15 Ottobre 2021 / / Dettagli Home Decor

piano cucina nero in pietra sinterizzata
Lapitec nero velluto

Non sai come orientarti nella scelta del top cucina? Per aiutarti a scegliere, ecco i pro e contro dei materiali più diffusi.

Quando si è in procinto di arredare la cucina, la scelta del piano di lavoro merita la giusta attenzione: non solo dovrà essere in armonia con lo stile dell’arredo, ma anche resistente, pratico e funzionale. Nel corso degli anni il mercato del settore si è arricchito di nuovi prodotti che rendono la scelta sempre più difficile: materiali di nuova generazione e spesso brevettati, si affiancano a quelli tradizionali anch’essi migliorati nelle prestazioni. E allora quali scegliere? Dovrai prendere in considerazione diversi aspetti prima di decidere quale sia il top cucina adatto alle tue esigenze. Ma vediamo quali sono i materiali più diffusi e le diverse caratteristiche.

I materiali compositi

Negli ultimi anni si sono diffuse le superfici tecniche, ovvero materiali compositi in grado di riprodurre fedelmente pietre marmi e quarzi, ma con prestazioni tecniche decisamente superiori.

cucina moderna con top al quarzo
cucina Stosa Aliant con piano in Okite

Quarzi tecnici, compositi o pietra ingegnerizzata, commercializzati con nomi differenti sono composti da un’elevata percentuale di polveri o graniglie di quarzo naturale, al quale si aggiungono pigmenti, additivi più una piccola percentuale di resine leganti. Il risultato finale è un prodotto bello e durevole, in grado di resistere alla corrosione degli acidi e alle macchie, è anche facile da pulire, soprattutto se in finitura lucida. Inoltre, grazie alla presenza di additivi nell’impasto, offrono proprietà antibatteriche. Unico svantaggio, la bassa resistenza al calore.

top cucina in pietra sinterizzata effetto marmo
pietra sinterizzata Lapitec

Gres e pietre sinterizzate

Proposti in maxi formati e spessori sottili, il gres porcellanato e le pietre sinterizzate di nuova generazione sono perfetti per i top cucina. Grazie alla tecnologia di stampa digitale ad alta risoluzione, sono in grado di imitare alla perfezione marmi, pietre naturali e qualsiasi altro materiale o soggetto. Anche se la composizione è diversa, sono entrambi naturali al 100%, riciclabili, super compatti e non porosi, caratteristica che li rende anche molto igienici e facili da pulire. Top in gres e pietre sinterizzate sono resistenti ai graffi, alle macchie, agli acidi e non temono il calore. Se dotati del giusto supporto sono resistenti anche ai colpi. Sono a tutta massa, uguali in tutto il loro spessore. Questo significa che, in caso di leggera scalfittura, il danno è quasi impercettibile perché la superficie e la parte sottostante sono identiche.

isola cucina con piano in acciaio inox
cucina Doimo D12 piano acciaio inox

Materiali naturali

Legno, marmo e acciaio, da sempre utilizzati per i piani di lavoro delle cucine, a seconda della tipologia, sono perfetti sia per ambienti classici sia moderni. Esteticamente belli e di pregio, necessitano di cure e attenzioni.

Il legno è il più naturale di tutti i materiali, ma per una questione ambientale è meglio evitare i top realizzati con specie legnose provenienti da foreste equatoriali o tropicali, le più minacciate, privilegiando quelli che provengono da foreste gestite in modo sostenibile e certificate “FSC”. Il piano lavoro in legno massello è facile da pulire e molto durevole se tenuto in modo attento, inoltre può essere levigato e riverniciato.  La superficie di un top in legno si può graffiare con i coltelli, nel tempo si può danneggiare con l’acqua, è soggetto a crepe senza manutenzione, inoltre va oliato e verniciato frequentemente.

Caratteristica principale del marmo è la lucentezza, dovuta ai cristalli che lo compongono e che ne determinano il valore. Dal punto di vista tecnico, i piani di lavoro in marmo sono resistenti al calore, ma temono le macchie. Anche se vengono forniti con trattamento idro-oleorepellente di serie, è necessario proteggerlo periodicamente, seguendo le indicazioni del produttore. La finitura più resistente alle macchie è quella lucida.

I piani di lavoro in acciaio inox offrono numerosi vantaggi, principalmente legati alle proprietà di questo materiale. Sono molto igienici e antibatterici, facilitano l’uso del piano lavoro grazie alla forte resistenza agli urti e la facilità di pulizia delle macchie. Il problema in questo caso sono i graffi: per evitarli il consiglio è di scegliere un top cucina in acciaio con finitura spazzolata o goffrata.

cucina moderna con isola e banco snack
cucina Doimo D20 piano in Okite

Come scegliere il top cucina

In fase di scelta dei materiali per il piano lavoro della cucina occorre tenere in considerazione 3 aspetti: stile, funzionalità e prezzo.

Il top cucina è un vero e proprio componente d’arredo, per questo dovrà essere in sintonia con tutti gli altri elementi presenti in cucina.

Nella valutazione tra funzionalità ed estetica è importante considerare quanto frequentemente si utilizza la cucina. Per chi ama cucinare, la soluzione ideale potrebbe essere un top cucina particolarmente resistente. Al contrario chi trascorre la maggior parte del tempo fuori casa e utilizza poco la cucina, può puntare più sul lato estetico dando meno importanza alla resistenza del piano.

Come abbiamo visto i materiali per top cucina sono molti, ognuno con caratteristiche differenti così come i prezzi. Quando si sceglie il piano lavoro va sempre considerato il budget a disposizione per orientarsi sul prodotto con il miglior rapporto qualità prezzo.

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15 Ottobre 2021 / / Blogger Ospiti

Chi ha appena acquistato una casa o desidera ristrutturare la propria abitazione, deve far fronte a tutta una serie di costi e imprevisti a cui andare incontro. È per questo che il primo passo da compiere è quello di fare una stima dettagliata, con preventivi alla mano, dei costi di ristrutturazione, totale o parziale, necessari per effettuare i lavori di ristrutturazione casa.

Per calcolare il preventivo di una ristrutturazione edilizia serve un’attenta valutazione durante tutte e cinque le fasi della ristrutturazione, e cioè:

  • Sopralluogo: la ditta incaricata di effettuare i lavori di ristrutturazione, dopo aver stimato un preventivo, effettua un sopralluogo nell’abitazione per iniziare a calcolare con precisione i costi necessari, per valutare lo stato dell’immobile e la fattibilità degli interventi, per scegliere i materiali.
  • Preparazione dei documenti necessari: l’impresa specializzata a cui ci si affiderà, saprà indicare e procurare i documenti necessari per richiedere l’inizio dei lavori.
  • Inizio del cantiere: quando tutti i permessi sono stati ottenuti, si può iniziare a lavorare alla ristrutturazione edilizia.
  • Verifiche durante i lavori: il capocantiere, gli architetti e i geometri si occuperanno di supervisionare costantemente i lavori.
  • Fine dei lavori e consegna: l’ultima fase è quella più importante perché è in gioco la soddisfazione del cliente.

Se si ha la necessità di ristrutturare la propria abitazione oppure è appena capitata l’occasione di acquistare la casa dei propri sogni ma non si dispone della liquidità necessaria, è bene sempre valutare l’ipotesi di richiedere un prestito per ristrutturare casa (dettagli qui), soprattutto in questo periodo storico in cui lo Stato spesso sovvenziona bonus anche al 100%.

