Soprattutto in questo ultimo anno, ci siamo resi conto di quanto siano fondamentali gli spazi aperti ed il contatto con la natura. Risulta quindi importante sfruttare il più possibile le aree esterne della nostra casa.Nell’articolo ci concentriamo su come arredare un terrazzo, ma sono idee che possono andare bene anche per balconi e giardini.
Chi ama uno stile classico può realizzare il proprio salottino relax esterno con divani, poltroncine e tavolino coordinati, in materiali come rattan, vimini o midollino. Questi arredi andranno disposti in modo ordinato e allineato, frontali tra loro o con un disegno a L a seconda dello spazio a disposizione. Per quanto riguarda i colori, avendo gli imbottiti bianchi o ecrù, si può scegliere una struttura chiara per andare in pendant, oppure una tonalità marrone scuro per avere contrasto. Al centro di questa configurazione potete prevedere anche un suggestivo focolare.
Come ricreare un’oasi di pace
Un terrazzo d’ispirazione zen deve essere ordinato e semplice. Per ricreare un’oasi di pace, potete ispirarvi allo stile Japandi o allo stile minimalista.
Lo stile Japandi, un ibrido che fonde l’estetica giapponese con l’intimità dello stile scandinavo, prevede arredi bassi, in legno, dal design essenziale e di buona qualità. Alternate linee più squadrate a linee più morbide di derivazione nordeuropea. Aggiungete cuscini e morbidi tessuti, nonché pouf e altri piccoli complementi in materiali naturali.
Per arredare un terrazzo secondo lo stile minimalista, inserite soltanto lo stretto necessario, ma scegliendo attentamente il design di arredi e complementi. Optate per forme leggere e sollevate da terra e, per quanto riguarda i colori, scegliete principalmente toni neutri; se volete comunque un tocco di colore, inserite una o al massimo due tonalità nei tessili, preferendo quelli a tinta unita.
Il risultato sarà armonico, molto semplice ed elegante ma con un certo gusto estetico.
Kave Home
BoConcept
Arredare un terrazzo con stili più stravaganti
Se invece amate atmosfere più stimolanti, spazi colorati faranno al caso vostro. I colori fanno bene all’umore e un terrazzo con tinte vivaci risulterà gioioso e frizzante.
Per un terrazzo colorato, potete usare tonalità calde, come giallo, arancio e rosso, che ricordano il sole, sono energiche e staccano molto bene dal cielo azzurro. Oppure tonalità fredde, sui toni del blu o del verde, che ricordano i colori del mare e della natura, e sono più rilassanti.
Per i tessili, alternate tessuti a tinta unita con quelli con geometrie, anche vistose, sia per i cuscini che per il tappeto.
Il colore può essere dato anche dalle piante. Un terrazzo total green fa al caso vostro se amate il verde ed esserne circondati. I confini saranno caratterizzati da alti supporti per piante rampicanti o alte – come palma, banano, sterlizia e monstera – in modo tale da chiudersi rispetto all’esterno.
Marcel Wolterinck landscape designer
Via linenandlavender.net
Se desiderate una progettazione degli spazi esterni, consultate il sito https://zeumadesign.com.
Chi non ha mai sognato una stanza per sistemare il proprio guardaroba? Cassetti, barre appendiabiti, mensole per le scarpe, contenitori per borse, camicie, cravatte e gioielli sono alcune delle funzioni offerte da Pratico di Zanette, un sistema modulare concepito per definire e organizzare la cabina armadio sulle proprie esigenze.
Il guardaroba perfetto con Pratico di Zanette
Improntato alla massima flessibilità compositiva e funzionale, Pratico è un sistema modulare ideato appositamente per definire e organizzare gli spazi guardaroba, con una pluralità di accessori disponibili e dettagli sofisticati ed eleganti.
Il punto di partenza è la creazione di una boiserie, con pannelli di tre diverse larghezze e altrettante altezze, completata da una basamento e un eventuale pannello di chiusura superiore. In questa struttura possono essere inseriti numerosi elementi, come mensole con o senza cassetti, cassettiere, vassoi estraibili per camicie o pantaloni, barre appendiabiti, scarpiere.
I moduli cassettiera, inoltre, sono pensati anche per costituire isole attrezzate al centro della cabina armadio, diventando mobili freestanding a completamento.
Pratico è proposto con finitura in larice, rovere termocotto o spazzolato opaco in differenti nuance del catalogo Zanette, con accessori che integrano materiali quali metallo e vetro.
Consigli per organizzare il tuo guardaroba perfetto
L’arrivo della bella stagione ci porta a ordinare le nostre cabine armadio sostituendo i cappotti, le giacche e i maglioni con indumenti più leggeri e traspiranti di lino, di cotone e di seta. Per evitare che questo processo diventi un grattacapo e farlo in modo pratico, ecco tre consigli basilari per ordinare l’armadio in base ai tessuti, ai colori e agli usi di ciascun capo.
Organizza i capi in base ai colori e agli usi
Per guadagnare spazio nel tuo armadio, puoi organizzare i capi in base ai colori o agli usi. Disponi camicie e abiti dal chiaro allo scuro e crea un ordine visivo. Oltre che organizzato, sarà anche bello da vedere! Se metterli secondo scala cromatica è troppo complesso, faticoso o non fa per te, almeno dividili per blocchi di colore (tutti i bianchi insieme, tutti i blu insieme, ecc). È molto più bello rispetto che avere un capo blu, uno verde, un altro blu, due gialli, uno nero, uno verde ecc..
Altro suggerimento è quello di riporre in fondo all’armadio gli indumenti che usi ogni tanto e nella parte più visibile quelli che indossi ogni giorno. Un’altra idea è di appendere le camice, le giacche e i pantaloni nelle grucce o di inserire degli organizer nei cassetti principali. Lì potrai sistemare i capi più piccoli e tenerli a portata di mano (biancheria intima, cravatte, cinture, calzini o foulard).
Il metodo di MARIE KONDO
Il metodo Konmari di Marie Kondo ha rivoluzionato l’ordine della casa. Tale metodo propone di suddividere i capi in categorie e semplifica ciò che deve essere risposto nell’armadio suggerendo di piegare gli indumenti in verticale (come magliette, i pantaloni e pigiami), appendere le camicie in ordine di tessuto e usando degli organizer per gli accessori più abituali (disponendoli dal più usato al meno usato).
Utilizzare la gruccia adatta
Ci sono grucce per tutti i tipi di indumenti. Ci sono grucce per abiti, altre più adatte alle camicette, altre pensate appositamente per gonne e pantaloni e altre ancora per le cravatte. Scegliere legrucce corrette per ogni indumento ti aiuterà ad organizzare il tuo armadio in modo più efficiente.
La terrazza è lo spazio ideale per rilassarsi, mangiare e divertirsi all’aperto, per questo è importante che sia arredata in modo perfetto. Ma qual è il modo migliore di arredare il terrazzo? Ecco alcuni semplici consigli da seguire
Arredare il terrazzo
Allestire uno spazio outdoor non è cosa sempre facile. Prima di progettare il tuo terrazzo calcola quanto spazio hai a disposizione e, naturalmente, a ciò che desideri. Ad esempio, preferisci una terrazza al sole o all’ombra? E quale sarà l’utilizzo principale? Vuoi ricavare zona pranzo, relax e conversazione? Di seguito alcuni semplici consigli che ti aiuteranno a creare la terrazza perfetta dove trascorrere piacevoli momenti di vero relax all’aria aperta.
Terrazza ombreggiata
Pensa in anticipo se preferisci arredare la terrazza sul lato più soleggiato o sul lato con maggiore ombra. Una terrazza ombreggiata è particolarmente indicata se non ti piace sederti al sole, soprattutto nelle calde giornate estive. In questo caso tieni presente che molte piante da esterno hanno bisogno di sole per crescere bene. Di conseguenza, presta molta attenzione quando acquisti le piante per il terrazzo.
