Delicata, luminosa, quasi romantica, la cucina Beluga di Rastelli sembra ispirata alla primavera.
Disegnata da Ferruccio Laviani, la cucina si distingue per lo stile sobrio ed armonioso dei suoi importanti volumi. Le forme estremamente essenziali e geometriche sono addolcite dai toni caldi e tenui delle ante: in finitura Penelope quelle dei moduli dell’isola, in frassino Hielo quelle dell’unità a parete. Proprio le ante, completamente lisce, definiscono il carattere minimal della cucina; le maniglie in metallo, dal design lineare, sono un elemento decorativo e al tempo stesso funzionale: applicate sui pannelli in verticale o in orizzontale, hanno una gola interna invisibile che ne facilita le presa.
Se l’isola prevede vani contenitivi, zona cottura e zona lavaggio, nell’unità a parete trovano posto elettrodomestici, stoviglie e moduli dedicati alla dispensa. La particolarità delle colonne sta nella loro dimensione: si tratta infatti di mobili aggregabili e personalizzabili che, non occupando necessariamente tutta l’altezza dello spazio a disposizione, offrono anche un comodo ripiano sul top della stessa struttura.
Così, con pochi ma sofisticati elementi, la cucina diventa protagonista dello spazio senza invaderlo. Un’altra grande prova della libertà compositiva propria delle proposte Rastelli.
Il colore anima le lastre in gres porcellanato di Atelier, la nuova collezione trasversale e complementare alla vasta gamma di Casalgrande Padana.
Composta da 8 nuances monocromatiche (Brume, Cristallo, Fiordaliso, Indaco, Lavanda, Oltremare, Ottanio e Rubino), la collezione Atelier di Casalgrande Padana è proposta in lastre monolitiche di grande formato a spessore sottile di soli 6,5mm (dal 40×120 cm al 60×120 cm e dal 120×120 cm fino al 120×278 cm) e arricchita da mosaici 30×30 cm con tessere di 5×5 cm e 5×15 cm. Grazie a sofisticati giochi di luce e a ricercati contrasti tonali, Atelier donerà originalità ed eleganza ad ogni tipologia di ambiente.
Un caleidoscopio di colori pastello in gres porcellanato opportunamente selezionati per rivestire, in abbinamento alle collezioni effetto cemento, legno, marmo, metallo o pietra di Casalgrande Padana grandi superfici con piani verticali, inclinati o ad andamento curvilineo, un’intera parete o una sola porzione di essa sia in interno che in esterno, sia in spazi domestici che in ambienti ad uso pubblico.
Una collezione di lastre ceramiche moderna e versatile dedicata alla potenza espressiva del colore in linea con le più attuali tendenze, una proposta ideale per impreziosire, arredare e personalizzare ogni progetto di interior design: dai loft open space dal sapore metropolitano alle atmosfere tipiche dello stile nordico, fino a quelle più classiche, contemporanee o moderne.
Grazie al procedimento di ‘rettifica’, mediante il quale i bordi delle lastre vengono perfettamente squadrati, e al nuovo formato 120×278 cm, è possibile donare agli ambienti un senso di continuità visiva posando le lastre di Atelier senza effettuare tagli, con fughe ridotte al minimo e appena percepibili; inoltre lo spessore delle lastre in gres porcellanato ridotto a soli 6,5 mm e l’ampia palette di colori a disposizione, consentono di trasformare un rivestimento ceramico in carta da parati e fare da sfondo ad una libreria incassata in una nicchia, rivestire pareti divisorie, quinte sceniche e porte a filo muro oppure eleganti piani di appoggio che proseguono in continuità verso le pareti. Insieme a mobili, accessori e tendaggi, le lastre ceramiche di Casalgrande Padana si trasformano perciò in un vero e proprio complemento d’arredo in grado di donare eleganza agli spazi.
Perché rivestire pavimenti e pareti con il gres porcellanato di Casalgrande Padana?
Le lastre in gres porcellanato di Casalgrande Padana rappresentano un materiale facile da posare e da pulire, anallergico, ignifugo, duraturo, inalterabile, inassorbente e resistente alla flessione. Costituite esclusivamente da materie prime naturali, prive di smalti, plastica e sostanze nocive, sono ottenute con un processo produttivo a ciclo chiuso, dove sofisticate apparecchiature antinquinamento consentono il riciclo e il recupero completo di tutte le componenti con emissioni e dispersioni sostanzialmente nulle: 0% emissioni nocive, 100% riduzione dell’impatto idrico, 99,5% di rifiuti recuperati, 74% di energia autoprodotta e 100% imballi eco compatibili.
Inoltre, grazie alla tecnologia Bios Antibacterial le lastre ceramiche di Casalgrande Padana sono in grado di abbattere i quattro principali ceppi batterici, di contrastare i cattivi odori e l’insorgenza di muffe, lieviti e funghi. Essendo il trattamento antibatterico integrato in maniera permanente nel prodotto ceramico, l’usura del pavimento non modifica le prestazioni antibatteriche della piastrella, mentre lo scudo protettivo di Bios Antibacterial® è sempre attivo, giorno e notte, con o senza luce solare e non necessita di raggi UV per l’attivazione.
Infine, la tecnologia Bios Self-Cleaning® di Casalgrande Padana, pensata e sviluppata per i rivestimenti esterni di facciata, è in grado di decomporre lo sporco che si deposita sulle superfici e di abbattere gli inquinanti presenti nell’aria, riducendo l’inquinamento ed elevando così la qualità dell’aria: un rivestimento di 1000 metri quadrati di facciata con Bios Self-Cleaning® purifica l’aria quanto un bosco delle dimensioni di un campo da calcio eliminando gli ossidi di azoto emessi da 70 auto nel corso di un’intera giornata.
Versatili e funzionali, le lastre ceramiche di Casalgrande Padana, oltre che a pavimento e rivestimento, sono adatte anche per rivestire piani di lavoro, lavabi, tavoli, pensili, armadi e porte e rappresentano un’ottima scelta in caso di riscaldamento a pavimento.
Si fa presto a dire “stile rustico”! Questa espressione non significa, infatti solo scegliere una determinata tipologia di materiali e complementi, ma riuscire ad arredare casa rispettando in maniera perfetta la “filosofia” che sta alle sue spalle, che ci riporta indietro nel tempo e ci fa rivivere il calore dei vecchi focolari di una volta!
Rustico non è solo antico
Non bisogna, però neppure pensare che rustico sia inevitabilmente sinonimo di vecchio e di poco moderno: come dimostra il catalogo digitale di www.iperceramica.it, probabilmente il marchio più noto in Italia per la fornitura di prodotti e materiali per ristrutturare i propri interni, ci sono tantissime soluzioni “contemporanee” che strizzano l’occhio al passato e che consentono di ricreare un perfetto stile rustico con i vantaggi delle tecnologie più recenti.
Un pavimento in perfetto stile
Prendiamo il caso della scelta dei pavimenti, uno dei passaggi più critici e complessi nell’arredamento domestico, sia quando si è alle prese con la rifinitura di struttura di nuova costruzione, che quando si è impegnati in un intervento di ristrutturazione. Parliamo infatti della superficie più estesa di ogni ambiente domestico (seconda forse solo alle pareti, in senso assoluto) e, di sicuro, quella più esposta a sollecitazioni da calpestio e urti e anche la più difficile da gestire in un secondo momento.
Questo richiede una ponderazione ancora maggiore delle nostre decisioni: i pavimenti che posiamo nella nostra casa dovranno resistere almeno per svariati anni a tutti gli inconvenienti e ai colpi che possono subire e, allo stesso tempo, mantenere alto il livello di stile dell’intera abitazione, perché i rivestimenti saranno sempre uno dei primi elementi che resteranno nella mente dei nostri ospiti.
Ecco che la scelta di un pavimento rustico può rispondere ad entrambe le esigenze – funzionali ed estetiche – e assecondare così i gusti di chi vuole ambienti ricercati e improntati a un certo “stile classico” o ad un mood con il sentore di passato. Eppure, bisogna evitare un malinteso comune quando si parla di “stile rustico” ovvero concentrarsi solo su quegli elementi per così dire autentici.
Calore e colore come quelli di una volta
Primariamente, lo stile country o rustico fa riferimento a pavimentazioni in legno o in mattonelle di cotto, tipiche di strutture rurali o campestri, adibite ad uso abitativo e non solo. Di solito, questi pavimenti risalgono allo stesso periodo di costruzione dell’edificio e non di rado possono essere stati sottoposti ad interventi conservativi per assicurarne l’efficienza nel tempo, essendo molto delicati.
Tuttavia, a livello di interior design lo stile rustico definisce anche altro, ovvero rivestimenti più moderni, di materie prime “autentiche” oppure materiali innovativi che riescono a riprodurre l’impatto visivo di una pavimentazione rustica, come le piastrelle in gres.
I nuovi materiali per un pavimento in stile rustico
Ragionando in soli termini estetici, è difficile percepire a vista la differenza tra pavimenti in materiali “autentici” – come legno, cotto o pietra – e quelli che ne riproducono lo stile: in entrambi i casi, infatti, i pavimenti si caratterizzano per un aspetto vagamente grezzo e poco rifinito, che ricorda quelli dei casali rustici (che erano tendenzialmente realizzati con materiali non troppo lavorati e quindi dall’aspetto più “naturale”). Una tipologia di pavimento che si sposa non solo con lo stile country o farmhouse, ma anche con le tendenze industriali e shabby chic.
I vantaggi del gres porcellanato
Per caratteristiche meccaniche ed estetiche, il gres porcellanato è un materiale altamente prestante ed estremamente adatto alla posa di un pavimento in stile rustico nelle case di oggi: la pasta ceramica alla base di tali piastrelle, infatti, le rende particolarmente resistenti e durevoli, oltre che capaci di contrastare quasi completamente l’assorbimento dell’acqua. A queste peculiarità funzionali e tecniche si aggiunge la vastità di soluzioni di finiture tra cui scegliere il look del nostro pavimento rustico: ci sono, ad esempio, piastrelle che presentano una stampa superficiale che riproduce le texture del legno (al naturale o con effetti particolari, come ad esempio quello “decapato” o “shabbato”) o che assicurano una superficie simile al cotto, riprendendo le caratteristiche fisiche di una mattonella in terracotta, fino a quelle che si ispirano alle varie tipologie di pietra rustica.
______________________________________ Anna e Marco DMstudio – CASE E INTERNI
Chi dorme non piglia pesci, recita un vecchio detto popolare. Ma chi dorme, e soprattutto dorme bene, ha sicuramente una marcia in più durante la giornata!
Il sonno è un’attività che richiede un’enorme quantità di tempo. Per rendere l’idea, un bambino di 8 anni dovrebbe dormire in media circa 10 ore a notte per godere dei benefici che il buon riposo assicura.
E quando si parla di benessere, entra in gioco lui: il letto. Per la precisione il letto singolo, la misura ideale per bambini e bambine tra i 6 e gli 11 anni.
Ma come fare a districarsi nella grande giungla dei letti a una piazza per cameretta? Segui la nostra piccola guida alla scelta: scoprirai quanto è largo il modello standard, quanto è lungo quello maxi e troverai ispirazione tra le immagini dei nostri modelli preferiti.
Quanto misura un letto singolo?
Secondo lo standard, le dimensioni minime di un letto singolo sono 80×190 cm. Le misure variano se si tratta di modelli maxi o extra large, di norma più lunghi o più larghi (di 5 / 10 cm).
La gamma di letti a una piazza XL propone una certa varietà di formati. Le dimensioni più comuni sono
80×195 / 80×200 cm (variazione in lunghezza)
90×190 / 90×195 / 90×200 cm (variazione in larghezza e lunghezza).
I letti singoli grandi, però, non devono essere confusi con i letti a una piazza e mezza. Cambia la misura e cambiano anche i destinatari: seppur molto utilizzati nelle camerette moderne, sono più indicati per il riposo di ragazzi e ragazze adolescenti.
Scoperchiamo il vaso di Pandora: qual è il letto singolo da bambini per eccellenza? C’è chi punta sui letti imbottiti, chi su quelli alzati da terra e chi, ancora, trova che non ci sia soluzione migliore dei letti a castello.
Modelli a parte, sono due gli elementi da non perdere mai di vista: la comodità e la funzionalità.
In primis, il comfort. Il materasso è il principale responsabile del buon sonno, soprattutto per i bimbi. Il consiglio è di scegliere un modello a densità elevata, che sostenga il peso del bambino all’aumentare dell’età e ne assecondi i movimenti notturni.