Le spese di ristrutturazione: cosa calcolare

Come è facilmente intuibile, dunque, non è possibile stabilire con precisione matematica quali saranno i costi per ristrutturare una casa o un appartamento, ma è possibile calcolare alcuni elementi che incidono in maniera più o meno significativa sulle spese finali.

In primis, vi sono i materiali edili utilizzati, forse tra i fattori che più incidono sul prezzo finale della ristrutturazione: se si scelgono materiali di qualità, saranno sì più cari ma soprattutto più performanti e duraturi. In questo tipo di investimento, va tenuto conto del fatto che risparmiare oggi può voler dire spendere molto di più in futuro, per ripristinare un danno del tempo o dell’usura.

Anche la posizione, e dunque l’accessibilità dell’appartamento, incide sul prezzo finale, poiché serviranno più permessi e maggiori spese di cantiere se servirà occupare il suolo pubblico per ristrutturare l’appartamento.

Nella computa del prezzo per la ristrutturazione di una casa, inoltre, non vanno dimenticati dei costi variabili, come gli imprevisti, il costo della manodopera o il possibile aumento del costo dei materiali.

Entrando più nel dettaglio, è possibile fare una stima che riguarda i costi di ristrutturazione completa di un appartamento al mq:

  • Partendo dalla fase iniziale, quella di demolizione di piastrelle, sanitari, tramezzi, pareti, porte e finestre presenti in casa, e smaltimento dei materiali di risulta in una discarica autorizzata, si considera la spesa di circa 20€/mq; questo costo viene calcolato, oltre ai metri quadri, anche in kg di materiale da portare in discarica.
  • Per costruire le pareti in cartongesso, per creare nuove stanze o cambiare la disposizione dei tramezzi, si spendono circa 35€/mq.
  • Pavimentazione, posa in opera e massetto costano circa 45€/mq, ma il costo del rifacimento dei pavimenti dipende molto dal tipo di materiale scelto (resina e grès sono quelli più economici).
  • Per quanto riguarda i costi di messa a norma dell’impianto elettrico con quadro, serve spendere circa 45€/punto luce, considerando prese, interruttori, luci.
  • Per rifare l’impianto termoidraulico con caldaia, invece, il costo medio si calcola a corpo, così come per le spese di bagno e cucina.
  • Per quanto riguarda l’isolamento e/o la coibentazione delle pareti, il prezzo varia molto in base al tipo di pannello scelto e ai materiali impiegati, per un prezzo che oscilla dai 30 ai 100€/mq.
  • La tinteggiatura e la pittura delle pareti, dopo averle rasate, costano circa 10€/mq, e consiste in tre mani di pittura; ovviamente, il costo può variare in base al particolare tipo di tinta scelta.
  • Le porte e le finestre, infine, costano circa 200€/pz se sono in legno, ma anche in questo caso il costo dipende dal montaggio, dal materiale utilizzato, dalla qualità e dalle finiture degli infissi.

A queste somme totali, va aggiunto il +10%, che corrisponde all’ammontare dell’IVA.

Questo è un esempio-tipo di preventivo rilasciato da una ditta edile, motivo per cui è sempre importante chiedere un preventivo per un lavoro di ristrutturazione per un appartamento, per farsi un’idea del budget necessario alla ristrutturazione e per confrontarlo con altri preventivi.

14 Ottobre 2021 / / Dettagli Home Decor

Zooco Estudio progetto  Amalarico

“Un luogo dove hai abbastanza e non più del necessario. Questa è la chiave per creare un ambiente creativo”, così Zooco Estudio  riassume il suo progetto di una mini casa-studio per un artista nella periferia di Madrid.

Nel sobborgo Tercio y Terol, situato nel quartiere madrileno di San Isidro, a Carabanchel, Zooco Estudioz è stato incaricato di progettare lo studio di un artista poliedrico all’interno di una casa piccola. Nonostante le dimensioni ridotte, i progettisti hanno creato un ambiente stimolante per favorire le attività creative del committente, come scrivere, dipingere o meditare.

Austerità, calore e luce naturale sono i tre concetti alla base del progetto chiamato Amalarico.

studio con soppalco
Zooco Estudio progetto Amalarico – foto Imagen Subliminal
corridoio con grande vetrata
Zooco Estudio progetto Amalarico – foto Imagen Subliminal

L’austerità è data dalla funzionalità obbligatoria di tutti gli elementi che intervengono nella progettazione di questa mini casa-studio: elementi contenitivi, spazi espositivi e zone di lavoro.

terrazza collegata allo studio
Zooco Estudio progetto Amalarico – foto Imagen Subliminal
soppalco con scala a pioli
Zooco Estudio progetto Amalarico – foto Imagen Subliminal

Il calore è dato dalla scelta di utilizzare materiali naturali, come rovere, rattan e vimini, per gli arredi su misura. Questa combinazione, insieme al bianco delle pareti e delle capriate metalliche, contribuisce a definire il carattere dello studio.

specchio per ingrandire lo spazio
Zooco Estudio progetto Amalarico – foto Imagen Subliminal
studio luminoso
Zooco Estudio progetto Amalarico – foto Imagen Subliminal

Per rendere lo spazio più luminoso i progettisti hanno creato aperture più grandi che lasciano entrare abbondante luce naturale, con l’aggiunta di specchi posizionati in punti strategici per provocare diversi giochi visivi che fanno sembrare lo spazio molto più ampio.

Lo spazio si sviluppa su due livelli collegati da una scala a pioli in legno. Il piano terra si apre su una terrazza dove si può uscire per stare a contatto con la natura mentre la parte superiore è stata allestita come zona di meditazione.

scala interna salvaspazio
Zooco Estudio progetto Amalarico – foto Imagen Subliminal

Lo studio è accessibile attraverso una scala in muratura bianca, che funge anche da elemento contenitivo grazie alle ante in legno utilizzate per chiudere il sottoscala.

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14 Ottobre 2021 / / Dettagli Home Decor

Arriva HiAm, il letto intelligente di Hi-Interiors che accompagna le persone in una dimensione di puro benessere, aiutandole a scoprire sé stesse attraverso il potere rigenerante dell’ozio.

Nell’epoca dello smart working e delle chiusure forzate, tra didattica a distanza e fitness tra le mura domestiche, i consumatori hanno iniziato a esprimere la necessità di ridisegnare i propri spazi abitativi con l’obiettivo di trasformarli in autentiche oasi di benessere per il proprio relax. I letti smart proposti dal brand Hi-Interiors, conosciuti con il nome generico di hibed, sono stati creati proprio per questo: offrire una risposta innovativa ai nuovi bisogni dell’abitare contemporaneo.

Negli hibed di Hi-Interiors l’impiego della tecnologia si inserisce in un concetto olistico molto più ampio e si sviluppa su tre livelli principali: benessere, intrattenimento e salute.

L’esperienza che si vive all’interno di un hibed mette l’accento sui nuovi modi di vivere e come la tecnologia possa integrarsi – al meglio – nelle nostre vite. Gli hibed mostrano la capacità di essere uno sleep coach dotato di un sistema di intrattenimento professionale, scenari digitali e sveglie intelligenti, che sarà presto pronto a rispondere anche ai comandi vocali e ad assumere la funzione di vero e proprio health coach, il tutto animato dallo spirito del miglior design italiano.

Con il lancio ufficiale di HiAm, il brand afferma l’unicità di una nuova categoria di prodotto come un vero e proprio hub dedicato al benessere fisico e mentale della persona, una creatura intelligente e sofisticata, animata da iconici elementi del Made in Italy.

letto a baldacchino tecnologico
letto smart HiAm di Hi-Interiors

Il nuovo letto smart HiAm di Hi-Interiors è una vera e propria oasi di riposo e di benessere in cui riscoprire il vero significato dell’ozio, inteso come fonte primaria di creatività per la realizzazione personale dell’individuo.