Terrazza solarium
Una terrazza solarium è la scelta ottimale per chi ama stare al sole. Il consiglio è di inserire comunque una schermatura solare per ripararti dal sole nelle ore più calde. In base allo spazio a disposizione puoi scegliere tra svariati modelli di ombrelloni, tende, gazebi e pergole. La scelta di piante e fiori che prediligono il sole non è difficile, infatti quasi tutti i fiori estivi crescono bene proprio se collocati in posizione soleggiata.
Organizzare la terrazza
La cosa più difficile quando si arreda un terrazzo è definire la corretta disposizione delle aree funzionali: pranzo, relax e conversazione. Quanti membri della famiglia utilizzeranno la terrazza? C’è abbastanza spazio affinché tutti possano sedersi comodamente? Naturalmente i lettini andranno posizionati al sole mentre il tavolo da pranzo andrà sistemato nella zona ombreggiata. Se la terrazza è adiacente al soggiorno o alla cucina, occorre tenere in considerazione anche le visuali. La disposizione del terrazzo può influenzare notevolmente la vista dalla casa. Disegna una pianta della terrazza, traccia le linee di vista e i percorsi che conducono da una zona all’altra, in questo modo ti sarà più facile definire la disposizione perfetta.
Mobili da giardino
Adesso è il momento di pensare alla scelta dei mobili da giardino per la tua terrazza. Per la zona pranzo puoi optare per un grande tavolo da giardino, comodo per mangiare o lavorare e al quale abbinare le sedie da giardino giuste. Per ottimizzare lo spazio puoi acquistare un tavolo allungabile abbinato a sedie impilabili omeglio ancorapieghevoli. Attrezza la zona solarium con lettini o sdraio regolabili, comode anche per leggere. Infine, per la zona conversazione scegli sedute comode e accoglienti, anche in versione maxi se lo spazio non manca. In fase di acquisto fai attenzione al materiale degli arredi, che dovrà essere adatto all’utilizzo esterno.
Piante e vasi
Per creare la terrazza perfetta non possono mancare bellissime piante e fiori in vaso. Puoi decorarlo in chiave moderna con grandi fiorire, utili anche per separare le zone funzionali, oppure puoi creare un mix di fiori sistemati in più vasi di dimensioni diverse. La scelta dipende essenzialmente da quanto spazio hai a tua disposizione.
Illuminazione
Se vuoi sfruttare la terrazza anche nelle ore serali, magari per una cena all’aperto o per un aperitivo, non dimenticare l’illuminazione. La soluzione più comoda e veloce è indubbiamente quella di scegliere delle pratiche lampade senza fili. In commercio sono disponibili modelli da terra e da tavolo che puoi spostare facilmente in qualsiasi punto del terrazzo, a seconda delle necessità.
Arredare un soggiorno in stile scandinavo, significa creare una stanza armoniosa, calda e confortevole in cui praticità e gusto sono le caratteristiche distintive. Con i dovuti accorgimenti, è possibile ottenere un ambiente fresco e luminoso in cui godersi piacevoli momenti quotidiani di relax e di convivialità.
Questo stile, nato negli anni ’30 in Nord Europa, è ancora oggi uno degli stili d’arredo più amati per la casa. Ciò è dovuto in larga parte alle sue linee semplici ed armoniose che non conoscono il passare del tempo. Non è infatti un mistero che alcune delle più famose icone dell’arredamento siano proprio oggetti di design scandinavo.
Lo stile scandinavo è caratterizzato dall’uso di materiali naturali, tra cui spicca in particolar modo il legno. Le essenze lignee tipiche dei paesi scandinavi unite ai toni tenui e al largo uso del bianco contribuiscono a creare quell’atmosfera tipica delle case nordiche, in cui si cerca di sfruttare al massimo la luce del giorno e di dare al contempo un senso di calore e intimità all’ambiente.
Se ti piace questo stile e devi arredare casa, ti consiglio di dare un’occhiata a Siblo. Si tratta di un negozio online di arredamento, esclusivamente in stile scandinavo, che trovo molto interessante perché offre prodotti belli e di qualità per arredare tutte le stanze della casa: dall’ingresso alla cameretta e persino la sala da gaming! Il catalogo è molto vasto e per il soggiorno ci sono tante proposte di mobili e complementi tra cui perdersi a curiosare.
Come orientarsi per scegliere i giusti arredi
Caratteristica di grande importanza per un soggiorno in stile scandinavo è la funzionalità: bisogna riuscire a sfruttare il più possibile lo spazio utilizzando i giusti elementi scelti ad hoc. Questo permette di dare ampio respiro agli ambienti grandi e di rendere capienti e vivibili anche gli spazi più piccoli.
Re indiscusso del soggiorno è il divano, oasi di relax da godersi all’occorrenza da soli, in compagnia della propria famiglia o per scambiare quattro chiacchiere in comodità tra amici. Per ottimizzare al massimo la stanza l’ideale è scegliere un divano ad angolo che permetta di definire l’ambiente senza dover rinunciare allo spazio per distendersi comodamente o per accogliere gli ospiti. Questo tipo di divano accostato al muro darà un senso di raccoglimento, mentre posizionato al centro della stanza diventa un elemento utile a dividere gli spazi, quando ciò si renda necessario.
Comode poltrone o sedie a dondolo in legno dalle linee curvate possono fare da complemento per godersi momenti magici davanti ad un caminetto acceso o ad un buon libro e una tazza di tè fumante poggiata su un tavolino dai bordi rigorosamente arrotondati.
Per il contenimento si possono scegliere soluzioni modulari, madie o mobili da soggiorno con le tipiche gambe slanciate in perfetto stile nordico. Le librerie sono invece molto adatte per sfruttare lo spazio verticalmente senza correre il rischio di appesantire troppo l’ambiente.
Per quanto riguarda l’illuminazione, è meglio prediligere lampade a sospensione e piantane da posizionare in punti strategici, in modo da poter regolare la luce artificiale a proprio piacimento in base al momento della giornata. Anche qui si può optare per elementi con struttura in legno o in metallo e paralumi con superfici tese o bombate in tessuto, vetro o metallo a seconda dei gusti.
Non può mancare infine il tappeto per incorniciare lo spazio e unire insieme tutti gli elementi che compongono l’arredo. L’ideale per lo stile scandinavo e sceglierne uno in tinta unita neutra o con un leggero decoro geometrico che sia tanto morbido e accogliente da poterselo godere a piedi nudi anche nelle giornate più fredde.
Sono davvero magnifiche le gallery wall che vediamo spesso su Pinterest, vero? Ma come si fa davvero a realizzarne una? Come si fa a scegliere le immagini per una gallery wall in modo che risulti semplicemente perfetta? Sì perchè apparentemente può sembrare molto semplice scegliere 4 o 5 immagini, appendere i quadri più o meno vicini tra loro, scegliere le cornici, ecc… ma è davvero così semplice? Beh, dopo aver letto questo articolo ti assicuro che lo sarà.
Ho deciso di strutturare questo articolo in 3 parti principali. Per prima cosa andiamo a definire cos’è una gallery wall e come si compone, poi passiamo alla parte clou in cui ti mostro i 5 suggerimenti che utilizzo io per scegliere le singole immagini che compongono la gallery wall. Infine una carrellata di ispirazioni raccolte da Poster Store, un’azienda di poster decorativi per la casa che, nel caso non si fosse capito, mi piacciono tanto!
Iniziamo!
Cos’è una gallery wall?
La gallery wall è un modo “fighino” e di grande tendenza per descrivere una parete, o una porzione di essa, decorata con una composizione di quadretti contenenti posters o fotografie, come se fosse una galleria d’arte all’interno della nostra casa.
