Poor my eyes: most of the time indoor and in front of a screen for hours every day. They fell so dry, I feel so sorry for them that publishing Lover’s Eye collection by ArtefactoMadrid seems to me an original and fun way to apologize.
The Argentinian Santi Carbonari and Franco Donati source antique and vintage porcelain, restore it and “and stamp with (the) new designs through a careful process of high temperature vitrified. They have many collections of plates with different subjects but they are all fun and pop and original.
The decorations of the support of the antique or vintage porcelain complement and create a funky contrast with the fantastic and detailed prints representing tropical worlds, lunar places, collage beings, cartoon heroes and much more.
I wanted to publish at least other twenty plates!
ArtefactoMadrid sells also prints, lights, t-shirts and glass objects.
The level of detail of the antique porcelain together with the quality and complexity of the prints makes these decorative plates pop and captivating.
For more porcelain on +DECO, use the search on the website or click here.
Alessandra Iaria, alias La Iaia, è la wedding planner del momento, famosissima per aver organizzato il giorno speciale della modella ed influencer Paola Turani quasi un anno fa.
Ma non è solo questo: ci sta tenendo compagnia ormai da più di un mese entrando nelle nostre case e portandoci un po’ di sorriso e creatività. Non solo, ci sta dando anche tanti spunti legati alle sue attività che passano attraverso gli eventi, i social e la cucina. Dalle aule al web insomma, La Iaia ha aperto le porte con i suoi workshop in collaborazione con molte figure del settore e ci abbraccia con il suo stile sempre creativo e curato nei minimi dettagli.
Appassionata di cucina è da qui che parte la sua avventura nel 2013 per poi trasformarsi in qualcosa di molto più ampio introducendola negli eventi e nei matrimoni. Tutti ambiti che porta avanti nel tempo e che condivide con noi. Ecco come ci sta intrattenendo.
La Iaia, dai cuciniamo
Pariamo dalla rubrica base, da cui proprio La Iaia ha iniziato: Dai cuciniamo.
Appena confermata la quarantena La Iaia ha offerto al pubblico e for free, il workshop di cucina (è stata una delle prime!) dedicato ai tortelloni di ricotta insieme a Carlotta Colombini, sfoglina di Modena. Che dire, un divertimento assoluto per la cooking class da casa. Anche i risultati sono stati ottimi: i tortelloni preparati insieme, serviti con pancetta e aceto balsamico alla Vecchia Modena come consigliato sono il top. E sui social? Ambienti e mise en place ultra fashion!
I post pubblicati a seguire invece sono tutti dolci: banana brad, torta di carote, granola, ed infine torta cioccolato e pere.
La Iaia, dai festeggiamo
Divertimento è la parola chiave, e poi aggiungerei condivisione! Quindi: marketing e social sono gli strumenti. In questo ambito ecco la proposta de La Iaia per “Photo editing tricks” con la fotografa Elisabetta Lilly Red che ha dispensato consigli per una pagina social da fashion blogger, consigli di scatto e di post produzione delle immagini per sentirci più belle e perché no, creare un profilo accattivante e magari anche redditizio!
La Iaia, dai ci sposiamo
La Iaia offre un ricchissimo network di collaboratori per soddisfare i desideri delle spose. Per non lasciarle sole in questo momento di sconforto, tra chi deve spostare l’evento più importante della propria vita e chi viene colto da attacchi di panico ha proposto un incontro in collaborazione con la celebre casa di moda da sposa Atelier Emè intitolato “SoS Wedding”. Nella diretta e in IG si possono ancora recuperare preziosi consigli ed opinioni per le più indecise. Alcune risposte? Via libera ai matrimoni in qualunque giorno della settimana – addio pregiudizi, inoltre ampio spazio ai portali internet del settore che sono ben accetti e di tendenza. Infine assicurarsi un emergency kit con ago, filo, salviettine, deodorante, caramelle (per l’alito).
Colori pareti casa al mare: quando è stata l’ultima volta che ci hai pensato? Ho la soluzione per te. Quattro schemi tra cui scegliere. Trova il tuo.
