Oggi parliamo di “come arredare piccoli balconi”, il balcone è uno degli spazi della casa più spesso trascurato, con i dovuti accorgimenti il balcone può diventare uno dei punti forti di una casa. Quante volte capita di vedere balconi potenzialmente […]
In occasione della festa della mamma di quest’anno, ho pensato di fare una selezione di di regali perfetti per mamme architetto di diversi tipi.
Ho pensato ad una mamma romantica a cui piace decorare la casa, alla mamma viaggiatrice che è sempre super equipaggiata e alla mamma sportiva che non rinuncia al design nemmeno quando si allena!
PER LA MAMMA ARCHITETTO ROMANTICA
Per una mamma architetto romantica ho pensato ad una selezione che comprendesse le diverse anime di una donna, con l’eleganza attraverso le finiture in ottone, la raffinatezza con la texture del marmo e la delicatezza tipica dei fiori.
L’ho immaginata mentre sposta di continuo i vasi e le decorazioni in casa, perché le piace cambiare anche le piccole cose, apparecchiare la tavola con dei sottobicchieri in agata e una tovaglia candida e impastare la pasta fresca con un mattarello artigianale.
Per una mamma architetto in viaggio ho immaginato uno starting pack per le sue trasferte, di piacere o di lavoro. Così nella selezione ho inserito una macchina fotografica per ricordi istantanei, che possono occupare le pagine di un bullet journal di viaggio o di storytelling di cantiere.
L’ho immaginata mentre si mette le sue cuffie wireless per ascoltare la soundtrack dei suoi viaggi e sfoglia un libro su cui scovare gli hotel di design nella prossima meta sul calendario. Non può mancare un bagaglio resistente e uno spazzolino elettrico, rigorosamente di design!
Anche se ci vorrà un po’ prima di poter viaggiare di nuovo, meglio portarsi avanti per i viaggi futuri, no?
Per la mamma architetto sportiva ho pensato a oggetti quotidiani che vediamo in ogni palestra, ma con materiali preziosi, come il marmo o la pelle (quelle ecologica eh!) . Così ho scelto per lei una kettle bell unica, modellata nel marmo di Carrara, manubri con maniglie in ottone, una borraccia con una custodia in pelle.
Me la sono immaginata mentre corre sul tapis roulant o dopo un allenamento, mentre usa un foam roller marmorizzato per dare sollievo ai muscoli nel post-allenamento o mentre mette a posto tutto il suo equipment da yoga su un porta oggetti di design.
Che tipo di mamma architetto è la tua? Oppure sei tu stessa una mamma architetto che sta leggendo questo articolo? Scrivimi nei commenti qual è la tua selezione preferita o se hai altre idee, ti aspetto! : )
L’unione tra il Design made in Italy e Artigianato Italiano sono le colonne portanti di questa azienda nel nord Italia che vi racconto in questo post.
Pipedesign nasce nel 2017 dalla passione per disegnare gli oggetti di Martina e Stefano. Hanno realizzato il sogno di fondare un progetto in cui far confluire la voglia di liberare la loro creatività. L’incontro tra il design made in Italy e l’artigianato locale per loro è fondamentale.
Il fil rouge è il tondino di ferro da cui il nome della loro azienda: Pipedesign. E’ un materiale affascinante per la sua versatilità e duttilità. Leggero, si presta a molteplici giochi di forme ma allo stesso tempo sempre di ferro si tratta e questo significa struttura e solidità.
Loro disegnano ogni prodotto che poi vengono realizzate dagli artigiani locali. Infatti, il loro rapporto stretto con i propri fornitori e il confronto diretto con le loro esperienze li permette di sperimentare. Una grande attenzione per le fasi produttive, la forma, il materiale, il colore e la funzione e ogni aspetto che salvaguardi l’unicità dei loro prodotti che di certo è un valore aggiunto. Il valore che li contraddistingue è la personalizzazione. Per questo danno la possibilità di acquistare i prodotti richiedendo colori diversi da quelli da catalogo oppure essenze di legno diverse.
I prodotti di Pipedesign
Oggetti belli esteticamente ma anche funzionali e multifunzionali. Come ad esempio “sfruttami” in cucina ha vari usi come si può evincere dal nome stesso.
La serie di lampade “Lei”, “Laltra” e “Lui” tre prodotti in un corpo. Un design minimal, essenziale e di grande carattere.
“lanterna” è un porta candela ma anche un originale vaso di fiori e così per ogni prodotto.
Tra tutti i prodotti, la sedia a dondolo “Martina” in particolare mi ha colpito tantissimo. Il fascino di una sedia a dondolo che non ha età ed è il modo migliore per rilassarsi all’interno di casa e leggere una rivista o un buon libro.
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Marshall Blecher & Studio Fokstrot immaginano delle isole galleggianti nel centro di Copenaghen introducendo una nuova idea di parchi pubblici della città.
