischio di dover realizzare molti più lavori di quanto rappresentato nel progetto e non vederseli riconosciuti è reale. Anche perché spesso i progetti presentati dai tecnici dei committenti sono approssimativi.
Quando gli importi in gioco sono piccoli (qualche migliaia di euro) si tratta di una soluzione attuabile, quando gli importi sono grandi è più difficile spuntare un contratto a corpo.
In questo (unico) caso spezzo una lancia a favore delle imprese “chiavi in mano”: eseguendo loro il progetto, ed avendo quindi tutto sotto controllo dall’inizio, sono più propense ad accettare un contratto a corpo (ma queste imprese hanno tutta un’altra serie di problemi di cui abbiamo già parlato in questo articolo, che dal mio punto di vista dovrebbe farti desistere da affidarti a loro).
Inoltre uno scotto da pagare in caso di contratti a corpo è partire da prezzi sensibilmente superiori proprio perché l’impresa deve cautelarsi da possibili imprevisti.
I contratti a misura invece sono probabilmente il modo migliore per pagare quanto effettivamente realizzato. Si tratta di un modo corretto di calcolare e contabilizzare i costi e che consente anche di fare più efficacemente economie durante i lavori: se ci si accorge di stare sforando il budget a disposizione è sempre possibile tagliare lavori non essenziali. Ed essendo questi pagati a misura basta scomputarli.
Inoltre con un contratto a misura è oggettivamente più semplice contrattare importi inferiori e le imprese si sentono maggiormente tutelate.
Di certo c’è più lavoro per il tecnico, che deve mantenere correttamente la contabilità (ma in una ristrutturazione solitamente non è particolarmente complesso), però i pochi soldi che chiederà per questa mansione spesso valgono la candela.
Una cosa però è essenziale sia per i contratti a corpo che per quelli a misura: un computo metrico fatto bene. Ti ho già parlato del computo metrico in questo articolo quindi non approfondiamo ulteriormente. Ad ogni modo è un documento che deve sempre essere allegato ai contratti di appalto dei lavori.
Ecco come potrebbe essere scritto un articolo relativamente alla forma dell’appalto:
L’appalto si intende affidato e accettato a corpo/a misura (cancellare l’opzione non utilizzata)
Sono compresi nel costo globale le forniture di materiali specificati nell’offerta dell’appaltatore allegata al presente contratto, le lavorazioni, i trasporti, i noleggi e quant’altro necessario per eseguire compiutamente i lavori.
L’appaltatore non risponde dei vizi dei materiali forniti dal Committente stesso; qualora taluni materiali o impianti di determinate marche previsti nella descrizione delle opere allegata al presente contratto non siano reperibili sul mercato per cessazione della produzione o difficoltà di consegna, l’impresa appaltatrice è autorizzata alla sostituzione per equivalente, previa comunicazione scritta al Committente e da questi sottoscritta per accettazione. Ove il Committente non effettui alcuna comunicazione entro 7 giorni dalla data in cui l’Impresa ha provveduto alla proposta di sostituzione per equivalente, la proposta si intenderà accettata.
Personale e oneri previdenziali e assicurativi
Presta particolarmente attenzione a questo paragrafo. Fino a poco tempo fa non avrei riportato questo articolo tra quelli essenziali di un contratto di appalto, ma recentemente la norma ha introdotto un nuovo obbligo che ha cambiato le carte in tavola…soprattutto se vuoi sfruttare le detrazioni fiscali.
La legge di bilancio per l’anno 2022 (Legge 30 dicembre 2021 n.234) nel comma 43-bis ha introdotto l’obbligo di indicare nei contratti di affidamento dei lavori (quindi i contratti di appalto) “i contratti collettivi del settore edile, nazionale e territoriali, stipulati dalle associazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale ai sensi dell’articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81”.
Cioè all’interno del contratto di appalto deve essere indicato quale contratto applica l’impresa nei confronti dei suoi operai. Inoltre tale contratto deve essere riportato anche in tutte le fatture.
In realtà l’indicazione del contratto applicato non è sempre obbligatoria. Devono verificarsi entrambe le seguenti eventualità:
Il committente (cioè tu) vuole usufruire delle detrazioni fiscali
L’importo dei lavori supera i 70.000€
In tutti gli altri casi questa indicazione non è obbligatoria (comunque è molto consigliata).
Ti riporto un estratto di come potrebbe essere scritto questo articolo:
L’Appaltatore dichiara di avere le seguenti posizioni previdenziali e assicurative:
INPS . . . . . . . . . . . . . . . . . .
INAIL . . . . . . . . . . . . . . . . . .