La casa al mare.
Io vorrei essere lì, non so te. Aprire la finestra e sentire l’odore dello iodio. Sentire lo sciabordio delle onde e il garrito dei gabbiani.
Poi girarsi e rimane offesi dai colori tremendi che albergano sulle pareti di casa. Perché dimmi la verità.
Quando è stata l’ultima volta in cui ti sei davvero concentrata per dimostrare un po’ di affetto verso quella povera casa?
Ci ho pensato io.
Colori pareti casa al mare: una breve presentazione dello stile marino
Non è necessario che tutte le case al mare siano in stile marino, sia chiaro. Ma è ovvio che risentiranno molto dell’ambiente naturale in cui si trovano. Trarre ispirazione da ciò che ci circonda non è mai un difetto, anzi.
Ci aiuta a connetterci con quelle che sono le risorse e le potenzialità locali, capendo cosa abbiamo effettivamente a nostro vantaggio. Quindi sfruttare quelli che sono i colori ed i materiali tipici del paesaggio costiero secondo può essere solo positivo.
Prima di tutto perché le tonalità del blu e dell’azzurro sono estremamente rilassanti e solo guardandole ti sentirai meglio. Potrai inserirle in ogni stanza, non dovendo ridimensionarne la quantità in camera ad esempio.
I toni del sabbia sono neutri e fanno da sfondo perfetto per abbinamenti anche con colori più forti come il blu scuro, il nero ed il blu balena.
Anche i materiali dello stile marino sono molto accattivanti: chiari e contemporanei, ti aiuteranno a creare degli interni giovani e dal sapore informale. Rovere sbiancato, rovere naturale, frassino, cotone, iuta, lino.
Tutto ciò che aiuta la luce a filtrate e permette di rendere luminoso ogni spazio.
Gli intramontabili schemi di colore azzurri per la casa al mare
Ovviamente se dici casa al mare, non puoi non pensare a questi colori. Gli azzurri ed i blu sono un binomio immancabile, a cui devi almeno pensare.
Sono colori evergreen, cioè che difficilmente passeranno di moda. È vero che di solito sono i colori che piacciono molto alle persone riflessive e poco impulsive, ma è anche vero che è un colore che ti aiuterà a trovare la calma interiore.
Io te li propongo in due schemi un po’ differenti tra loro. Un primo schema con blu, azzurro, nero e grigio che se vuoi potrai declinare in uno stile un po’ industriale e minimal. Introducendo materiali come il cemento ed il ferro sarà molto facile ibridare lo stile marino, creando qualcosa di davvero unico.
Il secondo schema è un po’ meno deciso, con colori più polverosi e delicati. Un grigio balena, un sabbia, dei grigi e un morbido turchese. Sono tonalità che si adattano facilmente ad essere integrate con qualche tocco Shabby, se ti piace il genere. O magari qualche accenno di stile classico o rustico.
Non serve inserire grandi pezzi di questi stili, bastano anche solo piccoli accessori o complementi. Una lampada, qualche sedia, qualche quadro. Delle variabili impreviste che completeranno perfettamente l’insieme.
Colori pareti casa al mare: blu e oro per un tocco glam
Se non puoi rinunciare ad un po’ di glam neanche al mare, inserisci un po’ d’oro. Subito quello che è un colore placido e sereno, che abbassa la pressione e rallenta i battiti, si trasforma in qualcosa di diverso.
Diventa mondano, giovane, ti fa venire in mente la movida che c’è nei luoghi di villeggiatura più famosi. Ibiza, Santorini, Pag. Bianche pareti a calce, porte e finestre in candido turchese. E qui mettiamo un po’ di oro negli accessori, che ci fa venire in mente il sole accecante dell’estate.
Tutto insieme è uno schema sicuramente coraggioso, non per tutti. Per chi vuole osare un po’, discostandosi dalla sicurezza placida dei soli toni rassicuranti del bianco, del beige e dell’azzurro.
