Lo stile Luigi XIII e lo stile Luigi XIV sono molto diversi tra loro, ma è facile confonderli. Per la serie sulla storia dell’arredamento, li metterò a confronto per capire le differenze.
Nella prima puntata vi ho illustrato le caratteristiche dello stile Luigi XIII, che si sviluppò in Francia a partire dal 1589. Uno stile che è molto diverso dal successivo, ovvero quello che porta la firma di uno dei sovrani più famosi della storia, Luigi XIV, il “Re Sole”.
Il nome di Luigi XIV è legato indissolubilmente a quello della reggia di Versailles, che fu la sua ossessione per tutta la vita. Il castello di Versailles era una residenza di campagna, acquistata da Luigi XIII, che lo utilizzò come casino di caccia. Il giovanissimo Luigi XIV decise di farne il centro di potere del nascente stato francese, e intraprese le opere che lo trasformano in una splendida reggia.
Luigi XVI, deciso a lasciare una traccia indelebile nella storia, creò anche uno stile ufficiale, personale, riconoscibile e in qualche modo autonomo dai precedenti. Luigi salì al trono in tenera sotto la reggenza della regina Anna e del cardinale Mazarino, dunque possiamo datare l’inizio dello stile molto più in là, nel 1670.
Il contesto storico
Il lunghissimo regno di Luigi XIV, iniziato nel 1643 e terminato nel 1715, lasciò un segno rilevante nella storia, nell’arte e nei costumi. Amante delle arti e della scienza, il Re Sole finanziò le Accademie, incentivò le opere architettoniche, riformò lo stato per renderlo più efficiente. Assunse centinaia di artisti e artigiani specializzati come scultori, disegnatori, falegnami, ebanisti, doratori, pittori, orafi, tappezzieri, che lavorarono per la neonata “Manifacture Royale del Meubles de la Couronne”, diretta dal pittore Charles Le Brun. Come sede vennero scelte le manifatture Gobelins, già famosa per la produzione di arazzi e tappeti finissimi.
Il suo più grande capolavoro fu la reggia di Versailles, che sotto il suo regno assunse l’aspetto che ha oggi. Qui risiedevano i nobili che il re, al fine di esercitare un potere assoluto e incontestato, teneva al sui servizio. Furono create due ali immense per ospitare tutta la corte e il personale di servizio, i giardini furono modellati da André Le Nôtre che installò fontane, labirinti, parterre, statue e padiglioni.
Lo stile Luigi XIV, sontuoso e imponente
Luigi XIV voleva uno stile sontuoso e imponente, e affidò al pittore e decoratore Charles Le Brun, che riuscì a fondere le due grandi correnti artistiche del Seicento, il Barocco e il Classicismo. Le decorazioni pompose tipicamente barocche vengono mitigate dalle composizioni simmetriche ed equilibrate. tuttavia, le proporzioni sono imponenti.
I mobili sono ornati con un preciso repertorio decorativo di ispirazione classica che comprende ghirlande, teste femminili, chimere, fauni, foglie d’acanto, di quercia, di alloro, di palma, la cornucopia, che simboleggia l’abbondanza. Numerosi anche i riferimenti al mondo animale con zampe di leone, aquile e delfini, e non mancano animali fantastici come i cavalli alati, i grifoni e le sfingi. Una caratteristica peculiare dei mobili in stile Luigi XIV è la presenza degli emblemi personali del re, come il sole e le due L simmetriche, la maschera con i raggi e la palmetta.
Un’altra peculiarità è senz’altro la decorazione con l’intarsio Boulle, la raffinata tecnica decorativa inventata dall’ebanista André Charles Boulle. L’intarsio è eseguito con fogli finissimi di osso e madreperla alternati a lamine di ottone, bronzo, argento.
Infine, è molto importante l’influenza dell’arte cinese, introdotta dall’incisore Jean Bérain.
I mobili sono costruiti in legno massiccio di noce o rovere, e poi rivestiti con gli intarsi, o tinti, dorati o placcati con legni policromi. I più usati sono soprattutto tavoli e console, con le gambe unite da una traversa a forma di X e il piano ricoperto di marmi colorati o alabastro. Sedie e poltrone non cambiano molto rispetto a quelle dello stile precedente: le gambe tornite e l’incrocio a H della base lasciano il posto a gambe decorate con i motivi tipici del nuovo stile e all’incrocio a X della base. Cambiano però le dimensioni, molto più imponenti. Lo stesso discorso vale per il letto, che muta il repertorio decorativo e la dimensione.
Si affermano due nuovi modelli di scrivania: il bureau Mazarin e il bureau plat. Il bureau Mazarin, è una scrivania con due serie di cassetti ai lati.
Il bureau plat è un grande tavolo con il piano ricoperto di pelle, i cassetti nella fascia sottopiano e le gambe leggermente ricurve.
Fa il suo ingresso, alla fine del Seicento, la commode, evoluzione del cabinet, un cassettone con tre cassetti.
L’illuminazione ricopre un ruolo importante, per illuminare le scene delle feste e degli spettacoli che in questa epoca sono quasi quotidiani. File di candelieri, lampadari a soffitto dotati di innumerevoli bracci e decorati con cristalli di Boemia e specchi a volontà, per moltiplicare la luce.
Solo a cavallo del Settecento compare la decorazione curva a rocaille, lievemente accennata, che sarà la caratteristica peculiare dello stile Luigi XV.
Gl interni in stile Luigi XIV, il trionfo del superfluo
E’ finita l’epoca delle spartane stanze, seppur reali, dotate del mobilio essenziale. Ogni angolo viene occupato da un mobile, anche se inutile, come le consolle sormontate di specchi. Per la prima volta nella storia dell’arredo, i decoratori sono chiamati ad uniformare, per stile, colori e materiali, l’arredamento di una stanza.
Si moltiplicano sale, salotti e salottini. La sala da pranzo acquista una valenza propria, i salotti si attrezzano per il gioco d’azzardo e altri intrattenimenti, come le rappresentazioni teatrali. La sala da ballo diventa lo spazio più rappresentativo, di cui l’esempio più sfolgorante è la Galleria degli Specchi a Versailles.
I caminetti vengono rivestiti di marmo e le pareti sono rivestite con tessuti damascati dai colori intensi, le porcellane cinesi popolano ogni angolo e i tappeti delle manifatture Aubusson ricoprono i pavimenti. Il colore preponderante è l’oro, affiancato dal rosso, dal verde, dal nero.
La camera da letto del re era una stanza d’apparato nella quale, per antica tradizione, il sovrano riceveva le persone importanti, secondo un rigido protocollo. Fu proprio Luigi XIV a crearlo, con le due cerimonie del “lever du roi” e il “coucher du roi”, la prima al risveglio e la seconda al momento di ritirarsi per la notte.
Ti é piaciuto questo post? Allora non perderti i prossimi, iscriviti alla newsletter de La gatta sul tetto: niente paura, non ti inonderò di messaggi, riceverai solo una e-mail mensile che riassume i post del blog, e la Kitchen Trends Guide 2020 in regalo. Basta cliccare sul link qui sotto e inserire il tuo indirizzo e-mail: