Enzo Mari è stato uno dei più grandi teorici del design in Italia, apostrofato da Alessandro Mendini come la “coscienza dei designer”, fu un grande sostenitore dell’etica del design, della cultura umanistica, del design democratico e dell’autoproduzione. Nella sua carriera ha progettato per aziende quali Danese, Driade, Zanotta, Alessi, Artemide e molte altre, vincendo ben 5 Compassi d’Oro, di cui uno alla carriera. I suoi oggetti sono stati esposti più volte in contesti nazionali ed internazionali, compresa l’ormai leggendaria mostra Italy: The New Domestic Landscape al MOMA di New York nel 1972.
Contrario alla logica del design come moda e al consumismo dei nostri tempi, Mari mette al centro dei suoi progetti non solo la funzionalità, l’aspetto estetico e l’efficienza dei materiali, ma soprattutto il metodo con cui viene definito un determinato oggetto. Per lui, il pensiero e il processo di creazione di un oggetto sono più importanti dell’oggetto stesso. Nessun oggetto deve essere fine a sé stesso o autoreferenziale, il suo compito è durare nel tempo e saper coinvolgere la persona che lo utilizza come parte attiva del processo. Progettare per Mari non è solo creare oggetti belli, ma un vero e proprio atto etico e sociale.
Oggi vorrei rendere omaggio al grande contributo che Enzo Mari ha dato al mondo del design raccontando 3 dei suoi progetti che preferisco e che dimostrano il suo approccio responsabile e appassionato al modo di pensare agli oggetti.
Il calendario perpetuo Timor
Progettato nel 1967 per Danese, si tratta di un calendario da tavolo che si oppone alla logica dell’usa e getta: è riutilizzabile ogni anno, essenziale e dal design senza tempo. Si compone di una base in ABS stampata in un solo pezzo e un perno centrale su cui ruotano delle fascette di diverse dimensioni in PVC. Sulle fascette sono stampati i mesi, i giorni della settimana ed i numeri, rigorosamente con font Helvetica di colore nero per favorire la leggibilità, senza trascurare l’estetica. L’utente, oltre ad impostare la data corretta, può muovere gli elementi che compongono questo oggetto per creare le combinazioni che desidera. Timor è una vera e propria icona del design, tuttora in produzione. Questo oggetto però presenta alcuni limiti in termini di funzionalità, come Mari stesso affermò diverso tempo dopo averlo progettato, con il consueto occhio critico anche verso i suoi stessi progetti: «I calendari perpetui presentano sempre alcune difficoltà sostanziali: occorre ricordarsi di aggiornarli ogni giorno, richiedono interazione. Inoltre, non ci si può scrivere sopra e non riportano festività o vacanze. Non voglio dovermi ricordare di cambiare ogni giorno la data!».
La sedia Sof Sof
Una delle mie sedie preferite in assoluto, questo oggetto è un ottimo esempio di essenzialità progettuale, sperimentazione e gusto estetico. Si tratta di una sedia progettata nel 1971 per Driade. La sua elegante struttura si compone di 9 anelli in tondino di acciaio, combinati insieme per sostenere la sedia e accogliere i cuscini della seduta e dello schienale, creando incastri geometrici dal grande effetto estetico. I morbidi cuscini sono uniti tra loro e si agganciano tramite un inserto che si avvolge su un tondino di acciaio, garantendo stabilità e maggiore comfort alla seduta. Anche questo oggetto non ha risentito del passare del tempo, rimanendo tuttora un arredo estremamente contemporaneo e adattabile a diversi contesti.
Il tavolo Frate
Frate è un tavolo dal design essenziale e per nulla scontato, creato per Driade nel 1973 e declinabile in varie dimensioni. Il piano in cristallo appoggia su una struttura composta da due profilati in acciaio verniciato e una trave in legno massello. I profilati, che costituiscono l’appoggio del tavolo a terra, sono magistralmente pensati nella loro forma, coniugando insieme stabilità, estetica, leggerezza e vengono agganciati con sapienza ed eleganza al supporto centrale in legno. Anche questo è un esempio di come il design di Enzo Mari riesce ad essere semplice, bello e sempre attuale, perché pensato e studiato nel dettaglio con la logica di un’essenzialità che non scade mai nel banale. La stessa struttura viene ripresa anche nel tavolo Cugino e nei tavolini Cuginetto, progettati sempre per Driade, a conferma della versatilità del suo modo di concepire il design.
Enzo Mari ci ha davvero lasciato dei grandi insegnamenti in fatto di design e trovo che non si possa che apprezzare il suo spirito critico, la sua intelligenza e il suo modo di fare schietto, diretto e senza peli sulla lingua. Un grazie di cuore grande maestro!
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