Grazie alla cassa di risonanza delle detrazioni fiscali, quando si ristruttura casa la sostituzione degli infissi è ormai considerato da tutti obbligatorio.  Ma l’offerta del mercato è vasta, e proprio le detrazioni fiscali stanno spingendo alcune tipologie di infissi, penalizzandone altre.

In questo articolo faremo un focus su una tipologia che sta vivendo un periodo di appannamento: quelli in legno. Proverò a spiegarti quali sono i pregi inarrivabili di questo materiale, quali sono i difetti, come i produttori hanno risolto i difetti maggiori e soprattutto quanto costano.

mailling list per ristrutturare casa

Attualmente puoi trovare in commercio infissi realizzati in tre materiali: il PVC, l’alluminio e il legno. Li puoi trovare “puri”, cioè composto da solo di uno di questi materiali, oppure in combinazione tra di loro: legno-alluminio, legno-pvc, pvc-alluminio, alluminio-legno (che sono diversi dal legno-alluminio…).

C’è da dire che una piccola quota di mercato è detenuta anche dal ferro e dall’acciaio, ma è trascurabile.

Naturalmente quando parliamo di materiale di cui sono fatti gli infissi parliamo dei telai. Ma non devo certo essere io a dirti che la porzione più grande di un infisso è costituita dalla parte vetrata…a cui devi prestare particolare attenzione. Non sarà l’oggetto di questo approfondimento, ma se vuoi saperne di più leggi questo articolo in cui puoi trovare tutte le informazioni che ti servono.

Detto ciò, il telaio svolge una funzione altrettanto se non più importante del vetro. E nel costo complessivo di un infisso costituisce la parte più consistente.

Attualmente gli infissi maggiormente venduti sono quelli infissi in PVC. La loro quota di mercato è in costante crescita da anni: già nel 2019 sfiorava il 40%.

E se l’alluminio da parecchi anni si aggira attorno al 35%, chi sta perdendo colpi è proprio il legno, ormai stabilmente sotto il 30% e continua vedere ridursi le proprie quote di mercato. Questo materiale è passato dall’essere il re indiscusso del settore, al fanalino di coda…

Il motivo per cui il PVC sta avendo questo enorme successo è che abbina prestazioni elevate a bassi costi di produzione. Ma ruolo importante in questa ascesa lo stanno svolgendo anche le detrazioni fiscali, e nell’ultimissimo periodo in particolare il superbonus.

Infatti la presenza di massimali di spesa complessivi ed unitari da rispettare, uniti alla promessa del “tutto gratis” fatta dal sperbonus (approposito…per un approfondimento leggi questo articolo), ha portato a concentrare tutta l’attenzione verso infissi poco costosi…quindi il PVC. Con committenti che spesso non sono disposti a mettere sul piatto neppure un euro per ottenere qualcosa di qualitativamente superiore.

E il legno, che non ha rivali non solo in termini di prestazioni termo-acustiche, ha la pecca di costare tanto. Molto più del PVC (Almeno per quanto riguarda gli infissi di qualità e certificati.). E quindi di non rientrare nei massimali di cui parlavamo prima. Inoltre è accompagnato dalla falsa credenza che richieda molta manutenzione perché “a contatto con l’ambiente esterno si rovina”

Per spezzare una lancia a favore degli infissi in legno, nei prossimi paragrafi vedremo come l’industria del legno si è evoluta per rispondere alle problematiche di questo materiale, metteremo in luce quali caratteristiche non devi perdere d’occhio nella scelta degli infissi in legno, e infine ti darò dei costi indicativi.

Prima però partiamo da un confronto tra gli infissi in legno e quelli in PVC.

INFISSI IN LEGNO O INFISSI IN PVC? PREGI E DIFETTI

Finestra in PVC

Chiariamolo subito, se l’unico criterio di scelta che ti guida è quello economico (cioè risparmiare il più possibile) la risposta è una sola: acquista dei nuovi infissi in PVC. Non sarò certo io a dirti che sono il male…ne trovi di estremamente validi (ma anche qui…attenzione a quello che acquisti…gli infissi in PVC di qualità non sono poi così economici!).

Ma se affermo che la scelta di un infisso non può basarsi solo sull’aspetto economico, spero concorderai con me.

In fondo quando parliamo di infissi ci riferiamo a quell’elemento dell’involucro che ti protegge dall’ambiente esterno, ti consente di avere luce e aria fresca in casa e soprattutto te lo ritrovi di fronte tutti i giorni. Non è come un mobile che puoi cambiare a cuor leggero quando ti pare. E una volta installato dovrebbe durare almeno qualche decina di anni garantendoti prestazioni elevate per tutta la sua vita utile.

Analizzando la questione da questi punti di vista gli infissi in legno non hanno rivali.

[Te lo dice una persona che non ha una particolare predilezione per gli infissi in legno…(e ancora meno per quelli in PVC per intenderci…)]

Credo sia superfluo sottolineare che il legno è un materiale naturale, a differenza del PVC che è composto per oltre il 40% da petrolio. In parole povere il PVC è plastica.

“Si ma per fare gli infissi in legno bisogna tagliare gli alberi…non mi dirai mica che è ecologico!”

Ecco, sfatiamo il falso mito che il legno non sia ecologico perché per produrlo bisogna abbattere intere foreste.

Sì è vero: per fare un infisso in legno bisogna tagliare degli alberi. Ma tutti i produttori di infissi in legno (o meglio quelli seri…) ormai certificano la propria filiera produttiva garantendo così che i legnami utilizzati nei loro infissi provengano da foreste o fonti gestite in maniera controllata (se vuoi approfondire guardati la certificazione FSC ad esempio). Un po’come avviene per i produttori di parquet. In soldoni: tanto tagli, tanto ripianti.

Tornando allo scontro PVC-legno, detto del fattore ecologico, c’è da considerare il non secondario fattore estetico.

La maggior parte delle persone quando compra un infisso in PVC lo chiede “effetto legno”. E lo fanno perché il valore estetico del legno è irraggiungibile.

Il PVC imita il legno…non è il legno che imita il PVC.

Per farlo assomigliare al “cugino” nobile, sul PVC vengono incollate delle pellicole di plastica con stampate varie essenze e venature di legno. Ti assicuro che non mi capita di rado di sentire affermazioni tipo “non si riesce a notare la differenza dal legno vero”.