CASSA EDILE . . . . . . . . . . . . . . . . . .
di applicare integralmente il Contratto collettivo nazionale e territoriale dell’edilizia;
(facoltativo) di impegnarsi a consegnare successivamente all’ultimazione dei lavori polizza assicurativa decennale a garanzia di . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Ti ho riportato un estratto con qualche informazione in più…
Corrispettivo e modalità di pagamento
Veniamo ad un passaggio fondamentale del contratto di appalto. Che non è tanto quanto pagherai i lavori, ma come li pagherai.
Il corrispettivo è la somma che esce dall’offerta dell’impresa, basata sul computo metrico redatto dal tuo tecnico, ed è semplice da inserire nel contratto. Ricordati solo che è sempre oltre iva.
Invece le modalità di pagamento sono più articolate, ma niente di così difficile.
Chiaramente l’impresa non ti anticiperà tutto il lavoro senza vedere una lira (al netto degli sconti totali paventati dal superbonus, che ormai sembrano essere una chimera), ma chiederà un acconto prima di iniziare i lavori, necessario per pagare parte dei materiali necessari.
Poi, al raggiungimento di determinate quantità di lavoro eseguite, dovrai versare altri acconti (chiamati S.A.L., cioè stati di avanzamento lavori).
Infine c’è il saldo, da corrispondere dopo la conclusione (e accettazione) dei lavori, pari all’importo complessivo dei lavori eseguiti detratti da tutti gli acconti pagati.
L’importo del primo acconto, concordato tra committente e impresa, di solito non supera mai il 30% dei lavori (più è alto l’importo dei lavori minore è l’acconto). Come riferimento nel settore pubblico gli acconti vanno dal 10% al 20% dell’importo dei lavori (post covid aumentati al 30%). In una ristrutturazione completa di un appartamento medio si può stare intorno al 20%.
Il numero e gli importi degli acconti successivi possono variare. Da quando c’è il superbonus è diventata una prassi dare acconti al raggiungimento del 30% e del 60% dei lavori. In realtà possono anche essere di più (o di meno) a seconda dell’importo totale dei lavori. Sconsiglio di esagerare col numero degli acconti altrimenti ci si potrebbe ritrovare a fare pagamenti di continuo.
C’è un punto importante da chiarire: come si recupera il primo acconto.
Infatti questa prima somma che verserai viene data senza che l’impresa abbia eseguito nessun lavoro, mentre le altre (saldo compreso) le verserai quando i lavori sono stati eseguiti (in parte o totalmente). Quindi si presenta il problema di quando e come recuperare l’acconto.
Il modo più semplice è detrarlo da uno dei S.A.L. o dal saldo. Ma il modo corretto è detrarlo come quota parte da ogni acconto e dal saldo.
In sostanza si detrae una percentuale pari alla percentuale dell’acconto versato da ogni rata successiva.
Complicato? Vediamo un esempio:
Lavori per importo di 100.000€
acconto pari al 20%, cioè 20.000€
Tre stati di avanzamento lavori al 25% (25.000€), 50% (20.000€), 75% (25.000€)
Saldo alla conclusione dei lavori pari al restante 25% dei lavori (25.000€)
Se pagassi in questo modo avresti dato: acconto 20.000€ + S.A.L. 25.000€*3 + saldo 25.000€ = 120.000€.
Vediamo come scontarli correttamente:
Acconto 20% = 20.000€
S.A.L. n.1 al 25% = 25.000€ – (20%*25.000€) = 20.000€
S.A.L. n.2 al 50% = 25.000€ – (20%*25.000€) = 20.000€
S.A.L. n.3 al 75% = 25.000€ – (20%*25.000€) = 20.000€
Il pagamento del corrispettivo avverrà nelle seguenti modalità:
Acconto pari a euro ……………….. oltre IVA pari al ………% dell’importo complessivo dell’appalto, da corrispondere all’inizio dei lavori contestualmente alla sottoscrizione del “verbale di inizio lavori”, previa presentazione di fattura;
N° ….. Stati di Avanzamento Lavori successivi pari a euro ………………. oltre IVA da pagarsi ogni qual volta si realizzano lavori per importi di € ……………………. (…………………………………../00), trattenendo …………………….. dell’acconto, in seguito ad emissione di certificato di pagamento ogni volta che i lavori eseguiti e contabilizzati raggiungano l’importo di cui sopra;
Rata finale (importo presunto pari a euro ……………………………………. oltre IVA) a saldo di tutti i lavori derivanti dalla contabilità finale redatta dalla D.L.
Durata dei lavori
Veniamo all’ultimo articolo che ritengo fondamentale: cioè la durata dei lavori.
In realtà questo articolo non è importante tanto per quanto dureranno i lavori, che viene stabilito come sempre tra le parti, quanto per le penali per eventuali ritardi (e su come e quando vanno calcolate).