Io però consiglio di usarli come nella foto: usare pareti bianche che danno il massimo della luminosità, quindi perfette anche in caso di ambienti poveri di luce naturale. Inserire arredi nei toni dell’azzurro e del blu e poi inserire l’oro negli accenti.
Un ultimo schema per chi non ne vuole sapere di azzuro & co
E ho pensato anche a te che proprio di azzurro non ne vuoi sapere. Uno schema colori un po’ mascolino, forse, ma molto audace. Dal sapore etnico, che subito ti farà venire in mente atmosfere ricercate e poco comuni per delle case al mare.
L’immagine che mi ha ispirato è stata questa di questo patio: un soffitto cannettato all’interno del quale si innesta placido un tronco. Dei cesti appesi alle pareti, forse per andare in spiaggia. Una bellissima sedia in legno nero e dei cesti in vimini o rattan appesi al soffitto.
Colori nei toni del marrone, del nero, del sabbia e un tocco di verde mela per dare vitalità e spezzare un ritmo che altrimenti avrebbe potuto sembrare un po’ troppo monotono.
Il verde lo inserirei solo a piccoli toni, giusto per creare dei punti di enfasi a sottolineare dei dettagli importanti. Dei quadri, dei cuscini, delle piante. Questi colori si prestano benissimo anche ad altri stili: quello industriale, quello minimal, quello contemporaneo. Divertiti a creare il tuo mix personale.
Colori pareti casa al mare: un’infografica che li riassume tutti
Come sempre non poteva mancare la mia bella infografica riassuntiva. Questa che vedi qui in alto riporta i quattro schemi di cui ti ho parlato nel post.
Li vedi a confronto e puoi capire quale funziona meglio per te e i tuoi spazi. Ma come funziona?
Sotto ogni immagine, in verticale, trovi i relativi cinque colori. Quando creo degli schemi colore cerco sempre di inserire almeno 2/3 colori neutri, di modo che sia più semplice per te invertire le proporzioni dei colori nelle stanze di casa e quindi poter giocare con le varie tonalità.
Sentiti libera di aggiungere un colore di una tonalità più chiara se ti sembra che uno di questi schemi sia troppo “carico” di colore. Schiarire non è mai un errore.
Quale tra questi schemi hai preferito?
Quello con i blu e gli azzurri più carichi, o quelli con gli azzurri polverosi? Oppure quello con i marroni ed il nero?
Qualunque siano le tue preferenze, scegli i colori che ti fanno stare bene e che rispecchiano te, la tua famiglia ed i tuoi gusti. E’ importante creare ambienti in cui sentirsi protetti, felici ed al sicuro.
E se ancora non hai trovato lo schema giusto per te, contattami, troveremo la soluzione!
Leggerezza nelle forme, grande utilizzo della luce naturale, dotazioni tecnologicamente avanzate: da qui parte la scuola del futuro. Le tendenze contemporanee ed i nuovi modelli educativi iniziano ormai a tracciare le linee di come si devono evolvere gli spazi dedicati all’istruzione ed alla didattica: gli istituti scolastici di oggi hanno ormai gli occhi aperti sul “domani” e su come i propri luoghi debbano assorbire concetti come quello di Community, trasformando i plessi in veri e propri Civic Center aperti non solo agli studenti ma a tutta la cittadinanza.
Al fine di raggiungere questi risultati, gli strumenti fondamentali a disposizione dei tecnici sono l’utilizzo di forme e colori accoglienti alla vista ed alla mente, l’organizzazione degli spazi a disposizione tenendo sempre conto della qualità e – soprattutto – della sicurezza, l’impiego di componenti tecnologicamente avanzate applicandole ai processi educativi nonché l’integrazione del verde e della natura all’interno dell’involucro architettonico; questi gli “ingredienti” da selezionare accuratamente e da dover utilizzare, infine, in un mix funzionale che trova la sua naturale espressione nel processo di genesi progettuale organica e partecipata anche da quella Community che diventa così parte attiva ed integrante dei nuovi modelli d’istruzione degli adulti del domani.