Mi spiace ma non è così.

Sebbene esistano pellicole molto realistiche, quando provi ad affiancarle ad un vero infisso in legno la differenza si vede eccome. Si tratta di una differenza sia estetica che tattile. Non è facile descriverla a parole…devi vederla di persona.

Tra l’altro, se è vero che le pellicole usate per imitare il legno sono molto realistiche, è altrettanto vero che non sono eterne e negli anni si possono rovinare. Soprattutto sul lato esposto alle intemperie scoloriscono e se non incollate bene si potrebbero staccare (e guarda caso succede sempre agli infissi economici…). Certo non in un paio d’anni, ma oltre 10 anni non credo che troverai qualcuno in grado di garantirtele.

Il problema è che una pellicola che imita il legno è difficilmente sostituibile…spesso devi sostituire l’intero infisso. Invece un legno che ha perso la vernice superficiale è riverniciabile quante volte vuoi. Un po’come un pavimento in legno è riverniciabile e un pavimento in laminato (che è sempre plastica) no. (approposito…hai letto il mio articolo sui pavimenti in legno?)

Ma quando parliamo di durata non devi limitarti a pensare a quella estetica. Parliamo anche e soprattutto di durata di vita dell’infisso.

I produttori di infissi in PVC affermano che i loro prodotti possono resistere 25/30 anni (qualcuno dice anche 35 anni).

Capiamoci: non sono pochi! Ma se andiamo a confrontarla con quella di un infisso in legno, che può arrivare a 50/60 anni, la prospettiva cambia.

In realtà non deve darti da pensare tanto la durata in sè dell’infisso, perché oggettivamente dopo 30 anni probabilmente ti ritroverai comunque a cambiarlo. Devi concentrati sui motivi di questa differente durata: la resistenza meccanica di questi due materiali è molto diversa.

Pensa che il legno viene da sempre utilizzato per costruire le strutture degli edifici. E in questo campo negli ultimi anni sta vivendo una seconda giovinezza: recentemente si è arrivati a realizzare addirittura grattacieli con struttura portante in legno.

Lo stesso non si può dire del PVC, che ha scarsa resistenza meccanica, infatti ha bisogno di anime in acciaio per garantire stabilità, anche su infissi di dimensioni non particolarmente generose.

Inoltre gli infissi in legno si possono riparare senza dover sostituire tutto l’infisso. Il PVC è plastica, non si ripara: se qualcosa si rompe conviene cambiare l’infisso. Questo non te lo dice chi vende infissi in PVC. E io non ci vedo un grosso affare.

Ma attenzione: se è vero che gli infissi in legno possono garantirti una maggiore durata, devi comunque prendertene cura. Ed è questo, dopo il costo, il secondo grande scoglio che sta penalizzando gli infissi in legno.

“Sì tutto bello…ma esposto alle intemperie il legno non si rovina? Poi devo fare continua manutenzione e non ho né il tempo né la voglia!”

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INFISSI IN LEGNO E MANUTENZIONE: COME LA TECNOLOGIA HA RISOLTO IL PROBLEMA

Inutile nascondersi: il legno è un materiale che richiede cura. Ma la percezione di questa cura probabilmente è eccessiva. Deriva dall’esperienza che probabilmente abbiamo fatto tutti di vecchie finestre in legno piene di problemi.

Nella casa in cui ho vissuto da bambino c’erano degli infissi in legno e mi ricordo che ogni due o tre anni i cicli di sole, pioggia, caldo, freddo, facevano letteralmente sgretolare la vernice e costringevano mio padre a smontarli, cartavetrarli e riverniciarli completamente.

Il problema chiaramente non era dal lato interno che, con una cura minima, non aveva alcun problema. Il problema era all’esterno, cioè dove l’infisso è a diretto contatto con le intemperie e le variazioni climatiche.

E quella manutenzione era fondamentale. Quando faccio sopralluoghi per delle ristrutturazioni mi capita spesso di trovarmi di fronte a finestre o balconi in legno, anche non particolarmente datati, su cui non è stata mai fatta alcuna manutenzione, e che si sono deformati alle volte fino a renderne impossibile il funzionamento.

All’epoca guardavo con ammirazione mio padre che faceva questo lavoro sfiancante sotto il sole estivo. Ma i tempi sono cambiati e dubito che ci siano tante persone con la voglia di sobbarcarsi un lavoro del genere o che siano disposte a investire dei soldi per farlo fare a qualcuno.

Però questi ricordi sono fuorvianti. La tecnologia ha fatto passi da gigante anche in questo settore e i produttori di infissi in legno ormai da molti anni hanno messo a punto nuove vernici ad emulsione acquosa che garantiscono di durare anche oltre i 10 anni prima di richiedere una riverniciatura.

Una piccola manutenzione ogni dieci anni si può fare no?

Se la risposta è no c’è la soluzione per te.

Infatti ciò che risolve tutti i problemi da questo punto di vista sono gli infissi in legno-alluminio.

infissi in legno-alluminio

Sono dei normali infissi in legno a cui viene aggiunta una sorta di scocca esterna in alluminio. Questa scocca ha lo scopo di proteggere il telaio in legno dalle intemperie. In sostanza fa da corteccia al telaio.

Grazie a questa soluzione costruttiva viene garantita una maggiore durata degli infissi senza la necessità di alcuna riverniciatura. Infatti l’alluminio resiste in modo egregio anche nei climi più svantaggiosi.

E proprio come per gli infissi in PVC è possibile applicare un effetto legno sulla scocca esterna in alluminio.

Chiaramente questa pellicola ha le stesse problematiche estetiche del PVC: si vede che non è vero legno e in climi particolarmente aggressivi si può rovinare nel tempo. In compenso gode della grande stabilità strutturale dell’alluminio (e naturalmente dentro casa hai legno vero).

Dal mio punto di vista scegliere tra il legno e il legno-alluminio è una cosa assolutamente personale: parliamo in entrambi i casi di infissi di fascia alta.

Possiamo paragonare gli infissi in legno ad una fuoriserie d’epoca, bellissima ma che ha bisogno di manutenzione, e gli infissi in legno-alluminio ad una fuoriserie moderna sempre pronta e in perfetta efficienza.