Facciamo prima a vedere come può essere scritto questo articolo:
I lavori avranno inizio il . . . . . . . . . . . . . . . . . . e dureranno. . . . . . . . . . . . . . . . . . . giorni naturali e consecutivi
La consegna del cantiere, l’inizio e l’ultimazione dei lavori saranno documentati con specifici verbali controfirmati dall’Appaltatore e dal Committente (o Direttore dei Lavori).
Per ogni giorno di ritardo sul termine di ultimazione dei lavori di cui al primo comma, l’Appaltatore, sempreché il ritardo sia a lui imputabile, è tenuto a corrispondere una penale giornaliera del ….‰pari a € . . . . . . . . . . . . . . . . . . (euro . . . . . . . . . . . . . . . . . .)
Resta ferma la facoltà per il Committente, nel caso di ritardi superiori a . . . . . . . . . . . . . . . . . . , imputabili all’Appaltatore, di richiedere la risoluzione del contratto a mezzo lettera raccomandata A.R e il risarcimento dei danni effettivamente subiti a causa dell’inadempimento.
Se il termine di cui al primo comma non viene rispettato per fatto riconducibile al Committente, l’Appaltatore ha diritto ad un termine suppletivo pari al ritardo, ovvero pari al diverso termine concordato tra le parti. In tal caso sarà ridefinito un nuovo termine sia per la ripresa dei lavori che per l’ultimazione.
Qualsiasi variazione aggiuntiva ai lavori del presente contratto comporterà sempre la concessione di un termine suppletivo per l’ultimazione dei lavori stessi, da convenirsi tra le parti o proporzionalmente all’entità dei lavori aggiunti e al termine inizialmente stabilito per l’esecuzione dei lavori commissionati.
In realtà l’articolo è molto chiaro e come vedi tutela sia te che l’appaltatore (come è giusto che sia).
Alcuni punti che è magari è utile approfondire:
i giorni si indicano “naturali e consecutivi” e non “lavorativi”. Significa che si comprendono anche le domeniche e i giorni festivi nel calcolo
la penale solitamente è pari al 3‰ per ogni giorno di ritardo
all’aumentare dell’importo dei lavori (per varianti o problematiche varie) bisogna dare termini supplettivi all’impresa
Esiste un modo “scientifico” per calcolare il numero di giorni necessari per eseguire un cantiere, dato dall’incidenza della manodopera e dal numero di operai previsti. Si usa per appalti pubblici o per lavori privati di dimensioni importanti (raramente per le ristrutturazioni). Se vuoi essere pignolo puoi chiedere che venga calcolato in questo modo ma in una ristrutturazione spesso è inutile.
Un’altra cosa che ti sconsiglio di fare è essere pignolo sulla data di consegna dei lavori: se l’impresa tarda di qualche giorno è inutile far scattare le penali, ci vuole un po’ di elasticità. (Chiaramente a meno che i termini non siano perentori per tue problematiche e l’impresa ne sia stata informata preventivamente).
UN CONTRATTO DI APPALTO COMPLETO
Quelli che abbiamo visto qui sono alcuni degli articoli che devono essere presenti in un contratto di appalto dei lavori di ristrutturazione completo.
Sono sicuramente i più importanti e non devono mai mancare. Però, come ti dicevo, i contratti che preparo normalmente per i miei clienti sono molto più articolati, composti da 22 articoli di visi in 7 capitoli. Più gli allegati.
Oltre agli articoli che abbiamo visto ci sono articoli relativi a come devono essere svolti i lavori, a come approvare e calcolare eventuali varianti, a come verificare i lavori, agli obblighi sia del committente che dell’appaltatore, al subappalto, etc.
Ogni impresa e ogni tecnico ha i suoi contratti di appalto-tipo. Però, siccome chi ci mette i soldi sei tu, è essenziale che tu sappia individuare se sono presenti tutte le tutele necessarie.
Nel manuale “Ristruttura la tua casa in 7 passi” ho dedicato un capitolo dettagliato al contratto di appalto e tra i bonus è presente un fac-simile di contratto, in formato editabile, che utilizzo normalmente per i miei lavori.
Scrivere un contratto corretto è solo un passaggio della ristrutturazione, anche se è uno dei più importanti. In fondo è il documento che sancisce come spenderai i tuoi soldi. Se ti interessa capire come tutelarti fino in fondo trovi più informazioni sul manuale “Ristruttura la tua casa in 7 passi” a questo link.
Anche un piccolo terrazzo può diventare confortevole ed accattivante, se si scelgono arredi outdoor eleganti e di design. Le collezioni adatte a piccoli spazi firmate Higold.