Personalmente mi piacciono molto perchè arredano un sacco e allo stesso tempo esprimono tanto carattere e personalità alla casa. Inoltre la gallery wall risulta essere molto versatile, perchè qualora ci dovessimo stancare delle immagini contenute nei quadretti, possiamo sempre sostituirle con altre a nostro piacimento, senza dover affrontare spese troppo onerose. Insomma, in un attimo si può dare una piccola rifrescata all’aspetto estetico della nostra casa. Infatti, quando ho parlato in questo articolo di come allestire la propria casa in mood primaverile, una delle proposte era proprio quella di sostituire le immagini dei quadri e rinnovare in modo semplice e veloce l’aspetto del proprio living, ad esempio.
Come ti dicevo la gallery wall è un ottima occasione per esprimere la personalità della propria casa, perchè attraverso immagini, poster o fotografie evocative, puoi davvero esprimere le tue passioni. Visualizzare quelle immagini tutti i giorni ti farà stare bene, perchè ti metteranno il buonumore e renderanno la casa più “tua”.
La personalità della casa rispecchia esattamente la stessa di chi la abita. Esprimi le tue passioni attraverso l’home decor.
Le gallery wall, piccole o grandi che siano, sono molto scenografiche, ricche di dettagli, di pattern e di colori. Proprio per questo motivo è necessario prestare attenzione per non fare errori e realizzare invece una gallery wall perfetta.
La gallery wall si possono sviluppare in svariati modi. In questo articolo puoi trovare alcuni schemi di layout a cui ti puoi ispirare, ma che ora ti riporto anche qui. Questi sono i 3 principali schemi di layout che utilizzo io stessa durante le mie consulenze di arredo online e che puoi adottare per le tue gallery wall.
LAYOUT #1
Lineare e regolare
Preciso e ordinato, tutte le cornici sono inscritte in un rettangolo immaginario e i lati esterni delle cornici corrono lungo questo riferimento. Il rettangolo lo si riesce a percepire molto bene.
LAYOUT #2
Ordinato ma dinamico
I quadri sono disposti lungo uno o più assi immaginari e possono essere disposti sia in orizzontale che in verticale, sia al centro che ai lati della composizione. In questo modo i bordi dell’intera composizione non saranno regolari come nella situazione precedente, ma saranno più frastagliati.
LAYOUT #3
Disordinato ma armonico
La disposizione dei quadri non segue nessun riferimento particolare, sono semplicemente disposti in maniera casuale, ma con l’accortezza di non creare troppi vuoti tra una cornice e l’altra. I quadri devono rispettare il più possibile la stessa distanza tra loro. Apparentemente può sembrare semplice da comporre, ma personalmente trovo che questo tipo di layout sia più difficile da replicare, perchè richiede più attenzione degli altri 2 precedenti.
Ma ora veniamo a noi: quali immagini inserire in una gallery wall perfetta?
Innanzitutto chiediti dove desideri realizzarla. Se si tratta di uno spazio più soggetto alla visita di ospiti, amici o parenti, cercherei di non utilizzare troppe foto di famiglia. Personalmente le vedo molto intime, più adatte alla zona notte, come la camera da letto e il disimpegno (comunemente chiamato anche come ingresso notte).
Vediamo uno ad uno i miei 5 suggerimenti fondamentali ed efficaci per realizzare una gallery wall dall’effetto wow.
Come ti dicevo prima la gallery wall deve esprimere la tua personalità. Siediti e scrivi sul tuo taccuino quali sono le tue passioni, i tuoi hobby, le tipologie di immagini che ti fanno stare bene: natura, paesaggi, viaggi, arte, ecc… Aiutati attraverso la ricerca di Google Immagini oppure Pinterest e definisci quali sono le tematiche e le immagini che ti fanno stare bene e che pensi non ti stancheranno mai.
SUGGERIMENTO #2
Palette colori
Pic by Pinterest
Anche i colori sono importanti, nella definizione delle immagini cerca sempre di rispettare una palette colori che sia in linea col resto dell’arredamento della stanza.
Se l’arredo è già ricco di colori ti suggerisco di rimanere il più neutro possibile con la gallery wall.
Se l’arredo è già molto armonico e nella palette sono presenti una o 2 tonalità ben definite, riprendile anche all’interno delle immagini dei quadri; non è necessario che siano le esatte tonalità, l’importante è che siano in nuance.
Se l’arredo è monocromatico, allora puoi permetterti di osare col colore e la tua gallery wall diventerà la vera protagonista di quella stanza; naturalmente scegli colori che ti piacciono e che ti fanno stare bene
Per non affaticare troppo l’occhio non utilizzare immagini troppo dense e ricche di dettagli, perchè a lungo andare potrebbero stancarti. Se i singoli posters contengono molti e piccoli particolari, non ti verrà mai la voglia di soffermarti a guardarli. Quindi, in questo caso, prediligi un unico e grande bel quadro, oppure un gruppo di 2 o massimo 3, ma sempre di dimensioni consone.
SUGGERIMENTO #4
Mixa immagini di peso diverso
Pic by Pinterest
Oppure, collegandomi al discorso del suggerimento #3, puoi mixare immagini più dense di dettagli con immagini più pulite, ma devi miscelarle tra loro in maniera omogenea, cercando di alternarle, cioè evitando di mettere vicine troppe immagini della stessa tipologia. Per capire cosa intendo osserva la foto di esempio qui sopra.
Scegli delle cornici in linea col mood dell’ambiente. Puoi anche mixare più tipologie di materiali o linee di cornici, tutto dipende dallo stile che desideri rappresentare.
Per una GALLERY WALL LINEARE E REGOLARE ti suggerisco di utilizzare la stessa cornice, per non rovinare l’estrema pulizia minimalista di questa tipologia di layout.
Per una ORDINATA MA DINAMICA puoi mixare 2 cornici dello stesso design, ma con 2 finiture differenti, ad esempio: legno naturale e laccato bianco opaco. Questa soluzione è molto adatta per lo stile scandinavo.
Per una GALLERY WALL DISORDINATA MA ARMONICA puoi osare con cornici di diversa tipologia, addirittura puoi appendere, all’interno della composizione anche oggetti decorativi. Questa soluzione è perfetta per lo stile vintage.
Sai qual’è l’errore che vedo fare più spesso?
È quello di disporre i quadri troppo distanti tra loro. Ricordati sempre che devi vedere la gallery wall come una composizione, un grande gruppo di oggetti che devono essere vicini tra loro per creare coesione. Osserva queste immagini di ispirazione che ho preparato per te e cerca di notare proprio questo aspetto.
Un’ultima tips prima di lasciarti
Prima di forare e appendere al muro i tuoi quadri, fai una prova. Disponili prima sul pavimento e sali su una sedia per visualizzare l’intera composizione più da lontano. Fai tutti gli aggiustamenti che ritieni necessari e immortala la tua composizione. Fai uno schizzo, sul taccuino di prima, e annota le distanze che hai tenuto tra le cornici. Vedrai come ti sarà più facile replicare il tutto sulla parete.
Ora hai tutte le nozioni necessarie per creare la TUA gallery wall con le immagini che ti rappresentano, perfetta per la TUA casa e nessun’altra.
Fammi sapere se questo articolo ti è stato utile e se pensi che metterai in atto anche solo uno di questi suggerimenti.
Inoltra questo articolo a quella tua amica che desidera da tanto realizzare una bellissima gallery wall, ma che non sa da dove partire (aiutati coi bottoni di condivisione qui sotto).
Per oggi è tutto, ci vediamo tra 2 settimane con un nuovo articolo.
I divani in pelle durano una vita e non conoscono le mode. Ecco tutto ciò che devi sapere e le migliori proposte di Borzalino
Durano una vita. Garantiscono il massimo del comfort ed un look elegante. Stiamo parlando dei divani in pelle, un arredo al di fuori del tempo e delle mode. Perfetti sia per case classiche che per interni contemporanei, i divani in pelle sono in grado di adattarsi a qualsiasi stile e ambiente. Dai tradizionali modelli capitonné alle linee più pulite e minimali, dai colori naturali alle tonalità più vivaci, le possibilità di scelta sono infinite.