Il design di HiAm si basa sulla leggerezza e sulla versatilità, ben rappresentate dalle peculiari scelte delle materie prime impiegate, come legno o alluminio, ma anche nella scelta di avvolgere il potenziale tecnologico nelle linee del prodotto, dando vita a un’estetica sobria ed essenziale. Le eleganti curvature in alluminio hanno permesso al brand Hi-Interiors di ornare questo nuovo hibed con un materiale ecosostenibile, leggero e al tempo stesso estremamente resistente.

letto smart con Tv 70 pollici
letto smart HiAm di Hi-Interiors – Photo ©Andrea Sanna

HiAm è dotato di luci di lettura e ambientali, di un sistema audio in alta definizione, di uno schermo da 70 pollici e di un proiettore 4k, nonché di reti motorizzate programmate per i massaggi e di un diffusore di fragranze con cui rendere unici i propri momenti di relax; il tutto attivabile grazie a una app iOS nativa. Il letto a baldacchino proposto dal brand, grazie al supporto garantito da sensori IoT, sarà anche in grado di raccogliere dati sul sonno e sull’ambiente. Tra le funzioni dei sensori vi è anche quella di rilevare tutti quei rumori che potrebbero disturbare il sonno, con la possibilità di identificare anche la temperatura ideale per un tranquillo riposo.

letto a baldacchino con schermo TV e luci
letto smart HiAm di Hi-Interiors

HiAm è in vendita esclusiva sul sito ufficiale di Hi-Interiors.com grazie ad un servizio di concierge personalizzato.

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Pergolati, tettoie, gazebi, pergotende e verande sono una serie di elementi che possono essere messi su terrazzi e giardini che si differenziano tra di loro per alcune caratteristiche che dovresti conoscere.

Perché dovresti conoscere queste differenze? Perché determinano la possibilità o meno di essere realizzati e la necessità di farlo con un procedimento edilizio o meno.

mailling list per ristrutturare casa

Partiamo da un punto (purtroppo) fermo: gli adempimenti legati alla realizzazione di pergolati, tettoie, gazebi, verande e pergotende sono qualcosa di fumoso.

Il motivo è che si tratta di elementi edilizi marginali e lo stesso legislatore non è mai stato molto chiaro sulla definizione di questi elementi, demandando spesso alle amministrazioni locali tale compito.

Quindi quasi sempre bisogna fare riferimento ai regolamenti edilizi locali per trovare qualche informazione. E questi regolamenti edilizi variano da Comune a Comune…quindi quello che per un Comune può essere un pergolato per un altro è un gazebo…

Ti faccio un esempio.

Non so se ti sei interessato delle detrazioni fiscali, in particolare del superbonus. Comunque ad un certo punto viene fuori che rientrano nelle detrazioni fiscali anche i “pergolati fotovoltaici”.

Se tu provassi a presentare una pratica edilizia per realizzare un pergolato fotovoltaico a Salerno (la città dove vivo e lavoro attualmente) ti verrebbe bocciata. Perché qui il pergolato deve obbligatoriamente essere aperto superiormente (cioè ci deve piovere dentro…) e la presenza dei pannelli fotovoltaici costituisce una copertura.

Quindi niente “pergolati fotovoltaici” a Salerno?

No tutt’altro: solo che devi chiamarli “gazebi fotovoltaici”…perché il gazebo è per definizione coperto e quindi va bene.

Oh intendiamoci: a Salerno non sono usciti di testa, questa interpretazione ha un fondo di ragione. Ma non c’è dubbio che il fatto che manchi una terminologia comune per questi elementi crei confusione.

Anche per i tecnici alle volte l’interpretazione è complessa, figuriamoci per un semplice proprietario di casa che vuole realizzare uno di questi lavori nel suo terrazzo o giardino.

COSA DICE IL CONSIGLIO DI STATO

Un po’di ordine l’ha fatto il Consiglio di Stato nel 2017, con una sentenza relativa ad una causa in cui si parlava di un abuso legato ad un pergolato.

A noi non interessa la vicenda in sé (che tra l’altro è relativa ad un presunto abuso realizzato in provincia di Salerno) ma il fatto che in questa sentenza il giudice si è preso la briga di mettere nero su bianco le definizioni di pergolati, tettoie, gazebi, pergotende e verande, oltre che i vari regimi autorizzativi.

Siccome mi pare fatta bene e concordo con quasi tutto quello che c’è scritto, partiremo da questa sentenza per mettere nero su bianco queste definizioni. Se ti interessa approfondire è la numero 306 del 2017.

LA CLASSIFICAZIONE DELLE STRUTTURE ESTERNE

Quello che ci interessa si trova nella premessa della sentenza 306/2017. Sebbene il giudice che l’ha scritta non sia un tecnico, ha fatto un’analisi puntuale e corretta della situazione e quindi vale la pena leggere quali sono le sue conclusioni.

Come abbiamo anticipato possiamo individuare cinque tipologie di strutture esterne:

  1. Pergolato
  2. Tettoia
  3. Gazebo
  4. Pergotenda
  5. Veranda

Pergolato

pergola

«Il pergolato costituisce una struttura realizzata al fine di adornare e ombreggiare giardini o terrazze e consiste, quindi, in un’impalcatura, generalmente di sostegno di piante rampicanti, costituita da due (o più) file di montanti verticali riuniti superiormente da elementi orizzontali posti ad una altezza tale da consentire il passaggio delle persone.

Il pergolato, per sua natura, è quindi una struttura aperta su almeno tre lati e nella parte superiore e normalmente non necessita di titoli abilitativi edilizi.

Quando il pergolato viene coperto, nella parte superiore (anche per una sola porzione) con una struttura non facilmente amovibile (realizzata con qualsiasi materiale), è assoggettata tuttavia alle regole dettate per la realizzazione delle tettoie.»

All’interno della sentenza si richiama un’altra sentenza del Consiglio di Stato, la n. 5409 del 29 settembre 2011 (Consiglio di Stato, Sezione IV):

«Il pergolato ha una funzione ornamentale, è realizzato in una struttura leggera in legno o in altro materiale di minimo peso, deve essere facilmente amovibile in quanto privo di fondamenta, e funge da sostegno per piante rampicanti, attraverso le quali realizzare riparo e ombreggiatura di superfici di modeste dimensioni.»

Riassumiamo quindi le caratteristiche del pergolato:

  • Il pergolato ha la funzione di adornare giardini e terrazze e creare ombreggiamento;
  • Il pergolato è costituito da una struttura leggera che deve essere aperta su tre lati e anche superiormente, adatta a far crescere rampicanti;
  • Non deve avere fondazioni e deve essere facilmente amovibile;
  • Non necessita di permesso di costruire o altro titolo edilizio.

Su quest’ultimo aspetto però non sono pienamente d’accordo. Dobbiamo fare un chiarimento.

Procedimenti edilizi

In linea di principio concordo sul fatto che per realizzare un pergolato non serva un permesso di costruire, però non è vero che non serve nessuna pratica edilizia. O meglio: non serve sempre.

(E tra l’altro non è vero che può sempre essere realizzato e che può essere fatto senza limitazioni…)

Partiamo da un presupposto: installando un pergolato stai in qualche modo realizzando una trasformazione del territorio, almeno semi-permanente (per quanto minima). Perché se è vero che non vai a realizzare fondazioni è anche vero che non stai mettendo una tenda che la sera chiudi e ti metti in casa.