Marshall Blecher e Studio Fokstrot hanno introdotto la ” natura selvaggia e capricciosa ” nella capitale danese creando una serie di isole galleggianti nel porto della città. Aggiungendo un nuovo archetipo allo spazio urbano, il progetto può essere utilizzato da diportisti, pescatori, kayakisti, osservatori delle stelle e nuotatori.
Copenaghen Island
Le “isole di Copenaghen” è un’iniziativa no profit avviata dall’architetto australiano Marshall Blecher e dallo studio di design danese Fokstrot. Nel 2018, il primo prototipo dell’isola, inserito nel porto, è diventato fin da subito molto popolare. CPH-Ø1 è una piattaforma di legno fatta a mano di 20 mq con un tiglio al centro. È una metafora semplice e iconica per un’isola disabitata, che rappresenta la saggezza e una vitalità legata alla terra. Mettendolo sull’acqua, crea immediato stupore per le persone che passano. Questo è il primo assaggio dei nuovi spazi pubblici in arrivo a Copenaghen. Parchi pubblici mobili, fluttuanti e gratuiti per le persone che vogliono esplorarli e conquistarli. Ad oggi CPH-Ø1 ha ospitato mostre fotografiche, una serie di conferenze e molti picnic sul mare. Nel corso del 2020 saranno inserite altre tre isole, con lo scopo di aggiungerne delle altre in futuro.
Il parco delle isole crea uno spazio verde galleggiante originale e giocoso, con piante, alberi e prati nella parte superiore e punti di ancoraggio nella parte inferiore. Si tratta di spazi green che forniscono un habitat per uccelli e insetti, alghe, pesci e molluschi. Il progetto, che aggiunge un nuovo scopo al porto in rapida evoluzione, è in costante cambiamento e sarà realizzato a mano sfruttando le tradizionali tecniche di costruzione delle imbarcazioni in legno nei cantieri navali.
Durante l’estate le isole possono essere distribuite nelle zone del porto meno utilizzate, fungendo da punto di soste per i tanti che utilizzano i kayak, per i marinai e chiunque desideri trascorrere del tempo all’aperto. Durante l’inverno, invece, le isole possono essere riunite come un supercontinente, creando uno spazio verde più facilmente accessibile dal porto.
Oggi siamo entrati nella famigerata Fase 2, tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo, ciascuno secondo le sue possibilità; noi come architetti possiamo fare ben poco per aiutare direttamente; ma possiamo pensare al futuro degli spazi urbani e domestici.
Analizzare come in passato l'architettura ha rimodellato la società come risposta alle pandemie è estremamente interessante. Senza andare troppo indietro nel passato, fra il XIX e il XX secolo le pandemie di colera, tubercolosi ed influenza hanno fatto decine di milioni di vittime, la scoperta nel 1882 del batterio della Tubercolosi diede impulso al movimento del Sanatorio in Europa e negli Stati Uniti.
Progettati per ospitare, trattare ed isolare i pazienti, i sanatori prevedevano l'igiene rigorosa e l'esposizione alla luce solare e all'aria come cura, prima di utilizzare i farmaci; questi ambienti, bianchi, asettici hanno profondamente influenzato la nuova architettura moderna. Come dichiarava Le Corbusier: "Una casa è abitabile solo quando è piena di luce e aria". Nel 1925, immaginava una città spartana in cui ogni casa è imbiancata e “non ci sono più angoli sporchi e bui"Ville Savoye, ultramoderna per l'epoca, incarna questa estetica: verniciata di bianco, senza angoli dove si possa annidare lo sporco, staccata da terra.
Terrazze, balconi e tetti piani
Queste necessità si sono tradotte nei principi basilari del Modernismo: la purezza della forma, geometrie rigorose, materiali moderni e il rifiuto dell'ornamento. Terrazze, balconi e tetti piani sono elementi comuni nell'architettura modernista, anche nei climi meno adatti, come nel Sanatorio di Alvar Aalto in Finlandia, con balconi prendisole su ogni piano e una terrazza sul tetto; Richard Neutra nelle sue opere portava la luce solare e la ventilazione naturale in ogni spazio abitabile, nei suo progetti vediamo vetrate telescopiche, attualissime.
Arredi facili da pulire
Anche i mobili modernisti riflettevano queste preoccupazioni: i designer abolirono il legno intagliato e la tappezzeria, ricettacolo di polvere, nemica dell'igiene da eliminare a tutti i costi, utilizzando invece materiali lavabili in forme aerodinamiche. Dal legno curvato di Aalto, agli iconici arredi in tubi d'acciaio di Marcel Breuer e Mies van der Rohe, leggeri, facilmente spostabili, per pulirci sotto.
E oggi?
Anche la pandemia COVID-19 sta generando nuove teorie del design. Molti architetti stanno rispondendo con l'utilizzo della tecnologia già a disposizione, tecnologie touchless, come ascensori ad attivazione vocale, interruttori della luce con sensore di presenza, accesso alle camere d'albergo controllato da smartphone o l'utilizzo scudi in plexiglass o materiali antibatterici come le leghe di rame.
