Quando sostituisci le tapparelle non puoi ignorare due elementi: il cassonetto e il sistema di movimentazione.
Principalmente perché sarai letteralmente costretto a spendere dei soldi per intervenirci e poi perché (in particolare i cassonetti) sono una delle cause dei problemi che ti stanno facendo sostituire le tapparelle.
Io non sono un serramentista, non mi occupo in modo specifico di infissi e tapparelle. Ma sono abituato a inserire la loro sostituzione all’interno di un processo più generale di ristrutturazione di una casa.
Quando decidiamo di cambiare infissi consiglio sempre di sostituire sia le tapparelle che i cassonetti…sarà perché nella maggior parte delle case mi ritrovo degli orribili cassoni di legno che sembrano delle bare…
Però alcuni clienti, sebbene mi chiedano di sostituire i vecchi infissi “che sono pieni di spifferi e non isolano” e le tapparelle “che sono tutte rotte e poi non chiudono bene”, quando gli chiedo “sostituiamo anche i cassonetti?” mi rispondono “no…i cassonetti no perché sono in buone condizioni”.
Fidati di me se ti dico che i cassonetti non sono quasi mai in buone condizioni. Ma non perché stanno cadendo a pezzi…
Provo a spiegarmi con un paragone.
Sostituire vecchi infissi che isolano poco e sono pieni di spifferi con altri super performanti e non intervenire contemporaneamente anche sui cassonetti è come cercare di chiudere una bottiglia con un tappo più piccolo del foro.
Il foro-finestra è quello spazio occupato da infisso e cassonetto. Se sostituisci l’infisso e non tocchi il cassonetto stai mettendo un tappo più piccolo del buco.
I vecchi cassonetti, se hanno più di vent’anni, non sono né isolati, né sigillati. E il calore che non viene più disperso dagli infissi viene disperso dai cassonetti.
Quindi, se stai sostituendo le tapparelle (o gli infissi), devi intervenire anche su questo elemento. Non necessariamente sostituendolo, come vedremo a breve, ma almeno mettendoci una toppa.
Un altro aspetto di cui in pochi sono consapevoli quando sostituiscono le tapparelle è che andrà sostituito anche il rullo di avvolgimento.
Il motivo è che i vecchi rulli non sono mai compatibili con le nuove tapparelle (soprattutto se vuoi motorizzarle).
Se sostituire un rullo è una spesa irrisoria (spesso non ti viene nemmeno comunicata e viene compresa nel costo della tapparella), mettere un motore, i pulsanti e fare tutti i collegamenti non lo è.
In questo terzo e ultimo articolo sulla sostituzione delle tapparelle approfondiremo proprio questi due aspetti:
- Come intervenire sul cassonetto
- Come intervenire sul sistema di movimentazione
Due elementi che sono strettamente correlati tra di loro perché, in sostanza, occupano lo stesso spazio: quello che si trova sopra la finestra.
Prima di procedere ti lascio i link ai primi due articoli che ho pubblicato sulla sostituzione delle tapparelle:
Guida alla sostituzione delle tapparelle [Parte 1]: le tapparelle standard
Guida alla sostituzione delle tapparelle [Parte 2]: le tapparelle speciali
In questo modo puoi avere una panoramica completa dell’argomento.
Finiti i convenevoli, partiamo.
IL CASSONETTO: SOSTITUZIONE O RIQUALIFICAZIONE?
Prima di dire come si interviene su un cassonetto mettiamo a fuoco cos’è. Penserai che sia una cosa banale, ma ho notato che per molti non è ben chiaro di cosa stiamo parlando.
Sai che la tapparella si avvolge attorno ad un rullo sopra la finestra. Chiaramente da avvolta occupa uno spazio molto minore in altezza ma molto maggiore in larghezza.
In sostanza diventa un grande cilindro che ha bisogno di spazio.
Questo spazio lo si crea assottigliando il muro sopra la finestra per la larghezza della stessa (qualche centimetro in più per lato in realtà).
Questo spazio ricavato nella muratura NON è il cassonetto.