Un interessante case-study in grado di sintetizzare efficacemente questo pensiero è il nuovo plesso scolastico “Dino Compagni”: partendo dalla disponibilità e dalla collaborazione offerta dal Comune di Firenze, lo studio ATIProject ha avuto l’occasione di mettere in pratica il suddetto approccio progettuale immergendolo in un’ambiente BIM, grazie al quale è stato possibile avere costantemente il controllo della qualità complessiva e dell’integrazione delle diverse discipline tecniche necessarie per il raggiungimento dell’eccellenza richiesta da questa importante mission sociale.
Non solo tecnica, però. Nel caso del plesso “Dino Compagni” si sono rivelate fondamentali anche la passione e la consapevolezza (di tutti gli attori coinvolti) del ruolo che il progettista moderno dovrebbe avere all’interno della società civile, ovvero quello del “cittadino/a” e del “padre/madre” ancor prima che del “tecnico”: dopotutto, anche se i bambini di oggi saranno i cittadini del domani, il loro futuro inizia adesso ed è legato a doppio filo al contributo all’educazione che gli adulti sono in grado di fornire nel presente.
Certamente non è una novità: il sistema moda necessita di un cambiamento radicale. La parola d’ordine? Decelerazione. La moda ha bisogno di rallentare il proprio passo: l’offerta risulta sempre troppo alta rispetto all’effettiva domanda. In altre parole, il sistema moda produce più di quanto serve.
D’altronde, a rigor di logica, per i brands del fashion system una stagione è composta da cinque collezioni: cruise, pre, main, catwalk e haute couture.
Non servono troppe statistiche né analisi di mercato per comprendere quanto il sistema moda attuale possa essere considerato come un bug: un errore di sistema dunque a cui far fronte, per abbracciare maggiormente sostenibilità e lavoro etico.
Ad oggi, molti brands del fashion system globale, hanno deciso di aderire al cambiamento, sostenendo un’industria della moda conforme alla protezione dell’ambiente quanto alla valorizzazione umana in termini di crescita e profitto.
A sostegno di una concreta evoluzione nel sistema moda globale, l’organizzazione no profit Fashion Revolution.
Quando nasce Fashion Revolution? Di cosa si occupa? Vediamolo insieme.
In seguito al disastro avvenuto il 24 Aprile 2013 al Rana Plazain Bangladesh – edificio industriale volto alla produzione di abbigliamento di grandi marchi della moda globale –
nasce Fashion Revolution, un movimento globale inteso a promuovere eticità del lavoro e sostenibilità ambientale, per la creazione di un futuro della moda etico, sostenibile e trasparente.
L’organizzazione, sensibilizza le aziende verso pratiche di settore conformi ai valori promossi, quanto gli acquirenti verso un consumo responsabile ed informato.
L’indice divulgato da Fashion Revolution incoraggia i brands della moda verso l’adozione di una maggiore trasparenza di informazioni politiche, pratiche e di supply chain – o catena di approvvigionamento.
La pubblica divulgazione dell’indice sprona i brands al cambiamento, dunque verso un futuro della moda migliore.
Tra i 250 brands esaminati per l’edizione 2020, il colosso del fast fashion H&M è al primo posto con un indice di trasparenza pari al 73%. Con un indice pari al 48% il brand luxury Gucci, seguito da Balenciaga pari al 47% e a Bottega Veneta pari al 46%.
Nonostante il sistema moda abbia ancora molto da cambiare, con il contributo di Fashion Revolution la trasformazione sembra essere finalmente in atto.