Detto ciò esiste dal 2018 un documento chiamato “glossario dell’edilizia libera” in cui sono riportate tutte le opere che possono essere realizzate senza nessuna pratica edilizia.

A pagina 9 di questo documento troviamo tra le opere:

«Pergolato, di limitate dimensioni e non stabilmente infisso al suolo»

Se rispetta queste caratteristiche puoi realizzare il pergolato senza nessuna pratica edilizia.

Ma quali sono queste “limitate dimensioni”?

Naturalmente non viene detto…bisogna ancora una volta fare riferimento a regolamenti edilizi Comunali e al buon senso delle persone (giustamente la legge ha deciso di lasciare una zona grigia, come se non ce ne fossero abbastanza).

Poi c’è la questione del “non stabilmente infisso al suolo”. Cosa vuol dire? Che prendo un pergolato magari di legno e lo appoggio a terra?

Sì per carità, può essere…con delle zavorre si può fare. Ma personalmente ho visto per lo più pergolati che sono stabilmente infissi al suolo con tiranti, viti, resine o qualsiasi altra cosa.

E in questi casi una pratica edilizia serve: solitamente si parla di una SCIA (non la CILA per quanto mi riguarda).

In realtà sai cosa devi fare per capire se ci vuole o meno una pratica edilizia per il pergolato che vuoi montare in giardino?

Prenditi il regolamento edilizio del tuo Comune e studiatelo.

E se sul regolamento non trovi nulla telefona all’ufficio tecnico comunale e chiedi.

Ma la cosa migliore è sempre questa: trovati un tecnico (non un rivenditore di pergole mi raccomando!) e chiedigli quanto meno una consulenza. Meglio se gli affidi il progetto della pergola.

Comunque non abbiamo finito in quanto a burocrazia.

Procedimenti strutturali

Installando un pergolato stai realizzando a tutti gli effetti una struttura. Struttura sotto cui si dovranno stare delle persone.

Quando si realizza una struttura solitamente bisogna ottenere un’autorizzazione specifica dal Genio Civile. E naturalmente presentare grafici e calcoli strutturali per ottenere l’autorizzazione.

Per i pergolati è necessario?

La risposta è NI.

Nel senso che come principio, data la tipologia di struttura con cui sono solitamente realizzati i pergolati e date le loro dimensioni modeste, possono essere classificati come strutture “non rilevanti”, quindi non soggette ad autorizzazione del Genio Civile.

Ora non ti voglio tediare con estratti di leggi che rimandano ad altre leggi che rimandano ad altre leggi. Questa interpretazione è data dalla lettura combinata del d.pr. 380/2001 (articolo 94) e del decreto del MIT del 30 aprile 2020.

Ma detto ciò l’individuazione e le caratteristiche delle strutture “non rilevanti” è sostanzialmente demandato alle Regioni, che dovrebbero aver predisposto degli elenchi specifici. Quindi in una Regione potrebbe essere necessario e in un’altra no.

Solitamente non è necessaria ma io non ci metto la mano sul fuoco.

Procedimenti paesaggistici

Infine se casa tua si trova in una zona tutelata paesaggisticamente, per installare un nuovo pergolato devi ottenere l’autorizzazione paesaggistica.

A seconda della dimensione del pergolato l’autorizzazione può essere ottenuta con procedimento semplificato (fino 30mq) oppure normale (oltre 30mq).

Il semplificato dovrebbe essere più rapido e comporta la produzione di meno documenti. Ma è una questione di cui si occuperà il tecnico.

La cosa comunque non è banale perché ogni Comune e ogni Soprintendza fornisce le sue interpretazioni.

Il consiglio è quello che ti ho dato prima: chiedi agli uffici tecnici ma soprattutto rivolgiti ad un tecnico locale.

Una nota a chiusura di questo paragrafo: tutte le riflessioni generiche che abbiamo appena fatto in relazione ai vari procedimenti edilizi/strutturali/paesaggistici valgono pari pari per tettoie e gazebi…nei prossimi paragrafi ti dirò le eventuali varianti per la tipologia specifica di struttura esterna, ma le cose generiche rimangono tali quali.

Tettoia

tettoie

Come forse hai notato leggendo l’estratto della sentenza che ti ho riportato sopra, ad un certo punto dice che:

«Quando il pergolato viene coperto, nella parte superiore (anche per una sola porzione) con una struttura non facilmente amovibile (realizzata con qualsiasi materiale), è assoggettata tuttavia alle regole dettate per la realizzazione delle tettoie.»

Giusto per capirci: se prendi un pergolato e lo copri, ad esempio con un tavolato e delle tegole, diventa una tettoia.

Quando queste tettoie sono addossate agli edifici (cioè nella gran parte dei casi) determinano uno spazio sottostante detto patio.

Quando una tettoia è autonoma di solito viene classificata come gazebo (ne parliamo nel prossimo paragrafo).

Date le sue caratteristiche la tettoia viene quasi sempre trattata in modo differente rispetto ai pergolati da parte dei vari regolamenti edilizi. Quindi troverai le specifiche disposizioni al loro interno.

Giusto per farti capire la complessità dell’argomento, che si basa su cavilli, ti riporto l’estratto di una recente sentenza del TAR della Campania (toh…pare che qui in Campania costruire manufatti senza pratiche edilizie sia alquanto comune):

«Quando le tettoie incidono sull’assetto edilizio preesistente, non possono essere considerate quali interventi di manutenzione straordinaria ai sensi dell’ art. 3, comma 1, lett. b), D.P.R. n. 380 del 2001, in quanto non consistono nella rinnovazione o nella sostituzione di un elemento architettonico, ma nell’aggiunta di un elemento strutturale dell’edificio, con modifica del prospetto, perciò la relativa costruzione richiede il preventivo rilascio del permesso di costruire, non essendo assentibile con semplice DIA, anche in ragione della perdurante modifica dello stato dei luoghi»

(T.A.R. Campania, Napoli, sez. II, 29/04/2019, n. 2284)

(NB: qui si parla di DIA perché riguarda un caso abbastanza indietro nel tempo…ora esiste la SCIA)

Gazebo

gazebi

Il gazebo è un elemento che non ha mai avuto un grande riconoscimento a livello edilizio-urbanistico.

In alcuni regolamenti locali era presente, ma nelle leggi nazionali mai. Almeno fino all’emanazione del glossario dell’edilizia libera di cui abbiamo parlato prima.

Vedremo a breve cosa dice il glossario in merito ai gazebi. Prima vediamo la definizione della sentenza del Consiglio di Stato:

«Il gazebo nella sua configurazione tipica, è una struttura leggera, non aderente ad altro immobile, coperta nella parte superiore ed aperta ai lati, realizzata con una struttura portante in ferro battuto, in alluminio o in legno strutturale, talvolta chiuso ai lati da tende facilmente rimuovibili.

Spesso il gazebo è utilizzato per l’allestimento di eventi all’aperto, anche sul suolo pubblico, e in questi casi è considerata una struttura temporanea. In altri casi il gazebo è realizzato in modo permanente per la migliore fruibilità di spazi aperti come giardini o ampi terrazzi.»

Riassumiamo le caratteristiche del gazebo:

  • Il gazebo è una struttura isolata, quindi non addossata all’edificio;
  • Il gazebo deve essere realizzato in struttura leggera, coperta superiormente e aperta ai lati;
  • Può essere chiuso ai lati ma con elementi leggeri e facilmente amovibili;
  • Può essere sia temporaneo (cioè amovibile) che fisso.