Il cassonetto è quell’elemento che serve per chiudere l’alloggio della tapparella sopra la finestra.
Solitamente è composto da un pannello frontale e uno inferiore ma, a seconda dello spessore della muratura, può anche necessario farlo emergere rispetto alla stessa, diventando così un vero e proprio cassone.
Una volta venivano realizzati principalmente in legno, ma non è raro trovarne in PVC o alluminio.
Lo so che ne avrai visti a decine, comunque qui sotto ti metto un paio di foto, giusto per capirci.
I cassonetti non devono solo nascondere la tapparella, ma anche permetterne la manutenzione. Pertanto hanno sempre una sorta di sportello.
Una volta questo sportello era solo il pannello frontale. Vedremo che nei cassonetti attuali ci possono essere altre soluzioni.
I problemi dei vecchi cassonetti sono essenzialmente due:
- Lo scarso isolamento termico
- La grande quantità di spifferi che fanno passare
Scarso isolamento termico e normativa
Per quanto riguarda l’isolamento devi considerare che lo spazio racchiuso dal cassonetto non è altro che un grande contenitore di aria fredda in inverno e calda in estate.
Aria che entra attraverso la sottile veletta che si trova verso l’esterno (cioè quanto rimane del muro assottigliato per alloggiare la tapparella) e anche dalla fessura inferiore attraverso cui la tapparella entra nel cassonetto.
Credi che quest’aria fredda o calda possa essere fermata da un sottile pannello di legno dello spessore di pochi millimetri?
Chiaramente no, così il cassonetto è un enorme condizionatore che funziona al contrario: spara aria fredda in inverno e calda in estate.
L’importanza dell’isolamento del cassonetto però non me la invento io: la norma prescrive l’obbligo di considerare anche la capacità di isolare dei cassonetti.
Per capirci: se stai ristrutturando casa e fai anche una riqualificazione energetica che comprende la sostituzione degli infissi e dell’impianto di riscaldamento, devi rispettare dei parametri di legge.
Per gli infissi questi parametri riguardano quanto sono in grado di isolare. Tra i parametri da rispettare c’è anche il contributo che danno i cassonetti.
Il rispetto di tutti questi parametri deve essere dimostrato attraverso una relazione (“relazione sul contenimento dei consumi energetici”) ed è indispensabile per sfruttare le detrazioni fiscali.
Se vuoi un breve approfondimento scritto molto bene puoi leggere questo articolo (non è un mio articolo).
Però quello di interessante che ci dice la normativa (UNI/TS 11300-1) è che i cassonetti non isolati (cioè tutti quelli vecchi) hanno un valore di trasmittanza pari a 6 W/mqk (nb: più basso è il valore migliori sono le prestazioni). Sono valori medi che sono stati calcolati.
Considera che per un infisso nuovo i valori devono essere poco superiori a 1 W/mqk (dipende dalla zona d’Italia).
Capisci che la differenza è notevole.
Spifferi e camera d’aria
Un altro problema dei vecchi cassonetti sono gli spifferi.
Dovuti a due elementi in particolare:
- la bocca di fuoriuscita della tapparella
- Il nodo sportello di ispezione-cassonetto
La normativa (UNI EN ISO 10077-2) classifica la cavità del cassonetto in relazione a come è fatta la bocca di fuoriuscita della tapparella:
- Aperta se la bocca di fuoriuscita della tapparella ha una profondità maggiore di 35mm;
- Debolmente ventilata se la bocca di fuoriuscita della tapparella ha una profondità minore di 35mm;
- Non ventilata se sulla bocca di fuoriuscita della tapparella sono installati dispositivi che fermano la fuoriuscita dell’aria.
Naturalmente tutti i vecchi cassonetti sono di tipo aperto…e questo significa che l’aria entra liberamente dentro il vano.
Il secondo aspetto è che tra il pannello di chiusura e il telaio non ci sono mai guarnizioni. Quindi non è sigillato.
Se abiti in una zona ventosa te ne sarai accorto: in certe sere d’autunno puoi sentire provenire dai cassonetti dei fischi degni di una casa degli orrori.