BEN, il divano di Borzalino che punta tutto sulla flessibilità
Cosa rende unici i divani in pelle
Che si tratti di un imponente Chesterfield o di un sofà contemporaneo, un divano in pelle sarà sempre e comunque garanzia di esclusività. Realizzati con cura sartoriale e grande attenzione per i dettagli, sono infatti quasi sempre sinonimo di artigianalità.
GREG, il divano in pellle di Borzalino dalle linee morbide e avvolgenti
Inoltre, i divani in pelle hanno una straordinaria resa tattile e un fascino senza tempo. La pelle è infatti un materiale morbido al tatto che dona un calore unico a qualsiasi ambiente. E, come dicevamo, dura una vita. Perché è un materiale vivo che cambia negli anni, ma che invecchiando diventa sempre più bello ed acquista un fascino inimitabile. Purché venga curato nel modo giusto.
Come mantenere i divani in pelle in buone condizioni
Il divano in pelle va comunque trattato con cura per mantenerlo in buone condizioni. Per esempio, va posizionato lontano da fonti di luce e di calore per evitare che la pelle indurisca. E va pulito esclusivamente con detergenti naturali e non aggressivi oppure con prodotti specifici consigliati dalle stesse aziende.
Detto questo, è ovvio che non tutti i divani in pelle assicurano la stessa qualità. Il tipo di pelle, la finitura e la concia fanno la differenza. Per questo al momento dell’acquisto bisogna puntare su aziende che usano materiali di prima scelta.
NEW KAP, il divano di Borzalino che unisce classico e contemporaneo
I divani in pelle di Borzalino
I divani in pelle di Borzalino sono esclusivi prodotti Made in Italy, realizzati con i migliori materiali e con la massima cura artigianale. Divani sartoriali disegnati con una grande attenzione per i dettagli.
I rivestimenti in pelle proposti da Borzalino sono otto: Tuscania, Ghost, Nabuk, Rustico, Sequoia, Prescott, Seta ed Epic. Tutti realizzati in pelle di bovino nelle varianti spalla e groppone, mezzo o pieno fiore con grana naturale.
Le finiture sono varie: dall’anilina per le pelli non protette (le più pregiate) ai pigmenti per le pelli protette, fino alle finiture con olio vegetale per i divani in pelle conciati al vegetale. I colori vanno dalle varie sfumature del marrone al grigio e nero, passando per tonalità accese come il giallo e l’arancio.
Puro, leggero e dalle forme pulite: taso è il nuovo tavolo in legno naturale dell’azienda austriaca TEAM 7.
Realizzato con la tecnologia 3 strati più avanzata, il piano del tavolo colpisce per la sua finezza e offre al contempo massima stabilità. Il design armonioso e delicato, pone al centro la morbida sensualità del legno naturale, per un risultato di grande effetto sia dal punto di vista visivo, sia tattile.
Spazio a volontà con taso che è proposto in versione fissa o allungabile. Quest’ultima presenta un sistema di estrazione particolarmente sofisticato, che offre spazio a sufficienza per una bella tavolata. Il meccanismo, inoltre, è facile da azionare ed estremamente comodo, perché mentre il piano si allunga, gli ospiti possono rimanere seduti e il tavolo non necessita di essere sgomberato.
Le guide d’estrazione, realizzate interamente in legno massello, sono predisposte con precisione millimetrica, così che quando il tavolo è allungato vi sia perfetta aderenza e nessuna irregolarità tra i piani del tavolo, distinti soltanto da una sottilissima ed elegante fuga. Gli angoli arrotondati e gli spigoli inferiori smussati ingentiliscono l’estetica del legno massello.
Le gambe con struttura a cavalletto, anch’esse in legno massello, sono fissate al centro e permettono grande libertà di movimento e spazio in abbondanza anche per le sedie con braccioli.
Nuovo taso può essere abbinato a scelta con sedie, panche lineari o panche angolari. È perfetto in abbinamento con la nuova famiglia di sedute flor, la cui struttura della base in legno naturale si ispira proprio a quella del tavolo e crea un quadro d’insieme particolarmente armonioso.
TEAM 7: ecologici da sempre, anche quando non era di moda
TEAM 7 nasce oltre 60 anni fa da una piccola falegnameria di Ried im Innkreis, nel cuore dell’Austria settentrionale. L’azienda oggi si attesta come il leader mondiale nella produzione di mobili e complementi di design in legno naturale. Lo spirito pionieristico del proprietario e la loro sensibilità verso il rispetto della natura, tradotto in una produzione ecosostenibile, hanno permesso che la passione per la lavorazione del legno si unisse al design contemporaneo.
L’intero processo produttivo è interamente nelle mani dell’azienda: dalla coltivazione e selezione della materia prima, fino alla realizzazione del progetto finale e la consegna al cliente. La produzione comprende cucine, tavoli, sedie, complementi soggiorno, tavoli bassi, oltre che l’arredo completo per la zona notte e l’home office.
Grazie alla cassa di risonanza delle detrazioni fiscali, quando si ristruttura casa la sostituzione degli infissi è ormai considerato da tutti obbligatorio. Ma l’offerta del mercato è vasta, e proprio le detrazioni fiscali stanno spingendo alcune tipologie di infissi, penalizzandone altre.
In questo articolo faremo un focus su una tipologia che sta vivendo un periodo di appannamento: quelli in legno. Proverò a spiegarti quali sono i pregi inarrivabili di questo materiale, quali sono i difetti, come i produttori hanno risolto i difetti maggiori e soprattutto quanto costano.
Attualmente puoi trovare in commercio infissi realizzati in tre materiali: il PVC, l’alluminio e il legno. Li puoi trovare “puri”, cioè composto da solo di uno di questi materiali, oppure in combinazione tra di loro: legno-alluminio, legno-pvc, pvc-alluminio, alluminio-legno (che sono diversi dal legno-alluminio…).
C’è da dire che una piccola quota di mercato è detenuta anche dal ferro e dall’acciaio, ma è trascurabile.
Naturalmente quando parliamo di materiale di cui sono fatti gli infissi parliamo dei telai. Ma non devo certo essere io a dirti che la porzione più grande di un infisso è costituita dalla parte vetrata…a cui devi prestare particolare attenzione. Non sarà l’oggetto di questo approfondimento, ma se vuoi saperne di più leggi questo articolo in cui puoi trovare tutte le informazioni che ti servono.
Detto ciò, il telaio svolge una funzione altrettanto se non più importante del vetro. E nel costo complessivo di un infisso costituisce la parte più consistente.
Attualmente gli infissi maggiormente venduti sono quelli infissi in PVC. La loro quota di mercato è in costante crescita da anni: già nel 2019 sfiorava il 40%.
E se l’alluminio da parecchi anni si aggira attorno al 35%, chi sta perdendo colpi è proprio il legno, ormai stabilmente sotto il 30% e continua vedere ridursi le proprie quote di mercato. Questo materiale è passato dall’essere il re indiscusso del settore, al fanalino di coda…
Il motivo per cui il PVC sta avendo questo enorme successo è che abbina prestazioni elevate a bassi costi di produzione. Ma ruolo importante in questa ascesa lo stanno svolgendo anche le detrazioni fiscali, e nell’ultimissimo periodo in particolare il superbonus.
Infatti la presenza di massimali di spesa complessivi ed unitari da rispettare, uniti alla promessa del “tutto gratis” fatta dal sperbonus (approposito…per un approfondimento leggi questo articolo), ha portato a concentrare tutta l’attenzione verso infissi poco costosi…quindi il PVC. Con committenti che spesso non sono disposti a mettere sul piatto neppure un euro per ottenere qualcosa di qualitativamente superiore.
E il legno, che non ha rivali non solo in termini di prestazioni termo-acustiche, ha la pecca di costare tanto. Molto più del PVC (Almeno per quanto riguarda gli infissi di qualità e certificati.). E quindi di non rientrare nei massimali di cui parlavamo prima. Inoltre è accompagnato dalla falsa credenza che richieda molta manutenzione perché “a contatto con l’ambiente esterno si rovina”…
Per spezzare una lancia a favore degli infissi in legno, nei prossimi paragrafi vedremo come l’industria del legno si è evoluta per rispondere alle problematiche di questo materiale, metteremo in luce quali caratteristiche non devi perdere d’occhio nella scelta degli infissi in legno, e infine ti darò dei costi indicativi.