Però, se è vero che quando c’è di mezzo il legno si tratta di infissi di fascia alta, bisogna anche saperli scegliere, altrimenti rischi di ritrovarti con un’utilitaria cinese invece che con una fuoriserie.

QUALI ASPETTI CONSIDERARE NELLA SCELTA DI UN INFISSO IN LEGNO O IN LEGNO-ALLUMINIO?

checklist per gli infissi in legno

Un infisso è composto da tante parti, ognuna di esse meriterebbe un approfondimento specifico. Qui diremo qualcosa, ma se vuoi un articolo completo sulla scelta degli infissi ti consiglio di leggere la guida in 5 parti che ho pubblicato qualche tempo fa. Qui trovi la prima.

Tornando a noi, sono due gli aspetti principali a cui devi prestare attenzione nella scelta degli infissi:

  1. Le certificazioni
  2. Le caratteristiche degli infissi

Le certificazioni

Una certificazione non è sempre sinonimo di qualità dell’infisso. Ma è un indizio significativo. A tal proposito ve ne sono di obbligatorie e di facoltative.

Se non ti vengono garantite quelle obbligatorie, non devi nemmeno prendere in considerazione quell’infisso: oltre a violare le leggi, rischi di perdere tutte le detrazioni fiscali (di cui parleremo più avanti).

Certificazioni obbligatorie

La principale certificazione obbligatoria del settore è la marchiatura CE (EN 14351-1), che garantisce la conformità ai requisiti di sicurezza e salute, previsti dai regolamenti e dalle norme dell’Unione Europea. 

All’interno della marchiatura CE devono essere comprese le certificazioni di settore:

  • permeabilità all’aria (UNI EN 1026 – UNI EN 12207)
  • tenuta all’acqua (UNI EN 1027 – UNI EN 12208)
  • resistenza al vento (UNI EN 12211 – UNI EN 12210)
  • trasmittanza termica (UNI EN ISO 10077/1)

Ognuna di queste certificazioni viene ottenuta attraverso prove di laboratorio su un serramento-tipo e riguarda degli specifici parametri che deve rispettare in relazione a quanto richiesto dalle norme specifiche.

Spesso nella scelta dell’infisso ci si limita a valutare la sola capacità di isolare (la trasmittanza termica), ma sebbene sia il parametro più importante non può essere l’unico da considerare.

A proposito di capacita di isolamento, i valori di legge attualmente in vigore della trasmittanza variano tra 2,6 w/mqK per i climi più caldi e 1 w/mqK per i climi più freddi.

Ad esempio nella pianura padana e in buona parte degli appennini tale valore è pari a 1,3 w/mqK.

L’infisso che acquisterai nel suo complesso (telaio+vetro) deve garantirti un valore di trasmittanza pari o inferiore a questi valori.

Certificazioni facoltative

Tutte le certificazioni che abbiamo visto qui sopra sono obbligatorie per poter commercializzare un infisso in legno o in legno-alluminio.

Ma ve ne sono altre che, sebbene non obbligatorie, possono essere una garanzia aggiuntiva di stare acquistando un infisso di qualità.

Le principali sono la certificazione per il Sistema di Gestione per la Qualità (UNI EN ISO 9001:2008) e la certificazione per il Sistema di Gestione Ambientale (UNI EN ISO 14001:2004), che non riguardano l’infisso in sé ma il produttore.

Queste sono sicuramente le certificazioni volontarie più diffuse nel settore, ma non sono le uniche. Altre molto importanti sono:

  • la marchiatura Leed, relativa alla sostenibilità ambientale;
  • le certificazioni fornite da vari enti relative alla qualità e alle prestazioni del prodotto. Sono solitamente fornite da società indipendenti tipo Casa Clima o Arca;
  • la certificazione sul sistema di posa;
  • la certificazione e garanzia sulla verniciatura e la sua durata (solitamente di 10 anni).

Non è fondamentale che l’infisso in legno o legno-alluminio che si acquista possieda tutte queste certificazioni, ma sono ottimi indizi di qualità.

E in ogni caso affidarsi ad un fornitore che garantisce tutte queste certificazioni, sia quelle obbligatorie che quelle facoltative, dovrebbe già dare sufficiente tranquillità nell’acquisto del serramento.

Però…qualche domanda su cosa stai per metterti in casa, o anzi alla finestra, dovresti fartela…

Le caratteristiche degli infissi

In fondo non puoi basarti solo sulle certificazioni per fare la tua scelta.

Quando scegli un infisso in legno o in legno-alluminio devi fare attenzione a:

  • Il tipo di legno
  • La ferramenta
  • Le guarnizioni

Il legno

le essenze degli infissi in legno

Possiamo suddividere le essenze utilizzate per gli infissi in legno in morbide e dure.

Tra le morbide ci sono il Pino, l’Okoumè, il Larice e l’Abete.

Mentre tra dure troviamo il Rovere, il Teak, il Douglas, il Frassino e il Castagno.

Scegliere l’una o l’altra non è solo una questione estetica ma anche di stabilità, di prestazioni e di costi. Come principio generale valga che i legni morbidi forniscono un maggior isolamento termico e quelli duri garantiscono una maggiore stabilità.

Quello a cui devi prestare particolare attenzione però è a come è fatto il telaio: può essere in massello, cioè ogni lato del telaio è ricavato da un unico pezzo di legno (un telaio ha 4 lati=4 pezzi), oppure in lamellare, cioè il telaio è realizzato con più “lamelle” di legno incollate tra loro.

Potresti pensare che il massello sia la soluzione migliore, ma in realtà non è così.

Infatti il legno lamellare fornisce maggiore stabilità e robustezza.

Il motivo è che il legno è un materiale organico che reagisce alle condizioni esterne e in particolare all’umidità. E lo fa espandendosi e ritirandosi al variare delle condizioni climatiche.

Utilizzare grandi sezioni di legno massello comporta che si generino delle tensioni molto forti all’interno del profilo, la cui conseguenza potrebbero essere fenomeni di fessurazione e rottura.

Il legno lamellare invece, essendo composto da sezioni più piccole incollate, consente di limitare in modo significativo queste tensioni, dando come risultato una maggiore stabilità dei profili, minore sensibilità alle condizioni esterne e in sostanza una durata maggiore dell’infisso.