Alla comodità segue la praticità, un argomento tanto discusso quanto inesplorato. Rifare il letto o spostarlo per pulire il pavimento sono azioni quotidiane, quasi banali, che si perpetuano ogni giorno fintanto che il piccolo di casa non sarà abbastanza cresciuto per potersene occupare di persona (si spera…).
Ma se cambiare le lenzuola o scostare il letto dalla parete diventa un’impresa titanica, forse è il caso di valutare qualche plus: gli accessori.
Attrezzati con piedini alti o ruote, contenitori o cassettoni, i letti singoli diventano un alleato multifunzione a cui sarà impossibile resistere.
Dove posizionare il letto nella cameretta?
Per il Feng Shui, antica filosofia orientale, l’equilibrio energetico è fortemente influenzato dalla posizione degli arredi nell’ambiente domestico.
Nel corso degli anni, la disciplina ha preso sempre più piede (non solo tra gli addetti ai lavori) al punto che anche la cameretta è diventata oggetto di studio dei suoi adepti.
Tra gli argomenti di maggior successo spicca senza dubbio il letto dei ragazzi che, sempre secondo il Feng Shui, dovrebbe essere sistemato il più lontano possibile dalla porta d’ingresso.
Vale anche la credenza popolare delle nonne: la testa deve puntare verso le montagne, ovvero la testiera del letto dovrebbe essere orientata a Nord.
Archiviati filosofia e folklore, nel quotidiano è lo spazio a determinare l’assetto della cameretta: più piccina è la stanza, minore è la libertà di posizionare il lettino dove si vuole… e maggiori sono le strategie da mettere in campo!
Una regola vale su tutte le altre: se la camera dei ragazzi è piccola, è bene evitare di posizionare il letto a centro stanza. Meglio sfruttare i muri, ottimizzare le pareti oppure orientarsi verso soluzioni salvaspazio con composizioni a ponte, a soppalco o a scomparsa.
Letto singolo sotto la finestra
Letto singolo appoggiato al muro
Letti singoli ad angolo
Letto singolo con libreria dietro
Letto singolo a ponte
Camerette con letti singoli: i modelli più amati
Grandi o piccoli, bianchi o colorati, a terra o rialzati… I letti singoli da cameretta sono così tanti e così diversi tra loro che citarli tutti è quasi impossibile.
Una cosa però è certa. La tendenza vuole che il letto da piccoli sia trattato proprio come quello dei grandi e, per questo, deve essere bellissimo.
Moderno nello stile, personalizzato nel colore, diventa lo strumento con cui bimbi e bimbe manifestano gusti e preferenze, attitudini ed inclinazioni. Del resto, il lettino non è il piccolo trono dove riposano, dormono e sognano?
Non resta che scoprire quali sono i modelli più apprezzati (anche dai genitori), i più particolari e i più insoliti!
Un letto senza contenitore è come un libro senza pagine. Similitudine a parte, il box è uno degli elementi indispensabili da considerare quando si sceglie il letto per la cameretta dei bambini.
Senza ingombro ulteriore (leggasi, larghezza e profondità sono quelli del giroletto), il contenitore metterà a disposizione così tanto spazio che il disordine sarà solo un brutto ricordo.
Letto singolo con cassetti
Sai che il contenitore non è l’unica soluzione per organizzare il sottoletto? No, non pensare a scatole da scarpe o cestini impilati sotto la rete.
Qui si fa sul serio: quando si parla di letti per bambino o bambina, impossibile non ricorrere a cassettoni, cassettini e scomparti dove nascondere tutto ciò che non si vuole tenere a vista (ottimo nascondiglio per i giocattoli). Si chiamano letti polifunzionali e, oltre ai preziosi cassetti, possono integrare ante e scrivanie estraibili.
Letto singolo a parete
Sfatiamo il mito: il letto singolo apribile a ribalta non è per forza un letto d’emergenza, né richiede sempre uno spazio di apertura esagerato. Può essere un ottimo letto da cameretta, anche salvaspazio, a condizione di scegliere il modello giusto e di completarlo con un sistema d’apertura brevettato e un materasso degno del sonno di una principessina.
Spesso chiuso in un armadio, il letto a scomparsa orizzontale o verticale resta un must have delle camerette piccole, dove si apre e si chiude velocemente e in tutta sicurezza.
Letto singolo con letto estraibile
Il letto singolo scorrevole è un maestro di trasformismo: scompare ma non si chiude a parete, scorre ma non si ribalta. Ha sotto di sé un secondo letto estraibile (a volte anche un terzo), si sposta agevolemente tramite piccole ruote e, in men che non si dica, trasforma la cameretta singola in una doppia con lettini gemelli.
Il segreto salvaspazio sta tutto nella sua struttura sdoppiabile, che cela segretamente uno o più letti sovrapposti.
Letto singolo tappezzato
C’è chi lo chiama imbottito, chi lo chiama tessile, poco importa. Il letto singolo in tessuto è il vero alleato di mamma e papà.
Piace perché è pratico (e non così delicato come la pelle), perché è super personalizzabile e perché non passa mai di moda. Basta abbinargli una parure e un plaid in tinta per completare un look da 10 e lode.
Letto singolo in effetto legno
Letto a effetto legno: o lo ami, o lo odi. Scelta coraggiosa per la cameretta, ha dalla sua tutto il fascino di questo materiale naturale. Caloroso alla vista, materico al tatto, evoca immediatamente ambienti nordici e interni accoglienti.
Il consiglio è di scegliere l’essenza che meglio rappresenta la personalità di chi ci dormirà. Un letto in legno bianco laccato o olmo chiaro può essere perfetto per una bimba, un letto in legno scuro, invece, più maschile e imponente, può integrarsi meglio nella camera di un ragazzo.
Letto singolo rosso
La cameretta è, per antonomasia, l’ambiente domestico dove il colore trova la sua massima aspirazione. Entrare nella camera di un bambino significa esplorare un mondo super colorato, pieno di tinte vivaci e colori d’accento, in cui anche il letto dà il suo contributo.
Viola, arancione, nero, fucsia, azzurro o rosa, poco importa: puoi addirittura scegliere un letto da cameretta rosso, a patto di dosarne la quantità e di abbinarlo a bianco o tortora.