Prima però partiamo da un confronto tra gli infissi in legno e quelli in PVC.
INFISSI IN LEGNO O INFISSI IN PVC? PREGI E DIFETTI
Chiariamolo subito, se l’unico criterio di scelta che ti guida è quello economico (cioè risparmiare il più possibile) la risposta è una sola: acquista dei nuovi infissi in PVC. Non sarò certo io a dirti che sono il male…ne trovi di estremamente validi (ma anche qui…attenzione a quello che acquisti…gli infissi in PVC di qualità non sono poi così economici!).
Ma se affermo che la scelta di un infisso non può basarsi solo sull’aspetto economico, spero concorderai con me.
In fondo quando parliamo di infissi ci riferiamo a quell’elemento dell’involucro che ti protegge dall’ambiente esterno, ti consente di avere luce e aria fresca in casa e soprattutto te lo ritrovi di fronte tutti i giorni. Non è come un mobile che puoi cambiare a cuor leggero quando ti pare. E una volta installato dovrebbe durare almeno qualche decina di anni garantendoti prestazioni elevate per tutta la sua vita utile.
Analizzando la questione da questi punti di vista gli infissi in legno non hanno rivali.
[Te lo dice una persona che non ha una particolare predilezione per gli infissi in legno…(e ancora meno per quelli in PVC per intenderci…)]
Credo sia superfluo sottolineare che il legno è un materiale naturale, a differenza del PVC che è composto per oltre il 40% da petrolio.In parole povere il PVC è plastica.
“Si ma per fare gli infissi in legno bisogna tagliare gli alberi…non mi dirai mica che è ecologico!”
Ecco, sfatiamo il falso mito che il legno non sia ecologico perché per produrlo bisogna abbattere intere foreste.
Sì è vero: per fare un infisso in legno bisogna tagliare degli alberi. Ma tutti i produttori di infissi in legno (o meglio quelli seri…) ormai certificano la propria filiera produttiva garantendo così che i legnami utilizzati nei loro infissi provengano da foreste o fonti gestite in maniera controllata (se vuoi approfondire guardati la certificazione FSC ad esempio). Un po’come avviene per i produttori di parquet. In soldoni: tanto tagli, tanto ripianti.
Tornando allo scontro PVC-legno, detto del fattore ecologico, c’è da considerare il non secondario fattore estetico.
La maggior parte delle persone quando compra un infisso in PVC lo chiede “effetto legno”. E lo fanno perché il valore estetico del legno è irraggiungibile.
Il PVC imita il legno…non è il legno che imita il PVC.
Per farlo assomigliare al “cugino” nobile, sul PVC vengono incollate delle pellicole di plastica con stampate varie essenze e venature di legno. Ti assicuro che non mi capita di rado di sentire affermazioni tipo “non si riesce a notare la differenza dal legno vero”.
Mi spiace ma non è così.
Sebbene esistano pellicole molto realistiche, quando provi ad affiancarle ad un vero infisso in legno la differenza si vede eccome. Si tratta di una differenza sia estetica che tattile. Non è facile descriverla a parole…devi vederla di persona.
Tra l’altro, se è vero che le pellicole usate per imitare il legno sono molto realistiche, è altrettanto vero che non sono eterne e negli anni si possono rovinare. Soprattutto sul lato esposto alle intemperie scoloriscono e se non incollate bene si potrebbero staccare (e guarda caso succede sempre agli infissi economici…). Certo non in un paio d’anni, ma oltre 10 anni non credo che troverai qualcuno in grado di garantirtele.
Il problema è che una pellicola che imita il legno è difficilmente sostituibile…spesso devi sostituire l’intero infisso. Invece un legno che ha perso la vernice superficiale è riverniciabile quante volte vuoi. Un po’come un pavimento in legno è riverniciabile e un pavimento in laminato (che è sempre plastica) no. (approposito…hai letto il mio articolo sui pavimenti in legno?)
Ma quando parliamo di durata non devi limitarti a pensare a quella estetica. Parliamo anche e soprattutto di durata di vita dell’infisso.
I produttori di infissi in PVC affermano che i loro prodotti possono resistere 25/30 anni (qualcuno dice anche 35 anni).
Capiamoci: non sono pochi! Ma se andiamo a confrontarla con quella di un infisso in legno, che può arrivare a 50/60 anni, la prospettiva cambia.
In realtà non deve darti da pensare tanto la durata in sè dell’infisso, perché oggettivamente dopo 30 anni probabilmente ti ritroverai comunque a cambiarlo. Devi concentrati sui motivi di questa differente durata: la resistenza meccanica di questi due materiali è molto diversa.
Pensa che il legno viene da sempre utilizzato per costruire le strutture degli edifici. E in questo campo negli ultimi anni sta vivendo una seconda giovinezza: recentemente si è arrivati a realizzare addirittura grattacieli con struttura portante in legno.
Lo stesso non si può dire del PVC, che ha scarsa resistenza meccanica, infatti ha bisogno di anime in acciaio per garantire stabilità, anche su infissi di dimensioni non particolarmente generose.
Inoltre gli infissi in legno si possono riparare senza dover sostituire tutto l’infisso. Il PVC è plastica, non si ripara: se qualcosa si rompe conviene cambiare l’infisso. Questo non te lo dice chi vende infissi in PVC. E io non ci vedo un grosso affare.
Ma attenzione: se è vero che gli infissi in legno possono garantirti una maggiore durata, devi comunque prendertene cura. Ed è questo, dopo il costo, il secondo grande scoglio che sta penalizzando gli infissi in legno.
“Sì tutto bello…ma esposto alle intemperie il legno non si rovina? Poi devo fare continua manutenzione e non ho né il tempo né la voglia!”
INFISSI IN LEGNO E MANUTENZIONE: COME LA TECNOLOGIA HA RISOLTO IL PROBLEMA
Inutile nascondersi: il legno è un materiale che richiede cura. Ma la percezione di questa cura probabilmente è eccessiva. Deriva dall’esperienza che probabilmente abbiamo fatto tutti di vecchie finestre in legno piene di problemi.
Nella casa in cui ho vissuto da bambino c’erano degli infissi in legno e mi ricordo che ogni due o tre anni i cicli di sole, pioggia, caldo, freddo, facevano letteralmente sgretolare la vernice e costringevano mio padre a smontarli, cartavetrarli e riverniciarli completamente.
Il problema chiaramente non era dal lato interno che, con una cura minima, non aveva alcun problema. Il problema era all’esterno, cioè dove l’infisso è a diretto contatto con le intemperie e le variazioni climatiche.
E quella manutenzione era fondamentale. Quando faccio sopralluoghi per delle ristrutturazioni mi capita spesso di trovarmi di fronte a finestre o balconi in legno, anche non particolarmente datati, su cui non è stata mai fatta alcuna manutenzione, e che si sono deformati alle volte fino a renderne impossibile il funzionamento.
All’epoca guardavo con ammirazione mio padre che faceva questo lavoro sfiancante sotto il sole estivo. Ma i tempi sono cambiati e dubito che ci siano tante persone con la voglia di sobbarcarsi un lavoro del genere o che siano disposte a investire dei soldi per farlo fare a qualcuno.
Però questi ricordi sono fuorvianti. La tecnologia ha fatto passi da gigante anche in questo settore e i produttori di infissi in legno ormai da molti anni hanno messo a punto nuove vernici ad emulsione acquosa che garantiscono di durare anche oltre i 10 anni prima di richiedere una riverniciatura.
Una piccola manutenzione ogni dieci anni si può fare no?
Se la risposta è no c’è la soluzione per te.