Questo post è stato scritto per confutare 5 affermazioni diffuse che riguardano la scelta dei colori negli ambienti domestici. Sono "luoghi comuni" che non hanno validità nel mondo dell'interior styling. A ribaltarle, oltre alle mie tesi, ci sarà una gallery di immagini evocative scelte con cura dalla sottoscritta! Sono certa che alla fine di questo post, rivaluterai almeno uno dei concetti trattati qui sotto! Buona lettura!! Non si può usare una pittura scura per le stanze buie e/o piccole Generalmente, per gli spazi piccoli o poco esposti alla luce si tende a scegliere un colore chiaro per le pareti, che faccia guadagnare visivamente ampiezza e luminosità all'ambiente. In realtà non c'è nulla di sbagliato nel preferire una tinta scura per uno spazio con queste caratteristiche. Il risultato sarà sofisticato ed impattante e il colore risalterà regalando grande personalità alla stanza. Per bilanciare i toni e dare respiro allo sguardo basta aggiungere qualche tocco di bianco oppure una pianta a tutta altezza. Abbinare alle pareti tessili scuri è assolutamente concesso, ma meglio prediligere textures ultra soffici come il velluto, la lana oppure la pelliccia (rigorosamente fake) per ammorbidire l'atmosfera moody. Quindi via libera per i colori scuri nei corridoi, all'ingresso, anche se senza finestre, e nei bagni ciechi!
I colori forti non si possono abbinare tra loro Comunemente una palette di colori contiene una sola tinta forte che viene definita "di contrasto", perché si distingue in modo netto dalle altre. Per "forte" intendo viva, accesa, quindi scura oppure sgargiante. Abbinare due colori forti senza cadere nell'effetto "pugno nell'occhio" è possibile e gli interni qui sotto lo confermano. La maestria sta nell'abbinare sapientemente le tinte. Per una buona riuscita è bene non solo armonizzare le cromie tra loro, ma anche bilanciare le quantità che ogni colore occupa nella stanza. In più, quando le tinte piuttosto forti sono più di due, è necessario inserire spazi candidi, di interruzione. Ecco qualche idea pratica su come organizzare una palette con due tinte forti. - Un colore pastello (es. azzurro polvere) + lo stesso colore in una tonalità molto scura (es. blu scuro) + un colore sgargiante in contrasto (es. rosso) + bianco - Tre colori intensi con la stessa saturazione (es. porpora, senape e foglia di tè) + un colore pastello (es. rosa pastello) + bianco - Un colore freddo scuro (es. petrolio) + un colore caldo scuro (es. mattone) + una tinta neutra (es.avorio) + bianco
Il total white è impersonale Non c'è nulla di più sbagliato. Usare una sola tinta per ogni singolo elemento d'arredo è una scelta molto coraggiosa e per questo, non sempre condivisa. Estremizzare il candore vuol dire osare e, dunque, attribuire una forte personalità all'ambiente. Al contrario della teoria diffusa che decreta il bianco come "la scelta degli indecisi", il total white, è sempre una decisione fortemente consapevole, in quanto si presta a fare da sottofondo muto ad una sinfonia complessa ed eclettica. Il bianco totalizzante è usato per rendere leciti gli abbinamenti più rischiosi e per mettere in primo piano l'aspetto materico degli elementi che compongono un interno.
Una casa senza colori è monotona Lo sai che il bianco e nero possono essere definiti "non colori" a causa della loro mancanza di pigmentazione? Il contrasto tra bianco e nero, quando questi formano un motivo geometrico, è definito optical ed è tutt'altro che noioso. Il colore che deriva dalla loro combinazione, il mio adorato grigio, invece, è versatile e riposante. Vantano delle stesse caratteristiche tutti i colori che ne contengono una quantità predominante, quelli definiti desaturati. Questi, rientrano tendenzialmente nella categoria delle tinte neutre. L'utilizzo esclusivo di non colori e di tinte neutre in un ambiente valorizza gli arredi, in particolare quelli "importanti", come i pezzi vintage e gli oggetti di design. Il bianco ed il nero sono in grado di incorniciare e definire gli spazi. Dunque, la loro alternanza può essere anche usata per dividere idealmente gli ambienti a seconda della loro funzione. Immancabile la presenza del legno in uno spazio a zero colore. Il calore di questo materiale naturale, così evocativo e vigoroso esalterà la base e quest'ultima ricambierà allo stesso modo. In una casa senza colori, i materiali, le textures e gli arredi sono i protagonisti. Ogni curato dettaglio diventa notevole e l'armonia visiva garantisce un'estetica semplice ed eterna.