Letto singolo verde
Diamo un taglio agli stereotipi di genere: azzurro e rosa non sono colori da maschio e da femmina! Certo, le abitudini sono dure a morire e l’annuncio di un bebé sarà ancora assoggettato ad un fiocco colorato, ma nella cameretta è lecito sperimentare con colori unisex. E il verde è uno di questi.
Nessuno si sconvolgerà alla vista di un letto con testiera verde, magari declinato in color petrolio, muschio o menta, nella camera di una ragazzina.
Letto singolo blu
Il blu è stato il colore protagonista del 2020, scelto dal Pantone Color Institute come colore dell’anno appena passato. Profondo ed elegante, è spesso relegato alle camere dei grandi, ma il suo potenziale è davvero immenso.
Indaco o cobalto, il blu diventa colore d’elezione per un letto sommier dal design geometrico piuttosto rigoroso.
Letto singolo giallo
Abbiamo detto letto blu, diciamo anche letto giallo. Non perché siano complementari, ma perché entrambi sono stati colori Pantone. In realtà il giallo lo è ancora, e lo sarà per tutto il 2021 rappresentato dalla sfumatura 13-0647 Illuminating.
Giallo è il colore del sole, e come tale diventa indiscusso protagonista di camerette piccole o poco illuminate a cui serve un tocco di luminosità.
Letto singolo a forma di divano
Un po’ divano, un po’ letto, il singolo alla turca è un particolare tipo di imbottito che si pone a metà strada tra i due modelli. Può avere sponde laterali, che servono come protezioni per le pareti, spesso presenta una spalliera imbottita che serve da schienale e braccioli stretti che fungono da testiera e pediera.
Spopola nella cameretta dei bambini perché è un vero complemento 2-in-1 da usare sia di giorno che di notte.
Letto singolo rialzato
Quelli a soppalco o a castello non sono gli unici letti sopraelevati. Rialzati sono anche i letti singoli su piedini, per non parlare di quelli scorrevoli, la cui struttura permette di usare contemporaneamente sia un letto alto che un singolo basso.
Letto singolo con testata
Forse il modello più cercato, acquistato, amato. Di gran lunga la soluzione proposta più di frequente alle famiglie che intendono arredare la cameretta dei piccoli.
Di letti singoli con testiera ne esistono a dozzine: con testata imbottita, in legno, laccata, rivestita, decorata, intagliata, con contenitore, regolabile, abbinata a pediera…
Letto singolo senza testata
Il singolo sommier sta facendo i suoi primi, timidi passi nell’universo delle camerette per bambini. Timidi, ma non incerti, perché il letto senza testiera dimostra lo stesso potenziale di quello che la testata ce l’ha.
Con un plus: diventa un vero e proprio letto salvaspazio se i centimetri a disposizione non sono poi così tanti.
Letto singolo minimal
Minimalista, essenziale, semplice: il letto per la camera di una ragazza lo immaginiamo così. Pulizia formale, design ridotto al mimimo e una versatilità senza paragoni permettono anche ad un letto semplicissimo di fare la sua parte nell’arredo della cameretta.
Letto singolo scandinavo
Adepti della filosofia hygge, unitevi! La tendenza nordica arriva anche nella camera dei piccoli. La carta d’identità la conosciamo: colori pastello, tinte tenui, legno chiaro, fantasie geometriche e forme semplici è tutto ciò che serve per trovare il perfetto letto singolo in stile nordico.
Letto singolo con scrivania incorporata
Cameretta stretta e lunga? Approfittane! I volumi di una stanza rettangolare non sono necessariamente un fattore negativo. La soluzione consiste nell’assecondare lo spazio disponibile arredando la parete più lunga.
Sì, con tutta probabilità dovrai scegliere un letto singolo accostato al muro, ma potrai optare per un modello che integra una bella scrivania riducendo al minimo l’ingombro in larghezza.
Letto singolo con ruote
Ripetiamolo: la parola d’ordine della cameretta è praticità. E cosa c’è di più pratico di un letto singolo su rotelle, da spostare quando vuoi e come vuoi?
Che tu debba passare l’aspirapolvere il sabato mattina o voglia riassettare completamente l’assetto della stanza, sistemare il letto singolo in un altro angolo della camera non sarà più un problema.
Letto singolo con led
A caccia di un’idea davvero originale per la cameretta? Prova con un letto con illuminazione integrata. Una volta accesa, la particolare struttura semitrasparente sarà perfetta sia per i bimbi che hanno paura del buio, che per i bambini più grandi che amano viaggiare con la fantasia.
Il tuo tavolo da pranzo si trova vicino a una parete? Ti chiedi spesso come valorizzare e dare personalità a quella parete? Allora sei nel posto giusto! In questo articolo infatti voglio darti 6 idee creative per decorare la parete vicino al tuo tavolo da pranzo.
Il pranzo, o la cena, è un momento di convivialità, socialità e condivisione con la propria famiglia o con gli amici. La zona pranzo deve essere quindi un’area invitante e accogliente. Di conseguenza dobbiamo fare in modo che essa sia gradevole e allo stesso tempo funzionale.
Arreda e decora la tua stanza con elementi, materiali, forme e colori che ti fanno stare bene.
Che la parete “vuota” sia disposta sul lato lungo o su quello corto del tavolo, non importa. La cosa fondamentale è individuare la parete principale che delimita la zona pranzo e dargli maggior risalto, in modo da creare un focus e allestire uno dei momenti più piacevoli della giornata: quello del pasto in compagnia.
Ora ti mostro 8 idee per decorare la parete vicino al tavolo da pranzo. Scegli quella che si adatta meglio alla tua casa e al tuo gusto personale.
IDEA #1
Mobile e gallery wall
Un mobile lungo e basso aiuta ad allungare la stanza, ma rischia poi di “schiacchiarla”. Quindi valorizza la parete aggiungendo una bella e ampia gallery wall che contiene poster e immagini che esprimono le tue passioni e la tua personalità.
In questo articolo trovi tanti suggerimenti utili per realizzare una gallery wall:
Inoltre, su siti come Poster Store trovi tantissime ispirazioni e idee di composizione per creare una gallery wall dall’effetto wow.
IDEA #2
Effetto boiserie
Semplicemente con della pittura colorata puoi imitare una boiserie, anzi preferisco dire che puoi realizzare una boiserie in stile contemporaneo. La divisione orizzontale e il contrasto tra la parte inferiore e quella superiore, creano uno spazio più raccolto e accogliente.