A differenza di un grande terrazzo o di un giardino, un piccolo spazio deve essere ben progettato, fino all’ultimo millimetro. L’ottimizzazione è la chiave per i piccoli spazi, e gli esterni non fanno eccezione. In termini di arredo, i mobili saranno limitati e preferibilmente collocati contro un muro o alle estremità, in modo da facilitare la circolazione. La scelta degli arredi dipende innanzitutto dalle attività che si vogliono svolgere all’esterno. Mangiare, rilassarsi o coltivare fiori e ortaggi sono solo alcune delle possibilità, ma è necessario fissare delle priorità, visto il poco spazio a disposizione. Inoltre, anche la forma del nostro piccolo spazio outdoor sarà determinante nella scelta degli arredi. Ecco alcuni consigli per progettare il balcone in base alle dimensioni e alla forma, ispirandoci alle collezioni per piccoli spazi firmate Higold.
Arredi outdoor eleganti per un balcone o un piccolo terrazzo
Per definizione, un balcone è un elemento calpestabile che sporge dalla facciata di un edificio, protetto da un parapetto. Per le sue caratteristiche strutturali, un balcone non può estendersi troppo verso l’esterno, mentre in larghezza può correre senza limiti lungo la facciata dell’edificio. Il terrazzo, o terrazza, si differenzia dal balcone in quanto fa parte della struttura dell’edificio. In genere si tratta della copertura totale o parziale di un fabbricato, e per questo può svilupparsi in qualsiasi forma e dimensione. Esiste poi una categoria particolare di terrazze, dette “a tasca”, che sono incassate nel corpo del tetto a spiovente.
Creare un angolo relax
Se pensate che sia impossibile creare un angolo relax in uno spazio ridotto, allora non avete visto il sofà angolare della collezione Caribbean di Higold. La seduta ha una profondità di 79 cm, è lunga 176 cm e l’estremità è dotata di un pratico piano di appoggio in legno teak. La struttura in alluminio verniciato è leggera ed essenziale, come pure i comodi cuscini rivestiti in tessuto tecnico grigio scuro. Collocato in uno degli angoli del balcone, grazie all’ingombro minimo permette di realizzare un comodo salotto all’aperto.
Nel caso del terrazzo, lo spazio più generoso consente la creazione di veri e propri angoli conversazione, come quelli delle collezioni Gloria e Hestia. Entrambe si distinguono per le dimensioni contenute e per le colorazioni fresche e accese. I vari elementi, quali la poltrona, i divanetti, i tavolini di dimensioni e forme diverse, permettono di creare innumerevoli configurazioni. La struttura in alluminio verniciato dal design rigoroso è ingentilita dalla presenza della corda intrecciata, un dettaglio di stile capace di dare un tocco di eleganza inconfondibile.
Zona pranzo per ogni spazio
Se si preferisce invece allestire una zona pranzo, allora la scelta cade sulle sedie e sul tavolo della collezione Fancy. Il tavolo montato su piedistallo permette di ridurre l’ingombro a terra, e con le sue dimensioni di soli 74,5 x 74,5 è perfetto per spazi non proprio generosi. Le sedie sono composte da una struttura in tubolare di alluminio dalle linee fluide e da un intreccio in textilene per seduta e schienale. Le sedie Francy misurano 63,5 x 58 cm e sono declinate in 5 colorazioni. Un’altra soluzione interessante è rappresentata dai tavoli alti per angolo bar, che in genere sono poco profondi. A seconda dello spazio, si possono addossare al muro o appoggiare al parapetto. La collezione Airport, disegnata da Nicolas Thomkins, propone un tavolo bar profondo 60 cm, con gli sgabelli coordinati. Considerando un minimo di 60 cm di ingombro totale per lo sgabello e la circolazione, l’angolo bar si può allestire già in un balcone profondo 120 cm.
Se lo spazio lo consente, l’arredo si può completare con il dining car, sempre della collezione Airport. Largo solo 40 cm e montato su ruote, è un complemento utile e pratico che può fungere da ulteriore piano d’appoggio. Inoltre, la collezione Airport ha un design originale, dato dalla lamiera ondulata, un materiale leggero e resistente, utilizzato per costruire la flotta aerea della Junkers Airplane Company di Dessau.
Puntare su arredi modulari, pieghevoli e multifunzione
In ogni caso, gli elementi che più ci vengono in aiuto quando lo spazio è ridotto, sono gli arredi modulari, pieghevoli e multifunzione. Abbiamo già parlato dei salotti modulari in un precedente articolo, mentre ancora non vi ho suggerito l’utilizzo di una sedia che non può mai mancare in esterno. Si tratta della seduta Clint, la classica sedia pieghevole da regista, con i suoi caratteristici traversi a forma di X.