Naturalmente il problema non è il fischio in sé, ma il fatto che si tratta di aria fredda che entra in casa (quindi in sostanza ancora una volta parliamo di isolamento).
Spiegati quali sono i problemi, è ovvio che se stai sostituendo le tapparelle, e a maggior ragione se stai ristrutturando casa, devi porti il problema di come risolverli.
Come intervenire?
Hai due possibilità, una più costosa ma nettamente più efficace, ed una più economica.
- Sostituire il cassonetto esistente
- Riqualificare il cassonetto esistente
Partiamo dalla seconda ipotesi, quella conservativa.
Come si riqualifica un cassonetto esistente?
Se decidi di riqualificare il cassonetto esistente probabilmente vuoi spendere poco, oppure non vuoi che casino in casa.
Perché oggettivamente gli interventi di riqualificazione dei cassonetti esistenti sono economici e poco invasivi.
In sostanza si tratta di isolare il cassonetto.
Questa operazione può essere fatta in tre modi:
- Isolamento dall’interno “fai da te”
- Isolamento dall’interno con sistemi certificati
- Incapsulamento del cassonetto
Vediamoli brevemente
Isolamento “fai da te”
La prima soluzione consiste nell’incollare dei pannelli isolanti su tutte le pareti interne del cassonetto (quindi il frontale e l’inferiore) oltre che sui lati della muratura.
Questi pannelli naturalmente non potranno mai essere spessi come i pannelli che vengono utilizzati per isolare le pareti: lì parliamo di spessori che, a seconda delle zone d’Italia, vanno dagli 8cm fino a oltre 15cm. Qui avrai lo spazio per pannelli di al massimo 3cm.
Per questo motivo si utilizza poliuretano o resina fenolica, che sono tra i materiali più isolanti e quindi necessitano di bassi spessori.
Se vuoi prestazioni migliori, accettando di spendere qualcosa in più, potresti optare per isolanti riflettenti o aerogel.
In ogni caso non raggiungerai mai altissimi valori di isolamento, il cassonetto rimane sempre un punto critico (anche nelle nuove abitazioni). Però è un aiuto notevole e un netto balzo in avanti rispetto ad un cassonetto non isolato.
Nel caso del fai da te dovrai anche avere l’accortezza di far inserire delle guarnizioni, se possibile, tra il coperchio e il telaio a cui si aggancia.
Un isolamento di questo tipo è molto economico e generalmente costa tra i 50€ e i 100€ a cassonetto.
Naturalmente non puoi pretendere che sia una soluzione certificata.
Isolamento interno con prodotti certificati
Se vuoi qualcosa di più efficace devi optare per sistemi pensati appositamente per la riqualificazione dei cassonetti esistenti.
Si tratta di sistemi standardizzati, che arrivano già pronti per essere installati. Solitamente questi sistemi non vengono fissati al pannello anteriore ma creano una sorta di calotta interno al cassonetto dentro cui viene lasciato lo spazio necessario per la tapparella quando è avvolta.
Qui sopra puoi vedere un’immagine di uno di questi sistemi. In rete ne puoi trovare molti di similari e su you tube anche tanti video che ti mostrano il montaggio.
L’isolamento viene realizzato con fogli sottili di isolante non rigido (gli stessi materiali che abbiamo elencato sopra).
Di positivo hanno che sono sistemi certificati, con una posa certificata e quindi prestazioni superiori. Inoltre non richiedono di inserire guarnizioni tra lo sportello e il telaio perché vanno a formare un involucro interno sigillato.
Il contro è che la tapparella non è più accessibile per manutenzioni: infatti se vai ad aprire lo sportello del cassonetto ti troverai di fronte il pannello isolante che avvolge la tapparella.
Quindi in caso di necessità va rimosso tutto e poi re-installato.
Il costo di questo sistema è sensibilmente superiore, si aggira tra i 150€ e i 200€ a cassonetto (fornita e posta in opera).
Sostituire il cassonetto della tapparella
Questa è la soluzione che preferisco.