Fuga dalla città? Davvero?
Alcuni architetti prevedono una "fuga dalla città" per andare a rifugiarsi in campagna o nei piccoli borghi, non appare molto credibile, nella mia esperienza l'edilizia dei paesi periferici alle grandi città o è edilizia vernacolare, frutto del lavoro del muratore "dalle mani d'oro" o è l'edilizia fatta di lottizzazioni speculative, microalloggi con l'angolo cottura, l'angolo giardino, l'angolo-angolo... fra le due non saprei scegliere quale garantisce la peggiore qualità della vita
Forse sarebbe invece più credibile fare il contrario: portare la campagna in città, ristrutturare le terrazze condominiali come tetti giardino, migliorare la vibilità dei balconi, aumentare le alberature, implementare tecnologie per i ricambi d'aria, favorire la mobilità dolce, destinare spazi condominiali allo smart working e allo smart learning per limitare gli spostamenti di massa, un'insieme di attività che potrebbero essere svolte dai privati su impulso del pubblico realizzabili nel medio breve termine.
Architecture's response to pandemics
Today we entered the notorious Phase 2, we are all called to make our contribution, each according to his possibilities; we as architects can do little to help directly; but we can think about the future of urban and domestic spaces. Analyzing how architecture has reshaped society in the past as a response to pandemics is extremely interesting, without going too far into the past, between the nineteenth and twentieth centuries, cholera, tuberculosis and flu pandemics caused tens of millions of victims, the discovered in 1882 of the tuberculosis bacterium gave impetus to the movement of the Sanatorium in Europe and the United States. Designed to host, treat and isolate patients, sanatoriums provided for strict hygiene and exposure to sunlight and air as a cure before using medications; these white, aseptic environments profoundly influenced the new modern architecture. As Le Corbusier stated: "A house is habitable only when it is full of light and air". In 1925, he imagined a Spartan city in which every house is whitewashed and "there are no more dirty and dark corners" Ville Savoye, ultramodern for the time, embodies this aesthetic: painted white, with no corners where dirt can nest, detached from the ground.
Terraces, balconies and flat roofs
These needs have translated into the basic principles of Modernism: the purity of the form, rigorous geometries, modern materials and the refusal of the ornament. Terraces, balconies and flat roofs are common elements in modernist architecture, even in less suitable climates, such as in the Alvar Aalto Sanatorium in Finland, with sun terraces on each floor and a roof terrace; Richard Neutra in his works brought sunlight and natural ventilation to every living space, in his projects we see very modern telescopic windows.
Easy to clean furnishings
Modernist furniture also reflected these concerns: the designers abolished carved wood and upholstery, a receptacle of dust, an enemy of hygiene to be eliminated at all costs, using instead washable materials in aerodynamic forms. From the curved wood of Aalto, to the iconic steel tube furnishings by Marcel Breuer and Mies van der Rohe, light, easily movable, to clean underneath.
And today?
The COVID-19 pandemic is also generating new design theories. Many architects are responding with the use of the technology already available, touchless technologies, such as voice activated lifts, light switches with presence sensor, access to hotel rooms controlled by smartphone or the use of plexiglass shields or antibacterial materials like copper alloys.
Escape from the city? Really?
Some architects foresee an "escape from the city" to go to take refuge in the countryside or in small villages, it doesn't seem very credible, in my experience the construction of the peripheral countries to the big cities or is vernacular building, the result of the work of the "golden hands" bricklayer or is the building made of speculative subdivisions, micro-housing with the kitchenette, the garden corner, the corner-corner ... between the two I wouldn't know which one guarantees the worst quality of life Perhaps it would be more credible to do the opposite: bring the countryside into the city, renovate the condominium terraces such as garden roofs, improve the visibility of the balconies, increase the trees, implement technologies for air changes, promote gentle mobility, allocate condominium spaces for smart working and smart learning to limit mass movements, a set of activities that could be carried out by private individuals on the impulse of the public which can be achieved in the medium to short term.
In questo periodo in cui siamo stati costretti a rivalutare il terrazzo, ma anche piacevolmente, per poter stare all’aperto, il progetto di Studio MODO Architettura fa al caso nostro.
Si tratta dellaA+V Family House che lo studio di progettazione toscano ha da poco concluso studiando la completa ristrutturazione di un edificio degli anni ‘30-’40 in centro Livorno.
Il punto focale di questo lavoro era quello di conservare e valorizzare alcuni delle particolarità ed elementi di alto pregio che già la residenza originaria possedeva rispondendo alle nuove esigenze della famiglia. In particolare alcuni pavimenti, i soffitti alti e un fantastico terrazzo sulla copertura che risultava faticosamente accessibile sono ora i dettagli retrò modernizzati che sono rimasti e caratterizzano la casa, perfezionati dove necessario.