Se ti piace particolarmente questa idea, dai un’occhiata anche a questo articolo:
IDEA #3
Disegni grafici
Sempre con la pittura si può giocare con effetti grafici. Questa soluzione è molto adatta per spazi ampi come gli open space. Possono aiutare ad esempio a delimitare visivamente le aree tematiche della stanza: living, zona pranzo e cucina.
IDEA #4
Mensole
Idea semplice da realizzare e molto decorativa: 2 o 3 mensole della stessa lunghezza, ben allineate e arredate con composizioni pulite e armoniche.
Qui trovi qualche tips per decorare un piano d’appoggio (mensola):
IDEA #5
Libreria
Adoro il libri! Hanno forme molto simili tra loro, risultano sempre ordinati e si differenziano solo per i colori delle coste e le altezze. Coi libri è facile decorare uno spazio, senza essere necessariamente maestri dello styling.
IDEA #6
Grande quadro
Un bel quadro, grande, importante e in proporzione con il tavolo da pranzo. Dovrebbe essere circa ⅔ del lato del tavolo parallelo alla parete da decorare.
IDEA #7
Colore strong
Idea semplicissima: colora solo la parete principale di un colore strong! Per strong intendo un colore che ti piace e che sia in palette col resto dell’arredamento. Esistono tanti colori che magari non conosci o non hai mai considerato. Armati di mazzetta colori, ad esempio questa e osa!
IDEA #8
Decorazione materica
Una soluzione di grande tendenza è quella di decorare le pareti con elementi materici, ad esempio come queste decorazioni in macramè. Gli elementi materici evocano subito naturalezza e calore. Questa soluzione è molto adatta a chi piace lo stile boho e quello scandinavo.
Per approfondire l’argomento zona pranzo ti consiglio di dare un’occhiata a questi 2 articoli:
Spero che queste idee ti siano state utili e sono curiosa di sapere quale ti ha colpito maggiormente o quale deciderai di mettere in pratica nella tua casa.
Se hai bisogno di un aiuto personalizzato alle tue esigenze dai un’occhiata ai miei servizi.
Per tutto il 2021 l’installazione di nuovi sanitari in ceramica con nuovi apparecchi a basso consumo d’acqua, darà diritto al nuovo Bonus Idrico con un incentivo all’efficienza di 1.000 euro che comprende le spese per le opere idrauliche e murarie e gli oneri di smontaggio e dismissione dei vecchi sistemi.
I prodotti per il Bonus Idrico di RAK Ceramics
Con una portata uguale o inferiore a 6 litri e relativi sistemi di scarico, le soluzioni di sanitari RAK Ceramics permettono di sostituire i sanitari di casa con le agevolazioni fiscalimoltiplicando il risparmio.
Tra i sistemi che accedono al BonusIdrico ci sono i sistemi di risciacquo da incasso RAK-Ecofix e RAK NeoFix, ideali per tutte le tipologie di impianto idrosanitario. Uniscono funzionalità ed estetica, con un notevole risparmio di spazio in ogni tipo di bagno. Le placche di comando invece si integrano perfettamente con qualunque stile e design, mentre i sistemi dual flush (a doppio scarico, 3 o 6 litri) riducono il consumo di acqua. Tutti i sistemi sono perfettamente integrati con la ampia gamma di sanitari sospesi o a filo muro RAK Ceramics e si adattano alla perfezione ad ogni ambiente domestico o alle esigenze dei grandi progetti.
Tra i prodotti che accedono al Bonus ci sono tutti i vasi del catalogo RAK Ceramics tra le quali RAK-Illusion, RAK-Cloud, RAK-Resort, RAK-Metropolitan, RAK-Sensation RAK-Morning e RAK-Feeling. Collezioni caratterizzate dal design pulito ed elegante e dettagli sorprendenti con vasi rimless (senza brida) che garantiscono una maggiore efficienza nel consumo d’acqua, alti standard igienici ed un risciacquo più silenzioso.
Potranno beneficiare del bonus idrico le persone fisiche residenti in Italia. L’agevolazione non costituisce reddito imponibile del beneficiario e non rileva ai fini dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE).
È possibile utilizzare il bonus fino al 31 dicembre 2021.
Le modalità di erogazione non sono state ancora definite e saranno oggetto di un decreto del Ministro dell’Ambiente che verrà emanato entro il mese di marzo.
Nuovo appuntamento con la rubrica “ARREDARE”. Questo mese i consigli di Arredomania ci guideranno nella scelta tra due soluzioni d’arredo per la zona notte: l’armadio o la cabina armadio
Arredare casa non è mai semplice perché le variabili da considerare sono sempre moltissime. La scelta dell’arredamento deve essere fatta in base a criteri estetici, anche se la funzionalità deve essere sempre un requisito essenziale. In poche parole, occorre mantenere il giusto equilibrio tra estetica e funzionalità.
Cosa scegliere tra l’armadio o la cabina armadio? Questa è una delle domande più frequenti poste dai clienti, alla quale è possibile rispondere solo ed esclusivamente tenendo conto delle specifiche esigenze personali. Iniziamo col dire che non sempre a dettare legge nella scelta di un armadio o di una cabina, è lo spazio a disposizione. Certo, lo spazio è un fattore determinante ma non l’unico da tenere in considerazione. Anche lo stile della camera da letto può indirizzare la scelta su uno piuttosto che l’altro. In generale, le cabine armadio lasciano più respiro nella camera proprio perché meno visibili, più nascoste e meno a vista. La maggior parte delle volte per accedervi vi è una porta a vetri o porta a filo muro mascherata da una bella carta da parati. Che poi all’interno ci sia maggior capienza rispetto ad un armadio è tutto da dimostrare. L’armadio, a differenza della cabina armadio, ha un ingombro interno alla stanza da tenere in considerazione quando si progetta la camera da letto. Questo lo rende di certo visivamente più impattante, non per questo meno capiente di una cabina armadio. Che siano cabine armadio piuttosto che armadi realizzati su misura, il gusto, il risultato finale e lo stile da dare alla camera restano i fattori determinanti nella scelta di uno piuttosto che l’altro. Entriamo nel dettaglio per capire quali sono le differenze principali tra l’armadio e la cabina armadio e quando optare per la prima o per la seconda soluzione d’arredo.
