Leggerezza nelle forme, grande utilizzo della luce naturale, dotazioni tecnologicamente avanzate: da qui parte la scuola del futuro. Le tendenze contemporanee ed i nuovi modelli educativi iniziano ormai a tracciare le linee di come si devono evolvere gli spazi dedicati all’istruzione ed alla didattica: gli istituti scolastici di oggi hanno ormai gli occhi aperti sul “domani” e su come i propri luoghi debbano assorbire concetti come quello di Community, trasformando i plessi in veri e propri Civic Center aperti non solo agli studenti ma a tutta la cittadinanza.
Al fine di raggiungere questi risultati, gli strumenti fondamentali a disposizione dei tecnici sono l’utilizzo di forme e colori accoglienti alla vista ed alla mente, l’organizzazione degli spazi a disposizione tenendo sempre conto della qualità e – soprattutto – della sicurezza, l’impiego di componenti tecnologicamente avanzate applicandole ai processi educativi nonché l’integrazione del verde e della natura all’interno dell’involucro architettonico; questi gli “ingredienti” da selezionare accuratamente e da dover utilizzare, infine, in un mix funzionale che trova la sua naturale espressione nel processo di genesi progettuale organica e partecipata anche da quella Community che diventa così parte attiva ed integrante dei nuovi modelli d’istruzione degli adulti del domani.
Un interessante case-study in grado di sintetizzare efficacemente questo pensiero è il nuovo plesso scolastico “Dino Compagni”: partendo dalla disponibilità e dalla collaborazione offerta dal Comune di Firenze, lo studio ATIProject ha avuto l’occasione di mettere in pratica il suddetto approccio progettuale immergendolo in un’ambiente BIM, grazie al quale è stato possibile avere costantemente il controllo della qualità complessiva e dell’integrazione delle diverse discipline tecniche necessarie per il raggiungimento dell’eccellenza richiesta da questa importante mission sociale.
Non solo tecnica, però. Nel caso del plesso “Dino Compagni” si sono rivelate fondamentali anche la passione e la consapevolezza (di tutti gli attori coinvolti) del ruolo che il progettista moderno dovrebbe avere all’interno della società civile, ovvero quello del “cittadino/a” e del “padre/madre” ancor prima che del “tecnico”: dopotutto, anche se i bambini di oggi saranno i cittadini del domani, il loro futuro inizia adesso ed è legato a doppio filo al contributo all’educazione che gli adulti sono in grado di fornire nel presente.