Ma è più invasiva. Infatti comporta lavori murari, quindi caos in casa. Oltre a costi superiori. Quindi di solito si fa durante una ristrutturazione complessiva della casa.
Però ti garantisce di poter intervenire su tutti gli aspetti critici di un cassonetto: non solo l’isolamento del cassonetto in sè, ma anche la ventilazione della camera d’aria e naturalmente l’estetica.
Se decidi di sostituire il cassonetto hai varie soluzioni tra cui scegliere.
Vediamo quali sono le principali tipologie che puoi trovare in commercio.
- Cassonetti in PVC
- Cassonetti in Alluminio
- Cassonetti in Legno
- Monoblocchi coibentati
Le prime tre tipologie sono sostanzialmente dei classici cassonetti a vista, magari come quelli che hai adesso, solo con prestazioni isolanti migliori.
Qui sopra puoi vedere tre immagini di queste tipologie di cassonetti.
Come puoi notare il cassonetto in PVC funziona come gli infissi: isola grazie alle camere d’aria che vengono realizzate.
Gli altri cassonetti invece sono solitamente accoppiati a dei pannelli isolanti.
Queste tipologie di cassonetti possono garantire valori di trasmittanza (quindi di isolamento) che possono scendere sotto 1 W/mqk. Più comunemente i modelli standard si attestano a circa 1,5 W/mqk.
Quelli che però io ritengo più interessanti sono i monoblocchi coibentati.
Qui sopra puoi vedere un’immagine che ti fa capire come sono realizzati generalmente questi cassonetti: praticamente sono un grande blocco cavo di isolante (poliuretano e polistirene principalmente) che viene incassato nella muratura.
Che poi vengono rifiniti con rasatura e pitturazione, oppure rivestiti con un pannello di cartongesso e pitturati.
L’effetto finale è quello di scomparire completamente nella muratura.
Questa immagine è di una ristrutturazione che ho seguito e in cui abbiamo utilizzato dei monoblocchi per i cassonetti…lo riesci a vedere?
Questa tipologia di cassonetti sono estremamente performanti, raggiungono senza problemi valori di trasmittanza inferiori a 1 W/mqk.
Il motivo è che isolano tutto il vano in cui viene alloggiata la tapparella, laterali compresi.
E non pensare che se adesso hai un cassonetto che fuoriesce dal bordo della muratura dovrai per forza averlo così anche dopo.
Proprio nel progetto qui sopra i cassonetti prima erano degli orribili cassoni che sbordavano dal muro…
Infatti se hai spessori di muratura ridotti, si può optare per il cassonetto monoblocco “da ristrutturazione”. Cioè un cassonetto identico a quello che abbiamo appena visto, ma senza il lato anteriore, quello che sta a contatto con la veletta esterna.
Certo…perdi un po’ di prestazioni…ma comunque hai un prodotto altamente performante.
Però per garantirti queste prestazioni però c’è un aspetto che non va sottovalutato: il foro di ispezione.
Come abbiamo visto nei vecchi cassonetti era quasi sempre frontale.
Quando sostituisci il cassonetto puoi prevederlo nuovamente frontale, ma anche inferiore. Però ci sono alcune precisazioni da fare.
Il foro di ispezione
Una nota prima di iniziare: Nei prossimi paragrafi inserirò delle immagini tratte da un produttore di cassonetti coibentati che ha ottimi prodotti. Si tratta della Seisystem.
Però vorrei chiarire che questo non è un articolo per pubblicizzare i loro prodotti, ma semplicemente trovo i cassonetti che producono fatti bene e curati. E mi servivano immagini da inserire. Però puoi trovare in giro cassonetti altrettanto validi.
Il foro frontale può sempre essere realizzato. Ma a livello estetico spesso è un cazzotto, soprattutto nei cassonetti “classici” (non i monoblocchi coibentati).
Però nella foto che hai visto sopra il foro è frontale. E praticamente non si vede.
Un compromesso accettabile se consideri che il cassonetto con foro frontale, se fatto come si deve, è quello che garantisce le migliori prestazioni termo-acustiche.