Si tratta di una tecnologia derivata dall’ingegneria strutturale, dove per primo è stato impiegato il legno lamellare. Si pensi che grazie a questa tecnologia si riescono a realizzare travi uniche in grado di coprire interi palazzetti dello sport.

La ferramenta

La ferramenta è importante tanto quanto l’infisso in sé.

Gli infissi in legno e in legno-alluminio sono pesanti. Molto più del PVC o dell’alluminio semplice.

Inoltre i moderni vetrocamera, per rispettare i parametri di isolamento termo-acustico richiesti per legge, sono anch’essi molto più pesanti di un tempo.

Quindi i cardini che garantiscono la movimentazione delle ante devono sopportare sforzi significativi, anche su dimensioni degli infissi non particolarmente grandi.

La ferramenta che si usava fino a venti-trenta anni fa non è più adatta (motivo per cui sconsiglio sempre ai miei clienti di sostituire solo il vetrocamera nel loro vecchio infisso in legno).

Inoltre gli infissi che si installano attualmente richiedono movimentazioni complesse e poco diffuse in passato: si pensi al vasistas abbinato all’apertura a battente, o all’alzante scorrevole.

Si tratta di movimenti che generano molto sforzo sulla ferramenta.

Quindi questo aspetto non va sottovalutato.

Acquistando un infisso con marchiatura CE la qualità della ferramenta dovrebbe essere garantita.  A tal proposito c’è una norma specifica: la EN 13126-8. Se insieme all’infisso ti viene consegnato un certificato che riporta tale norma è un ulteriore grado di sicurezza.

Andando più sul pratico, un aspetto importante da considerare quando si parla di ferramenta per infissi è la resistenza alle intemperie. In zone particolarmente umide (come la pianura Padana) la ruggine è un pericolo sempre in agguato che potrebbe accorciarne in modo significativo la vita utile.

Per arginare questi problemi ci sono dei trattamenti particolari: non solo la classica zincatura ma anche, ad esempio, verniciature organiche o trattamenti tricoat (per ambienti particolarmente aggressivi).

Un altro aspetto da valutare relativamente ai cardini, anche se si tratta solo di un fattore estetico, è se sono a vista o nascosti.

Siamo tutti abituati a vedere le classiche finestre con a lato i cardini a vista. In realtà esistono da molti anni sistemi che prevedono cardini completamente a scomparsa all’interno del telaio. A livello di funzionalità non cambia nulla, ma a livello estetico sicuramente sì. E chiaramente anche a livello economico: questi ultimi fanno aumentare il costo del serramento.

Infine non bisogna scordarsi del sistema di chiusura che, insieme alle guarnizioni, garantisce ad esempio l’assenza di spifferi. Non ti sto parlando delle maniglie, ma dei ganci che sono movimentati dalle maniglie.

Ormai i sistemi sono abbastanza standardizzati ma va posta particolare attenzione a tale aspetto, soprattutto se vuoi installare degli scorrevoli.

Recentemente mi è capitato di vedere nuovi infissi scorrevoli in legno realizzati da un artigiano locale che montavano sistemi di chiusura totalmente inadeguati: a infisso chiuso l’anta si muoveva ed era possibile mettere un dito tra le due ante.

Hai le finestre super-isolanti e poi il freddo ti passa tra le ante…assurdo.

Ma questi problemi non sono dovuti solo alla ferramenta: anche le guarnizioni giocano un ruolo importante.

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Le guarnizioni

Le guarnizioni sono un aspetto spesso poco considerato nella scelta degli infissi, ma rivestono un ruolo fondamentale nell’isolamento termo-acustico.

Vengono installate lungo tutto il perimetro dell’anta mobile e garantiscono la tenuta all’aria, l’assenza di infiltrazioni d’acqua, ed evitano la propagazione del rumore (esatto…sono fondamentali contro il rumore!).

Fino agli anni ’70 gli infissi non avevano guarnizioni, chi abita in una casa vecchia lo sa bene. Solo negli anni ’80 hanno cominciato ad essere installate le prime sottili guarnizioni in gomma.

Ma se le paragoniamo a quelle utilizzate oggi negli infissi di qualità impallidiscono.

Attualmente per garantire la massima tenuta non si usa più una sola guarnizione ma almeno due:

  • Una guarnizione principale su telaio ad incastro, con funzione di isolamento termico e acustico;
  • Una guarnizione interna per attutire l’impatto di chiusura (e quindi preservare l’infisso e la ferramenta).

Le guarnizioni vengono realizzate in PVC o in TPE (elastomeri termoplastici), materiali che garantiscono alte prestazioni, durata nel tempo e sono riciclabili.

E con questo abbiamo visto quali sono le caratteristiche da valutare quando si sceglie un infisso in legno o in legno-alluminio. Adesso vediamo un altro aspetto che sicuramente ti interessa di più:

QUANTO COSTANO GLI INFISSI IN LEGNO?

il costo degli infissi in legno

Finora ho scritto tante belle parole, ma lo so che si finisce sempre alla questione costi. Come è normale che sia.

Darti un prezzo preciso non è possibile. Ci sono molti fattori che concorrono alla formazione del prezzo: il tipo di legno, il vetrocamera utilizzato, la ferramenta a vista o nascosta, i trattamenti…

Siccome voglio comunque darti alcuni numeri, di seguito troverai dei costi medi per gli infissi in legno e legno-alluminio.

Li suddivideremo per le due tipologie di apertura più diffuse: battente e scorrevole.

Chiaramente non posso sapere la dimensione della tua finestra (o balcone), quindi vedremo dei prezzi al metro quadro…ci penserai tu a moltiplicarlo per la superficie della tua finestra.

Nel costo che ti darò l’infisso sarà considerato completo, cioè compreso di vetrocamera. Ipotizzeremo un vetrocamera generico che rispetta i requisiti minimi di legge. Considera che il vetrocamera indicativamente può incidere per circa 100 €/mq sul costo dell’infisso.

Non considereremo invece tutti i costi accessori: eventuali controtelai, tapparelle, cassonetti, manodopera e smaltimenti.

In sostanza vedremo il costo pulito di fornitura dell’infisso.

Detto ciò gli infissi in legno e in legno-alluminio sono sicuramente di fascia alta, quindi non economici.