Il progetto di Studio MODO Architettura
Studio MODO Architettura ha puntato sulla scala, completamente riprogettata, per riorganizzare gli spazi della casa. Così ha permesso di collegare i tre livelli della residenza sbarcando tramite un lunotto vetrato sulla terrazza ulteriormente allestita con una pergotenda bioclimatica. Lo spazio aperto quindi non mancava ed è stato potenziato al meglio ed ora il terrazzo è vivibile per più tempo con tutti i confort necessari.
All’ingresso dell’abitazione è stata ricavata una nuova saletta e una parete – armadio attrezzata completamente disegnata a misura mentre raggiungendo il piano primo poi si entra nel vero cuore della casa dove si sviluppa l’intera zona abitativa.
Fanno da protagonisti gli arredi, firmati da importanti aziende del mondo del design e illuminati da lampade mirate e architettoniche celate nel controsoffitto.
Alcuni brand? Caccaro per gli armadi, Mogg per la libreria, Saba invece il divano, Vibia e Flos le lampade e l’elenco non finisce qui.
Gli spazi che una volta erano fittamente distinti ora lasciano vivere una casa aperta a flussi di movimento liberi e ambenti armoniosi e comunicanti come un ampio soggiorno, la cucina con isola e la zona pranzo. Anche i dettagli scelti hanno dei tocchi retrò come lo stile chiede giocando sui contrasti di forme vintage e colori chiari e scuri.
La zona notte a cui si accede da un corridoio diventa uno spazio raccolto e davvero intimo con camere e bagni ben suddivisi.
Lo stile Luigi XIII e lo stile Luigi XIV sono molto diversi tra loro, ma è facile confonderli. Per la serie sulla storia dell’arredamento, li metterò a confronto per capire le differenze.
Nella prima puntata vi ho illustrato le caratteristiche dello stile Luigi XIII, che si sviluppò in Francia a partire dal 1589. Uno stile che è molto diverso dal successivo, ovvero quello che porta la firma di uno dei sovrani più famosi della storia, Luigi XIV, il “Re Sole”.
Il nome di Luigi XIV è legato indissolubilmente a quello della reggia di Versailles, che fu la sua ossessione per tutta la vita. Il castello di Versailles era una residenza di campagna, acquistata da Luigi XIII, che lo utilizzò come casino di caccia. Il giovanissimo Luigi XIV decise di farne il centro di potere del nascente stato francese, e intraprese le opere che lo trasformano in una splendida reggia.
Luigi XVI, deciso a lasciare una traccia indelebile nella storia, creò anche uno stile ufficiale, personale, riconoscibile e in qualche modo autonomo dai precedenti. Luigi salì al trono in tenera sotto la reggenza della regina Anna e del cardinale Mazarino, dunque possiamo datare l’inizio dello stile molto più in là, nel 1670.
Il contesto storico
Il lunghissimo regno di Luigi XIV, iniziato nel 1643 e terminato nel 1715, lasciò un segno rilevante nella storia, nell’arte e nei costumi. Amante delle arti e della scienza, il Re Sole finanziò le Accademie, incentivò le opere architettoniche, riformò lo stato per renderlo più efficiente. Assunse centinaia di artisti e artigiani specializzati come scultori, disegnatori, falegnami, ebanisti, doratori, pittori, orafi, tappezzieri, che lavorarono per la neonata “Manifacture Royale del Meubles de la Couronne”, diretta dal pittore Charles Le Brun. Come sede vennero scelte le manifatture Gobelins, già famosa per la produzione di arazzi e tappeti finissimi.
Il suo più grande capolavoro fu la reggia di Versailles, che sotto il suo regno assunse l’aspetto che ha oggi. Qui risiedevano i nobili che il re, al fine di esercitare un potere assoluto e incontestato, teneva al sui servizio. Furono create due ali immense per ospitare tutta la corte e il personale di servizio, i giardini furono modellati da André Le Nôtre che installò fontane, labirinti, parterre, statue e padiglioni.
Lo stile Luigi XIV, sontuoso e imponente
Luigi XIV voleva uno stile sontuoso e imponente, e affidò al pittore e decoratore Charles Le Brun, che riuscì a fondere le due grandi correnti artistiche del Seicento, il Barocco e il Classicismo. Le decorazioni pompose tipicamente barocche vengono mitigate dalle composizioni simmetriche ed equilibrate. tuttavia, le proporzioni sono imponenti.
I mobili sono ornati con un preciso repertorio decorativo di ispirazione classica che comprende ghirlande, teste femminili, chimere, fauni, foglie d’acanto, di quercia, di alloro, di palma, la cornucopia, che simboleggia l’abbondanza. Numerosi anche i riferimenti al mondo animale con zampe di leone, aquile e delfini, e non mancano animali fantastici come i cavalli alati, i grifoni e le sfingi. Una caratteristica peculiare dei mobili in stile Luigi XIV è la presenza degli emblemi personali del re, come il sole e le due L simmetriche, la maschera con i raggi e la palmetta.