Se questa soluzione non ti piace la soluzione alternativa è installare un cassonetto che prevede il foro di ispezione nella parte inferiore del cassonetto. E in questo caso hai due opzioni:
- Il cosiddetto “celino”
- Un “tappo”
Celino
Il celino non è altro che un pannello che scorre dentro due guide laterali.
Anche questa è una soluzione quasi sempre possibile, l’ho fatto installare alcune volte, ma da qualche anno tendo a sconsigliarlo.
I motivi sono vari:
- Data la modalità di apertura non può essere un elemento particolarmente isolante. Infatti dovendo scorrere dentro delle guide non c’è materialmente lo spazio per integrarlo con un pannello isolante di spessore dignitoso.
Solo i celini in PVC possono garantirti un po’di isolamento in più. - Il celino è a contatto con il telaio dell’infisso che si trova sotto. Questo è un punto debole, dove potrebbero crearsi delle infiltrazioni d’aria.
Per evitare si cerca di avvitare il telaio dell’infisso al celino e di sigillarlo con silicone. Cosa efficace, ma in caso di necessità di interventi sulla tapparella, rimuovere e rimettere il celino non è agevole. - È brutto. Infatti si vede una stecca larga quanto tutta la finestra al di sopra della stessa.
Non è altro che un listello di chiusura del celino che serve per bloccarlo. Ma vedere queste cose sopra tutte le finestre non è certo il massimo dell’estetica…(personalmente preferisco il tappo frontale…)
Chiusura inferiore
L’altra soluzione è il cassonetto con il tappo inferiore. Che concettualmente è come lo sportellino frontale ma solo che si trova in basso.
In questo caso il pannello che fa da tappo può essere isolato e quindi anche a livello di prestazioni garantisce dei buoni risultati.
Questa soluzione però non è sempre possibile: dipende in che posizione si trova la finestra rispetto al muro.
Infatti il foro necessario per fare la manutenzione deve avere una dimensione tale per cui sia possibile fare questa manutenzione…ci deve entrare almeno una mano.
Non bastano pochi centimetri…l’ideale sarebbe almeno una ventina.
Se l’infisso si trova a filo-interno del muro, il tappo inferiore è quasi sempre realizzabile, a meno che il muro perimetrale non sia molto sottile. Si troverà all’esterno, tra infisso e tapparella.
Se invece l’infisso si trova all’interno dello spessore del muro, tutto dipende da quanto è incassato rispetto al filo del muro. Come dicevamo poco fa servirebbero almeno 15-20 centimetri per un’apertura di buone dimensioni.
Anche qui, credo che delle foto valgano più di tutto per farti capire cosa intendo.
Il cassonetto ideale nel caso di sostituzione
Non lo faccio spesso, ma per una volta voglio dirti cosa piace a me.
Perché quello dei cassonetti è un aspetto che mi sta particolarmente a cuore, e con cui combatto ad ogni ristrutturazione.
Soprattutto per me che amo i muri puliti e le linee semplici, la pulizia formale del foro-finestra è quasi un’ossessione.
Se a questo ci aggiungi che curo particolarmente l’aspetto dell’isolamento degli edifici abbiamo fatto bingo.
Vabbè, tagliamo corto: la soluzione che ti consiglio è quella del monoblocco isolato con ispezione tramite sportellino inferiore (non celino).
Se non riesci a far installare lo sportellino inferiore opta per il tappo frontale (scegliendo un modello con tappo a scomparsa).
E come ultima spiaggia il celino.
In ogni caso il tuo obiettivo dovrebbe essere quello di far scomparire il cassonetto (a meno che non lo consideri un bell’elemento di arredo…), quindi anche se scegli modelli in PVC o altri materiali, verifica almeno che siano pitturabili.
Naturalmente i costi della sostituzione , rispetto alla riqualificazione, aumentano.
Un cassonetto coibentato costa mediamente 200€.
Però devi aggiungerci l’installazione, circa 100€, e la rimozione e smaltimento dell’esistente (poche decine di euro).