Gli infissi in legno-alluminio sono più costosi a causa della presenza del rivestimento esterno in alluminio, che comporta maggiori costi di produzione (si pensi al solo assemblaggio), oltre che di materiali.

Certo è possibile trovare produttori che ne vendono di molto economici, però in tal caso, prima di procedere all’acquisto, verifica che ci siano almeno le certificazioni obbligatorie di cui abbiamo parlato poco sopra (e che siano vere e non inventate…).

Vediamo i costi degli infissi in legno e in legno-alluminio.

Infisso a battente

  • Infisso a battente (e vasistas) in legno: costo indicativo 550€/mq ivato.
  • Infisso a battente (e vasistas) in legno-alluminio: costo indicativo 680€/mq ivato.

Infisso scorrevole

Per gli scorrevoli dobbiamo distinguere tra tre tipologie:

  • Scorrevole parallelo, quello classico in cui due ante scorrono una davanti all’altra. Questa tipologia di apertura è quella meno performante per quanto riguarda le prestazioni termo-acustiche (peggiorativa rispetto ad una finestra a battente);
  • Alzante scorrevole, in cui il meccanismo di movimentazione alza l’anta scorrevole per farla scorrere. Questa tipologia di meccanismo consente di avere le stesse prestazioni termo acustiche di un infisso a battente;
  • Traslante scorrevole, in cui il meccanismo di movimentazione sposta verso l’interno l’anta scorrevole per consentirle di scorrere. Questa tipologia di meccanismo consente anche l’apertura a vasistas e garantisce le stesse prestazioni termo acustiche di un infisso a battente. Unica pecca è la ferramenta totalmente in vista. 

Per un approfondimento leggi questa guida agli infissi scorrevoli.

Ecco i costi.

Scorrevoli paralleli

infissi scorrevoli

Per gli infissi scorrevoli paralleli non ci sono particolari differenze di costo rispetto agli infissi a battenti, anzi potrebbero addirittura costare leggermente in meno. Quindi:

Infisso scorrevole parallelo in legno: costo indicativo 550€/mq ivato.

Infisso scorrevole parallelo in legno-alluminio: costo indicativo 680€/mq ivato.

Alzanti scorrevoli

Alzante scorrevole

Gli alzanti scorrevoli invece hanno costi notevolmente superiori rispetto ai precedenti. E sono i più cari.

Infisso alzante scorrevole in legno: costo indicativo 1.050 €/mq ivato.

Infisso alzante scorrevole in legno-alluminio: costo indicativo 1.300€/mq ivato.

Scorrevoli traslanti

infissi traslanti

Infine ci sono gli scorrevoli traslanti, con costi che si pongono a metà strada tra le altre due soluzioni.

Infisso scorrevole traslante in legno: costo indicativo 700 €/mq ivato.

Infisso scorrevole traslante in legno-alluminio: costo indicativo 800€/mq ivato.

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Arrivati qui penso di averti detto tutte le cose importanti sugli infissi in legno. Vorrei solo dedicare le ultime righe alle detrazioni fiscali. Non ti dirò nulla di nuovo rispetto a quello che trovi nei vari articoli che ho scritto sull’argomento, ma un breve riepilogo può essere utile.

Puoi usufruire delle detrazioni fiscali per la sostituzione degli infissi?

La risposta è affermativa: la sostituzione degli infissi è uno degli interventi che usufruisce delle detrazioni fiscali.

E non hai bisogno di fare nessuna pratica edilizia (la sola sostituzione rientra in manutenzione ordinaria).

Esiste una misura specifica dell’ecobonus che prevede una detrazione massima di 60.000€, pari al 50% della spesa sostenuta (quindi puoi spendere fino a 120.000€ per sostituire gli infissi).

Tale detrazione va divisa in 10 rate annuali di pari importo da scontare dalle tasse.

Inoltre la sostituzione degli infissi rientra anche nel superbonus 110% e prevede sempre una detrazione massima di 60.000€ della spesa sostenuta (spesa massima che quindi è pari a circa 54.000€).

Questa detrazione va divisa in 5 rate annuali di pari importo da scontare dalle tasse.

Per questa seconda misura fiscale bisogna tenere presente che viene inquadrato come intervento “trainato”, cioè che usufruisce della detrazione solo se viene realizzato almeno uno degli interventi principali (trainanti) individuati dalla legge. Ti rimando ancora una volta all’articolo che ho scritto sul superbonus per approfondimenti.

Ad ogni modo, a prescindere da quale detrazione deciderai di sfruttare, rientrano tra le spese agevolate anche quelle accessorie quali ad esempio la rimozione e smaltimento dei vecchi infissi, la sostituzione di cassonetti e tapparelle (o dei sistemi oscuranti in genere), le eventuali opere murarie e anche le spese tecniche.

Naturalmente il tutto deve rientrare nei massimali, che sono comprensivi di iva ed eventuali altri oneri. Le somme eccedenti i massimali non godono della detrazione.

Da luglio 2020 inoltre è possibile usufruire per entrambe le detrazioni, al posto della fruizione diretta, dello sconto in fattura o della cessione del credito .

Nel primo caso chi esegue i lavori può effettuare uno sconto pari all’importo della detrazione spettante, nel secondo caso invece è l’acquirente che cede la detrazione che gli spetta a banche o finanziarie, da cui riceve immediatamente (o quasi) i soldi.

Magari sei informatissimo sull’argomento, ma siccome so che stimare il costo della ristrutturazione e soprattutto delle detrazioni fiscali non è semplice e banale, nel manuale “Ristruttura la tua casa in 7 passi” ho inserito un simulatore dei costi che ha lo scopo di aiutarti in questa stima.

Sulla base di poche informazioni restituisce un costo indicativo dei lavori e dele detrazioni di cui si può usufruire con i relativi importi.

L’ho pensato apposta per chi sta iniziando tutto il processo di ristrutturazione, quindi non è uno strumento preciso, ma almeno non ti porta a fare errori clamorosi di valutazione.

Se vuoi sapere come funziona guarda questo video:

Se lo vuoi insieme a tutti gli altri strumenti del manuale, lo trovi qui:

Manuale “Ristruttura la tua casa in 7 pasi”

Alla tua ristrutturazione!

Alessandro

mailling list per ristrutturare casa

L’articolo Infissi in legno: ha ancora senso installarli? sembra essere il primo su RistrutturazionePratica | la corretta pianificazione e gestione della ristrutturazione.