Armadio o cabina armadio: le tipologie delle cabine
Nell’immaginario comune, le cabine armadio sono adatte ad un uso quasi esclusivo in grandi case o appartamenti alle quali viene dedicata un intero vano. Però non è sempre così: le cabine armadio componibili sono la soluzione perfetta nel caso di ambienti piccoli in cui il tutto deve essere studiato nel minimo dettaglio con soluzioni salvaspazio, facendo diventare la cabina armadio non più un sogno ma un elemento di arredo alla portata di tutti. I modelli disponibili in commercio sono moltissimi e permettono di creare soluzioni costruttive che consentono la realizzazione di una cabina armadio capace di dare il proprio contributo anche in piccoli angoli della zona notte. È possibile creare la propria cabina armadio su misura sfruttando al meglio lo spazio a disposizione e rispondendo alla perfezione alle esigenze personali dell’utente usando strutture con pratiche ante oppure appositi guardaroba con scaffali a vista. Gli armadi con ante sono perfetti per chi preferisce un maggiore ordine all’interno della propria cabina armadio e non necessitano di una visione immediata dei propri abiti. Le soluzioni a vista però sono nate proprio per creare cabine armadio che riescano a dare la sensazione di una boutique e che diano la possibilità di rendere immediatamente visibile il vestito giusto al primo sguardo. La scelta migliore per sfruttare al massimo tutto il vano scelto è sicuramente quello della cabina armadio angolare con la quale è possibile sfruttare tutte le pareti della zona prescelta e non limitarsi ad un solo lato contenitivo per i nostri abiti e i nostri accessori.
Paragonabili per funzionalità e possibilità di personalizzazione, le cabine armadio si differenziano tra loro per la struttura.
I modelli con montanti metallici, generalmente in alluminio, la cui struttura portante si estende dal pavimento al soffitto, sono Imbattibili per capacità di adattarsi a qualsiasi spazio. A boiserie, invece, si differenziano per la presenza di pannelli in legno che costituiscono lo schienale sul quale si fissano le cremagliere. A queste sono agganciati gli elementi che costituiscono l’attrezzatura. Alla base di solito c’è una pedana. Questa tipologia è indicata se la parete d’appoggio è in muratura.
Vi sono poi modelli a spalla portante, che sono molto simili ai classici armadi, con base, schienale, spalle e top. I moduli sono agganciati lateralmente sulle spalle e lungo i profili, possono essere sospesi o con appoggio a terra.
Perché scegliere l’armadio e non la cabina
Come detto in precedenza, la scelta tra armadio o cabina armadio non è semplice. L’armadio è un complemento irrinunciabile all’interno di ogni abitazione, che permette di organizzare l’ambiente in tanti modi diversi a seconda dello spazio a disposizione e dello stile della camera da letto. Armadi componibili, ad angolo, con ante scorrevoli, sono elementi d’arredo che oltre a rispondere ad esigenze puramente funzionali, arredano e decorano con tutta una serie di finiture, accostamenti cromatici, mix di materiali e diverse tipologie di maniglie.
Nelle case moderne lo spazio a disposizione è sempre meno e occorre ingegnarsi per far sì che anche un armadio riempia la stanza in maniera caratteristica e forte, nonostante gli spazi limitati. Per questo motivo, molte volte, scegliere un armadio con ante scorrevoli si rivela essere una scelta vincente. Lo spazio non ne risente in termini di ingombro e vi resta lo spazio per un letto.
L’unico inconveniente sta nel non poter usufruire dell’intero spazio nello stesso momento: una volta aperto un lato e fatta scorrere l’anta su quello opposto, quest’ultimo diventa inaccessibile fino a quando il lato utilizzato non verrà chiuso. Il trucco sta nel riempire le ante con criterio e fare in modo che il contenuto di una singola anta sia soddisfacente e necessario per la quotidianità della singola persona.
Naturalmente, questo discorso non vale per armadi con ante a battente, che impongono meno limitazioni in tal senso, ma prevedono un ingombro nettamente superiore. In alternativa si può optare per armadi con ante a libro, una via di mezzo tra l’ingombro di un’anta scorrevole, pressoché nullo, e quello di un’anta a battente.
Gli armadi moderni sono caratterizzati da strutture lineari e dalle geometrie ben definite, in grado di inserirsi in diversi contesti contemporanei: da ambienti open space, in cui risultano particolarmente utili per organizzare gli spazi, a interni dalla conformazione tradizionale, questo elemento d’arredo è estremamente versatile. L’ultima tendenza nel mondo dei guardaroba di design è rappresentata da armadi con ante in vetro. La trasparenza del vetro alleggerisce la stanza e dona ampiezza e luminosità all’intera camera da letto.
Se invece nella stanza in cui si decide di collocare l’armadio c’è una nicchia, le possibilità sono 2: scegliere un armadio a muro o realizzare un armadio su misura. Entrambe le soluzioni hanno l’obiettivo di occupare interamente lo spazio a disposizione. Che differenza c’è tra i due modelli? La realizzazione di un mobile su misura si può effettuare a prescindere che vi sia una nicchia oppure no, presuppone una totale scelta delle componenti, a partire dalla dimensione delle ante, passando per il materiale e colore delle finiture e finendo ai divisori interni. La versione incassata a muro invece parte dal presupposto che i fianchi dell’armadio non debbano essere mai visibili, proprio perché incassati in una nicchia o nascosti in una muratura laterale. In questo caso risulteranno visibili solo i frontali che, naturalmente, è possibile personalizzare in base ai propri gusti e allo stile della camera.
Ma perché scegliere un armadio e non una cabina armadio? La risposta non può essere univoca, ma sono i criteri e le valutazioni del tutto oggettive ad avere la meglio.
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L’evoluzione del mobile inglese segue l’andamento degli stili del continente, ma con qualche differenza. La Francia detta gli stili, ma i primi designer sono inglesi.
Conoscere l’evoluzione degli stili d’arredo in Inghilterra è molto interessante, soprattutto per capire la storia del design contemporaneo. L’evoluzione del mobile inglese segue l’andamento degli stili del continente, ma presto comparvero caratteri propri distintivi. I mobili inglesi sono generalmente più sobri, funzionali, e contenuti nelle dimensioni, pur restando molto eleganti. Mentre in Francia erano celebri gli ebanisti e i decoratori, in Inghilterra si affermarono i primi designer, in genere falegnami-creatori che diedero il loro nome agli stili, come Chippendale, Hepplewhite o Sheraton.