Infatti ciò che risolve tutti i problemi da questo punto di vista sono gli infissi in legno-alluminio.
Sono dei normali infissi in legno a cui viene aggiunta una sorta di scocca esterna in alluminio. Questa scocca ha lo scopo di proteggere il telaio in legno dalle intemperie. In sostanza fa da corteccia al telaio.
Grazie a questa soluzione costruttiva viene garantita una maggiore durata degli infissi senza la necessità di alcuna riverniciatura. Infatti l’alluminio resiste in modo egregio anche nei climi più svantaggiosi.
E proprio come per gli infissi in PVC è possibile applicare un effetto legno sulla scocca esterna in alluminio.
Chiaramente questa pellicola ha le stesse problematiche estetiche del PVC: si vede che non è vero legno e in climi particolarmente aggressivi si può rovinare nel tempo. In compenso gode della grande stabilità strutturale dell’alluminio (e naturalmente dentro casa hai legno vero).
Dal mio punto di vista scegliere tra il legno e il legno-alluminio è una cosa assolutamente personale: parliamo in entrambi i casi di infissi di fascia alta.
Possiamo paragonare gli infissi in legno ad una fuoriserie d’epoca, bellissima ma che ha bisogno di manutenzione, e gli infissi in legno-alluminio ad una fuoriserie moderna sempre pronta e in perfetta efficienza.
Però, se è vero che quando c’è di mezzo il legno si tratta di infissi di fascia alta, bisogna anche saperli scegliere, altrimenti rischi di ritrovarti con un’utilitaria cinese invece che con una fuoriserie.
QUALI ASPETTI CONSIDERARE NELLA SCELTA DI UN INFISSO IN LEGNO O IN LEGNO-ALLUMINIO?
Un infisso è composto da tante parti, ognuna di esse meriterebbe un approfondimento specifico. Qui diremo qualcosa, ma se vuoi un articolo completo sulla scelta degli infissi ti consiglio di leggere la guida in 5 parti che ho pubblicato qualche tempo fa. Qui trovi la prima.
Tornando a noi, sono due gli aspetti principali a cui devi prestare attenzione nella scelta degli infissi:
Le certificazioni
Le caratteristiche degli infissi
Le certificazioni
Una certificazione non è sempre sinonimo di qualità dell’infisso. Ma è un indizio significativo. A tal proposito ve ne sono di obbligatorie e di facoltative.
Se non ti vengono garantite quelle obbligatorie, non devi nemmeno prendere in considerazione quell’infisso: oltre a violare le leggi, rischi di perdere tutte le detrazioni fiscali (di cui parleremo più avanti).
Certificazioni obbligatorie
La principale certificazione obbligatoria del settore è la marchiatura CE (EN 14351-1), che garantisce la conformità ai requisiti di sicurezza e salute, previsti dai regolamenti e dalle norme dell’Unione Europea.
All’interno della marchiatura CE devono essere comprese le certificazioni di settore:
permeabilità all’aria (UNI EN 1026 – UNI EN 12207)
tenuta all’acqua (UNI EN 1027 – UNI EN 12208)
resistenza al vento (UNI EN 12211 – UNI EN 12210)
trasmittanza termica (UNI EN ISO 10077/1)
Ognuna di queste certificazioni viene ottenuta attraverso prove di laboratorio su un serramento-tipo e riguarda degli specifici parametri che deve rispettare in relazione a quanto richiesto dalle norme specifiche.
Spesso nella scelta dell’infisso ci si limita a valutare la sola capacità di isolare (la trasmittanza termica), ma sebbene sia il parametro più importante non può essere l’unico da considerare.
A proposito di capacita di isolamento, i valori di legge attualmente in vigore della trasmittanza variano tra 2,6 w/mqK per i climi più caldi e 1 w/mqK per i climi più freddi.
Ad esempio nella pianura padana e in buona parte degli appennini tale valore è pari a 1,3 w/mqK.
L’infisso che acquisterai nel suo complesso (telaio+vetro) deve garantirti un valore di trasmittanza pari o inferiore a questi valori.
Certificazioni facoltative
Tutte le certificazioni che abbiamo visto qui sopra sono obbligatorie per poter commercializzare un infisso in legno o in legno-alluminio.
Ma ve ne sono altre che, sebbene non obbligatorie, possono essere una garanzia aggiuntiva di stare acquistando un infisso di qualità.
Le principali sono la certificazione per il Sistema di Gestione per la Qualità (UNI EN ISO 9001:2008) e la certificazione per il Sistema di Gestione Ambientale (UNI EN ISO 14001:2004), che non riguardano l’infisso in sé ma il produttore.
Queste sono sicuramente le certificazioni volontarie più diffuse nel settore, ma non sono le uniche. Altre molto importanti sono:
la marchiatura Leed, relativa alla sostenibilità ambientale;
le certificazioni fornite da vari enti relative alla qualità e alle prestazioni del prodotto. Sono solitamente fornite da società indipendenti tipo Casa Clima o Arca;
la certificazione sul sistema di posa;
la certificazione e garanzia sulla verniciatura e la sua durata (solitamente di 10 anni).
Non è fondamentale che l’infisso in legno o legno-alluminio che si acquista possieda tutte queste certificazioni, ma sono ottimi indizi di qualità.
E in ogni caso affidarsi ad un fornitore che garantisce tutte queste certificazioni, sia quelle obbligatorie che quelle facoltative, dovrebbe già dare sufficiente tranquillità nell’acquisto del serramento.
Però…qualche domanda su cosa stai per metterti in casa, o anzi alla finestra, dovresti fartela…
Le caratteristiche degli infissi
In fondo non puoi basarti solo sulle certificazioni per fare la tua scelta.
Quando scegli un infisso in legno o in legno-alluminio devi fare attenzione a:
Il tipo di legno
La ferramenta
Le guarnizioni
Il legno
Possiamo suddividere le essenze utilizzate per gli infissi in legno in morbide e dure.
Tra le morbide ci sono il Pino, l’Okoumè, il Larice e l’Abete.
Mentre tra dure troviamo il Rovere, il Teak, il Douglas, il Frassino e il Castagno.
Scegliere l’una o l’altra non è solo una questione estetica ma anche di stabilità, di prestazioni e di costi. Come principio generale valga che i legni morbidi forniscono un maggior isolamento termico e quelli duri garantiscono una maggiore stabilità.
Quello a cui devi prestare particolare attenzione però è a come è fatto il telaio: può essere in massello, cioè ogni lato del telaio è ricavato da un unico pezzo di legno (un telaio ha 4 lati=4 pezzi), oppure in lamellare, cioè il telaio è realizzato con più “lamelle” di legno incollate tra loro.
Potresti pensare che il massello sia la soluzione migliore, ma in realtà non è così.
Infatti il legno lamellare fornisce maggiore stabilità e robustezza.
Il motivo è che il legno è un materiale organico che reagisce alle condizioni esterne e in particolare all’umidità. E lo fa espandendosi e ritirandosi al variare delle condizioni climatiche.
Utilizzare grandi sezioni di legno massello comporta che si generino delle tensioni molto forti all’interno del profilo, la cui conseguenza potrebbero essere fenomeni di fessurazione e rottura.
Il legno lamellare invece, essendo composto da sezioni più piccole incollate, consente di limitare in modo significativo queste tensioni, dando come risultato una maggiore stabilità dei profili, minore sensibilità alle condizioni esterne e in sostanza una durata maggiore dell’infisso.
Si tratta di una tecnologia derivata dall’ingegneria strutturale, dove per primo è stato impiegato il legno lamellare. Si pensi che grazie a questa tecnologia si riescono a realizzare travi uniche in grado di coprire interi palazzetti dello sport.
La ferramenta
La ferramenta è importante tanto quanto l’infisso in sé.
Gli infissi in legno e in legno-alluminio sono pesanti. Molto più del PVC o dell’alluminio semplice.
Inoltre i moderni vetrocamera, per rispettare i parametri di isolamento termo-acustico richiesti per legge, sono anch’essi molto più pesanti di un tempo.