LA MOVIMENTAZIONE DELLA TAPPARELLA
Detto del vanno di alloggio della tapparella, passiamo al suo contenuto: il sistema di movimentazione della tapparella.
Che è formato da due elementi:
- Il rullo
- Il sistema di avvolgimento
Rullo
Il rullo è un semplice bastone di ferro zincato (una volta era in legno), cavo con sezione solitamente ottagonale.
È fissato alle pareti laterali tramite dei ganci che gli permettono di ruotare liberamente.
Al rullo viene fissata la tapparella con dei ganci metallici che da un lato sono incastrati in asole ricavate nel rullo e dall’altro in asole ricavate nella stecca della tapparella.
Si tratta di un elemento standard, e sarà il serramentista a fornirti quello più indicato in relazione alla tapparella che installerai.
Sono due gli elementi che differenziano i rulli tra di loro:
- Il diametro
- Lo spessore della lamiera con cui sono realizzati
Il diametro standard è 60mm. Si utilizzano diametri minori (40mm) nel caso in cui ci sia poco spazio nel cassonetto. Si utilizzano diametri maggiori (70mm) nel caso di tapparelle particolarmente pesanti.
La lamiera può essere 6/10 (0,6mm) o 10/10 (1mm).
Nel primo caso si utilizza per apertura a cinghia, nel secondo caso per apertura elettrica.
Vediamo proprio i sistemi di movimentazione.
Apertura della tapparella
I sistemi di avvolgimento della tapparella sono due:
- La classica manuale a cinghia
- L’avvolgimento elettrificato
Sulla prima c’è poco da dire: si tratta di un sistema ormai consolidato ed utilizzato praticamente da sempre con poche varianti (con cinghia a vista o con manovella e cinghia nascosta nel muro).
Ma ormai è un sistema abbastanza in disuso in quanto le nuove tapparelle ormai vengono quasi sempre elettrificate.
E qui di cose da dire ce ne sono.
Motorizzazione tapparella
Una tapparella elettrificata è sempre composta almeno da due elementi:
- Un motore
- Un pulsante interbloccato
C’è poi la possibilità di centralizzare il comando di apertura/chiusura, cioè avere la possibilità di alzare e abbassare tutte le tapparelle (o blocchi di tapparelle) insieme da un unico punto. E addirittura di controllare il tutto da smartphone.
Il motore
I motori per tapparelle sono cilindrici e si infilano all’interno del rullo.
Quindi un primo parametro da considerare nella sua scelta è il diametro del rullo.
Inoltre la potenza del motore (la coppia) deve essere dimensionata sul peso della tapparella da sollevare.
Naturalmente ci penserà il serramentista a fornirti il motore adatto alle tue esigenze.
Chiaramente deve arrivare la corrente al cassonetto, altrimenti il motore non funziona. Se non stai ristrutturando casa questo potrebbe richiederti delle modifiche all’impianto elettrico perché raramente trovi un cavo di corrente molto vicino al cassonetto.
Io l’ho fatto nella vecchia casa in cui abitavo (elettrificare le tapparelle senza rifare l’impianto elettrico): una volta l’energia veniva presa dalla linea prese, una volta dalla linea luci…a seconda di dove si trovava il punto elettrico più vicino alla tapparella.
Non è una soluzione ottimale ma se non vuoi rompere tanto in casa alle volte è l’unica soluzione.
Se invece stai ristrutturando (e naturalmente contempli anche il rifacimento dell’impianto elettrico), fai prevedere una linea dedicata alle tapparelle.
Il costo di un motore per tapparelle varia tra i 100€ e i 200€.
Centralizzare le tapparelle
Per quanto riguarda la centralizzazione dell’apertura delle tapparelle abbiamo detto che si tratta di una funzione domotica.
Ci sono vari modi per realizzarla ma sostanzialmente si differenziano tra:
- Cablata
- Wi-fi
Però in ogni caso c’è un elemento che non può mai mancare: l’attuatore.
Se hai letto l’articolo che ho scritto sull’impianto domotico, sai che l’attuatore non è altro che un elemento dell’impianto domotico che ha la funzione di far compiere ad un determinato terminale un’operazione pre-impostata.