Per installare un gazebo serve una pratica edilizia?

Il glossario dell’edilizia libera dice che i “Gazebo, di limitate dimensioni e non stabilmente infisso al suolo” rientrano nell’edilizia libera. Esattamente come i pergolati. Quindi nessuna pratica edilizia.

Però valgono le medesime riflessioni fatte per il pergolato: quando un gazebo ha dimensioni limitate e quando non è stabilmente infisso al suolo?

In questi casi no pratica edilizia…in tutti gli altri sì.

Ma come già detto: vai a vederti i regolamenti edilizi locali per capire quali sono gli obblighi reali nel tuo Comune.

Pergotenda

pergotende

La sentenza del Consiglio di Stato in merito alla pergotenda è articolata e frammentata. Riportartela significherebbe inserire lunghissimi estratti abbastanza spezzettati, per poi prendere una frase qua e là. Ho preferito riassumerti i punti salienti.

La cosa principale è che la pergotenda viene qualificata come mero arredo esterno.

A patto che:

  • sia di modeste dimensioni (toh);
  • non modifichi la destinazione d’uso degli spazi esterni;
  • sia facilmente ed immediatamente rimovibile.

Con queste caratteristiche la pergotenda rientra nell’edilizia libera: niente pratica edilizia, niente pratica strutturale, niente pratica paesaggistica.

Lo dice anche il glossario dell’edilizia libera che la classifica come: “Tenda, Tenda a Pergola, Pergotenda, Copertura leggera di arredo”

Ma cos’è una pergotenda?

Il nome dovrebbe esserti di aiuto: pergola+tenda.

Sostanzialmente sono le classiche tende a sbraccio…quelle che vedi spesso appese alle pareti esterne delle case. Quando a queste viene associata una struttura leggera che la sostiene (con dei montanti a terra sostanzialmente) ecco che diventa pergotenda.

Però attenzione…non deve essere una struttura tipo pergolato (che abbiamo visto sottostare a norme diverse), ma veramente una mera struttura di supporto.

Te lo dico perché purtroppo molti produttori (e clienti finali) hanno sfruttato questa definizione particolare per realizzare dei veri e propri pergolati a cui hanno messo delle tende…che poi sono diventate coperture fisse e che poi hanno chiuso ai lati trasformandole in vere e proprie verande.

Che sono un’altra cosa…

Veranda

verande

La veranda è croce e delizia dell’Italiano.

“metto su una veranda così ho una stanza in più”

Sì ok…però attenzione.

Torniamo alla sentenza del Consiglio di Stato che, parlando della veranda, fa riferimento Regolamento Edilizio Tipo.

Non approfondiamo qui cosa sia il Regolamento Edilizio Tipo, ti basti sapere che si tratta di un documento pubblicato nel 2016, è che fornisce una sorta di canovaccio a cui dovranno conformarsi tutti i regolamenti edilizi dei vari Comuni (lo hanno fatto veramente in pochi finora).

Ad ogni modo, anche se non è ancora molto diffuso, ci sono varie definizioni interessanti, tra cui quella di veranda:

«Locale o spazio coperto avente le caratteristiche di loggiato, balcone, terrazza o portico, chiuso sui lati da superfici vetrate o con elementi trasparenti e impermeabili, parzialmente o totalmente apribili»

A questola sentenza 306/2017 aggiunge:

«La veranda, realizzabile su balconi, terrazzi, attici o giardini, è caratterizzata quindi da ampie superfici vetrate che all’occorrenza si aprono tramite finestre scorrevoli o a libro. Per questo la veranda, dal punto di vista edilizio, determina un aumento della volumetria dell’edificio e una modifica della sua sagoma e necessita quindi del permesso di costruire»

Facciamo il riassunto e poi qualche riflessione:

  • La veranda è un locale coperto chiuso ai lati con infissi
  • La veranda è un vero e proprio volume urbanistico ed edilizio…è un ambiente in più della casa
  • La veranda può essere realizzata solo con il permesso di costruire

Chiaro quindi? La veranda è una stanza in più della casa e richiede permesso di costruire e pagamento del contributo di costruzione. Quando è possibile realizzarla.

Lo so che c’è chi spaccia l’installazione di sistemi apribili sulle terrazze come “senza bisogno di pratiche edilizie”. È una palla. Anche le finestre di casa sono apribili… per caso camera tua non è un volume della casa?

Altra cosa: se la veranda chiude con un infisso un balcone-terrazzo-loggia non hai bisogno di deposito strutturale. Ma se prevede anche una copertura (vetrata o meno…non importa) stai realizzando una nuova struttura. Quindi progetto strutturale e deposito.

E naturalmente serve sempre l’autorizzazione paesaggistica se l’immobile è in area vincolata.

mailling list per ristrutturare casa

STRUTTURE ESTERNE? OCCHIO AI REGOLAMENTI EDILIZI

Abbiamo fatto una disamina credo abbastanza completa di tutte le tipologie di strutture esterne che puoi montare in terrazzi, balconi e giardini.

Come avrai capito, sebbene qui abbiamo dato definizioni genericamente valide, anche grazie alla sentenza del Consiglio di Stato a cui abbiamo fatto riferimento più volte, ogni Comune potrebbe rappresentare un mondo a sé stante in merito ad interpretazioni e limitazioni.

Ancora una volta ti faccio un esempio legato a Salerno.

Ad esempio i pergolati possono essere costruiti, ma hanno delle limitazioni sia di superficie massima che di percentuale della superficie di terrazzo (o giardino) occupata. Inoltre devono distaccarsi da tutti gli altri manufatti (quindi anche dagli edifici) di almeno un metro.

Per farti rendere conto della complicazione del tutto mi è capitato che un cliente con una villetta a schiera in zona paesaggistica mi chiedesse di progettargli un pergolato sul terrazzo di copertura.

Dovendo rispettare tutte le limitazioni date dalla norma locale sarebbe uscito un minuscolo pergolato di circa 9mq. E per realizzarlo sarebbe stato necessario un permesso di costruire con relativa autorizzazione paesaggistica.

Quindi probabilmente un anno di tempo per realizzare un brufolo.

Il mio cliente ha (giustamente) rinunciato. Ma se avesse ascoltato le indicazioni del rivenditore di pergole avrebbe commesso un bell’abuso perché “il pergolato non lo fissiamo e quindi è tutto in edilizia libera”.

La morale della favola, in questo periodo di Social Network e facili informazioni, è non andare su Facebook o Instagram o dove vuoi tu a chiedere consigli a sconosciuti su questioni legate a lavori in casa.

Ci sono troppe incognite e non sai se chi ti risponde abbia realmente le competenze per farlo.

Se devi ristrutturare casa/installare una pergola/mettere una veranda devi coinvolgere i giusti professionisti e farlo nel modo corretto.