Un’altra peculiarità è senz’altro la decorazione con l’intarsio Boulle, la raffinata tecnica decorativa inventata dall’ebanista André Charles Boulle. L’intarsio è eseguito con fogli finissimi di osso e madreperla alternati a lamine di ottone, bronzo, argento.
Infine, è molto importante l’influenza dell’arte cinese, introdotta dall’incisore Jean Bérain.
I mobili sono costruiti in legno massiccio di noce o rovere, e poi rivestiti con gli intarsi, o tinti, dorati o placcati con legni policromi. I più usati sono soprattutto tavoli e console, con le gambe unite da una traversa a forma di X e il piano ricoperto di marmi colorati o alabastro. Sedie e poltrone non cambiano molto rispetto a quelle dello stile precedente: le gambe tornite e l’incrocio a H della base lasciano il posto a gambe decorate con i motivi tipici del nuovo stile e all’incrocio a X della base. Cambiano però le dimensioni, molto più imponenti. Lo stesso discorso vale per il letto, che muta il repertorio decorativo e la dimensione.
Si affermano due nuovi modelli di scrivania: il bureau Mazarin e il bureau plat. Il bureau Mazarin, è una scrivania con due serie di cassetti ai lati.
Il bureau plat è un grande tavolo con il piano ricoperto di pelle, i cassetti nella fascia sottopiano e le gambe leggermente ricurve.
Fa il suo ingresso, alla fine del Seicento, la commode, evoluzione del cabinet, un cassettone con tre cassetti.
L’illuminazione ricopre un ruolo importante, per illuminare le scene delle feste e degli spettacoli che in questa epoca sono quasi quotidiani. File di candelieri, lampadari a soffitto dotati di innumerevoli bracci e decorati con cristalli di Boemia e specchi a volontà, per moltiplicare la luce.
Solo a cavallo del Settecento compare la decorazione curva a rocaille, lievemente accennata, che sarà la caratteristica peculiare dello stile Luigi XV.
Gl interni in stile Luigi XIV, il trionfo del superfluo
E’ finita l’epoca delle spartane stanze, seppur reali, dotate del mobilio essenziale. Ogni angolo viene occupato da un mobile, anche se inutile, come le consolle sormontate di specchi. Per la prima volta nella storia dell’arredo, i decoratori sono chiamati ad uniformare, per stile, colori e materiali, l’arredamento di una stanza.
Si moltiplicano sale, salotti e salottini. La sala da pranzo acquista una valenza propria, i salotti si attrezzano per il gioco d’azzardo e altri intrattenimenti, come le rappresentazioni teatrali. La sala da ballo diventa lo spazio più rappresentativo, di cui l’esempio più sfolgorante è la Galleria degli Specchi a Versailles.
I caminetti vengono rivestiti di marmo e le pareti sono rivestite con tessuti damascati dai colori intensi, le porcellane cinesi popolano ogni angolo e i tappeti delle manifatture Aubusson ricoprono i pavimenti. Il colore preponderante è l’oro, affiancato dal rosso, dal verde, dal nero.
La camera da letto del re era una stanza d’apparato nella quale, per antica tradizione, il sovrano riceveva le persone importanti, secondo un rigido protocollo. Fu proprio Luigi XIV a crearlo, con le due cerimonie del “lever du roi” e il “coucher du roi”, la prima al risveglio e la seconda al momento di ritirarsi per la notte.
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Con l’emergenza Covid-19, la psicosi di un possibile contagio si è diffusa più del virus stesso. L’ossessione per l’igiene personale e per la pulizia degli ambienti domestici, in questo clima di paura, è certamente comprensibile, ma in qualche caso può rappresentare un pericolo piuttosto che un rimedio vero e proprio. Complici alcune informazioni errate e talune soluzioni fai da te maldestre, come il mescolare sostanze chimiche contenute nei detersivi in modo incauto. Per evitare pericolosi errori ho messo insieme una serie di consigli su come tenere lontano dalla propria casa il rischio di contagio da Coronavirus.
Prime precauzioni.
Come prima cosa va precisato che il Covid-19 è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso il contatto stretto con una persona infetta. Ragion per cui le primarie precauzioni fondamentali sono quelle emanate col Decreto Ministeriale.
I virus sono microorganismi talmente piccoli che sono visibili solo al microscopio elettronico. Questi sono in grado di riprodursi solo all’interno delle cellule di un’organismo ed hanno una resistenza nell’ambiente molto bassa, anche se alcuni virus, tra cui quelli che attaccano le vie respiratorie, sono in grado resistere più a lungo. Invece, i batteri sono organismi unicellulari molto più grandi dei virus, e a differenza di questi, possono riprodursi autonomamente nell’ambiente e negli organismi viventi.