11 Maggio 2021 / / Casa Poetica

Fare ordine in casa - Casa Poetica

Cover Photo: Unsplash

Fare ordine in casa sembra diventata la moda del momento: tutti a propinare metodi per farlo bene, senza fatica, in poco tempo.

Ora, ben vengano i consigli che aiutano a ottimizzare sforzi e spazi, però si sta facendo una grande pubblicità al concetto sbagliato. Si sfrutta un bisogno per dare soluzioni a breve termine, comunicando il messaggio che basta l’ultimo modello di gruccia o di contenitore per la dispensa per risolvere ogni problema.



Tutto e subito

Uno dei più grandi problemi che caratterizza le ultime due o tre generazioni è quello di non avere pazienza, andando alla ricerca di soluzioni facili.

Sette chili in sette giorni: dimagrisci mangiando quello che vuoi, comodamente sdraiata sul divano a guardare l’ultima serie su Netflix.

15000 euro al mese: guadagna lavorando un’ora al giorno e diventando leader del settore con due semplici click.

Il problema non sono annunci come questi (che siano discutibili e ben poco etici è evidente), ma che ricevano richieste di informazione e/o vengano presi sul serio. Se non avessero domande, non continuerebbero a promuovere queste assurdità, del resto.



Suddividi il lavoro

Se la tua casa (per tutta una serie di motivi che tu sola sai) per un certo periodo è stata trascurata, per favore, sii realista e accetta il fatto che ci vorrà un po’ di tempo per renderla funzionale e organizzata.

Sempre più di frequente mi viene raccontato la difficoltà che si prova a vivere in una casa troppo piena di oggetti, o confusionaria.

Il caos provoca disagio, ma rendersi conto che il lavoro da fare per risolvere questa situazione è tanto, diventa destabilizzante e demotivante e ci si arrende.

L’errore che si fa è quello di guardare alla totalità del lavoro da fare, mentre la cosa migliore è suddividerlo.

È complicato riordinare in un’unica volta il box pieno di scatoloni, ripiani stipati di cose, attrezzi di tutti i tipi…

È faticoso riordinare in un’unica volta la cabina armadio dove ci sono i capi appesi, quelli nei cassetti e quelli sui ripiani, quelli nelle scatole del cambio stagione, nel comò, nel letto contenitore…

È tantissimo lavoro, da qualsiasi lato lo si guardi.

Fare ordine in casa con criterio, cioè che ti permetta di avere ambienti funzionali  e facili da gestire nel tempo, vuol dire analizzare ciò che hai, fare una selezione accurata grazie al decluttering, studiare una disposizione ottimale degli oggetti.

Questo è e questo non lo puoi fare in breve tempo.



Fare ordine in casa e non sentirsi sopraffatte

Datti tempo.

Crea una tua tabella di marcia costruita sulle tue esigenze, che so, ad esempio, due ore il mercoledì mattina.

Suddividi il lavoro: anziché all’intera cabina armadio, concentrati su due cassetti. Li riordini con tutti i criteri che servono e godi del risultato ottenuto.

Certo, nessuno dice che sarà facile, ma in questo modo ti assicuro che porterai a casa il risultato che hai sempre cercato.



Il vero senso del riordino

Permettimi di dirti una cosa molto importante, anzi, la più importante:

fare ordine in casa è un mezzo attraverso il quale la tua vita migliorare, ma non deve essere lo scopo.

Una casa organizzata ti lascia il tempo e lo spazio per godere della tua vita.

Godere il più possibile ogni momento tua vita, ecco il vero scopo.

Fai in modo che la tua casa parli di te, che sia il luogo che ti rappresenta e nel quale non vedi l’ora di tornare.

Un passo alla volta, con costanza, vedrai che sarà possibile.

(Ma se capisci di avere bisogno di aiuto, sono felice di darti una mano)







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11 Maggio 2021 / / Laura Home Planner

Da questo mese parte una rubrica dedicata alle migliori tecnologie di lavaggio sviluppate da HtH International per la cura del bucato

HtH nasce nel 2006 aspirando sin da subito a diventare Leader nella tecnologia di lavaggio e sinonimo di innovazione nella cura del bucato.

Sviluppa sistemi integrati di elevata qualità per clienti privati e commerciali, con l’obiettivo di semplificare la vita quotidiana.

Ha conosciuto più di 500.000 famiglie e attività, capendo profondamente i bisogni reali delle persone, che si racchiudono nel concetto di avere a disposizione prodotti efficaci per semplificare la gestione e la cura del bucato, facendo risparmiare tempo e fatica, uniti ai risultati ultra performanti di lavaggio, asciugatura, igienizzazione con tempi ridotti e con un elevato abbattimento dello Stiro per oltre il 90%.

A fine 2020, HtH sigla un’importante collaborazione produttiva, coinvolgendo il Numero Uno al mondo nella produzione di apparecchi per il bucato,

si fonde cosi l’esperienza e l’ingegno Italiano con la precisione Svizzera di Shulthess.

HtH International: gli esperti in elettrodomestici e prodotti per la cura del bucato

Secondo studi condotti dallo staff di Hth pare che ben il 65% del tempo dedicato alle faccende domestiche riguardi proprio la routine del bucato,

infatti,

tra stendere, raccogliere, piegare e stirare il bucato spendiamo almeno 20 ore ogni mese.

Tempo prezioso che indubbiamente potrebbe essere sfruttato per fare altro!

Per risolvere questi problemi, HtH International ha raccolto indicazioni e suggerimenti direttamente da chi svolge le faccende domestiche con la promessa di proporre prodotti specifici in grado di semplificare e ridurre il tempo dedicato alla routine del bucato.

Nata per soddisfare ogni esigenza, la nuova linea di HtH The Absolute era rappresenta l’eccellenza negli elettrodomestici relativi al Laundry,

Infatti AGENTO e HYDRA ABSOLUTE sono macchine professionali con caratteristiche UNICHE nel suo genere.

Sviluppate grazie all’esperienza di HtH e alla sinergia nata con l’azienda Svizzera, HYDRA e AGENTO ABSOLUTE stupiscono sia all’interno che all’esterno.