L’evoluzione del mobile inglese fino all’Ottocento
Come già anticipato, l’evoluzione del mobile inglese segue, con qualche anno di ritardo, quella del continente. Per esempio, il Rinascimento inglese, che va sotto il nome di età Elisabettiana (1558-1642), si sviluppò quando in Italia il fenomeno era già in fase di declino. Tuttavia, gli inglesi crearono stili originali, sopratutto nel campo architettonico, anche dopo l’età d’oro del gotico, come lo stile Tudor e lo stile Giacobiano (da re Giacomo), il cui maggiore interprete fu l’architetto Inigo Jones, seguace del Palladio.
Nel Seicento si susseguono e si accavallano diverse versioni del Barocco Francese o Olandese, dopo un periodo di severità dettato dal puritanesimo di Cromwell. Nasce lo stile Carolean o Restoration, e finalmente gli inglesi si concedono un mobilio lussuoso e fantasioso, con decorazioni in impiallacciato di tasso, acero, noce, olivo, ciliegio, abbandonando i tradizionali legni di quercia o di faggio. Nel primo Settecento si susseguono gli stili William and Mary e Queen Anne, equivalenti rispettivamente del Luigi XIV e del Rococò.
Il mobile emblematico di questo periodo è la sedia Queen Anne, una seduta ampia realizzata con legno di noce e caratterizzata da schienale curvo a giorno e gambe en Cabriole.
Lo stile Queen Anne si stemperò lentamente a partire dalla metà del secolo, soppiantato dal Neoclassico (Georgiano da re Giorgio III) e, in misura minore, dal Neogotico, fenomeno, quest’ultimo, tipicamente inglese.
Il legno di mogano, importato ormai in quantità massicce dal centro e dal Sud America diventa, nel periodo Georgiano, il materiale privilegiato dagli ebanisti, sostituendo il noce.
I primi designer della storia
L’evoluzione del mobile inglese subisce un’accelerazione nel corso del Settecento, con l’affermarsi della Rivoluzione Industriale. Lo sviluppo della produzione in serie, grazie a strumenti più evoluti, e la maggiore e diversificata disponibilità di legname spingono alcuni ebanisti particolarmente creativi a disegnare prodotti originali. Ecco che nasce la figura del falegname-designer, che realizza i mobili a partire da disegni accurati e li produce apponendovi il proprio marchio di fabbrica. Inoltre, questi straordinari artisti furono anche divulgatori, pubblicando raccolte, manuali e trattati.
Thomas Chippendale The Elder
Sicuramente il primo e il più famoso tra questi designer è Thomas Chippendale (1727?-1786) detto The Elder per distinguerlo dal figlio Thomas. La sua clientela annoverava aristocratici e membri della famiglia reale, e i suoi lavori fecero scuola in molti paesi europei e negli Stati Uniti. La sua fama fu amplificata anche dalla pubblicazione dei suoi lavori sul catalogo The Director, nel 1754, la prima opera del genere per il settore del mobile. A lui si deve l’introduzione in Inghilterra dello stile Rococò, personalmente reinterpretato. Prevalgono dunque le linee curve, senza però i “costosissimi orpelli alla francese”, come lui stesso li definiva, riferendosi ai decori in bronzo. Tuttavia, Chippendale non disdegnava i decori ispirati al gusto della tradizione cinese, con mobili sormontati da pagode, intagli a effetto bambù e colori accesi. Il manifesto del suo lavoro è la Harewood House, una dimora patrizia di campagna, per la quale realizzò diversi arredi.
Lo stile Chippendale si associa soprattutto alle sedute, caratterizzate da piedi intagliati a sfera, spalliera curva e schienale intagliato e traforato.
Il laboratorio cessò la produzione alla morte del figlio Thomas, nel 1820, tuttavia nella seconda metà dell’Ottocento l’opera dei Chippendale conobbe un ritorno di popolarità. Vi fu un fiorire di stili derivati, denominati Chippendale, ma si tratta di imitazioni che nulla hanno a che fare con i manufatti originali.
George Hepplewhite
George Hepplewhite (1727?-1786) fu un ebanista molto apprezzato, capace di creare uno stile personale. Attratto inizialmente dal gusto rococò, passò successivamente allo stile neoclassico, abbandonando le linee ricurve. Lo stile Hepplewhite si distingue per le proporzioni contenute, le forme semplici e le linee sottili e delicate.
Si distinse per la varietà e per la finezza degli schienali ideati per le sue sedie, soprattutto per i modelli a scudo, ovali, a cuore, a lira e a ruota. Altri suoi cavalli di battaglia, i windows steats, piccole panche per i vani delle finestre, e le sideboard cabinet, credenze dal frontale a serpentina.
La sua opera è riassunta nel volume The Cabinet Maker and Upholsterers Guide, pubblicato postumo dalla moglie Alice nel 1788.
Robert e James Adam
Robert Adam (1728-1792) e James Adam (1732-1794) sono due fratelli scozzesi che operarono nel campo dell’architettura e dell’arredamento. Tra i principali esponenti dell’epoca Georgiana, furono i primi a creare uno stile, il cosiddetto stile Adam o Adamesque, che integrasse esterni ed interni. Il loro stile di riferimento è il neoclassico, ispirato alle antichità osservate durante i viaggi in Italia, con citazioni di motivi decorativi etruschi, egiziani, gotici.
I decori a grottesca, i pilastri, fiocchi e nastri e tinte color pastello sono la loro cifra stilistica più marcata, e sono impiegati sia sulle pareti che sui mobili. Nell’opera The Works in Architecture i due fratelli riassumono il loro nuovo concetto di architettura, caratterizzata da interni luminosi ed eleganti.
Thomas Sheraton
Thomas Sheraton (1751-1806) fu un ebanista molto importante per la diffusione del gusto neoclassico. Il suo è uno stile rigoroso e severo, caratterizzato da forme eleganti, linee essenziali e cura dei dettagli. Cifra distintiva della sua opera sono, inoltre, i raffinati decori pittorici realizzati da artisti affermati o gli inserti in ceramica. Sheraton fu anche un prolifico divulgatore, grazie ai volumi Album di disegni, Dizionario di Ebanisteria e l’Enciclopedia dell’ebanista.
Ormai è nata una nuova figura professionale nel campo delle arti: l’antico falegname, poi divenuto artista con l’ebanisteria, ha lasciato il posto al moderno designer.