L’eleganza assoluta e il confort distinguono questo modello da tutti gli altri presenti in commercio. Del resto, la collezione, che comprende anche un pratico tavolo pieghevole, è firmata da Nicolas Thomkins. La struttura, leggera e resistente, è costituita da un profilo piatto in alluminio, mentre i braccioli sono rifiniti con una fascia in legno teak. Lo schienale e la seduta sono realizzati con una morbida imbottitura in textilene, con cuciture a striscie parallele.
Per finire, un pratico jolly che può fungere da complemento per tutte le soluzioni di arredo che vi ho proposto. Si tratta di Icoo, un elemento multifunzione che si trasforma, secondo le esigenze, in tavolino da appoggio, vaso per fiori, portaoggetti o portaghiaccio, utilizzando l’apposito cestello. Icoo è realizzato in alluminio anodizzato o verniciato a polvere, ed è dotato di un coperchio in teak, combinazione di materiali che rappresenta la cifra stilistica inconfondibile di Higold.
Ti sei mai chiesta perché la zona della tv è così difficile da arredare e rendere carina? Spesso mi capita di vedere mobili pieni di oggetti, piccoli e fitti. Questa sistemazione permette di rendere ancor più protagonista quell’enorme e antiestetico rettangolone nero: la tv! Esistono alcune tecniche di styling, che ti sto per illustrare, che ti permettono di arredare il mobile sotto la tv e rendere piacevole agli occhi questa zona difficile da gestire.
Ti piacerebbe avere una zona tv bella da vedere?
Scommetto che quando ricevi ospiti, a volte ti senti in imbarazzo, perché appena li fai accomodare sul divano vorresti tanto stendere un velo sulla zona tv per coprire tutto. Ora forse ho esagerato, però ammetti che a volte capita di non sentirti al 100% a tuo agio. Beh se hai risposto sì, ti suggerisco di rimanere qui a leggere ciò che sto per dirti.
La tv, quando è spenta s’intende, è veramente brutta da vedere, penso sia uno degli elementi di arredo più sgradevoli con cui dobbiamo convivere, ma, ci sono piccoli accorgimenti che possiamo adottare per rendere la tv meno invasiva, cioè giocando con elementi decorativi a contorno, che creano un focus piacevole e quindi distolgono l’attenzione dal grande rettangolo nero.
Immagina una parete bianca con appesa una tv e immagina una parete decorata come queste “10 idee per arredare la zona tv” ad esempio colorata, con una serie di mensole oppure con una gallery wall che mimetizza il nostro odiato schermo nero.
Quale preferisci tra le 2 soluzioni? Beh immagino sicuramente la seconda. Ecco che vedi come lo styling può influire positivamente sulla risoluzione di un problema estetico all’interno della casa.
In questo articolo ci occupiamo nello specifico di come arredare il mobile sotto la tv, quella grande superficie di appoggio situata sotto la tv, quella che non si sa mai come decorare e che spesso si finisce col riempirla troppo o male, con oggetti di altezze e proporzioni scorrette, rischiando così di creare un qualcosa che va ad accentuare ancor di più la presenza dell’enorme schermo piatto.
Funzionalità VS Armonia
L’arredamento della casa deve essere sicuramente funzionale, ma deve esprimere anche emozione, armonia e sensazioni di benessere. Una casa armonica si ha quando tutti gli elementi si combinano perfettamente tra loro, formando un insieme piacevole e coerente.
La tv ha una funzionalità ben specifica, ma deve essere accompagnata da un qualcosa che trasmetta armonia estetica e benessere. È proprio qui che entra in gioco lo styling e la realizzazione di composizioni armoniche che rendano il tutto più piacevole, così finalmente ti sentirai molto più a tuo agio all’interno del tuo soggiorno. Ti verrà pure la voglia di postare su Instagram la tua nuova zona tv! Beh se lo farai taggami @rominasitablog perché non posso assolutamente perdermi i tuoi progressi
Ma ora basta chiacchere e veniamo subito al sodo!
Ti presento i 4 step + 1 (bonus) da compiere per arredare il mobile della tv, così potrai applicarli anche a casa tua, in autonomia, ogni volta che ne hai bisogno.
STEP #1
Scegli un layout
Scegli tra queste 2 tipologie di layout: simmetrico e asimmetrico.
SIMMETRICO: la tv sarà il perno centrale dell’intera composizione e deve essere posizionata esattamente al centro del mobile. Ai lati della tv andrai ad aggiungere oggetti identici e perfettamente simmetrici tra loro, come ad esempio 2 lampade da tavolo uguali, una a destra e l’altra a sinistra della tv, oppure 2 vasi con dentro rami recisi.