Tecnologia innovazione e altissima qualità si fondono,

Il Design minimale con gli sportelli squadrati e cromati è il segno distintivo di questi prodotti, premiati dal premio internazionale Design Red Dot Award.  

Per maggiori informazioni sui prodotti puoi contattare direttamente gli esperti del bucato attraverso la chat WhatsApp

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11 Maggio 2021 / / La Gatta Sul Tetto

La sedia Plia, disegnata da Giancarlo Piretti, ha compiuto cinquant’anni. Per l’occasione il brand Codiceicona ne ha curato la riedizione, Plia 2019.

sedia Plia
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Era il 2019, durante l’ultima edizione del Salone del Mobile di Milano, prima che l’arrivo del Covid 19 spegnesse i riflettori sulla kermesse milanese. Nel flagship store  Woolrich di Corso Venezia veniva presentata la riedizione dell’iconica sedia pieghevole Plia, disegnata da Giancarlo Piretti.

sedia Plia

Un gradito coming back realizzato dal brand Codiceicona, che ne ha curato la produzione e la distribuzione. 

Sedia Plia 2019, il ritorno di un classico del design

Creata nel 1969 dal designer Giancarlo Piretti e prodotta da Anonima Castelli, la sedia Plia é la sedia pieghevole più famosa al mondo. Potete trovarla nell’esposizione permanente del Moma di New York, il tempio del design contemporaneo. Vanta inoltre premi prestigiosi come l’Asid (Usa) nel 1990,il Compasso d’Oro nel 1991 e il G Mark (Giappone) nel 1992.

Il perché di tanto successo si deve al progetto innovativo, alla forma minimalista e all’estrema funzionalità.

La sedia presenta una struttura in tubolare d’acciaio composta da tre pezzi: seduta, gambe posteriori in un pezzo unico, come pure le gambe anteriori, unite allo schienale. La spalliera e la seduta sono costituite da due pezzi in plastica trasparente stampata, che riportano la firma del designer. Il meccanismo che permette di piegare la sedia, e che unisce tutti e tre i pezzi, é costituito da un semplice cilindro in acciaio. Una volta chiusa, Plia ha uno spessore di soli 5 centimetri. Il meccanismo brevettato permette di regolare la tensione dello schienale in base al peso della persona seduta. Una rivoluzione per l’epoca, tanto che il successo fu immediato e planetario.

Perfetta nella sua semplicità, Plia è oggi riproposta nella versione Plia 2019 con materiali più attuali, e arricchita da una texture ideata dal designer.

Codiceicona, il brand che ridà vita agli oggetti indimenticabili dei grandi maestri

Il brand veronese Codiceicona nasce nel 2019 da un’idea di un gruppo di designer. La mission del brand è semplice: si tratta di individuare gli oggetti indimenticabili dei grandi maestri del design, e di ridare loro una seconda vita. I progetti di riedizione vengono realizzati in collaborazione con i designer stessi, e la produzione è affidata ad artigiani selezionati.

Un altro marchio punto fermo di Codeicona è rappresentato dall’adesione ai dettami del made in Italy, che riguarda tutti gli oggetti del catalogo. Un ulteriore valore aggiunto per queste meravigliose e indimenticabili icone del design.

Per informazioni:

www.codiceicona.com 

Instagram: codiceicona

10 Maggio 2021 / / Dettagli Home Decor

Il focolare Ecomonoblocco 16:9 3D di Palazzetti scelto per la zona giorno di una villa degli anni cinquanta nel nord della Sardegna completamente ristrutturata.

Panorami mozzafiato, architettura dal fascino moresco, forme arrotondate e organiche. All’inizio degli anni ’60 il Principe Karim Aga Khan, innamoratosi a prima vista della Sardegna e delle sue ville degli anni ’50, ha iniziato il percorso che ha portato la Costa Smeralda a essere una delle mete da sogno più ambite.

Il progetto Casa PA

Un interno moderno e accogliente, dove forme sinuose e minimali sono rese calde dall’utilizzo del legno: ecco il progetto di Casa PA che ha curato la splendida ristrutturazione di una villa degli anni cinquanta nel Nord della Sardegna.

I proprietari di casa PA si sono affidati allo studio domECO di Sassari, che ne ha curato la progettazione.

Grazie alla riprogettazione a cura degli architetti Salvatore Putzu, Valentina Madrau e Barbara Fele, Casa PA si presenta ora in modo totalmente diverso: la zona giorno è un ambiente unico dalle linee morbide e curve, che sfrutta tutte le finestrature esistenti per affacciarsi con leggerezza sul terrazzo e sulla splendida vista sul mare.

Casa PA Sardegna

Casa PA Sardegna

Casa PA Sardegna

Casa PA Sardegna

Nella zona giorno/cucina è stato mantenuto l’originale intonaco rigato per le pareti perimetrali (che costituiscono l’involucro originale), al quale sono stati abbinati un pavimento in resina grigia, pareti bianche dalle forme morbide e falegnameria su misura, in castagno. Una scelta dei colori minimale ma comunque calda, grazie all’uso del legno e di tessuti in tinte neutre.

Casa PA Sardegna

La funzionalità è elemento caratterizzante anche per il divano, componibile secondo l’esigenza del caso, e per il tavolo su misura realizzato con prolunghe sollevabili che gli permettono di diventare anche un comodo piano di lavoro.

Casa PA Sardegna

Casa PA Sardegna

Casa PA Sardegna

Camere da letto e bagno sono stati mantenuti nelle dimensioni originarie, riprendendo però il design del resto della casa.

La scelta del focolare Palazzetti per Casa PA

Avevamo bisogno di un prodotto angolare, con un design minimale, ma che allo stesso tempo garantisse una buona performance, fosse di qualità e avesse un’assistenza e una rete vendita presenti sul territorio” affermano i progettisti.

Casa PA Sardegna

Il focolare Ecomonoblocco 16:9 3D di Palazzetti è stato installato nell’open space dell’area giorno della villa. Il camino è stato rivestito con un pannello di cartongesso resistente al fuoco, che ha permesso di realizzare le curve che caratterizzano il progetto. Lo stesso cartongesso funge anche da sfondo per il proiettore, che sostituisce la tv. Nel rivestimento sono state inserite tutte le ventilazioni necessarie, nascondendole nelle nicchie o optando per griglie a foro maggiorato quando a vista.