Quindi i cardini che garantiscono la movimentazione delle ante devono sopportare sforzi significativi, anche su dimensioni degli infissi non particolarmente grandi.
La ferramenta che si usava fino a venti-trenta anni fa non è più adatta (motivo per cui sconsiglio sempre ai miei clienti di sostituire solo il vetrocamera nel loro vecchio infisso in legno).
Inoltre gli infissi che si installano attualmente richiedono movimentazioni complesse e poco diffuse in passato: si pensi al vasistas abbinato all’apertura a battente, o all’alzante scorrevole.
Si tratta di movimenti che generano molto sforzo sulla ferramenta.
Quindi questo aspetto non va sottovalutato.
Acquistando un infisso con marchiatura CE la qualità della ferramenta dovrebbe essere garantita. A tal proposito c’è una norma specifica: la EN 13126-8. Se insieme all’infisso ti viene consegnato un certificato che riporta tale norma è un ulteriore grado di sicurezza.
Andando più sul pratico, un aspetto importante da considerare quando si parla di ferramenta per infissi è la resistenza alle intemperie. In zone particolarmente umide (come la pianura Padana) la ruggine è un pericolo sempre in agguato che potrebbe accorciarne in modo significativo la vita utile.
Per arginare questi problemi ci sono dei trattamenti particolari: non solo la classica zincatura ma anche, ad esempio, verniciature organiche o trattamenti tricoat (per ambienti particolarmente aggressivi).
Un altro aspetto da valutare relativamente ai cardini, anche se si tratta solo di un fattore estetico, è se sono a vista o nascosti.
Siamo tutti abituati a vedere le classiche finestre con a lato i cardini a vista. In realtà esistono da molti anni sistemi che prevedono cardini completamente a scomparsa all’interno del telaio. A livello di funzionalità non cambia nulla, ma a livello estetico sicuramente sì. E chiaramente anche a livello economico: questi ultimi fanno aumentare il costo del serramento.
Infine non bisogna scordarsi del sistema di chiusura che, insieme alle guarnizioni, garantisce ad esempio l’assenza di spifferi. Non ti sto parlando delle maniglie, ma dei ganci che sono movimentati dalle maniglie.
Ormai i sistemi sono abbastanza standardizzati ma va posta particolare attenzione a tale aspetto, soprattutto se vuoi installare degli scorrevoli.
Recentemente mi è capitato di vedere nuovi infissi scorrevoli in legno realizzati da un artigiano locale che montavano sistemi di chiusura totalmente inadeguati: a infisso chiuso l’anta si muoveva ed era possibile mettere un dito tra le due ante.
Hai le finestre super-isolanti e poi il freddo ti passa tra le ante…assurdo.
Ma questi problemi non sono dovuti solo alla ferramenta: anche le guarnizioni giocano un ruolo importante.
Le guarnizioni
Le guarnizioni sono un aspetto spesso poco considerato nella scelta degli infissi, ma rivestono un ruolo fondamentale nell’isolamento termo-acustico.
Vengono installate lungo tutto il perimetro dell’anta mobile e garantiscono la tenuta all’aria, l’assenza di infiltrazioni d’acqua, ed evitano la propagazione del rumore (esatto…sono fondamentali contro il rumore!).
Fino agli anni ’70 gli infissi non avevano guarnizioni, chi abita in una casa vecchia lo sa bene. Solo negli anni ’80 hanno cominciato ad essere installate le prime sottili guarnizioni in gomma.
Ma se le paragoniamo a quelle utilizzate oggi negli infissi di qualità impallidiscono.
Attualmente per garantire la massima tenuta non si usa più una sola guarnizione ma almeno due:
Una guarnizione principale su telaio ad incastro, con funzione di isolamento termico e acustico;
Una guarnizione interna per attutire l’impatto di chiusura (e quindi preservare l’infisso e la ferramenta).
Le guarnizioni vengono realizzate in PVC o in TPE (elastomeri termoplastici), materiali che garantiscono alte prestazioni, durata nel tempo e sono riciclabili.
E con questo abbiamo visto quali sono le caratteristiche da valutare quando si sceglie un infisso in legno o in legno-alluminio. Adesso vediamo un altro aspetto che sicuramente ti interessa di più:
QUANTO COSTANO GLI INFISSI IN LEGNO?
Finora ho scritto tante belle parole, ma lo so che si finisce sempre alla questione costi. Come è normale che sia.
Darti un prezzo preciso non è possibile. Ci sono molti fattori che concorrono alla formazione del prezzo: il tipo di legno, il vetrocamera utilizzato, la ferramenta a vista o nascosta, i trattamenti…
Siccome voglio comunque darti alcuni numeri, di seguito troverai dei costi medi per gli infissi in legno e legno-alluminio.
Li suddivideremo per le due tipologie di apertura più diffuse: battente e scorrevole.
Chiaramente non posso sapere la dimensione della tua finestra (o balcone), quindi vedremo dei prezzi al metro quadro…ci penserai tu a moltiplicarlo per la superficie della tua finestra.
Nel costo che ti darò l’infisso sarà considerato completo, cioè compreso di vetrocamera. Ipotizzeremo un vetrocamera generico che rispetta i requisiti minimi di legge. Considera che il vetrocamera indicativamente può incidere per circa 100 €/mq sul costo dell’infisso.
Non considereremo invece tutti i costi accessori: eventuali controtelai, tapparelle, cassonetti, manodopera e smaltimenti.
In sostanza vedremo il costo pulito di fornitura dell’infisso.
Detto ciò gli infissi in legno e in legno-alluminio sono sicuramente di fascia alta, quindi non economici.
Gli infissi in legno-alluminio sono più costosi a causa della presenza del rivestimento esterno in alluminio, che comporta maggiori costi di produzione (si pensi al solo assemblaggio), oltre che di materiali.
Certo è possibile trovare produttori che ne vendono di molto economici, però in tal caso, prima di procedere all’acquisto, verifica che ci siano almeno le certificazioni obbligatorie di cui abbiamo parlato poco sopra (e che siano vere e non inventate…).
Vediamo i costi degli infissi in legno e in legno-alluminio.
Infisso a battente
Infisso a battente (e vasistas) in legno: costo indicativo 550€/mq ivato.
Infisso a battente (e vasistas) in legno-alluminio: costo indicativo 680€/mq ivato.
Infisso scorrevole
Per gli scorrevoli dobbiamo distinguere tra tre tipologie:
Scorrevole parallelo, quello classico in cui due ante scorrono una davanti all’altra. Questa tipologia di apertura è quella meno performante per quanto riguarda le prestazioni termo-acustiche (peggiorativa rispetto ad una finestra a battente);
Alzante scorrevole, in cui il meccanismo di movimentazione alza l’anta scorrevole per farla scorrere. Questa tipologia di meccanismo consente di avere le stesse prestazioni termo acustiche di un infisso a battente;
Traslante scorrevole, in cui il meccanismo di movimentazione sposta verso l’interno l’anta scorrevole per consentirle di scorrere. Questa tipologia di meccanismo consente anche l’apertura a vasistas e garantisce le stesse prestazioni termo acustiche di un infisso a battente. Unica pecca è la ferramenta totalmente in vista.
Per gli infissi scorrevoli paralleli non ci sono particolari differenze di costo rispetto agli infissi a battenti, anzi potrebbero addirittura costare leggermente in meno. Quindi:
Infisso scorrevole parallelo in legno: costo indicativo 550€/mq ivato.
Infisso scorrevole parallelo in legno-alluminio: costo indicativo 680€/mq ivato.
Alzanti scorrevoli
Gli alzanti scorrevoli invece hanno costi notevolmente superiori rispetto ai precedenti. E sono i più cari.
Infisso alzante scorrevole in legno: costo indicativo 1.050 €/mq ivato.
Infisso alzante scorrevole in legno-alluminio: costo indicativo 1.300€/mq ivato.