Devono essere oggetti volumetricamente abbastanza importanti, per dare carattere a questa zona e per non “perdersi” rispetto alla superficie della tv.
ASIMMETRICO: la tv può essere al centro o decentrata rispetto al mobile sottostante. L’asimmetria viene comunque data dagli oggetti che fanno da contorno alla tv. In questo caso andrai a creare un’unica composizione di oggetti solo da un lato del mobile. La composizione asimmetrica è una soluzione che crea dinamismo, sicuramente meno facile da attuare rispetto al layout simmetrico, ma certamente di grande effetto.
Mettiamo il caso che tu voglia procedere col layout asimmetrico (quello che personalmente preferisco) e procediamo con lo step #2.
STEP #2
Dove mettere il peso
Definisci su quale lato ricreare la composizione armonica di oggetti, se a destra o sinistra della tv.
Se la tv è posizionata decentrata rispetto al mobile sotto, crea la composizione dal lato in cui c’è più spazio.
Se la tv è posizionata al centro del mobile, scegli tu il lato che preferisci. In generale prediligi il lato lontano da punti di passaggio (porte o corridoi).
STEP #3
Caratteristiche gli oggetti
Definito il layout dobbiamo scegliere la tipologia e le caratteristiche principali degli oggetti da utilizzare.
Scegli oggetti grandi, slanciati in altezza, potrebbero anche superare il limite superiore della tv, perché no. L’importante è che sia una composizione di carattere, con pochi oggetti, di diverse altezze, belli e ben posizionati.
Non utilizzare invece una piccola oppure una serie di tanti piccoli oggetti che “dicono poco”, che non catturano l’attenzione e che disorientano lo sguardo.
Una bella composizione deve essere importante, piacevole da guardare ed esprimere la personalità di chi l’ha creata.
STEP #4
Crea una composizione armonica
Scegli un oggetto alto, uno ad altezza media e uno più basso. Posizionali vicini, ma non attaccati, e sfalsati tra loro, come a formare un gruppo coeso. Puoi utilizzare anche un vassoio per creare maggior connessione tra di essi. Il risultato deve essere un gruppo compatto di oggetti, di altezze e volumi differenti.
Ti lascio qui 3 idee su come creare la tua composizione armonica.
OGGETTI ESEMPIO 1:
Alto: vaso con foglia recisa
Medio: vaso con rametti recisi
Basso: pila di libri/riviste
OGGETTI ESEMPIO 2:
Alto: vaso con rami recisi
Medio: poster con cornice appoggiata al muro
Basso: piccolo gruppo di candele o candela singola grande
Nel caso in cui tu abbia realizzato una composizione molto alta puoi andare a bilanciare il tutto con uno o un gruppo di oggetti basso sull’altro lato del mobile. In questo modo, osservando l’intera composizione mobile-tv-oggetti, non avrai una sensazione di sbilanciamento verso un lato.
Oppure, un’alternativa che ti do e se lo spazio lo consente, è quella di aggiungere una bella lampada da terra a lato del mobile (dal lato opposto della composizione principale), così andrai a innalzare l’altezza dell’intera composizione.
Che ne dici? Pensi che riuscirai ad arredare il mobile sotto la tv come hai desiderato fare da tanto tempo? Fammi sapere come va, sono super curiosa! Se desideri approfondire l’argomento scrivi i tuoi dubbi qui sotto nei commenti, sarò lieta di aiutarti.
Finalmente d’ora in poi ti sentirai più sicura e disinvolta ogni volta che inviterai amici e parenti a casa. E ti dirò di più, qualcuno potrebbe accennare una frase del tipo: “Wow, ma che bello, l’hai fatto tu?!”
Io ti lascio al tuo lavoro per rendere bella la tua casa e noi ci diamo appuntamento al prossimo articolo.
Quando si sceglie di ristrutturare il proprio bagno bisogna effettuare parecchie scelte importanti che vanno ad impattare nella vita di tutti i giorni. Sicuramente una delle più importanti riguarda i sanitari.
Per questi elementi del bagno ci sono tantissimi aspetti da decidere in particolare:
colore,
altezza,
rubinetti e sistemi di chiusura,
forma,
tipologia.
L’aspetto che impatta più di tutti gli altri nella quotidianità di chi vive la casa è proprio la tipologia. Infatti, da circa un decennio sono stati realizzati dei sanitari staccati da terra, detti sospesi. Questa tipologia ha sin da subito visto il favore del mercato.
Nello showroom Francesconi 78 a Meldola si può trovare un’ampia scelta di sanitari da toccare con mano per comprendere appieno le varie differenze.