Come ulteriore dettaglio di finitura, i bordi metallici del focolare sono stati rivestiti con listarelle di basalto, per migliorare il raccordo tra il cartongesso e il basamento.

fotografie Barbara Pau

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10 Maggio 2021 / / Dettagli Home Decor

piastrelle ceramica Piquè

PIQUÉ la collezione di ceramiche disegnata da José Manuel Ferrero

Storia e tecnologia si fondono per dar vita all’inedito concept di ceramica ideato da José Manuel Ferrero di estudi{H}ac per Harmony. Il designer riesce ad esprimere e trasformare la passione per tessuti e stoffe in un concept di ceramiche basato sul grande impatto visivo e tattile.

Nel tardo XVIII secolo, l’industria del cotone Lancashire sviluppò un processo meccanico per tessere a doppio filo vestiti con trama pesante arrivando a creare il tessuto piqué. Alcune fonti riportano che questo tipo di tessuto sia stato sviluppato specificatamente per realizzare parti dell’abito da sera tradizionale. Questo capo maschile in bianco diventa il completo più formale che l’uomo può indossare per le cerimonie importanti.

Piqué collezione rivestimenti

La texture del tessuto e la ricerca dell’effetto geometrico che può rompersi tra i vari strati per creare volumi tridimensionali costituiscono la base per analizzare questo tipo di stoffa e reinterpretarla come una collezione di ceramiche elegante e contemporanea.

La collezione Piqué offre tre varianti che caratterizzano le diverse proposte in ceramica.

Piqué Waffle

Piqué Waffle rappresenta la proposta più pura e concettuale. Persegue l’idea di trasmettere la texture vera del tessuto, nel suo stato più puro e naturale. La combinazione di rilievo con finitura opaca testurizzata offre il realismo voluto. È disponibile in 4 tonalità: antracite, bordeaux, sabbia e bianco, prodotto in porcellana 20x40cm.

Piqué Mosaic

Piqué Mosaic rappresenta l’esplorazione del rilievo come simbolo distintivo, che crea così un effetto mosaico tridimensionale al rovescio. Il gioco sta nella combinazione della stuccatura con effetto ton-sur-ton o in contrasto con un colore di base. É disponibile in 2 tonalità: antracite e bianco, prodotto in porcellana 20x40cm.

Piqué 3D

Piqué 3D nasce a partire della estrusione lineare della trama di fili che compongono il tessuto per ottenere due pezzi dal carattere più iconico. Le diverse combinazioni in composizione creano effetti chiaro-scuro dati dal gioco di luce che valorizzano il rilievo.  É disponibile in 4 tonalità: antracite, bordeaux, sabbia e bianco, prodotto in porcellana 10X10cm o 10x40cm.

www.estudihac.com

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10 Maggio 2021 / / Dettagli Home Decor

arredare la camera da letto

Sempre più spesso, per arredare la propria abitazione, ci si rivolge ad un interior designer, ovvero un professionista capace di trovare tutte le soluzioni più indicate per ogni ambiente, con competenze specifiche in materia e con un occhio sempre attento alla ricerca di nuove tendenze. Tuttavia, seguendo qualche suggerimento per non commettere errori, è possibile anche affidarsi al fai da te, scegliendo per ogni stanza l’arredo più adeguato.

La scelta dell’arredo

La scelta dell’arredo è un processo graduale, che non deve essere guidato dalla fretta. Infatti, scegliendo tutto in maniera veloce, si rischia di acquistare pezzi inutili, oppure monocromatici, incapaci di dare un senso all’ambiente. Pertanto, la prima cosa da fare è quella di scegliere uno stile preponderante che possa guidare la scelta: moderno, minimale, shabby chic ecc. Per far ciò, è possibile ispirarsi alle foto delle riviste di arredamento. Dopo aver individuato lo stile che si ha intenzione di seguire, è bene focalizzarsi sugli elementi necessari in ogni stanza e partire da quelli, facendo, magari, una lista che permetta di organizzare al meglio ogni stanza. Prima di partire alla ricerca, poi, occorre prendere le misure senza sbagliare di un millimetro. Solo dopo aver inserito gli elementi principali di ogni stanza (ad esempio, il divano e la parete attrezzata nel soggiorno, il letto nella stanza da letto, la scrivania nello studio ecc.) è possibile poi dedicarsi alla ricerca dei complementi d’arredo più piccoli, che devono essere coordinati con quelli principali e che devono essere posizionati in modo da riempire gli spazi vuoti.

armadio su misura

Arredamento su misura

Se tutti i mobili e complementi d’arredo dovessero sembrare banali, già visti, è possibile optare per una soluzione su misura. Sono diversi gli showroom di arredamenti Roma, Milano, Napoli e altre città d’Italia che offrono la possibilità di acquistare arredo personalizzato in base alle proprie esigenze. Infatti, optando per una scelta di questo tipo, è possibile avere un progetto personalizzato effettuato considerando gli spazi a disposizione, senza, però, trascurare i dettagli. In genere si utilizzano complementi d’arredo combinabili per ottimizzare gli spazi, specialmente negli ambienti più piccoli, e creare un effetto estetico armonioso.

soggiorno toni neutri

Gli errori da evitare

Nella scelta dell’arredamento fai da te è fondamentale evitare errori per un effetto esteticamente piacevole. Uno degli errori più frequenti riguarda certamente la scelta dei colori. Infatti, bisogna far riferimento ad una palette di colori e non esagerare con le tinte, specie se in contrasto tra loro. Un ulteriore sbaglio che viene effettuato riguarda la predisposizione dei mobili, che deve essere funzionale in una stanza, e permettere di recuperare spazio utile. Posizionare i mobili sui lati, lasciando un vuoto al centro, tendenzialmente da un effetto di “accozzaglia” dato dalla sovrapposizione dei mobili. Ancora, è possibile sbagliare tentando di riciclare tutti i pezzi del vecchio arredo. Se si vuole rinnovare, gli elementi troppo vecchi ed usurati non possono essere integrati al meglio nel nuovo ambiente, è meglio disfarsene, anche mettendoli in vendita. Combinare arredi vecchi e nuovi, infatti, deve essere prerogativa degli esperti di mix’n’match, non è per tutti, si rischia di ottenere un effetto confusionario.

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