Le superfici più esposte ai virus sono quelle toccate più frequentemente da un elevato numero di persone, come possono essere, ad esempio, le maniglie delle porte. Se toccando queste superfici si entrasse a contatto con il virus, questo potrebbe insediarsi nel nostro organismo, semplicemente toccandoci la bocca, il naso o gli occhi, con le mani. Non a caso tra i suggerimenti del Ministero della Salute, c’è quello di utilizzare guanti e mascherinaper proteggersi e di pulire con dei disinfettanti tutte le superfici con cui si entra in contatto. Ricordate: i prodotti disinfettanti a base di alcol sono quelli in grado di distruggere il Coronavirus, annullando così la sua capacità infettiva.
Lavare bene le mani e frequentemente.
Dopo la dichiarazione della pandemia da Covid-19, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha indicato tra le precauzioni per frenare i contagi quella di lavarsi frequentemente le mani con acqua e sapone. Va detto però che l’igiene delle mani è fondamentale sempre!
Lavare le mani è un operazione necessaria ogni giorno per prevenire le numerose infezioni che si possono contrarre ad opera di germi, batteri e virus.
Nel caso l’avessimo dimenticato, è necessario lavare le mani:
Prima di mangiare;
prima e dopo la preparazione dei pasti;
prima di medicare una ferita;
prima di mettersi le lenti a contatto;
dopo aver fatto uso del bagno;
dopo aver pulito il bagno e la cucina;
dopo essersi presi cura degli animali domestici;
infine, tutte le volte in cui sono visibilmente sporche.
Il lavaggio va fatto con acqua e sapone per circa 60 secondi e strofinando bene le dita, ad una ad una, il palmo e il dorso, sciacquando poi bene con acqua corrente.
Restare a casa ed uscire solo se strettamente indispensabile.
Anche il rimanere dentro casa è una forma di prevenzione primaria, ma se si è costretti ad uscire per necessità rimane il problema di come lasciare il coronavirus fuori casa rientrandovi. Come comportarsi? Quali precauzioni prendere?
Precauzioni dentro casa.
Poiché il virus arriva dall’esterno è fondamentale fare della propria abitazione un ambiente protetto. Vi elenco alcune delle precauzioni che è bene prendere se si trascorre del tempo fuori casa per necessità inderogabili:
cambiate abiti e scarpe immediatamente quando rientrate in casa, per non portare pericoli dall’esterno;
lavate spesso i pavimenti con detergenti disinfettanti o candeggina per annientare in modo efficace batteri e virus, Covid-19 compreso;
lavate le tende e le tappezzerie con maggiore frequenza, lo so è faticoso! In alternativa spruzzateli con un buon prodotto spray deodorante disinfettante;
fate arieggiare quotidianamente tutte le stanze;
cambiate con maggiore frequenza lenzuola, coperte, asciugamani e teli da bagno.
Vi invito a prestare attenzione alle diciture presenti sui prodotti per l’igiene. Detergente, Sanificante e Igienizzante, non sono la stessa cosa di Disinfettante!
Le prime due voci si riferiscono alla rimozione di materia organica per mezzo di un tensioattivo e dell’azione meccanica. Un prodotto igienizzante ha la capacità di ridurre la carica microbica, mentre solo con la disinfezione si può ottenere un abbattimento del 99,999% della capacità infettiva dei virus.
Vapore contro il Coronavirus.
Il vapore, si sa, è il miglior modo per eliminare germi e batteri da qualsiasi superficie. Sebbene del Covid-19 non ancora sappiamo di metodi certificati per la disinfezione è noto che il virus SARS – coronavirus, con il quale è paragonabile, possa essere reso inattivo con un trattamento termico con temperature superiori ai 60°C.
È ragionevole pensare che i pulitori a vapore, oltre a rimuovere facilmente lo sporco ostinato, possano essere efficienti per l’eliminazione del Coronavirus dalle superfici in modo rapido e senza l’ausilio di disinfettanti chimici.
Se possedete un elettrodomestico a vapore potete utilizzarlo per sterilizzare un po’ tutto, materassi e cuscini ad esempio. Alcuni con alte prestazioni, in particolare sono adatti anche per pavimenti e grandi superfici.
Pulire e disinfettare bagni e cucina.
Gli ambienti della cucina e dei bagni possono essere normalmente contaminate da germi e batteri. Per questo è importante utilizzare prodotti efficaci nel pulire, ma soprattutto per disinfettare.
In questi ambienti, i prodotti detergenti contenenti alcol, candeggina, acqua ossigenata, lisoformio e ammoniaca sono considerati fedeli alleati alla lotta contro batteri e virus, Coronavirus incluso. Inoltre è importante che i rubinetti vengano regolarmente decalcificati, perché il calcare costituisce un micro-ambiente favorevole alla crescita dei batteri.
Vi ricordo che le spugnette utilizzate per la pulizia, così come i guanti, devono essere dedicate ad ogni specifico ambiente.
Pulizia e disinfezione del bagno.
Il bagno essendo il luogo comune più utilizzato della casa, dopo la cucina, merita particolare attenzione nella pulizia e disinfezione a tutela di tutti i componenti della famiglia. In questo ambiente, per l’igiene e la disinfezione profonda anti Coronavirus è raccomandato intervenire come di seguito.