L'oro è una scelta azzardata Il gold è il colore simbolo della ricchezza e dell'ostentazione, è questo il motivo per cui tanti hanno paura di utilizzarlo. Il realtà basta essere razionali e distaccati dai luoghi comuni per rendersi conto che in realtà l'oro sta bene un po' su tutto. Il suo charm senza tempo non fa altro che evidenziare le tinte con cui è combinato, apportando quell'immancabile tocco glam. L'oro ha un grande potere attrattivo. L'inserimento di tocchi gold può trasformare facilmente un ambiente semplice ed equilibrato in accattivante e magnetico.
Una ex cartiera vittoriana in rovina in un piccolo villaggio inglese, è stata ristrutturata conservando l’involucro e inserendovi all’interno un volume in stile contemporaneo.
L’antica cartiera fa parte di una proprietà che comprende una casa vittoriana iscritta nel registro degli edifici storici, con annessa una stalla in disuso. I tre edifici sono costruiti uno accanto all’altro, e la zona occupata dalla cartiera era ormai ridotta a un rudere. Il proprietario considerava la parte crollata un ostacolo all’allargamento dello spazio abitabile. In effetti le mura di mattoni rossi non offrivano, ad uno sguardo superficiale, alcuna possibilità di recupero, se non per creare un suggestivo giardino romantico.
Dovete sapere che in Regno Unito la ristrutturazione degli edifici classificati è sottoposta a regole ferree, ed è obbligatorio ricorrere ad architetti, geometri e imprese specializzati e utilizzare materiali storici adeguati.
Il compito è spettato allo studio di architettura Will Gamble Architects, che ha realizzato un progetto e una ristrutturazione spettacolari per riportare alla vita questo suggestivo mucchio di rovine.
Il progetto della ex cartiera vittoriana
Per prima cosa i progettisti hanno proposto al proprietario di conservare le rovine, creando l’estensione all’interno dell’involucro di mattoni rossi pericolanti. Gli architetti hanno collocato due volumi leggeri tra la stalla e una parte della ex cartiera, conservandone le mura.
Qui si trovano il soggiorno e l’area pranzo, collegate con un open space al piano terra della ex stalla, dove si trova la cucina. La cucina, moderna e tutta nera, crea un armonico contrasto con le travi di legno scuro a vista del soffitto.
Dalla cucina si salgono alcuni gradini per accedere alla zona notte, collocata nella parte “nobile”, ovvero la villetta vittoriana. Un un intimo salottino con camino, con le travi originali a vista, le pareti dipinte nel classico verde inglese e i pavimenti in cotto originale segnano il passaggio allo stile tradizionale perfettamente conservato.
La stanza padronale, con sala da bagno e cabina armadio, si trova al primo piano, sopra la cucina, e si affaccia sul terrazzo e sui giardino di rovine. Il magnifico tetto a spiovente è stato lasciato a vista, con le travi in legno naturale a fare da contrasto alle pareti total White.
il corridoio che da accesso alla camera padronaleLa camera padronale ricavata nella ex stalla
Il tetto di questa estensione è destinato ad un terrazzo, raggiungibile dal giardino con una scala in mattoni rossi, che riprendono gli originali. La parte più suggestiva è il giardino interno, su cui si affaccia l’open space attraverso grandi vetrate. Le pareti del rudere creano una specie di labirinto di stanze all’aperto, collegato tramite due scalini all’esteso prato all’inglese.
Il terrazzo sovrastante l’estensione e il giardino romantico tra le rovine
I materiali utilizzati per realizzare l’estensione moderna sono riciclati e recuperati in loco. Legno di rovere, rame e mattoni sono stati utilizzati all’esterno, mentre all’interno le mura sono passate a calce e i pavimenti sono in pietra e grès porcellanato.
pianta del progetto piano terra. Le parti in nero sono le nuove costruzionipianta del progetto primo piano. Le parti in nero sono le nuove costruzioni
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