Sanitari Sospesi
I sanitari sospesi sono una novità relativamente recente e hanno sin da subito attirato l’attenzione del pubblico e quindi li possiamo ritrovare in tantissime abitazioni. Fondamentalmente il motivo è presto detto: non essendo appoggiati a terra diventa molto semplice pulire e dare lo straccio sotto di essi.
Tutti noi sappiamo bene quanto sporco si annida tra un vecchio sanitario e il muro. In particolare, perché i bagni più vecchi hanno sanitari staccati dal muro.
Sanitari a terra
Negli anni anche questo elemento del bagno è cambiato molto. Infatti, come abbiamo accennato poco sopra, una volta erano staccati dalla parete ora sono quasi tutti filo parete. Questo comporta che non serve pulire dietro e soprattutto assumono una linea di design notevole e molto ricercata.
Chiaramente sono ancora presenti sul mercato a prezzi molto concorrenziali i classici sanitari a terra staccati dal muro.
Pro e conto Sanitari sospesi o a terra
I sanitari sospesi contribuiscono a creare un’atmosfera complessiva più pulita e ordinata.
I vantaggi dei sanitari sospesi sono riconducibili alla loro funzionalità: essendo praticamente sollevati dal pavimento, è possibile rimuovere germi e batteri arrivando con lo straccio fin sotto di essi (cosa non possibile con quelli fissati a terra) per una massima igiene.
Però si è obbligati ad avere le tubature e gli scarichi rigorosamente a muro. Infatti, nelle vecchie case si trovano solo sanitari a terra mentre in quelle nuove di norma sono corredate di sanitari sospesi.
Attenzione però, allo spessore del muro, non deve mai essere inferiore ai 10 cm, perché non reggerebbe un water e un bidet sospesi. Infatti, questi ultimi possono reggere fino a 400 kg di peso e questo comporta che hanno bisogno di essere fissati con staffe importanti.
Tendenzialmente i sanitari sospesi hanno un costo maggiore rispetto a quelli a terra.
Inoltre, nei sanitati sospesi non servono colle o siliconi speciali per fissarli al pavimento (essendo appunto sospesi), in questo modo si evita anche l’effetto sgradevolissimo del silicone che annerisce con il passare degli anni.
L’ultimo vantaggio dei sanitari sospesi è la loro silenziosità, infatti, essi non scaricano l’acqua a terra come i comuni sanitari, la scaricano sulla parete. Questo evita il diffondersi di fastidiose e percettibili vibrazioni sul pavimento.
Conclusioni
Riassumendo, se avete un bagno piccolo e avete bisogno di renderlo più pratico e funzionale possibile i sanitari sospesi sono la scelta migliore. Fate attenzione però allo spessore del muro dove volete fissarli.
Nel caso invece vogliate realizzare un bagno di design, elegante e raffinato, allora puntate sui sanitari a terra e a filo parete.
Nel caso in cui avete un budget limitato, è meglio optare sui classici sanitari a terra staccati dalla parete. Si trovano quasi sempre offerte imperdibili su questi prodotti.
Oggetto nomade accattivante nell’estetica, unico per funzionalità: VITA Air Purifier è il primo purificatore d’aria portatile rigorosamente Made in Italy. Pensato per i piccoli ambienti le potenti lampade UV-C certificate permettono di eliminare gli agenti patogeni circostanti come virus, batteri, muffe aeriformi. Grazie ad un sistema elettronico evoluto, VITA Air Purifier assicura prestazioni eccellenti contro l’inquinamento indoor pur con dimensioni estremamente contenute. Si porta facilmente in borsa o nello zaino grazie al suo peso di soli 100 grammi e alla pratica custodia in panno.
Aria pulita a portata di mano!
Perfetto da tenere accanto mentre si lavora alla scrivania in ufficio o nello studio di casa. In auto o sul camper si posiziona facilmente nel porta-bicchiere del veicolo. Non solo è ideale anche sui taxi oppure in spazi pubblici come spa, palestre, centri estetici per vivere momenti di benessere e relax in sicurezza; ancora, è pensato per essere utilizzato al tavolo di ristoranti e ovunque si voglia migliorare l’aria che respiriamo. Accanto al letto di notte, migliora l’aria e la qualità del sonno.
In qualsiasi ambiente indoor, domestico e non solo, VITA Air Purifier uccide i batteri nell’aria circostante e sanifica l’ambiente grazie alla sua potente azione disinfestante contro gli agenti patogeni. Una volta attivato sanifica l’ambiente intorno ad esso fino a circa 20/25 mq in circa 20 minuti.
Design Made in Italy
VITA Air Purifier è un progetto pensato e realizzato interamente in Italia. Non richiede nessun tipo di manutenzione o cambio filtri nel tempo. Durante l’uso va collegato tramite l’alimentatore in dotazione o può essere alimentato via cavo USB.