Scorrevoli traslanti
Infine ci sono gli scorrevoli traslanti, con costi che si pongono a metà strada tra le altre due soluzioni.
Infisso scorrevole traslante in legno: costo indicativo 700 €/mq ivato.
Infisso scorrevole traslante in legno-alluminio: costo indicativo 800€/mq ivato.
Arrivati qui penso di averti detto tutte le cose importanti sugli infissi in legno. Vorrei solo dedicare le ultime righe alle detrazioni fiscali. Non ti dirò nulla di nuovo rispetto a quello che trovi nei vari articoli che ho scritto sull’argomento, ma un breve riepilogo può essere utile.
Puoi usufruire delle detrazioni fiscali per la sostituzione degli infissi?
La risposta è affermativa: la sostituzione degli infissi è uno degli interventi che usufruisce delle detrazioni fiscali.
E non hai bisogno di fare nessuna pratica edilizia (la sola sostituzione rientra in manutenzione ordinaria).
Esiste una misura specifica dell’ecobonus che prevede una detrazione massima di 60.000€, pari al 50% della spesa sostenuta (quindi puoi spendere fino a 120.000€ per sostituire gli infissi).
Tale detrazione va divisa in 10 rate annuali di pari importo da scontare dalle tasse.
Inoltre la sostituzione degli infissi rientra anche nel superbonus 110% e prevede sempre una detrazione massima di 60.000€ della spesa sostenuta (spesa massima che quindi è pari a circa 54.000€).
Questa detrazione va divisa in 5 rate annuali di pari importo da scontare dalle tasse.
Per questa seconda misura fiscale bisogna tenere presente che viene inquadrato come intervento “trainato”, cioè che usufruisce della detrazione solo se viene realizzato almeno uno degli interventi principali (trainanti) individuati dalla legge. Ti rimando ancora una volta all’articolo che ho scritto sul superbonus per approfondimenti.
Ad ogni modo, a prescindere da quale detrazione deciderai di sfruttare, rientrano tra le spese agevolate anche quelle accessorie quali ad esempio la rimozione e smaltimento dei vecchi infissi, la sostituzione di cassonetti e tapparelle (o dei sistemi oscuranti in genere), le eventuali opere murarie e anche le spese tecniche.
Naturalmente il tutto deve rientrare nei massimali, che sono comprensivi di iva ed eventuali altri oneri. Le somme eccedenti i massimali non godono della detrazione.
Da luglio 2020 inoltre è possibile usufruire per entrambe le detrazioni, al posto della fruizione diretta, dello sconto in fattura o della cessione del credito .
Nel primo caso chi esegue i lavori può effettuare uno sconto pari all’importo della detrazione spettante, nel secondo caso invece è l’acquirente che cede la detrazione che gli spetta a banche o finanziarie, da cui riceve immediatamente (o quasi) i soldi.
Magari sei informatissimo sull’argomento, ma siccome so che stimare il costo della ristrutturazione e soprattutto delle detrazioni fiscali non è semplice e banale, nel manuale “Ristruttura la tua casa in 7 passi” ho inserito un simulatore dei costi che ha lo scopo di aiutarti in questa stima.
Sulla base di poche informazioni restituisce un costo indicativo dei lavori e dele detrazioni di cui si può usufruire con i relativi importi.
L’ho pensato apposta per chi sta iniziando tutto il processo di ristrutturazione, quindi non è uno strumento preciso, ma almeno non ti porta a fare errori clamorosi di valutazione.
Se vuoi sapere come funziona guarda questo video:
Se lo vuoi insieme a tutti gli altri strumenti del manuale, lo trovi qui:
Fare ordine in casa sembra diventata la moda del momento: tutti a propinare metodi per farlo bene, senza fatica, in poco tempo.
Ora, ben vengano i consigli che aiutano a ottimizzare sforzi e spazi, però si sta facendo una grande pubblicità al concetto sbagliato. Si sfrutta un bisogno per dare soluzioni a breve termine, comunicando il messaggio che basta l’ultimo modello di gruccia o di contenitore per la dispensa per risolvere ogni problema.
Tutto e subito
Uno dei più grandi problemi che caratterizza le ultime due o tre generazioni è quello di non avere pazienza, andando alla ricerca di soluzioni facili.
Sette chili in sette giorni: dimagrisci mangiando quello che vuoi, comodamente sdraiata sul divano a guardare l’ultima serie su Netflix.
15000 euro al mese: guadagna lavorando un’ora al giorno e diventando leader del settore con due semplici click.
Il problema non sono annunci come questi (che siano discutibili e ben poco etici è evidente), ma che ricevano richieste di informazione e/o vengano presi sul serio. Se non avessero domande, non continuerebbero a promuovere queste assurdità, del resto.
Suddividi il lavoro
Se la tua casa (per tutta una serie di motivi che tu sola sai) per un certo periodo è stata trascurata, per favore, sii realista e accetta il fatto che ci vorrà un po’ di tempo per renderla funzionale e organizzata.
Sempre più di frequente mi viene raccontato la difficoltà che si prova a vivere in una casa troppo piena di oggetti, o confusionaria.
Il caos provoca disagio, ma rendersi conto che il lavoro da fare per risolvere questa situazione è tanto, diventa destabilizzante e demotivante e ci si arrende.
L’errore che si fa è quello di guardare alla totalità del lavoro da fare, mentre la cosa migliore è suddividerlo.
È complicato riordinare in un’unica volta il box pieno di scatoloni, ripiani stipati di cose, attrezzi di tutti i tipi…
È faticoso riordinare in un’unica volta la cabina armadio dove ci sono i capi appesi, quelli nei cassetti e quelli sui ripiani, quelli nelle scatole del cambio stagione, nel comò, nel letto contenitore…
È tantissimo lavoro, da qualsiasi lato lo si guardi.
Fare ordine in casa con criterio, cioè che ti permetta di avere ambienti funzionali e facili da gestire nel tempo, vuol dire analizzare ciò che hai, fare una selezione accurata grazie al decluttering, studiare una disposizione ottimale degli oggetti.
Questo è e questo non lo puoi fare in breve tempo.
Fare ordine in casa e non sentirsi sopraffatte
Datti tempo.
Crea una tua tabella di marcia costruita sulle tue esigenze, che so, ad esempio, due ore il mercoledì mattina.
Suddividi il lavoro: anziché all’intera cabina armadio, concentrati su due cassetti. Li riordini con tutti i criteri che servono e godi del risultato ottenuto.
Certo, nessuno dice che sarà facile, ma in questo modo ti assicuro che porterai a casa il risultato che hai sempre cercato.
Il vero senso del riordino
Permettimi di dirti una cosa molto importante, anzi, la più importante:
fare ordine in casa è un mezzo attraverso il quale la tua vita migliorare, ma non deve essere lo scopo.
Una casa organizzata ti lascia il tempo e lo spazio per godere della tua vita.
Godere il più possibile ogni momento tua vita, ecco il vero scopo.
Fai in modo che la tua casa parli di te, che sia il luogo che ti rappresenta e nel quale non vedi l’ora di tornare.
Un passo alla volta, con costanza, vedrai che sarà possibile.
(Ma se capisci di avere bisogno di aiuto, sono felice di darti una mano)
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Da questo mese parte una rubrica dedicata alle migliori tecnologie di lavaggio sviluppate da HtH International per la cura del bucato
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Sviluppa sistemi integrati di elevata qualità per clienti privati e commerciali, con l’obiettivo di semplificare la vita quotidiana.
Ha conosciuto più di 500.000 famiglie e attività, capendo profondamente i bisogni reali delle persone, che si racchiudono nel concetto di avere a disposizione prodotti efficaci per semplificare la gestione e la cura del bucato, facendo risparmiare tempo e fatica, uniti ai risultati ultra performanti di lavaggio, asciugatura, igienizzazione con tempi ridotti e con un elevato abbattimento dello Stiro per oltre il 90%.
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HtH International: gli esperti in elettrodomestici e prodotti per la cura del bucato
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