Ne ho parlato tante volte nel blog, ci ho scritto libri e manuali (trovi i link in giro per il sito). Puoi anche non dare retta a me…ma rivolgiti comunque a dei professionisti (seri). Perché poi sarai tu a piangere quando ti arriveranno multe e ti costringeranno a demolire tutto.

mailling list per ristrutturare casa

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14 Ottobre 2021 / / La Gatta Sul Tetto

Si allarga la famiglia della collezione 118, nata dalla collaborazione tra il designer Sebastian Herkner e il rinomato brand tedesco Thonet GMBH.

collezione 118 Thonet
copyright ©Thonet

Presentata nell’agosto 2018, la collezione 118 di Thonet GMBH oggi fa parte di una allegra famiglia allargata. Nata dal talento del designer tedesco Sebastian Herkner, la sedia 118 riunisce tutto il savoir faire e la tradizione bicentenaria di Thonet – qualche cenno storico sull’azienda in questo articolo-.

collezione 118 Thonet
copyright © Sebastian Herkner – Credit PH Evelyn Dragan

Il designer si è ispirato all’archetipico modello 214 di Thonet, riprendendo la seduta rivestita in canna d’India intrecciata e il telaio formato da un unico pezzo curvato. Inoltre, ha aderito pienamente al concetto su cui si fonda la produzione Thonet, ovvero ottenere la massima riduzione degli elementi che compongono una sedia. 

collezione 118 Thonet
copyright ©Thonet

La sedia 118 è ormai un’icona del design, elegante ma discreta, dal mood classico e contemporaneo al tempo stesso. Inoltre, il confort è assicurato dalla leggera inclinazione delle gambe posteriori e dallo schienale a conca. Realizzata in faggio naturale, è declinata nelle versioni laccata e mordenzata. Naturalmente, anche questa sedia, come tutte quelle del catalogo Thonet, sono realizzate artigianalmente all’interno della manifattura di FrankenbergEder (Germania).

I nuovi modelli della collezione 118

Durante la Design Week del 2019 Thonet presenta la nuova 118 Glossy, frutto di un restyling fresco ed accattivante. Ora la sedia 118 è disponibile nelle sei nuove tonalità nero profondo, blu scuro, rosso intenso, rosa antico contemporaneo, verde menta, e marrone scuro-viola.

La finitura lucida dona alla sedia un tocco chic, esaltandone la semplicità sofisticata. A tal proposito Sebastian Herkner afferma: 

“La lacca incarna storia, cultura e stile; dà profondità all’oggetto”.

All’inizio del 2020 arriva la nuova versione pensata per il settore hospitality, ma adatta anche per l’ambiente domestico. Si tratta dello sgabello 118 H, declinato in due altezze – 65 e 75 cm – e disponibile con sedile sagomato, canna d’India intrecciata e versione imbottita. 118 H soddisfa le nuove tendenze che vedono il massiccio impiego di alti tavoli e banconi.

Nella primavera del 2021, infine, Thonet presenta il modello 118 F, nel quale compare un nuovo elemento, i braccioli. La 118 si trasforma da dining chair in lounge chair. Anche i braccioli sono realizzati in legno curvato, e sono caratterizzati da una superficie superiore leggermente bombata. 

collezione 118 Thonet
copyright ©Thonet – credit PH Joerg Hempel – Project: NewWork & Akademie Frobese GmbH
Organizational Concept + Interior Architecture: BBU.PROJEKT ARCHITEKTEN BDA

Un dettaglio di stile che caratterizza tutta la collezione è dato dalle gambe arrotondate nella parte posteriore, mentre sono diritte e con angoli leggermente smussati in quella anteriore. In pratica, la sezione delle gambe è una sorta di ferro di cavallo, che riprende così la forma della seduta.

Forse la collezione è finalmente completa, ma da alcune indiscrezioni si evince che un nuovo modello potrebbe comparire il 17 Gennaio 2022 in occasione di Imm Cologne. Nel frattempo, Stay Tuned!

13 Ottobre 2021 / / Dettagli Home Decor

Dainelli Studio progetto Aria Hub
foto Carolina Gheri

Dainelli Studio firma Aria Hub, la nuova casa dello studente inaugurata nel quartiere Ortica a Milano, in Via Pitteri 7.

Aria Hub è un progetto di Cohousing realizzato in una delle aree più autentiche e vibranti della città, interessata da iniziative di riqualificazione spesso legate al mondo dell’arte e del design. La conclusione dei lavori, iniziati poco prima della pandemia e prolungati a causa dei vari lockdown, avviene in un momento di rinascita, di ripresa, aprendo letteralmente di nuovo le porte della città a giovani e studenti.

Dainelli Studio progetto Aria Hub
Aria Hub di Dainelli Studio – foto Carolina Gheri

La ristrutturazione ha coinvolto l’intera struttura, che si sviluppa in una palazzina dei primi del ‘900 su quattro livelli. Il primo ospita una lounge comune, con divani e tavolini dove studiare e chiacchierare, e la laundry area condivisa tra gli ospiti. I piani superiori prevedono ciascuno due diversi appartamenti, per un totale di otto residenze con metrature e planimetrie differenti, capaci di ospitare da due a quattro studenti. A ribadire il forte legame con la città, ogni casa è stata nominata come una zona di Milano: Sempione, Cairoli, Isola, Gioia, Navigli, Brera, NoLo e Tortona.

Dainelli Studio progetto Aria Hub
Aria Hub di Dainelli Studio – foto Carolina Gheri

Il lavoro è partito con l’obiettivo di realizzare per i futuri ospiti delle abitazioni personali e personalizzabili, creando ambienti dalla forte valenza estetica, rispettando i vincoli di un progetto low-budget.

Dainelli Studio progetto Aria Hub
Aria Hub di Dainelli Studio – foto Carolina Gheri

La definizione degli spazi, guidata da un principio di essenzialità e funzionalità, scandisce aree strutturalmente simili con diversi colori, utilizzati per soffitti, arredi fissi e cucine. Il soffitto in particolare, verniciato con colori diversi per ciascuna stanza da letto e impreziosito da rosoni in gesso, rappresenta una delle cifre stilistiche che identificano il progetto.

Dainelli Studio progetto Aria Hub
Aria Hub di Dainelli Studio – foto Carolina Gheri

Le superfici, in un’ottica conservativa, vedono un mix tra pietre, parquet e piastrelle preesistenti dell’epoca, accanto alla nuova collezione di superfici ceramiche Monoscopio di Dainelli Studio per Ceramica Bardelli. Monoscopio è stata disegnata dal duo creativo per Aria Hub e poi lanciata come vera e propria novità del brand a settembre 2021.

Dainelli Studio progetto Aria Hub
Aria Hub di Dainelli Studio – foto Carolina Gheri

Anche per arredi e complementi, oggetti di modernariato e customizzazioni sono stati affiancati a icone del design fortemente riconoscibili, andando ad includere brand come Artemide, Flos, Hay, Kartell e Calligaris.

Dainelli Studio progetto Aria Hub
Aria Hub di Dainelli Studio – foto Carolina Gheri

Con Aria Hub, Dainelli Studio sviluppa un progetto di nuova collettività, con l’intento di contribuire alla valorizzazione di un quartiere in grande espansione come Ortica. La condivisione degli ambienti e la cura degli spazi comuni diventano una forma mentis, punto di partenza e punto di arrivo di un lavoro che ambisce a migliorare la vita delle persone non solo tra le mura domestiche ma anche al di fuori di esse.

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13 Ottobre 2021 / / Romina Sita

La cameretta, una stanza piena di gioia ed energia positiva, come quella che i bimbi sanno portare e trasmettere alla famiglia. La cameretta è la stanza che subisce più evoluzioni in assoluto in confronto a qualsiasi altra stanza della casa. È bene quindi fare le valutazioni preventive necessarie, prima di rischiare di commettere errori. In questo articolo ti racconto tutto ciò che devi sapere prima di arredare la cameretta del tuo bimbo e soprattutto ti spiegherò come gestire le evoluzioni future della stanza stessa, tenendo in considerazione le fasi di crescita del tuo bimbo.

Chi non ama immaginare e arredare la cameretta in occasione dell’arrivo di un bebè? L’arrivo di un neonato è sempre una gioia e anche preparare, organizzare e arredare i suoi spazi lo deve essere. Molti di noi sognano questo momento, ma allo stesso tempo molti di noi potrebbero essere presi dal panico perché vorrebbero realizzare una stanza da sogno e invece hanno paura di sbagliare e di non esserne capaci.