Indossate dei guanti in nitrile dopo aver lavato le mani. Per pulire a fondo ogni angolo, non dimenticate di rimuovere tutti gli oggetti e accessori presenti nel bagno, come porta-saponi, spugne, spazzole e cestini ecc…
Prima di tutto provvedete a disinfettare i sanitari, docce, lavandini e rubinetti, rimuovete la povere e passatevi un panno in microfibra dove avete versato sopra una piccola dose di candeggina. Questo è il più potente dei disinfettanti!
Passate il panno con la candeggina anche sui rivestimenti verticali del bagno. Il pavimento, è invece una superficie che non può essere disinfettata profondamente, ma pulita.
Cambiate la biancheria da bagno frequentemente, poiché l’umidità ambientale rende asciugamani, accappatoi e tappeti un deposito di batteri. Fondamentale che questi vengano lavati almeno due volte a settimana ad una temperatura non inferiore a 60°. Meglio separare gli asciugamani dai capi di abbigliamento e utilizzare un detergente con ossigeno attivo.
Prima di rimettere a posto gli accessori da bagno, è consigliata la loro pulizia con acqua e ammoniaca o uno spray disinfettante. Fate lo stesso con le maniglie delle porte e degli armadietti! Lo spray può essere impiegato anche disinfettare il resto dei mobili e accessori di casa.
L’igiene in cucina.
In cucina, anche per evitare infezioni alimentari, è importante seguire un efficiente pulizia e operare un opportuna separazione dei cibi. Di seguito alcuni importanti suggerimenti.
Lavate le mani prima e dopo la preparazione delle pietanze.
Lavate con sapone e acqua calda tutte le superfici e gli utensili che utilizzerete per la preparazione di una pietanza. Vi consiglio l’utilizzo del super-disinfettante fatto in casa con aceto e acqua ossigenata, particolarmente efficace sui germi e batteri come l’Escherichia Coli. Questo è efficace anche per la disinfezione del frigorifero.
Lavate le spugnette utilizzate per la pulizia, con acqua calda. Potete metterle in lavastoviglie, oppure passarle per 30 secondi al microonde.
Lavate sotto l’acqua corrente la frutta e la verdura, anche quella che si sbuccia. La pulizia di frutta e verdura in acqua addizionata con acqua ossigenata va sottoposta ad un ulteriore lavaggio in acqua potabile.
Tenete separati i cibi crudi dai quelli cotti, sia durante la preparazione che durante la conservazione. Il cibo cotto non va mai messo nel piatto in cui è stato appoggiato lo stesso cibo prima della cottura.
Areare gli ambienti domestici.
La qualità dell’aria in casa è cosa di grande importanza, tuttavia l’aria di casa non può considerarsi un potenziale veicolo di infezione. Sulla base di quanto si conosce, il Coronavirus non si trasmette attraverso l’aria, ma con le goccioline emesse quando si parla o con colpi di tosse e starnuti. Sebbene queste non permangono nell’aria per un periodo significativo, è comunque giusto avere una buona qualità dell’aria in casa.
Premesso che i purificatori d’aria non hanno come finalità la difesa da virus, l’unico modo per rimuovere in modo efficiente eventuali virus presenti nell’aria è quella di areare le stanze almeno una volta al giorno. Se abitate in una zona ad alta densità di traffico fate questa operazione nelle ore di minor traffico. Per una buona igiene dell’aria è consigliato anche fare una buona manutenzione e pulizia dei filtri dei condizionatori visto che questi trattengono al loro interno il pulviscolo.
Gestire bene gli animali domestici.
Infine alcune indicazioni per gli amanti degli amici a quattro zampe. Questi, fonte di benessere e parte integrante della famiglia, vanno accuditi con attenzione.
In particolare le lettiere vanno pulite quotidianamente, lavando sempre bene le mani immediatamente dopo. Anche le cucce, le gabbie e tutti i loro luoghi preferiti vanno regolarmente puliti. Per effettuare la pulizia vi consiglio un super-disinfettante naturale perfetto per lo scopo che potete fare in casa seguendo i consigli in questa pagina.
Ricordate che è importante evitare la presenza di parassiti, come le pulci e le zecche, anche perché possono essere veicolo di infezioni per l’uomo.
Imparate a fare in casa due potentissimi disinfettanti fai da te a base di acqua ossigenata e altri pochi ingredienti totalmente naturali. Efficaci, sicuri e assolutamente ecologici, cosa desiderare di più?
Se c’è una cosa che in casa non manca mai, è proprio l’acqua ossigenata, normalmente impiegata come disinfettante per le ferite, ma anche utile rimedio per tantissime altre cose. Qui vi spiego come impiegarla per realizzare in casa due dei disinfettanti naturali più potenti che esistano, tanto da esser definiti dei super-disinfettanti, indispensabili in cucina e se avete degli animali in casa.
Acqua ossigenata, di cosa si tratta.