7 mobili tipicamente inglesi famosi nel mondo
L’evoluzione del mobile inglese ha comportato l’introduzione di mobili inediti, oggi utilizzati in tutto il mondo. Sono arredi pratici e funzionali, senza tanti fronzoli, ma allo stesso tempo eleganti.
Il tavolo a cancello
Pare che i primi tavoli a cancello apparvero nel Seicento, come attesta la testimonianza del duca Cosimo III De’ Medici, che ne descrisse un esemplare osservato durante un viaggio in Inghilterra. Si tratta di un tavolo che presenta un piano diviso in tre parti, con due ali ripiegabili, e le caratteristiche gambe “a cancello”. Tali gambe ruotano a 90 gradi, permettendo di aprire il tavolo appoggiandoci le due ali.
Pembroke table
E’ l’evoluzione del tavolo a cancello. In pratica le gambe ruotanti sono sostituite da un listello di legno estraibile, sul quale si poggiano le due ali.
La sedia Windsor
La sedia Windsor nacque come seduta da campagna e, grazie alla sua praticità, divenne famosa in tutto il mondo, soprattutto in America. Il caratteristico sedile a sella e lo schienale a pioli sono i suoi tratti distintivi. La sedia americana si differenzia in quanto priva della doga centrale e per la forma più snella. Secondo le fonti questa sedia leggera ma resistente apparve agli inizi del Settecento. Da allora ne sono state prodotte in molteplici versioni, fino ai giorni nostri.
Lo scrittoio Davenport
Si tratta di un mobile-scrittoio compatto dotato di un piano a ribalta e di profondi cassetti laterali. Lo scrittoio Davenport nacque come mobile per le navi, ma per la sua eleganza e per le dimensioni contenute fu molto apprezzato e ricercato dalle signore. Realizzati con legno di palissandro, mogano o noce, comparvero per la prima volta nel catalogo dell’azienda Gillows di Lancaster nel 1790.
Il Drum Table
Il Drum Table è un tavolo il cui piano profondo, spesso dotato di cassetti o di mensole, evoca la forma di un tamburo. La base del tavolo a volte è a forma di pilastro poggiato su quattro gambe elegantemente affusolate che terminavano in piedi ad artiglio. In altri esempi, i supporti poggiavano su una piattaforma con quattro lati concavi, a sua volta poggiata su piedi ad artiglio. I piani potevano essere rettangolari, poligonali e rotondi. I primi esemplari risalgono al periodo rococò Queen Anne.
Kneehole desk, la scrivania con lo spazio per le ginocchia
La Kneehole desk è una scrivania caratterizzata da un piano profondo dotato di cassetto sostenuto da due cassettiere laterali. La novità assoluta è la presenza di uno spazio per le gambe della persona seduta alla scrivania. Le versioni più grandi, conosciute come tavoli da biblioteca permettevano a due persone di lavorare una di fronte all’altra. La Kneehole desk apparve in Inghilterra all’inizio del XVIII secolo.
Butler’s table, o tavolo del maggiordomo
Questo particolare tavolino è composto da un vassoio poggiato in cima a un supporto pieghevole. Sviluppato in Inghilterra a metà del 1700, veniva utilizzato per servire bibite all’esterno, nel corso di picnic o battute di caccia. I primi supporti consistevano in due telai a X, mentre i modelli successivi furono costruiti con quattro gambe, spesso unite da un telaio a X.
Il tavolino da tè Tilt Top, con piano inclinabile
Un altro mobile estremamente pratico, adatto ai piccoli cottage di campagna è il tavolino da tè Tip Top, caratterizzato da un piano inclinabile. In questo modo, quando non serviva, il tavolino veniva ripiegato così da non occupare spazio.
Dumb Waiters o Servo Muto
I Dumb Waiters sono dei tavolini di servizio su cui venivano poggiate vivande e bevande prima di essere servite a tavola. Si tratta di una versione ridotta e trasportabile del buffet, ma ciò che intriga maggiormente è il significato del nome. Quando le signore si ritiravano dopo la cena, i tavolini erano collocati alle due estremità del tavolo dai camerieri, carichi di bevande, in modo che i signori potessero servirsi senza troppo sforzo. Dopodiché il personale si ritirava, e la conversazione proseguiva senza la presenza di orecchie indiscrete. Da qui il nome di servo muto.
Toscanini lancia la seconda edizione del Bando di Concorso 2021 con tema “Toscanini – L’arte di Appendere / Manca ‘ncó ‘n plûch!” per la realizzazione di un elemento grafico / pittogramma in grado di trasmettere e rappresentare “vision” e “mission” del brand che si riassumono in questo motto aziendale: “manca ‘ncó ‘n plûch”.
Plûch è il termine dialettale che si traduce infatti nella distanza infinitesimale tra il fatto bene e l’eccellente che TOSCANINI, punto di riferimento nel settore delle soluzioni di alta gamma per appendere, organizzare ed esporre, si impegna a colmare ogni giorno con creatività, bellezza e saper fare.
Il nuovo Bando 2021 è rivolto solo agli studenti maggiorenni dei corsi e delle facoltà di Belle Arti, Architettura, Design e Grafica Pubblicitaria. E’ ammessa la partecipazione come singolo oppure in gruppo. L’iscrizione è gratuitae gli elaborati, originali e inediti, dovranno essere inviati entro e non oltre le ore 13:00 del giorno 15 maggio 2021.
L’elaborato dovrà essere di grande impatto per la creatività che lo dovrà caratterizzare, con una forte riconoscibilità, in grado di trasmettere la sua identità e con una buona versatilità di utilizzo anche in dimensioni ridotte senza perdita di leggibilità ed efficacia comunicativa, su qualsiasi soluzione editoriale e promozionale sia di natura cartacea sia digitale.
La valutazione delle proposte sarà effettuata da un’apposita commissione che nominerà al suo interno un Presidente e sarà composta da professionisti con comprovata esperienza nei settori della grafica, dell’illustrazione, del design e della stampa.
La commissione effettuerà la valutazione degli elaborati entro il 15 Giugno 2021, selezionando un unico progetto vincitore a cui verrà assegnato un premio di Euro 1.000,00 (lordi) e che sarà oggetto di comunicazione alla stampa. I risultati del concorso verranno poi pubblicati sul sito www.toscanini.it e sui social dell’azienda.