Vediamo insieme come studiare la disposizione degli arredi della cameretta

Studiare ed esaminare le fasi evolutive del bambino aiuta sicuramente a capire quali sono gli elementi fondamentali della cameretta e come devono essere modificati in base alla sua fase di crescita. Come ti dicevo poco fa, la cameretta è la stanza che subisce più trasformazioni di tutte le altre. I figli crescono e le loro esigenze cambiano, di conseguenza è necessario modificare di pari passo la tipologia degli arredi. In generale questa stanza si modificherà almeno due volte nell’arco della sua esistenza, senza considerare l’arrivo di eventuali fratelli o sorelle.

Immaginiamo la cameretta divisa idealmente per aree tematiche, questa operazione ci aiuta a definire ciò che veramente occorre per arredare la cameretta del tuo bimbo. Iniziamo dalla fascia di età o-6 anni per poi passare a quella successiva 7-18 anni.

Bimbo 0-6 anni

Un neonato fino all’età scolare ha bisogno di queste 5 principali zone all’interno della sua stanza:

ZONA LETTINO

Scegli un lettino adatto all’età del bimbo, queste sono le principali tipologie:

  • culla 50×90 cm (età 0-6 mesi)
  • lettino con sponde 60×120 cm (età 0-3 anni)
  • lettino montessoriano 70/90×140/190 cm (età 0-3 anni)
  • lettino baby con mini sponda (quelli di Ikea) 70×160 cm (età: 3-7 anni)

Sia per la culla che per il lettino con sponde, ti consiglio di scegliere un modello ad altezza regolabile per poter posizionare il materassino a un livello più adatto a te, evitando fastidiosi mal di schiena.

cameretta bimbo culla
Culla 50×90 (età 0-6 mesi)
cameretta bimbo lettino sponde
Lettino con sponde 60×120 (età 0-3 anni)
cameretta bimbo lettino montessoriano
Lettino montessoriano 70/90×140/190 cm (età 0-3 anni)
cameretta bimbo letto sponda
Lettino baby con mini sponda (quelli di Ikea) 70×160 cm (età: 3-7 anni)

ZONA ARMADIO

cameretta_bimbo_armadio

Non è necessario che l’armadio sia enorme, è sufficiente un modulo di larghezza di 100 cm, ben organizzato. Meno arredi ci sono e meglio è: devono essere essenziali e lasciare lo spazio necessario per vivere la cameretta.

ZONA CAMBIO PANNOLINO

cameretta bimbo zona cambio

Se non hai la possibilità di posizionare il fasciatoio in bagno allora devi prevedere nella cameretta uno spazio adibito al cambio del pannolino. Una zona composta da un fasciatoio e da tutti gli accessori necessari, come un piccolo pattume per i pannolini, un ripiano o mensola facilmente accessibile in cui riporre tutto il necessario per il cambio: creme, asciugamani, pannolini, salviette, ecc…

ZONA ALLATTAMENTO

cameretta zona allattamento e relax

Crea un angolo per l’allattamento con una graziosa poltrona. Sarà comoda anche per le letture serali al tuo bambino. Se lo spazio lo consente, posiziona un tavolino a lato della poltrona, sarà ottimo per appoggiare il biberon e i libri che state leggendo. Correda questo piccolo angolo accogliente con una lampada decorativa, da parete o da tavolo, con luce bianca e soffusa.

ZONA GIOCO

cameretta bimbo zona gioco

Immagina di essere nei panni di tuo figlio, mettiti in ginocchio e guardati intorno. Tutto ciò che non è raggiungibile per te, non lo sarà per lui. Per giochi e i libri, scegli mobili e scaffalature di un’altezza accessibile. Per tuo figlio sarà molto più facile e gratificante raggiungere, utilizzare e riporre i giocattoli in autonomia. Creare uno spazio funzionale ad hoc lo farà sentire responsabile e accrescerà la sua autostima. Questo è il principio del metodo educativo Montessoriano, che personalmente appoggio e stimo molto.

Organizza le scaffalature a vani aperti con ceste o vassoi che spronano tuo figlio a tenere la stanza organizzata e in ordine. Ogni contenitore deve contenere una sola tipologia di giocattoli (esempi di tipologie: bambole, costruzioni, giochi in legno, vestiti per travestimenti): questo permetterà al bambino di usufruirne e di riporli al suo posto quando avrà finito di giocarci.

Ragazzo 7-18

Appena tuo figlio inizierà la scuola non sentirà più la necessità di utilizzare certi giochi e soprattutto avrà bisogno di una comoda scrivania su cui fare i compiti e coltivare hobby e passioni. Vediamo insieme quali sono le zone ideali della “nuova” stanza, per scoprire poi successivamente come arredare la cameretta del tuo bimbo tenendo in considerazione le giuste valutazioni.

ZONA LETTO

Scegli il letto che preferisci tra:

  • letto singolo 80×200 cm
  • letto da una piazza e mezzo 120×200 cm
  • letto alla francese 140×200 cm
camera ragazzo letto singolo
Letto singolo 80×200 cm
camera ragazzo letto una piazza e mezzo
Letto da una piazza e mezzo 120×200 cm
camera ragazzo letto alla francese
Letto alla francese 140×200 cm

ZONA ARMADIO

camera_ragazzo_armadio

Non è necessario avere un armadio grande ma piuttosto un armadio ben organizzato e attrezzato con accessori interni che consentano di sfruttare bene lo spazio a disposizione. Gli adolescenti amano spesso guardarsi allo specchio, quindi non dimenticarti di arredare la stanza con una specchiera, ad esempio vicino alla zona armadio, facilmente accessibile quando si vetritrà per prepararsi a uscire. 

ZONA STUDIO

camera ragazzo zona studio

La scrivania è un arredo necessario dai 6-7 anni in su. Quando tuo figlio inizierà ad andare a scuola, sentirà l’esigenza di avere uno spazio tutto suo per fare i compiti. Uno spazio ben organizzato con tutti gli accessori di cancelleria preferiti. La misura minima di una scrivania funzionale è di 75×120 centimetri. Scegli una seduta comoda, ergonomica, in linea con lo stile della camera.

Aggiungi sulla scrivania una bella lampada da tavolo con luce direzionabile. Se la scrivania non ha uno o più cassetti integrati, allora è bene scegliere una piccola cassettiera da posizionare vicino alla scrivania, per riporre fogli, block-notes e altri materiali utili per la scuola.

Decora la parete adiacente alla scrivania con una lavagnetta o una rastrelliera per appendere fotografie o post-it. In alternativa puoi scegliere un paio di mensole per contenere oggetti, soprammobili, souvenir, fumetti e piccoli giocattoli.

Infine è necessaria una bella scaffalatura per riporre libri scolastici, libri per il tempo libero e giochi di società.

Come modificare la disposizione degli arredi della stanza in funzione delle fasi di crescita di tuo figlio?

Quando si progetta una cameretta suggerisco di tenere in considerazione le trasformazioni che subisce la stanza, in modo da essere più preparati, sia psicologicamente che economicamente. Quindi tieni in considerazione fin da subito la disposizione degli arredi necessari attualmente, ma anche di quelli che subentreranno in futuro. Vedrai, sarà molto più facile fare le giuste valutazioni e migliori scelte.