Il suo design minimalista e il plus dei led luminosi nei colori blu, rosso e verde con due configurazioni e tre intensità per adattarsi ad ambienti e usi diversi lo rendono anche un’innovativa idea regalo.
Dal recupero di una scuola abbandonata risalente al 1900 prende vita il progettoArtchimboldi Menorca.
Lo studio Artchimboldi in quindici anni di esperienza nella città di Barcellona, è riuscita a cambiare il concetto di spazio collettivo o aziendale in un ambiente stimolante che favorisce la creatività e il benessere. Dopo le due location a Barcellona, caratterizzate dal calore e dalla cura dei dettagli che migliorano le relazioni e la convivenza, oggi Artchimboldi porta il suo concept a Minorca.
Il nuovo spazio di Minorca è un esclusivo rifugio per aziende progettato per vivere e lavorare insieme in armonia e vicino alla natura. Determinante la scelta dell’edificio: la prima scuola femminile a Sant Lluìs, un piccolo villaggio nel sud-este dell’isola. Un edificio storico costruito nel 1900 ma completamente abbandnato. L’affascinante progetto realizzato dall’ingegnere Anna Truyol e dell’architetto e interior designer Emma Martí.
Il progetto di restauro dell’ex scuola
L’obiettivo era quello di realizzare un intervento minimo e non invasivo al fine di preservare la storia e l’anima dell’ex scuola. Con le idee chiare, il primo passo è stato eliminare tutto ciò che non faceva parte del volume originale. I soffitti sono stati mantenuti, ottenendo spazi alti fino a sei metri, con travi e listelli in legno e travi a graticcio. Questa prima azione ha dato vita a due open space, distribuiti su due piani, molto spaziosi e luminosi. “L’idea era quellaal di realizzare ambienti caldi e accoglienti che invitassero alla condivisione e incoraggiassero la creatività e l’apertura mentale“, afferma Truyol.
Questo approccio rispettoso, quasi di restauro artistico, è evidente nelle pareti di marés (roccia sedimentaria detritica) piene di imperfezioni, che sono state lasciate allo stato originale. «Sono state dipinte di bianco solo per preservare la trama del muro, in questo modo continuano ad avere vita”, spiega Martí. L’effetto è rafforzato dai pavimenti in cemento lucidato selvaggio e l’implementazione di travi e listelli in legno con travi di camere Marés esistenti.
In corso d’opera sono stati aggiornati tutti gli impianti e il tetto è stato completamente rifatto per migliorare l’effficienza dell’edificio.
Gli ambienti di Artchimboldi Menorca
Il primo piano è stato concepito come zona giorno e cucina con accesso ad un patio esterno. Gli interni sono caratterizzati da mobili da cucina realizzati su misura in legno laccato e una combinazione di tavoli in diversi formati. Disegnati da Artchimboldi, i tavoli creano un’ampia superficie per pasti, riunioni e aree di lavoro. Una lastra di 4×4 metri, disegnata dai project manager e realizzata su misura, è un cenno al passato dell’edificio. Si tratta di un tratto caratteristico di Artchimboldi, un pezzo inaspettato che risveglia illusione, partecipazione e creatività. Un’antica libreria vi accoglie all’interno, e un salottino con pouf permette di creare uno spazio accogliente per il relax e la lettura. Una volta fuori, il patio ospita una piscina progettata da Emma Martí e ricoperta di microcemento bianco sporco.
Il piano superiore ospita invece la zona riposo. L’arredo rispecchia la filosofia creativa di Artchimboldi: otto cubi letto in pino delle Fiandre, due matrimoniali e sei singoli, dotati di futon in cotone biologico e lana, lenzuola e tende in lino. Una scala permette l’accesso al tetto dei cubi, dove è anche possibile dormire. Uno spazio sotto il letto permette di riporre valigie, scarpe ed effetti personali. Questo spazio di archiviazione, insieme a una libreria su misura disegnata da Anna Truyol, semplifica e rende più flessibile l’uso dei mobili.
La filosofia di Artchimboldi
“Progettando Artchimboldi Menorca ho voluto trasferire tutto ciò che ho potuto osservare e testimoniare con la mia esperienza ospitando ogni tipo di azienda negli spazi di Barcellona. Il mondo degli affari si è evoluto molto, fortunatamente verso organizzazioni più amichevoli con leader più vicini che promuovono valori, cultura aziendale e spirito di squadra. In questo senso, Artchimboldi Menorca è anche uno spazio che offre un ulteriore passo in questa nuova cultura aziendale, fornendo bellezza, funzionalità e creatività in un ambiente naturale e umano speciale e unico come la Minorca”, spiega Anna Truyol.