Sul terminale, essendo programmabile, potremo impostare che un singolo comando ordini a più attuatori di alzare o abbassare le tapparelle.
In realtà è possibile implementare questa funzione senza ricorrere alla domotica ma con collegamenti elettrici classici (utilizzando dei relè in sostanza).
C’è un risparmio economico ma richiede il passaggio di molti cavi dentro le canaline esistenti (c’è posto?) e la complicazione inutile dell’impianto. Il gioco non vale la candela.
Tornando a noi, gli attuatori per l’automazione delle tapparelle possono essere inseriti direttamente nel pulsante di azionamento che si trova vicino alla finestra (quello con cui alzi e abbassi la singola tapparella per intenderci), oppure possono essere inseriti nelle cassette di derivazione che si trovano in casa (se non sai cosa sono le cassette di derivazione leggiti questo articolo sull’impianto elettrico) o ancora concentrati all’interno di una centralina (il quadro elettrico).
Il primo caso è quello tipico di chi sta centralizzando le tapparelle senza rifare l’impianto elettrico perché comporta meno lavori da fare.
Come dicevamo gli attuatori possono essere comandati tramite cavo oppure tramite wifi.
Personalmente, sebbene ormai i segnali wi-fi abbiano raggiunto una stabilità notevole, ritengo il sistema cablato molto più efficiente.
Ma a te la scelta.
I costi di centralizzazione dipendono dal numero delle tapparelle che devi collegare e dalla tecnologia adottata…indicativamente (ma molto indicativamente) vai dai 200€ ai 600€ per tutta la casa.
CONCLUSIONE
Ok…siamo arrivati alla fine di questo terzo e ultimo articolo sulla sostituzione delle tapparelle.
Come hai potuto leggere in questo ultimo articolo non ci siamo limitati a parlare solo della tapparella in sé ma anche di tutto quello che ci ruota intorno.
Non ritengo di aver fatto una guida omnicomprensiva…come per tutto ciò che riguarda l’edilizia è impossibile…però abbiamo messo tanta carne al fuoco.
Hai potuto leggere:
- Quali sono le tipologie di tapparelle standard maggiormente installate (articolo 1)
- Quali sono le tapparelle “speciali”, che risolvono specifici problemi (articolo 2)
- Le tipologie di cassonetti e i sistemi di movimentazione delle tapparelle (articolo 3 – questo)
Come sai questo è un blog dedicato a chi deve ristrutturare la casa, quindi tutto viene scritto nell’ottica di fare lavori completi e a regola d’arte.
Non per questo quanto leggi non può esserti utile nel caso in cui tu debba fare solo il singolo intervento (in questo caso la sostituzione delle tapparelle) e non intervenire su nient’altro.
Ad ogni modo ristrutturare una casa non significa scegliere le tapparelle, scegliere le piastrelle, scegliere i sanitari, scegliere gli infissi, etc.
Ristrutturare casa significa mettere in piedi un processo complesso che devi saper governare. E la maggior parte delle persone che ristrutturano non lo sanno fare. E si ritrovano con lavori fatti male, pagati tanto e da sistemare.
Per loro (e per te) ho scritto un manuale di pianificazione e gestione della ristrutturazione.
Sono cose che richiedono un minimo di impegno da parte tua. Ma ti danno il beneficio di non andare girare a vuoto e commettere errori che ti potrebbero costare parecchie migliaia di euro.
La maggior parte delle persone è troppo pigra per prendersi realmente cura della propria ristrutturazione. Oppure non crede che i problemi di cui parlo siano reali e non ingigantiti, nonostante tutte le testimonianze che ho raccolto negli anni e che trovi sparse nel sito.
Se non sei tra loro e vuoi pianificare e gestire al meglio la tua ristrutturazione lo trovi qui: Ristruttura la tua casa in 7 passi.
L’articolo Guida alla sostituzione delle tapparelle [Parte 3]: cassonetti e movimentazione sembra essere il primo su RistrutturazionePratica.