Abbiamo visto insieme le funzionalità principali che deve soddisfare la camera di tuo figlio in base alla sua fase di crescita. Ora confrontiamo le caratteristiche della camera 0-6 anni con quella della camera 7-18 anni e cerchiamo di capire quali zone andranno in sostituzione di altre e quali invece rimarranno invariate.

Valutando la conformazione della stanza, le singole zone tematiche si potrebbero trattare e modificare in questo modo:

ZONA LETTINO  -> diventerà -> ZONA LETTO
ZONA ARMADI -> rimane invariata
ZONA GIOCO E ZONA CAMBIO PANNOLINO -> diventerà -> ZONA STUDIO
ZONA ALLATTAMENTO -> diventerà -> SPAZIO VUOTO (non è necessario riempire tutto lo spazio, tuo figlio quando sarà adolescente avrà bisogno di più spazio per muoversi e invitare amichetti nella sua stanza) 

Ultima tips fondamentale per arredare la cameretta del tuo bimbo

QUALI COLORI SCEGLIERE?

Sconsiglio la scelta di colori troppo accesi e poco rilassanti. Personalmente non amo molto le camerette tutte rosa o azzurre. Ti suggerisco invece di prediligere i toni polverosi del verde, della carta da zucchero, del senape e del pesca. Funziona bene anche il bianco, purché sia caldo (tanto poi ci pensano i giocattoli a dare un po’ di vita, di colore e di calore).

In generale, se sceglierai arredi dalle tonalità neutre, sarà più facile in futuro modificare e rinnovare la cameretta in base ai gusti personali del suo fruitore principale, ovvero il tuo piccolo ragazzo. Quando sarà più grande, sentirà anche lui l’esigenza di esprimere la sua personalità ed è giusto che sia così. 

cameretta bimbo verde
cameretta bimbo color verde bosco
cameretta bimbo carta da zucchero
cameretta bimbo giallo senape
cameretta bimbo color pesca

Spero di essere riuscita a darti i giusti suggerimenti per arredare la cameretta del tuo bimbo e fammi sapere sei hai dubbi specifici relativi all’argomento, ti risponderò qui sotto nei commenti.

A presto,

Romina

P.S. Hai già letto la mia guida gratuita che ti aiuta ad arredare casa con gusto, come sulle riviste e in autonomia? Scarica ora la “Guida pratica della Home Lover”

guida pratica home lover

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12 Ottobre 2021 / / Dettagli Home Decor

scatola portaoggetti in cucina

Le scatole per riordinare sono noiose? Non quando provengono dal marchio di design olandese DUTCH DESIGN e sono riciclabili al 100%!

Riordinare sarà più divertente e creativo grazie alle nuove scatole Dutch Design Storage Box, che conferiscono un significato completamente nuovo allo stoccaggio domestico.

Queste scatole portaoggetti non sono solo funzionali, ma attirano l’attenzione con i loro colori vivaci e pattern inusuali, trasformandosi in un accessorio pratico ed accattivante per rinnovare il look di qualsiasi stanza con attenzione all’ambiente: sono infatti realizzate in cartone ondulato di alta qualità, certificato FSC, interamente prodotto in Olanda, 100% riciclabile.



Le scatole portaoggetti Dutch Design sono disponibili in nove diverse stampe, dai motivi più classici e barocchi, a colorati disegni botanici fino ad eleganti stampe vintage, per accontentare tutti i gusti e gli stili.


Con una dimensione di 32 x 39,5 x 21 cm, si adattano perfettamente ad un armadio standard e possono essere infilate sotto il letto, ma grazie al loro appeal sono perfette anche in piena vista, per dare carattere e uno speciale twist a qualsiasi interno. Prezzo: 19,90 €.

Le scatole DUTCH DESIGN sono in vendita da Moroni Gomma a Milano, oppure online su www.moronigomma.it

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12 Ottobre 2021 / / Dettagli Home Decor

giardino arredato per l'autunno

Spazio alle zucche decorative, all’Erica dalle tante nuance, a bracieri e lampade a infrarossi

Il giardino può diventare un autentico angolo di paradiso, un’area esterna ricca di stile e carattere, capace di appagare appieno le aspettative e i gusti dei padroni di casa.

Poter godere del giardino perfetto non è un’impresa impossibile. Non sono sicuramente le dimensioni dello spazio a fare la differenza. A rendere il giardino il luogo ideale, dove passare ore liete in piena armonia con l’ambiente e gli ospiti, è il progetto d’insieme.

Meglio avere le idee chiare per evitare un inestetico coacervo di stili. Corretto puntare soprattutto sui dettagli dalla forte personalità, sugli oggetti che si integrano perfettamente all’ambiente come le fontane solari di Ecoworld-Shop.it, valutando soluzioni che privilegiano il bello senza rinunciare al comfort, che risultino originali ma con gusto.

Il giardino di tendenza, scopriamo i trend autunnali

Il trend di riferimento per i giardini quest’anno coinvolge da vicino colori e allegria anche nella versione autunnale.

Il giardino di tendenza è quello che sposa appieno la natura, e si rifà alle proposte di stagione. In autunno impera la zucca quindi sceglietela come decorazione. Dalle forme talvolta inconsuete allungate o attorcigliate, piccole o straordinariamente grandi, le zucche sono un ornamento estremamente interessante, che stimola la fantasia. Scegliamo di sfruttarne il colore intenso e caldo, e la proposta originale e creativa. Ideale collocare le più grandi per delimitare le aiuole, mentre le piccole ornamentali possono fare bella mostra di se in un cesto, oppure come centrotavola o magari per decorare una carriola di legno dal gusto retrò.

Lo spirito autunnale porta con se scelte a tema anche in fatto di piante e fiori, privilegiando le mille tinte dell’Erica, che è possibile trovare in natura nelle nuance che vanno dal rosa al viola al porpora. Non sono rare le fioriture bianche, bicolore o bronzo.

Non è un caso che lo stile degli interni delle nostre case prosegua in giardino, diventando una sorta di linea guida per realizzare un ambiente armonioso e appagante, ma soprattutto capace di ripercorrere e interpretare il gusto dei padroni di casa.

L’illuminazione adeguata fa tendenza

Un giardino di tendenza privilegia le scelte d’illuminotecnica, che lo rendono unico anche al calare del sole. L’idea è quella di puntare su un’illuminazione calibrata e diffusa in tutti gli angoli, grazie a un ampio numero di proposte che vanno dai faretti alle applique, dai lampioncini alle fontane solari, online se ne trovano di originali, passando inevitabilmente attraverso la scelta dei segnapassi a energia solare, perfetti per delimitare le aree di passaggio, lo spazio attorno alla piscina e il vialetto di accesso.

spazio outdoor autunnale

Per un giardino ricco di stile curate i dettagli

Piccolo o grande il giardino merita tante attenzioni e una cura smodata per i dettagli. Lo stile di un giardino si riconosce anche dalla scelta dei vasi dalle soluzioni più classiche e panciute in terracotta ai contenitori più moderni, dalle forme più squadrate ma straordinariamente eleganti.

Se lo spazio lo permette sistemate un set di mobili da giardino con un grande tavolo e uno o più divani, poltroncine e sgabelli, con cuscini rigorosamente coordinati. Fra le soluzioni di tendenza ad andare per la maggiore sono le proposte in legno massello, metallo, polyrattan o plastica, estremamente facili da pulire ma soprattutto resistenti alle intemperie.

Chi non rinuncia a godersi il giardino anche nel periodo autunnale può ancora sfruttare i set da esterno sino all’arrivo dei rigori dell’inverno, scegliendo  di collocare lampade a infrarossi, che possono comodamente direzionare il calore, sistemare un braciere oppure un biocaminetto.

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