L’acqua ossigenata, chiamata anche perossido di idrogeno, è un composto chimico dalle proprietà disinfettanti, ossidanti e sbiancanti. Caratteristiche per le quali è impiegata in svariati ambiti da quello medico a quello cosmetico, e più in generale a quello industriale.
L’acqua ossigenata fu descritta per la prima volta, nel 1818, dal chimico francese Louis Jacques Thénard che ottenne perossido di idrogeno facendo reagire il perossido di bario con l’acido nitrico. Per sintetizzare il perossido di idrogeno in forma pura ci vollero quasi 80 anni. Fu il chimico tedesco Richard Wolffenstein nel 1894, ma per l’identificazione della struttura molecolare dell’acqua ossigenata furono necessari ulteriori anni di ricerche
Usi alternativi dell’acqua ossigenata.
In forma pura, l’acqua ossigenata è un liquido incolore, corrosivo e dall’odore pungente, la cui temperatura di ebollizione è 150,2°C Poiché in questa forma il perossido di idrogeno è pericoloso sul mercato questo è presente soltanto in forma diluita in acqua distillata a varie concentrazioni, da quella più comune a 10 volumi fino a quella più concentrata a 40 volumi.
Le concentrazioni più alte possono essere pericolose e quando vengono usate sono necessarie delle precauzioni.
Tralasciando le mille applicazioni mediche e cosmetiche l’acqua ossigenata in casa è utile per applicazioni alternative:
pulizia della vasca da bagno, degli specchi e del frigorifero;
prevenire la crescita di muffe e funghi sulle pareti;
eliminare l’odore di muffa dai tessuti;
pulizia di frutta e verdura;
infine, combinata con altri ingredienti, per disinfettare i taglieri e i piani della cucina, gli utensili da taglio, gli ambienti dove sono presenti animali ecc…
Disinfettanti fai da te potentissimi.
Unendo all’acqua ossigenata altri ingredienti naturali è possibile ottenere dei prodotti molto efficienti per disinfettare casa.
Uno di questi è il comune aceto di vino, ingrediente che trovate in dispensa di cui sono note le proprietà sgrassanti e anticalcare, tanto che non ha bisogno di molte presentazioni come invece l’altro ingrediente che è il meno noto olio dell’albero del te, anche chiamato tea tree oil. Questo si ricava dalla Melaleuca alternifolia, ed è conosciuto per le sue proprietà anti-batteriche, anti-virale e anti-fungine ad ampissimo spettro.
Acqua ossigenata e aceto.
La combinazione di questi due elementi è molto valida per disinfettare le superfici della cucina, coltelli e taglieri, soprattutto se sono venuti in contatto con carni potenzialmente a rischio salmonella, come quelle di pollo e tacchino. Grazie a questa potente miscela è possibile eliminare in modo efficace, oltre che la maggior parte dei germi, anche il temibile batterio Escherichia Coli.
L’aggiunta di acido acetico (il comune aceto) al perossido di idrogeno (acqua ossigenata) forma l’acido paracetico una sostanza iper-disinfettante molto più potente della candeggina. L’acido paracetico ossida le membrane esterne delle cellule dei microorganismi inattivandoli, quasi tutti quelli patogeni compresi i virus e le spore. Per questo motivo tale composto è impiegato per sterilizzare i ferri chirurgici. Va detto però che l’acido paracetico utilizzato per scopi medicali è un prodotto puro più stabile di quello che si può ottenere in casa aggiungendo l’aceto all’acqua ossigenata. Infatti non trattandosi di acido acetico puro, con l’aceto da cucina si aggiungono anche altre sostanze che possono destabilizzare l’acqua ossigenata col risultato di non avere l’effetto desiderato.
Il mio consiglio se non si vuol sprecare tempo con risultati non corretti è quello di unire i due elementi solo al momento della pulizia tenendoli in due flaconi separati. Basterà quindi spruzzare un po’ d’acqua ossigenata e successivamente un po’ di aceto. Strofinate con un panno pulito e il gioco è fatto!
Un avvertenza non usate mai questa soluzione per pulire oggetti in acciaio caldi, come le pentole o le stoviglie appena tolte dai fornelli. L’acido peracetico a temperatura superiori a 40 °C, e in caso di utilizzo prolungato anche a 30 °C, può causare problemi di corrosione sull’acciaio inox.
Acqua ossigenata e tea tree oil.
Per disinfettare le superfici dove sono presenti maggiori concentrazione di germi, come ad esempio i luoghi di sosta preferiti dai nostri amici a quattro zampe o della lettiera del gatto, si può ricorrere ad un altro rimedio a base di acqua ossigenata e tea tree oil.
Agitate bene prima dell’uso e spruzzate la miscela nei luoghi che volete disinfettare. Lasciate agire per circa mezz’ora e successivamente pulite con un panno per poi risciacquare con acqua calda.
Vi consiglio l’impiego per pulire la lettiera del gatto, o la cuccia del cane, perché la miscela è assolutamente innocua per gli animali, oltre ad essere un buon repellente per pulci e zecche.